giovedì 4 aprile 2024

La cucina italiana è candidata a Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO

                                                          NinoSutera 

 

Mangiare è un atto agricolo, così  il  poeta-agricoltore americano Wendell Berry, parlava di cibo, che  è diventato ormai uno stile di vita, per cui la gente mangia come vorrebbe vivere e si identifica nelle proprie scelte alimentari quotidiane, o almeno prova a farlo, non sempre però i risultati sono soddisfacenti per tutti.


Un breve riassunto,  la candidatura   è nata nel 2023 su impulso della Fondazione Casa Artusi, dell’Accademia Italiana di Cucina, del Collegio Culinario e della rivista La Cucina Italiana con la stesura del dossier. Il termine del percorso di valutazione è stato fissato per dicembre 2025.

Periodicamente  si organizzano eventi, manifestazioni, convegni ect. all'insegna della dieta mediterranea, del cibo sano,grande e giusto,  del K zero (un inno nazional popolare..dello zero appunto)    ...durano da sempre, quando la brina di primavera al spuntar  del sole.  Il proliferare di organizzazioni, associazioni  e congregazioni più o meno specializzati solo ad intercettare risorse pubbliche, a danno dei azionisti di maggioranza, "gli agricoltori " rappresenta ancora una volta una conferma.

 "In tanti parlano di cibo, pur non avendone titolo,    sconoscono completamente la materia, ma sopratutto sono impegnati quotidianamente a divulgare confusione, tra i generici prodotti tipici e prodotti identitari "

In un mondo in cui mangiare ha assunto molti altri significati rispetto a quello energetico, l’ identità, il conforto, la socialità, l’ etica, la politica e naturalmente  l’ agricoltura, rivestono un ruolo non secondario.

E’ innegabile che il cibo ha un stretto legame con l’agricoltura e la cucina,  definiva e raccontava  la nostra italianità   Una identità che riflette nel bene e nel male la nostra storia millenaria,  e rispecchia fedelmente la nostra geografia: un Paese che si estende per quasi 1300 km di lunghezza, con una ricchezza impressionante di territori, suoli e paesaggi (collina, montagna, pianura, mare, lago, vulcani) nonché di climi ed ecosistemi (da quello gelido alpino/appenninico a quello arido mediterraneo). Recentemente la cucina italiana è stata candidata  a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

Una cultura alimentare, insomma, che si è sedimentata per secoli sullo scambio tra città e campagna, tra aree geografiche vicine e tra ricchi e poveri; sulla differenza tra Nord e Sud, tra regioni e addirittura tra campanili; sull’assimilazione di stimoli esterni (arabi, francesi, spagnoli, americani, austriaci), rielaborati e reinterpretati con l’italico genius loci. https://terra.regione.sicilia.it/borghi-geniusloci-de-co-legame-fra-uomo-ambiente-clima-e-cultura-produttiva/

Pur tuttavia, va anche detto che l’Italia nel settore alimentare non è più autosufficiente e deve importare grandi quantità di materie prime dall’estero. Una situazione ben conosciuta dagli addetti ai lavori, ma meno nota al grande pubblico, che vorrebbe sempre comprare cibo “made in Italy”  che  peerò non c’è.

Questa mancanza si traduce nella necessità di importare ingredienti da trasformare in prodotti finiti destinati sia al consumo interno sia all’esportazione.   Il nostro Paese non riesce a produrre tutte le risorse di cui ha bisogno sia a causa dello spopolamento delle aree rurali, sia per la diminuzione dei terreni destinati all’agricoltura, che per l’abbandono delle attività agricole poco remunerative  da parte dei contadini.

L’esempio della pasta è indicativo: il grano duro italiano copre solo il 65 % del fabbisogno, occorre importare frumento da Paesi come Canada, Stati Uniti, Sudamerica. Anche per il grano tenero vale la stessa cosa poiché il prodotto interno copre solo il 38% di ciò che richiede il settore, con importazioni da Canada, Francia, ma anche Australia, Messico e Turchia. Non cambia la situazione per altre categorie merceologiche: le carni bovine italiane rappresentano il 76% dei consumi e per il latte si scende addirittura al 44%,  lo zucchero viene soprattutto dal Brasile, mentre il pesce da Paesi Bassi, Thailandia, Spagna, Grecia e Francia, oltre a Danimarca ed Ecuador.   Inoltre la maggior parte dei legumi non sono italiani, a causa di drastiche riduzioni delle coltivazioni. Adesso le importazioni provengono principalmente dal Medio Oriente, Cina, Stati Uniti, Canada,   

Siamo invece autosufficienti per quanto riguarda vino, frutta fresca, uova e pollo(attenti ai allevamenti super industriali, tossici)   Solo in questi casi abbiamo la quasi totale certezza di comprare un prodotto made in Italy al 100%.

Esiste quindi un tema centrale,  la sovranità alimentare

Secondo la FAO la sovranità alimentare è un modello di gestione delle risorse alimentari che ha come priorità e motore delle proprie politiche non la massimizzazione del profitto economico ma la soddisfazione delle esigenze alimentari delle persone; che promuove un tipo di produzione alimentare sostenibile e rispettosa del lavoro di chi produce il cibo; che punta a incoraggiare le economie alimentari locali, riducendo la distanza tra fornitori e consumatori, lo spreco e la dipendenza da società distanti dai luoghi in cui il cibo viene prodotto. In altre parole, la sovranità alimentare si propone di dare il controllo delle risorse alimentari soprattutto a chi le produce, le distribuisce e le consuma anziché a grandi aziende che le utilizzano come mezzo per arricchirsi.

