lunedì 2 dicembre 2024

Agricoltura e ambiente, beni pubblici

 

“Il Rapporto 2024 sull’agroalimentare italiano di Ismea, presentato nei giorni scorsi, conferma indirettamente   la preoccupante esistenza di squilibri strutturali nella distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare e, come al solito, purtroppo, a pagare le conseguenze di questa congiuntura negativa sono i piccoli e medi agricoltori, vero e proprio anello debole di tutta la catena. Piccoli e medi produttori, peraltro penalizzati da un cambiamento climatico sempre più pericoloso e da incrementi dei costi di produzioni che hanno messo e stanno mettendo in ginocchio il settore.

C’è poi una altra questione fondamentale: lo strapotere economico e contrattuale della grande distribuzione organizzata, che impone di fatto al comparto primario determinati prezzi di vendita, insostenibili per le piccole e medie imprese. E’ chiaro ed evidente che se l’attività primaria non diventa redditizia e profittevole in tempi definiti e veloci, l’intero sistema alimentare rischia letteralmente di collassare: un po’ come un palazzo senza fondamenta. Una ipotesi da evitare con ogni forza e ogni mezzo istituzionale. Cosa fare, dunque? Innanzitutto è necessario incentivare politiche che tutelino la giusta remunerazione del piccolo e medio agricoltore, sinora schiacciato dallo strapotere della grande distruzione organizzata

Luigi Veronelli che proprio in questi giorni ricorre il ventennale della dipartita, più o meno 40 anni addietro aveva lanciato un idea semplice, l'introduzione del prezzo sorgente  “con la trasparenza del prezzo sorgente, il consumatore verrebbe messo in grado di valutare il tipo di ricarico applicato dal rivenditore, e da questo  la sua onestà” ecco bisogna che la politica avvii una strategia per  portare avanti un principio di equità sociale ed etico, sopra tutto a vantaggio del contadino-agricoltore, che spesso un prodotto della propria terra ceduto a 10 centesimi di euro, lo trova in vendita a oltre quattro euro.

 L’Europa si trova a un bivio cruciale, parliamo di giustizia per i lavoratori, ma non possiamo affrontare questa sfida senza considerare tre questioni centrali e interconnesse: riconoscere l’agricoltura come bene pubblico, la lotta ai cambiamenti climatici, la rigenerazione delle aree rurali e interne. 

“Alle istituzioni europee  chiediamo che riconoscano l’agricoltura come un bene pubblico, investano sul settore agricolo, rafforzino i fondi per le aree rurali, con un occhio più attento ai diritti dei lavoratori, e promuovano un patto rurale europeo in cui agricoltura, ambiente e giustizia sociale vadano di pari passo”.

 Il cambiamento climatico   non è solo una crisi ambientale, ma una minaccia diretta per milioni di lavoratori e produttori agricoli, le loro famiglie, le comunità rurali che essendo spesso già marginalizzate, rischiano di essere ulteriormente impoverite. La giustizia climatica è giustizia sociale: non possiamo lasciare indietro nessuno, né i lavoratori né le comunità che dipendono dalla coltivazione della terra”.

 Dobbiamo favorire l’incontro tra piccoli produttori e consumatori in un’ottica nuova, che riconosca il lavoro della terra come bene pubblico, capace di salvaguardare, tutelare e  sostenere pratiche agricole rigenerative che proteggano i suoli, la biodiversità, la qualità dei prodotti.

Deve essere chiaro che non esiste un’Europa giusta senza una campagna viva e non può esistere una transizione ecologica senza chi lavora la terra, perché gli agricoltori sono il primo presidio della cura del territorio 

    L'80% delle risorse europee va a una piccola lobby (20%)di aziende capitaliste. Noi cittadini, contribuenti, consumatori, siamo obbligati a interrompere questo scempio.

Le strategie del Green Deal, come la Strategia Farm to Fork e la Strategia Biodiversità 2030, sono politiche lungimiranti, malgrado qualche agitatore senza scrupolo sostiene il contrario.

 L’81% dei Azionisti di maggioranza,(cittadini, contribuenti, consumatori) si dicono preoccupati per l’impatto ambientale dei pesticidi e per il 75% hanno timori rispetto all’impatto dei pesticidi sulla salute umana, come riporta un recente sondaggio della società di analisi di mercato Ipsos.

   Lagricoltura           familiare offre        un’opportunità unica per garantire la sicurezza alimentare, migliorare i mezzi di sussistenza, gestire meglio le risorse naturali, proteggere l’ambiente e raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali. Grazie alla loro saggezza e alla cura per la terra, gli agricoltori familiari sono gli agenti del cambiamento di cui abbiamo bisogno per raggiungere Fame Zero, un pianeta più equilibrato e resiliente e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.


L’agricoltura familiare sostiene sistemi alimentari diversificati che promuovono l’integrazione sostenibile tra aree urbane e rurali. Grazie a soluzioni di mercato innovative, gli abitanti delle città possono godere di alimenti sani, nutrienti e sicuri.

Aumentare l’accesso degli agricoltori familiari alle infrastrutture, alla tecnologia, alla comunicazione e alle innovazioni su misura è fondamentale per il futuro dei sistemi alimentari e può attrarre i giovani nel settore. Ciò influisce positivamente sulla mobilità rurale-urbana, in particolare per le generazioni più giovani.

