L’Italia vanta il primato europeo nel numero di marchi UE C’è davvero da vantarsi? Conosciamoli meglio
Che vuol dire DOP?
La Denominazione d’Origine Protetta (DOP) identifica un prodotto la cui produzione, trasformazione ed elaborazione devono aver luogo in un’area geografica determinata, dove assume caratteri peculiari dovuti a condizioni ambientali e/o a una perizia riconosciuta e constatata. La denominazione tutelata dalla DOP è garantita dalla Comunità Europea: nessuno può utilizzarla per il proprio prodotto se non rispetta le regole del Disciplinare di produzione approvato dalla Comunità stessa.
Che vuol dire IGP?
L’Indicazione Geografica Protetta (IGP) identifica un prodotto il cui legame con il territorio è presente in almeno uno degli stadi della produzione, della trasformazione o dell’elaborazione del prodotto stesso. Inoltre, per ottenere il riconoscimento, il prodotto deve godere di una certa fama. La denominazione tutelata dalla IGP è garantita dalla Comunità Europea: nessuno può utilizzarla per il proprio prodotto se non rispetta le regole del Disciplinare di produzione approvato dalla Comunità stessa.
Che vuol dire STG?
Una Specialità Tradizionale Garantita (STG) non fa riferimento a un’origine ma ha per oggetto quello di valorizzare una composizione tradizionale del prodotto o un metodo di produzione tradizionale. Un prodotto denominato con il marchio STG deve rispettare il regolamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea.
Che vuol dire PAT?
I Prodotti Agroalimentari Tradizionali, secondo la normativa vigente (Decreto Ministeriale 8 Settembre 1999 n. 350), sono quei prodotti le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura sono consolidate e protratte nel tempo, secondo le regole tradizionali e per un periodo non inferiore a 25 anni. I Prodotti Agroalimentari Tradizionali, più semplicemente PAT, sono profondamente radicati al territorio di produzione, non per il fatto che percorrono una filiera agroalimentare limitata a un luogo ristretto, ma perché da questo ereditano caratteristiche particolari che rendono i prodotti unici nel loro genere, diversi e quindi riconoscibili da ogni altro prodotto simile. La loro identificazione è affidata alle Regioni che ne aggiornano periodicamente l’elenco e le schede descrittive. Queste ultime non hanno funzione normativa, ovvero le aziende non sono obbligate a seguirne le indicazioni per sostenere che un loro prodotto aziendale è un PAT.
Il limite dei PAT?
Ovviamente 25 anni sono pochi. Poi non c’è stata uniformità da parte delle Regioni né nella scelta delle competenze per la ricerca e la realizzazione delle schede né per le regole che devono stabilire quali sono le ricette, gli ingredienti, le fasi produttive effettivamente tipici. Pertanto i PAT non hanno alcun valore scientifico, ma neanche di marketing, ma questo lo sanno gli amministratori, gli addetti ai lavori, ma sopratutto i consumatori . Inoltre alcune amministrazioni sono hanno ingaggiato una vera sfida... chi ne iscrive di più!!!
Che vuol dire DOC?
Il marchio DOC (Denominazione di Origine Controllata) viene attribuito ai vini prodotti in zone delimitate, di solito di piccole e medie dimensioni, con indicazione del loro nome geografico. Di norma il nome del vitigno, se indicato, segue quello della DOC e la disciplina di produzione è piuttosto rigida. I vini DOC sono immessi al consumo soltanto dopo più o meno serie e approfondite analisi chimiche e sensoriali.
Che vuol dire DOCG?
La DOCG (Denominazione di origine controllata e garantita) è un marchio che viene attribuito ai vini DOC, riconosciuti tali da almeno 5 anni, di “particolare pregio qualitativo” e di notorietà nazionale e internazionale (almeno in teoria, perché certe denominazioni lasciano quantomeno perplessi). Questi vini vengono sottoposti a controlli più severi, debbono essere commercializzati in recipienti di capacità inferiore a 5 litri e portano un contrassegno dello Stato che dà la garanzia dell’origine, della qualità e che consente di numerare le bottiglie.
Che vuol dire IGT?
L’Indicazione Geografica Tipica dopo il 1992 è riservato ai vini caratterizzati da un’indicazione geografica, che può essere accompagnata o meno da menzioni (ad esempio del vitigno). È contraddistinta da zone di produzione normalmente ampie e da una disciplina di produzione meno restrittiva delle precedenti.
Che vuol dire De.Co?
La De.Co. (Denominazione Comunale) nasce da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così affermava: - Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità, rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale e, soprattutto, un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali.
Il tutto nell’ottica del turismo
enogastronomico che, se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande
opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole
comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno
un formidabile punto di forza nei
confronti del visitatore.
Esaltare la nozione di identità nei prodotti del territorio, siano essi pietanze, dolci, saperi, eventi o lavori artigianali è l’obiettivo del rinascimento dell’ ElaioEnoGastronomia italiana.
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