venerdì 29 marzo 2024

Le proteste dei trattori? ... un fallimento firmato antieuropeista

       Bisogna saper comprendere le differenze  per capire il conflitto.

  Di PAC e di agricoltura ormai in questi mesi, hanno scritto tutti o quasi, perfino chi non sa nemmeno che cosa sia. Ed ecco che titoli tanto roboanti, quanto fuori luogo si sono moltiplicati, così come pure gli articoli, dal contenuto palesemente a difesa degli interessi dell’agroindustria e delle lobby della chimica.



  Le proteste dei trattori hanno perso la foga iniziale, stante anche il fatto che i picconatori dell’Europa rurale,  hanno ampiamente raggiunto l’obiettivo di costringere la Presidente della Commissione EU a ritirare il regolamento sulla riduzione dei pesticidi sulle coltivazioni e sugli allevamenti

Oggi gruppi finanziari e di multinazionali controlla gran parte della produzione alimentare industriale: i semi, i fertilizzanti, i pesticidi, la genetica delle razze animali, la trasformazione delle materie prime, la distribuzione. Il nostro sistema alimentare non protegge le sue fondamenta (la terra e chi la lavora), ma annienta proprio gli agricoltori più virtuosi, rispettosi dell’ambiente e del prossimo.

   Così il disagio è esploso, indirizzato (ad arte) al bersaglio sbagliato. Riepiloghiamo:

- Gennaio 2023 "Nonostante le evidenze scientifiche, le buone intenzioni della Commissione Europea vengono minate dall’azione delle lobby dell’agrochimica e dell’agricoltura e allevamenti intensivi, che vorrebbero fermare l’iter di approvazione del Regolamento e affossarne gli obiettivi di riduzione”

- Gennaio 2024 Solo per mera “coincidenza” un  anno dopo la Presidente della Commissione Europea, è stata costretta a ritirare il regolamento sulla riduzione dei pesticidi in agricoltura e negli allevamenti,(frutto di 4 anni di lavoro minuzioso e ricerche scientifiche approfondite) che taluni sempliciotti sbandierano come la prima grande vittoria della protesta degli agricoltori. Tutti sanno, che  era già scritto, le lobby della chimica e dell’agroindustria avevano bisogno degli utili-idioti di turno, attraverso la “protesta” per mettere a segno il colpo "mortale"

Noi l’avevamo già scritto all’inizio del conflitto, la diatriba di questi giorni, può essere tranquillamente ridotta a una guerra, tra agroindustria super intensiva e allevamenti super inquinanti, (nord ed europa) con interessi inconfessabili, e l'agricoltura mediterranea,  rappresentata  da piccole e medie aziende a conduzione familiare, che non ha niente da dividere con la prima.

 La Strategia Farm to Fork e il Green Deal non non sono dei slogan per i pubblicitari, rappresentano al contrario un percorso culturale che talune regioni hanno saputo avviare con successo. In Sicilia per esempio, fin dall’attuazione dei regolamenti agroambientali dell’inizio  degli anni 90.

  La risposta non è nelle soluzioni elaborate dalle lobby antieuropeiste,  funzionali alle prossime elezioni più che al futuro dell’agricoltura Il tema è complesso, ma un dato è certo: l’abolizione delle limitazioni sull’uso dei pesticidi e dell’obbligo di lasciare una piccola parte dei terreni a riposo non sono la strada giusta. Serve una strategia complessiva, che prenda in considerazione tutti gli aspetti relativi alla produzione di cibo: la situazione economica e sociale della maggioranza dei contadini (di piccole e medie dimensioni), la fertilità del suolo, la salubrità dell’acqua e dell’aria, la salute dei consumatori e la crisi climatica. Il nemico non è il Green Deal, ma una politica miope che finanzia     un modello intensivo che compromette il suolo e non sopravvive senza sovvenzioni pubbliche .

A conferma di ciò, riportiamo (non ne parla nessuno)  gli obiettivi messi a segno nella riunione dello Scopaff (Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed) sezione "Legislation", tenutosi il 20 e 21 marzo 2024, che in appena 45 minuti hanno cestinato  quattro anni di analisi, ricerche e studi approfonditi.

 Nulla di più scontato: un rinvio "pesante", TANTISSIME  proroghe,   sono stati approvati da 26 stati su 27 per via dell'assenza della Romania, che non si è fatta rappresentare.

In sintesi più pesticidi per tutti e  per tutti i gusti...

Occorre   una ampia riflessione, affinchè si pongano le condizioni per una nuova stagione di Riforma Agraria in Europa. Qualcuno dirà che è utopia, vedremo, voglio ricordare ai più scettici che gli azionisti di maggioranza sono i consumatori, contribuenti, cittadini europei, non sono il 20% dell' agroindustria che si appropria dell'80% delle risorse europee

     

 

 

 

 

giovedì 28 marzo 2024

Auguri a tutti






Nature restoration law, non è una priorità


  Italia e Ungheria bloccano la legge europea per il ripristino della natura

 


La salute delle acque e dell’ambiente in cui viviamo, di tutti gli ecosistemi e della biodiversità, noi inclusi,  evidentemente non è una priorità, per le lobby. 

