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sabato 18 gennaio 2025

C'erano una volta i prodotti della terra

 NinoSutera

I prodotti della terra:  dalla stagionalità, agli alimenti “ultraprocessati” o “ultraddizionati”.


 Le industrie alimentari che si occupano della lavorazione dei prodotti della terra,  stanno cercando di migliorare i loro prodotti, con  l’uso di additivi e l’utilizzo di processi e strategy  che mantengono il più possibile  gli alimenti quasi a renderli  eterni

 


Il cibo in Italia mentre è tradizione, piacere, convivialità e conforto, storia e cultura, identità e stagionalità;  la consapevolezza di essere la patria della dieta mediterranea, che dispensa salute e longevità al nostro Paese da generazioni; la granitica certezza che  per gli Italiani la tavola è sacra come il calcio: abbiamo 59 milioni di commissari tecnici che sono anche 59 milioni di chef e nutrizionisti, pronti a suggerire la ricetta giusta, il vino migliore o la dieta più efficace. Il cibo è davvero quasi sovrano: dai media agli stili di vita, dal valore economico e di immagine dell’intero comparto agroalimentare al carrello della spesa di ogni famiglia.

Due le parole chiave: identità e innovazione.

Per identità, https://terra.regione.sicilia.it/born-in-sicily-cultura-e-identita-territoriale-come-ricchezza/  intendiamo gli elementi che caratterizzano il nostro cibo e la nostra cucina, a partire dal legame con il territorio e dalle qualità organolettiche, di regola rigorosamente di stagione, fresco e di prossimità.  Era  inevitabile (regalo della globalizzazione, forse anche prima) che, anche in agricoltura, i “beni” divenissero oggetto di scambio ovvero tra  mutassero in “merci” , perdono il loro valore d’”uso” e assunsero il valore di “scambio”.     Oggi, il mercato è globalizzato, le merci si muovono dove l’offerta straripa è corre verso la domanda  più sostenuta. Ed ecco il miracolo, si fa per dire in Italia non si coltiva più grano, per esempio, perché sul mercato mondiale non si è più competitivi, si perdono centinaia di migliaia di ettari coltivabili, in compenso si consuma grano alle micotossine (funghi)  importato, prodotto chissà  dove,  maturato con l’ausilio del glisofato,  che proprio bene bene alla salute non fa.

 L’innovazione,   si riferisce allo sforzo, per preservare questo patrimonio della terra,  rendendolo resiliente alle sfide del millennio,    per poter continuare ad essere competitivi sul mercato globale, con l’ausilio dell’industria alimentare,  dove non esistono rendite di posizione

Non esisterebbe il made in Italy senza la nostra industria alimentare, che lo ha portato nei mercati planetari. Ma questa è pronta ad affrontare la modernità senza smarrire la genuinità e la  tradizione?

Un tema importante sta però emergendo in questi ultimi tempi è quello dei cosiddetti alimenti “ultraprocessati”. Un termine orrendo, ma che rende bene l’idea.

I sistemi di classificazione che oggi abbiamo a disposizione – il sistema NOVA elaborato da un gruppo dia studiosi dell’Università di San Paolo e il sistema SIGA di matrice francese – includono in realtà in questa categoria, prodotti caratterizzati soprattutto da un elevato numero di ingredienti, additivi, e altre sostanze come gli esaltatori di sapidità e gli aromi, più che da processi tecnologici “drastici”. Forse,   più correttamente dovremmo chiamare questi prodotti: “ultraddizionati e ultraprocessati”

L’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, diabete e obesità,   che alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato, è correlato, quindi, alla presenza di additivi e altre sostanze più che al processo tecnologico utilizzato.  

In attesa di un aggiornamento più rigoroso della classificazione degli alimenti “ultraprocessati”, per proteggere la nostra salute, le regole di base semplici da seguire sono quelle di scegliere alimenti freschi e prodotti trasformati con pochi ingredienti, come nella nostra tradizione alimentare mediterranea: frutta e verdura per esempio, fresche, ben conservate, ma anche surgelate se non abbiamo tempo,  e  di riprendere – se già non lo facciamo – a preparare noi in casa le ricette dei cibi da portare a tavola. Meno preparati pronti e più fantasia in cucina.   

