martedì 23 luglio 2024

Da Artusi a Marchesi, e tanti allievi della vera Cucina Italiana

                                                                                                    NinoSutera

Non chiamateli  chef, nel mondo si racconta, che si beve vino francese, si guida un auto tedesca, ma si mangia rigorosamente italiano. La rinascita della cucina italiana in continuità con Pellegrino Artusi, grazie a Gualtiero Marchesi e alla nidiata di tanti allievi diventati maestri, antagonisti ai colleghi francesi.

Se Artusi e Marchesi  maestri di tanti bravi allievi della cucina italiana nel mondo, sono ancora oggi di esempio., lo dimostra che in tantissimi preferiscono frequentare ristoranti, con bravi cuochi di quella scuola 
Alternativa e antagonista ai francesi di Escoffier,  famoso all'epoca perchè si adoperò molto perchè  eliminò l’aglio, sostituì l’olio di oliva EVO con il burro, quasi a rimarcare la differenza tra la cucina francese e quella italiana- mediterranea, dove come è noto l'aglio e l'olio EVO sono componenti essenziali.

 

Gualtiero Marchesi: la vera cucina è saper mangiare bene

La vera differenza tra Artusi e Marchesi

Una grande differenza fra loro era il modo di porsi in cucina davanti al fornello e nella creatività e scoperta di una ricetta. Artusi ha voluto soprattutto raccontare la cucina degli italiani che avevano perso, dimenticato, abbandonato; mentre Marchesi ha contribuito a creare un modo di vivere la cucina e la tavola insieme.

Pellegrino Artusi, non volle mai codificare o uniformare o catalogare la cucina italiana… la sua formazione letteraria e linguistica e il fatto di “raccogliere” ricette segnalate non lo fa un cuoco, ma più uno “scalco” nuova maniera.

Con la fine del Settecento la cucina italiana-medioevale-rinascimentale finisce, finisce con la fine degli “scalchi” figure particolari fra la cucina e la tavola aristocratica che non solo erano bravi macellai e tagliatori di carni, grandi ortolani, esperti di condimenti, bravi pescivendoli o pasticceri… ma soprattutto sapevano raccontare a voce la ricetta ai commensali del principe.

La cucina francese, nata dopo che Caterina de’ Medici regina di Francia importò dalla Toscana tante ricette italiane oltre che l’uso della forchetta allora ignota ai francesi, perdurò per molto tempo, ma l’Artusi favorì un risveglio nazionalistico, fortemente antagonista e alternativa rispetto a quella  francese. Artusi propone una cucina italiana domestica ed emotiva contro una cucina   francese  spesso banale.

l’Artusi fu il primo blogger gastronomico

E’ da quel momento che la cucina italiana si propone come arte del divenire, delle molteplici interpretazioni e della condivisione rispetto ad un sapere omologato non modificabile. Inoltre l’Artusi fu il primo blogger gastronomico: pochissime ricette del suo libro prevedono un suo intervento, quasi tutte arrivano dalle lettere scambiate con le cuoche di tante case italiane.

la pasta come elemento base del menu italiano

La prima edizione del libro “artusiano” riporta 475 ricette, l’ultimo 790 nell’arco di 20 anni di continui aggiustamenti.  Ad Artusi non si devono ricette, ma la scelta di porre “ la pasta” come elemento base del menù italiano. E’ in quegli anni di fine XIX° secolo (1891-1905) che nascono tante ricette di pasta, come il piatto “discriminante” di una tavola, di una regione, di un menù. E’ la pasta che rende la tavola veramente artigianale e biodiversa: rileggendo per esempio le ricette degli spaghetti o delle paste ripiene si nota come la omogeneità della produzione della pasta  sia poi firmata territorialmente da alcuni ingredienti unici esclusivi di un territorio.

In Italia ci si dimenticò totalmente della “cucina artusiana” pensando addirittura per anni (secondo dopoguerra fino agli anni ’70) ad una soluzione industriale della tavola e della cucina, preconizzando “pillole” tutto fare. Fortunatamente per l’Italia  nacque la generazione (in cucina) di cuochi “marchesiani” che non lasciarono dimenticare la storia artusiana e non si lasciarono abbindolare dalla regolarità  matematica e schematica delle salse, sughi, temperature, abbinamenti lineari della cucina francese.