Proprio in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, il 22 marzo, il Governo   ha votato contro la “Nature restoration law”, rinviandone così l’incerta approvazione.  

Il ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha celebrato la giornata mondiale dell’acqua regalando all’Italia lo stop alla più importane normativa europea in termini di tutela delle acque e della natura degli ultimi 20 anni. Proprio il 22 marzo, infatti, è stato annunciato che il voto conclusivo sul regolamento per il ripristino della natura (la cosiddetta “Nature restoration law”) non sarebbe avvenuto, come previsto, il 25 marzo, durante la riunione del Consiglio europeo ambiente, ma sarà rimandato a “data da destinarsi”.

Un passo indietro rispetto al novembre 2023, quando gli Stati membri erano giunti a un accordo sulla Nature restoration law, al termine di un difficile processo di negoziazione che aveva portato a un indebolimento del testo inziale per accontentare le richieste del mondo agricolo e dei suoi rappresentanti di categoria. La legge, che impone il ripristino del 20% degli habitat terrestri e marittimi in Europa entro il 2030, godeva di un ampio sostegno da parte dei cittadini europei, di 19 Stati membri, di aziende e Ong, alcune di queste riunite nella coalizione #RestoreNature. Ma la Nature restoration law, considerata una delle basi del Green deal europeo, è stata bloccata all’ultimo minuto.  

“Apprendiamo con grande delusione l’ennesima mossa miope del governo italiano, che dopo essersi dimostrato uno dei più arretrati d’Europa nella gestione dei corsi d’acqua, ora, solo per fini elettorali, fa da spalla all’Ungheria di Viktor Orbán affossando una norma fondamentale per il futuro di tutti i cittadini italiani e perdendo l’ennesima occasione di metterci al passo con i Paesi più lungimiranti nell’adattamento al cambiamento climatico”, commenta  a caldo Andrea Goltara, direttore del Centro italiano per la riqualificazione fluviale che fa parte della coalizione #RestoreNature.

Oltre alla rappresentanza italiana, a tirarsi indietro è stata anche l’Ungheria nonostante avesse appoggiato la legge durante la votazione al Parlamento europeo a febbraio 2024. Questa decisione, avvenuta durante la riunione degli ambasciatori dell’Unione europea del 22 marzo, ha portato a un mancato raggiungimento della maggioranza. La legge, l’atto legislativo più significativo in materia di natura nell’Ue dagli anni Novanta, pensato per mitigare siccità e alluvioni restituendo spazio ai corsi d’acqua, ripristinando i naturali processi di ricarica delle falde e gli ecosistemi degradati nonché tutelando la salute dei suoli, si trova ora ad affrontare un futuro incerto e un potenziale passo indietro rispetto all’impegno dichiarato dell’Europa per la conservazione della biodiversità e la mitigazione dei cambiamenti climatici.

“La coalizione di Ong #RestoreNature condanna tutti gli Stati membri che non sostengono la legge, dimostrando una profonda incapacità di comprendere la drammatica situazione in cui ci troviamo e ciò che significa per i diritti dei cittadini -conclude il Cirf-.

 


Il cavallo siciliano ottiene il riconoscimento di “razza”


In Istituto Incremento Ippico la cerimonia di presentazione

Il cavallo siciliano è ufficialmente una razza a limitata diffusione. Ad attribuire il “titolo”, che ne attesta, a livello giuridico, lo stato di lignaggio è il ministero dell’Agricoltura, sovranità Alimentare e Foreste che, con decreto dello scorso 28 febbraio, riconosce il cavallo siciliano quale razza inserita nel Programma genetico per la conservazione delle razze equine ed asinine italiane a limitata diffusione, affidandone la gestione all’Anareai (Associazione nazionale allevatori delle razze equine e asinine italiane).



Un successo made in Sicily, che verrà raccontato venerdì 5 aprile, alle ore 10, nella sala convegni dell’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, in via Vittorio Emanuele 508, alla presenza del presidente della regione Siciliana, Renato Schifani e dell’assessore dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, Luca Sammartino.

Il ruolo dell’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia è centrale: l’ente, infatti, ha fattivamente contribuito alla causa, compiendo, negli anni, alcuni passi propedeutici alla presentazione di un Programma genetico del cavallo siciliano, sostenendo le istanze del territorio, in particolare dell’Aracsi (Associazione regionale allevatori del cavallo siciliano).

Alla base del prestigioso riconoscimento c’è un lavoro certosino di censimento, studio, monitoraggio e conservazione di caratteristiche fenotipiche e di caratterizzazione genetica della razza secondo gli standard normativi: attività che hanno coinvolto istituzioni regionali Siciliane, Università locali e l’Aracsi.