La cucina italiana  era una volta tradizione,  nata dall’incontro di culture,  la più alta espressione del Made in Italy Agro-Alimentare  era  composta da materie prime rigorosamente autoctone, (la Sicilia era fino a qualche secolo addietro il granaio dell’Impero)  quando perde il legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva, diventa un mero prodotto commerciale.


mercoledì 3 aprile 2024

Dall’Emergenza all’Efficienza Idrica

           

                                          NinoSutera 

 Il cambiamento climatico, da una parte, che perfino i più ignoranti dei negazionisti ammettono che esiste,  una rete distributiva non proprio efficiente, invasi al minimo storico, con più fango che acqua,  pongono alcune riflessioni non più derogabili. Occorre una politica per l'acqua permanente, e non solo quando si avvista all'orizzonte una delle crisi più critiche a memoria d'uomo. Occorre una politica dell'acqua che sappia leggere le criticità del sistema, e sappia programmare interventi duraturi ( collaudo delle dighe, sfangamento, ripristino, rete distributiva efficiente, adduttori per evitare che l'acqua continui ad alimentare il mare piuttosto che gli invasi, ect) con risorse adeguate.  Certo di fronte a una situazione così drammatica anche in prospettiva dei mesi estivi, fà preoccupare anche chi ritiene che il vero problema della Sicilia,  è che manca il ponte sullo stretto di Messina, perchè,  per il resto và tutto  ...alla grande! 

 

 Il position paper “Dall’Emergenza all’Efficienza Idrica” affronta il tema dell'approvvigionamento e della gestione della risorsa idrica, analizzando le sfide attuali e future, individuando opportunità e soluzioni adeguate ad assicurare a tutti i cittadini, all’agricoltura e all’industria un accesso equo e sostenibile all’acqua. 

POSITION PAPER 

L’obiettivo è la definizione di un modello di gestione sostenibile del servizio idrico, da un punto di vista sociale, ambientale ed economico, al fine di garantire una fornitura d’acqua sicura e affidabile al sistema Paese. Affrontiamo il tema, dirimente in un quadro di risorse scarse, della copertura dei costi necessari alla manutenzione e allo sviluppo dell’infrastruttura idrica.
Attraverso un’analisi della disciplina e delle tecnologie a disposizione, proponiamo soluzioni per migliorare l’accessibilità e la qualità dell’acqua nei suoi diversi utilizzi. L’analisi parte dal presupposto che i fenomeni di mutamento climatico stanno generando consistenti alterazioni nella frequenza e nell’entità degli eventi idrometeorologici, quali periodi di siccità prolungata e inondazioni improvvise, con un impatto considerevole sulle risorse idriche. In tale contesto, è urgente una revisione dell’attuale modello di gestione del servizio idrico che, in alcuni contesti territoriali, appare fortemente inefficiente. In tal senso, particolare importanza è riservata al tema del dimensionamento degli operatori. Un’eccessiva atomizzazione delle imprese compromette la capacità del sistema di innalzare il livello di investimenti.

 

E gli investimenti sono fondamentali per raggiungere un livello adeguato di infrastrutture e, dunque, di qualità del servizio. Infatti, nel settore idrico c’è un problema rilevante in termini di frammentazione dell’offerta dei gestori, che rende necessario rafforzare la dimensione media degli operatori del settore, favorendo piani di integrazione dei gestori nei piccoli contesti territoriali (soprattutto gestiti da enti pubblici), ma anche promuovere una gestione del settore Idrico secondo canoni industriali e produttivi. La dimensione industriale del gestore, infatti, garantisce economie di scala, in grado di generare efficienza e capacità finanziaria. Il tema degli investimenti (e quello, conseguente, delle risorse necessarie) e del contributo proattivo che le tecnologie e le imprese possono offrire è affrontato in maniera dettagliata. In questo senso, il paper contiene proposte su azioni di policy che, a nostro avviso, possono contribuire a rendere il settore più efficiente e a rendere sostenibile la fruizione dell’acqua per i cittadini e il sistema produttivo.

martedì 2 aprile 2024

Il Consorzio Tutela Cerasuolo di Vittoria al Vinitaly 2024

                                                         Gianna Bozzali 

Anche quest’anno il Cerasuolo di Vittoria fa tappa a Verona per il Salone internazionale dei vini e distillati. Operatori del settore e appassionati potranno scoprire le due denominazioni e le diverse espressioni dei vini con un programma di masterclass dedicate.

 

 Il Consorzio di Tutela dei vini Cerasuolo di Vittoria Docg e Vittoria Doc si prepara a partecipare a Vinitaly, il Salone Internazionale dei vini e distillati punto di riferimento per il settore in programma a Veronafiere dal 14 al 17 aprile prossimi. Anche quest’anno il consorzio sarà presente all’evento nel Padiglione 2 dedicato alla Sicilia. Presso lo stand istituzionale (G 82) ci saranno si potranno conoscere le etichette dei soci produttori ed entrare nello straordinario mondo dell’unica Docg dell’Isola.

«Siamo felici di partecipare anche quest’anno al Vinitaly– spiega Guglielmo Manenti, Presidente Consorzio -. Nel nostro stand istituzionale ci sarà la possibilità di conoscere ciò che rende unici le due denominazioni tutelate dal Consorzio, sia i vini Cerasuolo di Vittoria Docg che Vittoria Doc e questi ultimi, principalmente, nelle due tipologie frappato in purezza e nero d’Avola in purezza. Attraverso il racconto delle etichette dei nostri produttori si comprenderà appieno la loro identità ed il perché stiano registrando sempre più successo a livello internazionale. Grazie alle masterclass guidate da Onav Catania e dal giornalista Salvo Ognibene si avrà una panoramica dell’universo del Cerasuolo».

