martedì 16 aprile 2024

Identità e ricchezza del vigneto Sicilia, il Vitrarolo

NinoSutera 
Presentate al Vinitaly le prime bottiglie da Vitrarolo, vinificate nel   Marsalese, vitigno resistente alla siccità e alle malattie che può produrre un vino versatile, sia di pronta beva che destinato all’invecchiamento.

 La ricerca iniziata nel 2003 dall’Assessorato regionale all’agricoltura nel solco del recupero della biodiversità della vite in Sicilia ha cominciato a dare i suoi frutti nel 2015   presentato a Expo e al  Vinitaly  il volume “Identità e ricchezza del vigneto Sicilia”  LINK

 La ricerca portata avanti dall’Assessorato, è unica nel suo genere ed ha permesso di individuare 70 varietà di vitigni antichi, 7 vitigni di interesse regionale, 13 di interesse locale, 12 tipologie minori e 12 cloni regolarmente omologati».


 L’attività principale di questa sperimentazione gestita dal Vivaio regionale intitolato a Federico Paulsen si svolge nel campo sperimentale di Marsala dove è raccolto tutto il germoplasma viticolo siciliano, le varietà autoctone, antiche e i cloni adatti all’omologazione. Inoltre, in collaborazione con Assovini, sono stati istituiti altri quattro campi sperimentali in varie parti della Sicilia nelle province di Palermo, Agrigento e Ragusa e parallelamente si procede su un altro filone di indagine sui portainnesti delle viti resistenti a salinità, calcare e siccità nei campi sperimentali sull’Etna (Nerello Mascalese), a Pantelleria (Zibibbo) e nelle zone di Marsala e Menfi (Grillo e Nero d’Avola), dove si stanno svolgendo dei test in luoghi estremi per verificare l’adattabilità e la resa con i vitigni autoctoni.

 I risultati di questa ricerca   non sono il punto di arrivo ma il punto di partenza. Le conoscenze acquisite permetteranno di programmare non solo il miglioramento del patrimonio viticolo regionale ma anche di introdurre vitigni unici e sconosciuti per la viticoltura siciliana di domani.

 Testimonianze di anziani agricoltori della zona in cui sono stati ritrovati alcuni ceppi, fanno derivare il nome Vitrarolo dalla caratteristica dei tralci che, nel periodo invernale, assumono un aspetto vitreo e si spezzano facilmente. La sua coltivazione è limitata a pochi ceppi, presenti nei vigneti più antichi dell area dei Nebrodi, questa limitata diffusione lo fa rientrare tra i vitigni reliquia recuperati grazie al Progetto della Regione Sicilia sulla piattaforma ampelografica regionale. È il vitigno reliquia sul quale hanno scommesso due famiglie del vino siciliane nel segno della valorizzazione delle varietà autoctone. Adesso, la ri-evoluzione del vino siciliano ha ridato dignità a un vitigno – il Vitraloro appunto – a bacca rossa, che gli studi enologici hanno incoronato a varietà ideale per la resistenza alla siccità e alle malattie, due caratteristiche che nel futuro avranno enorme importanza. I primi grappoli di Vitrarolo coltivati dall’azienda Pulizzi in contrada Marcanza in territorio di Marsala, e vinificate dalla cantina Fina sono state stappate nel corso della presentazione di questo nuovo vitigno al Padiglione 2 – Sicilia. “Parlare oggi di Vitrarolo – ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino – vuol dire parlare delle radici storiche del nostro territorio esaltate negli anni da altri vitigni reliquia “cugini” di questa varietà alla quale auguro la stessa fortuna.   

All’incontro ha preso parte anche Dario Cartabellotta, direttore generale dell’assessorato all’Agricoltura che ha ricordato il pioniere della valorizzazione dei vitigni autoctoni siciliani Diego Planeta e la “follia omicida” dei viticoltori degli anni ’60 che eliminarono il Vitrarolo come altri vitigni reliquia dai loro vigneti. Attualmente il Vitrarolo è coltivato su duemila metri quadrati di terreno che hanno prodotto 20 quintali di uva per la produzione di 1.600 bottiglie divise a metà fra la famiglia Fina (vinificatori) e Pulizzi (conferitori delle uve). “E’ un vitigno che si comporta in maniera eccezionale – hanno raccontato Francesco e Pietro Pulizzi, padre e figlio, rispettivamente agronomo ed enologo dell’azienda – è molto resistente, sia alla siccità che alle malattie. La sua produzione è frutto della lungimiranza dell’Amministrazione regionale che ha sposato il progetto durato 20 anni. Nel 2019 il Vitrarolo è stato iscritto nel registro nazionale delle varietà vinicole 2018 iscrizione nel registro nazionale dell’anagrafe viticola”.

 

  

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