I giovani sono il futuro dell’agricoltura familiare. Mantenere l’interesse per l’agricoltura come professione è vitale per la futura sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo. I giovani agricoltori sono il ponte tra le conoscenze tradizionali e locali e le idee innovative.

Attraverso la trasformazione dei prodotti, la generazione di servizi e infrastrutture, l’agricoltura familiare crea reali opportunità economiche non solo per gli agricoltori del territorio ma per l’intera comunità.




L’agricoltura familiare può rendere i sistemi alimentari più sostenibili. Le politiche dovrebbero aiutarli a ridurre le perdite alimentari e a gestire in modo sostenibile ed efficiente le risorse naturali.



Riconoscere le donne rurali come uguali, così come aumentare il loro accesso alla terra e ad altre risorse produttive, agli investimenti, ai prestiti, alla formazione e all’informazione, contribuiranno notevolmente allo sviluppo sostenibile.



Unendo le conoscenze tradizionali con un adeguato know-how tecnico, l’agricoltura familiare promuove sistemi alimentari più resilienti ai cambiamenti climatici.

L’agricoltura familiare offre un’opportunità unica per garantire la sicurezza alimentare, migliorare i mezzi di sussistenza, gestire meglio le risorse naturali, proteggere l’ambiente e raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali.



s a p e v a t e    c h e 


Le aziende agricole a conduzione familiare producono più  

dell'80% del cibo

nel mondo

Il 90% dei pescatori

opera  su piccola scala

Le fattorie familiari occupano il

70-80% dei terreni agricoli

in tutto il mondo

Le donne detengono solo il 15%

di terreno agricolo, mentre forniscono
quasi il 50% della manodopera agricola

Più 

del 90% delle aziende agricole

sono gestiti da un individuo o una famiglia
che fa affidamento principalmente sul lavoro familiare

Ci sono più di

600 milioni di aziende agricole a conduzione familiare

nel mondo.

 

 

Comitini, visitando i borghi

 


La Feder. Agri. Sicilia comunica che ha organizzato per la data 7 dicembre 2024, alle ore 17.30, un convegno dal titolo “Un viaggio virtuoso attraverso la conoscenza e la diffusione dei grani antichi siciliani” che si svolgerà nel Comune di Comitini (Ag.) e precisamente nel Palazzo Bellacera. Si fa altresì presente, che nello stesso palazzo, dal 7 al 13 dicembre ci sarà una mostra di grani antichi siciliani. 

Questa iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca Mediterranea – Dipartimento Regionale dell’Agricoltura

 


  

Poiché quasi tutti i cittadini della Sicilia ogni giorno mangiano pane e pasta riteniamo opportuno evidenziare che lo scopo della manifestazione consiste nel fare conoscere le pregiate qualità di questi grani e promuovere la diffusione e l’utilizzo delle farine prodotte con questi grani pregiati.

Il motivo dell’utilizzo dei grani antichi consiste nella loro estrema digeribilità, oltre che nel grande potere nutritivo e nella ricchezza di proteine. La farina che se ne ricava risulta meno raffinata e presenta un minore indice glicemico. La bassa presenza di glutine la rende ideale per scongiurare eventuali intolleranze alimentari.

La manifestazione sarà coordinata da Enzo Sardo (Presidente Provinciale MCL Agrigento, scrittore e saggista). Le relazioni saranno tenute da Calogero Alaimo Di Loro (Presidente nazionale Italia Bio), da Sebastiano Blanciforti (esperto di grani antichi siciliani) e dal dottore Salvatore Bonfiglio (medico internista)

). L’accoglienza ed il saluto agli ospiti e ai relatori saranno curati dal Sindaco di Comitini (Luigi Nigrelli) e da Cipriano Sciacca (rappresentante legale della Feder. Agri. Sicilia).

                             
 Si scrive pane si legge pace. Dai grani antichi dici all’armonia dei popoli. E’ il mio ultimo libro, scritto anche grazie all’ insistenza del mio amico Enzo Sardo, racconta dello straordinario mondo dei grani antichi siciliani e delle opportunità che questi hanno rappresentano e tuttora rappresentano per l’umanità intera. È dedicato alla memoria di mio padre e a tutti i contadini e contadine del mondo, inconsapevoli custodi di biodiversità e veri eroi di questo tempo.

Vi aspetto sabato 7 dicembre alle ore 17.30 al palazzo Bellacera di Comitini per parlarne con Voi e donarvene una copia. Lillo Alaimo Di Loro


                       

 

  


Rapporto 2024 sull'agroalimentare italiano

 

 

Con questa seconda edizione del Rapporto sull'agroalimentare italiano, Ismea conferma l'obiettivo di proporre annualmente un'analisi consolidata dello "stato di salute" del settore agroalimentare nazionale, con una lettura complessiva degli andamenti congiunturali inquadrata in un contesto di medio termine.
L'idea è quella di mettere a fattor comune e valorizzare in una visione d'insieme i tanti temi in cui si articolano le attività di analisi e monitoraggio che l'Istituto svolge costantemente e che alimentano in corso d'anno un ricco flusso di pubblicazioni di taglio monografico. Il contesto in cui opera il settore agroalimentare italiano, sia sotto il profilo macroeconomico che sul fronte internazionale, è stato caratterizzato da pesanti turbolenze anche nel corso del 2023 e nella prima metà del 2024: se abbiamo assistito al progressivo rientro dell'inflazione, con la riduzione dei prezzi internazionali delle materie prime e delle fonti di energia, il mondo è sempre più scosso dal protrarsi dei conflitti: quelli in Ucraina e Palestina, con la estensione di quest'ultimo al Libano ed i conseguenti rischi di una sua trasformazione in guerra regionale.