Ecco che l’incrocio di Pellegrino Artusi e di Gualtiero Marchesi hanno generato una squadra attenta di giovani cuochi italiani bravi, non chiamiamoli “chef” ,  quelli lasciamoli ai francesi...





domenica 21 luglio 2024

Progetto Wool2Resource


                                           Innovation Broker                                                                                                             Dr. Simone Sangiorgi

 

In piena attività il Progetto Worl2Resource, approvato con D.R.S. n.414/2024 del 07 febbraio 2024 a valere sul bando PSR Sicilia 2014-2022- Misura 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura”, Bando n. 5428 del 29/12/2021.

Le attività in essere e gli obiettivi saranno presentati, dal G.O. Nuovi Orizzonti per Lana Ovina, in un convegno che si terrà presso l’aula Consiliare del Comune di Cammarata il 24 luglio 2024 alle ore 10,30.

Già si è provveduto alla realizzazione di un prototipo per la produzione di biochar, da utilizzare durante le prove sperimentali che si svolgeranno durante il periodo estivo e l’autunno, presso le due aziende sperimentali.

 

Innovazioni da introdurre

 

La lana è un materiale applicabile nel campo dell’agricoltura, dalla nutrizione delle colture al miglioramento del suolo. Nel corso degli anni, differenti studi hanno valutato le potenzialità di utilizzo di questo materiale, tal quale oppure trasformato, come ammendante, fertilizzante o substrato di coltivazione.

L’utilizzazione tal quale risulta penalizzata dalle peculiarità della lana sucida che contiene oltre al materiale cheratinico anche notevoli quantità di grassi (lanolina), terra, deiezioni animali, semi e residui di vegetali.

Nelle more che si studino e si sviluppino idonei e sostenibili sistemi di lavaggio e di disinfezione della lana, si ipotizzano processi di trattamento o di trasformazione della lana sucida che siano a basso impatto per l’ambiente e che permettano di ottenere prodotti finali ad alto valore aggiunto.

La produzione di biochar da biomassa vegetale è consolidata e il prodotto ottenuto occupa un’importante fetta del mercato mondiale ed è in costante crescita.

La produzione di biochar da biomassa animale è ancora a livello pionieristico e limitata.

L’impresa produttrice di dispositivi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili si occuperà di progettare un prototipo che permetta di scalare la produzione del biochar dalla lana, valutando e ottimizzando i parametri del processo in costante collaborazione con l’organismo di ricerca.

L’efficacia del materiale come ammendante dei suoli sarà valutata mediante prove in campo coinvolgendo le aziende agricole, partner del GO, e l’organismo di ricerca.

L’ente di ricerca valuterà, inoltre, proprietà chimico fisiche (conduttive, termiche ed elettri- che) al fine di esplorare potenziali applicazioni del biochar in settori tecnologici avanzati. Il GO attuerà strategie di interrelazione tra tutti i partner al fine di garantire il successo.

L’utilizzo del biochar per pratiche agricole contribuirà a tutelare la qualità delle risorse idriche riducendo l’utilizzo di fertilizzanti.

La trasformazione pirolitica della lana permetterà di intrappolare elevate quantità di carbonio in forme non immediatamente rilasciate in atmosfera riducendo, così, le emissioni di CO, con benefici per l’ambiente.

 

Le attività di dimostrazione saranno mirate a valutare:

 

ü  La realizzazione di un prototipo per la pirolisi della lana. La proprietà intellettuale sui prodotti risultato delle diverse attività progettuali sarà della Regione Sicilia.

 

ü  L’efficacia del biochar come ammendante dei suoli mediante documentazione dettagliata (rapporto tecnico corredato da documentazione fotografica).

 

ü  L’applicabilità del biochar in altri settori tecnologici (rapporto tecnico corredato da valori di parametri chimico fisici).

 

Mentre relativamente ai principali risultati attesi dalla realizzazione del progetto riguardano:

ü  La creazione di una microfiliera locale in grado di mettere a sistema esigenze e competenze diverse per contribuire allo sviluppo della multifunzionalità agricola.

ü  L’incentivazione di un utilizzo diverso e innovativo delle produzioni primarie regionali da parte del sistema agroindustriale siciliano in grado di contribuire ad accrescere il potenziale produttivo ed economico

ü  regionale.

ü  La possibilità di scalare le conoscenze tecno- logiche di base al livello prototipale per la realizzazione di nuovi dispositivi in grado di trasformare uno scarto in risorsa.

ü  La possibilità di valutare i materiali prodotti in contesti reali e non soltanto in ambienti di laboratorio.

ü  La possibilità di esplorare nuovi ed interessanti materiali potenzialmente applicabili in contesti diversi da quello agricolo (produzione di quantum dots e fibre di carbonio) ad elevato valore aggiunto.

ü  La possibilità di trainare le produzioni primarie (farming) secondo un migliore rapporto di ecosostenibilità nelle componenti ambien- tale, sociale ed economica.

