martedì 9 aprile 2013

La De.Co.: "Ambasciatore dell'Identità Territoriale"


NinoSutera



         
Un modello di De.Co, che valorizza il territorio, ma soprattutto, a burocrazia zero e chiaramente a costo zero, per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenzache rappresentano la vera componente innovativa. La Denominazione Comunale è un concreto strumento di marketing territoriale, ma è soprattutto un importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità locali. L’Italia, è il “paese dei Comuni”, ognuno di essi è un’occasione, di turismo, di cultura, di sapore… di unicità. Per garantire la sostenibilità di una De.Co. occorrono tuttavia due principi, la storicità del prodotto da promuovere, perchè si eviti improvvisazioni che possono nascere da meri interessi commerciali. e la De.Co. come espressione di un patrimonio collettivo e non a vantaggio di una singola azienda. Si tratta di un sistema innovativo che vuole difendere il locale rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Per fare ciò bisogna coinvolgere tanti appassionati, tantissimi innamorati dei luoghi in cui dimorano, ed ecco gli ambasciatori dell’identità territoriale. I produttori agricoli e zootecnici ma anche i pescatori, custodiscono sapientemente un giacimento inesauribile della dieta mediterranea, costituiscono il collante tra i prodotti della terra e del mare e il territorio, rappresentano infatti gli ereditieri di un “savoirfaire” locale, portatori di valori specifici, artefici di una costruzione sociale e di una cooperazione che ha come risultato la qualificazione di un prodotto di cui i riferimenti sono l’identità del gusto. Le caratteristiche del prodotto sono irriproducibili in altri luoghi, cioè al di fuori di quel particolare contesto economico, ambientale, sociale e culturale, e pertanto uniche. Il prodotto del territorio è la risultante di questa interazione, e incorpora un sapere costruito nel tempo e condiviso all’interno di una collettività territorializzata e condivisa.Questo processo di accumulazione di conoscenza e di sedimentazione locale tramite interazione permette al prodotto di divenire l’espressione della società locale nella sua organizzazione, nei suoi valori, nelle sue tradizioni e nei suoi gusti adattati al contesto ambientale, economico, sociale e culturale del luogo.
Gli ambasciatori dell’identità territoriale, sono quindi destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari.
In questo percorso , chef, gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Ambasciatori dell’identità territoriale.

 

martedì 2 aprile 2013

Festa dei golosi? le minni di virgini a Denominazione Comunale



ninosutera

 Con le impudiche 'minni di virgini'   



SAMBUCA di Sicilia (Agrigento) è conosciuta per la sua natura, per i suoi tesori archeologici e per le caratteristici e tradizionali dolci "minni di virgini", seni di vergini, definite « impudiche» da Tomasi di Lampedusa,ne “Il Gattopardo” così chiamate per la loro forma a coppetta, somigliante a quella di un seno giovanile. L' invenzione delle "minni di virgini",  un prodotto a Denominazione Comunale, si deve a donna Francesca Reggio, dei principi di Aci e di Leonforte, che in occasione delle nozze del figlio Pietro, chiese alle suore del Collegio di Maria di creare qualcosa di nuovo nel campo della pasticceria. Si racconta che madre Pierangela dei conti di San Giuliano ordinò un giorno di ritiro spirituale in modo che le suore, in silenzio, si potessero raccogliere in preghiera affinché lo Spirito Santo le ispirasse nell' inventare qualcosa utile alla causa. Fu suor Virginia Casale di Roccamena a creare il dolce la cui forma si ispirata alle colline che dalla Valle dell' Anguillara giungono sino a quella di Castellaccio e alla costa della Minnulazza, colline che vedeva dalla finestra del convento.  
Il Dott. Giuseppe Bivona della LURSS Onlus, ha fornito un’interessante rilettura storica e culinaria, sull’origine del prelibato dolce: “Suor Virginia era una suora intelligente, aveva la consapevolezza della difficoltà in cui andava incontro, nel creare un dolce originale, tale da stupire i convitati della marchesa, in occasione del matrimonio del figlio Pietro. Ora, come tutte le donne intelligenti , non ebbe alcuna esitazione nel cimentarsi nel difficile antinomia tra “forma “e ”sostanza” . Certo in tempi in cui il Santo Uffizio , per molto meno licenziava al rogo donne meno perspicaci per la sola disavventura di usare erbe medicamentose, le “minni di virgini”, erano di certo una provocazione bella e buona! Suor Virginia non voleva rinunciare alle forme: sì, direte che si era ispirata alle colline “mammelliforme” che circondano la bella cittadina di Sambuca, ma il gioco era sottile ed intrigante! La pasta lievitata al punto giusto, morbida, vellutata, liscia come la seta, veniva plasmata con delicata voluttuosità a forma di mezzaluna, con le varianti a “coppa di champagne”, a “pera”, ecc. La forma aveva la sua massima espressione di libertà , foggiarla era come accarezzarla, un gioco di seduzione , al limite della tentazione…. La fantasia è cosi difficile imbrigliarla! Ma suor Virginia deve spendere la “sostanza” ovvero il contenuto, ciò con cui riempirà quella mezza luna a forma di minna. Nessuno le impedisce di riempirla delle specialità dolciarie esageratamente sdolcinate, tali da rimanere secchi stupiti, al primo assaggio, una eccedenza, un sovrabbondanza, senza limite, un crescente di voluttuosità senza confine, smisurata , quasi tracotante… Invece suor Virginia con molta saggezza decide di mitigare le lusinghe delle “forme”, non si lascia trascinare dallo smisurato, esorbitante, lusinghiero. Insomma un dolce “sensitivo”. Nell’ultimo mezzo secolo, la cultura materiale e con essa l’“arte bianca” del nostro patrimonio locale artigianale hanno ceduto “armi e bagagli” alle industrie agroalimentari. Non di meno le buone pasticcerie locali insistono con caparbietà a sfornare dolci a “km zero”, senza eccessive raffinazioni , freschi quanto lo richiedono la naturale decadenza dei prodotti , con materia prima di sicura e facile rintracciabilità. Sarebbe troppo sognare , conclude Bivona, in questi giorni ancora primaverili osservare lunghe file di scolaresche intrattenersi al banco delle pasticcerie del paese e chiedere all’unisono: Per favore mi dia una “minna di virgini”. Poi allontananti dalla pasticceria aprire lo zaino e buttare nelle cassette dell’immondizia le confezioni di brioscine e dolciumi industriali, alla stregua come si fa con la comune peggiore spazzatura. 