Oggi più che mai, dovremmo essere tutti molto attenti alle nostre scelte alimentari: la scienza della nutrizione   ci ha  oramai dimostrato, in maniera per ora inconfutabile, che il modo in cui mangiamo e il nostro stile di vita determinano la nostra salute, modificano persino l’espressione dei nostri geni, e che queste modifiche possono essere trasmesse alle nuove generazioni. 

Non è, quindi, tutto scritto nel nostro DNA e questa è una vera fortuna, perché siamo noi che possiamo determinare la nostra salute.   

Vivere in prossimità delle aree rurali, istaurando  un rapporto fiduciario con i contadini, affidandosi ai prodotti di stagione, coltivati con amore e nel rispetto del prossimo, rappresenta un privilegio che non tutti possono permettersi, ma soprattutto non tutti  sanno apprezzare.

giovedì 9 gennaio 2025

2025 Sicilia, Regione europea della Gastronomia

 

Con la prestigiosa nomina di “Regione Europea della Gastronomia 2025”  la Sicilia si conferma terra di sapori unici e di grande tradizione culinaria. 




È la prima regione d’Italia a raggiungere l’ambito traguardo, che certifica quanto affascinante sia il nostro territorio, ricco di storia, cultura e natura diversificata, che esprime il suo potenziale anche a tavola. Un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. Con i suoi oltre mille chilometri di costa, la Sicilia è l’isola più grande e varia del Mediterraneo. La sua posizione strategica l’ha resa testimone e protagonista di molteplici vicende storiche, che hanno lasciato tracce tangibili nel suo patrimonio culturale e nelle sue tradizioni. È un’Isola con una propria identità, spesso sfaccettata e contrastante, frutto dell’influenza di popoli e civiltà differenti. Tale peculiarità si traduce in una gastronomia unica e raffinata, che si basa su prodotti genuini e locali, derivati da una ricca biodiversità vegetale e animale. 

Al suo interno sono attivi 4 vulcani, 7 aree marine protette, 5 parchi naturali che si estendono per oltre 84 mila ettari in tutta l’isola. E ancora 74 riserve naturali e 30 zone di protezione speciale. Con i suoi 15 parchi archeologici la Sicilia testimonia l’impatto storico delle diverse civiltà che nei secoli si sono avvicendate. Sono inoltre presenti 14 isole minori che compongono gli arcipelaghi delle Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica, Pantelleria e altre piccole isole. I principali arcipelaghi sono costituiti da isole di origine vulcanica che rendono unico il loro “terroir”, che si traduce in prodotti della terra e del mare che si distinguono per sentori di zolfo e una spiccata salinità.

L’agricoltura siciliana rappresenta circa il 10% dell’intero Sistema agricolo italiano e raggiunge quasi il 20% se si considera l’intero comparto agroindustriale. Con i suoi 427mila ettari è la regione italiana con la maggior quantità di suolo lavorato in biologico e la prima per numero di addetti del settore. L’altissima qualità delle produzioni è provata dal fatto che in Sicilia sono registrati 36 DOP e IGP, 31 vini DOC e DOGC e 59 prodotti a marchio QS Qualità Sicura Garantita per grano e prodotti zootecnici (latte, carne).




La Sicilia vanta una grande tradizione per quanto concerne la produzione di frutta. L’uva da tavola svolge un ruolo da protagonista, con due varietà certificate (l’uva Canicattì IGP e Mazzarone IGP). Anche in bottiglia la Sicilia è protagonista, raccontando la varietà del suo territorio vitivinicolo. Con quasi 98 mila ettari, il vigneto siciliano è il più grande d’Italia. Inoltre la Sicilia è la prima regione in Italia per superficie vitata in biologico. La zona di produzione della “DOC Sicilia” comprende l’intero territorio amministrativo della regione Sicilia, le cui denominazioni di origine protetta dei vini siciliani sono 24. Le IGT/IGP sono invece 7.

Menzione particolare meritano gli agrumi siciliani, che all’interno dell’agricoltura nostrana sono parte fondamentale, con oltre 88 mila ettari, di cui 58 mila adibiti ad aranceti, 21 mila a limoneti e 5 mila a mandarineti. Nell’ambito dei prodotti certificati, quelli più rilevanti in tale settore sono l’arancia rossa di Sicilia IGP e Ribera Dop, il limone di Siracusa IGP, il limone dell’Etna IGP e il Limone interdonato di Messina IGP.  Infine i mandarini, le cui varietà più note sono i Cleopatra, l’Avana e il Tardivo di Ciaculli.

