sabato 30 dicembre 2023

2024 Anno del Turismo delle radici

 Il 2024 sarà l’anno del Turismo delle Radici, un “evento significativo di un progetto del valore di 20 milioni di euro, finanziato dal Pnrr.

 


Il turismo delle radici è il turismo delle nuove generazioni di italiani all’estero, sia italiani di passaporto che italiani d’origine, che è una platea che si calcola essere composta da circa 80 milioni di persone al mondo”. A spiegare le potenzialità di questo progetto è Giovanni Maria De Vita, coordinatore per il turismo delle radici, le iniziative culturali pluriennali e la comunicazione alla Direzione generale per gli italiani all’estero della Farnesina, intervenuto in occasione degli Stati generali del Turismo  

  FOOD

 Le possibilità per i territori sono molte, basti pensare che,  “l’Enit ha calcolato che nel 2019 circa 6 milioni di persone sono arrivate in Italia per motivazioni riconducibili alla propria storia familiare, con un indotto di circa 10 miliardi di euro”. Quello del riconoscimento identitario è fondamentale all’estero, dal momento che “ci sono emigrati di ormai quarta o quinta generazione, che non parlano italiano ma che hanno forte attrazione per l’Italia, perché vogliono conoscere questo posto di cui hanno sentito parlare attraverso le tradizioni della propria famiglia”In occasione dell’anno delle radici si cercherà quindi di individuare “eventi identitari delle comunità italiane e si cercherà di fare in modo che questi eventi possano avere un’attrattività per gli italiani all’estero”; inoltre, si cercherà “di coinvolgere anche i grandi eventi nazionali che possono interessare le comunità e di creare eventi specifici”.

I COLORI DEL GUSTO 


VIDEO TURISMO DELLE RADICI I BORGHI

  Un modo per rendere ancora più accattivante questa diversa modalità di viaggio è “individuare degli influencer che possano venire in Italia, fare un viaggio delle radici e poi parlarne con le comunità di origine”. “Un’altra iniziativa in cantiere è il passaporto delle radici”, che prevede la stipula di convenzioni con varie realtà, come ristoranti, musei o strutture ricettive, “in modo da coinvolgere le realtà produttive locali, ma anche i grandi attori nazionali, e creare un’iniziativa di attrazione verso i prodotti del territorio”. Fondamentale è anche che il fenomeno del turismo delle radici venga monitorato, “attraverso una collaborazione delle università italiane, in grado di verificare l’andamento dei flussi e di offrire delle risposte concrete a chi si interessa di questo fenomeno”. In generale, conclude De Vita, “l’obiettivo è quello di dare un’opportunità a quei territori ignorati dal turismo mainstream, dal momento che la grande emigrazione viene dai piccoli borghi e non dalle grandi città, e soprattutto creare un nuovo rapporto tra le comunità italiane all’estero e l’Italia”.

TURISMO DELLE RADICI

 

giovedì 28 dicembre 2023

Misura 16, strumenti innovativi per la comunicazione e la formazione digitale dei Gruppi Operativi

 

 

Alessia Maranzano

Favorire il trasferimento di innovazione e conoscenza scientifica tramite la formazione digitale. Due sono i progetti che, in accordo con le finalità della Misura 16 e del ruolo dei Gruppi operativi, hanno scelto di utilizzare una piattaforma elearning per trasferire e divulgare le conoscenze di base al personale delle aziende coinvolte per la corretta attuazione del progetto. Una modalità di fruizione, questa, disponibile non solo per i dipendenti coinvolti, ma anche per tutti gli stakeholder al fine di coinvolgere un pubblico sempre più ampio.

 

Adottata come strumento digitale all’interno di alcuni Gruppi Operativi finanziati dalla Misura 16 del PSR in Sicilia, la piattaforma, sviluppata dalla startup siciliana GemmaLab – agenzia di comunicazione agroalimentare, costituisce un valido supporto alle attività di divulgazione e comunicazione. La piattaforma, infatti, permette di caricare e gestire contenuti formativi mirati, divulgando attività di tipo edutainament, coinvolgendo i dipendenti e i portatori di interesse in una nuova esperienza che li avvicina al progetto promosso dal Gruppo Operativo. In questo modo, il processo di formazione e divulgazione si pone in linea con le finalità della Sottomisura 16.1.

Ne è un esempio il progetto Fisipro “La Filiera dei frumenti antichi Siciliani: dalla Produzione alla realizzazione di prodotti nutraceutici” promosso dal Gruppo Operativo Sicilian Quality Food. La piattaforma consente di promuovere l’attività svolta dal Gruppo operativo nell’ambito del progetto finanziato e di adottare uno strumento efficace sia per la gestione delle attività di formazione previste dal progetto sia per rendere fruibile e dare ampia diffusione alle conoscenze scientifiche e innovazioni prodotte in seno allo stesso. In questo modo, è possibile trasferire le conoscenze di base al personale delle aziende coinvolte per la corretta attuazione del progetto, partendo dalla consapevolezza che per la buona riuscita delle singole attività, il capitale umano rappresenta l'elemento principale per il trasferimento dell'innovazione. Nel caso specifico del progetto Fisipro, tra gli argomenti trattati nella piattaforma elearning, focus su biodiversità e aspetti agronomici del grano duro antico siciliano, sul processo di molitura, la produzione di pasta e i prodotti trasformati. Inoltre, sono affrontati argomenti quali l’eco-compatibilità del prodotto, la valorizzazione degli stessi nel mercato, i principi dei sistemi di tracciabilità "dal campo alla tavola" ed i sistemi di qualità certificata.

