giovedì 9 gennaio 2014

Il mondo salvato dai ….contadini


di Giuseppe Bivona

                                                                  Da qualche mese è in libreria  un appassionante saggio di Silvia Perez-Vitoria “Il ritorno dei contadini” pubblicato dalla battagliera casa editrice Jaca Book .
Ma come? Ci siamo chiesti stupiti ! Non erano stati sradicati ed espulsi dalle campagne , imbarcati sui bastimenti, negli anni a cavallo tra l’ottocento e il novecento, verso le Americhe, alimentando un flusso migratorio di proporzioni bibliche?
Non ne avevano sterminato abbastanza i bolscevichi  durante e dopo la rivoluzione russa perché controrivoluzionari?.
E le campagne cambogiane non furono trasformate in un vero e proprio “inferno” in cui gettare milioni di” borghesi” da epurare e massacrare, restii ai programmi di rieducazione imposti dalla brillante follia “intellettuale” di Pol Pot ?.

Comunque sia, accomunate dall’ onda lunga della “modernità”, sia  la rivoluzione industriale che le ideologie rivoluzionarie, in nome del sol dell’avvenir, sovvertirono e cancellarono tutto ciò che si legava alla vecchia e vituperata civiltà contadina :dalla famiglia , all’idea di lavoro ,dal risparmio alla gerarchia dei valori ecc Il contadino era l’incarnazione del vecchio , una figura sociale retriva ,restia al cambiamento ,insomma un ostacolo da eliminare  senza indugio , se si voleva costruire l’”uomo nuovo”!
Stranamente ,negli anni del dopoguerra il mondo contadino subì un’eutanasia, apparentemente indolore e volontaria, assunse sempre più i connotati di un suicidio collettivo , una diffusa volontà di annientarsi ,scomparire . Come un fiume alla deriva, abbandonarono in massa le campagne , attratti  dal luccichio ingannevole delle città! Non volevano essere più tali! Rinnegarono se stessi, per essere altro da se! Abbracciarono la” modernità” con l’entusiasmo tipico del neofita della prima ora . Per quanto più gli costava allontanarono i propri figli dalla terra , recisero i valori ad essa legata,ne cancellarono la memoria.
Ancora esterrefatti ci chiediamo: ma come sia stato possibile consumare un si tragico misfatto nel più completo e totale silenzio?
In verità , alcuni intellettuali  (ricordate la polemica sulla scomparsa delle lucciole di Pier paolo Pasolini?) ,percepirono la tragicità dell’evento , avvertirono le nefaste  conseguenze , luttuose e irreparabili ,che la fine del mondo contadino trascinava con se.
Per il resto , il vasto fronte ideologico –culturale , condivise la diffidenza e il disprezzo per il mondo contadino , anzi coloro che si sono proclamati portavoce degli interessi delle popolazioni rurali, hanno contribuito ad  accelerarne la scomparsa!
Tra questa folta schiera oltre a politici e sindacalisti, annoveriamo i tecnici ,ricercatori e agronomi. Veri e propri “cavalli di Troia”, portatori di un sapere omologato,di conoscenze appiccicaticce, forte di soli pochi anni di esperienza ,ma baldanzosi pei primi risultati  prontamente “spendibili”.Così ,hanno avuto ragione di una secolare e “sedimentata” esperienza che, in loco, era stata accumulata e tesaurizzata da intere generazioni ,un sapere non separato dal “fare”, ma mediato, riprodotto , trasformato e articolato dalla comunità.
La distanza tra saperi tradizionali e saperi cosi detti scientifici è abissale! Si confrontano e si scontrano due diversi modi di rapportarsi alla “natura”. Per la cultura contadina la natura(ne benigna ,ne maligna ma  solo crudelmente innocente ) si inserisce in una visione del mondo nel quale l’uomo è parte integrante della stessa  con cui interloquisce nel rispetto delle entità biotiche e abiotiche . Per la ricerca agronomica l’uomo può separarsi dalla natura grazie alla tecnologia e potenzialmente e parzialmente dominarla . Queste conoscenze tendono ad avere un carattere generalizzabile , estensibile a luoghi e ad ambienti diversi e distanti tra di loro . Insomma il sapere non è più una prerogativa di una comunità e di una realtà locale : e quello che potremmo definire un sapere “hors sol”!. Ma non è stata questa forse la fonte dei frequenti fallimenti degli agronomi  ogni qual volta tentavano di trasferire in ambienti diversi le stesse tecniche  ? Oppure  nel voler applicare modelli colturali”standardizzati”  rivelandosi nel medio e lungo periodo, inadatti agli ambienti presi in considerazione?
Abbiamo maturato in questi ultimi anni una consapevolezza che ci consente oggi di denunciare  come la ricerca agraria , da originario strumento di conoscenza e acuta osservazione in “loco”degli eventi, sia diventata sempre più “apparato” elefantiaco e burocratico   impegnata  ad autosostenersi e autoriprodursi ,immersi nella retorica della  nell’autoreferenzialità. Abbiamo i  santuari sacri del sapere, la cui custodia è affidata ai  nuovi sacerdoti ,i soli veri leggittimi depositari della verità!. Questsa ricerca intesse sempre più stretti vincoli d’interesse culturali con le industrie agro-alimentari ,con le quali ha quasi sempre una visione “convergente” (vedi ogm) ma che inevitabilmente contribuiscono, attivamente ,al deterioramento dei sistemi agrari.
 Per anni il paragone tra agricoltura industriale e tradizionale e stata istituita in base a criteri puramente economici : scarti di produttività ,redditività del lavoro  efficienza ecc. Tutto il” resto” cioè l’ambiente , la qualità della vita ,la cultura ,il benessere ( da non confondere con il bene avere), non viene mai preso in considerazione .Sono rari gli studi che permettono di considerare i sistemi agricoli nelle loro totalità: la dove si è tentato un approccio che tiene conto dell’insieme delle risorse vie fuori che l’agricoltura tradizionale è più produttiva di quella industriale.
Ma “Il ritorno dei contadini”non è un idea-progetto antistorico? Come si possono spostare indietro le lancette del orologio della storia? Come dovranno essere i contadini di domani?
Anche se volessimo  un ritorno,  siamo seri ,sarebbe impossibile ,ne sarebbe possibile  un suo “restauro” ne la sua “conservazione”.
Tuttavia possiamo e dobbiamo ricucire un lacerato (e spesso spezzato) rapporto con la terra ,e col suo retroterra culturale cioè con la natura ,con il ciclo della vita(e della morte)
Dobbiamo ripristinare la “diversità” di cui il mondo rurale ne è la più significativa espressione per la semplice ragione che  oggi, rimane depositaria di una grandissima varietà di ecosistemi e organizzazioni sociali  di saperi e sapori ,quella che viene definita cultura materiale. 
L’ autrice ,Silvia Perez-Vitoria è perentoria! Conclude l’ultimo capitolo del suo libro con un titolo significativo: Il XXI° secolo sarà contadino…. o non sarà

giovedì 2 gennaio 2014

Castelvetrano, Manifestazione di enogastronomia

Entrano nel vivo a Castelvetrano i preparativi per la II^ Manifestazione   per la promozione e valorizzazione dei prodotti enogastronomici del territorio Siciliano in programma   il 26 Gennaio presso il Baglio Trinità

