giovedì 2 gennaio 2025

Rete Nazionale Borghi GeniusLoci De.Co

 NucciaVona

Presidente di Paideia


La De.Co. (Denominazione Comunale) nasce da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così affermava: - Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità, rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale e, soprattutto, un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali.   

 La Denominazione Comunale (De.Co.) è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che afferma il suo primato nel territorio, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro.

Al fine di valorizzare i prodotti identitari e i loro territori meritevoli della Denominazione Comunale (De.Co.), la Rete dei Borghi Genius Loci De.Co. è un’iniziativa rivolta ai Comuni che hanno adottato il percorso per la De.Co. o che hanno i requisiti per farlo.   

Esaltare la nozione di identità nei prodotti del territorio, siano essi pietanze, dolci, saperi, eventi o lavori artigianali è l’obiettivo per cui nasce l’associazione “Borghi Genius Loci De.Co.”, come una nuova opportunità per recuperare e valorizzare le specificità locali, quali espressioni identitarie dei luoghi di provenienza.  

 Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico che, se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.

Luigi Veronelli, enologo, gastronomo e scrittore lombardo, a cui si deve l’ideazione delle De.Co., ha rappresentato, e rappresenta ancora, il rinascimento dell’ ElaioEnoGastronomia italiana in tutte le sue espressioni; ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione dei territori e dei prodotti identitari.

Il suo impegno è stato una lezione di dedizione, onestà intellettuale e sana partigianeria.

Divenendo l’antesignano della sovranità alimentare, Veronelli ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori, a garanzia dei consumatori consapevoli.

È in questo scenario che 20 anni addietro è stato ideato il percorso Borghi GeniusLoci De.Co.. Un percorso culturale che mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori.


 La De.Co. è un prodotto del territorio (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, ecc.), con il quale una comunità si identifica, per elementi di unicità e caratteristiche identitarie. Deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica, capace di muovere un target di viaggiatori, che la letteratura internazionale definisce “foodies”, viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.

Quando il cibo viene ancorato in maniera identitaria ad un territorio, smette di essere un momento culinario, per diventare esperienza sociale e storica.

Ogni cibo coinvolge immediatamente quattro sensi: vedere, annusare, gustare e toccare; ma quando un cibo è veramente l’espressione di una terra tocca anche l’udito e la mente, perché si racconta e racconta quel luogo con la sua storia e le sue tradizioni.

Quando arriva nel piatto, quel cibo ha detto tante cose e quando lo si assapora diventa esperienza avvolgente, coinvolgente e identitaria di quel luogo.  

 Il termine genius loci, di origine latina, definisce letteralmente il “genio”, lo spirito, l’anima di un luogo e caratterizza l’insieme delle peculiarità sociali, culturali, architettoniche, ambientali e identitarie di una popolazione oltre all’evoluzione di quest’ultima nel corso della storia.

Il “Genius Loci” è definito da Luigi Veronelli quale intimo e imprescindibile legame fra uomo-ambiente-clima e cultura produttiva.


È, pertanto, quell’unicum che caratterizza  quella particolare atmosfera che rende un posto speciale agli occhi del visitatore: l’ effetto Genius Loci, ossia  la capacità di un territorio di produrre, grazie al saper fare dell’uomo, l’anima del territorio nella quale si riconosce, in modo permanente, la singolarità ed il valore del luogo stesso. 

Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi, di eccezionalità e di unicità.

Aspetti importanti che collocano l’idea del Borgo GeniusLoci De.Co. all’interno di un percorso culturale di un pensiero innovativo, volto alla difesa delle peculiarità territoriali.

Bisogna dire, infine, che non è un percorso per tutti e non tutti i Comuni hanno i requisiti necessari.

Per garantire la sostenibilità del percorso per ottenere la Denominazione Comunale di un prodotto, occorrono dei principi inderogabili e non barattabili: la storicità, l’unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso a burocrazia zero.

Il  percorso “Borgo Genius Loci De.Co.” si configura, quindi, come un’irrinunciabile opportunità per recuperare e valorizzare le specificità locali, espressione dei luoghi di provenienza e la Rete dei Borghi Genius Loci De.Co. ne ottimizza i risultati

https://www.youtube.com/watch?v=oMJzupSW2OE 

 In sintesi:

Cos'è un Borgo Genius Loci De.Co.?

Un Borgo Genius Loci De.Co. è molto più di un semplice paese. È un luogo dove storia, cultura, tradizioni e prodotti locali si intrecciano in un'unica, inconfondibile identità. Il termine "genius loci" (spirito del luogo) evoca l'anima profonda di un posto, il suo carattere unico e irripetibile. 


Perché sono così importanti?