Anche il progetto FI.SI.CA. “Creazione in Sicilia di filiere corte per la produzione di oli e farine di canapa” promosso dal Gruppo Operativo Kibbò Hemp Community ha arricchito la propria piattaforma di numerosi contenuti e moduli formativi, inclusi i materiali prodotti in occasione dei convegni divulgativi, grazie anche al contributo apportato dai partner scientifici FIRAB - Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica di Roma, CREA - Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Sede di Acireale e Istituto per la BioEconomia di Catania - Consiglio Nazionale delle Ricerche. 

Le Piattaforme possono essere fruite attraverso una registrazione gratuita e molti contenuti sono disponibili per un pubblico più vasto oltre che a tutti i partner e stakeholder coinvolti nei progetti. In questo modo, tramite l’approccio dell’apprendimento digitale cambia il processo di formazione e divulgazione che diventa più smart ed inclusivo, adeguandosi ai nuovi strumenti digitali interattivi, disponibili on demand e su mobile. 

 


                    Vinificata in purezza nel 1988 e affinata sotto il sole di Palermo, ha come filosofia di vita “Il bicchiere è sempre mezzo pieno”. La comunicazione e il marketing sono il suo lavoro, il vino la sua passione più grande. Dopo essersi laureata in Comunicazione d’impresa, ha conseguito il Master di II livello in ‘Manager delle aziende del settore vitivinicolo’ presso UniPa e un Master specialistico in ‘Hospitality & wine experience’. E’ anche sommelier presso l’Associazione Italiana Sommelier e ha ottenuto la certificazione WSET Level 2 Award in Wines. Infine, è socio dell’Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli di Unione Italiana Vini.

 

mercoledì 27 dicembre 2023

FoodChef – Cotto e Parlato, un Assaggio di Eccellenza Siciliana

 Gianna Bozzali

 

Tutto pronto per FoodChef – Cotto e Parlato, il cooking in programma venerdì 29 dicembre a Scicli, in Piazza Italia. Immersi nell’atmosfera natalizia, si parteciperà alla preparazione in diretta di ricette della tradizione. Un’occasione per riscoprire il valore dell’agroalimentare siciliano e la cultura nascosta nelle antiche ricette dell’Isola.

 

  Il Comune di Scicli, in stretta sinergia con l'associazione "Trofeo del Mare - Premio Internazionale Uomini e Storie", fiera di una consolidata esperienza ultradecennale, presenta FoodChef – Cotto e Parlato, un evento culinario straordinario che celebra le materie prime locali, promuove una sana alimentazione e trasmette l'importanza della sostenibilità agricola e culinaria.



  A partire dalle ore 18.00, gli chef Rita Russotto e Salvo Vicinale si esibiranno in una dimostrazione culinaria dal vivo, preparando piatti prelibati con ingredienti locali di alta qualità. Sarà un'opportunità per promuovere e celebrare la cultura gastronomica siciliana, mettendo in risalto i produttori locali e sensibilizzando i consumatori sull'importanza di scegliere prodotti sostenibili e radicati nel territorio.

«Scicli, con la sua ricca tradizione enogastronomica, si erge come un'autentica eccellenza culinaria – afferma il sindaco della città, Mario Marino-. La valorizzazione dei nostri ortaggi e del nostro pomodoro rappresenta la radice stessa della nostra identità gastronomica. FoodChef è un'occasione unica per celebrare e promuovere la nostra cultura culinaria locale, mettendo in risalto le delizie che rendono Scicli un luogo unico nel panorama enogastronomico siciliano «Questo evento è un omaggio alla nostra comunità e alla sua tradizione enogastronomica radicata» - ha aggiunto il vicesindaco di Scicli, Giuseppe Causarano.

La serata sarà arricchita dai suoni delle novene natalizie, grazie alla presenza di zampognari, ciaramelle, fisarmoniche e tamburelli, a partire dalle ore 18.00. Alle 20.00, uno spettacolo circense coinvolgerà il pubblico con artisti di strada, giocolerie, clown, magie e trampolieri, creando un'atmosfera incantevole perfetta per le festività natalizie.

Gli chef, tra le luci e l'aria magica del Natale, non solo delizieranno il palato del pubblico con assaggi delle loro preparazioni, ma condivideranno segreti e consigli su come replicare a casa le prelibatezze preparate, valorizzando la storia e la cultura siciliana.



Tra gli ospiti d'onore della serata vi saranno il Capo Panel Sicilia, dott. Giuseppe Cicero, che guiderà i presenti alla riscoperta del valore dell'olio extravergine siciliano, un tesoro culinario che contribuisce alla ricchezza e all'autenticità della nostra terra ed il Maestro Assaggiatore nonché Delegato di Onav Modica, Giorgio Solarino, che si soffermerà sui giusti abbinamenti vino-cibo.

FoodChef – Cotto e Parlato sarà una grande occasione per immergersi nell'eccellenza della cucina siciliana, abbracciando la magia del Natale e scoprendo la bellezza di un territorio ricco di sapori autentici. Una serata di gusto, tradizione e festa.


Città e comunità sostenibili

 A dieci anni dall’approvazione della legge n.10 “Norme per lo sviluppo di spazi verdi urbani” è necessaria una “svolta profonda” nelle politiche italiane per il verde e per la biodiversità. Nonostante la diffusione della consapevolezza dell’importanza del verde urbano tra le amministrazioni locali, non c’è stato infatti un aumento delle aree verdi, né è stata adottata una pianificazione urbanistica adeguata alla tutela del patrimonio naturale. È quanto emerge dal Position paper realizzato dal Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11 “Città e comunità sostenibili” e diffuso il 19 dicembre.