ü  Le azioni disseminazione e formazione contribuiranno a rafforzare le competenze dei partner del G.O. radicando la cultura dello sviluppo sostenibile anche per il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 mediante processi inclusivi di contaminazione e di interazione tra Cittadini, produttori, PMI, mondo delle R&I e PA.

        

                                                                                                              

 

sabato 20 luglio 2024

A Micheal Cavalieri, il riconoscimento di "Custode dell'Identità Territoriale"

Micheal Cavalieri fa parte della generazione di siculoamericani che discende da chi, tra fine ottocento e inizio novecento, ha lasciato la propria terra per tentar fortuna nel nuovo mondo.
Gustav Mahler scrisse : "Tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco".

Omaggiare la tradizione non è “chinare il capo al passato”, non è lasciare alle “ceneri del ricordo” il compito di portare fino a noi le immagini di un tempo ormai andato.
Omaggiare la tradizione è ben altro: è mantenere vivo quel “fuoco” che brucia vispo nei solchi lasciati dalle vite di chi abita questa terra, alimentarlo con storie evocative ed emozioni travolgenti.
Ciò che rende così affascinante il fuoco è la sua indomabilità, è impossibile imprigionarlo così come è impossibile impedirgli di bruciare. Ecco che nasce la necessità di costruire un riparo, dove non si opprime la sua fiamma ma la si plasma, la si lascia ardere fiera seppur in balia del nostro volere. La musica così  come un film, diventano   la custodia di una tradizione di antichi ed infuocati ricordi, capaci di ardere anche il più gelido degli animi.  

La tradizione vuol dire consegnare al presente i tesori del passato. Il collegamento forte tra passato e presente, la preoccupazione a mantenere vivo questo collegamento fa sicuramente parte del nuovo corso al quale ognuno deve impegnarsi a partecipare. 

In questo aforisma   è racchiusa la motivazione del riconoscimento di "Custode dell'Identità Territoriale" che sarà conferito a  Micheal Cavalieri  a Sciacca in occasione della visione del film RITORNATO   in programma il prossimo 23 luglio alle ore 20.15



Cavalieri ha debuttato sul grande schermo recitando a fianco al premio oscar Hilary Swank nel 1994 con “The Next Karate Kid” (Karate Kid 4) di Christopher Cain , dove ha interpretato la parte di Ned. Nella sua carriera può vantare numerose apparizioni in film e serie televisive di successo, come Last Man Standing (Ancora vivo), ER, I Soprano e NYPD Blue. Di lui la critica americana ha scritto come di un “eccezionale talento, capace di riempire lo schermo di emozioni”.

La sua carriera e’ iniziata ad Hollywood nel 1994 con una pellicola che appartiene alla storia del cinema “Karate Kid” poi tantissimi altri film e pellicole. Micheal Cavalieri e’ legato a doppio filo con la Sicilia.

Sulle orme del nonno, originario di Limina, centro collinare in provincia di Messina, l’attore hollywoodiano Michael Cavalieri, anni fa, e’ arrivato per la prima volta in Sicilia per girare un film che racchiudeva i sentimenti vissuti dai suoi nonni quando lasciarono questa terra: nostalgia, dramma, ma anche molta speranza.

Di questo film dal titolo “Ritornato” di cui Cavalieri è stato produttore e regista, la sceneggiatura e’ stata scelta tra l’altro come beneficiaria di una borsa di studio dai registi Anthony e Joe Russo (gli autori di Avengers) e dalla National Italian American Foundation. Il sodalizio creato con il regista siciliano Fabrizio Sergi, supervisore alla regia e coordinatore delle riprese, ha permesso di organizzare in pochi mesi un cast e un set d’eccezione con molte comparse del luogo nel paese natio.



Michael Cavalieri , il cui film narrativo, Ritornato , racconta la storia emozionante di un uomo che perde tutti i suoi cari e intraprende un viaggio per rivisitare il suo passato e mantenere una promessa fatta alla madre morente.

Ritornato è la storia di un uomo che torna a casa per prendersi cura della madre morente e promette di esaudire il suo ultimo desiderio. Essere sepolto accanto al padre in Sicilia. Mentre è lì, scopre un segreto di famiglia che cambierà la sua vita per sempre e lo aiuterà a trovare un nuovo inizio.

"Sono un orgoglioso siciliano-americano che aveva un sogno: un giorno sarei tornato e avrei ripercorso le orme di mio nonno Agatino Alibrandi. Questo sogno è diventato realtà quando sono tornato alle mie radici e ho girato il mio primo film "Ritornato" in onore di lui e della mia defunta madre Mary.