Il calendario delle masterclass organizzate dal Consorzio di Tutela prevede:

DOMENICA 14 APRILE 2024

Masterclass: Le terre del Cerasuolo di Vittoria

(degustazione guidata di 6 etichette alla scoperta dei vari territori di produzione della Docg a cura dei maestri assaggiatori ONAV Danilo Trapanotto e Vincenzo Vasta)

Dalle 11.30 alle 12.10

Masterclass: I profumi del frappato Vittoria Doc

(degustazione di 6 etichette alla scoperta del vitigno autoctono del territorio di Vittoria a cura dei maestri assaggiatori ONAV Danilo Trapanotto e Vincenzo Vasta)

Dalle 12.20 alle 13.00

LUNEDI 15 APRILE 2024

Masterclass: Nero d’Avola Vittoria Doc, il principe enoico della Sicilia

(degustazione di 6 etichette alla scoperta del vitigno autoctono del territorio di produzione della Doc Vittoria a cura di Salvo Ognibene, giornalista e sommelier)

Dalle 12.20 alle 13.00 

Le masterclass sono riservate a stampa ed operatori di settore e si terranno presso lo stand del Consorzio al Padiglione 2, stand G 82. Per partecipare, fino ad esaurimento dei posti a disposizione, è possibile iscriversi inviando una mail a info@cerasuolovittoria.it


Per ulteriori informazioni: www.cerasuolovittoria.it |FB: www.facebook.com/CerasuoloVittoria|IG: www.instagram.com/cerasuolo_vittoria/



Originaria di Vittoria (Ragusa). Una laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari e tante esperienze maturate nel mondo della comunicazione enogastronomica, sia in tv, sia grazie alla collaborazione con testate giornalistiche di settore. Giornalista e critico gastronomico, esperto assaggiatore Onav, è da anni PR ed ufficio stampa del Consorzio di Tutela del Cerasuolo di Vittoria DOCG. Spesso veste anche il ruolo di Docente di comunicazione gastronomica in diversi corsi di settore. Ama narrare le storie più semplici come quelle dei casari, dei contadini e dei vignaioli perché anche il più sconosciuto dei produttori merita di essere “ascoltato”.




venerdì 29 marzo 2024

Le proteste dei trattori? ... un fallimento firmato antieuropeista

       Bisogna saper comprendere le differenze  per capire il conflitto.

  Di PAC e di agricoltura ormai in questi mesi, hanno scritto tutti o quasi, perfino chi non sa nemmeno che cosa sia. Ed ecco che titoli tanto roboanti, quanto fuori luogo si sono moltiplicati, così come pure gli articoli, dal contenuto palesemente a difesa degli interessi dell’agroindustria e delle lobby della chimica.



  Le proteste dei trattori hanno perso la foga iniziale, stante anche il fatto che i picconatori dell’Europa rurale,  hanno ampiamente raggiunto l’obiettivo di costringere la Presidente della Commissione EU a ritirare il regolamento sulla riduzione dei pesticidi sulle coltivazioni e sugli allevamenti

Oggi gruppi finanziari e di multinazionali controlla gran parte della produzione alimentare industriale: i semi, i fertilizzanti, i pesticidi, la genetica delle razze animali, la trasformazione delle materie prime, la distribuzione. Il nostro sistema alimentare non protegge le sue fondamenta (la terra e chi la lavora), ma annienta proprio gli agricoltori più virtuosi, rispettosi dell’ambiente e del prossimo.

   Così il disagio è esploso, indirizzato (ad arte) al bersaglio sbagliato. Riepiloghiamo:

- Gennaio 2023 "Nonostante le evidenze scientifiche, le buone intenzioni della Commissione Europea vengono minate dall’azione delle lobby dell’agrochimica e dell’agricoltura e allevamenti intensivi, che vorrebbero fermare l’iter di approvazione del Regolamento e affossarne gli obiettivi di riduzione”

- Gennaio 2024 Solo per mera “coincidenza” un  anno dopo la Presidente della Commissione Europea, è stata costretta a ritirare il regolamento sulla riduzione dei pesticidi in agricoltura e negli allevamenti,(frutto di 4 anni di lavoro minuzioso e ricerche scientifiche approfondite) che taluni sempliciotti sbandierano come la prima grande vittoria della protesta degli agricoltori. Tutti sanno, che  era già scritto, le lobby della chimica e dell’agroindustria avevano bisogno degli utili-idioti di turno, attraverso la “protesta” per mettere a segno il colpo "mortale"

Noi l’avevamo già scritto all’inizio del conflitto, la diatriba di questi giorni, può essere tranquillamente ridotta a una guerra, tra agroindustria super intensiva e allevamenti super inquinanti, (nord ed europa) con interessi inconfessabili, e l'agricoltura mediterranea,  rappresentata  da piccole e medie aziende a conduzione familiare, che non ha niente da dividere con la prima.

 La Strategia Farm to Fork e il Green Deal non non sono dei slogan per i pubblicitari, rappresentano al contrario un percorso culturale che talune regioni hanno saputo avviare con successo. In Sicilia per esempio, fin dall’attuazione dei regolamenti agroambientali dell’inizio  degli anni 90.

  La risposta non è nelle soluzioni elaborate dalle lobby antieuropeiste,  funzionali alle prossime elezioni più che al futuro dell’agricoltura Il tema è complesso, ma un dato è certo: l’abolizione delle limitazioni sull’uso dei pesticidi e dell’obbligo di lasciare una piccola parte dei terreni a riposo non sono la strada giusta. Serve una strategia complessiva, che prenda in considerazione tutti gli aspetti relativi alla produzione di cibo: la situazione economica e sociale della maggioranza dei contadini (di piccole e medie dimensioni), la fertilità del suolo, la salubrità dell’acqua e dell’aria, la salute dei consumatori e la crisi climatica. Il nemico non è il Green Deal, ma una politica miope che finanzia     un modello intensivo che compromette il suolo e non sopravvive senza sovvenzioni pubbliche .

