lunedì 4 marzo 2024

Progetto “PER.RI.CON.E.”

 L’importanza dei vitigni-reliquia. Il Progetto PER.RI.CON.E. in Sicilia.

                       Giovanni Colugnati&Giuliana Cattarossi


Il Progetto PER.RIC.CON.E., finanziato dal PSR Sicilia 2014-22-Sottomisura 16.1 e iniziato nell’estate 2023, vede la collaborazione fra una rilevante realtà scientifica pubblica, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IBBR diu Palermo) e alcune importanti aziende vitivinicole delle province di Trapani e Palermo, promosso da DFA S.r.l., quale Capofila, e coordinato dal Dr. Davide Pacifico del CNR-IBBR per gli aspetti agronomici, genetici e di caratterizzazione del vitigno e dalla Colugnati & Cattarossi Srl, per gli aspetti enologici;
Il partenariato si avvale della prestazione di servizio dell’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio (IRVO) per le attività di microvinificazione presso la Cantina Sperimentale di Marsala.

Come talora accade nel caso dei vitigni siciliani, le informazioni disponibili sul Perricone sono realmente poche e si registrano solo a partire dalla fine dell'Ottocento, quando la varietà era segnalata sotto il sinonimo di Pignatello, largamente allevato nelle provincie di Palermo e di Trapani. Il termine Pignatello sembra riferirsi al dialettale pignatidare utilizzato per definire le terre rosse alluminose del Trapanese dove vi era un elevata produzione di “pignatte” per cucinare, pentole in terracotta di cui sono state ritrovate testimonianze archeologiche appartenenti addirittura al neolitico, ma di fatto utilizzate fino ai giorni nostri.

Quando la Sicilia del vino era sinonimo di tendone, la quantità era l’obiettivo per produrre vino da taglio e i vitigni meno produttivi, pur eleganti, venivano messi ai margini: la storia del Perricone ha a che fare con questa viticoltura visto che ha sempre avuto una resa molta bassa e in fondo è la metafora della nobiltà siciliana, in bilico tra splendore e difficoltà.

Descritto per la prima volta da Nicosia (1735), le informazioni sulle origini sono poche, ma studi più recenti (1. Di Vecchi Starazet al., 2007) ipotizzano una relazione genitore-figlio con il Sangiovese. Il periodo aureo del Perricone è a fine Ottocento quando era largamente allevato nelle provincie di Trapani e Palermo per vinificare il Marsala Ruby, in assemblaggio con altre uve locali, perché donava eleganza e profumi oltre alla componente tannica.

Dal 1970 il Perricone risulta iscritto al Registro nazionale delle varietà di vite del Ministero delle PoliticheAgricole (G.U.149-17/06/1970).

A dispetto della sua antica coltivazione, la drastica riduzione della superficie ha probabilmente causato la perdita di quote importanti di variabilità intravarietale: tuttavia è stato possibile definire due biotipi caratterizzati da aspetti morfologici dell’acino (grande e piccolo).

Il Progetto si prefigge l’obiettivo di studiare in particolar modo l’ampia variabilità genetica presente all’interno della popolazione del Perricone al fine di salvaguardare questa nobile reliquia viticola isolana e di valorizzarla con protocolli enologici innovativi, diversificati e coerenti con i dettami della bioeconomia, al fine di esplorare le possibilità di aprire nuove frontiere di mercato.

In sintesi, il Progetto si articola in 7 azioni, delle quali l’azione 1, coordinata riguarda il coordinamento tecnico e la gestione amministrativa e l’azione 2, riguardante l’Analisi di mercato, va intesa come costruzione di un processo partecipato di valorizzazione del vitigno-reliquia parallelo alla sua reintroduzione a scala territoriale e organizzativa più ampia.

L’importante azione 3 ha come obiettivo la Caratterizzazione genetica e sanitaria di materiali di diversa origine di Perricone da parte del CNR-IBBR di Palermo, attraverso caratterizzazione morfologica e genetica e la valutazione dello stato sanitario.

L’azione 4 riguarda alcuni aspetti della gestione agronomica del vitigno e proporrà l’impiego innovativo di scarti solidi di lavorazione della filiera agrumaria nella concimazione del vigneto valutandone l’utilità della pratica volta ad aumentare il contenuto di materia organica del suolo e conseguentemente la sua fertilità; l’azione 5, riguardante lo studio dei fattori di criticità del Perricone, prevede l’applicazione e validazione di possibili protocolli enologici innovativi attraverso l’Attività di microvinificazione di vini sperimentali derivanti dall’applicazione di protocolli enologici innovativi a confronto con vinificazioni convenzionali; al suo interno verrà valutata anche la possibilità di produzione di biodiesel a partire dagli scarti di lavorazione di cantina. L’azione 6 riguardante l’attività di Analisi Sensoriale prevede la predisposizione di apposite schede astrutturate, l’organizzazione del panel sensoriale, la raccolta dei dati della degustazione e la loro elaborazione e interpretazione (radar descriottivi).

Infine, l’azione 7, infine, si occuperà della divulgazione, coinvolgimento di stakeholder e monitoraggio del progetto.




Prove di fermentazione su campioni di Perricone presso il Laboratorio di Microbiologia dell’IRVO.

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