Un evento denso di incontri a contatto con le realtà produttive che operano per migliorare la qualità dei prodotti gastronomici tipici.  Sapori e prodotti, resi unici, dal lavoro secolare della natura e dell’abile e paziente lavoro degli artigiani del gusto. Aziende e chef che presenteranno un Paniere dei Prodotti  agroalimentari, essenza della dieta mediterranea.   Alla Manifestazione   hanno aderito diverse aziende dell’agroalimentare e chef provenienti di tutta la Sicilia che presenteranno i loro piatti della tradizione culinaria siciliana.    La manifestazione dopo il grande successo del 2013 è destinata a divenire un appuntamento fisso per l’enogastronomia siciliana   
All’interno della manifestazione, giunta alla seconda edizione, tra le tante iniziative, la cerimonia di consegna dei riconoscimenti  “Custodi dell’Identità Territoriale Chef De.Co.”
Che cos’è la De.Co ? I produttori agricoli e zootecnici ma anche i pescatori, e i artigiani, custodiscono sapientemente un giacimento inesauribile della dieta mediterranea, costituiscono il collante tra i prodotti della terra e del mare e il territorio, rappresentano infatti gli ereditieri di un “savoirfaire” locale. Elementi apprezzati da chi sceglie una vacanza diversa una vacanza negli alberghi diffusi e nei agriturismi, e non solo, determinanti a qualificare il biglietto da visita del territorio. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, etc) con il quale una comunità si identifica, per elementi di unicità e caratteristiche identitarie. Lʼobiettivo è riuscire a realizzare una rete dei comuni De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere lʼofferta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci, afferma Nino Sutera Direttore della Lurss.Onlus
Chi sono i Custodi dell’Identità territoriale? Il nostro obiettivo è accompagnare la valorizzazione dei simboli della nostra terra, il profumo del nostro mare, uniti alle bellezze ambientali In questo percorso , chef, gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Custodi dell’identità territoriale.
 Chi sono i Custodi dell’identità territoriale Chef De.Co.? Chi condivide l’impegno a valorizzare attraverso il proprio menu i prodotti agroalimentare del territorio, i prodotti di nicchia, particolari prodotti della tradizione locale e per questo identitari di un luogo.

 L’organizzazione della manifestazione è curata dallo Chef Angelo Franzò.

martedì 17 dicembre 2013

365 giorni di GeniusLoci De.Co. Sicilia


Il format GeniusLoci De.Co per la Sicilia, ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus di Menfi e Sambuca di Sicilia è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” presentato in uno dei 16 Session Postere del Forum Pa 2013 di Roma. Non meno importante, il Gal Isc Madonie ha adottato il percorso il primo in Italia, che coinvolge un’area vasta di 33 Comuni con il coinvolgimento dei principali attori dello sviluppo locale, imprese, associazioni, cittadini e amministratori locali. Poi tante iniziativa divulgative sparse per la Sicilia.  A Menfi, quindi, l’ultima tappa dell’anno, preceduta dalla costituzione della FederDe.Co. di Montecchio Maggiore a Vicenza e dal riconoscimento del Premio Veronelli 2013 al Comune di Agira per le cassatelle, uno dei comuni che ha adottato il percorso GeniusLoci


Quando abbiamo iniziato a lavorare al percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co  tutto potevamo immaginare che in così poco tempo sarebbe stato capace di avere tanta attenzione e qualche piccolo riconoscimento, afferma Nino Sutera Direttore della lurss.Onlus.
Ancora meno, potevamo ipotizzare di parlare di GeniusLoci, nella “tana del lupo” o meglio in un Laboratorio Territoriale di alto profilo, come quello che si è svolto a Menfi, seconda e ultima tappa in Sicilia della Biennale Spazio Pubblico organizzato dall’Istituto Nazionale di Urbanistica, con illustri urbanisti, architetti, docenti universitari, solo per citarne alcuni.
In fondo GeniusLoci è un termine più affine a chi si occupa di progettazione di città, quartieri, luoghi.
Ci sono luoghi in cui il genius loci è associato ad un monumento, ad un personaggio. Tuttavia le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d'infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco per noi il percorso significa anche recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze.
Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia,   costituisce un antesignano per aver anticipato i tempi per una disciplina univoca, anche in Sicilia. Il valore di una De.Co. (denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing territoriale.
Il Percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co.prevede un modello di De.Co per la Sicilia, a burocrazia zero e chiaramente a costo zero, per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni- Tracciabilità-Trasparenza- Tipicità- (intesa come specificità) che rappresentano la vera componente innovativa.
L’obiettivo, riuscire a realizzare una rete dei comuni De.Co per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare i prodotti nelle loro zone di produzione.
La LURSS - Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus - rappresenta l'evoluzione su scenario europeo di “un Villaggio di idee” e del “laboratorio di neoruralità” iniziative innovative scaturite dalle attività di animazione territoriale, la cui mission e vision sta plasmando il necessario dialogo fra la conoscenza dell'imparato" e "la conoscenza delle esperienze", tra teoria e prassi, tra riflessione e azione.  
La Libera Università Rurale Saper&Sapor nasce dalla consapevolezza che il Sapere e il Sapore sono uniti tra loro da un legame sottile: entrambi sono elementi essenziali della vita. L’attenzione e la sensibilità alla salute, al cibo e al benessere sono più che mai attuali. Da questa constatazione è nata l’idea di creare la LURSS che fosse anche una sorta di viaggio alla scoperta del gusto, della cultura e della conoscenza, e delle antiche tradizioni contadine
L’iniziativa è stata inserita tra le buone pratiche in rete, della rete rurale nazionale portale del MIPAF.
 Il format elaborato della Lurss è composto da 10-12 steps tra i quali “Ambasciatore dellʼidentità territoriale” e “Custodi dell’identità territoriale” i quali sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari.
Questa mentre  la motivazione del riconoscimento  a Giusy Buscemi Miss Italia 2012,” interpreta  una identità riconosciuta, una bellezza straordinariamente condivisa,  in un territorio ricco di storia, tradizioni, risorse ambientali, di giacimenti enogastronomici”.  Menfi, già Inycon, la sua Città, ha così voluto attribuirgli il riconoscimento di   “AMBASCIATRICE DELL’IDENTITA’ TERRITORIALE”