Il verde è uno strumento di contrasto alla perdita di biodiversità, di rigenerazione urbana, di resilienza ai cambiamenti climatici, di equità sociale e prevenzione sanitaria. Permette, ad esempio, di mitigare gli effetti delle isole di calore in città, ridurre i rischi causati dalle precipitazioni intense, diminuire l’inquinamento atmosferico e riqualificare le aree urbane. Per questo il Position paper sottolinea la necessità di porre le infrastrutture verdi urbane e periurbane al centro della pianificazione urbanistica e territoriale, assicurando una transizione ecologica delle città e promuovendo una convivenza sostenibile tra essere umano e natura.

VIDEO

Progressi insufficienti

La legge n.10 è stata approvata dieci anni fa dal Parlamento italiano con l’obiettivo di arrestare il consumo di suolo, riequilibrare lo sviluppo edilizio con la presenza di spazi verdi e promuovere la riqualificazione del verde. Nel 2018 è stata adottata la Strategia nazionale del verde urbano, che raccoglie i criteri base per guidare le politiche di forestazione urbana e periurbana e sostiene la necessità di definire un Piano comunale del verde urbano in tutti i Comuni.

Come evidenzia il Position paper, i risultati sono stati limitati. Tra il 2014 e il 2021 la disponibilità di verde pubblico pro-capite è aumentata solo del 3,8%, passando da 31,3 metri quadrati per abitante a 32,5 metri quadrati. Da oltre due anni il consumo di suolo non rallenta: nel 2022 il ritmo di trasformazione dei terreni agricoli e naturali in aree artificiali è stato di 2,4 metri quadrati al secondo, per un totale di 77 chilometri quadrati in un anno, il 10% in più rispetto al 2021.

Il Position paper dedica particolare attenzione al Piano comunale del verde, uno strumento volontario di pianificazione urbanistica di cui si è dotato solo l’8% dei Comuni capoluoghi. Di particolare interesse, e per questo presentati nel Position paper, sono i Piani comunali di Torino e Padova. Il Piano strategico dell’infrastruttura verde del Comune di Torino, approvato nel 2021 con l’obiettivo di massimizzare i servizi ecosistemici forniti dalle infrastrutture verdi, è un modello di pianificazione fortemente integrata. Il Piano del verde comunale di Padova, adottato nel 2022, delinea invece la gestione del verde urbano in un orizzonte temporale pluridecennale e si concentra sul consumo di suolo e sull’aumento della quantità e qualità del verde di prossimità per ogni cittadino.

Le proposte del Position paper

Piantare alberi non basta, servono risorse per gestire e curare il patrimonio naturale in maniera sostenibile e per rafforzare una nuova cultura della natura in città” si legge nel Position paper. Per questo il Gruppo di lavoro popone di predisporre strumenti legislativi specifici per attuare totalmente la legge n.10 del 2013 e attivare una campagna nazionale di educazione e sensibilizzazione rivolta alle scuole e alla cittadinanza. Occorre, inoltre, definire modelli di governance multilivello per la pianificazione delle aree verdi urbane ed extraurbane, coinvolgendo i soggetti pubblici e privati interessati e rendere obbligatori i Piani comunali del verde urbano. Il Position paper sottolinea la necessità di approvare una norma di legge per l’azzeramento del consumo netto di suolo, obiettivo che l’Unione europea ha indicato per il 2050 e il Piano per la transizione ecologica italiano (Pte) ha anticipato al 2030.



venerdì 22 dicembre 2023

EIP-AGRI Innovation Awards 2024

 

La rete europea della PAC ha lanciato il PEI AGRI Innovation award, con lo scopo di celebrare la grande varietà di Gruppi operativi che hanno lavorato in Europa e i loro risultati. 
Un opportunità anche  per i Gruppi Operativi finanziati dal PSR SICILIA 2014-2022

 

Il concorso è aperto a tutti i GO che abbiano concluso la loro attività o che la concluderanno entro quattro mesi dalla scadenza per la presentazione delle candidature (8 febbraio 2024). La premiazione sarà organizzata come parte integrante della Conferenza “EIP-AGRI Operational Groups: Innovation in practice” che si terrà il 7 maggio a Estoril (Portogallo). 

Sarà possibile candidare il proprio progetto compilando il formulario online, disponibile nel sito internet della Rete europea della PAC, entro l’8 febbraio 2024.

I progetti potranno essere candidati in una delle sei categorie riportate di seguito:

  1. Gestione sostenibile delle risorse naturali nelle pratiche agricole
  2. Modelli di business nelle filiere agroalimentari
  3. Zootecnia e benessere animale
  4. Mitigazione e adattamento del cambiamento climatico
  5. Gestione forestale sostenibile
  6. Digitalizzazione

Un ulteriore riconoscimento è previsto per il progetto preferito dal pubblico.

Il processo di selezione dei progetti si svolgerà in due fasi:

  • La prima fase, con scadenza l’8 febbraio 2024, prevede l’invio delle candidature in una delle sei categorie sopra citate. 30 progetti, tra tutti quelli inviati, saranno selezionati e avranno accesso alla seconda fase.
  • I 30 progetti selezionati dovranno inviare del materiale multimediale, sulla base del quale saranno selezionati i vincitori. I video saranno pubblicati nel sito della Rete europea della PAC e saranno aperte le votazioni del pubblico.
Per maggiori informazioni sul concorso, per scaricare le linee guida per la presentazione e per candidare i progetti dei GO, visitare il sito della rete europea della PAC al seguente link: https://eu-cap-network.ec.europa.eu/eip-agri-innovation-awards-2024_en#paragraph-9059.