  Noi ci ispiriamo a un modello di De.Co  attraverso il percorso dei Borghi geniusLoci De.Co   a burocrazia zero e chiaramente a costo zero, per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini, ha ribadito Nino Sutera, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenzache rappresentano la vera componente innovativa. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione al luogo storico di origine.    L’auspicio che poi rappresenta la vera sfida, riuscire a realizzare una rete dei comuni De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare i prodotti nelle loro zone di produzione per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci”. L'Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Martino Maggio ha intrapreso questo percorso per la valorizzazione identitaria del territorio

 La descrizione del dolce? Il dolce và gustato e assaporato e ... 

giovedì 28 marzo 2013

Una De.Co. per l'Agnello Pasquale


di NinoSutera
                            C'è un comune nell'agrigentino, che  durante il periodo pasquale si svolge ogni anno la" Sagra dell'Agnello Pasquale", dedicata al dolce tipico di pasta di mandola farcito di pistacchio, a forma di Agnello. 
Il prodotto dolciario, gustato, conosciuto ed apprezzato in Italia ed all’estero.














Lo scorso  anno  grazie alla lungimiranza degli amministratori locali è stata avviata la procedura per l'istituzione della      De.Co. ( Denominazione Comunale) 

 Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia,  ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus di Menfi e Sambuca di Sicilia è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori”  Il valore di una De.Co. (denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing territoriale


Ingredienti

  • 1,4 kg di zucchero a velo
  • 1 kg di mandorle
  • 1 kg di pistacchi
  • 500 ml d’acqua

Preparazione dell’agnello pasquale di Favara

Sbollentare e sbucciare le mandorle e i pistacchi. Quando entrambi gli ingredienti si saranno raffreddati macinarli separatamente fino a ottenere delle farine fini. Fare bollire in un tegame 700 g di zucchero a velo e 250 ml d’acqua. Quindi togliere lo sciroppo dalla fiamma, aggiungervi il trito di mandorle e impastare il tutto fino a ottenere una pasta liscia ed omogenea. Seguire lo stesso procedimento per il trito di pistacchi.
Inserire nello stampo dell’agnello pasquale parte della pasta di mandorle fredda premendola lungo i bordi dello stampo per uno spessore di circa 1 cm, così da formare quella che sarà la parte dell’agnello visibile all’occhio. Dopodiché riempire la cavità dell’agnello con la pasta di pistacchio e rivestire infine la base con il resto della pasta di mandorle. Lasciare che il dolce si indurisca un po’ all’interno dello stampo e poi estrarlo con cura.
L’agnello pasquale di Favara si può servire così com’è (magari decorandolo con un fiocchetto o un campanellino al collo e uno stendardo piantato sul dorso) oppure lo si può arricchire ancora di più, guarnendolo in base al proprio estro creativo. Per creare, ad esempio, il manto di lana dell’agnello si può fare ricorso agli stessi colori alimentari che si usano per dipingere la frutta di Martorana oppure a del fondente di zucchero e qualche perlina argentata da spargere qua e là sul manto o, ancora, lo si può creare in maniera ancora più elegante modellandolo con una sac à poche contenente un po’ di pasta di mandorla ammorbidita con acqua.