Tra queste iniziative si inserisce il progetto di “Recupero, Conservazione e Caratterizzazione delle Risorse Genetiche equine ed asinine siciliane”, avviato nel 2022 e ancora in fase di svolgimento, realizzato nell’ambito della misura 10.2.b (Conservazione delle risorse genetiche animali in agricoltura) del Piano di Sviluppo Rurale per la Sicilia 2014-2022, che coinvolge, nello specifico, il

Dipartimento  Di3A dell’Università di Catania per la caratterizzazione genetica e il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina, per la  caratterizzazione morfologica.

Per l’occasione, oltre alla presentazione della razza del cavallo siciliano, si forniranno cenni sulle attività progettuali mirate allo sviluppo di un Piano di conservazione per le razze riconosciute (cavallo Purosangue Orientale, cavallo Sanfratellano, asino Ragusano e asino Pantesco) e un Piano di caratterizzazione per i Tipi genetici autoctoni (Tga) Asino Grigio Siciliano e Cavallo Siciliano, il cui riconoscimento è appena avvenuto.

Nell’ambito del progetto si realizzerà una Banca per la conservazione del seme degli stalloni oggetto dell’indagine, tra i quali il cavallo siciliano.

AKIS CICLO DI WEBINAR - COME E QUANDO INNOVARE: STRUMENTI A SUPPORTO DELLE SCELTE

 

gli interventi per lo scambio di conoscenza e la diffusione di informazioni 

La modernizzazione del settore agricolo e alimentare è affidata dalla PAC alle azioni di sviluppo della conoscenza e dell'innovazione previste nel regolamento UE 2115/2021. Esse sono ritenute trasversali all'intero impianto delle politiche di sviluppo rurale perché con gli strumenti che le contraddistinguono - informazione, formazione, consulenza e innovazione - sono chiamate a stimolare la redditività e la sostenibilità mediante il cambiamento delle tecniche di produzione e a incidere positivamente sulla lotta ai cambiamenti climatici e sul miglioramento della qualità della vita e sicurezza alimentare. 

GLOSSARIO



L'attuazione di tali azioni dovrebbe avvenire secondo un approccio sistemico, multiattore e transdisciplinare, rafforzando le capacità e le competenze professionali lungo le filiere ed in chiave territoriale.
Il regolamento UE ha previsto due ambiti in cui inserire Interventi riconducibili alla conoscenza e all'innovazione: quello relativo alla Cooperazione (art.77) e quello relativo allo Scambio di conoscenza e alla diffusione delle informazioni (art.78). Il primo riguarda essenzialmente la prosecuzione del Partenariato Europeo per l'Innovazione in Agricoltura ed attività affini, il secondo concerne gli strumenti di supporto e servizio alle imprese e ai territori.

In un recente articolo di questa testata sono stati già descritti gli Interventi per l'innovazione nei Programmi Strategici della PAC europei, in questo verrà analizzato il secondo gruppo di Interventi, sempre in un'ottica europea, in modo da fornire un primo quadro complessivo delle attività che stimoleranno lo sviluppo in Europa del cosiddetto Agricultural Knowledge and Innovation System (AKIS).   

  RUOLO PUBBLICO DELLA CONSULENZA

LA STRATEGIA 2023-2027 PER LO SCAMBIO DI CONOSCENZA E DIFFUSIONE DI INFORMAZIONI IN ITALIA

Nella consapevolezza delle precedenti esperienze, le attività per lo scambio di conoscenza e informazioni previste nel PSP italiano 2023 - 2027 sono state impostate per recuperare i ritardi e le difficoltà di alcuni ambiti (la consulenza ad esempio) e per fornire al Sistema della conoscenza e dell'innovazione italiano servizi aggiuntivi.

Pertanto, sono stati messi a disposizione dei territori rurali i seguenti Interventi:

  • SRH 01 - Erogazione servizi di consulenza: finalizzato a soddisfare le esigenze di supporto espresse dalle imprese agricole, forestali e operanti in aree rurali su aspetti tecnici, gestionali, economici, ambientali e sociali e a diffondere le innovazioni sviluppate tramite progetti di ricerca e sviluppo, tenendo conto delle pratiche agronomiche e zootecniche esistenti, anche per quanto riguarda la fornitura di beni pubblici.
  • SRH 02 - Formazione dei consulenti finalizzato al miglioramento dei servizi di consulenza aziendale attraverso la crescita e la condivisione delle conoscenze e delle competenze professionali e al miglioramento delle relazioni degli attori dell'AKIS, promuovendo attività di informazione, formazione e scambi di esperienze professionali.
  • SRH 03 - formazione degli imprenditori agricoli, degli addetti alle imprese operanti nei settori agricoltura, zootecnia, industrie alimentari, e degli altri soggetti privati e pubblici funzionali allo sviluppo delle aree rurali: finalizzato alla crescita delle competenze e capacità professionali degli addetti operanti a vario titolo nel settore agricolo, forestale e nei territori rurali. L'intervento sostiene la formazione e l'aggiornamento professionale dei soggetti destinatari, anche in sinergia tra di loro, attraverso attività di gruppo e individuali.
  • SRH 04 - Azioni di informazione: finalizzato a rafforzare il capitale umano delle aree rurali mediante la pronta diffusione di informazioni, notizie e novità utili alla crescita economica, allo sviluppo sociale e al miglioramento della sostenibilità ambientale. 
  • SRH05 - Azioni dimostrative per il settore agricolo, forestale ed i territori rurali: finalizzato a sostenere progetti che mostrino in condizioni reali agli addetti dei settori agricolo e forestale e agli altri gestori del territorio rurale l'attuazione delle innovazioni  
  • SRH 06 - Servizi di back office per l'AKIS: finalizzato a fornire informazioni e supporti specialistici per i consulenti e gli altri attori dell'AKIS quali: reti di monitoraggio per la raccolta dati, analisi e informazioni, banche dati regionali/nazionali/internazionali, strumenti digitali anche per realizzare elaborazioni complesse, attività di networking e comunità virtuali tra gli attori dell'AKIS.

