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giovedì 13 aprile 2017

Agricoltura 4.0

Iniziamo con quest'articolo il racconto di un progetto di ricerca, che inevitabilmente caratterizzerà l'agricoltura del futuro, o meglio quello che da più parti viene definita  Agricoltura 4.0



Nei prossimi anni l’agricoltura italiana dovrà affrontare sfide diverse tra le
quali l’incremento delle produzioni, l’adattamento delle piante ai
cambiamenti climatici, l’adozione di pratiche agricole rispettose
dell’ambiente.
La produttività delle colture dipende da fattori diversi quali l’adozione di
pratiche agronomiche (lavorazioni del terreno, irrigazioni, …), l’impiego di
sostanze chimiche (fertilizzanti, fitofarmaci, diserbanti …), la costituzione
genetica delle varietà coltivate
In un’ottica di sostenibilità dei sistemi produttivi, di riduzione della
disponibilità delle risorse naturali e quindi di necessaria oculatezza del
consumo delle stesse, di limitazione degli apporti di sostanze chimiche di
sintesi, i recenti avanzamenti tecnologici nel campo della bioinformatica e
della genomica rendono il miglioramento genetico delle piante agrarie lo
strumento potenzialmente più idoneo ad affrontare le sfide dei prossimi
anni.
Le varietà coltivate vengono sistematicamente rinnovate, attraverso
specifici programmi di breeding, per migliorare le loro caratteristiche
qualitative, la resa produttiva o la capacità di adattarsi all’ambiente e di
resistere alle malattie. Senza questo lavoro, condotto da sempre con
metodi diversi, oggi l’umanità non avrebbe cibo a sufficienza, si
userebbero molti più fitofarmaci e non ci sarebbero molti dei prodotti che
consumiamo (ad es. pomodori ciliegino, nuove varietà di mele, angurie
mono-porzione, frutti senza semi, ecc). In parallelo, il recupero delle
varietà antiche ed il mantenimento in produzione di varietà tradizionali (ad
es. nella vite), che costituiscono una preziosa fonte di biodiversità e di
particolari caratteristiche qualitative e di resistenza a stress, si avvalgono
sempre più delle moderne conoscenze genetiche per gli aspetti relativi alla
loro tutela, alla loro tracciabilità e alla loro valorizzazione.
L’Italia si trova in una situazione paradossale: possiede una grande
ricchezza di germoplasma di molte specie agrarie e dispone di conoscenze
approfondite sul loro patrimonio genetico (in alcuni casi dell’intero
genoma) ma dipende largamente dall’estero per i materiali di
moltiplicazione.
Nei prossimi anni il miglioramento genetico potrà trarre grande vantaggio
dall’avanzamento della ricerca genomica le cui conoscenze possono
rappresentare una grande opportunità per l’agricoltura nazionale in
termini di sviluppo di nuovi genotipi meglio rispondenti alle esigenze della
moderna agricoltura.
Il progetto si prefigge di dare nuovo impulso alla genetica agraria del
nostro Paese, investendo su nuove tecnologie di miglioramento genetico, il
genome editing e la ‘cisgenesi’, che, applicate alle specie più importanti
per il comparto agroalimentare nazionale, possono rappresentare
strumenti efficienti e rapidi per il raggiungimento di obiettivi mirati.
Nel corso del triennio, per alcune delle specie più importanti del sistema
agroalimentare italiano, verrà perseguita la produzione di piante più
resistenti alle avversità (malattie, siccità, salinità), di migliore qualità
(contenuto di antiossidanti e vitamine), anche attraverso la valorizzazione
di varietà tradizionali, con benefici per gli agricoltori, i consumatori e
l’ambiente.
Nel medio periodo la ricerca determinerà significative ricadute economiche
sul settore sementiero e vivaistico nazionale e sulle aziende agricole.

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