L’agnello pasquale, dolce tipico favarese, trova fondamento in una tradizione  abbastanza antica 
Fra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 ne fa un lacunoso accenno il barone Antonio Mendola, ma l’uso di questo dolce era ancorato ad una tradizione esclusivamente familiare e non poteva assolutamente gareggiare, per preferenza e quantità, con i frutti di martorana ed i cannoli, molto apprezzati oltre cento anni addietro dai favaresi, principalmente per Natale e Pasqua.
L’agnello pasquale, preparato con pasta reale a base di mandorle, ripieno di pasta di pistacchio e finito con velo di zucchero e decorazioni, è rimasto un dolce strettamente artigianale e familiare fino alla seconda metà del 1900.
Questo dolce è stato assaggiato il 12 maggio 1923, da mons. Giuseppe Roncalli (1881-1963 - eletto Papa Giovanni XXIII il 28-10-1858), quando, essendo in visita ad Agrigento, dovendo rientrare a Roma, il canonico Antonio Sutera volle accompagnarlo fino a Caltanissetta e, passando per Favara, insieme si fermarono nella sua residenza di via Umberto per prendere un caffé e, per l’occasione, assaggiare questo dolce favarese preparato da suor Concetta Lombardo del collegio di Maria.
Il dolce venne talmente apprezzato da mons. Roncalli, al punto tale che a 40 anni esatti dalla visita ad Agrigento-Favara, precisamente l'11 maggio 1963, ricevendo il nuovo Vescovo ausiliare di Agrigento, mons. Calogero Lauricella, accompagnato per l'occasione, dal teologo Antonio Sutera, studente all'ateneo di Roma (nipote del canonico Antonio Sutera), Papa Giovanni XXIII volle ricordare due cose in particolare: la visita effettuata ai templi di Agrigento e il gusto particolare dell'agnello pasquale, consumato a Favara (v. foto).
Il canonico Sutera, quando era direttore diocesano delle pontificie opere missionarie e rettore del seminario di Agrigento più volte ha omaggiato mons. Roncalli di questo squisito dolce favarese e successivamente, riprendendo una vecchia e nobile tradizione, anche il Movimento Giovanile Studentesco di Favara, il cui promotore era il sac. Antonio Sutera (nipote del suddetto canonico), a quell'epoca rettore della chiesa del Rosario di Favara. Di quanto detto ne è riprova una lettera della Segreteria di Stato del 18 aprile 1966, con la quale l’eletto cardinale sostituto mons. Angelo Dell’Acqua comunicava a mons. Sutera che Papa Paolo VI voleva ringraziarlo per l’invio dell’agnello pasquale (v. foto).
Nel novembre 2004, in occasione di un incontro di Papa Giovanni Paolo II con alcuni disabili sono stati portati alcuni doni e, fra questi, anche un agnello pasquale di Favara.
Per garantire la sostenibilità di una De.Co. occorrono tuttavia due principi, la storicità del prodotto da promuovere, perchè si eviti improvvisazioni che possono nascere da meri interessi commerciali. e la De.Co. come espressione di un patrimonio collettivo e non a vantaggio di una singola azienda.

lunedì 25 marzo 2013

Brand territoriale e culture identitarie, un binomio vincente


Territorio+Tradizioni+Tipicità+Tracciabilità+Trasparenza
Brand delle  Culture Identitarie 

  NinoSutera







 Il ruolo dei 
Borghi GeniusLoci  De.Co.



   La Sicilia rappresenta un set cinematografico naturale dove realizzare moltissimi film e fiction televisive. Uno degli esempi di maggiore interesse, a tal proposito, è costituito dal commissario Montalbano, sulla cui immagine sono stati avviati interessanti esempi di marketing territoriale della Sicilia orientale, nei territori in cui sono state girate scene della fiction televisiva, e molte imprese hanno già manifestato il loro interesse. Perché non investire allora sul rafforzamento del rapporto tra letteratura, cinema e identità territoriale? Una tale ipotesi potrebbe concorrere ad accrescere la competitività di un made in Sicily basato su parametri di  “qualità  locale” dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa.







           Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   è un percorso culturale,     che mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del  Percorso  GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività. 
              Il  percorso   innovativo   “Borghi Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del  territorio   attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”

                 Un piano strategico di sviluppo economico territoriale  dovrebbe essere elaborato e condiviso sinergicamente dai soggetti istituzionali e da popolazione e imprese, tenendo in considerazione i necessari elementi di sostenibilità e competitività. I fattori materiali e immateriali di un territorio dovrebbero concorrere a essere rappresentati in un marchio o in un prodotto che ne costituisce il tratto distintivo: in sintesi territorio, prodotti e imprese dovrebbero avere un marchio o “brand” che consenta al consumatore l’immediata individuazione dell’area geografica di provenienza. 


                 In tale contesto si inseriscono le dinamiche di “comunicazione” del territorio la cui immagine percepita in molti casi si trasferisce sui prodotti stessi, concorrendo a definirne il generale posizionamento sul mercato. Tuttavia una moderna comunicazione veicolata anche attraverso gli strumenti di comunicazione di massa, come internet e il mezzo televisivo, richiede un forte appeal che sintetizzi i rapporti tra impresa, prodotto, territorio e cultura. Il rapporto tra cinema e letteratura costituisce in termini di comunicazione, uno degli elementi di maggiore impatto ai fini della comunicazione dell’identità territoriale.
L’obiettivo, recuperare l’identità di un territorio come opportunità di arricchimento di significati e valori per l’economia locale. Il territorio costruito nel tempo lungo dalle civilizzazioni attente ai processi coevolutivi, su cui oggi viviamo, è un prodotto sociale per eccellenza e dunque va trattato e attenzionato come un bene patrimoniale comune da difendere e salvaguardare, per consegnarlo alle generazioni future.   Avere un luogo di origine molto bello aiuta per il successo. La percezione di qualità è in parte fortemente influenzata da fattori esterni quali la notorietà. Un territorio bello, famoso e ben organizzato e quindi un enorme vantaggio,   in questo la De.Co. può rappresentare uno strumento di comunicazione del brand

         Ogni singolo comune,   possiede un patrimonio concreto che è l'espressione della propria tradizione culturale, ecco come   le De.Co. Denominazione Comunale, possono considerarsi l’innovazione di una nuova idea, che può essere un prodotto, un  processo o un nuovo modo di organizzarsi.  


               Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava:  “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie,  deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo. Il valore di una De.Co.(Denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune, a memoria futura oppure come occasione del presente, per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine.

domenica 17 marzo 2013

Selinunte. Emozioni da vivere e assaporare. Tra cucina,vino,fotografia, jazz e gli Ambasciatori dell’Identità Territoriale del GeniusLoci De.Co. Sicilia




decosicilia@gmail.com

Nello splendido paesaggio del Parco Archeologico, il  più grande d'Europa con i suoi maestosi Templi Greci, nascono i protagonisti nella promozione dei prodotti del territorio
 

L’evento enogastronomico organizzato  a Selinunte lo scorso venerdì, da insuperabili professionisti del settore,  è stato all’insengna di un autentico   percorso sensoriale che ha coinvolto  tutti i sensi. La cucina ricercata degli chef Angelo Franzò e Sergio Sinagra, basata su materie prime di alta qualità del territorio, in un connubio tra i principali prodotti di terra e di mare siciliani. Con tocco vivace ed innovativo i piatti per ogni palato verso un impareggiabile escalation di sapori.
L'abbinamento con diverse tipologie di vini,  a ogni piatto, magica alchimia tra caratteri organolettici diversi, provenienti da artigiani del buon vino, eppure complementari tra loro, in una spasmodica ricerca dell'equilibrio dei sapori  curata dal Sommelier Carmelo Corona.
L’intera serata è stata  scandita dallo stile e dalla poesia del jazz: sublimi note di Maestri del Jazz,    gli scatti del celebre fotografo Filippo Mannino, e le immagini dei Colori del gusto   di Nino Sutera 
I prodotti agro-alimentari e artigianali  racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine. Infatti derivano sempre dalla valorizzazione di una materia prima locale, sono il frutto di trasformazioni, generalmente su piccola scala, che racchiudono conoscenza tecnica locale e tradizione, sono fortemente legati al territorio, alle radici locali, attraverso un legame culturale e sociale che assegna al prodotto una dimensione identitaria di primo piano  Il prodotto agricolo o agro-alimentare e artigianale, è il protagonista della valorizzazione del paesaggio, della cultura contadina e testimone speciale della vita di un territorio. Considerato, inoltre, che i produttori agricoli, ma anche gli artigiani costituiscono il collante tra i prodotti e il territorio. Essi rappresentano infatti gli ereditieri di un “savoir faire” locale, portatori di valori specifici, artefici di una costruzione sociale e di una cooperazione che ha come risultato la qualificazione di un prodotto di cui i riferimenti sono l’identità  del gusto. Le caratteristiche   del prodotto sono   irriproducibili in altri luoghi, cioè al di fuori di quel particolare contesto economico, ambientale, sociale e culturale, e pertanto uniche. Il prodotto  del territorio  è la risultante di questa interazione, e incorpora un sapere costruito nel tempo e condiviso all’interno di una collettività territorializzata e condivisa.
Questo processo di accumulazione di conoscenza e di sedimentazione locale tramite interazione permette al prodotto di divenire l’espressione della società locale nella sua organizzazione, nei suoi valori, nelle sue tradizioni e nei suoi gusti adattati al contesto ambientale, economico, sociale e culturale del luogo.
Gli ambasciatori dell’identità territoriale, sono quindi destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale,  comunicare e far conoscere il territorio,  il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari. 
Ciò formalizza il legame con il territorio, di farsi portatore di una identità culturale economica e sociale, che i vari attori presenti sul territorio che hanno l’obbligo di valorizzarle. Le identità non sono inscritte nei geni di un popolo ma si costruiscono storicamente, nella dinamica quotidiana del colloquio tra civiltà, tra uomini , esperienze e culture  diverse .
Gli ambasciatori dell’identità territoriale rappresentano uno degli steps del  percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia,  ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus  inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori
    Ci sono luoghi in cui il genius loci è associato ad un monumento, ad un personaggio. Tuttavia le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d'infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco per noi il percorso significa anche recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze
Complimenti a chi con tanta passione e tantissima professionalità, ha realizzato un evento destinato a essere ricordato come un modo nuovo di interpretare il cibo, la cucina, e il buon gusto.
All’evento hanno partecipato tanti appassionati e  tanti intenditori, come il Prof. Giovanni Montemaggiore,  e  professionisti della comunicazione come la Dott. Antonella Giovinco giornalista,  recentemente premiata al XII Edizione del Premio Donnattiva presso Sala Gialla di Palazzo dei Normanni.

lunedì 11 marzo 2013

De.Co. per l’Ova Murina. Sciacca, l’enogastronomia và in scena.