A conferma di ciò, riportiamo (non ne parla nessuno)  gli obiettivi messi a segno nella riunione dello Scopaff (Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed) sezione "Legislation", tenutosi il 20 e 21 marzo 2024, che in appena 45 minuti hanno cestinato  quattro anni di analisi, ricerche e studi approfonditi.

 Nulla di più scontato: un rinvio "pesante", TANTISSIME  proroghe,   sono stati approvati da 26 stati su 27 per via dell'assenza della Romania, che non si è fatta rappresentare.

In sintesi più pesticidi per tutti e  per tutti i gusti...

Occorre   una ampia riflessione, affinchè si pongano le condizioni per una nuova stagione di Riforma Agraria in Europa. Qualcuno dirà che è utopia, vedremo, voglio ricordare ai più scettici che gli azionisti di maggioranza sono i consumatori, contribuenti, cittadini europei, non sono il 20% dell' agroindustria che si appropria dell'80% delle risorse europee

     

 

 

 

 

giovedì 28 marzo 2024

Auguri a tutti






Nature restoration law, non è una priorità


  Italia e Ungheria bloccano la legge europea per il ripristino della natura

 


La salute delle acque e dell’ambiente in cui viviamo, di tutti gli ecosistemi e della biodiversità, noi inclusi,  evidentemente non è una priorità, per le lobby. 

Proprio in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, il 22 marzo, il Governo   ha votato contro la “Nature restoration law”, rinviandone così l’incerta approvazione.  

Il ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha celebrato la giornata mondiale dell’acqua regalando all’Italia lo stop alla più importane normativa europea in termini di tutela delle acque e della natura degli ultimi 20 anni. Proprio il 22 marzo, infatti, è stato annunciato che il voto conclusivo sul regolamento per il ripristino della natura (la cosiddetta “Nature restoration law”) non sarebbe avvenuto, come previsto, il 25 marzo, durante la riunione del Consiglio europeo ambiente, ma sarà rimandato a “data da destinarsi”.

Un passo indietro rispetto al novembre 2023, quando gli Stati membri erano giunti a un accordo sulla Nature restoration law, al termine di un difficile processo di negoziazione che aveva portato a un indebolimento del testo inziale per accontentare le richieste del mondo agricolo e dei suoi rappresentanti di categoria. La legge, che impone il ripristino del 20% degli habitat terrestri e marittimi in Europa entro il 2030, godeva di un ampio sostegno da parte dei cittadini europei, di 19 Stati membri, di aziende e Ong, alcune di queste riunite nella coalizione #RestoreNature. Ma la Nature restoration law, considerata una delle basi del Green deal europeo, è stata bloccata all’ultimo minuto.  

“Apprendiamo con grande delusione l’ennesima mossa miope del governo italiano, che dopo essersi dimostrato uno dei più arretrati d’Europa nella gestione dei corsi d’acqua, ora, solo per fini elettorali, fa da spalla all’Ungheria di Viktor Orbán affossando una norma fondamentale per il futuro di tutti i cittadini italiani e perdendo l’ennesima occasione di metterci al passo con i Paesi più lungimiranti nell’adattamento al cambiamento climatico”, commenta  a caldo Andrea Goltara, direttore del Centro italiano per la riqualificazione fluviale che fa parte della coalizione #RestoreNature.

Oltre alla rappresentanza italiana, a tirarsi indietro è stata anche l’Ungheria nonostante avesse appoggiato la legge durante la votazione al Parlamento europeo a febbraio 2024. Questa decisione, avvenuta durante la riunione degli ambasciatori dell’Unione europea del 22 marzo, ha portato a un mancato raggiungimento della maggioranza. La legge, l’atto legislativo più significativo in materia di natura nell’Ue dagli anni Novanta, pensato per mitigare siccità e alluvioni restituendo spazio ai corsi d’acqua, ripristinando i naturali processi di ricarica delle falde e gli ecosistemi degradati nonché tutelando la salute dei suoli, si trova ora ad affrontare un futuro incerto e un potenziale passo indietro rispetto all’impegno dichiarato dell’Europa per la conservazione della biodiversità e la mitigazione dei cambiamenti climatici.

“La coalizione di Ong #RestoreNature condanna tutti gli Stati membri che non sostengono la legge, dimostrando una profonda incapacità di comprendere la drammatica situazione in cui ci troviamo e ciò che significa per i diritti dei cittadini -conclude il Cirf-.

 


Il cavallo siciliano ottiene il riconoscimento di “razza”


In Istituto Incremento Ippico la cerimonia di presentazione

Il cavallo siciliano è ufficialmente una razza a limitata diffusione. Ad attribuire il “titolo”, che ne attesta, a livello giuridico, lo stato di lignaggio è il ministero dell’Agricoltura, sovranità Alimentare e Foreste che, con decreto dello scorso 28 febbraio, riconosce il cavallo siciliano quale razza inserita nel Programma genetico per la conservazione delle razze equine ed asinine italiane a limitata diffusione, affidandone la gestione all’Anareai (Associazione nazionale allevatori delle razze equine e asinine italiane).



Un successo made in Sicily, che verrà raccontato venerdì 5 aprile, alle ore 10, nella sala convegni dell’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia, in via Vittorio Emanuele 508, alla presenza del presidente della regione Siciliana, Renato Schifani e dell’assessore dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, Luca Sammartino.

Il ruolo dell’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia è centrale: l’ente, infatti, ha fattivamente contribuito alla causa, compiendo, negli anni, alcuni passi propedeutici alla presentazione di un Programma genetico del cavallo siciliano, sostenendo le istanze del territorio, in particolare dell’Aracsi (Associazione regionale allevatori del cavallo siciliano).