 

  • Salvaguardia delle tradizioni: I Borghi Genius Loci De.Co. contribuiscono a preservare le antiche usanze, i saperi artigianali e le ricette tramandate di generazione in generazione.
  • Sviluppo sostenibile: Promuovendo un turismo lento e di qualità, questi borghi favoriscono uno sviluppo economico rispettoso dell'ambiente e delle comunità locali.
  • Valorizzazione del territorio: Ogni borgo ha una storia da raccontare e un patrimonio culturale da tutelare. I progetti De.Co. aiutano a valorizzare questi aspetti, rendendoli un'attrazione per visitatori da tutto il mondo.

 

Perché è importante la Rete dei Borghi Genius Loci De.Co.?

  • Salvaguardia delle tradizioni: I Borghi Genius Loci De.Co. contribuiscono a preservare le antiche usanze, i saperi artigianali e le ricette, tramandate di generazione in generazione.
  • Sviluppo sostenibile: Promuovendo un turismo lento e di qualità, questi borghi favoriscono uno sviluppo economico rispettoso dell'ambiente e delle comunità locali.
  • Valorizzazione del territorio: Ogni borgo ha una storia da raccontare, un patrimonio culturale da tutelare e i progetti De.Co. aiutano a valorizzare questi aspetti, rendendoli un'attrazione per visitatori da tutto il mondo.

Coloro che, con passione e dedizione, promuovono e valorizzano le caratteristiche uniche di un luogo sono custodi delle tradizioni, promotori dei prodotti identitari e locali e narratori delle storie che hanno forgiato un territorio.

In sostanza, sono ambasciatori di un'eredità culturale, che va preservata e tramandata alle future generazioni. Possono, quindi, essere definiti i Custodi dell’identità Territoriale e, pertanto, sono gli attori principali del percorso Borghi GeniusLoci De.Co., elaborato dalla Libera Università Rurale dei Saperi&Sapori Onlus

 

Il ruolo dei Custodi dell’identità Territoriale è cruciale per:

·         Preservare il patrimonio culturale: Tramandare tradizioni, dialetti, ricette, mestieri antichi e storie locali, feste popolari, evitando che vadano perdute nel tempo.

·         Valorizzare le produzioni locali: Promuovere i prodotti identitari, sostenere i produttori locali e far conoscere le eccellenze del giacimento enogastronomico   di un territorio.

·         Aumentare l'attrattiva turistica: Rendere un luogo più interessante agli occhi dei visitatori, offrendo loro esperienze autentiche e indimenticabili.

·         Rafforzare il senso di comunità: Creare un legame più profondo tra le persone e il territorio in cui vivono, favorendo lo sviluppo di un senso di appartenenza.

·         Il paesaggio: Salvaguardare l'ambiente naturale, i paesaggi rurali, i borghi antichi e i centri storici.

Perché è così importante essere custodi dell'identità territoriale?

Preservare l'identità territoriale è fondamentale per:

·         Rafforzare il senso di appartenenza: L'identità territoriale fornisce alle persone un senso di appartenenza a una comunità e un legame con il proprio passato.

·         Promuovere lo sviluppo sostenibile: Valorizzando le risorse locali e le tradizioni, si contribuisce a creare un modello di sviluppo economico più equo e sostenibile.

·         Aumentare l'attrattiva turistica: I luoghi che conservano la propria identità sono più attraenti per i turisti, che cercano esperienze autentiche e originali.

·         Contrastare l'omologazione: La tutela dell'identità territoriale aiuta a contrastare l'omologazione culturale e a preservare la diversità dei luoghi.

 


Esempi di Custodi dell'Identità Territoriale:

 

·         Sindaci: Mettono in atto politiche di valorizzazione del territorio e di tutela del patrimonio culturale, per tramandarlo alle generazioni future.

·         Cuochi e pasticcieri: Raccontano e salvaguardano la storia e le tradizioni culinarie di un territorio.

·         Scrittori, poeti  e giornalisti: Celebrano la bellezza di un luogo attraverso le loro inestimabile opere.

·         Associazioni culturali: Organizzano eventi e manifestazioni per promuovere le tradizioni locali.

·         Agricoltori e allevatori: Coltivano e allevano con metodi tradizionali e/o biologici rispettando l'ambiente.

·         Artigiani: Mantengono vive le antiche tecniche artigianali locali.

 

Come diventare Custode dell'Identità Territoriale?

Ognuno di noi può contribuire a valorizzare il proprio territorio in molti modi:

·         Condividere le proprie conoscenze: Raccontare le storie della propria famiglia, le tradizioni del proprio paese, le ricette della nonna.

·         Acquistare prodotti locali: Sostener l'economia locale e contribuire alla salvaguardia delle tradizioni alimentari.

·         Sostenere le imprese locali: Acquistando prodotti   identitari e locali e frequentando le botteghe artigiane.

·         Partecipare alla vita della comunità: Aderire a associazioni culturali, partecipare a eventi locali e collaborare con le istituzioni.

·         Promuovere il proprio territorio sui social media: Condividere foto, video e storie che raccontino la bellezza del proprio luogo.

·         Organizzare eventi: Creare occasioni di incontro e scambio per far conoscere le tradizioni locali.