A ciò si aggiungono le crescenti tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina, più in generale tra l'occidente e i cosiddetti Paesi Brics, cui assiste una Europa politicamente debole e spesso divisa. ( creazione di un nuovo ordine mondiale evocato da Putin, tramonto dell'occidente decadenza della democrazie liberali, oggi più che mia attuale con la vittoria di Trump) . Era trumpiana - è in corso una lotta per un nuovo ordine mondiale , fusione tra due oligarchi trump e musk, In questo quadro si fa strada la consapevolezza che la stagione vissuta tra il 2021 e il 2023, che apparve come una "tempesta perfetta" pesantissima ma passeggera, in quanto dovuta alla contemporaneità di eventi eccezionali, è una situazione di incertezza permanente a cui bisogna abituarsi.  Anche in questo quadro poco favorevole, lo stato di salute dell'agroalimentare italiano appare nel complesso positivo.

Si conferma e si consolida la capacità di esportazione delle produzioni più rappresentative del "made in Italy" (prodotti dell'industria alimentare quali formaggi, prodotti da forno, salumi, pasta, ma anche prodotti agricoli quali vino, pomodori, uva, mele...), insieme alla crescente importanza dell'agroalimentare nell'economia nazionale e nelle sue interrelazioni con altri settori. Un settore strategico e per sua natura "resiliente" nel senso proprio del termine, in quanto più di altri capace di reagire a shock esterni di natura macroeconomica e geopolitica, sfruttandone le opportunità positive e assorbendone gli effetti negativi. Un settore caratterizzato, anche nella componente agricola, da processi di ristrutturazione orientati all'aumento della competitività, sia attraverso la razionalizzazione dei processi produttivi e l'aumento delle dimensioni aziendali, sia - e soprattutto - attraverso la differenziazione dei prodotti e l'aumento della loro distintività basata sul miglioramento della qualità. Non mancano naturalmente problemi e criticità di varia natura, in parte storici e in parte aggravati dagli andamenti degli ultimi anni: squilibri e inefficienze lungo la filiera dal campo alla tavola; variabilità dei prezzi e delle ragioni di scambio; forte pressione dal lato dei costi di produzione e scarsa redditività, resa sostenibile per l'agricoltura da un sostegno Pac comunque percepito come troppo complicato; ritardi nel ricambio generazionale; carenza di manodopera e presenza di lavoro irregolare; vulnerabilità, specie per la componente agricola, a eventi meteo-climatici sempre più estremi.

Anche quest'anno, accanto all'articolazione nei temi classici dell'analisi del settore agroalimentare - contesto macroeconomico, produzione e produttività, consumi, lavoro, investimenti, commercio estero, qualità e multifunzionalità, eventi meteo-climatici - trovano spazio approfondimenti di taglio monografico. Nella edizione del 2023 l'approfondimento riguardò l'inflazione, nelle sue varie declinazioni e nei suoi diversi effetti; quest'anno, partendo dall'analisi della catena del valore nella filiera agroalimentare nazionale, si approfondisce il tema del posizionamento internazionale dell'Italia, analizzato attraverso due chiavi di lettura. La prima è associata alle cosiddette "catene globali del valore", che ridefiniscono il commercio internazionale come flusso di prodotti intermedi più ancora che di beni finali, dove rispetto alla tradizionale configurazione dei flussi e dei saldi import-export in prodotti finiti, diventa più rilevante il contenuto di valore aggiunto - nazionale ed estero - che viene creato e mobilitato dal commercio internazionale. La seconda chiave di lettura è una rivisitazione del tema della sicurezza e della sovranità agroalimentare in termini di posizionamento rispetto alle catene globali del valore e alla geografia delle provenienze e delle destinazioni dei flussi di import-export, più che di saldi commerciali e tassi di auto approvvigionamento. Una rivisitazione particolarmente rilevante per un paese trasformatore ed esportatore di beni alimentari come l'Italia, che nel complesso vanta una situazione di pareggio in termini di saldo commerciale e di tasso di auto approvvigionamento aggregato, ma che al contempo è fortemente dipendente dall'estero per alcune forniture strategiche per la propria filiera di prodotti trasformati destinati al consumo interno e alle esportazioni, quali mais, soia, cereali, bovini da ristallo. Prodotti per i quali il problema non è tanto la carenza di produzione nazionale e la dipendenza dalle importazioni, quanto la provenienza di queste ultime da paesi "a rischio" sul fronte geopolitico e/o la loro eccessiva concentrazione geografica; cose entrambe che possono mettere a repentaglio le forniture in conseguenza di specifici eventi meteoclimatici, conflitti, crisi sanitarie, interruzioni nella logistica. Di questo e di altro si parla nel Rapporto sull'agroalimentare italiano 2024, relativo all'annata 2023 ma integrato dove possibile con dati più recenti del 2024 e dal confronto con l'Ue e con alcuni stati membri di riferimento. Confortati dalla buona accoglienza ricevuta dalla prima edizione dello scorso anno, confidiamo che il Rapporto Ismea

 

si consolidi come un appuntamento importante per chiunque si occupi del settore agroalimentare

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domenica 1 dicembre 2024

Aggiornato il LARN Finder EFSA

  L’European Food Safety Authority (EFSA) ha pubblicato un aggiornamento del DRV Finder, strumento che fornisce un accesso rapido e semplice ai valori di riferimento nutrizionali (DRV), basati su una popolazione sana, che variano in base allo stadio di vita e al genere.