Sono stato ispirato a raccontare la storia di mio nonno, che sono cresciuto idolatrando. Mi ha insegnato alcune delle migliori lezioni della mia vita da bambino. Nacque nel 1900 nell'umile cittadina di montagna di Limina, in Sicilia. Emigrò coraggiosamente a New York City nel 1920 senza parlare una parola di inglese. Rinunciò alla sua cittadinanza italiana per darci la possibilità di una vita migliore. Il suo viaggio attraverso l'oceano ci ha dato cinque generazioni di persone. Per questo sarò sempre grato. Questa storia non è solo per me, ma per tutte le generazioni che ci hanno preceduto e per i sacrifici che hanno fatto. Dobbiamo sempre ricordare il nostro passato perché informa il nostro futuro. Troppo spesso le persone trascurano il loro passato e dimenticano i loro antenati.

Spero che la mia storia possa risvegliare e ispirare altri siciliani/italoamericani della mia generazione a ricercare le proprie radici e a raccontare le proprie storie di qualsiasi lotta o successo abbiano raggiunto le loro famiglie. Ricordate, non è passato molto tempo da quando eravamo considerati schiavi di alcuni o immigrati indesiderati. Ma la passione, l'amore, il duro lavoro e la ricerca incessante di un sogno di quegli immigrati hanno aperto la strada a una nuova America.  Ricordate Ellis Island... Io sì."

" Dopo aver perso entrambi i genitori a causa del cancro e aver dovuto affrontare la morte di mia sorella in giovane età, mi sentivo sola e persa. Ero alla ricerca di qualcosa di più ed ero determinata a vedere dove avevano origine le mie radici. Sono partita per la Sicilia sperando di trovare una strada, un cartello o qualcosa che potesse darmi informazioni su mio nonno e le sue umili origini a Limina. Ma ciò in cui mi sono imbattuta era molto più grande di quanto avrei mai potuto immaginare."

 

 

venerdì 19 luglio 2024

I Cammini del G.A.L. Metropoli Est lungo la Via Francigena Normanna

 


di Flaminia Tribuna e Salvatore Tosi

 

Il territorio del G.A.L. Metropoli Est è quello dell’alalunga appena pescata; di chiese madri (una di rito greco e l'altra di rito latino) costruite una di fianco all’altra; di finestre di antichi castelli che, come occhi, guardano paesaggi che sembrano tele dipinte; della grotta dei ciclopi; di reliquie di Santi Patroni; di location di film d’autore come Il Gattopardo e Baarìa; della “casa” di Guttuso e pure dell’Acciuga in un Museo; di passavolanti e di pantofole che si mangiano e che sono pure tanto buoni.


Tra le più rinomate, conosciute e visitate Palermo, Monreale e Cefalù, esiste questa porzione di Sicilia dove sapori e luoghi sono posti fuori dai normali canali e flussi turistici ma che per storia, bellezze naturali, testimonianze etno-antropologiche e valenze architettoniche costituiscono il prezioso mosaico d’arte, storia, natura e cultura che è il territorio del G.A.L. Metropoli Est.

Grazie al finanziamento del Progetto Operativo a regia G.A.L. a valere sui fondi del PSR Sicilia 2014-2022, per promuovere il turismo rurale e sostenibile, mediante il posizionamento degli elementi tipici del cammino francigeno, il G.A.L. Metropoli Est ha costruito itinerari specifici e lenti: il primo lungo la via francigena Normanna (già Palermo-Messina per le Montagne), per collegare Palermo (passando da Ficarazzi) a Caccamo, attraversando i Comuni di Bagheria, Santa Flavia, Casteldaccia, Altavilla Milicia e Trabia; l’altro, ad anello, che si snoda dal Santuario di Altavilla Milicia, toccando punti di interesse storicamente rilevanti come il Ponte Normanno o Saraceno (San Michele) e gli scavi della Chiesa di S. Maria di Campogrosso.

Il progetto coglie, da una parte, le potenzialità di sviluppo del turismo nel territorio, sostenute dalla crescente domanda rivolta alla natura, all’enogastronomia, allo sport all’aria aperta e alle tradizioni culturali e agroalimentari e, dall’altra, le esigenze di valorizzazione delle specificità locali e delle identità territoriali.