·         Tramandare le tradizioni: Condividere le proprie conoscenze e le proprie esperienze con le nuove generazioni.

·         Diffondere la conoscenza del territorio: Parlare del proprio luogo di origine con orgoglio e promuoverlo all'esterno. 

 

Perché è importante essere Custodi dell'identità territoriale?

In un mondo sempre più globalizzato e omologato, preservare l'identità di un luogo significa:

·         Avere un'identità forte: Un territorio con una forte identità è più resiliente di fronte ai cambiamenti e alle sfide del futuro.

·         Offrire un'esperienza unica: I turisti sono sempre più alla ricerca di esperienze autentiche e originali.

·         Creare un futuro migliore: Valorizzare il patrimonio culturale significa investire nel futuro delle nuove generazioni.

 

In conclusione, progetti come Borghi Genius Loci De.Co.  sono un esempio concreto di come sia possibile valorizzare l'identità di un luogo attraverso la promozione dei prodotti locali e delle tradizioni.

 

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Un viaggio senza tempo

 Paolo Salanitro e Benedetto Rotelli

  Hanno fatto tappa  ad Acquedolci  in questi giorni,  Kristen e Pierangelo.  Il loro non è un viaggio qualunque, su treni ad alta velocità o aerei, bensì hanno scelto di muoversi su una carrozza azzurra di dieci metri quadrati trainata da due cavalli bretoni, Thelma e Volcane, per scaldarsi usano una stufa a legna e per l'energia i pannelli solari. Ad accompagnarli tre galline, Caroline, Aurelia e Celine, sei pulcini e una cane, Pipo.

 

Per motivi di praticità e di logistica, durante la stagione estiva sostano nelle zone di montagna mentre nella stagione invernale in zone marine, perché così facendo è più facile trovare l'acqua e l'erba per i cavalli.

Un viaggio che racconta una scelta di vita, fatta di semplicità, di quotidianità, di un tempo scandito lentamente, di contatto con la natura e soprattutto lontano dai social media, per godersi completamente il presente.

Partiti nel settembre del 2019 da Finisterre (in Francia), la coppia ha varcato, nel maggio 2022, il valico alpino della Maddalena. Arrivati in Italia, sono arrivati in Sicilia, dopo aver attraversato l’interra penisola rigorosamente  con l’intera compagnia

Sul territorio  tra S.Agata Militello ed Acquedolci, Benedetto Rotelli e Paolo Salanitro due Referenti e animatori del Gruppo Tematico Regionale BIODIVERSITÀ, Gruppo attivato dal Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana, e coordinato da Nino Sutera, responsabile dell' Osservatorio Neorurale, nel condividere come obbiettivi del Gruppo Tematico la valorizzazione di una vita più ecosostenibile, utilizzando materiali meno impattanti per l'ambiente naturale, ed uno sfruttamento delle risorse nell'ambito di un'economia circolare, hanno portato i saluti del Gruppo Tematico e nello stesso tempo consegnato dei simboli del territorio, quali un culmo della Canna da Zucchero, una foglia di Agave sisalana semidecorticata con a vista la fibra tessile che si estrae dalla lavorazione, ed infine uno Zuccaro o forma di zuccaro in miniatura ed in terracotta, realizzato con argilla estratta ad Acquedolci.

Partiti il 24 settembre 2019, da Finisterre (Francia)  Kristen gia Responsabile ufficio stampa e gestione agrituristica e Pierangelo, biologo esperto in agricoltura in pensione, genitori di quattro figli, si sono messi in viaggio con una carrozza azzurra di dieci metri quadrati, con impressa la loro tappa finale in Sicilia,  trainata da due cavalli bretoni, Thelma di 12 anni e Volcane di 16 anni, per scaldarsi usano una stufa a legna e per l'energia i pannelli solari. Ad accompagnarli quattro galline, Monia, Sabrina, Claudia e Brunella, e una cane Pipo. La carrozza ha varcato, nel maggio 2022, il Valico alpino della Maddalena. Arrivati in Italia, sono scesi verso la Calabria, in questi anni di viaggio Per motivi di praticità e di logistica, durante la stagione estiva hanno sostato nelle zone di montagna mentre nella stagione invernale in zone marine, così facendo è più facile trovare l'acqua e l'erba per i cavalli. In diverse parti d'Italia durante le loro soste hanno collaborato con Associazioni di Volontariato nella pulizia di spiagge, si fermeranno ancora alcuni mesi in Sicilia per poi proseguire in Grecia. I Referenti del Gruppo Tematico Biodiversità ringraziano per la collaborazione la Rangers International OdV per il supporto prestato. 

A Palermo è prevista una conferenza stampa sulla Mission e Vision del viaggio.


 

 


sabato 28 dicembre 2024

FOOD'ART CORLEONE


Martedì 31 dicembre 2024, Corleone diventerà il cuore pulsante della cultura, dell’arte e della tradizione enogastronomica con la manifestazione *Food’Art Corleone, un evento unico finanziato dall’Assessorato Regionale dell'Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea – Dipartimento Regionale dell'Agricoltura. L’organizzazione è curata dall’associazione Intus Corleone APS con il patrocinio del Comune di Corleone. 