La Rete Rurale Nazionale, nell'ambito delle attività per il Sistema della Conoscenza e dell'Innovazione per l'Agricoltura (AKIS), intende promuovere l'impiego dei Sistemi di Supporto alle Decisioni (SSD) che possono essere di ausilio ai consulenti, ai formatori e agli addetti AKIS per proporre le innovazioni a imprese e territori rurali. 
Il Portale Innovarurale ospiterà un catalogo con la descrizione di alcuni SSD selezionati tra quelli messi a disposizione da strutture pubbliche e/o liberamente disponibili e attinenti ai temi prioritari della PAC 2023-2027, soprattutto con riferimento all'attività di consulenza alle imprese (art.15 del Reg. UE 2115/2021). Per promuoverne la conoscenza e l'utilizzo, questi strumenti saranno presentati nell'ambito di un ciclo di brevi webinar.
Il primo webinar dal titolo "Territori, settori e tecnologie: strumenti per la diffusione delle innovazioni nelle aziende agricole" si terrà il 16 aprile prossimo, dalle 10:00 alle 11:30. Dopo un'introduzione degli SSD per l'AKIS, saranno presentati alcuni strumenti decisionali di immediato utilizzo riguardanti l'analisi dei contesti aziendali per l'innovazione e la valutazione di investimenti in agricoltura di precisione.
Maggiori informazioni sul programma saranno pubblicate nei prossimi giorni.
Per partecipare al webinar occorre compilare il modulo di adesione al link sottostante.

LINK






martedì 26 marzo 2024

L’ agrobiodiversità un patrimonio di tutti

 NinoSutera

Con l'auspicio che le lobby lasciano lavorare il buon senso

 L’industria delle sementi, rappresentata da Euroseeds, riteneva che gli agricoltori non sono capaci di occuparsi della riproduzione dei semi e del materiale vegetale per la riproduzione.

 La Strategia Farm to Fork e il Green Dealnon non sono dei slogan per i pubblicitari . Rappresentano al contrario un percorso culturale che talune regioni hanno avviato. In Sicilia per esempio, fin dall’attuazione dei regolamenti agroambientali dell’inizio  degli anni 90

L' IFOAM  accoglie con favore il voto in commissione AGRI, sulla revisione della legislazione sulle sementi.

È fondamentale che i membri della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo (COMAGRI) riconoscano il ruolo che le sementi e la loro diversità svolgono per un sistema alimentare e agricolo sano

Il Regolamento sulla produzione e la commercializzazione di materiale riproduttivo vegetale è un importante atto legislativo nell’ambito del Green Deal dell’UE. È particolarmente importante per l’obiettivo della Strategia Farm to Fork di incrementare la produzione biologica e di raggiungere il 25% della superficie agricola dell’UE sottoposta a gestione biologica entro il 2030.

La Sicilia ha quasi raggiunto questo obiettivo

Il movimento biologico europeo, e non solo,  ritiene che il voto del 19 marzo circa il Regolamento sul materiale riproduttivo delle piante (PRM) rappresenti un importante contributo a una normativa equilibrata e a un ambiente favorevole alla selezione delle piante biologiche. È fondamentale che i membri della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo (COMAGRI) riconoscano il ruolo che le sementi e la loro diversità svolgono per un sistema alimentare e agricolo sano.

Secondo Eric Gall, vicedirettore di IFOAM: “Questa revisione della legislazione europea sulle sementi ha il potenziale per reintrodurre la diversità genetica tanto necessaria nei campi europei. La conservazione dell’agrobiodiversità e la garanzia che le risorse genetiche vegetali non siano concentrate nelle mani di pochi grandi attori sono essenziali per la resilienza e il futuro del nostro sistema alimentare. I selezionatori e gli agricoltori biologici vogliono lavorare con la biodiversità vegetale, quindi le regole di registrazione delle varietà di sementi devono essere adattate per consentire questa diversità”.