“Â Milanisa” il cortometraggio dello Chef-Regista che ha conosciuto Federico Fellini

 Bianca Bicè

             Il cortometraggio sarà candidato  al concorso internazionale Menù del film gastronomico 2024 Il concorso ha l'obiettivo di aumentare la consapevolezza sul cibo come patrimonio culturale e sul suo ruolo vitale nell’incoraggiare e sostenere lo sviluppo locale sostenibile nelle regioni di tutto il mondo.

Il cortometraggio prodotto dallo Chef Vincenzo La Cognata in tandem con il noto filmaker Mirko Grasso, affronta contenuti di grande rilevanza. Tra questi, il tema dell’emigrazione, argomento fortemente legato al riscatto sociale ed economico e rappresentato dalla figura del protagonista del corto, interpretato egregiamente da Angelo Montana. La narrazione è inoltre sviluppata e veicolata dallo scorrere poetico delle immagini, figlie anch’esse di applicazione, studio e ricerca delle più importanti tradizioni enogastronomiche del territorio. Appassionato delle arti cinematografiche, “Durante una visita agli Studio di Cinecittà di Roma, ho avuto la fortuna di conoscere Federico Fellini: quello fu l’incontro che determinò la mia sconfinata passione per il cinema” afferma lo Chef. 


Il cortometraggio, assicurano gli addetti ai lavori, possiede gli ingredienti di successo. 

Nel  “‘A Milanisa” lo chef-regista si cimenta anche con la sceneggiatura, affiancato dalla preziosa collaborazione di Mirko Grasso, artista poliedrico e già suo allievo. Il cortometraggio è la viva rappresentazione di un viaggio fantastico, denso di contorni poetici e musicali nelle radici e dentro la storia della cultura gastronomica popolare siciliana, il racconto di un piatto dalle chiare origini licatesi, declinato, dalla forma del tempo, nelle sue svariate e immaginifiche interpretazioni”.  


 Le tematiche principali del cortometraggio sono emigrazione e riscatto sociale raccontati attraverso la poesia e le tradizioni gastronomiche siciliane. Il corto con un racconto autobiografico, narra le emozioni di un giovane cuoco licatese, che dopo gli studi, è costretto a lasciare la propria terra, alle prime luci dell’alba, dalla bellissima stazione in stile Liberty di Licata, attivata nel 1881. Da cui partì anche il premio Nobel Salvatore Quasimodo.A Milano trova lavoro presso un noto locale in via della Scala, dove esegue un menù Siciliano, tipicamente Licatese preso dai ricordi e dalle sue emozioni, inventa una nuova versione gourmet della Pasta  Milanisa con un finale degno di un vero film. 
Angelo Montana, protagonista del corto, riesce ad interpretare il suo personaggio in modo autentico e viscerale, riuscendo a trasmettere allo spettatore le emozioni e la complessità del percorso di emigrazione e riscatto sociale comune a tanti conterranei, attraverso la poesia e la cucina. Il tutto raccontato e addolcito da una voce fuori campo che accorda alla perfezione atmosfere culinarie e leggerezza poetica. 
Le scene che abbiamo girato ci hanno permesso di mettere in luce i veri valori di un territorio e di dimostrare, laddove ce ne fosse bisogno, come la cucina possa diventare veicolo importante di comunicazione socio culturale, utile a preservare l'identità culturale di un popolo e di trasmetterne i contenuti a futura memoria afferma orgoglioso Vincenzo La Cognata 
Il film è arricchito dalle musiche della celebre cantautrice Folk Licatese Rosa Balestri, che completa e armonizza l'opera nella sua interezza. 
Per il suo alto valore sociale, hanno già assicurato il patrocinio diversi Enti e Istituzioni dell’Isola. Per aver saputo coniugare al dramma dell’emigrazione, la difesa delle radici e delle tradizioni enogastronomiche della Sicilia, ha già ricevuto il prestigioso riconoscimento di “Custode dell’Identità Territoriale” della lurss.onlus. Il cortometraggio verrà presentato nei prossimi mesi con un evento dedicato.

giovedì 21 dicembre 2023

gruppo di coordinamento del Patto rurale della Commissione Europea

 

ERP nel  gruppo di coordinamento del Patto rurale della Commissione Europea

 


Il gruppo  di coordinamento del Patto rurale  è istituito come gruppo speciale della Commissione  Europea che guida il processo del patto rurale. La DG principale è la DG Agricoltura e sviluppo rurale e la DG co-principale è la DG Politica regionale e urbana.

Per orientare il processo, le organizzazioni coinvolte nella preparazione del Patto rurale ritengono utile creare un gruppo informale, rappresentativo dei partecipanti al patto per svilupparlo ulteriormente e guidarne il processo.

Il gruppo di coordinamento del patto rurale comprenderà fino a 30 rappresentanti, che insieme rappresenteranno ciascuna categoria di membri del patto rurale in modo proporzionato e mirando a un equilibrio tra tipi di attori (istituzioni e organi dell'UE, autorità pubbliche, rappresentanti delle ONG, rappresentanti delle imprese e rappresentanti dei cittadini), paese di origine, diversità dei contesti rurali e genere.