Alla base del prestigioso riconoscimento c’è un lavoro certosino di censimento, studio, monitoraggio e conservazione di caratteristiche fenotipiche e di caratterizzazione genetica della razza secondo gli standard normativi: attività che hanno coinvolto istituzioni regionali Siciliane, Università locali e l’Aracsi.

Tra queste iniziative si inserisce il progetto di “Recupero, Conservazione e Caratterizzazione delle Risorse Genetiche equine ed asinine siciliane”, avviato nel 2022 e ancora in fase di svolgimento, realizzato nell’ambito della misura 10.2.b (Conservazione delle risorse genetiche animali in agricoltura) del Piano di Sviluppo Rurale per la Sicilia 2014-2022, che coinvolge, nello specifico, il

Dipartimento  Di3A dell’Università di Catania per la caratterizzazione genetica e il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina, per la  caratterizzazione morfologica.

Per l’occasione, oltre alla presentazione della razza del cavallo siciliano, si forniranno cenni sulle attività progettuali mirate allo sviluppo di un Piano di conservazione per le razze riconosciute (cavallo Purosangue Orientale, cavallo Sanfratellano, asino Ragusano e asino Pantesco) e un Piano di caratterizzazione per i Tipi genetici autoctoni (Tga) Asino Grigio Siciliano e Cavallo Siciliano, il cui riconoscimento è appena avvenuto.

Nell’ambito del progetto si realizzerà una Banca per la conservazione del seme degli stalloni oggetto dell’indagine, tra i quali il cavallo siciliano.

AKIS CICLO DI WEBINAR - COME E QUANDO INNOVARE: STRUMENTI A SUPPORTO DELLE SCELTE

 

gli interventi per lo scambio di conoscenza e la diffusione di informazioni 

La modernizzazione del settore agricolo e alimentare è affidata dalla PAC alle azioni di sviluppo della conoscenza e dell'innovazione previste nel regolamento UE 2115/2021. Esse sono ritenute trasversali all'intero impianto delle politiche di sviluppo rurale perché con gli strumenti che le contraddistinguono - informazione, formazione, consulenza e innovazione - sono chiamate a stimolare la redditività e la sostenibilità mediante il cambiamento delle tecniche di produzione e a incidere positivamente sulla lotta ai cambiamenti climatici e sul miglioramento della qualità della vita e sicurezza alimentare. 

GLOSSARIO



L'attuazione di tali azioni dovrebbe avvenire secondo un approccio sistemico, multiattore e transdisciplinare, rafforzando le capacità e le competenze professionali lungo le filiere ed in chiave territoriale.
Il regolamento UE ha previsto due ambiti in cui inserire Interventi riconducibili alla conoscenza e all'innovazione: quello relativo alla Cooperazione (art.77) e quello relativo allo Scambio di conoscenza e alla diffusione delle informazioni (art.78). Il primo riguarda essenzialmente la prosecuzione del Partenariato Europeo per l'Innovazione in Agricoltura ed attività affini, il secondo concerne gli strumenti di supporto e servizio alle imprese e ai territori.

In un recente articolo di questa testata sono stati già descritti gli Interventi per l'innovazione nei Programmi Strategici della PAC europei, in questo verrà analizzato il secondo gruppo di Interventi, sempre in un'ottica europea, in modo da fornire un primo quadro complessivo delle attività che stimoleranno lo sviluppo in Europa del cosiddetto Agricultural Knowledge and Innovation System (AKIS).   

  RUOLO PUBBLICO DELLA CONSULENZA

LA STRATEGIA 2023-2027 PER LO SCAMBIO DI CONOSCENZA E DIFFUSIONE DI INFORMAZIONI IN ITALIA

Nella consapevolezza delle precedenti esperienze, le attività per lo scambio di conoscenza e informazioni previste nel PSP italiano 2023 - 2027 sono state impostate per recuperare i ritardi e le difficoltà di alcuni ambiti (la consulenza ad esempio) e per fornire al Sistema della conoscenza e dell'innovazione italiano servizi aggiuntivi.

Pertanto, sono stati messi a disposizione dei territori rurali i seguenti Interventi:

  • SRH 01 - Erogazione servizi di consulenza: finalizzato a soddisfare le esigenze di supporto espresse dalle imprese agricole, forestali e operanti in aree rurali su aspetti tecnici, gestionali, economici, ambientali e sociali e a diffondere le innovazioni sviluppate tramite progetti di ricerca e sviluppo, tenendo conto delle pratiche agronomiche e zootecniche esistenti, anche per quanto riguarda la fornitura di beni pubblici.
  • SRH 02 - Formazione dei consulenti finalizzato al miglioramento dei servizi di consulenza aziendale attraverso la crescita e la condivisione delle conoscenze e delle competenze professionali e al miglioramento delle relazioni degli attori dell'AKIS, promuovendo attività di informazione, formazione e scambi di esperienze professionali.
  • SRH 03 - formazione degli imprenditori agricoli, degli addetti alle imprese operanti nei settori agricoltura, zootecnia, industrie alimentari, e degli altri soggetti privati e pubblici funzionali allo sviluppo delle aree rurali: finalizzato alla crescita delle competenze e capacità professionali degli addetti operanti a vario titolo nel settore agricolo, forestale e nei territori rurali. L'intervento sostiene la formazione e l'aggiornamento professionale dei soggetti destinatari, anche in sinergia tra di loro, attraverso attività di gruppo e individuali.
  • SRH 04 - Azioni di informazione: finalizzato a rafforzare il capitale umano delle aree rurali mediante la pronta diffusione di informazioni, notizie e novità utili alla crescita economica, allo sviluppo sociale e al miglioramento della sostenibilità ambientale. 
  • SRH05 - Azioni dimostrative per il settore agricolo, forestale ed i territori rurali: finalizzato a sostenere progetti che mostrino in condizioni reali agli addetti dei settori agricolo e forestale e agli altri gestori del territorio rurale l'attuazione delle innovazioni  
  • SRH 06 - Servizi di back office per l'AKIS: finalizzato a fornire informazioni e supporti specialistici per i consulenti e gli altri attori dell'AKIS quali: reti di monitoraggio per la raccolta dati, analisi e informazioni, banche dati regionali/nazionali/internazionali, strumenti digitali anche per realizzare elaborazioni complesse, attività di networking e comunità virtuali tra gli attori dell'AKIS.