L’ obiettivo è accompagnare la valorizzazione dei simboli della nostra terra, il profumo del nostro mare, uniti alle bellezze ambientali, e alle unicità identitarie. In questo percorso, chef, gastronauti, giornalisti,storici, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire “Custodi dell’identità territoriale”: un gruppo di cittadini volontari che supporteranno l’attuazione e la promozione dell’iniziativa. Tantissimi i riconoscimenti attribuiti nel corso dell’anno.

martedì 3 dicembre 2013

Agira, per le cassatelle De.Co. il Premio Luigi Veronelli 2013


Recentemente ha adottato il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co. della Lurss.Onlus di Menfi


                                                      Il prestigioso Premio Luigi Veronelli è nato nel 2006, due anni dopo la scomparsa del  più grande giornalista e scrittore italiano di enogastronomia.   Veronelli,    ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la  via per l’affermazione della qualità.
Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori. Un’azione,   non retorica, che ha avuto importanti ricadute  anche sul piano sociale, civile, economico. Il format del Premio è consolidato, in perfetta continuità con la filosofia dell’uomo che più d’ogni altro s’è speso per la valorizzazione delle produzioni agricole (vino, olio, cibi), per l’affermazione della qualità, e per il ritorno alla centralità della terra. La cerimonia delle premiazioni si è volta domenica 8 dicembre, alle ore 11.30, tra gli stand e i visitatori di Pianeta GourMarte, presso la fiera di Bergamo.    Tre le categorie individuate, a rappresentare i fondamenti del suo Pensiero:  La Prima  un contadino (vignaiolo, o oliandolo, o artigiano alimentare)  La Seconda un letterato (giornalista, scrittore, saggista, poeta, e via discorrendo) che si sia  occupato a fondo e meritoriamente di gastronomia.
Per la Terza, il premio è stato assegnato al Comune  di Agira per le cassatelle  De.Co.  

 Alle cassatelle di Agira, è dedicata una sagra che si svolge   dal 15 al 17 novembre  All’interno della manifestazione  quest'anno una Tavola rotonda, voluta dall’Amministrazione Comunale, per discutere di territorio e valorizzazione delle sue risorse.  Con l’occasione è stato  presentato   il format GeniusLoci per la De.Co.  Un percorso inedito che mette a sistema l’azione consolidata del D.A. n. 77 del 26 luglio 2005, il Registro delle Eredità Immateriali (REI) e l’azione innovativa per la valorizzazione e la promozione dell’identità e dell’unicità dei territori, attraverso la De.Co. (Denominazione Comunale) un atto politico, nelle prerogative del Sindaco. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il locale rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il percorso sulla De.Co. prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità, che rappresentano la vera componente innovativa, sono Territorio-Tradizioni-Tracciabilità-Trasparenza- Tipicità (Tipicità, intesa come Specificità). Il format elaborato della Lurss è composto da 10-12 steps tra i quali “Ambasciatore dellʼidentità territoriale” e “Custodi dell’identità territoriale” i quali sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari.
In effetti per il 2013 le emozioni, tante, possono bastare, infatti,   il percorso  GeniusLoci De.Co Sicilia, elaborato dalla Libera Università Rurale Saper&SaporOnlus, è stato  inserito tra gli esempi virtuosi del – Forum Italiano dei Movimenti per la terra e il paesaggio e presentato al Poster Session del Forum Pa 2013 che si è svolto presso il Palazzo dei congressi di Roma. Non meno importante, Il Gal Isc Madonie ha  adottato il percorso il primo in Italia, che coinvolge un’area vasta di 33 Comuni con il coinvolgimento dei principali attori dello sviluppo locale, imprese, associazioni, cittadini e amministratori locali. Poi tante iniziativa divulgative sparse per la Sicilia.
Di questi giorni mentre la partecipazione all’evento di Montecchio Maggiore, per la costituenda FederDe.Co. e infine ma non per ultimo il  Comune di Agira per le sue squisite cassatelle, comune che proprio ha adottato il format Genius Loci De.Co. Sicilia,   il  Premio Veronelli 2013   conclude Nino Sutera.

domenica 1 dicembre 2013

Le De.Co uniscono l'Italia


I   prodotti a denominazione comunale volàno per il turismo enogastronomico e per la valorizzazione dell’identità dei territori.   Presentato il format Borghi GeniusLoci De.Co.
I prodotti vicentini a Denominazione comunale (De.Co) uniscono l'Italia. Erano presenti quasi cinquanta Comuni e un'ottantina di alimenti del territorio, il 30 novembre u.s in Villa Cordellina a Montecchio Maggiore, all'assemblea dei Comuni De.Co. di Vicenza organizzata dalla Provincia e dal Consorzio “Vicenza è” per gettare le basi per la costituzione di una “FederDeCo”. L’evento cade proprio nel nono anniversario della scomparsa di Luigi Veronelli, ideatore delle  De.Co.
 Presente al dibattito, moderato da Antonio Di Lorenzo caporedattore de Il Giornale di Vicenza, anche Nino Sutera Direttore della Libera Università Rurale Saperi&Sapori di Menfi, in Sicilia, che ha affermato «Oggi è una di quelle date destinate ad essere ricordate a lungo. L'evento straordinario organizzato dagli Amici veneti, rappresenta un punto di non ritorno, per il territorio per le eccellenze enogastronomiche e per la valorizzazione dell'identità dei territori e l'autenticità dei luoghi. Un prodotto può essere copiato, l'identità di un luogo, evidentemente no. Grazie a Vladimiro Riva a Roberto Astuni e a tutti coloro che hanno contribuito all'evento fondativo di FederDe.co   L’istituzione della De.Co non si esaurisce con una  delibera comunale, ecco perché noi abbiamo elaborato un format “ Borgo Genius Loci”un percorso culturale,  per la valorizzazione e la promozione dell’identità dei territori. Obiettivo è costruire spirito di squadra, per la tutela dell’identità dei luoghi e il recupero dell’unicità territoriale come opportunità. L’auspicio, la vera sfida, è riuscire a realizzare una rete di Città e dei Borghi  De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare e/o apprezzare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci» Il format   è composto da 10-12 steps tra i quali “Ambasciatore dellʼidentità territoriale e Custodi dellidentità territoriale   i quali sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari.  