L’evento si aprirà allo scoccare della mezzanotte tra il 30 e il 31 dicembre, proseguendo per tutta la giornata e intrecciandosi con la tradizionale “Carcavecchia”, offrendo ai visitatori un ricco programma di attività culturali, enogastronomiche e di intrattenimento. 

 

PROGRAMMA “FOOD'ART CORLEONE”

Chiesa di Sant’Agostino

Ore: 00:00: Concerto di Giuseppe Cerullo con “OPERATIC FANTASIES”, un’esibizione emozionante di musica classica e contemporanea. 

Taste Point - Museo Pippo Rizzo

Ore: 09:00 – 18:00: Esposizione delle tipicità locali e incontri con i produttori per scoprire i sapori autentici del territorio. 

Museo Civico Pippo Rizzo (Sala Conferenze)

Ore: 10:30: Workshop “Corleone e le sue potenzialità”, un appuntamento formativo dedicato alle aziende agricole e agli operatori del settore per approfondire come l’economia circolare possa rappresentare un modello sostenibile e vantaggioso per l’ambiente e la produttività. 

Piazza Asilo/Chiostro Sant’Agostino *(in caso di maltempo l’evento si terrà al chiostro di Sant’Agostino) 

Ore: 13:00 – 14:30: Incontro degustazione dedicato allo *sfincione corleonese*, per scoprire il sapore autentico di questa specialità tradizionale. 

Visite guidate alla scoperta di Corleone

Ore: 10:30 e 14:30*: Tour guidati attraverso i tesori del patrimonio artistico e culturale di Corleone: 

a.       Museo Diocesano di arte sacra 

b.       Chiesa di San Martino 

c.       Museo del Contadino e Oratorio della Madonna del Soccorso 

d.       Chiesa di Sant’Agostino 

“Faccia di Vecchia Fest” 30-31 DICEMBRE 2024 TORRETTA


“Faccia di Vecchia Fest – Celebriamo il gusto della tradizione!”

Torretta, è pronta ad ospitare due giorni di festa e convivialità con il “Faccia di Vecchia Fest”, che celebra i sapori autentici del nostro territorio. Il prossimo 30 dicembre 2024, a partire dalle ore 18:00, al Belvedere Francesco di Maggio, Torretta si trasformerà in un palcoscenico di gusto, musica e spettacolo per il “Faccia di Vecchia Fest – Celebriamo il gusto della tradizione!”.

Questa iniziativa, finanziata dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea - Dipartimento Regionale dell’Agricoltura, ha come obiettivo quello di promuovere e valorizzare la tradizione gastronomica locale, con un particolare focus su uno dei piatti simbolo di Torretta: la Faccia di Vecchia, un piatto che racconta la storia e il legame indissolubile tra la cucina contadina e il nostro territorio.



30 DICEMBRE La protagonista è la “Faccia di Vecchia”

La Faccia di Vecchia è un piatto tradizionale di Torretta, che si distingue per la sua semplicità e il suo gusto ricco e autentico. Si tratta di un piatto che unisce pochi, ma pregiati ingredienti locali: mollica morbida, scalogno, pomodoro, pepe, caciocavallo, sarda salata, origano e olio extravergine d’oliva. La sua preparazione è un perfetto esempio della cucina contadina, che valorizza il sapore genuino degli ingredienti freschi e locali.

Durante l’evento, i visitatori avranno l’opportunità di degustare diverse varianti della Faccia di Vecchia, preparate anche dalle pizzerie locali, ognuna delle quali proporrà la propria interpretazione del piatto, unendo tradizione e creatività. Sarà un’occasione per riscoprire la qualità e l’autenticità dei prodotti locali, unendo la passione dei pizzaioli del paese e il desiderio di far conoscere le eccellenze culinarie del nostro territorio.

Un programma ricco di emozioni

Oltre alla degustazione della Faccia di Vecchia, l’evento offrirà una serie di attività pensate per intrattenere e coinvolgere i partecipanti. In particolare, The Christmas Song Quartet offrirà uno spettacolo musicale dal repertorio natalizio, creando l’atmosfera ideale per vivere la magia delle festività. Con i suoi brani, il gruppo saprà trasportare i presenti in un’atmosfera festosa e di grande suggestione.

A rendere ancora più spettacolare l’evento ci penserà l’Associazione Culturale Solart, che darà vita a una sfilata di coreografie e luci LED, trasformando il Belvedere in un vero e proprio palcoscenico di luci e colori. La magia visiva delle luci LED, accompagnata dalle coreografie suggestive, contribuirà a creare un’atmosfera incantevole, perfetta per concludere l’anno.

