venerdì 17 gennaio 2025

i MARCHI DI (poca) TUTELA

  

I marchi europei  sono obsoleti, perché non garantiscono più nulla, infatti ormai il mondo  per esempio, è pieno di Parmesan...... 
In compenso  i lacci e laccioli dell'U.E hanno contribuito a decimare le aziende  anche quelle a conduzione familiare (..sopratutto) 


 Con il fatturato appannaggio dei big che fanno grandi volumi, la forte concorrenza di Grecia, Spagna e Francia nell’accaparramento dei fondi europei.



Quali sono i segreti per il successo commerciale di prodotti tipici e a forte connotazione geografica? I marchi europei DOP, IGP ed STG contribuiscono al riconoscimento e alla tutela dell'origine?   Questi stessi marchi, tuttavia, hanno dimostrato di non essere sufficienti, da soli, a garantire il successo commerciale del patrimonio agroalimentare italiano. Alla base dei casi di successo nel settore, insistono fattori diversi quali la capacità di fare rete dei territori e lo sviluppo di strategie di branding e comunicazione solide.



 Cosa più grave è che  alcuni prodotti certificati più piccoli, che dopo aver rincorso per anni il riconoscimento, con addebiti economici a carico del pubblico, non si sono neanche dotati di un sito internet,  di una strategia di comunicazione e promozione, che per l’altro, non riescono a sostenere economicamente, a causa dei piccoli volumi di scambio.
     Una buona parte dei prodotti di qualità italiani  in concreto, e rimasto solo il "marchio" sconosciuto a una attenta platea di consumatori globali

Dal 2005 al 2020 le specialità Dop (Denominazione di origine protetta), Igp (Indicazione geografica protetta) e Sgt (Specialità tradizionale garantita) certificate dall’Unione Europea sono praticamente raddoppiate (+80,5%), da 154 che erano sono diventate oltre 300.
Le prime 10 province per ritorno economico di Dop e Igp
Le 10 province che hanno avuto il maggiore ritorno economico dalle certificazioni, espresso in milioni di euro, sono:
— Parma, con 1.135,8 euro e 12 tra Dop e Igp
— Modena, con 622,7 e 15 tra Dop e Igp
— Reggio Emilia, con 544,1 euro e 13 tra Dop e Igp
— Brescia, con 401,2 euro e 18 tra Dop e Igp
— Bolzano, con 314, 3 euro e 5 tra Dop e Igp
— Udine, con 301, 9 euro e 5 tra Dop e Igp
— Mantova, con 241,2 euro e 12 tra Dop e Igp
— Sondrio, con 236,5 euro e 9 tra Dop e Igp
— Cremona con 215,3 euro e 13 tra Dop e Igp
— Caserta, con 208, 8 euro e 6 tra Dop e Igp
Ma se in Italia la bontà è di molti prodotti, le vendite continuano a essere di pochi. Il fatturato dei 10 prodotti Dop e Igp più venduti, pari a 5,01 miliardi di euro, equivale al 79% del totale di tutti i prodotti certificati.
I primi 10 prodotti italiani Dop e Igp per fatturato
Quali sono questi 10 prodotti? Che fatturato hanno generato nel 2015 in milioni di euro? Quanto pesano in percentuale sul totale? Vediamo il dettaglio:
1. Grana Padano 1.180,3 euro (18,5%)
2. Parmigiano Reggiano 1055,5 (16%)
3. Prosciutto di Parma 666,6 (10,5%)
4. Aceto balsamico di Modena 372 (5,9%)
5. Mozzarella di bufala campana 344,9 (5,4%)
6. Mortadella Bologna 316,7 (5%)
7. Gorgonzola 304,5 (4,8%)
8. Prosciutto di San Daniele 286,5 (4,5%)
9. Pecorino Romano 275,7 (4,3%)
10. Bresaola della Valtellina 214,8 (3,4%)
Allora perché questa corsa alla certificazione di qualità se le ricadute dirette sul fatturato sono solo per pochi?  ...diciamo le cose come stanno, i fondi che l’Europa mette a disposizione fanno a gola a molti

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