Presente anche Domenico Maraglino di “DeCo Puglia”, che due anni fa ha riscoperto la clementina di Massafra (TA). Diego Meggiolaro, ex presidente di Coldiretti Vicenza, ha confermato che «la DeCo sta dentro l'anima come il respiro».

Interventi anche di Dino Secco presidente di “Vicenza è”, che all'Expo 2015 vuole che sia presente una DeCo per ogni comune della provincia, e di Mauro Santinato esperto di turismo: «Le DeCo sono un'ottima occasione per promuovere il territorio a livello turistico. Il turismo di oggi non si basa solo sulla globalizzazione, ma cerca soprattutto l'unicità dei prodotti». Dal biscotto Maraneo di Costabissara al riso Vialone nano e Carnaroli di Grumolo delle Abbadesse, dalla mostarda vicentina di Montecchio al broccolo fiolaro di Creazzo e dal Miele della Valdichiampo ai “Gobeti” di Zermeghedo, le DeCo oltre alla qualità e all'impegno delle Amministrazioni hanno in comune un fondamentale veicolo di promozione: le Pro loco. «L'aspetto principale delle DeCo - spiega Giorgio Rossi, presidente provinciale Unpli Vicenza - è che sono prodotti a denominazione comunale, non nazionale o europea, e si identificano come la fase conclusiva del processo di certificazione turistico-gastronomica di un territorio. Per questo le Pro loco, che ritengo debbano fare squadra con produttori, amministratori e ristoranti, sono il mezzo più idonei per sponsorizzare le DeCo. Per Roberto Astuni, presidente della Confraternita dei ristoratori DeCo Vicenza, «l'idea è raggruppare sotto un unico cappello i ristoranti, in tutto 30, che sostengono questi prodotti. Con questa giornata viene di nuovo sancito il nostro ruolo». L'incontro è stato anche l'occasione per presentare il gruppo “Amici delle DeCo”: «Con quest'iniziativa - afferma Vladimiro Riva, consigliere delegato di “Vicenza è” - vogliamo riunire in un unico gruppo non solo i rappresentanti comunali, ma anche amici, simpatizzanti e appassionati. All'Expo di Milano, accanto alle tecnologie più avanzate, proporremo i prodotti della tradizione per farli conoscere e, attraverso questi, incentivare il turismo». Infine, a salire sul tavolo dei relatori, l'assessore regionale Roberto Ciambetti in veste di portavoce del presidente Luca Zaia. 

venerdì 22 novembre 2013

De.Co Sicilia a Montecchio Maggiore - Vicenza

Sabato 30 novembre a Montecchio Maggiore - Vicenza - h. 9.30 assemblea privata dei Comuni De.Co. vicentini e alle 11.00 assemblea pubblica   per parlare di Amici delle De.Co., FederDeco, marketing territoriale e di percorso verso Expo 2015.   
La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione/evento al luogo storico di origine.

In altri termini, è  una attestazione che il   Sindaco, il primo cittadino, a seguito di una delibera comunale, certifica, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto e che ha un forte e significativo valore identitario per una Comunità.
L’obiettivo, recuperare l’identità di un territorio come opportunità di arricchimento di significati e valori per l’economia locale. 
Un territorio bello,    famoso   e ben organizzato    ha  un enorme vantaggio,   in questo la De.Co. può rappresentare uno strumento di comunicazione formidabile
Il valore di una De.Co.   è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. , I prodotti agro-alimentari e artigianali  racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine,afferma Nino Sutera Infatti derivano sempre dalla valorizzazione di una materia prima locale, sono il frutto di trasformazioni, generalmente su piccola scala, che racchiudono conoscenza tecnica locale e tradizione, sono fortemente legati al territorio, alle radici locali, attraverso un legame culturale e sociale che assegna al prodotto una dimensione identitaria di primo piano  Il prodotto agricolo o agro-alimentare e artigianale, è il protagonista della valorizzazione del paesaggio, della cultura contadina e testimone speciale della vita di un territorio.
Il Tavolo di coordinamento dei Comuni De.Co. vicentini ha deciso di convocare un'assemblea per:
- ampliare il numero dei Comuni rappresentati nel Tavolo
- presentare il gruppo Amici delle De.Co.
- impostare un programma per migliorare i contatti con i Comuni e anche con le Pro loco
- organizzare un dibattito con produttori me organizzatori De.Co. di altre Regioni, interessati a costruire FederDeCo
- presentare idee di marketing (anche territoriale) sulle De.Co.
- avviare un percorso verso l'Expo 2015
 Al termine un buffet De.Co 
All’interessante iniziativa è stato invitato tra gli altri Nino Sutera Direttore della  Lurss Onlus che relazionerà sul  format  GeniusLoc De.Co Sicilia, percorso di valorizzazione dei territori attraverso i prodotti identitari,
Il percorso elaborato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus   è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori”    Il Percorso prevede un modello     dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni- Tracciabilità-Trasparenza –Tipicità, (intesa come specificità) che rappresentano la vera componente innovativa. Il format è stato  presentato in occasione del  Poster Session del Forum Pa 2013 di Roma. Recentemente Casa Veronelli  ha dato ampio risalto all’iniziativa

Il lavoro svolto in questi anni, tra incontri, tavole rotonde, seminari , workshop, in tutta la Sicilia, inizia a portare i suoi frutti,   grazie  al  format innovativo “Aspettando l’EXPO 2015  - Identità, Salute e Sviluppo” ideato da I.Di.Med. Istituto per la Promozione e la Valorizzazione della Dieta del Mediterraneo, che rappresenta un punto strategico significativo per organizzare i territori di fronte alle nuove sfide

domenica 10 novembre 2013

Agira Città De.Co.

La Cassatella di Agira, dolce prelibato del territorio

Le cassatelle di Agira  sono dolci del territorio  della pasticceria ennese, originari della cittadina di Agira ma diffusi non solo nella provincia di Enna, ma anche in gran parte della Sicilia orientale.
 E' stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf).