Un’occasione per promuovere i prodotti locali

Il “Faccia di Vecchia Fest” rappresenta non solo un’opportunità per scoprire e gustare la cucina tradizionale, ma anche un importante momento di promozione per le pizzerie locali e i produttori del nostro territorio. Ogni pizzeria che parteciperà all’evento avrà l’opportunità di presentare la propria versione della Faccia di Vecchia, arricchita da ingredienti tipici e locali, ma anche da un tocco di innovazione che riflette il legame con il passato e la voglia di rinnovarsi.

L’evento, infatti, è stato pensato anche come una vetrina per il territorio, dove i produttori locali possono far conoscere e valorizzare prodotti semplici, ma pregiati, come il caciocavallo, l’olio extravergine di oliva, e la sarda salata, ingredienti fondamentali per la preparazione della Faccia di Vecchia. La Regione Sicilia, attraverso il suo finanziamento, conferma così il proprio impegno nella valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche e nella promozione delle produzioni locali, fondamentali per lo sviluppo sostenibile delle nostre comunità rurali.

Un invito a tutti

 Faccia di Vecchia Fest” è un’occasione unica per vivere due giorni all’insegna della gastronomia, della musica e della tradizione. È un’occasione per stare insieme, per ritrovarsi e condividere un’esperienza unica che unisce gusto, musica e cultura. L’evento rappresenta un omaggio alla nostra tradizione culinaria, ma anche una celebrazione della nostra capacità di innovare senza dimenticare le radici.

31 Dicembre – Capodanno a Torretta

Il 31 dicembre, la festa si sposterà verso l’arrivo del nuovo anno con “Aspettando la Mezzanotte”. A partire dalle 20:00, il Belvedere diventerà il cuore pulsante della festa, con una degustazione di prodotti tipici locali, che permetterà ai partecipanti di scoprire i sapori più autentici della cucina siciliana. La serata sarà accompagnata dalla musica dal vivo dei “Gli Insomnia”, che animeranno la piazza con un mix di brani coinvolgenti.

La magia della notte culminerà con i giochi pirotecnici alle 00:00, che illumineranno il cielo di Torretta, segnando l’inizio del 2025. Dopo il brindisi, panettoni e spumante saranno offerti a tutti per festeggiare insieme l’arrivo del nuovo anno.

Ti aspettiamo il 30 e 31 dicembre 2024, dalle ore 18:00, in Belvedere Francesco di Maggio, Torretta (PA).

 

venerdì 27 dicembre 2024

Biodiversità viticola ed enologica


Venerdì 3 gennaio 2025, il suggestivo Castello Chiaramontano di Favara (AG) ospiterà il primo appuntamento del ciclo di studi dedicato a vino, storia e territorio. L’evento, inserito nella 19a Rassegna Internazionale Biodivino, è organizzato ogni due anni da Italia Bio e si propone di approfondire il tema della biodiversità viticola italiana, con un focus speciale sul contributo storico del barone Antonio Mendola, figura centrale per la viticoltura nazionale.

La Rassegna Internazionale Biodivino: tradizione e innovazione nel mondo del vino

La Rassegna Biodivino è un’occasione unica per esplorare il legame tra territorio, tradizione e innovazione nel settore vitivinicolo. L’evento si pone come una piattaforma di confronto tra studiosi, produttori e appassionati del vino, valorizzando la biodiversità come elemento essenziale per il futuro della viticoltura.

La giornata prenderà il via alle 9:00 con la registrazione dei partecipanti. A seguire, i saluti istituzionali introdurranno i lavori moderati da Lillo Alaimo Di Loro, presidente di Italia Bio. Il programma include interventi di docenti universitariricercatori ed esperti di rilievo nazionale e internazionale.

Il programma del convegno: biodiversità viticola e contributi storici

Tra i temi trattati durante il convegno:

  • “La biodiversità in viticoltura nel panorama italiano” – Prof. Rosario Di Lorenzo e Dott.ssa Lucia Turano (Università degli Studi di Palermo);
  • “Aspetti enologici di cv autoctone e reliquie coltivate in diversi ambienti della Sicilia” – Prof. Onofrio Corona e team (Università degli Studi di Palermo);
  • “I vitigni reliquia dell’Etna, risorsa per una viticoltura sostenibile” – Prof.ssa Elisabetta Nicolosi (Università degli Studi di Catania);
  • “L’attività dell’Irvo per il recupero e la valorizzazione della biodiversità viticola siciliana” – Dott. Antonio Sparacio e Dott. Salvatore Sparla (Istituto Regionale del Vino e dell’Olio di Palermo);
  • “La collezione ampelografica del barone Antonio Mendola, un contributo storico importante per la biodiversità viticola italiana” – Dott. Filippo Sciara (Officina di Studi Medievali di Palermo);
  • “Il panorama enologico internazionale e l’interazione con il paesaggio culturale nelle aree non tradizionali” – Dott. Gianluca Alaimo Di Loro (Di Loro Winery Consulting).

Il convegno si concluderà alle 13:00 con un dibattito aperto tra i partecipanti.