I cammini offrono una nuova tipologia di turismo che consente di spostare l’interesse dalla meta del viaggio anche al percorso necessario per arrivarci. Si tratta di cammini di resistenza o, meglio, di resilienza dove il viandante sta, cresce e riparte costantemente alla ricerca di sé stesso, della natura e del paesaggio circostante. I cammini francigeni di Sicilia aiutano a riscoprire ciò che centinaia di anni di storia avevano nascosto in zone spesso lontane dal grande turismo ma ricche di tradizioni, cultura, buon cibo e ottimi sorrisi, dove l’accoglienza è garantita da strutture convenzionate o da alloggi “pellegrini” messi a disposizione dalle amministrazioni comunali, dalle parrocchie o dalle associazioni che rendono attiva la cittadinanza.

Grazie ai cammini, l’idea di turismo si evolve e diventa relazionale e lo fa coinvolgendo le comunità locali - che diventano luoghi diffusi di accoglienza - e i turisti - che non sono più semplici spettatori di un territorio. Grazie al “turismo dei cammini”, il G.A.L. Metropoli Est promuove la valorizzazione integrata del patrimonio rurale e culturale del proprio territorio, presentando un approccio organizzato e strutturato (sfruttando anche la notorietà e l’apprezzamento per la più conosciuta e lunga via francigena) per lo sviluppo e il miglioramento della quantità e qualità dei servizi turistici offerti nelle proprie aree rurali.

«Ad alcuni itinerari bisognerebbe accostarsi, camminando, anche più volte all’anno, in stagioni diverse» dice il Presidente del G.A.L. Metropoli Est Francesco Agnello «per apprezzarli in tutta la loro carica di variegato fascino». «Il nostro territorio è da esplorare con lentezza in modo da lasciarsi sorprendere non solo dagli innumerevoli angoli meno noti, ma anche dai sapori autentici dei nostri prodotti gastronomici d’eccellenza» aggiunge il Vice presidente Antonio Fricano.

E adesso che lo sai… «Amunì, mettici manu!» (Cit. Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia).

 



giovedì 18 luglio 2024

“Le competenze per la transizione ecologica ed energetica nelle imprese agroalimentari italiane”

 Lunedì 22 luglio 2024, si svolgerà l’evento istituzionale “Le competenze per la transizione ecologica ed energetica nelle imprese agroalimentari italiane” realizzato da Nomisma  

L’incontro, che si svolgerà a Verona presso il Mercato Coperto (Galleria Filippini) a partire dalle ore 15.30, introdotto e moderato dal Presidente del Comitato Scientifico Nomisma Paolo De Castro, mira a discutere con le istituzioni e gli organismi di rappresentanza settoriali le sfide legate alla transizione ecologica ed energetica che le imprese agroalimentari italiane devono affrontare e che non può prescindere dallo sviluppo dell’innovazione, soprattutto digitale.

Queste sfide coinvolgono tutte le imprese del settore agroalimentare e richiedono un costante aggiornamento delle competenze e delle professionalità, necessarie per gestire il percorso di transizione anche attraverso l’uso di nuove tecnologie.

Nel corso dell’evento è prevista la presentazione di un’indagine originale di Nomisma, realizzata in collaborazione con Philip Morris Italia, sulle imprese agricole ed alimentari italiane  che ha rilevato sia gli investimenti realizzati dalle imprese e funzionali alla transizione eco-energetica in termini di strumenti digitali e innovazioni tecnologiche, sia la dotazione attuale e i fabbisogni in termini di competenze necessarie alla gestione di tale percorso verso la transizione.

Per consultare il programma completoclicca qui.

 

Etna: l’Ente Parco firma protocollo d’intesa

 Valeria Lopis

Con l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Catania

Il patto propone un impegno reciproco in attività di studio e ricerca nel settore ambientale e dello sviluppo di iniziative condivise: per la prima volta il territorio si dota di una strategia di difesa e valorizzazione del patrimonio paesaggistico e forestale 