Dato che il prodotto è molto laborioso e necessita di parecchi passaggi custoditi gelosamente e tramandati di generazione in generazione, le manifatture di questo dolce variano sensibilmente. Recentemente si assiste ad un notevole proliferare di imitazioni che nulla hanno a che fare con il prodotto originario. L'originalità e tipicità del prodotto va verificata nelle sue dimensioni che sono tipicamente di 10 x 6 cm, inoltre l'impasto deve essere morbido e non asciutto o secco, non deve prevalere sclusivamente il gusto del cioccolato o cacao, infatti, bisogna avvertire al palato anche il gusto della mandorla e infine la pasta frolla non deve essere biscottata o molliccia.
La cassatella di Agira è un dolce di origini molto antiche, tipico esempio della cucina tradizionale agirina.
 Nella millenaria storia di Agira, la cultura che senza dubbio ha influito maggiormente sulla nascita della cassatella di Agira è quella spagnola; alla quale verosimilmente si sono aggiunti elementi agropastorali e del ceto nobiliare (baronali). Infatti, le commistioni di ambienti economici ricchi e poveri, avrebbero fatto convergere nella tradizionale cassatella di ricotta preesistente elementi nobili come le mandorle e il cacao. Mentre la farina di ceci, con il ruolo di addensante naturale del ripieno, è molto economico negli ambienti rurali siciliani ed ampiamente disponibile.
Questa è un’ipotesi suggestiva sulla quale pur non avendo documenti storici di conforto, essa però è del tutto compatibile con gli elementi della tradizione a disposizione.  
 

Alle cassatelle di Agira, è dedicata una sagra che si svolge nel paese natio di Diodoro Siculo, Agira appunto, dal 15 al 17 novembre  2013. All’interno della manifestazione una Tavola rotonda, voluta dall’Amministrazione Comunale, per discutere di territorio e valorizzazione delle sue risorse.
 Con l’occasione verrà presentato anche ad Agira il format GeniusLoci  Un percorso inedito che mette a sistema l’azione consolidata del D.A. n. 77 del 26 luglio 2005, il Registro delle Eredità Immateriali (REI) e l’azione innovativa per la valorizzazione e la promozione dell’identità e dell’unicità dei territori, attraverso la De.Co. (Denominazione Comunale) un atto politico, nelle prerogative del Sindaco.  
Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il locale rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori.
Il percorso sulla De.Co. prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità, che rappresentano la vera componente innovativa, sono Territorio-Tradizioni-Tracciabilità-Trasparenza- Tipicità (Tipicità, intesa come  Specificità).
Un concreto strumento di marketing territoriale, soprattutto un importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità locali. Un percorso condiviso e da condividere con il territorio, che molte amministrazioni lungimiranti stanno percorrendo.
Il format elaborato della Lurss è composto da 10-12 steps tra i quali “Ambasciatore dellʼidentità territoriale” e “Custodi dell’identità territoriale”   i quali sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari.
Obiettivo è costruire spirito di squadra, per la tutela dell’identità dei luoghi e il recupero dell’unicità territoriale come opportunità.  
 Ho avuto modo anni addietro, di assaggiare e gustare il prelibato dolce. Ricordo che era uno  di scambio di dolci, con una mia amica, io ricambiavo con le mitiche “Minni di Virgini” anch’esse De.Co. L’auspicio, la vera sfida, è riuscire a realizzare una rete di Città De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare e/o apprezzare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci, prendendo in prestito l’affermazione di Daniela.
La cassatella un dolce impossibile da descriverne il gusto, vanno solo degustati assaporati e valorizzati.


Ecco la ricetta

Ingredienti: per 30 cassatelle circa
Per il ripieno
250gr.di zucchero
45gr. di cacao amaro
75 gr di cacao dolce
300 gr di mandorle tostate e macinate
50 gr di farina di ceci (ceci tostati e macinati)
375 gr di acqua
La punta di un cucchiaino di cannella in polvere
Una bustina di vaniglina
La buccia di 1/2 limone
Per la frolla
625 gr di farina 00
225 gr di strutto a temperatura ambiente
Un uovo intero
185 gr di zucchero
100 gr di acqua
Una bustina di vaniglina
La punta di un cucchiaio di cannella in polvere
La buccia di 1/2 limone
zucchero zefiro Q.b. per spolverare
Procedimento:
La prima operazione da fare è quella di tostare le mandorle e i ceci perciò accendiamo il forno a 180° e quando ha raggiunto la temperatura inforniamo le mandorle e i ceci adagiate su una teglia e tostiamo 20 min. girandole durante la cottura.
Prepariamo la pasta; versiamo nel boccale la farina e lo strutto e impastiamo 30 sec. vel. 5, aggiungiamo tutti gli altri ingredienti e impastiamo 3 min. vel spiga spatolando se necessario.
Togliamo l’impasto dal boccale formiamo una palla e mettiamo a riposare in frigo per almeno 12 ore. (io l’ho lasciato riposare 24 ore).
Senza lavare il boccale maciniamo i ceci 50 sec. vel 10 e mettiamo da parte ,versiamo le mandorle e la buccia di limone nel boccale e tritiamo 1 min. a vel. 10 raccogliamo con la spatola e ripetiamo l’operazione di tritatura per altre due volte 20 sec. vel. 6 in modo da raffinare bene il trito.
Aggiungiamo adesso al trito di mandorle l’acqua e lo zucchero e portiamo a bollore 7 min. 100° vel. 3 passato questo tempo impostiamo 10 min. 100° vel 3 e aggiungiamo con le lame in movimento a vel. 3 i due tipi di cacao ai quali avremo aggiunto la bustina di vaniglina e la punta di cannella, quando saranno amalgamati del tutto, aggiungiamo la farina di ceci (condensante naturale) e facciamo cuocere i restanti min. sempre a 100° vel.3.
Togliamo la farcia dal boccale e versiamola in una ciotola di ceramica a raffreddare avendo l’accortezza di mescolare spesso con un cucchiaio di legno per evitare che si indurisca la superficie.
Passate le ore di riposo della pasta procediamo per confezionare le cassatelle;
Accendiamo il forno a 175° e portiamo a temperatura.

Stendiamo la pasta sul piano di lavoro ben infarinato, tagliamo con l’apposito attrezzo dei dischi di pasta del diametro di 10 cm

martedì 5 novembre 2013

ATTI CONVEGNO ALBERGO DIFFUSO


Centro Servizi Culturali – Ragusa
21 settembre 2013

 a cura di Paolo Sottile

Saluti del Sindaco di Ragusa
Buona sera a tutti. Grazie davvero della presenza in questo momento che come città viviamo per noi è un motivo in più di soddisfazione quello di potere parlare di un disegno di legge che interessa la nostra città e presentato dal gruppo parlamentare dei cinque stelle. Questa legge permetterà sicuramente di avere ulteriori prospettive per la nostra città ed in modo particolare per il nostro borgo. Ibla rientra perfettamente nella logica e nell’ispirazione della legge stessa. Rivolgo un saluto a tutti i presenti e ringrazio tutti i partecipanti a questo convegno ed auguro buon lavoro a tutti quanti. Non voglio rubare ulteriore tempo e vi ascolto con piacere.