In particolare, il gruppo sarà composto da:

 - rappresentanti nominati dalle istituzioni e dagli organi europei: il Parlamento europeo (COMAGRI e COMREGI), il trio di presidenze del Consiglio dell'Unione europea (Svezia, Spagna e Belgio per il primo semestre 2023, evoluzione ogni semestre), ciascuno rappresentato da due rappresentanti di diversi settori politici pertinenti, designati dalle autorità nazionali, il Comitato delle regioni (NAT e COTER) e il Comitato economico e sociale europeo (NAT ed ECO)  

rappresentanti  dalle reti che guidano il Parlamento rurale europeo 

https://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/24318

- rappresentanti eletti di organizzazioni europee attive in settori pertinenti al Patto rurale e/o che rappresentano la società civile e/o vari settori di attività e/o tipi di zone rurali e rappresentanti di organizzazioni o reti di ricerca, università o innovazione attive nella ricerca e nell'innovazione rurale  

I richiedenti di cui al punto 3 dovrebbero essere persone fisiche che rappresentano organizzazioni che:

-      Adottano  gli obiettivi condivisi della visione rurale unendosi alla comunità del Patto rurale.

-      Si sono impegnati a intraprendere azioni concrete nel Patto rurale attraverso la tela dell'impegno.

-      Rappresentare uno (o più) dei tipi di partecipanti al Patto rurale.

-      Sono attivi/lavorano su uno o più dei temi affrontati nella visione rurale.

-      Per le organizzazioni europee sono attivi preferibilmente in 10 Stati membri dell'UE o più.

Perché aderire? Quali sono i vantaggi dell'adesione?

-      svolgere un ruolo chiave nella gestione del Patto rurale presentando proposte alla Commissione europea sul programma di lavoro annuale dell'Ufficio di sostegno del Patto rurale.

-      Essere regolarmente informati e consultati sugli sviluppi politici riguardanti le aree rurali per fornire le loro opinioni su come le voci rurali possono essere sollevate per influenzare questi sviluppi.

-      Essere invitati a tutti gli eventi del Patto rurale organizzati dall'ufficio di sostegno del Patto rurale.

-      Hanno un accesso privilegiato ai canali di comunicazione del Patto rurale e alla piattaforma collaborativa del Patto rurale per diffondere informazioni sulle attività delle loro reti di interesse per la comunità del Patto rurale.

 



 

Dall’Ambrosia al Nettare: la straordinaria metamorfosi del Miele - progetto DRAPE

 

 

Il progetto DRAPE, intitolato "Dall’Ambrosia al Nettare: la straordinaria metamorfosi del Miele", rappresenta un'innovativa iniziativa collaborativa che coinvolge diversi partner, tra cui Nettare di Sicilia S.A.S, Azienda Fadda Flavia, Maltese Angelo, RED SHELL Società Semplice Agricola, Ruralia Società Agricola, Azienda Cannizzaro Vincenzo, Monaco Santo, Organizzazione Produttori: Rossa di Sicilia Società Cooperativa Agricola, Consorzio CORFILCARNI e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia (CREA-VE).



L'obiettivo primario di questo progetto ambizioso è rivoluzionare il settore apistico, passando dalla tradizionale produzione di miele a una serie di processi innovativi, focalizzandosi sull'ottenimento di idromele e sottoprodotti derivati dai residui di allevamento delle api.

Il progetto si articola in diverse azioni strategiche, ognuna delle quali mira a raggiungere obiettivi specifici. La prima azione è dedicata al coordinamento tecnico/amministrativo, fornendo un sistema di gestione adatto alle esigenze particolari del progetto. Questa azione, fondamentale per il successo complessivo, si basa su procedure consolidate e tecniche affinate attraverso l'esperienza nella gestione di progetti precedenti.

La seconda azione si concentra sull'addestramento e l'introduzione dell'innovazione presso i diversi partner. Attraverso un quadro formativo teorico e pratico, il personale coinvolto acquisirà conoscenze sulle metodologie innovative, gestionali e sui sistemi di tracciabilità di filiera. L'obiettivo è promuovere una maggiore consapevolezza e governance del sistema, affrontando le criticità legate all'introduzione di nuovi prodotti sul mercato.

La terza azione prevede l'applicazione di protocolli di coltivazione basati su pratiche virtuose di "agricoltura conservativa". Saranno realizzate parcelle sperimentali per coltivare piante mellifere, come la "sulla" e specie officinali, mantenendo la biodiversità vegetale spontanea.

La quarta azione mira a introdurre metodi di allevamento dell'ape mellifera con elevata valenza ecologica, agricola e di benessere animale. Nuove metodiche, inclusa l'uso di arnie naturali innovative, ridurranno l'uso di fitofarmaci per ottenere prodotti apistici di alta qualità.

La quinta azione è dedicata alla produzione di idromele. Saranno applicati specifici protocolli per ottenere un prodotto con elevate qualità organolettiche e chimico-fisiche, includendo la caratterizzazione delle materie prime e l'ottimizzazione di fasi cruciali come fermentazione e affinamento.

La sesta azione si focalizza sul reimpiego dei residui dell'allevamento delle api, come il miele da opercoli e da sceratrice, per ottenere sottoprodotti come aceto e distillati. L'uso di arnie naturali innovative contribuirà a generare miele residuale destinato a nuove commercializzazioni. 

La settima azione riguarda la creazione di un sistema di tracciabilità di filiera "dal campo alla tavola", garantendo coerenza tra i processi produttivi. I protocolli specifici di ciascuna azione saranno consolidati in un Manuale di Produzione di Filiera, garantendo il rispetto degli standard ISO 22005:2008.

La ottava azione si propone di delineare l'identikit del consumatore di idromele attraverso indagini dirette e questionari, analizzando le preferenze dei consumatori.

