giovedì 18 aprile 2024

Viticoltura biologica la Sicilia da primato

                                   NinoSutera

Secondo Nomisma negli ultimi 12 mesi il 52% degli acquirenti abituali di vino in Italia ha preferito optare per un vino bio. I dati tratti dall’Osservatorio Wine Monitor parlano di un incremento del 20% nell’ultimo anno. Un trend che supera certamente gli ultimi numeri ufficiali che risalgono all’annata 2021. La buona notizia è stata oggetto di dibattito nel corso del focus “Vini biologici siciliani: primato italiano” organizzato dalla Regione Siciliana al Vinitaly di Verona.

Nell’Isola circa il 38% di superficie dedicata al bio sul totale della viticoltura regionale: su 103 mila ettari di vigneto oltre 37 mila sono condotti in bio . Ma non solo. Altri punti di forza del vigneto bio siciliano sono l’ampia biodiversità e la grande ricchezza varietale che permette di produrre un vino per ciascuna esigenza o per ciascun tipo di palato.


       Per Dario Cartabellotta, direttore generale del dipartimento regionale Agricoltura, il primato è frutto di una strategia adottata dalla Regione fin dall'attuazione dei Reg CEE 2078/92 e successivi, l’impegno dell’Assessorato a “fare squadra” con le imprese e gli addetti ai lavori, con adeguate azioni tecniche a supporto, attività informative, divulgative e promozionali. 

Il concetto, nel corso di una degustazione molto apprezzata dai wine lover presenti, è stato ripreso da Gianni Giardina, enologo Irvo, che ha addirittura alzato l’asticella: «Anche i vini siciliani convenzionali hanno dei parametri che rientrano nel regolamento comunitario sul biologico». Il riferimento è all’anidride solforosa: nei vini bio deve essere inferiore a 100 milligrammi al litro nei rossi e a 150 milligrammi nei bianchi. Da qui una proposta “provocatoria”: «l’assessorato regionale all’Agricoltura si faccia promotore del lancio di un dibattito a livello nazionale per abbassare i limiti dei solfiti per la certificazione biologica». .

Gaetano Aprile, direttore dell’Istituto regionale Vino e Olio (Irvo), ha descritto un fenomeno che vede la Sicilia staccare la Toscana e le Marche. «Siamo i primi in Italia e non è un caso: l’assessorato e l’Irvo hanno investito molto su questo comparto, partendo da un forte radicamento delle aziende siciliane nel settore, per una scelta strategica ma anche per la particolare vocazione del nostro territorio e del nostro prodotto che si prestano con naturalezza alla dimensione del bio».

Lillo Alaimo Di Loro, presidente di Italia Bio, ne ha approfittato per presentare la rassegna internazionale “Bio Divino” che si svolgerà a partire dal mese giugno per concludersi nella seconda metà di novembre a vendemmia conclusa. Un appuntamento quello di Bio Divino arrivato alla 19a edizione e che ha l’obiettivo di promuovere un comparto che in Italia è cresciuto parecchio negli ultimi anni.


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