 Giancarlo Cancelleri
Buona sera a tutti, questa sera vi parlerò di una legge che stiamo discutendo con le associazioni di categoria e ha l’ardire di recuperare i centri storici siciliani. L’invasione dell’edilizia nelle campagne in maniera esagerata non fa altro che mettere in crisi chi amministra. Aumentano i servizi da offrire e da gestire e di conseguenza aumentano le bollette a carico dei cittadini. L’articolo 1 di questa proposta di legge dice  i centri storici siciliani sono beni culturali sociali ed economici che dobbiamo tutelare, ma al momento l’amministratore non ha nessun arma per fare ciò. L’unica cosa che al  momento può fare un’amministrazione è andare a mettere in sicurezza la zona. Quindi ulteriori costi per il Comune. Mettiamo nelle mani dell’amministrazione uno strumento che si chiama “Carta del rischio” che deve essere poi approvata dal consiglio comunale. Questo strumento deve mappare tutta l’area interessata e quindi del centro storico e deve dare una traccia analitica dello stato di popolamento, l’elenco dei provvedimenti cautelari già emessi, l’elenco degli interventi sostitutivi delle relative somme già impegnate e una valutazione preliminare degli interventi di messa in sicurezza dell’area del centro storico. Dobbiamo andare  a mettere in piedi una mappatura totale del centro storico. Dobbiamo discriminare l’immobile che è pericolante, da quello che va bene e da quello che deve essere messo in sicurezza. Fatto questo al Sindaco diamo un altro strumento che è quello di andare a sollecitare il proprietario dell’immobile di andarlo a mettere in sicurezza. Nel momento in cui passano i sessanta giorni di tempo dall’avviso il Comune può procedere all’esproprio del bene. Il Comune acquisisce al proprio patrimonio quell’immobile. Da quel momento il Comune può cominciare ad attivare tramite finanziamenti regionali o di natura privata un percorso di riqualificazione destinato al social housing, edilizia popolare, opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Quindi si comincia a rimettere in piedi il centro storico, con i limiti ovviamente che la sovrintendenza ci esporrà, con tutta una serie di criteri che devono essere anche quelli della volumetria, la possibilità di mantenere quel tipo di stile architettonico della zona in cui andiamo ad incidere. Già ci sono delle leggi simili, tipo ad Ortigia. Possiamo anche pensare ad interventi di natura privata, inoltre questo legge permette di fare un compasso intorno alla città in quanto non è più necessario dare concessioni edilizie e diamo la possibilità di lavorare alle imprese edilizie dentro al centro storico con interventi di ristrutturazione o ricostruzione. Questa è essenzialmente l’idea che vogliamo approfondire e chiaramente sono benvenuti contributi. Il senso è quello di dire basta alla speculazione edilizia che hanno imbruttito le nostre città. Per fare un esempio il palazzo di fronte piazza san Giovanni è un pugno in un’occhio. Dobbiamo mettere in mano alle amministrazioni degli strumenti affinché questo processo inizi.


Nino Sutera
Innanzitutto vorrei iniziare ringraziando Paolo Sottile che ha messo l’anima nell’organizzare questo convegno e ci ha permesso di essere qui. Poi vorrei ringraziare anche il sindaco per l’ospitalità che mi ha trasmesso quando sono arrivato. Vi racconto questo episodio. Sono arrivato ed avevo visto il luogo del convegno, ho chiesto ad un anziano maggiori dettagli ma non mi ha saputo rispondere così mi ha consigliato di entrare e chiedere al bar. Il proprietario mi ha accompagnato qua. Con questo voglio dire che questa è una comunità che si è appropriata dell’ospitalità ed è pronta in termini turistici.  Oltre ad investire nella parte materiale dello sviluppo economico è necessario intervenire anche nella parte immateriale. Vi parlerò del percorso Borgo  GeniusLoci De.Co. un percorso culturale, al francese “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all’improvviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dell’AIF  XXVI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori di Palermo. EXPO2015 MILANo, Il percorso Borghi GeniusLoci De.Co.,   mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del Percorso GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività.
Il percorso innovativo “Borghi Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del territorio attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”.  «La denominazione comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci” è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
 Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli  ideologo delle De.Co.  ha dato del “genius loci”:   esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva. 
   Grazie.


Claudia La Rocca
Buona sera a tutti, Grazie per la possibilità che ci avete dato per parlare di questa legge che è la prima in Italia del movimento cinque stelle, ma soprattutto è la prima legge di iniziativa parlamentare approvata da questa legislatura. L’albergo diffuso consiste in un’unità abitative, alloggi dislocati in uno spazio equidistante dall’edificio centrale che offre i servizi essenziali, con una distanza ragionevole da raggiungere a piedi. Noi non ci siamo inventati sostanzialmente nulla perché l’albergo diffuso è una forma di ospitalità già esistente in Italia dal 1982. La prima legge regionale risale al 1998 in Sardegna, mentre nel 2011 abbiamo la prima definizione a livello nazionale. Ad oggi sono 17 le regioni che  normano e quindi riconoscono l’albergo diffuso come modello di ospitalità. Come forma di ospitalità sostenibile e relazionale siamo noi come esempio di altri paesi in Europa. Il titolo del mio intervento è: “Albergo diffuso come e perché”. Come perché mi sarebbe tanto piaciuto raccontare l’iter che ci ha portato a questo risultato. Un disegno di legge assolutamente condiviso sia con i professionisti che con i cittadini ed anche gli operatori del settore. La prima volta che ho sentito parlare di albergo diffuso è stata durante la campagna elettorale in quanto il programma è tato scritto con i cittadini. Questo tipo di ospitabilità sostenibile fa parte di altri modelli come il paese-albergo, il villaggio diffuso. Mi ero ripromessa una volta eletta di portare questa idea all’interno dell’ARS. Facendo delle ricerche una volta insediati ho trovato altri disegni di legge da altri schieramenti politici ma nessuno di questi è stato approvato. Abbiamo contattato anche l’associazione nazionale alberghi diffusi di Giancarlo dall’Ara e ho avuto il piacere di conoscere Ezio Occhipinti e Claudio Rigoni che hanno già degli alberghi diffusi in Sicilia e che hanno portato la loro esperienza nella quarta commissione che è la commissione di merito che ha portato avanti questo disegno di legge. Il risultato quindi è assolutamente condiviso, segnale che quando si vuole lavorare per il bene comune tutte le forze politiche possono essere protagoniste. Per esempio questa estate sono andata in vacanza in Croazia. Lì si vive quasi esclusivamente di turismo e funziona come un orologio svizzero. Ora questo dalle nostre parti non è così, anche se sento dire fin dalla campagna elettorale che la Sicilia dovrebbe vivere di turismo. Nelle pratica non è così. Dal sito della Regione Sicilia si evince che i turisti arrivano quasi esclusivamente in agosto e sono dell’ordine dei 3 milioni di persone con un picco minimo a gennaio di quest’anno di 300.000 presenze. La maggior parte del turismo è balneare, mentre quello culturale e naturalistico è marginale. E’ sotto gli occhi di tutti che i nostri palazzi stanno crollando. Un altro motivo della proposta di legge sull’albergo diffuso riguarda l’obiettivo di far tornare i piccoli comuni a rivivere arginando lo spopolamento e l’abbandono che in questi ultimi anni è stato incessante. Quindi si può creare un nuovo modello di ospitalità diffusa che porterà ad un indotto economico non indifferente dando anche ai commercianti la possibilità di fare rete per promuovere i loro prodotti tipici sia agroalimentari che manufatti. Il target di turisti ai quali ci rivolgiamo è differente rispetto a quello tradizionale delle catene alberghiere alle quali siamo abituati. Stiamo parlando del turista-viaggiatore il quale vuole vivere il luogo come un residente. Ultimo punto caratteristico dell’albergo diffuso è il contrasto al consumo del suolo, quindi recupero dell’esistente che in questo momento di crisi può essere utile per il settore edile. I dati Istat ci illustrano che nell’ultimo cinquantennio il consumo del suolo si è triplicato, soprattutto in Sicilia. Per concludere vorrei dire che adesso siamo allo step del regolamento attuativo che provvederà l’assessorato di riferimento a stilare. Contiamo che per le prossime settimane sia pronto e lo pubblicheremo per divulgarlo. Grazie a tutti.