 L’Ente Parco regionale dell’Etna e l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Catania insieme per la prima volta per siglare un protocollo d’intesa.
La firma del documento è appena avvenuta e sancisce già l’inizio di una collaborazione proficua a servizio dei cittadini. Il patto propone un impegno reciproco in attività di studio e ricerca nel settore ambientale e dello sviluppo di iniziative condivise per la diffusione della cultura della difesa del patrimonio paesaggistico, ambientale e forestale, anche attraverso l'organizzazione di eventi divulgativi e di approfondimento.
“La sinergia tra professionisti copre la crescente esigenza di analizzare e sostenere la complessità del territorio etneo, - spiega la Dott.ssa Aurora Ursino, Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Catania - l’idea è quella di riqualificare e promuovere spazi a misura d’uomo con la più attuale e moderna gestione delle risorse grazie alle competenze dell’agronomo e del forestale, figure multidisciplinari che conoscono vocazione e potenziale di ogni areale per attuare le migliori strategie di conservazione e valorizzazione”.
Tra gli obiettivi dell’intesa vi è la sensibilizzazione e comunicazione per la conoscenza delle tematiche legate ai valori costituzionali. “L’ambiente è anche legalità e futuro: ecco perché nei nostri punti programmatici è stato inserito il rispetto delle regole e alla conoscenza del patrimonio naturale e della biodiversità, affinché la consapevolezza e il coinvolgimento sempre più forte della collettività concorra al successo e alla crescita sostenibile della comunità. - precisa il Dott. Antonino Lo Dico, Commissario Straordinario dell’Ente Parco dell’Etna - Ci apriamo all’idea di essere un utile strumento diretto per Sindaci e Comuni mediante l’istituzione di tavoli tecnici finalizzati ad assicurare la più efficace gestione delle problematiche di carattere agronomico e forestale nel territorio del Parco dell'Etna, anche relativamente ai rischi naturali, faunistici e antropici”.
Un’opportunità che crea nuove possibilità di dialogo tra istituzioni e cittadinanza, ma soprattutto contribuisce a salvaguardare la complessità e l’importanza di un paesaggio di eccezionale valore universale, tanto da essere già riconosciuto come patrimonio Unesco.

martedì 16 luglio 2024

Innovazione nella coltivazione e valorizzazione del Ricino in Sicilia

Nel cuore agricolo dell'isola mediterranea, un ambizioso progetto si sta delineando, focalizzato sulla coltivazione e sfruttamento del ricino. Questo progetto, promosso da un consorzio di esperti e aziende locali guidate dall'azienda capofila Excosystem s.r.l., mira a rivoluzionare il settore agricolo siciliano attraverso innovazioni tecnologiche e pratiche sostenibili.

Al progetto finanziato dall'Assessorato Agricoltura della regione Siciliana attraverso la Misura 16 del PSR 2014-2022 partecipano, oltre al capofila ed ai partner scientifici citati, anche le società agricole Marianelli, Biogarden, Bioverde e Virderi Pietro, le aziende agricole Ragusa Giuseppe, Iozzia Giorgio, Canto Angela, Causarano Francesco. Oltre alle citate aziende del settore agricolo, sono aziende partner la Mediterraneo Consultin srl e la Suntime srl.


Il progetto si basa su una serie di innovazioni chiave, sviluppate in collaborazione con l'Università di Catania e il CNR, che hanno condotto ricerche dettagliate sulle varietà di ricino più adatte al clima caldo-arido siciliano.

Tra le innovazioni principali citiamo le seguenti.

Varietà di Ricino ad Alta Resa. Grazie a anni di ricerca, è stata identificata una varietà tunisina di ricino particolarmente produttiva, con una resa media in olio che si avvicina al 50%. Questa varietà è stata adattata alle condizioni ambientali siciliane, ottimizzando la produzione di semi e olio.

La seconda innovazione riguarda il substrato Niura. Il capofila ha sviluppato il substrato "Niura", un copolimero ad alta igroscopia miscelato a pomici, torba e lave macinate. Questo substrato innovativo può assorbire acqua 35 volte il suo peso, ideale per mitigare gli effetti della siccità e migliorare la resa delle colture anche in assenza di irrigazione regolare.

Infine, il progetto prevede innovazioni anche nelle Tecnologie di Raccolta e Spremitura. È stato progettato, infatti, un prototipo di attrezzo raccoglitore per facilitare la raccolta manuale dei frutti di ricino. Inoltre, è in fase di collaudo una macchina innovativa per la spremitura dei semi, che permette di ottenere olio di alta qualità utilizzabile sia per l'industria che come biocombustibile.

Il progetto non si limita alla produzione di olio di ricino, ma mira a valorizzare al massimo ogni parte della pianta. Si otterranno infatti diversi sottoprodotti.


 

Biocombustibili e Industria Chimica. L'olio di ricino sarà utilizzato come materia prima per la produzione di biocombustibili e polimeri di alta qualità, riducendo la dipendenza da fonti fossili e contribuendo alla sostenibilità ambientale.

Ammendanti e Bioinsetticidi. I residui di coltivazione e il panello di estrazione, ricchi di composti ad effetto bioinsetticida come la ricina e la ricinina, saranno impiegati come ammendanti del terreno e per il controllo naturale dei parassiti, promuovendo pratiche agricole ecocompatibili.

Il progetto non solo mira a rilanciare l'agricoltura siciliana, ma anche a stimolare l'economia locale e creare opportunità occupazionali e lo farà in diversi modi.