Gli agricoltori biologici, dal momento che non usano pesticidi sintetici e solo una quantità limitata di fertilizzanti, hanno bisogno di accedere al materiale riproduttivo vegetale (PRM), come semi e piantine, che sia stato specificamente allevato per funzionare bene in condizioni biologiche. Allo stesso tempo, i selezionatori e i moltiplicatori di sementi biologici contribuiscono a mantenere e promuovere l’agrobiodiversità, assicurando agli agricoltori l’accesso a un’ampia gamma di PMR.

L’industria critica la posizione dell’AGRI, non poteva essere diversamente

L’industria delle sementi, rappresentata da Euroseeds, ha espresso serie riserve sugli emendamenti della commissione AGRI, temendo impatti negativi sul proprio settore, in particolare sui selezionatori di piante, sui produttori di sementi e sugli agricoltori.

“La relazione adottata oggi è considerata un passo indietro per il mercato comune delle PMR, che mette a rischio la qualità delle sementi, la salute delle piante, le informazioni ai clienti e la sorveglianza ufficiale di tutte le sementi e di tutti i fornitori e utilizzatori”, ha dichiarato Euroseeds in un comunicato stampa.

Ancora una volta la lobby del settore agroindustriale, vorrebbe attribuire agli agricoltori un ruolo di dipendenza dalle scelte delle lobby, proprio come è successo recentemente con il ritiro del regolamento sulla riduzione dei fitofarmaci sull’agricoltura e sugli allevamenti

 

La PAC delle contraddizioni


 Le proposte di modifica della PAC della Commissione UE non sono una semplificazione, ma un attacco al futuro, rendendo la nostra agricoltura meno resiliente di fronte alle sfide ambientali globali. Insomma una provocazione.

Ricordiamo  che,  la PAC esiste solo ed esclusivamente perchè i consumatori, contribuenti, cittadini europei, ovvero azionisti di maggioranza,  continuano a pagare le tasse,  per alimentare il sistema dei sussidi dell’agricoltura e degli allevamenti.  Appare singolare che   l’EU ascolata le ragioni delle lobby dei pesticidi, e dell’agroindustria super intensiva e super inquinante. Sembrerebbe un  comportamento autolesionista,  se si considera che  a giugno gli azioni di maggioranza saranno chiamati al voto.

Dopo la nuova deroga alle norme della condizionalità sugli spazi per la natura del regolamento della Politica Agricola Comune 2023-2027, la Commissione europea ha proposto un ulteriore indebolimento della protezione del suolo, della rotazione delle colture e dei pascoli con un pacchetto di ulteriori modifiche giustificate dalla “semplificazione” dei regolamenti europei e chiedendo la loro approvazione attraverso una procedura di urgenza.

Questa proposta di ulteriori modifiche verrà discussa   nel Consiglio AgriFish. I capi di Stato e di Governo dell'UE voteranno la proposta nel corso del Consiglio europeo di oggi, mentre il voto in plenaria al Parlamento Europeo è previsto entro il mese di aprile.

Una procedura del tutto straordinaria che non prevede una valutazione di impatto, né un confronto con la società civile. Decisione ancora più incomprensibile considerata la consultazione proprio sul tema della semplificazione attivata dalla stessa Commissione nelle ultime settimane, i cui risultati sono attesi dopo l’estate, nonché il Dialogo strategico aperto proprio sui temi del futuro dell’agricoltura in Europa.

Per attirare l'attenzione dei decisori politici e del pubblico sulle carenze della procedura d’urgenza e sulla mancanza di legittimità della proposta della Commissione, le Associazioni europee BirdLife, Greenpeace, EEB e WWF, in coordinamento con ClientEarth, hanno inviato oggi una lettera alla Presidente Ursula von der Leyen. La lettera sottolinea il processo antidemocratico che ha portato alla proposta e la mancanza di vere giustificazioni dietro la pretesa della procedura di urgenza. Le Associazioni europee evidenziano inoltre l'impatto che le misure proposte avranno sull'ambiente e sul futuro dell’agricoltura. Alla luce di queste considerazioni, le Associazioni europee chiedono il ritiro della proposta e che qualsiasi futura iniziativa sull’agricoltura dell’UE rispetti i diritti democratici dei cittadini.

La Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura ribadisce al nostro Governo la richiesta di non sostenere lo smantellamento degli standard ecologici nella politica agricola, votando contro la proposta della Commissione. Sorprende che nella stessa settimana in cui risulta evidente che l’Europa è impreparata agli effetti crescenti del cambiamento climatico, la Commissione europea, senza nessuna valutazione condivisa, riduca le regole per implementare le poche misure rimaste nella PAC necessarie per promuovere la resilienza delle aziende agricole di fronte della crisi ambientale.