Ezio Occhipinti
Cerco di raccontarvi brevemente la nostra esperienza dell’albergo diffuso anche se è un concetto ampio ed alla fine della serata sono disponibile per approfondire. L’albergo diffuso di Scicli è partito operativamente dal 2012. E’ partito ancor prima che ci fosse una legge ed è stato complicato adiempere ai vari cavilli burocratici. Grazie alla legge potremmo istituzionalizzarlo e semplificarlo nella gestione che al momento è molto complicata. L’esperienza di Scicli parte con pochissime case in realtà, all’inizio erano solo quattro immobili in cui c’erano diverse tipologie di servizi. Una è la tipologia alberghiera in cui venivano messe delle case con delle camere, modello affittacamere per intenderci e l’altra in modalità extra-alberghiera in cui vengono messe in rete delle case con i servizi tra loro comuni ed equivalenti. La pecularietà dell’albergo diffuso e che sono tutte case già esistenti, quindi siamo andati a valorizzare tutto ciò che esisteva prima cercando di apportare quelle modifiche che hanno permesso sia la realizzazione di case con confort di tipo alberghiero ed allo stesso tempo hanno permesso quello che ci eravamo prefissati all’inizio del progetto. All’inizio l’idea era di coinvolgere delle case che già esistevano ed erano chiuse, e di coinvolgere le aziende del centro storico per metterle in rete. I primi passi che abbiamo fatto sono stati quelli di contattare alcune aziende che poi sono diventate le aziende più importanti dell’albergo diffuso tra cui il bar centrale della piazza, in quanto l’albergo diffuso ha come punto nevralgico una posizione ben specifica individuato nella piazza centrale del borgo e poi le case si distribuiscono nel raggio massimo di trecento metri da questo punto nevralgico. Quindi mentre nell’albergo tradizionale che si sviluppa in un unico edificio in maniera verticale e ci si muove su più piani, nell’albergo diffuso ci si muove per le vie, quindi i corridoi classi delle vie tradizionali diventano le vie della città. Questo fa si che il viaggiatore che vive in un albergo diffuso ha un contatto diretto con la popolazione. Quindi sente i profumi di casa allora di pranzo, tutte quelle cose autentiche che caratterizzano un po’ la storia della sicilianità. Questo oltre ad essere il valore aggiunto dell’albergo diffuso è anche l’aspetto più importante. Oggi chi sceglie di soggiornare in un albergo diffuso vuole sentire gli odori vedere gli usi e costumi di un luogo. Le camere sono tutte di qualità molto alta e sono su prodotti standard sul piano qualitativo. La differenza che fa comunque un albergo diffuso sono proprio le persone. Le relazioni che ci stanno alla base sia per ciò che riguarda l’organizzazione dell’albergo diffuso stesso sia una volta che l’ospite arriva nel borgo. Vi è un rapporto già dall’accoglienza molto personale e confidenziale fino a quando viene accompagnato nelle case. L’esperienza dell’albergo diffuso è varia e desiste da quasi trent’anni. Alla base dell’albergo diffuso c’è un progetto imprenditoriale, infatti si differenzia l’albergo diffuso dal fatto di affittare le case. Nell’AD vi è la centralizzazione dei servizi così come avviene in un albergo tradizionale. Una caratteristica dell’Ad è che vi sono due sale di accoglienza le cosiddette hall. Una è quella dove vengono accolti ed una è quella della strada, le vie che collegano le case con il corpo centrale dove vi è l’occasione di conoscere gli abitanti del luogo e quindi usi e costumi. Per quanto riguarda l’Ad si può dire che è una forma di energia in quanto valorizza le case che già esistono, ricostruisce qual’ora la gente decide di ristrutturare, quindi recupera un patrimonio già esistente e promuove soprattutto il territorio…Video AD Scicli...La peculiarietà non sono le camere ma i luoghi nel quale l’Ad insiste, sono uno strumento di marketing territoriale vero e proprio. Ci sono luoghi in cui le case tra di loro distano più di trecento metri e quindi si parla di ospitalità diffusa. A Scicli si è diviso il territorio in tre zone: mare, campagna e centro storico. S sono coinvolti tutti gli operatori che abbracciano questa filosofia del rispetto dei luoghi e delle tradizioni. Infatti noi offriamo una colazione diffusa o a km zero e non la tipica colazione continentale. L’ospitalità diffusa abbraccia un raggio di azione più grande. Questo modello stiamo cercando di esportarlo sia su Ragusa che su Modica per valorizzare quello che già c’è senza inventare nulla di nuovo. Grazie per la vostra attenzione e sono a diposizione per approfondire.
Enrico Russino
Buona sera a tutti, sono Enrico Russino e vi parlerò di Aromi diffusi. Io produco erbe aromatiche sono più di centocinquanta piante differenti che grazie ad Ezio ed a una forte azione di marketing ha visto crescere la propria attività in maniera esponenziale. Questo è successo perché l’azienda ha aperto le porte all’incoming turistico. L’azienda vive un momento magico in quanto riceviamo richieste da tutta Italia in quanto ci troviamo nel territorio ragusano ed in particolar modo di Scicli che sta vivendo un momento florido. La richiesta del turista non è soltanto la visita monumentale ma vuole conoscere anche la cultura enogastronomica. Negli ultimi anni grazie a Floriana Padua di Oriente Sud le richieste in tal senso si sono moltiplicate. L’azienda non produce il rosmario per il pollo o per la pasta ma offriamo un’ora e mezza di relax ed esperienze. Si parte dall’Ad per arrivare ad un percorso olfattivo legato ai profumi della mia azienda. Quando parlo di piante aromatiche non sto parlando delle classiche, ma si va dalla salvia all’ananas, alla menta al bergamotto, al timo al limone. Queste piante le stiamo facendo conoscere a livello nazionale e Floriana da quando ha iniziato questa avventura dell’incoming ha