Attraverso la diversificazione economica. In un contesto segnato da crisi economica e alta disoccupazione giovanile e femminile, la coltivazione del ricino rappresenta una soluzione per diversificare le attività agricole, migliorando la redditività delle aziende e stimolando la creazione di nuovi posti di lavoro.

Attraverso la formazione e divulgazione: Operatori agricoli e imprenditori saranno formati per adottare le nuove pratiche e tecnologie, garantendo un trasferimento efficace delle conoscenze e la diffusione delle buone pratiche nella comunità agricola siciliana.

Ottime le aspettative e le prospettive future.

Il progetto si propone, infatti, di stabilire una filiera agricola e industriale solida e sostenibile, che coinvolga aziende locali non solo in Sicilia ma nell'intera area mediterranea dell'Unione Europea. Collaborazioni con enti come l'ENI per la produzione di biodiesel da olio di ricino evidenziano il potenziale di mercato e l'interesse per soluzioni energetiche sostenibili e locali.

In conclusione, il progetto non solo promette di trasformare il settore agricolo siciliano attraverso l'innovazione tecnologica e la diversificazione delle colture, ma anche di contribuire alla salvaguardia dell'ambiente e alla riduzione della dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili. Con il supporto di competenze scientifiche e il coinvolgimento attivo delle comunità locali, il futuro della coltivazione del ricino in Sicilia si prospetta luminoso e sostenibile.



 

Ufficio di sostegno al patto rurale

 

Ufficio di sostegno al patto rurale

Sondaggio sulle esigenze delle parti interessate


Caro collega,

Siamo lieti di ricordarvi il nostro sondaggio in corso sulle esigenze degli stakeholder e di informarvi che la scadenza è stata prorogata al 31 luglio !

Compila il sondaggio entro il 31 luglio

Aiutateci a identificare le aree chiave in cui l’Ufficio di sostegno del Patto rurale può offrire maggiore sostegno e opportunità di networking al Patto rurale e alla sua comunità. Non esitate a far circolare il sondaggio nella vostra rete !

Il sondaggio è disponibile in 22 lingue dell'UE e richiede circa 10 minuti per essere completato .

Grazie per il tuo tempo e il tuo contributo!

Cordiali saluti,

Il team dell’Ufficio di sostegno del patto rurale

lunedì 15 luglio 2024

Il Progetto STRA.VI.NA.


Giovanni Colugnati, Giuliana Cattarossi

Colugnati&Cattarossi SRL

Capofila G.O. Agroecologia

(STRAtegie agroecologiche per la gestione organica del vigneto e la produzione di VIno NAturale)

 

Secondo Eurostat, sono 11,4 milioni gli ettari coltivati in biologico nella Ue, che rappresentano il 7,1% della superficie agricola totale, e di questi, 2 milioni, sono italiani. Ma, più in particolare,Sicilia (375.000 ettari) e Puglia (181.000 ettari), per vastità di area, sono le prime due regioni, tra le 35 europee, nelle quali l’agricoltura biologica copre almeno il 15% della superficie coltivata.

La Sicilia resta la prima regione italiana per quantità di ettari di terreno coltivato a biologico, ma perde terreno: infatti, nel biennio 2021-22 ha perso più superficie biologica di quanta ne conti l'Abruzzo. Per la Sicilia il calo secco degli ettari dedicati al biologico è stimato al 17,4%, passando da 382.798 ettari a 316.147 ettari: il motivo va addebitato alla «mancata copertura dell'impegno agroambientale e dei relativi pagamenti a superficie».

Ma vi sono anche altri, importanti, difficoltà tecniche e gestionali incontrate dalle aziende, quali il divieto di utilizzo di prodotti di sintesi per la gestione della fertilità del suolo e per il controllo della flora spontanea non desiderata.

Martedì 16 luglio 2024 a S.Margherita di Belice alle ore 17,30 presso il Teatro Sant’Alessandro si terrà il convegno finale del Progetto STRA.VI.NA. finanziato dal PSR Sicilia 2014-20, Misura 16, Sottomisura 16.1, dove verranno presentati i principali risultati tecnico-scientifici di un triennio di attività.

Il Progetto STRA.VI.NA. nasce proprio dall’esigenza di far fronte a queste problematiche, attraverso ricerche applicate che sviluppino modelli gestionali idonei alla sostenibilità ambientale e agronomica nell’ambito di una viticoltura biologica in ambiente semi-arido. In questo contesto, è sorta la richiesta da parte delle aziende vitivinicole, e degli stakeholders, di innovare i processi di produzione e trasformazione della filiera al fine di apportare valore aggiunto alle uve biologiche (e biodinamiche) prodotte. In questa filosofia, il vino naturale, prodotto originale, strenuamente legato al territorio di produzione, a forte valore salutistico e a basso impatto ambientale, si configura come una valida alternativa per la crescita e la diversificazione aziendale.