Sabato 16 Marzo presso Ex Chiesa di Santa Margherita a Sciacca  alle ore 10.00   il Comune di Sciacca    organizza il Seminario “La valorizzazione dell’identità del territorio attraverso la De.Co.” Interverranno, dopo i saluti del Sindaco di Sciacca,  Fabrizio Di Paola, interverranno   
Giuseppe Bivona Presidente della Lurss.Onlus, Alimentazione,  tra tradizione e innovazione.
Nino Sutera Direttore della Lurss.onlus GeniusLoci De.Co Percorso di programmazione partecipata  per la salvaguardia  dell’identità dei territori. Le conclusioni sono affidate a Gaetano Basile Giornalista  Modererà i lavori Santina Matalone
 L'intendimento è avviare  il percorso finalizzato alla Istituzione  della  De.Co (Denominazione Comunale) per   valorizzare un prodotto gastronomico tipico della identità locale Dopo una attenta analisi del patrimonio gastronomico locale l’Amministrazione ha concertato la possibilità di porre sotto i riflettori un dolce tipico saccense al quale sono legati notevoli aspetti storici: L’Ova Murina.
Una ricetta che Risale al ’600 e che dobbiamo alla creatività delle suore del Monastero della Badia Grande di Sciacca. L’amministrazione adotterà  per l’istituzione della De.Co. il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co Sicilia, che ha l’ambizione di divenire il percorso della città, un percorso condiviso e da condividere per il raggiungimento della  «Qualità Locale»
Per   Giuseppe Bivona, Presidente Lurss Onlus, i prodotti locali ottenuti con metodi tradizionali conservano caratteristiche nutritive e salutistiche migliori se confrontati a quelli ottenuti con l'uso di sistemi totalmente industriali. Gli Chef, ma anche gli artefici dell’arte bianca, possono e debbono farsi ambasciatori della promozione dei prodotti autoctoni e quindi il mondo enogastronomico oggi più che mai deve creare questo filo conduttore tra  buon gusto e gli aspetti salutistici del cibo locale.
 Per Nino Sutera,    attraverso la De.Co il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità”. Le De.Co rappresentano uno strumento di marketing e di sviluppo del territorio e devono spingere ad invogliare i consumatori ad apprezzare i prodotti tipici del territorio nel territorio stesso d'origine. E' ovviamente una presa di coscienza che, coinvolge aspetti come Territorio, Tradizioni, Tipicità, Tracciabilità e Trasparenza, in una sola parola CULTURA.
I lavori saranno conclusi da Gaetano Basile,  giornalista,   enogastronomo appassionato e narratore avvincente. Ha alle spalle un’intensa attività giornalistica televisiva come divulgatore di tutto ciò che è cultura siciliana. Ha scritto di Sicilia, di cucina di Storia e storie. Viaggiatore attento e testimone di una cultura antica, sa  parlare alla memoria della gente, che seduce, prescindendo da stereotipi e luoghi comuni. 








  

giovedì 28 febbraio 2013

Enna, tappa regionale dell’iniziativa GeniusLoci De.Co Sicilia





Nella splendida cornice dell’Hotel Federico II di Enna si è svolto il Congresso Regionale Arte Cucina Enna.