creato alcuni momenti importanti. Una volta un ristorante cliente mi ha invitato per un evento chiamato “aromi e bocconi” e da li praticamente questo è stato replicato da noi in azienda con un grandissimo successo. Ovviamente collaboriamo con tante strutture ricettive e comuni del territorio. Adesso lascio la parola a Floriana che vi spiegherà nel dettaglio come è nata questa nostra avventura. Per prima cosa abbiamo definito il prodotto dell’azienda, il percorso dura circa novanta minuti e si parte dagli aromi più noti tipo il rosmarino fino a quelli più particolari che non conosce nessuno. In questo percorso abbiniamo delle degustazioni. Inoltre abbiamo creato ed avviato il progetto aromi campus rivolto soprattutto alle scuole primarie e secondarie ed in particolar modo all’istituto alberghiero. Abbiamo avuto in azienda oltre seicento allievi degli istituti alberghieri.
Marco Magrini
Il mio intervento sarà sul turismo sostenibile e sulla qualità dell’accoglienza. Se intendiamo il turismo come un’attività economica incentrata sulla messa a valore degli attrattori, bisogna conservare quindi gli attrattori nel tempo, le fonti di attrattiva bisogna mantenerle intatte affinché ci possa essere un turismo definito sostenibile. Il territorio ed il paesaggio sono la cornice di riferimento dell’esperienza turistica. Questa per così dire è la classica cartolina. La qualità ambientale e dei servizi è un tutt’uno con questo. Queste sono le caratteristiche che ci rendono competitivi verso gli altri territori. Ormai nel campo turistico c’è una fonte di pubblicità enorme. Per dedicarmi all’incoming dovrò esaltare le caratteristiche che rendono unico il mio territorio. Perché il turista deve venire in Sicilia? Perché deve trovare qui delle caratteristiche uniche che non sono replicabili in altri posti. E’ questo che può rendere competitiva o meno una destinazione. Questo è il motivo che spinge il turista una destinazione per un soggiorno o una vacanza. Questo funziona anche se andate voi in vacanza. Se vi interrogate un attimo: “Cosa vi fa pendere l’ago della bilancia su una destinazione o su un’altra?” La qualità dell’offerta territoriale ha la maggiore valenza nella decisione dei turisti per scegliere la destinazione. I fattori di attrazione devono essere combinati con servizi collaterali per dare forza alle potenzialità e caratteristiche del territorio. La pubblicità non è sufficiente ma bisogna costruire il contesto nel quale emergono le eccellenze del territorio. Solo nel momento in cui mi differenzio e mi posiziono in maniera rispetto ad altri competitors posso ottenerne un vantaggio consecutivo. Questi è uno temi da qualche anno a questa parte. Un potenziale di esperienza da far vivere al turista. La vacanza è percepita come continuum anche dopo che è finita. Con l’associazione Slow tourism siamo vicini proprio al recupero del centro storico, al recupero di alcune tradizioni rurali, e la Sicilia ha molte risorse in tal senso che spesso sono poco conosciute al di fuori dell’isola, quindi si contrappone il turismo mordi e fuggi e la modalità migliore per rivitalizzare queste risorse locali. La qualità dell’esperienza per quel segmento è in crescita e per questo segmento la qualità è data anche dalla lentezza rispetto alla frenesia. Lentezza non vuol dire sonnolenza ma ritmo adeguato alla fruizione del centro storico come esperienza multisensoriale. La possibilità di soffermarsi ad un particolare, ad annusare un determinato odore, naturalmente questo non si può fare in macchina a centottanta all’ora, richiede questa modalità, anche per il contatto con la comunità locale. Addirittura si potrebbe definire il turista un cittadino temporaneo. Spostandoci sull’accoglienza possiamo dire che conoscendo le caratteristiche di questo target, al quale la stessa Sicilia dovrebbe puntare molto. Ci si dovrebbe interrogare come offrire la qualità dei servizi, perché alla fine della vacanza il giudizio riguarda il territorio complessivamente. Facilitare la funzione del patrimonio naturale e culturale della destinazione. Riuscire a fornire un sistema di informazioni a partire dalla cartellonistica, riuscire a combinare determinate occasioni. La comunità locale per prima deve avere coscienza del valore del proprio territorio. Io non andrei a visitare un luogo dove gli abitanti del luogo sono scontenti o dove percepiscono loro per primi che si vive male. La qualità dell’accoglienza si misura sulla capacità di presentare e proporre esperienze di valorizzazione del proprio capitale sociale, dove per capitale sociale intendo le tradizioni, le capacità che si vengono a condensare nel corso dei secoli in una determinata località, in un determinato territorio. Se ho qualità territoriale questo diventa un valore quando devo promuovere la mia destinazione. Il giudizio soggettivo di una vacanza si basa sulla percezione del territorio e delle sue opportunità. Questo vale anche in una fase precedente quando voi scegliete di andare in vacanza. In campo turistico ciò che prometto devo essere in grado di garantire, nel turismo non si scappa, il grado di soddisfazione è commisurato alle aspettative. Un’offerta indistinta del mercato turistico avrà un’affluenza casuale, quindi è importante immagine il target a cui mi rivolgo.

Conclusioni del Sindaco di Ragusa
Penso sia stato un bel momento con delle relazioni interessanti. Oggi non abbiamo parlato solo di albergo diffuso ma delle nostre eccellenze e del recupero del nostro territorio, del nostro modo di viverlo e di ripensarlo, fermarsi. Nel nostro territorio abbiamo una bellezza intrinseca, abbiamo delle grandi potenzialità e sta a noi tutti metterci in moto per attuare tutto quello che oggi ci siamo detti. Ringrazio tutti gli intervenuti.


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