La Rete Rurale Nazionale, nell'ambito delle attività per il Sistema della Conoscenza e dell'Innovazione per l'Agricoltura (AKIS), intende promuovere l'impiego dei Sistemi di Supporto alle Decisioni (SSD) che possono essere di ausilio ai consulenti, ai formatori e agli addetti AKIS per proporre le innovazioni a imprese e territori rurali. 
Il Portale Innovarurale ospiterà un catalogo con la descrizione di alcuni SSD selezionati tra quelli messi a disposizione da strutture pubbliche e/o liberamente disponibili e attinenti ai temi prioritari della PAC 2023-2027, soprattutto con riferimento all'attività di consulenza alle imprese (art.15 del Reg. UE 2115/2021). Per promuoverne la conoscenza e l'utilizzo, questi strumenti saranno presentati nell'ambito di un ciclo di brevi webinar.
Il primo webinar dal titolo "Territori, settori e tecnologie: strumenti per la diffusione delle innovazioni nelle aziende agricole" si terrà il 16 aprile prossimo, dalle 10:00 alle 11:30. Dopo un'introduzione degli SSD per l'AKIS, saranno presentati alcuni strumenti decisionali di immediato utilizzo riguardanti l'analisi dei contesti aziendali per l'innovazione e la valutazione di investimenti in agricoltura di precisione.
Maggiori informazioni sul programma saranno pubblicate nei prossimi giorni.
Per partecipare al webinar occorre compilare il modulo di adesione al link sottostante.

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martedì 26 marzo 2024

L’ agrobiodiversità un patrimonio di tutti

 NinoSutera

Con l'auspicio che le lobby lasciano lavorare il buon senso

 L’industria delle sementi, rappresentata da Euroseeds, riteneva che gli agricoltori non sono capaci di occuparsi della riproduzione dei semi e del materiale vegetale per la riproduzione.

 La Strategia Farm to Fork e il Green Dealnon non sono dei slogan per i pubblicitari . Rappresentano al contrario un percorso culturale che talune regioni hanno avviato. In Sicilia per esempio, fin dall’attuazione dei regolamenti agroambientali dell’inizio  degli anni 90

L' IFOAM  accoglie con favore il voto in commissione AGRI, sulla revisione della legislazione sulle sementi.

È fondamentale che i membri della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo (COMAGRI) riconoscano il ruolo che le sementi e la loro diversità svolgono per un sistema alimentare e agricolo sano

Il Regolamento sulla produzione e la commercializzazione di materiale riproduttivo vegetale è un importante atto legislativo nell’ambito del Green Deal dell’UE. È particolarmente importante per l’obiettivo della Strategia Farm to Fork di incrementare la produzione biologica e di raggiungere il 25% della superficie agricola dell’UE sottoposta a gestione biologica entro il 2030.

La Sicilia ha quasi raggiunto questo obiettivo

Il movimento biologico europeo, e non solo,  ritiene che il voto del 19 marzo circa il Regolamento sul materiale riproduttivo delle piante (PRM) rappresenti un importante contributo a una normativa equilibrata e a un ambiente favorevole alla selezione delle piante biologiche. È fondamentale che i membri della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo (COMAGRI) riconoscano il ruolo che le sementi e la loro diversità svolgono per un sistema alimentare e agricolo sano.

Secondo Eric Gall, vicedirettore di IFOAM: “Questa revisione della legislazione europea sulle sementi ha il potenziale per reintrodurre la diversità genetica tanto necessaria nei campi europei. La conservazione dell’agrobiodiversità e la garanzia che le risorse genetiche vegetali non siano concentrate nelle mani di pochi grandi attori sono essenziali per la resilienza e il futuro del nostro sistema alimentare. I selezionatori e gli agricoltori biologici vogliono lavorare con la biodiversità vegetale, quindi le regole di registrazione delle varietà di sementi devono essere adattate per consentire questa diversità”.

Gli agricoltori biologici, dal momento che non usano pesticidi sintetici e solo una quantità limitata di fertilizzanti, hanno bisogno di accedere al materiale riproduttivo vegetale (PRM), come semi e piantine, che sia stato specificamente allevato per funzionare bene in condizioni biologiche. Allo stesso tempo, i selezionatori e i moltiplicatori di sementi biologici contribuiscono a mantenere e promuovere l’agrobiodiversità, assicurando agli agricoltori l’accesso a un’ampia gamma di PMR.

L’industria critica la posizione dell’AGRI, non poteva essere diversamente

L’industria delle sementi, rappresentata da Euroseeds, ha espresso serie riserve sugli emendamenti della commissione AGRI, temendo impatti negativi sul proprio settore, in particolare sui selezionatori di piante, sui produttori di sementi e sugli agricoltori.

“La relazione adottata oggi è considerata un passo indietro per il mercato comune delle PMR, che mette a rischio la qualità delle sementi, la salute delle piante, le informazioni ai clienti e la sorveglianza ufficiale di tutte le sementi e di tutti i fornitori e utilizzatori”, ha dichiarato Euroseeds in un comunicato stampa.