“E’ urgente un confronto allargato su questo tema che non può essere limitato alle sole Organizzazioni agricole, perché il futuro dei sistemi agroalimentari interessa tutti i cittadini e non solo gli agricoltori. Purtroppo la nostra richiesta di avvio di un ampio dialogo anche a livello nazionale inviata nelle scorse settimane al Ministro Francesco Lollobrigida sembra essere caduta nel vuoto.” - commentano le Associazioni di #CambiamoAgricoltura che concludono - “Questo pacchetto di riforme non solo riporterà la PAC indietro di oltre 25 anni ma danneggerà in particolare tutte quelle aziende agricole che hanno convintamente intrapreso la strada dell’agroecologia e renderanno tutto il sistema agricolo ancora più vulnerabile agli effetti della perdita di biodiversità e della crisi climatica”.


 

lunedì 25 marzo 2024

Madonie, 𝑺𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂 𝑮𝒊𝒐𝒗𝒂𝒏𝒊 𝑷𝒂𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊 𝟐𝟎𝟐𝟒 𝑪’𝒆̀ 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒇𝒊𝒏𝒐 𝒂𝒍𝒍’𝟖 𝒂𝒑𝒓𝒊𝒍𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒄𝒂𝒏𝒅𝒊𝒅𝒂𝒓𝒔𝒊

 

Sono aperte le iscrizioni della Scuola Giovani Pastori 2023-2024, promossa da CREA nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale e dall’Associazione Riabitare l’Italia, realizzata in collaborazione con SO.SVI.MA SpA - Agenzia di Sviluppo locale delle Madonie e con il contributo di ICCREA - Federazione Regionale Banche di Credito Cooperativo e il supporto dell’agenzia formativa Agenform.

BANDO 2024

 La Scuola sarà realizzata in Sicilia, nelle Madonie, Area Pilota della Strategia Nazionale Aree Interne. 

 

Come per la precedente edizione svoltasi nel cuneese, il percorso vuole sostenere i giovani interessati a riabitare le aree interne del Paese. L’iniziativa è incentrata sul pascolo e l’allevamento in zone montane e ha l’obiettivo di sviluppare nei partecipanti competenze nei seguenti ambiti: Partendo dalle tecniche di allevamento mostrate sul campo, il nostro obiettivo è quello di aiutare gli studenti ad avviare e gestire un’attività imprenditoriale, valorizzando le produzioni locali nei loro punti di forza e analizzando allo stesso tempo le loro criticità. Durante le giornate di lavoro, infatti, affronteremo gli aspetti teorici e pratici presso aziende e caseifici partner con l’adozione di metodi di “peer education”. Secondo questo approccio didattico, gli allievi vengono messi alla pari dei “tutor” (allevatori e casari del territorio) sviluppando una dialettica per noi assolutamente funzionale al percorso di crescita dell’aspirante pastore. Gli studenti saranno inseriti in tavoli di confronto costruiti ad hoc e finalizzati a mettere a fuoco le vie di ingresso nelle filiere locali di interesse con particolare riferimento alle opportunità di accesso alla terra. Verranno, inoltre, affiancati da un team di esperti e ricercatori che li accompagneranno nello sviluppo di progetti di pastorizia e nella risoluzione di specifici quesiti a questi connessi. COPERTURA SPESE: La frequenza della Scuola è gratuita ed il suo svolgimento è previsto in Italia con sede di erogazione nelle Madonie, in provincia di Palermo. Gli studenti potranno alloggiare gratuitamente presso le strutture dell’ex Convento dei Padri Riformati, messe a disposizione dal Comune di Petralia Sottana (PA) e usufruiranno del servizio di prima colazione e pranzo; le cene saranno a carico dei partecipanti. La prima settimana, dedicata alle tecniche di gestione dei pascoli e alimentazione degli animali sarà realizzata con il coinvolgimento di aziende tutor locali e il sostegno del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA). Per le sessioni formative in mobilità verrà offerto un servizio di transfer. Per quanto riguarda la settimana dedicata alle tecniche di trasformazione, invece, la Scuola si appoggerà operativamente a caseifici locali con la collaborazione di formatori di Agenform. STRUTTURA E DURATA DEL CORSO: Il corso ha una durata totale di 96 ore (di cui 16 online in modalità remoto e 80 ore in presenza comprensive di attività laboratoriali) ed è rivolto a disoccupati ed occupati. Dal 10 al 12 maggio gli studenti selezionati parteciperanno al Festival della Pastorizia che si terrà a Petralia Sottana, presso il convento dei Padri Riformati. Il Festival offrirà la possibilità di confrontarsi con istituzioni, attori locali e studiosi sul potenziale ruolo della pastorizia nel futuro delle Madonie. L’inizio del corso in presenza è previsto il 13 maggio 2024 con fine il 24 maggio 2024. La parte online da sviluppare nelle settimane successive prevede incontri con esperti e aziende, per l’approfondimento delle tematiche del corso in presenza e un supporto, con progettazione partecipata, alla definizione di un’idea imprenditoriale o al miglioramento di segmenti produttivi della propria azienda. È previsto un test finale e il rilascio di un attestato. CHI PUO’ PARTECIPARE:persone maggiorenni (occupati e disoccupati) provenienti da qualsiasi comune italiano o estero ma interessati al territorio delle Madonie e con una buona conoscenza della lingua italiana. NUMERO PARTECIPANTI: 15 partecipanti massimo. PRESENTAZIONE DELLE CANDIDATURE: Le candidature potranno essere presentate entro il 29 marzo 2024. Queste verranno valutate previo colloquio orientativo e selettivo. A parità di valutazione, avranno precedenza i candidati più giovani e le persone con particolare interesse e motivazione ad avviare un’attività di pastorizia nel territorio madonita. La domanda di partecipazione può essere inviata tramite email all’indirizzo giovanipastori@crea.gov.it. La domanda deve contenere: CV (compreso di dati di contatto, firmato e comprensivo della dichiarazione sulla privacy come indicato di seguito) e lettera motivazionale (max. 1 pagina). Nell’email è necessario indicare NOME, COGNOME, ETA’, PROFESSIONE, RESIDENZA, DOMICILIO del candidato. DICITURA DA INSERIRE E FIRMARE NEL CV: Autorizzo il trattame