Hanno molti scopi, come la valutazione della qualità nutrizionale delle diete di individui o gruppi, la creazione di linee guida nutrizionali, l'impostazione di valori di riferimento per l'etichettatura degli alimenti e per lo sviluppo di politiche nutrizionali e alimentari Il DVR è destinato agli utenti finali, come professionisti della nutrizione e della salute, gestori del rischio, decisori politici, produttori di alimenti e scienziati.
I l DRV Finder* è uno strumento interattivo che fornisce un accesso rapido e semplice ai valori di riferimento dietetici (DRV) dell'EFSA per i nutrienti. È destinato agli utenti finali di questi valori, come professionisti della nutrizione e della salute, gestori del rischio, decisori politici, produttori di alimenti e scienziati.

I DRV sono valori di riferimento nutrizionali basati sulla scienza per popolazioni sane . Variano in base allo stadio di vita e al genere. Hanno molti scopi, come la valutazione della qualità nutrizionale delle diete di individui o gruppi, la progettazione di diete (ad esempio pasti scolastici), la creazione di linee guida nutrizionali, la consulenza dietetica, l'impostazione di valori di riferimento per l'etichettatura degli alimenti e per lo sviluppo di politiche nutrizionali e alimentari.

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sabato 30 novembre 2024

L’olio EVO e l’analisi sensoriale

 

 

L’analisi sensoriale è innanzitutto un arte, un metodo per la valutazione oggettiva delle caratteristiche organolettiche degli oli vergini di oliva, introdotto con il Regolamento (CE) n° 2568/1991. 

             Prima che entrasse in vigore il regolamento la maggior parte delle aziende olearie riteneva che il controllo della qualità consistesse esclusivamente in un controllo delle sue caratteristiche chimiche e fisiche, pertanto veniva completamente  trascurato il fatto che una commissione di esperti assaggiatori potesse esprimere un proprio giudizio su un olio avvalendosi dell’unico strumento a sua disposizione: gli organi di senso. Pertanto, l’analisi sensoriale dell’olio di oliva costituisce uno strumento strategico con il quale le industrie olearie possono innalzare gli standard qualitativi delle produzioni.

L’analisi sensoriale viene effettuata attraverso i “sensi della degustazione” che sono l’olfatto ed il gusto effettuando un assaggio che prevede delle specifiche Fasi (Fasi dell’assaggio):

1. L’assaggiatore prenderà il bicchiere che coprirà con il coperchio, lo inclinerà leggermente e in questa posizione lo girerà completamente per bagnare il più possibile la superficie interna.

2. Fatto ciò, libererà del coperchio il bicchiere e odorerà il campione, facendo inspirazioni lente e profonde, al fine di valutarlo.

3. Conclusa la prova olfattiva, procederà alla valutazione delle sensazioni orali (sensazione congiunta olfatto–gustativa per via retronasale e tattile).

4. Prenderà un sorso d’olio di circa 3 ml. È importante ripartire l’olio per tutta la cavità orale, dalla parte anteriore e dalla lingua, passando sulle parti laterali e la parte posteriore, fino al velo palatino e alla gola, in quanto, come è noto, la percezione dei sapori e delle sensazioni tattili varia d’intensità secondo le zone della lingua, del palato e della gola. Si deve insistere sulla necessità che l’olio si  spanda in quantità sufficiente e molto lentamente dalla parte posteriore della lingua verso il velo palatino e la gola, concentrando l’attenzione sull’ordine di apparizione degli stimoli amaro e piccante; in caso contrario, per alcuni oli i due stimoli potrebbero passare inavvertiti o l’amaro potrebbe essere coperto dal piccante. 

5. Aspirazioni corte e successive, attraverso la bocca, permettono sia di estendere il campione nella cavità orale sia di percepire i componenti volatili aromatici mediante il passaggio forzato per la via retronasale. 

 


Ogni esperto assaggiatore riporterà poi in una scheda di valutazione le sensazioni avvertite durante  le varie fasi dell’assaggio. 

Esse sono divise in attributi positivi: Fruttato, Amaro e Piccante. 

ATTRIBUTI POSITIVI Fruttato: insieme delle sensazioni olfattive, dipendenti dalla varietà di olive, e caratteristiche dell’olio ottenuto da frutti sani e freschi, verdi o maturi, percepite per via diretta o retronasale. Ricorda l’odore e il gusto del frutto sano, fresco e colto al punto ottimale di maturazione. All’assaggio si può distinguere un fruttato verde da un fruttato maturo. Il primo è più intenso, il secondo più tenue e dolciastro; L’intensità del fruttato può essere leggero, medio. Amaro: Sapore elementare caratteristico dell’olio ottenuto da olive verdi o invaiate, percepito dalle papille caliciformi che formano la V linguale. Piccante: Sensazione tattile di pizzicore caratteristica degli oli prodotti all’inizio della campagna, principalmente da olive ancora verdi, che può essere percepita in tutta la cavità orale, in particolare in gola.