La nona e ultima azione si occupa della comunicazione, promozione e diffusione dei risultati, coinvolgendo un Comitato di Gestione della Divulgazione per implementare una strategia efficace. La creazione di una forte immagine coordinata e l'implementazione di un piano di comunicazione, inclusi newsletter e un portale web dedicato, contribuiranno a diffondere con successo i risultati del progetto.

In conclusione, il progetto DRAPE rappresenta una pietra miliare nell'evoluzione del settore apistico, puntando a una produzione più sostenibile, consapevole e innovativa. La sua realizzazione promette di influenzare positivamente l'intera filiera e di ispirare progetti futuri nel panorama agricolo e agroalimentare.

 

martedì 19 dicembre 2023

"Sagra del vino e dei prodotti De.Co e P.A.T. , dei Colli Sicani del Comune di Racalmuto, dei prodotti tipici locali e Regionali 2023"




















L'Associazione Regionale Rifermenti Civici della Sussidiarietà (A.R.R.C.S.) Organismo di Volontariato con il patrocinio del Comune di Racalmuto (AG) in collaborazione con;

Associazione Culturale "Consorzio Turistico Città di Racalmuto" e la ProLoco NeaPolis di Racalmuto organizzano l'evento "Sagra del vino e dei prodotti De.C.O. e P.A.T. , dei Colli Sicani del Comune di Racalmuto, dei prodotti tipici locali e Regionali 2023" che si svolgerà nei giorni 20/21/22 Dicembre 2023. L'iniziativa ha l'obiettivo di valorizzare i prodotti di eccellenza De.Co e P.A.T. della tradizione ultra decennale del territorio. Ad arricchire le giornate ci saranno; banchi di assaggio di vini pregiati, convegni, workshop, spettacoli a teatro, esposizione di auto storiche, passeggiate programmate guidate (su prenotazione) per le vie della città. Si scopriranno gli scorci di una incantevole città medioevale, mostre d'arte, musiche e Novene, tanta cultura sotto le sfavillanti luci degli addobbi natalizi del centro città. In due delle tre giornate sono previsti vari appuntamenti di degustazione di prodotti del territorio magistralmente esposti e offerti sotto la maestosità del Castello Chiaramontano, presso Piazza Umberto I°. Il Taglio del nastro inaugurale apertura sagra degustazioni avverrà Giovedì 21/12 alle ore 18.30.

lunedì 18 dicembre 2023

Progetto InSole

 Innovazioni agronomiche e tecnologiche per la

coltivazione sostenibile di piante officinali e la

produzione di oli essenziali di qualità.

 

 

Proseguono le attività del progetto InSole, nato con l’obiettivo di promuovere la

diversificazione colturale e la creazione di nuove filiere produttive ad alto valore, per la

conservazione della biodiversità.



Finanziato dal PSR Sicilia 2014/2022 e rivolto, nella sua fase sperimentale, ad aziende

florovivaistiche, interviene in Sicilia, in particolare nel territorio ibleo di Scicli (Ragusa) al

fine di:

- promuovere la coltivazione sostenibile di piante officinali, anche con specie endemiche

o ecotipi locali, per diversificare le attività aziendali e conservare la biodiversità locale

- adottare tecnologie innovative anche nell’ambito dell’estrazione degli oli essenziali per

ottimizzarne la resa, migliorare la qualità e ridurre l’uso dell’energia

- sviluppare strategie di marketing e comunicazione ai fini di un efficace inserimento sul

mercato del prodotto finito, così strettamente legato al territorio di produzione

Le fasi del progetto sono ormai ad uno stadio avanzato. Dopo uno studio sulla specificità

delle essenze da coltivare, principalmente rosmarino e lavanda, condotto dalla Scuola

Superiore Sant’Anna di Pisa, sono state coinvolte una decina di aziende agricole per

l’applicazione di pratiche sostenibili di coltivazione (agricoltura biologica o integrata) e

sono state condotte le indagini relative alle capacità di adattamento delle specie ai diversi

ambienti e agli stress fisiologici.

Lo sviluppo di un prototipo innovativo di estrattore in corrente di vapore, con

l’inserimento di antenne coassiali a microonde, realizzato dall’Istituto Nazionale di Ottica

del CNR di Pisa, ha consentito di ottimizzare la quantità degli oli essenziali prodotti e

minimizzare l’uso di energia.

Oltre alla resa ciò che risulta significativo è la qualità degli oli essenziali ottenuti grazie al

progetto InSole. Il Dipartimento di Chimica dell’Università di Pisa ha evidenziato la

presenza di molecole molto interessanti per le loro proprietà antifungine, antivirali,

antibatteriche, antitumorali, antiossidanti e antinfiammatorie, quali geraniolo, timolo,

mirtenale, pinene, borneolo.

Nei prossimi mesi sarà indagato il mercato di riferimento e saranno proposte strategie di

marketing e comunicazione per caratterizzare il prodotto e raccontarne l’alto valore. È

previsto inoltre uno studio che valuti l’impiego di biomasse aziendali o scarti di altre filiere,

come ad esempio la filiera degli agrumi, per realizzare oli essenziali originali ed unici da

promuovere attraverso mercati alternativi.