La Sicilia è anche l’Isola degli ulivi, un elemento altamente distintivo della vegetazione mediterranea naturale. La produzione media di olio siciliano è di circa 34 milioni di chili. Il valore aggiunto dell’oro verde per l’economia siciliana coinvolge ogni autunno 106 mila produttori e circa 20 milioni di piante su oltre 158 mila ettari di superficie che rappresentano il 13,85% del patrimonio olivicolo nazionale, collocando la Sicilia al terzo posto tra le regioni italiane più produttive, appena dopo Puglia e Calabria.

Degna di nota, con 8,2 mila ettari e una produzione complessiva di oltre 147 mila tonnellate nel 2020 è la coltivazione del fico d’India. Ha due varietà certificate: il Fico D’India dell’Etna Dop e quello di San Cono Dop. Altre produzioni di valore, sia in termini quantitativi che di varietà sono quelle delle nespole e delle pesche.



Anche la frutta secca gode di notevole prestigio, come le mandorle e il pistacchio di Bronte, noto per le sue proprietà gustative.

La Sicilia vanta anche un’ampia produzione di ortaggi: pomodori, carciofi, cipolle, cavoli, patate, zucchine e carote. In questa categoria spiccano due prodotti certificati: il Pomodoro di Pachino e la Carota novella di Ispica IGP.  

Di grande importanza è la varietà e la produzione dei formaggi siciliani, molti dei quali definiti “storici”. La biodiversità casearia siciliana registra numerose tipologie di formaggi, prevalentemente ovini, ma anche caprini e bovini. Le produzioni certificate comprendono 5 formaggi a Denominazione di Origine: il Pecorino siciliano DOP, il Ragusano DOP, il Piacentinu Ennese DOP, la Vastedda della valle del Belice DOP, la Provola dei Nebrodi DOP.

Storicamente, sin dai tempi dell’Impero romano, la Sicilia è stata considerata il granaio d’Italia. D’altronde, la coltivazione del grano occupa gran parte della superficie dell’Isola: il grano duro copre una superficie di 264 mila ettari, mentre il grano tenero copre 110 ettari.

Anche il mare ha un ruolo fondamentale per la costruzione dell’identità gastronomica siciliana. La pesca e l’industria ittica costituiscono uno dei più importanti settori produttivi in continua e costante crescita anche nell’ambito delle iniziative di promozione enogastronomica. Il comparto rappresenta tuttora uno dei settori trainanti dell’economia della Regione. Ogni anno rappresenta circa un quarto delle catture italiane e un terzo dei ricavi complessivi del settore. Inoltre, la Sicilia ha la flotta più grande tra le regioni italiane, sia in termini di unità che di stazza. La Sicilia vanta il maggior numero di imprese di conservazione del pesce in Italia (32%) e posti di lavoro in questo settore (27%). L’acquacoltura rappresenta circa il 20% della produzione totale italiana ed è costituita quasi esclusivamente dalla produzione di spigole e orate.

Le acque dello Stretto di Messina sono note per la pesca del pesce spada, ma anche per sardine, acciughe e sgombri, ovvero il tipico pesce azzurro del Mar Mediterraneo. Menzione particolare per storia (con l’ex stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica) e tradizione merita il tonno rosso siciliano. Introdotta dagli arabi intorno all’anno 1000, la pesca del tonno si è tramandata nei secoli, fino ai giorni nostri. Uno dei beni ittici più rinomati e iconici della Sicilia è anche il gambero rosso di Mazara del Vallo, che da scarto delle battute di pesca è diventato un frutto di mare tra i più apprezzati e ricercati.

La Sicilia gode anche di una straordinaria tradizione di Street Food. Il cibo di strada che nasce povero, adesso è tra i più ricercati anche in chiave gourmet. Ricco di varietà e di proposte, lo street food siciliano (e in particolare quello di Palermo) è stato collocato dal network americano Virtual Tourist, al 5° posto tra i migliori produttori di “street food” al mondo. Pane panelle e crocchè (cazzilli), arancine, carduna, cacuocciuli e vruocculi (cardi, carciofi e broccoli fritti nel burro), milinciani fritte (melanzane fritte), pesce cicireddu (pesciolini fritti), sfinciuni (un tipo di pizza), pane ca meusapane cunzatu e stigghiola, sono alla base di un variegato ventaglio di sapori e odori che affondano le loro radici nell’incontro di diverse culture. 