 Attributi negativi: Riscaldo/Morchia, Muffa – Umidità – Terra, Avvinato – Inacetito, Acido – Agro, Olive Gelate (legno umido) 

ATTRIBUTI NEGATIVI Riscaldo/Morchia: Flavor caratteristico dell’olio ottenuto a partire da olive ammassate o depositate in condizioni che hanno favorito un forte sviluppo della fermentazione anaerobica, o flavor dell’olio rimasto in contatto con fanghi di decantazione in serbatoi o vasche, che abbiano anch’essi subito processi di fermentazione anaerobica. Muffa – Umidità – Terra: Flavor caratteristico dell’olio ottenuto da frutti nei quali si sono sviluppati funghi e lieviti per essere rimasti ammassati in ambienti umidi  per molti giorni o dell’olio ottenuto da olive raccolte da terra o infangate e non lavate; Avvinato – Inacetito: Flavor caratteristico di alcuni oli che ricorda quello del vino o dell’aceto; Acido – Agro: Esso è dovuto essenzialmente a un processo di fermentazione aerobica delle olive o dei resti di pasta di olive in fiscoli non lavati correttamente, che porta alla formazione di acido acetico, acetato di etile ed etanolo; Olive Gelate (legno umido): Flavor caratteristico dell’olio estratto da olive che hanno subito una gelata sull’albero. Gli attributi negativi sono dovuti alla cattiva raccolta e successivamente al prolungato stoccaggio delle olive prima della lavorazione al frantoio. Altri tipi di difetti, che possono essere riscontrati nell’olio, sono dovuti ad una cattiva conservazione (es. Rancido: Flavor degli oli che hanno subito un processo ossidativo intenso). 

Altri attributi negativi che si possono riscontrare nell’olio sono: Cotto o stracotto, fieno – legno, grossolano, lubrificanti, acqua di vegetazione, salamoia, metallico, sparto, verme e cetriolo.














 

Conservazione e valorizzazione dell’Agrobiodiversità: il ruolo del PSP 2023-2027 e delle Istituzioni

 

Roma, 3 dicembre 2024 anche in remoto

Iniziativa promossa dal Centro di Politiche e Bioeconomia del CREA nell’ambito del progetto 5.1 “Supporto all’attuazione dell’architettura verde del PSP 2023-2027” del Programma Rete Rurale Nazionale 2014-2020.

Obiettivi:
- Evidenziare l’importanza di conservare e valorizzare l’agrobiodiversità (risorse genetiche vegetali, animali e        microbiche di interesse agricolo e alimentare);
- Raccontare l’impegno del PSP 2023-2027 nel sostenere azioni di conservazione e valorizzazione                          dell’agrobiodiversità;
- Fornire aggiornamenti sulle più recenti attività istituzionali condotte in attuazione della legge 194/2015, con      particolare attenzione a quelle relative allo sviluppo dell’Anagrafe e del Portale Nazionale                                        dell’Agrobiodiversità, all’aggiornamento del Piano Nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo e                    alimentare, e alla messa a punto di un Marchio identificativo degli agricoltori e allevatori custodi;
- Animare un dibattito su come rendere efficaci le azioni sostenute dalla PAC, anche in prospettiva della futura    riforma;
- Discutere delle azioni istituzionali sviluppate e di quelle ancora necessarie per dare piena attuazione alla            legge 194/2015

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venerdì 29 novembre 2024

SAGRA DEL KAKI MISILMERESE

 ALLA SCOPERTA DEL PRODOTTO PIU ANTICO DI MISILMERI

 L’evento in programma da venerdi 29 novembre a domenica 1 dicembre, dalle ore 18:00 fno alle 22.00 con un punto degustazione e omaggio del Kaki di Misilmeri Storia, tradizioni e operosita, questi sono gli ingredienti della Sagra del Kaki Misilmerese, l’evento in programma da venerdi 29 novembre a domenica 1 dicembre, dalle ore 18:00 fno alle 22.00 con  un punto degustazione e omaggio del Kaki di Misilmeri.


 L'evento di promozione, e finanziato della Regione Siciliana, Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea – Dipartimento Agricoltura, e si inserisce all'interno del Diospyros Festival dove ci sara musica e cabaret in piazza Comitato 1860 per festeggiare un prodotto tipico unico nel suo genere. Il loto di Misilmeri e una delle eccellenze locali che racconta la storia e la passione del territorio e in occasione della tre giorni il frutto sara utilizzato per creare piatti innovativi. Misilmeri e la patria del kaki in Sicilia e sembra che l’introduzione del frutto nella cittadina in provincia di Palermo sia da attribuirsi ad un religioso, Francesco Cuponi, curatore di un piccolo orto botanico locale, il quale, alla fne del XVII secolo, introdusse qualche pianta di kaki insieme a molte altre specie esotiche. Tra il 1925 e il 1930 tale specie si difuse in diversi orti familiari. Constatata la buona afdabilita e i risultati produttivi del kaki sostitui in parte gli agrumi. La varieta coltivata e la Farmacista Honorciti, esclusiva di Misilmeri. “Con la Sagra del Kaki Misilmerese - afferma Rosario Rizzolo, sindaco di Misilmeri - vogliamo celebrare il kaki di Misilmeri, eccellenza e prodotto simbolo del nostro territorio. E lo faremo con l'obiettivo di valorizzera il nostro kaki misilmerese. Non mancheranno momenti di degustazioni e omaggio simbolico del kaki per le famiglie che verranno nella nostra citta” La sagra e organizzato dal Comune di Misilmeri, iniziativa fnanziata della Regione Siciliana, Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea – Dipartimento Agricoltura. L’evento, inoltre, e promosso all’interno del riconoscimento Sicilia Regione Europea della Gastronomia 2025.