Una giornata del made enogastronomico del territorio, tra storia e futuro del turismo, e della valorizzazione dei prodotti del territorio.
In occasione del Congresso, si è tenuta la presentazione della rete degli Ambasciatori dell’Identità Territoriale, nell’ambito del format GeniusLoci De.Co Sicilia per la valorizzazione dei prodotti del territorio.
L’importante appuntamento, oltre a riunire i cuochi della Regione, e gli alunni dell’Istituto Alberghiero Federico II di Enna, per discutere di sviluppo della professione in un’ottica di modernizzazione di metodi, ricerche, tecniche e lavorazioni, dell’enogastronomia regionale ancorché di prodotti a denominazione comunale, vanto della migliore tradizione dell’isola.
Ha coordinato i lavori lo chef Angelo Franzò impegnato da anni, in un lavoro di sviluppo dei valori professionali di una categoria un tempo poco considerata, ma che a pieno titolo ricopre oggi un ruolo di primo piano nello sviluppo della qualità non solo della ristorazione ai vari livelli, ma anche nella promozione del turismo che ricerca sempre più la qualità ed apprezza la riproposizione sincera e genuina dei piatti di un tempo non contaminati dalla “modernità”.
Hanno presenziato autorevoli relatori: Apertura dei lavori e saluti Davide Selvaggio Direttore amministrativo del Federico II^ il Prof. Antonino Sportaro dell’ Istituto Professionale Statale Federico II rimarcando il ruolo didattico dell’istituto, attraverso la valorizzazione delle tradizioni alimentari è diventata un elemento fondamentale per lo sviluppo di un territorio. Essa non ha soltanto implicazioni, per quanto importanti, sul piano dell’identità, della cultura e dell’immagine ma rappresenta un investimento ad alto valore aggiunto per l’intera economia. Le imprese agricole, industriali, artigianali, commerciali e della ristorazione formano, insieme, un sistema agro-alimentare qualitativamente valido e ricco di prospettive economico sociali.
Carmelo Corona: Sommelier professionista il paese del vino che non conosce il vino ha focalizzato l’intervento sul vino, nettare degli dei, elemento di sicura attrattività della regione. Parliamo spesso dei grandi territori del vino come attrattori ma è necessario che la sinergia virtuosa tra pubblico e privato, il rispetto e il recupero del territorio e la genuinità del legame dei protagonisti della filiera con la loro terra, attiri anche progetti di formazione, facendo crescere la dimensione “geografica” e “funzionale” dei territori stessi, affinchè la maggiore conoscenza del vino sappia innescare il volano di sviluppo territoriale.
In fine il Dott. Nino Sutera, direttore Lurss Onlus, La De.Co. Ambasciatore dell’Identità territoriale” Noi ci ispiriamo a un modello di De.Co per la Sicilia, che valorizza il territorio, ma soprattutto, a burocrazia zero e chiaramente a costo zero, per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenzache rappresentano la vera componente innovativa. La Denominazione Comunale è un concreto strumento di marketing territoriale, ma è soprattutto un’ importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità locali.
L’Italia, è il “paese dei Comuni”, ognuno di essi è un’occasione, di turismo, di cultura, di sapore … di unicità. Per garantire la sostenibilità di una De.Co. occorrono tuttavia due principi, la storicità del prodotto da promuovere, perchè si eviti improvvisazioni che possono nascere da meri interessi commerciali. e la De.Co. come espressione di un patrimonio collettivo e non a vantaggio di una singola azienda. Si tratta di un sistema innovativo che vuole difendere il locale rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Per fare ciò bisogna coinvolgere tanti appassionati, tantissimi innamorati dei luoghi in cui dimorano, ed ecco gli ambasciatori dell’identità territoriale. I prodotti identitari, sono ambasciatori di un territorio, elementi di riconoscibilità e di appartenenza. Il recupero della memoria storica del territorio per una efficace valorizzazione delle risorse endogene.
Ormai conclude Nino Sutera, quasi tutte le settimane ci sono iniziative legate al format GeniusLoci De.Co. che rappresenta un modello mutuabile nelle diverse realtà identitarie regionale.
Prossimo appuntamento a Sciacca.

martedì 19 febbraio 2013

SICILIA C’è il congresso regionale dell’Associazione Arte Cucina Enna

 La cucina è da sempre un’arte, che adesso più di prima si assapora sempre più. La Sicilia terra di conquista e di conquistatori si affida alle risorse autoctone.  Al via il primo congresso regionale dell’Associazione Arte Cucina Enna,presso la splendida sede dell' hotel federico II a Enna il prossimo 26 febbraio chef come Giovanni Bilello e Angelo Franzò, per citarne alcuni, per una volta lontani dai fornelli per parlare, spiegare la loro visione della cucina e dell’enogastronomia regionale, il territorio, le eccellenze e le prelibatezze dei prodotti a Denominazione Comunale.
 Tra gli interventi 

 Davide Selvaggio: Direttore del Federico II^ apertura dei lavori e saluti

Giovanni Bilello: introduzione del congresso e illustrazione

Angelo Franzò: presentazione del programma e nuovi soci

Prof.Antonino Sportaro della scuola Alberghiera Enna

Carmelo Corona: Sommelier professionista iIl paese del vino che non conosce il vino


Dott. Nino Sutera, direttore Lurss Onlus,che relazionerà sul tema:" La De.Co. Ambasciatore dell'Identità Territoriale"
Il fenomeno delle De.Co. (Denominazioni comunali) nasce a seguito della legge 142/1990 e del Testo Unico Enti Locali, decreto legislativo 267 che consente ai Comuni nell’ambito dei principi sul decentramento amministrativo, la valorizzazione delle attività tradizionali che risultano presenti nelle diverse realtà territoriali.Il format GeniusLoci De.Co per la Sicilia è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori”.
Semplicità e leggibilità del piatto, piacere e salute, antidoto per la globalizzazione, elementi di identità locale. Insomma scuola, cucina e cultura a salvaguardia della tradizioni locali.

giovedì 7 febbraio 2013

1^ Manifestazione regionale di enogastronomia siciliana a Castelvetrano e 1° evento regionale dei prodotti De.Co