Anche la tradizione pasticcera siciliana gode di notevole prestigio all’interno del panorama gastronomico, non solo nostrano: il cioccolato di Modica, con la sua secolare lavorazione che affonda le sue radici nel XVIII secolo, grazie ai segreti di artigiani cioccolatieri che amalgamavano il cacao con lo zucchero e le spezie; il cannolo e la cassata siciliana sono alcuni dei prodotti dolciari più apprezzati e iconici della nostra terra; proprio la cassata, con la sua base di ricotta, pan di spagna e glassa di zucchero è l’emblema del sincretismo culturale siciliano. Con le sue origini arabe, continua ad essere uno dei baluardi gastronomici della sicilianità nel mondo.

Questo panorama articolato di prodotti di qualità, uniti a storia, territorio, archeologia, tradizioni, ha dato vita al ricco e articolato patrimonio gastronomico che oggi consegna alla Sicilia la nomina di Regione europea della gastronomia 2025. Un traguardo autorevole, che celebra l’eredità culinaria dell’antica Trinacria, offrendo un viaggio gastronomico unico, fatto di autenticità, passione e sapori indimenticabili. Il piano strategico per il 2025 è volto a promuovere il brand Sicilia nel mondo, utilizzando come attrattore l’enogastronomia, la cui valorizzazione è determinante anche in chiave di un turismo sempre più sostenibile. Se il cibo ha una forte valenza economica, sociale e culturale, la Sicilia ha molto da raccontare.



domenica 5 gennaio 2025

IL CIBO COME MEDICINA


Ecco le registrazioni dei webinar del 2024, realizzati con Salvia.




Abbiamo esplorato tanti temi interessanti, con un'eccezionale partecipazione da parte vostra.
I questi link la possibilità di riascoltare tutte le "puntate precedenti", in attesa di nuove date e nuovi temi per il calendario 2025!
1) Colesterolo. Di cosa si tratta e come rivedere la propria alimentazione
2) Resistenza insulinica e diabete di tipo 2. E' possibile una remissione?
3) Steatosi epatica non alcolica o fegato grasso. La causa non è l'alcol
4) Disintossicarsi dallo zucchero ed essere liberi di scegliere
7) Alimentazione e nutrizione per la salute. Partiamo dalle basi
8 ) Piatto sano: come abbinare i cibi per una dieta sana.
9) Patologie autoimmuni e permeabilità intestinale. Un aiuto dal microbiota

giovedì 2 gennaio 2025

Rete Nazionale Borghi GeniusLoci De.Co

 NucciaVona

Presidente di Paideia


La De.Co. (Denominazione Comunale) nasce da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così affermava: - Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità, rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale e, soprattutto, un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali.   

 La Denominazione Comunale (De.Co.) è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che afferma il suo primato nel territorio, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro.

Al fine di valorizzare i prodotti identitari e i loro territori meritevoli della Denominazione Comunale (De.Co.), la Rete dei Borghi Genius Loci De.Co. è un’iniziativa rivolta ai Comuni che hanno adottato il percorso per la De.Co. o che hanno i requisiti per farlo.   

Esaltare la nozione di identità nei prodotti del territorio, siano essi pietanze, dolci, saperi, eventi o lavori artigianali è l’obiettivo per cui nasce l’associazione “Borghi Genius Loci De.Co.”, come una nuova opportunità per recuperare e valorizzare le specificità locali, quali espressioni identitarie dei luoghi di provenienza.  

 Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico che, se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.

Luigi Veronelli, enologo, gastronomo e scrittore lombardo, a cui si deve l’ideazione delle De.Co., ha rappresentato, e rappresenta ancora, il rinascimento dell’ ElaioEnoGastronomia italiana in tutte le sue espressioni; ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione dei territori e dei prodotti identitari.

Il suo impegno è stato una lezione di dedizione, onestà intellettuale e sana partigianeria.

Divenendo l’antesignano della sovranità alimentare, Veronelli ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori, a garanzia dei consumatori consapevoli.

È in questo scenario che 20 anni addietro è stato ideato il percorso Borghi GeniusLoci De.Co.. Un percorso culturale che mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori.


 La De.Co. è un prodotto del territorio (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, ecc.), con il quale una comunità si identifica, per elementi di unicità e caratteristiche identitarie. Deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica, capace di muovere un target di viaggiatori, che la letteratura internazionale definisce “foodies”, viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.

Quando il cibo viene ancorato in maniera identitaria ad un territorio, smette di essere un momento culinario, per diventare esperienza sociale e storica.