 UFFICIO STAMPA COMUNE DI MISILMERI

Presentato il nuovo decreto sul vino dealcolizzato

 

 

Presso il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, si è tenuta, alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida, una riunione con i rappresentanti della filiera vitivinicola per presentare il nuovo decreto relativo alla produzione di vini dealcolizzati.
Il provvedimento nasce a seguito del regolamento (UE) 2021/2117 che ha introdotto, attraverso una modifica all'allegato VIII del regolamento (UE) n. 1308/2013, la possibilità di effettuare la pratica enologica della dealcolizzazione per ridurre, parzialmente o totalmente, il tenore alcolico nei vini. Attraverso un prezioso lavoro di mediazione tra le diverse istanze del mondo associativo, il Ministero ha lavorato per formulare un decreto che mira a fornire un quadro normativo chiaro e conforme alle disposizioni europee. 
All'incontro hanno partecipato: Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Federvini, Unione Italiana Vini, Assoenologi, Federdoc, Assodistil, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, confermando la centralità di un dialogo costruttivo tra istituzioni e operatori del settore.
Dalla riunione è emersa la volontà di consentire la produzione di vino dealcolizzato, adottando regole rigorose a tutela della filiera del vino, rispettose dell'ambiente e volte a garantire la qualità e l'autenticità del prodotto. Tale scelta mira a rispondere alle nuove esigenze mantenendo al contempo l'eccellenza e la tradizione del settore vitivinicolo italiano.
Tra i principali elementi del provvedimento:
- Divieto di dealcolazione per i vini a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP), al fine di preservarne l'autenticità.
- Il processo produttivo dovrà avvenire in strutture dedicate, fisicamente separate da quelle utilizzate per la produzione vitivinicola, con registri digitalizzati e licenze autorizzative.
- Obbligatoria l'etichettatura del prodotto attraverso la dicitura "dealcolizzato" o "parzialmente dealcolizzato".
Grazie all'operato del Ministero, le aziende italiane potranno competere con gli altri produttori europei già presenti sul mercato del dealcolizzato, senza diminuire le azioni di tutela nei confronti del comparto vitivinicolo di qualità ne nella promozione del suo valore culturale e di rappresentanza del Made in Italy

giovedì 28 novembre 2024

Terre di agricoltura sociale

NinoSutera

Si è tenuto a Colli del Tronto il convegno “Marche: Terra di agricoltura sociale” - Il ruolo dell'agricoltura sociale nello sviluppo rurale ” che ha rappresentato un momento di riflessione e confronto.


 

I lavori sono stati aperti dall'intervento dall’assessore regionale all’Agricoltura Andrea Maria Antonini che ha sottolineato che le “Marche sono diventate una Regione pilota con dei progetti importanti e riconosciuti a livello europeo attraverso una serie di iniziative come gli agrinido di qualità, i progetti di longevità attiva, l'orto sociale in carcere e il progetto autismo. Un modo in più anche per costruire reddito attraverso un’azione meritoria di coesione sociale che interviene su situazioni più fragili e svantaggiate con la possibilità di avere un inserimento nel tessuto occupazionale lavorativo. 

                                            On. Alessandra Locatelli
Ministro per le disabilità  

A seguire l’on. Alessandra Locatelli, ha sottolineato “l’importanza e il ruolo che ricopre l’agricoltura sociale in un contesto di inclusione lavorativa, ma anche di valorizzazione delle persone. Tutto ciò va nella direzione della riforma che stiamo portando avanti sulla disabilità nel cercare di dare una spinta al cambiamento, all’innovazione e a un nuovo modo di vedere le cose sia da parte delle istituzioni, del mondo privato e dei singoli cittadini. L’anno prossimo realizzeremo un bando molto importante sull’inclusione lavorativa che si rivolgerà agli enti del Terzo settore e in particolare all’agricoltura sociale”.




Nel pomeriggio, i lavori si sono concentrati sui tre pilastri dell'agricoltura sociale: networking, confronto e informazione, con interventi di rappresentanti delle regioni italiane Marche, Veneto e Sicilia e delle principali associazioni di categoria del settore rurale. Attraverso i progetti presentati, è emerso come l'ambiente agricolo possa rappresentare un contesto naturale favorevole per il benessere delle persone con fragilità, dimostrando che l'agricoltura può essere solidale, inclusiva e sostenibile. Il convegno ha offerto una piattaforma per condividere esperienze positive, individuare nuove sinergie tra il settore agricolo, il sociale e la sanità, e delineare prospettive future per ampliare e rafforzare il modello di agricoltura sociale nelle Marche.
Le conclusioni sono state affidate al sen. Gian Marco Centinaio, che nel pomeriggio interverrà in videoconferenza sottolineando la centralità dell'agricoltura sociale come strumento di inclusione e sviluppo sostenibile e sull'importanza di investire in reti territoriali e nella collaborazione tra istituzioni, imprese e comunità locali.



 

martedì 26 novembre 2024

Conservazione e valorizzazione dell’Agrobiodiversità

 Il ruolo del PSP 2023-2027 e delle Istituzioni

Roma, 3 dicembre 2024 presenza e da remoto



Iniziativa promossa dal Centro di Politiche e Bioeconomia del CREA nell’ambito del progetto 5.1 “Supporto all’attuazione dell’architettura verde del PSP 2023-2027” del Programma Rete Rurale Nazionale 2014-2020.