Esperienze pomeridiane: visita guidata e degustazioni

Nel pomeriggio, il programma prevede una visita guidata al centro storico di Favara, seguita da un banco di assaggio con degustazioni guidate curate dall’enologo Gianni Giardina. A partire dalle 16:00, i partecipanti potranno scoprire e assaporare i principali vini biologici siciliani, valorizzando l’importanza del territorio e delle sue peculiarità enologiche.

Un evento sostenuto da istituzioni e associazioni di settore

L’evento fa parte del progetto “Bio-ConvItalia – Biologico Conviviale Italiano”, finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Gode inoltre del patrocinio del Comune di Favara, delle Università degli Studi di Palermo e Catania, dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, dell’Istituto Regionale della Vite e dell’Olio di Palermo, di Confagricoltura Sicilia (sezione di Agrigento) e di Feder Agri.

Informazioni pratiche

Per partecipare al convegno o ricevere ulteriori informazioni, è possibile contattare gli organizzatori ai seguenti recapiti:

 

martedì 24 dicembre 2024

AUGURI

 





Note e sapori nella Valle dello Jato

 

Si svolgerà giorno 28 e 29 dicembre a San Giuseppe Jato, la manifestazione dal nome “Note e sapori nella Valle dello Jato”.

L’iniziativa, organizzata dall’associazione Andare Avanti di San Giuseppe Jato, nasce con l’intento di promuovere le tipicità enogastronomiche del territorio, offrendo un momento di convivialità durante il periodo natalizio.

Questa iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea - Dipartimento Regionale dell’Agricoltura, ed ha ricevuto il patrocinio del Comune di San Giuseppe Jato. La manifestazione si svolgerà in piazza Falcone e Borsellino dove saranno allestiti gli stand che comporranno la vetrina dei prodotti del territorio.


 

Ad allietare le serate sarà inoltre presente l’associazione “Balliamo Insieme”, che organizzerà momenti di svago dedicati ai più grandi e ai piccini.

venerdì 20 dicembre 2024

FILAGA, PRIMA EDIZIONE BORGO DEL GUSTO

 

 

L’Associazione Phylakè è lieta di annunciare la “Prima edizione del Borgo del Gusto”

l’iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dell’agricoltura dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea- Dipartimento Regionale dell’agricoltura.


 

Voluto fortemente dai ragazzi dell’associazione Phylakè, la “Prima edizione del Borgo del Gusto” mira a riscoprire i cibi e le tradizioni dell’antica cucina sicana. Un mondo da esplorare, che gira attorno ad un borgo incantevole e fiabesco chiamato Filaga, dove natura e prodotti genuini si incontrano e diventano parte esistenziale di questo territorio situato nel cuore del Parco naturalistico dei Monti Sicani. Il programma include un ricco calendario di eventi che inizia il 23 Dicembre e si concluderà il 30 Dicembre 2024.

La “Prima edizione del Borgo del Gusto” sarà una vetrina importante per stimolare gli operatori locali ad aprirsi in un  mercato che è sempre più in crescita nel settore agroalimentare. Gli eventi in calendario allieteranno grandi e piccini, i visitatori potranno partecipare attivamente a laboratori pratici e toccare con mano la qualità dei prodotti: ricotta, muffolette, buccellati, vino, olio extravergine di oliva, gidate, tabische a vampa, funghi saranno i veri protagonisti dell’evento.


Tutto questo per ridare al territorio il giusto risalto alla gastronomia, dando un impulso all’attrazione turistica, aiutati anche dal fatto che il nostro territorio è attraversato dalla Magna via Francigena e Itinerarium Rosalia.

“Crediamo fortemente in queste iniziative, perché solo così possiamo creare opportunità per i giovani affinché trovino il coraggio di rimanere in questa amata terra, in un’ottica di sviluppo e sostenibilità.” Afferma il presidente dell’associazione Antonino Buffa.

"La ricotta nel Mito e nella Tradizione Popolare".

 

Il Nuovo Piccolo Teatro di Agrigento in collaborazione con il Comune di Racalmuto e con il finanziamento dell'Assessorato Regionale dell'Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea Dipartimento Regionale dell'Agricoltura, presenta "La ricotta nel Mito e nella Tradizione Popolare".


Domenica 22 dicembre alle ore 17.00 presso il Castello Chiaramontano di Racalmuto avrà luogo

la manifestazione multisensoriale durante la quale il visitatore verrà condotto attraverso numerosi percorsi artistici ed enogastronomici.

Gli Attori Paolo Di Noto, Marcella Lattuca, Annagrazia Montalbano e Rosa Maria Montalbano rappresenteranno un recital tratto da "Il Ciclope" di Luigi Pirandello, mentre Maurizio Fratacci e Francesco Maria Naccari saranno i protagonisti di un momento dedicato all'Opera dei Pupi vivente, "Il combattimento tra Gradasso e Brandimarte”.

Intrattenimento musicale a cura dei Maestri Francesco Porretta ed Angelo Sanfilippo, voce di Noemi Lupo.