Ancora una volta la lobby del settore agroindustriale, vorrebbe attribuire agli agricoltori un ruolo di dipendenza dalle scelte delle lobby, proprio come è successo recentemente con il ritiro del regolamento sulla riduzione dei fitofarmaci sull’agricoltura e sugli allevamenti

 

La PAC delle contraddizioni


 Le proposte di modifica della PAC della Commissione UE non sono una semplificazione, ma un attacco al futuro, rendendo la nostra agricoltura meno resiliente di fronte alle sfide ambientali globali. Insomma una provocazione.

Ricordiamo  che,  la PAC esiste solo ed esclusivamente perchè i consumatori, contribuenti, cittadini europei, ovvero azionisti di maggioranza,  continuano a pagare le tasse,  per alimentare il sistema dei sussidi dell’agricoltura e degli allevamenti.  Appare singolare che   l’EU ascolata le ragioni delle lobby dei pesticidi, e dell’agroindustria super intensiva e super inquinante. Sembrerebbe un  comportamento autolesionista,  se si considera che  a giugno gli azioni di maggioranza saranno chiamati al voto.

Dopo la nuova deroga alle norme della condizionalità sugli spazi per la natura del regolamento della Politica Agricola Comune 2023-2027, la Commissione europea ha proposto un ulteriore indebolimento della protezione del suolo, della rotazione delle colture e dei pascoli con un pacchetto di ulteriori modifiche giustificate dalla “semplificazione” dei regolamenti europei e chiedendo la loro approvazione attraverso una procedura di urgenza.

Questa proposta di ulteriori modifiche verrà discussa   nel Consiglio AgriFish. I capi di Stato e di Governo dell'UE voteranno la proposta nel corso del Consiglio europeo di oggi, mentre il voto in plenaria al Parlamento Europeo è previsto entro il mese di aprile.

Una procedura del tutto straordinaria che non prevede una valutazione di impatto, né un confronto con la società civile. Decisione ancora più incomprensibile considerata la consultazione proprio sul tema della semplificazione attivata dalla stessa Commissione nelle ultime settimane, i cui risultati sono attesi dopo l’estate, nonché il Dialogo strategico aperto proprio sui temi del futuro dell’agricoltura in Europa.

Per attirare l'attenzione dei decisori politici e del pubblico sulle carenze della procedura d’urgenza e sulla mancanza di legittimità della proposta della Commissione, le Associazioni europee BirdLife, Greenpeace, EEB e WWF, in coordinamento con ClientEarth, hanno inviato oggi una lettera alla Presidente Ursula von der Leyen. La lettera sottolinea il processo antidemocratico che ha portato alla proposta e la mancanza di vere giustificazioni dietro la pretesa della procedura di urgenza. Le Associazioni europee evidenziano inoltre l'impatto che le misure proposte avranno sull'ambiente e sul futuro dell’agricoltura. Alla luce di queste considerazioni, le Associazioni europee chiedono il ritiro della proposta e che qualsiasi futura iniziativa sull’agricoltura dell’UE rispetti i diritti democratici dei cittadini.

La Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura ribadisce al nostro Governo la richiesta di non sostenere lo smantellamento degli standard ecologici nella politica agricola, votando contro la proposta della Commissione. Sorprende che nella stessa settimana in cui risulta evidente che l’Europa è impreparata agli effetti crescenti del cambiamento climatico, la Commissione europea, senza nessuna valutazione condivisa, riduca le regole per implementare le poche misure rimaste nella PAC necessarie per promuovere la resilienza delle aziende agricole di fronte della crisi ambientale.

“E’ urgente un confronto allargato su questo tema che non può essere limitato alle sole Organizzazioni agricole, perché il futuro dei sistemi agroalimentari interessa tutti i cittadini e non solo gli agricoltori. Purtroppo la nostra richiesta di avvio di un ampio dialogo anche a livello nazionale inviata nelle scorse settimane al Ministro Francesco Lollobrigida sembra essere caduta nel vuoto.” - commentano le Associazioni di #CambiamoAgricoltura che concludono - “Questo pacchetto di riforme non solo riporterà la PAC indietro di oltre 25 anni ma danneggerà in particolare tutte quelle aziende agricole che hanno convintamente intrapreso la strada dell’agroecologia e renderanno tutto il sistema agricolo ancora più vulnerabile agli effetti della perdita di biodiversità e della crisi climatica”.


 

lunedì 25 marzo 2024

Madonie, 𝑺𝒄𝒖𝒐𝒍𝒂 𝑮𝒊𝒐𝒗𝒂𝒏𝒊 𝑷𝒂𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊 𝟐𝟎𝟐𝟒 𝑪’𝒆̀ 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒇𝒊𝒏𝒐 𝒂𝒍𝒍’𝟖 𝒂𝒑𝒓𝒊𝒍𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒄𝒂𝒏𝒅𝒊𝒅𝒂𝒓𝒔𝒊

 

Sono aperte le iscrizioni della Scuola Giovani Pastori 2023-2024, promossa da CREA nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale e dall’Associazione Riabitare l’Italia, realizzata in collaborazione con SO.SVI.MA SpA - Agenzia di Sviluppo locale delle Madonie e con il contributo di ICCREA - Federazione Regionale Banche di Credito Cooperativo e il supporto dell’agenzia formativa Agenform.

BANDO 2024

 La Scuola sarà realizzata in Sicilia, nelle Madonie, Area Pilota della Strategia Nazionale Aree Interne. 