Ogni cibo coinvolge immediatamente quattro sensi: vedere, annusare, gustare e toccare; ma quando un cibo è veramente l’espressione di una terra tocca anche l’udito e la mente, perché si racconta e racconta quel luogo con la sua storia e le sue tradizioni.

Quando arriva nel piatto, quel cibo ha detto tante cose e quando lo si assapora diventa esperienza avvolgente, coinvolgente e identitaria di quel luogo.  

 Il termine genius loci, di origine latina, definisce letteralmente il “genio”, lo spirito, l’anima di un luogo e caratterizza l’insieme delle peculiarità sociali, culturali, architettoniche, ambientali e identitarie di una popolazione oltre all’evoluzione di quest’ultima nel corso della storia.

Il “Genius Loci” è definito da Luigi Veronelli quale intimo e imprescindibile legame fra uomo-ambiente-clima e cultura produttiva.


È, pertanto, quell’unicum che caratterizza  quella particolare atmosfera che rende un posto speciale agli occhi del visitatore: l’ effetto Genius Loci, ossia  la capacità di un territorio di produrre, grazie al saper fare dell’uomo, l’anima del territorio nella quale si riconosce, in modo permanente, la singolarità ed il valore del luogo stesso. 

Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi, di eccezionalità e di unicità.

Aspetti importanti che collocano l’idea del Borgo GeniusLoci De.Co. all’interno di un percorso culturale di un pensiero innovativo, volto alla difesa delle peculiarità territoriali.

Bisogna dire, infine, che non è un percorso per tutti e non tutti i Comuni hanno i requisiti necessari.

Per garantire la sostenibilità del percorso per ottenere la Denominazione Comunale di un prodotto, occorrono dei principi inderogabili e non barattabili: la storicità, l’unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso a burocrazia zero.

Il  percorso “Borgo Genius Loci De.Co.” si configura, quindi, come un’irrinunciabile opportunità per recuperare e valorizzare le specificità locali, espressione dei luoghi di provenienza e la Rete dei Borghi Genius Loci De.Co. ne ottimizza i risultati

https://www.youtube.com/watch?v=oMJzupSW2OE 

 In sintesi:

Cos'è un Borgo Genius Loci De.Co.?

Un Borgo Genius Loci De.Co. è molto più di un semplice paese. È un luogo dove storia, cultura, tradizioni e prodotti locali si intrecciano in un'unica, inconfondibile identità. Il termine "genius loci" (spirito del luogo) evoca l'anima profonda di un posto, il suo carattere unico e irripetibile. 


Perché sono così importanti?

 

  • Salvaguardia delle tradizioni: I Borghi Genius Loci De.Co. contribuiscono a preservare le antiche usanze, i saperi artigianali e le ricette tramandate di generazione in generazione.
  • Sviluppo sostenibile: Promuovendo un turismo lento e di qualità, questi borghi favoriscono uno sviluppo economico rispettoso dell'ambiente e delle comunità locali.
  • Valorizzazione del territorio: Ogni borgo ha una storia da raccontare e un patrimonio culturale da tutelare. I progetti De.Co. aiutano a valorizzare questi aspetti, rendendoli un'attrazione per visitatori da tutto il mondo.

 

Perché è importante la Rete dei Borghi Genius Loci De.Co.?

  • Salvaguardia delle tradizioni: I Borghi Genius Loci De.Co. contribuiscono a preservare le antiche usanze, i saperi artigianali e le ricette, tramandate di generazione in generazione.
  • Sviluppo sostenibile: Promuovendo un turismo lento e di qualità, questi borghi favoriscono uno sviluppo economico rispettoso dell'ambiente e delle comunità locali.
  • Valorizzazione del territorio: Ogni borgo ha una storia da raccontare, un patrimonio culturale da tutelare e i progetti De.Co. aiutano a valorizzare questi aspetti, rendendoli un'attrazione per visitatori da tutto il mondo.

Coloro che, con passione e dedizione, promuovono e valorizzano le caratteristiche uniche di un luogo sono custodi delle tradizioni, promotori dei prodotti identitari e locali e narratori delle storie che hanno forgiato un territorio.