Nel corso della serata sono previste delle degustazioni di cibo a base di ricotta, dolce e salata, accompagnate da un ottimo vino.


 

Inoltre i Maestri Ignazio Vassallo della Condotta Slow Food e Fabio Saito della Pasticceria Concordia di Agrigento interverranno per illustrare i processi di lavorazione della ricotta nei vari settori.

Il Sindaco Calogero Bongiorno saluterà gli intervenuti.

Borgo medievale di Vicari

 

Il 28 e il  29 Dicembre 2024 dalle ore 18.00 alle ore 23.00 ti aspettiamo a Vicari (PA), per assistere alla rappresentazione “La Natività”.

Inaugureremo la manifestazione Sabato 28 Dicembre 2024 dalle ore 18.00 con la degustazione di prodotti tipici nella Via Principe Umberto “ncapu u ferru”.


 

Domenica 29 Dicembre 2024 dalle ore 18.00 fino alle ore 23.00 visita “La Nativita” .

La rappresentazione della Natività nel piccolo Borgo Medievale di Vicari diventa un momento magico in cui i visitatori si immergono nella gioia e nella calda atmosfera delle festività.

Questa magica atmosfera sarà allietata da “GOSPEL HARMONIES CHRISTMAS”.

Le delizie culinarie creano un'esperienza unica che coinvolge tutti i sensi. Il profumo invitante delle pietanze appena cucinate, il calore di una zuppa fumante e la presentazione impeccabile di piatti tipici casarecci sono solo alcune delle cose che rendono la Natività a Vicari così affascinante.

giovedì 19 dicembre 2024

Origine e domesticazione della vite in Italia.

 


Giuliana Cattarossi, Giovanni Colugnati*

Colugnati&Cattarossi, Partner Progetto PER.RI.CON.E.

 

La coltivazione della vite in Italia meridionale sembra risalire, con piena corrispondenza tra dati letterari ed archeologici, alla media età del Bronzo (intorno alla metà del II millennio a.C.) ed all’arrivo del mitico popolo degli Enotri (non a caso definiti da un nome derivante dal greco oĩnotros, “paletto da vino”), mentre fin dall’avanzata età del Bronzo appare ben attestata in Italia settentrionale solo la coltivazione di uva selvatica nelle vicinanze degli insediamenti, per scopi alimentari e per una probabile integrazione zuccherina delle bevande fermentate ricavate dal succo di bacche (corniolo, sambuco, mora di rovo) e frutti (sorba), come indiziato dagli stessi rinvenimenti archeologici. 

E' possibile che, soprattutto a partire dalla zona dell'alto Adriatico, il commercio dalla Grecia micenea e protogeometrica (XIII-X secolo a.C.) abbia incoraggiato ed indirizzato, eventualmente, l'utilizzo ed una prima selezione finalizzata all’ingentilimento delle uve selvatiche locali, ma ancora all'inizio dell'età del Ferro (IX secolo a.C.) la diffusione della viticoltura in Italia doveva risultare sostanzialmente limitata all'Italia centro-meridionale, indipendentemente dal progressivo diffondersi del consumo e del commercio del vino attestato soprattutto nei centri marittimi. Tale situazione è evidentemente connessa alle differenze climatiche ed alla complessità e lunghezza del processo di selezione, innesto ed adattamento al clima continentale europeo dei vitigni, visto che l'Italia settentrionale non sembra differenziarsi come risultanze archeologiche dal resto dell'Europa temperata e l'Italia centro-meridionale dimostra anche in questo aspetto, come la penisola iberica, la sua stretta appartenenza alla fascia climatica mediterranea.

Con l'inizio dell'età del Ferro, e in particolare dopo l'VIII secolo a.C., un clima più asciutto, un progressivo consistente miglioramento della temperatura nelle stagioni intermedie e l'attenuazione delle punte fredde nella stagione invernale agevolano potenzialmente la diffusione della viticoltura anche in Italia settentrionale. L'evoluzione delle tecniche e l'ingentilimento dei vitigni selvatici da parte dei centri indigeni hanno nel frattempo reso disponibile i presupposti tecnici fondamentali per un salto di qualità nelle coltivazioni, ma un ruolo evidente nell'adattamento della vite coltivata in Cisalpina, con la predisposizione di varietà e tecniche colturali innovative, sembra concordemente assegnato sia dalle fonti storiche che dai dati archeologici agli Etruschi.

Infatti, a partire dall’Emilia, nella prima età del Ferro in tutta la Cisalpina emerge il progressivo diffondersi della viticoltura; non solo i corredi tombali vedono moltiplicarsi il vasellame d'evidente carattere potorio, non giustificato su quella scala dal solo vino di importazione, ma diventano frequenti i reperti paleobotanici di vite coltivata. Risulta a proposito molto eloquente l'indicazione pliniana (Nat. Hist., XIV 39) che segnala la diffusione preferenziale a Modena ancora in età romana del vitigno dell'uva "perugina"; si tratterebbe dunque di una testimonianza diretta di ambientazione in Cisalpina di vitigni etruschi che, già acclimatati in zone interne ed appenniniche, potevano risultare più adatti ad affrontare i rigori del clima padano.