 

Come per la precedente edizione svoltasi nel cuneese, il percorso vuole sostenere i giovani interessati a riabitare le aree interne del Paese. L’iniziativa è incentrata sul pascolo e l’allevamento in zone montane e ha l’obiettivo di sviluppare nei partecipanti competenze nei seguenti ambiti: Partendo dalle tecniche di allevamento mostrate sul campo, il nostro obiettivo è quello di aiutare gli studenti ad avviare e gestire un’attività imprenditoriale, valorizzando le produzioni locali nei loro punti di forza e analizzando allo stesso tempo le loro criticità. Durante le giornate di lavoro, infatti, affronteremo gli aspetti teorici e pratici presso aziende e caseifici partner con l’adozione di metodi di “peer education”. Secondo questo approccio didattico, gli allievi vengono messi alla pari dei “tutor” (allevatori e casari del territorio) sviluppando una dialettica per noi assolutamente funzionale al percorso di crescita dell’aspirante pastore. Gli studenti saranno inseriti in tavoli di confronto costruiti ad hoc e finalizzati a mettere a fuoco le vie di ingresso nelle filiere locali di interesse con particolare riferimento alle opportunità di accesso alla terra. Verranno, inoltre, affiancati da un team di esperti e ricercatori che li accompagneranno nello sviluppo di progetti di pastorizia e nella risoluzione di specifici quesiti a questi connessi. COPERTURA SPESE: La frequenza della Scuola è gratuita ed il suo svolgimento è previsto in Italia con sede di erogazione nelle Madonie, in provincia di Palermo. Gli studenti potranno alloggiare gratuitamente presso le strutture dell’ex Convento dei Padri Riformati, messe a disposizione dal Comune di Petralia Sottana (PA) e usufruiranno del servizio di prima colazione e pranzo; le cene saranno a carico dei partecipanti. La prima settimana, dedicata alle tecniche di gestione dei pascoli e alimentazione degli animali sarà realizzata con il coinvolgimento di aziende tutor locali e il sostegno del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA). Per le sessioni formative in mobilità verrà offerto un servizio di transfer. Per quanto riguarda la settimana dedicata alle tecniche di trasformazione, invece, la Scuola si appoggerà operativamente a caseifici locali con la collaborazione di formatori di Agenform. STRUTTURA E DURATA DEL CORSO: Il corso ha una durata totale di 96 ore (di cui 16 online in modalità remoto e 80 ore in presenza comprensive di attività laboratoriali) ed è rivolto a disoccupati ed occupati. Dal 10 al 12 maggio gli studenti selezionati parteciperanno al Festival della Pastorizia che si terrà a Petralia Sottana, presso il convento dei Padri Riformati. Il Festival offrirà la possibilità di confrontarsi con istituzioni, attori locali e studiosi sul potenziale ruolo della pastorizia nel futuro delle Madonie. L’inizio del corso in presenza è previsto il 13 maggio 2024 con fine il 24 maggio 2024. La parte online da sviluppare nelle settimane successive prevede incontri con esperti e aziende, per l’approfondimento delle tematiche del corso in presenza e un supporto, con progettazione partecipata, alla definizione di un’idea imprenditoriale o al miglioramento di segmenti produttivi della propria azienda. È previsto un test finale e il rilascio di un attestato. CHI PUO’ PARTECIPARE:persone maggiorenni (occupati e disoccupati) provenienti da qualsiasi comune italiano o estero ma interessati al territorio delle Madonie e con una buona conoscenza della lingua italiana. NUMERO PARTECIPANTI: 15 partecipanti massimo. PRESENTAZIONE DELLE CANDIDATURE: Le candidature potranno essere presentate entro il 29 marzo 2024. Queste verranno valutate previo colloquio orientativo e selettivo. A parità di valutazione, avranno precedenza i candidati più giovani e le persone con particolare interesse e motivazione ad avviare un’attività di pastorizia nel territorio madonita. La domanda di partecipazione può essere inviata tramite email all’indirizzo giovanipastori@crea.gov.it. La domanda deve contenere: CV (compreso di dati di contatto, firmato e comprensivo della dichiarazione sulla privacy come indicato di seguito) e lettera motivazionale (max. 1 pagina). Nell’email è necessario indicare NOME, COGNOME, ETA’, PROFESSIONE, RESIDENZA, DOMICILIO del candidato. DICITURA DA INSERIRE E FIRMARE NEL CV: Autorizzo il trattame

 

 

 

 

LA FASE AGRICOLA NEL SISTEMA COOPERATIVO ITALIANO

  •  Quello che emerge dallo studio è che le aziende di piccole dimensioni,   permangono come anello debole della catena.    Il ruolo sociale della loro permanenza nei territori, come custodi dell'ambiente, della biodiversità e del prossimo, potrebbe rappresentare un opportunità.  

  RAPPORTO

La frammentazione del settore primario è uno dei principali fattori che limitano la competitività delle imprese, non solo in termini di costi di produzione e servizi offerti, ma anche di reperimento e diffusione delle innovazioni. Tale fattore, inoltre, accentua la conflittualità lungo la filiera generando sperequazione nel potere di mercato tra la fase a monte (agricoltura) e quelle di trasformazione e distribuzione.

 In tale scenario, il coordinamento e l’integrazione tra aziende all’interno delle filiere risulta di grande importanza per superare il problema della frammentazione. Il coordinamento si realizza nel sistema agro‐alimentare attraverso una grande pluralità di forme e di strumenti tecnici e giuridici, con livelli di formalizzazione e complessità molto diversificati. Tra questi strumenti, quello tradizionalmente più usato e governato da un quadro normativo specifico è rappresentato dall’impresa cooperativa.   Nel presente studio, che sfrutta le potenzialità informative della RICA italiana, vengono confrontate le caratteristiche strutturali ed economiche delle aziende che aderiscono ad una cooperativa per il conferimento di prodotti o per la fruizione di servizi o ancora per la fruizione di mezzi tecnici.  

 


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