Per saperne di più   www.insolesicilia.com

il progetto TOMATRACK

 

La tecnologia digitale a servizio della produzione integrata del pomodoro in serra: il progetto TOMATRACK

La Sicilia offre un territorio unico, caratterizzato da una ricca diversità di ambienti e condizioni pedoclimatiche, che la rendono una delle regioni più interessanti dal punto di vista delle produzioni agricole. Tra le colture principali, il pomodoro emerge come vera eccellenza del territorio siciliano, coltivato principalmente in serra nelle aree costiere. Le particolari condizioni ambientali e l'utilizzo di acqua ad elevata salinità per l'irrigazione conferiscono al pomodoro caratteristiche organolettiche uniche, quali dolcezza e mineralità. Questo prodotto rappresenta un fiore all'occhiello per l'agricoltura siciliana, con una produzione sotto serra che si estende dall'autunno alla primavera, grazie al clima mite.

Paradossalmente, il periodo estivo rappresenta la sfida più difficile per la coltivazione del pomodoro, a causa delle temperature eccessive che provocano gravi problemi di allegagione e traspirazione delle piante. Tuttavia, l'alta specializzazione nella produzione del pomodoro in serra ha portato a problematiche sempre più complesse da gestire. Inizialmente coltivato in suolo, il pomodoro ha presto ceduto il passo alla coltivazione fuori suolo a causa dei nematodi del terreno. Questa transizione, sebbene abbia alleviato temporaneamente le problematiche legate alla coltivazione intensiva del pomodoro, ha introdotto nuove sfide legate alla sostenibilità, come la gestione della soluzione nutritiva, l'aumento dell’incidenza dei patogeni che ha determinato un sempre più crescente utilizzo di prodotti fitosanitari.

Un ulteriore aspetto critico è la sostenibilità economica dei sistemi fuori suolo, dipendenti dai prezzi volatili dei nutrienti per i sistemi di fertirrigazione, spesso legati alle quotazioni del petrolio. La recente crisi energetica ha reso evidente la fragilità di questi sistemi, come sottolineato da un agricoltore coinvolto nel progetto TOMATRACK: "Quello che spendevo per comprare i sali necessari per la fertirrigazione per un intero anno ora è sufficiente per coprire solo tre mesi, mentre i prezzi di vendita dei pomodori sono rimasti pressoché invariati".

È evidente la necessità di cambiare il paradigma di produzione del pomodoro in serra in Sicilia. In questo contesto, il progetto TOMATRACK (finanziato dalla regione Sicilia tramite fondi PSR 2014-20, sottomisura 16.1) si propone di rendere più sostenibili le aziende agricole che coltivano pomodoro in serra, intervenendo sull'efficientamento strutturale delle serre, l’applicazione di pratiche agroecologiche e l’utilizzo di sensori per prevedere l'insorgenza di malattie e gestire in modo ottimizzato la fertirrigazione.

L'efficientamento strutturale delle serre è stato realizzato attraverso la costruzione di una serra tecnologica presso l'azienda agricola Causarano. Questa struttura innovativa presenta un'altezza in gronda maggiore rispetto alle serre normalmente utilizzate sul territorio, consentendo una migliore regolazione della temperatura e dell'umidità all'interno della serra, specialmente durante il periodo estivo, in cui le temperature elevate rappresentano spesso un fattore limitante per la produzione del pomodoro. La serra tecnologica è dotata anche di un sistema automatizzato per l'apertura e la chiusura di pannelli sul tetto, regolando l'umidità all'interno della serra e riducendo così il rischio di malattie legate a un ambiente eccessivamente umido.

Un altro aspetto innovativo riguarda l'utilizzo di sensori di umidità e temperatura, sia nel suolo che nell'aria all'interno della chioma delle piante. Questi sensori consentono un monitoraggio continuo dei parametri ambientali, comunicando con un modello previsionale per l'insorgenza di malattie fungine, come la peronospora (Phytophthora infestans) e il ciclo di insetti dannosi come la mosca bianca (Aleurodidi) e la tignola (Tuta absoluta). Per gli agricoltori, la gestione diventa molto più semplice. Oltre a monitorare la situazione in tempo reale tramite l'applicazione scaricabile sullo smartphone AGRICOLUS, ricevono avvisi via e-mail in caso di elevate probabilità di pericolo, fornendo indicazioni su quando trattare, quale prodotto utilizzare e le dosi consigliate. Questo approccio consente di ridurre significativamente l'uso di prodotti fitosanitari, con evidenti vantaggi economici e ambientali.

I ricercatori della Scuola Sant'Anna del gruppo di Agroecologia, insieme ai tecnici informatici di AGRICOLUS, hanno condotto dal 7 al 9 novembre 2023 corsi di formazione individuali per agricoltori e tecnici coinvolti nel progetto TOMATRAK sull'utilizzo di questi sensori. Durante i corsi, gli agricoltori hanno acquisito familiarità con l'applicazione di Agricolus, simulando situazioni di pericolo. Gli agricoltori del consorzio TOMATRACK si sono resi disponibili a gestire un settore dell'azienda con il supporto dei sensori e l'utilizzo dei modelli previsionali di Agricolus, mentre il resto dell'azienda segue una gestione ordinaria. Saranno quindi confrontati i due sistemi di gestione, valutando gli effetti sulla produzione e la potenziale riduzione dell'uso di input chimici per la gestione fitosanitaria del pomodoro.

Figura 1: Calibrazione della sensoristica per il monitoraggio in tempo reale di umidità e temperatura dell’aria e del substrato di crescita.




Figura 2: Registrazione dei sensori nell’app di AGRICOLUS per il funzionamento dei modelli previsionali di malattie fungine e insetti dannosi per il pomodoro.