In sostanza, sono ambasciatori di un'eredità culturale, che va preservata e tramandata alle future generazioni. Possono, quindi, essere definiti i Custodi dell’identità Territoriale e, pertanto, sono gli attori principali del percorso Borghi GeniusLoci De.Co., elaborato dalla Libera Università Rurale dei Saperi&Sapori Onlus

 

Il ruolo dei Custodi dell’identità Territoriale è cruciale per:

·         Preservare il patrimonio culturale: Tramandare tradizioni, dialetti, ricette, mestieri antichi e storie locali, feste popolari, evitando che vadano perdute nel tempo.

·         Valorizzare le produzioni locali: Promuovere i prodotti identitari, sostenere i produttori locali e far conoscere le eccellenze del giacimento enogastronomico   di un territorio.

·         Aumentare l'attrattiva turistica: Rendere un luogo più interessante agli occhi dei visitatori, offrendo loro esperienze autentiche e indimenticabili.

·         Rafforzare il senso di comunità: Creare un legame più profondo tra le persone e il territorio in cui vivono, favorendo lo sviluppo di un senso di appartenenza.

·         Il paesaggio: Salvaguardare l'ambiente naturale, i paesaggi rurali, i borghi antichi e i centri storici.

Perché è così importante essere custodi dell'identità territoriale?

Preservare l'identità territoriale è fondamentale per:

·         Rafforzare il senso di appartenenza: L'identità territoriale fornisce alle persone un senso di appartenenza a una comunità e un legame con il proprio passato.

·         Promuovere lo sviluppo sostenibile: Valorizzando le risorse locali e le tradizioni, si contribuisce a creare un modello di sviluppo economico più equo e sostenibile.

·         Aumentare l'attrattiva turistica: I luoghi che conservano la propria identità sono più attraenti per i turisti, che cercano esperienze autentiche e originali.

·         Contrastare l'omologazione: La tutela dell'identità territoriale aiuta a contrastare l'omologazione culturale e a preservare la diversità dei luoghi.

 


Esempi di Custodi dell'Identità Territoriale:

 

·         Sindaci: Mettono in atto politiche di valorizzazione del territorio e di tutela del patrimonio culturale, per tramandarlo alle generazioni future.

·         Cuochi e pasticcieri: Raccontano e salvaguardano la storia e le tradizioni culinarie di un territorio.

·         Scrittori, poeti  e giornalisti: Celebrano la bellezza di un luogo attraverso le loro inestimabile opere.

·         Associazioni culturali: Organizzano eventi e manifestazioni per promuovere le tradizioni locali.

·         Agricoltori e allevatori: Coltivano e allevano con metodi tradizionali e/o biologici rispettando l'ambiente.

·         Artigiani: Mantengono vive le antiche tecniche artigianali locali.

 

Come diventare Custode dell'Identità Territoriale?

Ognuno di noi può contribuire a valorizzare il proprio territorio in molti modi:

·         Condividere le proprie conoscenze: Raccontare le storie della propria famiglia, le tradizioni del proprio paese, le ricette della nonna.

·         Acquistare prodotti locali: Sostener l'economia locale e contribuire alla salvaguardia delle tradizioni alimentari.

·         Sostenere le imprese locali: Acquistando prodotti   identitari e locali e frequentando le botteghe artigiane.

·         Partecipare alla vita della comunità: Aderire a associazioni culturali, partecipare a eventi locali e collaborare con le istituzioni.

·         Promuovere il proprio territorio sui social media: Condividere foto, video e storie che raccontino la bellezza del proprio luogo.

·         Organizzare eventi: Creare occasioni di incontro e scambio per far conoscere le tradizioni locali.

·         Tramandare le tradizioni: Condividere le proprie conoscenze e le proprie esperienze con le nuove generazioni.

·         Diffondere la conoscenza del territorio: Parlare del proprio luogo di origine con orgoglio e promuoverlo all'esterno. 

 

Perché è importante essere Custodi dell'identità territoriale?

In un mondo sempre più globalizzato e omologato, preservare l'identità di un luogo significa:

·         Avere un'identità forte: Un territorio con una forte identità è più resiliente di fronte ai cambiamenti e alle sfide del futuro.

·         Offrire un'esperienza unica: I turisti sono sempre più alla ricerca di esperienze autentiche e originali.

·         Creare un futuro migliore: Valorizzare il patrimonio culturale significa investire nel futuro delle nuove generazioni.

 

In conclusione, progetti come Borghi Genius Loci De.Co.  sono un esempio concreto di come sia possibile valorizzare l'identità di un luogo attraverso la promozione dei prodotti locali e delle tradizioni.

 

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