Obiettivi
· Evidenziare l’importanza di conservare e valorizzare l’agrobiodiversità (risorse genetiche vegetali, animali e microbiche di interesse agricolo e alimentare)
· Raccontare l’impegno del PSP 2023-2027 nel sostenere azioni di conservazione e valorizzazione
· Portare aggiornamenti sulle attività istituzionali in corso su questo tema, con attenzione a quelle sviluppate dal CREA per lo sviluppo dell’Anagrafe e del Portale nazionale dell’Agrobiodiversità, l’aggiornamento del Piano Nazionale, la messa a punto di un marchio identificativo dei custodi dell’agrobiodiversità
· Animare un dibattito su come rendere efficaci le azioni sostenute dalla PAC, anche in prospettiva della futura riforma
· Discutere delle azioni istituzionali sviluppate e di quelle ancora necessarie.


Il punto sul progetto Top Citrus in occasione della Festa degli alberi 2024

 Salvo Falcone

Evento ad Adrano con il coinvolgimento degli studenti

ll progetto dedicato al settore della produzione di limoni e arance, rientra nella misura 16.1 del PSR Regione Siciliana


  Il convegno tenuto a Palazzo dei Bianchi di Adrano, in occasione della Festa Nazionale degli Alberi, si è rivelato un importante momento di riflessione e confronto sui temi della tutela dell'ambiente, della valorizzazione del verde pubblico urbano e boschivo, e dell'innovazione sostenibile nel settore agricolo.

Un ulteriore tema centrale del convegno è stato il progetto innovativo denominato Top Citrus, volto all’innovazione nella produzione di limoni e arance grazie alla misura 16.1 del PSR della Regione Siciliana.

L'evento che ha visto, tra gli altri, la partecipazione di numerosi studenti, dirigenti scolastici, rappresentanti di associazioni impegnate nella difesa degli ecosistemi naturali e dei ricercatori del CREA di Acireale, ha offerto un'occasione unica per promuovere la cultura della sostenibilità tra le giovani generazioni e sensibilizzare il pubblico sull'importanza di un approccio responsabile nei confronti della natura.

Promosso dal Consorzio Euroagrumi Op di Biancavilla, il Convegno si è aperto con i saluti introduttivi da remoto dell’ Assessore dell'agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione Siciliana, Salvatore Barbagallo e in presenza di: Fernando Lo Giudice, Assessore allo Sviluppo Economico e De.Co. del Comune di Adrano; Vincenzo Neri, Presidente Sicilia Antica Adrano; Maria Pia Calanna, Dirigente Scolastico Istituto Professionale per l’Agricoltura di Adrano; Tiziana Baratta, Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo “Don Antonino La Mela” Adrano e Loredana Lorena, Dirigente Scolastico Liceo “Verga” Adrano.

I dirigenti scolastici presenti hanno sottolineato l'importanza di continuare a sviluppare percorsi educativi che stimolino i ragazzi a riflettere sulle problematiche ambientali, favorendo esperienze dirette sul campo.

Poi è stata la volta degli interventi di Benedetto Caramazza, Presidente Associazione Vivisimeto, di Giuseppe Leocata, Coordinatore della Giornata dell’Albero Adrano.

È seguita la proiezione di un video realizzato da TVA e Ciak Telesud che ha mostrato, in tempo reale, la piantumazione di alberi di agrumi da parte degli studenti adraniti svolta poche ore prima dell’inizio del Convegno come concreto omaggio alla Festa degli Alberi 2024.

La partecipazione attiva dei giovani al convegno – moderato dal giornalista Salvo Falcone - è stata testimone di un crescente interesse verso tematiche ambientali, un segnale positivo per un rinnovato approccio per la tutela del verde pubblico e del patrimonio boschivo. “La connessione tra scuola, territorio e imprese, attraverso attività pratiche come la messa a dimora di nuovi alberi – ha sottolineato il dott. Salvatore Rapisarda, direttore Euroagrumi OP - rappresenta una chiave per incoraggiare comportamenti più responsabili e buone azioni di partecipazione collettiva”.

Poi le relazioni scientifiche. “Il patrimonio naturale di Adrano tra bellezza e criticità” è stato il tema dell’intervento di Salvatore Vinciguerra, Dottore Forestale; “Il verde pubblico nel contesto urbano”, invece, la relazione svolta da Vincenzo Cantarella, Responsabile del servizio verde pubblico Comune di Adrano.

Poi la trattazione dei temi relativi al progetto Top Citrus. “Il Limone IGP dell'Etna”, la relazione presentata da Renato Maugeri, Presidente del Consorzio di Tutela del Limone dell'Etna IGP; “Progetti di tutela del Verde – Top Citrus: un progetto per la valorizzazione della filiera agrumicola”, la relazione illustrata da Maria Concetta Strano, Ricercatrice CREA-OFA Acireale, coordinatrice scientifica progetto Top Citrus e infine “La tutela del patrimonio agrumicolo siciliano nel progetto Top Citrus”, il tema scelto da Giuseppe Spina, Innovation broker progetto Top Citrus.

Informazioni sul progetto Top Citrus

Selezione e qualificazione di nuove varietà di pregio di arance pigmentate e limoni apireni, controllo del malsecco nei limoneti ed estensione della shelf life su limoni di elevato valore commerciale.

Sono gli obiettivi del progetto Top Citrus inserito nella misura 16.1 del PSR della Regione Siciliana.