                Il Progetto ha contribuito ad una innovazione di processo in campo agronomico attraverso l’applicazione e il miglioramento di strategie di gestione del suolo in viticoltura in ambiente semi-arido. Infatti, sono state validati protocolli innovativi che prevedono l’introduzione di inerbimenti permanenti in vigneto con specie autoctone selezionate, selezione di specie leguminose utili all’interno della biocenosi spontanea, adozione di tecniche di sviluppo della resilienza ambientale, gestione ecosostenibile della flora spontanea sottofila, sistema agropastorale con l’utilizzo del pascolo diretto per il controllo ed il mantenimento del cotico erboso permanente.

                In campo enologico, è stata introdotta l’innovazione di processo e di prodotto, attraverso l’applicazione e la validazione di protocolli enologici specifici per la produzione di vino “naturale”, espressione autentica di un territorio originale (terroir) e di un gusto identitario dell’ambiente.

                I risultati, sicuramente positivi, desunti dalle sperimentazioni viticole ed enologiche, ci confortano nella proposta, per il territorio siciliano, di produzioni vinicole che siano ispirate ad una profonda attenzione verso l’ecosostenibilità ed il rispetto dell’ambiente.

Nel mentre verranno adottate misure volte a chiarire il quadro normativo del settore (e non solo il termine “naturale”), ci pare utile formulare una proposta operativa per l’ambiente siciliano, che renda concrete le osservazioni desunte dall’articolazione del triennio di prove: non un disciplinare vincolante, che dovrà trovare origine da un confronto costruttivo tra produttori e Operatore Pubblico, quanto piuttosto un documento generale (non generico) di buone pratiche viticole ed enologiche applicate al perimetro del mondo “naturale”, che si potrebbe ipotizzare come una carta del vino “naturale” siciliano, semplicemente un contenitore di considerazioni (consigli) eticamente vincolanti.

Tutte queste tematiche sono state oggetto della pubblicazione “Viticulture naturali per vini naturali”, a cura della società Capofila, che verrà presentato nel corso della manifestazione.

 



A Capri Leone torna il Sicily Fud


  L’Amministrazione Comunale guidata dall'On 
Bernardette Grasso, è lieta di annunciare il ritorno della manifestazione enogastronomica “Sicily Fud 2024   – Prodotti e sapori dell’Isola più gustosa del mondo”, finanziato dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana, che si terrà dal 19 al 21 luglio in Piazza Gepy Faranda a Rocca di Capri Leone. Questo evento, che ha riscosso grande successo lo scorso anno, offrirà una straordinaria vetrina gourmet degli odori e sapori della Sicilia, con la partecipazione di produttori e maestri di cucina siciliana.

"L’anno scorso abbiamo avuto un riscontro eccezionale e siamo entusiasti di poter riproporre questa manifestazione che celebra le eccellenze enogastronomiche della nostra terra. 'Sicily Fud' rappresenta non solo un’occasione per degustare prodotti straordinari, ma anche un’opportunità per valorizzare le tradizioni culinarie siciliane e promuovere il nostro territorio," dichiara il sindaco Bernardette Grasso.

L’ingresso alla manifestazione sarà libero, con degustazioni gratuite dalle ore 18:00 alle 24:00. I visitatori potranno assaporare una varietà di prodotti d’eccellenza provenienti da tutta la Sicilia, grazie alla presenza di rinomati pasticceri, tra cui quelli di Rocca di Capri Leone, che delizieranno i palati con i loro dolci. La manifestazione sarà arricchita anche da un programma musicale coinvolgente.
Si comincia venerdì 19 luglio, con l'inaugurazione di un talk show a tema, seguito dal Granita Lab e dall’esibizione del gruppo “I Mambo". Sabato 20 luglio si continua con l'evento "Pizza d’Autore" insieme a Enzo Piedimonte e la cover band dei “Modà”. Domenica 21 Luglio la giornata conclusiva, con i "Dolci e Freddo" e la band “Quinta Essenza”.
L’Amministrazione Comunale invita tutti i cittadini e i turisti a partecipare numerosi a questa straordinaria festa enogastronomica, "per vivere insieme momenti di convivialità e scoprire i sapori autentici della Sicilia" .




 

Post in evidenza

C’è la Sicilia nel Menù del film gastronomico

NinoSutera C’è la Sicilia nel Menù del film gastronomico                                               Regione Enogastronomica d’Europa 20...