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 di  Sergio Furco
ManifestazioneCastelvetrano2013 1Chiesa della Santissima Trinità di Delia"La Sicilia è il paese delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, è tutto un profumo... Ma quel che ne fa una terra necessaria a vedersi e unica al mondo, è il fatto che da un'estremità all'altra, essa si può definire uno strano e divino museo di architettura". Queste le parole di Guy de Maupassant in il "Viaggio in Sicilia" del 1885 e questa è l'immagine che stamane ho dipinta nella mente in ricordo di una "Intera" giornata trascorsa all'interno della stupefacente location del "Baglio Trinità" di Castelvetrano.
Inevitabile la visita, direi quasi un'esplorazione, alla "Chiesa della Santissima Trinità di Delia" situata all'interno della proprietà ed immersa in tanto verde, esempio dell'architettura Normanno-Bizantina e costruita a modello della Cuba, classico edificio religioso del periodo in oggetto (la costruzione risale alla prima metà del dodicesimo secolo).
A chi va il merito di aver stimolato i miei sensi nell'arco di queste poche ore trascorse a Castelvetrano, calamitato da un insieme di inziative e momenti che hanno scandito la "I^ Manifestazione Regionale per la promozione e valorizzazione dei prodotti enogastronomici del territorio Siciliano" del 29 gennaio 2013?.......Sicuramente all'organizzatore ed ideatore della manifestazione lo Chef Angelo Franzò e poi a tutti gli intervenuti a diverso titolo.
In tarda mattinata, entro nella hall centrale del Baglio Trinità e mi ritrovo circondato dalle esposizioni di produttori locali espressioni di eccellenze del territorio. Sono le undici del mattino e ancor prima di cominciare a scrivere nel mio block notes comincio una ricca degustazione. Tante le aziende intervenute che hanno presentato i loro prodotti e mi risulterebbe impossibile elencarle tutte.
Però non posso non menzionare "I Molini del Ponte" di Castelvetrano per la qualità delle semole e farine di grano duro siciliano, molite con antichi molini a pietra, e quindi dell'ottima pasta e dell'ottimo pane ottenuto con la lievitazione naturale.
Ottimo il gusto dei formaggi, del pane e delle olive e del buon vino dell'Azienda Agricola Pantalica di Siracusa e strepitoso il formaggio a pasta molle che nulla ha da invidiare ai prodotti simili di marche blasonate.
Stupefacente l'aceto di vino e mosto concentrato di uve bianche dell'Azienda Lauducina Vito di Petrosino che negli anni 60 creò questa ricetta, che permette di ottenere un prodotto unico.
Le erbe aromatiche della "Le Aromatiche di Girafi" di Mussomeli un'esplosione di profumi, che misti al gusto delle diverse tipologie di sale prodotte dalla Sikelìa S.r.l. hanno stimolato il mio olfatto ed il mio gusto.
Non conoscevo il Carciofo Spinoso di Menfi che l'Azienda Agricola Romano riesce abilmente a trasformare in prodotti che esaltano le caratteristiche tipiche di questa razza di carciofo, già Presidio Slow Food.
La mia attenzione è stata captata dall'azienda casearia "Il Caseificio Cucchiara Liborio" di Salemi, di cui ho gustato la buonissima "Vastedda della Valle del Belice D.O.P." (riconosciuto presidio Slow Food) ed il gustosissimo "Pecorino Siciliano D.O.P.", ottenuti sfruttando i 90 ettari di terreno che l'azienda coltiva in biologico in cui circa 1000 pecore di razza autoctona pascolano libere.
ManifestazioneCastelvetrano2013 2Alcuni Chef con Angelo FranzòInteressante il seminario "GeniusLoci De.Co Sicilia" a cura della Lurss Onlus (Libera Università Rurale Saper&sapor Onlus), organizzato dallo Chef Franzò e moderato dalla giornalista Dott.ssa Antonella Giovinco, al quale hanno partecipato illustri esperti del settore.
I lavori sono stati aperti con il saluto dell'Amministrazione Comunale di Castelvetrano per voce dell'Assessore Dott. Paolo Calcara ha ringraziato l'organizzatore e tutti i partecipanti alla manifestazione, evidenziando che, senza l'aiuto di alcun fondo pubblico, hanno dato vita ad una valida ed utile iniziativa.
Il Dott. Calcara ha evidenziato la volontà dell'Amministrazione, di stipulare dei protocolli d'intesa con i ristoratori ed i produttori locali, al fine di far utilizzare nella ristorazione e nelle strutture turistiche i prodotti autoctoni, anche con l'uso di incentivi ed aiuti mirati. A detta dell'Assessore l'uso di poche D.O.P. riferite all'intera Sicilia e non frastagliate in diversi territori avrebbe dato risultati più evidenti e maggiore visibilità alle nostre tipicità.
Interessanti le considerazioni del Dott. Giuseppe Bivona, Presidente Lurss Onlus, che riportando i risultati di diversi studi, ha dimostrato come i prodotti locali ottenuti con metodi tradizionali conservino caratteristiche nutritive e salutistiche migliori se confrontati a quelli ottenuti con l'uso di sistemi totalmente meccanizzati. Gli Chef, con la loro arte, possono e devono farsi ambasciatori della promozione dei prodotti autoctoni e quindi il mondo enogastronomico oggi più che mai deve creare questo filo conduttore tra il mondo del gusto e gli aspetti salutistici del cibo locale.