Un progetto che supporta tutta la filiera: dal vivaio, alla commercializzazione con l’impiego di soluzioni innovative da trasferire alle aziende partecipanti.

Coadiuvato dall’attività dell’innovation broker Giuseppe Spina e con il coordinamento scientifico di Maria Concetta Strano, Top Citrus si basa su una performante partnership trasversale pubblico/privato.

Tra i protagonisti del progetto figurano il Consorzio Euroagrumi O.P. in qualità di capofila e poi ancora vivaisti, aziende di produzione e di trasformazione, ricercatori e personale tecnico del CREA e del laboratorio Agrobiotech.

Top Citrus si basa sul coinvolgimento attivo di Villari S.r.l., Villari Coltivazioni, Baronetto, Ramo d’aria, delle Aziende Agricole “Maugeri Renato”, “Maugeri Paola”, “Grasso Gianpaolo”, “Platania Giuseppe” e del vivaio “Imbrogiano Salvatore”.


Varietà di pregio di arance pigmentate e limone apireno

Uno degli obiettivi del progetto è la selezione di nuove varietà di arance pigmentate e limoni apireni. Il dott. Marco Caruso (ricercatore CREA) ha spiegato che sarà operata una selezione di varietà che rispondono alle attuali esigenze di mercato ma che sono a rischio di erosione genetica. Contestualmente al lavoro di selezione, sarà intrapreso il risanamento delle nuove selezioni e le attività di saggio biologico, sierologico e molecolare per verificare l’assenza di organismi nocivi nel materiale di propagazione e consentire la loro immissione nel circuito della certificazione Europea. Le innovazioni varietali verranno quindi propagate e trasferite ai produttori partner del Gruppo Operativo, attraverso la costituzione di campi pilota nei diversi ambienti pedoclimatici sui quali è collocata l’attività progettuale.

Maggiore controllo del Malsecco

Il malsecco, impattante per i limoneti, rappresenta una minaccia costante per la produzione. Il progetto – coordinato in questa fase da Silvia Di Silvestro (ricercatrice CREA) – prevede studi relativi al contenimento della diffusione di Plenodomus tracheiphilus, agente responsabile del malsecco dei limoni, mediante impiego di reti antigrandine. Inoltre, l’impiego di sensori per il rilevamento dei parametri ecofisiologici all’interno e all’esterno dei dispositivi di protezione, la valutazione della risposta delle piante ed il monitoraggio del patogeno consentiranno di mettere a punto un protocollo di coltivazione del limone in ambiente protetto.

Rivestimenti edibili antifungini per estendere la shelf life

Un'altra innovazione significativa introdotta dal progetto Top Citrus riguarda l'applicazione di rivestimenti edibili antifungini su limoni di alto valore commerciale.

I rivestimenti edibili, da applicare sul frutto raccolto – ha spiegato Maria Concetta Strano (ricercatrice CREA e coordinatrice scientifico del progetto - saranno costituiti da formulati contenenti prodotti naturali quali polisaccaridi, estratti e/o biostimolanti provenienti da scarti di lavorazione. I frutti, rivestiti con formulati edibili, saranno quindi sottoposti a frigoconservazione in atmosfera modificata, allo scopo di contenere lo sviluppo dei marciumi e delle fisiopatie da raffreddamento, di mantenere più a lungo le caratteristiche qualitative e nutrizionali e di estenderne la shelf-life.


lunedì 25 novembre 2024

modernAKIS – Online i nuovi moduli formativi in materia di AKIS

I primi tre Moduli formativi sull’AKIS, realizzati nell’ambito del Progetto modernAKIS, sono disponibili al seguente link: https://buff.ly/3Y16IZB.

Vi invitiamo a esplorare le sfide che l'agricoltura moderna deve affrontare, ad approfondire le dinamiche dell'ecosistema AKIS e ad apprendere l'importanza e il processo di diagnosi degli AKIS, al fine di meglio definire le strategie per il loro rafforzamento e agire per il loro cambiamento.






I primi tre moduli riguarderanno:

Modulo 1, La necessità di approcci sistemici in agricoltura e nei settori correlati, è focalizzato sulla natura delle sfide che l’agricoltura deve affrontare oggi e sulla necessità di un approccio sistemico; esamina cosa sia un sistema e le diverse parti che lo compongono; esplora il concetto di pensiero sistemico e di approccio sistemico, valutandone l’utilità nell’affrontare sfide complesse.

Modulo 2Comprendere l'AKIS come Sistema, è focalizzato sui principi e i concetti su cui poggia l’approccio sistemico dell’AKIS; sulle diverse componenti degli AKIS, i sottosistemi e le loro funzioni; sul concetto di confine dell'AKIS e sull’ambiente che lo circonda.

Modulo 3, Diagnosi dell'AKIS, è focalizzato su come realizzare una valutazione di diagnosi dell’AKIS (SWOT e fabbisogni).

Ogni modulo ha una durata di 25 minuti e può essere seguito autonomamente rispetto agli altri.

 

Si può accedere ai moduli registrandosi alla piattaforma akisconnect, e accedendo alla pagina web.

Nei prossimi mesi saranno disponibili altri 3 moduli:

Modulo 4: Innovazione interattiva

Modulo 5: Raggiungere un AKIS ben funzionante

Modulo 6: Monitoraggio e valutazione degli AKIS e delle loro strategie di rafforzamento

 

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