 

 

 

 

LA FASE AGRICOLA NEL SISTEMA COOPERATIVO ITALIANO

  •  Quello che emerge dallo studio è che le aziende di piccole dimensioni,   permangono come anello debole della catena.    Il ruolo sociale della loro permanenza nei territori, come custodi dell'ambiente, della biodiversità e del prossimo, potrebbe rappresentare un opportunità.  

  RAPPORTO

La frammentazione del settore primario è uno dei principali fattori che limitano la competitività delle imprese, non solo in termini di costi di produzione e servizi offerti, ma anche di reperimento e diffusione delle innovazioni. Tale fattore, inoltre, accentua la conflittualità lungo la filiera generando sperequazione nel potere di mercato tra la fase a monte (agricoltura) e quelle di trasformazione e distribuzione.

 In tale scenario, il coordinamento e l’integrazione tra aziende all’interno delle filiere risulta di grande importanza per superare il problema della frammentazione. Il coordinamento si realizza nel sistema agro‐alimentare attraverso una grande pluralità di forme e di strumenti tecnici e giuridici, con livelli di formalizzazione e complessità molto diversificati. Tra questi strumenti, quello tradizionalmente più usato e governato da un quadro normativo specifico è rappresentato dall’impresa cooperativa.   Nel presente studio, che sfrutta le potenzialità informative della RICA italiana, vengono confrontate le caratteristiche strutturali ed economiche delle aziende che aderiscono ad una cooperativa per il conferimento di prodotti o per la fruizione di servizi o ancora per la fruizione di mezzi tecnici.  

 


venerdì 22 marzo 2024

I Pesticidi: non tutti sanno che!


“Nonostante le evidenze scientifiche, le buone intenzioni della Commissione Europea vengono minate dall’azione delle lobby dell’agrochimica e dell’agricoltura e allevamenti intensivi, che vorrebbero fermare l’iter di approvazione del Regolamento e affossarne gli obiettivi di riduzione”
gennaio 2023

Solo per mera “coincidenza” qualche anno dopo la Presidente della Commissione Europea, è stata costretta a ritirare il regolamento sulla riduzione dei pesticidi in agricoltura e negli allevamenti,(frutto di 4 anni di lavoro minuzioso e ricerche scientifiche approfondite) che taluni sempliciotti sbandierano come la prima grande vittoria della protesta degli agricoltori. Tutti sanno che  era tutto già scritto, le lobby della chimica e dell’agroindustria avevano mentre bisogno degli utili-idioti di turno, attraverso la “protesta” per mettere a segno il colpo "mortale" 

               L'edizione Italiana curata da CambiamoAgricoltura di una pubblicazione della Heinrich-Böll Stiftung. Un ricco volume di oltre 60 pagine contenente grafici, mappe dati che mostrano l'uso e l'impatto che queste sostanze hanno su ambiente, salute e società.          Le schede dell’Atlante dei Pesticidi presentano dati, grafici ed informazioni utili per comprendere meglio la relazione tra uso dei pesticidi e salute umana, oltre agli impatti sul suolo, nelle acque superficiali e sotterranee e sulla biodiversità naturale.

“Siamo fiduciosi che questo documento, concepito per diffondere consapevolezza rendendo accessibili dati e conoscenze, contribuirà a un cambio di paradigma che non è più solo desiderabile, ma necessario  


 