Se Castelletto Ticino sembra documentare finora le più antiche importazioni di anfore vinarie dall'Etruria meridionale in Piemonte già alla fine del VII/inizi del VI secolo, attraverso un percorso marittimo e fluviale che valicava gli Appennini presumibilmente lungo una direttrice tra la Versilia e l'Emilia occidentale, analisi paleobotaniche sembrano indiziare che a partire dalla fine del VII secolo gli abitati di Castelletto ospitino già vite coltivata.

E’ ipotizzabile un collegamento tra queste prime sperimentazioni e la diffusione immediatamente seguente in tutto il Novarese ed il Milanese della viticoltura secondo la tecnica etrusca dell’alteno o alberata (arbustum gallicum): nel corso della seconda età del Ferro ed in età romana i dati archeologici si affiancano ad un puntuale riscontro delle fonti storiche e ad una possibile identificazione del vitigno prevalente nel Novarese con la spionia/spinea descritta da Plinio il Vecchio (Nat. Hist. XIV 34), antenata dell’attuale vitigno dello Spanna, della famiglia del Nebbiolo. Appare probabile che questo nome si riferisca ad un antenato dell’attuale Nebbiolo, visto che la testimonianza pliniana precisa che “sopporta il calore e matura alle piogge d’autunno”, è l’unica che “si nutre di nebbia”, produce grappoli più grossi che numerosi. Anche il richiamo in una falsa etimologia al pruno selvatico (spinus) concorda con la similitudine istituibile per la forma dei chicchi e la caratteristica “nebbiolina” (prüina) di cui i chicchi, come le susine, sembrano “nutrirsi”, che ha portato per lo spanna novarese alla definizione ossolana di Prunent. Questo antico vitigno, più generalmente assimilabile alla gallica di Plinio (Nat. Hist. XIV 39), appare dunque originato da una selezione particolare con innesti probabilmente di uve centroitaliche operata dagli Etruschi tra VII e V secolo a.C.

Con il pieno V secolo la situazione appare ormai nettamente definita: la definizione di tipologie nuove e molto particolari di bicchieri, senza alcun legame il vasellame potorio del servizio da banchetto greco ed etrusco, presente solo in poche tombe principesche golasecchiane fin dal VII secolo, appare significativa per il possibile collegamento al consumo diffuso di una bevanda alcolica che dovrebbe essere con ogni probabilità il vino di produzione locale, essendo queste forme male associabili dal punto di vista della capacità e dell’ergonomia al consumo di birra. La rarità di anfore di produzione locale non rappresenta un elemento ostativo, essendo la viticoltura cisalpina già nella seconda età del Ferro, come attestato dalle fonti a partire dal II secolo a.C. e con grande evidenza nei rilievi funerari di età romana, legata all’uso della botte in legno di quercia; d’altra parte in realtà si registrano in effetti casi isolati ma eloquenti di attestazioni di anforacei locali, spesso mal riconoscibili nella frammentazione dei materiali di abitato. Un esempio incontestabile appare la piccola anfora di una tomba di Lumellogno (frazione di Novara), databile intorno al 450 a.C., la cui forma discende dalle anfore vinarie etrusche arcaiche importate a Castelletto Ticino tra la fine del VII ed il VI secolo, anche se il fondo piatto e la limitata capacità (stimabile in circa 3 litri) la caratterizzano più come recipiente per conservazione e decantazione che come anfora da trasporto; questa forma deve avere avuto una lunga tradizione nel Novarese se la si ritrova poco modificata nella tomba 49 di Gravellona Toce, databile a tarda età romana.

https://enologia.blog/author/giovannicolugnati/ 

 

Le Diocesi di Sicilia promuovono il Pranzo sociale in favore degli indigenti


Parte domani 20 dicembre 2024 per protrarsi fino al 6 gennaio 2025 il progetto “PRANZO SOCIALE IN OCCASIONE DELLE FESTE NATALIZIE”, che vede coinvolte le diocesi di Sicilia. Con esso si mira a valorizzare i prodotti agricoli, agroalimentari ed enogastronomici tipici della Sicilia in occasione dei pranzi o cene sociali che vengono offerti per le feste natalizie in special modo alle persone sole o alle famiglie indigenti. Tali attività vengono svolte in diversi luoghi, in alcuni casi anche nelle Chiese come segno di attenzione delle comunità cristiane verso persone in qualche modo svantaggiate.


 

L’iniziativa sarà realizzata attraverso l’impegno di tanti volontari che già prestano la loro opera attraverso le Caritas diocesane o parrocchiali e da altre associazioni cattoliche, ma richiede un notevole impegno economico per l’acquisto delle materie prime alimentari e il loro confezionamento e preparazione.

Per tale motivo il progetto è finanziato dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca mediterranea – Dipartimento regionale dell’Agricoltura.

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