Il Dott. Nino Sutera, Direttore Lurss Onlus, con una bellissima presentazione, ha descritto ai presenti la GeniusLoci De.co Sicilia. Le De.Co (Denominazioni Comunali) nascono da una idea semplice, il grande Luigi Veronelli così le spiega: "Attraverso una semplice delibera il Sindaco certifica la provenienza di ogni prodotto della sua Terra", per cui attraverso le De.Co il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità. Le De.Co rappresentano uno strumento di marketing e di sviluppo del territorio e devono spingere ad invogliare i consumatori ad apprezzare i prodotti tipici del territorio nel territorio stesso d'origine. E' ovviamente una presa di coscienza che, come ben dice la Prof.ssa Alessandra Carrubba dell'Università degli Studi di Palermo, a chiusura degli interventi, coinvolge aspetti come Territorio, Tradizioni, Tipicità, Tracciabilità e Trasparenza, in una sola parola CULTURA.
Nel pomeriggio, si prosegue con la presentazione ad una autorevole giuria di alcuni piatti preparati dagli chef che, dandosi un tema, lo hanno tradotto in arte culinaria riuscendo ad esprimere l'importanza dell'uso di prodotti locali per la preparazione di piatti da Grand Gourmet.
ManifestazioneCastelvetrano2013 3Chef presentatori dei piatti e relatoriNon posso non elencarvi i piatti che ho avuto il piacere di ammirare e fotografare, ma che purtroppo non ho potuto degustare.....ma qui di seguito un breve report:
Chef Aurelio Garonna – Baccalà allo sfincione
Chef Ezio D'Alia – Pasta chi vrocculi incaciata
Chef Francesco Lelio – Manciunarie Palermitane
Chef Pippo Laudani – Falso Magro alla catanese
Chef Carmelo Giunta – Tortino di fava lunga ennese e fonduta di piacentino
Chef Roselida Porrello – Macco di fave della nonna
Chef Roberto Trimarchi – Linguine alla norma con melanzana violetta
Chef Anna Mollica – Couscous cu l'agghia e cono di pisci fritti
Chef Ciccio Gallo – Tortino di ricotta e carciofi e pane nero croccante
Chef Bonetta Dell'Oglio – Busiata di tumminia con crema di carciofi
Chef Russo Alessandro - Filetto di maialino dei nebrodi e pane di tumminia e vino mascalese
Chef Andrea Finocchiaro - Zuppa di pesce alla catanese
Chef Amatore Giuseppe Calcara - Tianù ri san Giuseppe pasta tipica castelvetranese e familiare
Dopo aver deliziato i miei occhi ho avuto il piacere di assistere ad una tavola rotonda dal tema "Promozione e valorizzazione dei prodotti enogastronomici del territorio siciliano".
Interessante il viaggio enogastronomico misto di storia e buon cibo del Maestro di Cucina Giovanni Lorenzo Montemaggiore (Segretario Regionale A. Escoffier), continuando con l'intervento di Maurizio Messina (Presidente Chaine Des Rotisseurs di Trapani) che in maniera scrupolosa ha descritto ai presenti le influenze delle diverse dominazioni straniere riconducibili all'attuale panorama gastronomico siciliano.
Carmelo Corona (Sommelier Professionista AIS) ha erudito il pubblico sul mondo del vino e ha descritto l'evoluzione del mercato negli ultimi 30 anni, allarmandoci del sempre minore consumo di vino imbottigliato. A detta del Corona le motivazioni sono molteplici e si possono individuare almeno tre cause che hanno prodotto la situazione attuale. In primis le cantine hanno privilegiato l'esportazione, in secondo luogo vi è stata una azione poco efficace dei comunicatori del vino e per ultimo la scarsa professionalità nella ristorazione che ha allontanato il consumatore finale dall'apprezzare questo prodotto della nostra TERRA.
Entusiasmante la presentazione in powerpoint dello Chef Mariano Carbonetti (Associazione Accademia della Cucina Siciliana) con cui ha raccontato le origini e le chicche che si celano in tutte le ricette di piatti tipici siciliani.
ManifestazioneCastelvetrano2013 4La cena conclusiva della manifestazioneA conclusione della manifestazione ho deliziato la mia vista ed il mio palato alla cena tenutasi sempre al "Baglio Trinità" dove ho gustato i piatti del menù curato dallo Chef Angelo Franzò ed eseguito dallo Chef Massimo Scorsone e la sua "Brigata". Superfluo dirvi che tutte le pietanze abilmente presentate dagli Chef utilizzavano prodotti locali, coerentemente con quanto detto nel corso dei lavori della giornata. Al susseguirsi dei piatti i commensali hanno bevuto i vini delle Cantine Settesoli, magistralmente presentati dalla Dott.ssa Roberta Urso. I dolci con cui abbiamo concluso la cena sono stati preparati dai Pastry Chef Michele Giacalone e Salvatore Santangelo.
Giunto alla fine della giornata non posso non complimentarmi con l'organizzatore che ha ideato e creato dal nulla questa manifestazione, che come detto prima non ha ricevuto alcun finanziamento pubblico, pertanto mi auguro che si ripetano iniziative simili più spesso.
Infine auspico, come peraltro era nelle intenzioni di Franzò, che i partecipanti alla manifestazione nelle diverse figure, produttori, Chef, esperti del settore abbiano tratto profitto dagli incontri e dai contatti instaurati nel corso della giornata.

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