   Il secolo che stiamo vivendo è caratterizzato da due delle più grandi crisi globali che l’uomo abbia mai affrontato: i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. Tutti i report internazionali mostrano come sia necessario invertire queste drammatiche tendenze in atto e ne evidenziano le cause. Tra le prime vi è l’agricoltura. Pratica essenziale per garantire la nostra sopravvivenza poiché ci fornisce il cibo di cui ci nutriamo, ma che da alcuni decenni è anche causa di inquinamento, degrado dei suoli, emissioni di gas clima alteranti e perdita di biodiversità.  Nell’ottobre 1962, la biologa Rachel Carson, pubblica il suo splendido libro “Primavera silenziosa”. Benché alcuni ricercatori, come l’agronomo italiano Giuseppe Candura avessero denunciato già negli anni ’50 i danni del DDT, questo libro ha aperto gli occhi dell’opinione pubblica sull’impatto dei pesticidi sulla biodiversità e sulla salute umana e ha tracciato la via di molte lotte ambientaliste, facendo così progredire nella presa di coscienza collettiva che è culminata nella messa al bando proprio del DDT. Nonostante questo, la situazione non è migliorata di molto. Ancora oggi queste sostanze, ovunque le si cerchi, le si ritrova. Dalle acque alla frutta, passando per la pasta e le penne degli uccelli fino ai capelli e al sangue umano: tutte le ricerche degli ultimi anni che si sono poste come obiettivo la ricerca di pesticidi hanno avuto esiti positivi, come dimostrato per l’Italia dai dati del report dell’ISPRA sui pesticidi nelle acque, o il dossier sui residui di pesticidi pubblicato annualmente da Legambiente, che presentano ogni anno un quadro sempre più allarmante e i cui dati potrete trovare in questo volume. Secondo i dati della FAO, il numero di sostanze fitosanitarie commercializzate ed utilizzate a livello mondiale è in costante crescita, con qualche piccolo segnale di rallentamento solo in Europa e USA. 
L' Europa, con le linee definite dalla Commissione nell’ambito del Green Deal, come la Strategia sulla Biodiversità per il 2030 o la “Farm to Fork”, punta ad essere la guida mondiale per la riduzione dell’uso dei pesticidi. Gli obiettivi fissati per il 2030 sono stati declinati nella proposta di un nuovo regolamento per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che la Commissione Europea ha presentato lo scorso giugno e che prevede per l’Italia un taglio del 62% dell’uso e del rischio dei prodotti fitosanitari. Va ricordato che il nostro Paese, ancora all’inizio del 2023 si trova con un Piano d’Azione Nazionale (PAN) per l’Uso Sostenibile dei Fitofarmaci adottato nel 2014 ma oramai scaduto da anni e il cui processo di rinnovo è in stallo dal 2019. Nonostante il volere dei cittadini, sempre più consapevoli della necessità di riduzione dei pesticidi, come dimostrano le 1,2 milioni di firme dell'iniziativa dei cittadini europei "Salviamo le api e gli agricoltori", attualmente la proposta di regolamentazione é sotto attacco sia da parte delle lobby dell’agro-chimica sia da molti governi e politici che chiedono una riduzione dei target, tempi più lunghi ed anche la completa abolizione del regolamento, facendo diventare di fatto le strategie solo delle belle parole sulla carta. Molti di questi attacchi prendono come pretesto la situazione geopolitica in corso, dichiarando che se venissero rispettati questi obiettivi ambientali sarebbe in gioco la nostra sicurezza alimentare. Queste affermazioni vengono però contraddette da scienziati e organizzazioni internazionali, come il Programma Alimentare Mondiale (WFP) e l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), che sottolineano come l'abrogazione o il rinvio delle misure ambientali siano la risposta sbagliata alla crisi e che sono proprio la perdita di specie e le condizioni climatiche estreme che minacciano sempre più la sicurezza alimentare in tutto il mondo. L a possibilità di un’agricoltura diversa, che faccia a meno della chimica di sintesi, è dimostrata dai dati di crescita continua dell’agricoltura biologica, di cui l’Italia è tra i leader mondiali ed Europei. La superficie agricola coltivata (SAU) senza l’uso della chimica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2021 il 17%, pari a 2,2 milioni di ettari, spinta soprattutto dalla crescita del consumo, e punta a raggiungere il 25% di SAU a biologico già nel 2027. L' efficacia dell’agricoltura biologica per ridurre gli impatti sull’ambiente è dimostrato oramai da numerosi studi ed è stato confermato anche in Italia dai monitoraggi sulla biodiversità condotti dall’ISPRA e dall’iniziativa “La Compagnia del Suolo”, illustrati nelle pagine seguenti. È dunque indispensabile, e allo stesso tempo possibile, iniziare da ora e senza indugi a modificare il sistema alimentare globale. Occorre ridurre il nostro impatto sull’ambiente partendo dalla diminuzione di pesticidi e fertilizzanti, passando da un modello intensivo e tecnicistico a un approccio agroecologico, partendo dai campi fino alle tavole dei consumatori, come recita proprio il titolo della Strategia Europea. Siamo fiduciosi che questo testo, concepito per diffondere consapevolezza rendendo accessibili dati e conoscenze, contribuirà a un cambio di paradigma che non è più solo desiderabile, ma necessario. Jan Philipp Albrecht & Dr. Imme Scholz Heinrich-Böll-Stiftung Marc Berthold Heinrich-Böll-Stiftung Parigi, Francia e Italia Federica Luoni Coalizione CambiamoAgricoltura Dr. Martin Dermine Pesticide Action Network Europe

























































 

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