Figura 3: Gestione integrata del pomodoro in serra grazie all’utilizzo della zucca serpente di Sicilia (Lagenaria longissima Fam. Cucurbitaceae) che ospita insetti utili per il controllo della tignola del pomodoro (Tuta absoluta)




sabato 16 dicembre 2023

Sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura

Adesione 

RETE REGIONALE AKIS

    La definizione maggiormente condivisa di sistema della conoscenza e dell’innovazione per l’ambito agricolo (inteso in senso esteso anche alle foreste e alla prima trasformazione) è quella utilizzata da un documento OCSE del 2012: “Il Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura  è un insieme di organizzazioni e/o persone, compresi i collegamenti e le interazioni fra loro, che operano nella generazione, trasformazione, trasmissione, archiviazione, recupero, integrazione, diffusione e utilizzo di conoscenze e informazioni, con l’obiettivo di lavorare in modo sinergico per supportare il processo decisionale, la risoluzione dei problemi e l’innovazione in agricoltura”.

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Lo sviluppo del territorio passa anche dalla conoscenza 

Tuttavia, uno degli aspetti che gli esperti della materia evidenziano sempre quando si tratta di descrivere e valutare l’AKIS è la grande variabilità nel tempo e nello spazio, in quanto esso è mutato con l’evoluzione dell’agricoltura e del sapere e ha numerose modalità di espressione e di organizzazione nei diversi territori rurali. Uno degli approcci più tradizionali per descrivere l’AKIS è quello che ne individua i due principali livelli organizzativi: quello legato alle istituzioni che ne promuovono lo sviluppo mediante interventi di politica e di finanziamento, quello legato ai contenuti e quindi ai soggetti attuatori degli interventi che competono al sistema. Nell’attuale periodo di programmazione è stato fatto uno sforzo notevole per aumentare la consapevolezza dell’importanza del sistema della conoscenza e di alcune sue componenti e per sottolineare la necessità di una maggiore diffusione di soluzioni innovative tra le aziende agricole.

L’attuazione del Partenariato Europeo dell’Innovazione per la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura (PEI AGRI) con il sostegno dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) e il sostegno del Programma Quadro della ricerca Horizon 2020 all’attuazione di progetti di ricerca multi-attoriali ha creato le basi per l’adozione di modelli di innovazione interattiva sia a livello nazionale/locale sia a livello transnazionale. Attraverso questi interventi sono stati rafforzati i legami tra ricerca e pratica e si è cercato di potenziare i servizi di consulenza. La proposta legislativa della Commissione per la PAC post 2020, conferma l’attuale indirizzo. Agli obiettivi di redditività e sostenibilità ambientale e sociale è stato aggiunto un obiettivo trasversale, che promuove la conoscenza, l’innovazione e la digitalizzazione nel settore agricolo e nelle aree rurali, considerato fondamentale per conseguire l’ammodernamento del settore.

La proposta sottolinea il ruolo fondamentale svolto dal sistema della conoscenza e innovazione in agricoltura (AKIS secondo la denominazione inglese) per raggiungere l’obiettivo suddetto e sottolinea l’importanza di includere nel processo di programmazione – l’analisi SWOT e il Piano strategico nazionale – una descrizione dettagliata dell’AKIS, dei suoi attori, con particolare riferimento ai servizi di consulenza aziendale (art. 13 proposta di regolamento), e delle sue strutture e modalità di funzionamento. Questa descrizione rappresenterà il punto di partenza per la definizione della strategia di sviluppo e rafforzamento dell’AKIS. La composizione dell’AKIS e i singoli servizi in esso compresi hanno subito, negli anni, modifiche dovute a interventi istituzionali (norme, regolamenti, articolazioni degli enti locali, ecc.), a cambiamenti strutturali del settore produttivo, allo spostamento di obiettivi e funzioni fra le organizzazioni coinvolte nel sistema, all’evoluzione delle tecnologie dell’informazione. Nuovi soggetti sono intervenuti per coprire ambiti di attività̀ specifici in sostituzione o in aggiunta ad attori già̀ presenti, così come nuove funzioni sono state attivate per far fronte a nuove e diverse esigenze degli agricoltori e degli altri attori del territorio, sempre più coinvolti nel sistema agricolo.

È quindi un ambito complesso di difficile analisi anche perché non esistono statistiche ufficiali sulle sue attività e sulle sue componenti (tranne per la ricerca scientifica) e sono stati realizzati pochissimi studi specifici. Nella proposta di regolamento al Capo II denominato “Contenuto del Piano strategico della PAC”, l’articolo 102 relativo alla Modernizzazione descrive quanto dovrebbe essere riportato nel suddetto Piano: “(a) una panoramica del modo in cui il piano strategico della PAC contribuirà all’obiettivo generale trasversale relativo alla promozione e alla condivisione delle conoscenze, dell’innovazione e della digitalizzazione che ne incoraggia altresì l’utilizzo di cui all’articolo 5, secondo comma, in particolare attraverso: i) la descrizione della struttura organizzativa degli AKIS, concepiti come organizzazione combinata e flussi di conoscenze tra persone, organizzazioni e istituzioni che utilizzano e producono conoscenza nel settore dell’agricoltura e in quelli correlati; ii) la descrizione del modo in cui i servizi di consulenza di cui all’articolo 13, la ricerca e le reti della PAC collaboreranno nel quadro degli AKIS e del modo in cui sono prestati i servizi di consulenza e sostegno all’innovazione; (b) la descrizione della strategia per lo sviluppo di tecnologie digitali nel settore dell’agricoltura e nelle zone rurali e per il loro utilizzo al fine di migliorare l’efficacia e l’efficienza degli interventi del piano strategico della PAC”.

 

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