domenica 8 settembre 2013

I Sindaci e l'identità territoriale

Le De.Co. non sono un marchio, ne strumento di tutela


Erroneamente  qualcuno  crede  di poter equiparare la DE.C.O. ai marchi di qualità; in realtà la Denominazione Comunale nulla ha a che fare con le denominazioni istituzionalizzate come D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) o I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta), per citarne alcune.


La legittimità del "marchio" De.C.O. è stata, sin dalle prime iniziative  intraprese per la sua istituzione, assai contestata, dibattuta ed ostacolata. Da  più parti si è ritenuto, infatti che il Comune non abbia il potere di  disciplinare organi e procedure per attestare la provenienza di un prodotto (odei suoi ingredienti base) dal proprio territorio e che, pertanto, nell'istituire  la De.C.O. ecceda i suoi poteri istituzionali, ponendosi in contrasto con le  norme comunitarie, gerarchicamente sovraordinate a quelle di diritto interno. In particolare, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali  (Direzione Generale per la qualità dei prodotti agroalimentari e la tutela del consumatore), in una nota del 5 febbraio 2004 - indirizzata, tra gli altri, all'  ANCI, alle Regioni ed alle Province autonome - ha ribadito la propria  posizione di netto dissenso dal "Progetto De.C.O." promosso dall' ANCI,  ritenendolo in contrasto con quanto stabilito dalla Commissione europea in merito ai riconoscimenti DOP e IGP.
Detta nota ministeriale testualmente recita:
"La scrivente Amministrazione ha più volte censurato l'ANCI dal continuare ad istituire marchi di qualità comunali, sottolineando la illegittimità di tali procedure. Si ribadisce con forza che non è ammissibile ottenere il riconoscimento di un prodotto agroalimentare con strumenti diversi dalla rigorosa osservanza del reg. CEE n. 2081/92. La Commissione europea, come già sottolineato in precedenti note inviate all'ANCI, ha sempre assunto un atteggiamento di condanna nei confronti di detti marchi, attivando procedure di infrazione ogni volta che un Ente pubblico territoriale ha promosso tali marchi di qualità. Lo stesso Governo italiano è stato oggetto di un ricorso per inadempimento voluto dalla Commissione europea per non aver rispettato gli obblighi in virtù dell'art. 28 del Trattato istitutivo della Comunità europea".
Dal testo della nota, si evince che la questione di legittimità concerne  l'ammissibilità di procedure comunali che attestano la qualità d'origine di un  prodotto, posto che il riconoscimento dell'origine dei prodotti agroalimentari da parte di soggetti pubblici è disciplinato - come si è visto nei paragrafi che  precedono - dal reg. CE n. 2081/92 relativo alla "protezione delle  indicazioni geografiche e delle denominazioni  d'origine dei prodotti agricoli  ed alimentari". In altri termini, le procedure e gli organi previsti dal reg. CE  n. 2081/92 sarebbero l'unico strumento legittimo per attestare un nesso fra  un prodotto agroalimentare e la sua origine geografica, sicché ogni altro  strumento di certificazione riferito alla provenienza geografica sarebbe  incompatibile con il diritto comunitario.
Assumendo questa posizione, il MIPAF si allinea agli orientamenti della  Commissione europea e di una parte della dottrina, che ha sempre ritenuto  che gli Stati membri non possano disciplinare in modo autonomo, mediante  provvedimenti interni, le denominazioni di origine geografica dei prodotti  agro-alimentari nazionali, in quanto tale potere sarebbe stato attribuito in via esclusiva alla Comunità europea dal reg. CE n. 2081/92.  In ragione di tale competenza esclusiva, quando un marchio - al di fuori dei  sistemi DOP/IGP - identifica prodotti provenienti da una determinata zona  geografica (territorio regionale, provinciale, comunale) di uno Stato membro, esso è incompatibile con l'art. 28 (4) del Trattato CE, che vieta  l'introduzione di qualsiasi misura di natura pubblica che possa ostacolare le  importazioni da altri Paesi comunitari, nonché qualsiasi misura di effetto  equivalente, e con l'art. 87 (5), relativo agli aiuti concessi dagli Stati.
Ne consegue che è errato istituire la De.C.O. e nello stesso tempo prevedere un disciplinare di produzione, regolamenti, e quant’altro emulano in negativo  le normative comunitarie, come taluni ancora fanno.
Quando meno appropriata nel Maggio 2005 la svolta a seguito  del  Convegno di Alessandria,  Le denominazioni comunali di origine DE.C.O. diventano denominazioni comunali (acronimo De.Co.).
La sintesi di Alessandria
Le De.Co. non sono marchi di qualità, ma delle attestazioni che legano in maniera anagrafica la derivazione di un prodotto/produzione dal luogo storico; sono dei certificati notarili contrassegnati dal Sindaco a seguito di una delibera Comunale; sono dei censimenti di produzioni che hanno un valore identitario per una comunità. Sono dunque strumenti flessibili per valorizzare le risorse della propria terra nel tentativo di garantire la biodiversità, traendone talvolta vantaggi anche sul piano turistico ed economico. Rappresentano, insomma, il vero, autentico passaggio dal generico “prodotto tipico” al “prodotto del territorio”.
L’allora Ministro per le Politiche Agricole Gianni Alemanno che nel suo intervento ricordò che “Le De.Co., intese come censimento dei prodotti che identificano un Comune, sono un ulteriore elemento di distinzione che sicuramente rafforza il valore identitario di un territorio. [...] Debbono essere uno stimolo, una semplice delibera, che non fa riferimento ad aspetti qualitativi o a disciplinari richiesti invece per altre denominazioni di valenza comunitaria, ma che censisce, in un dato momento storico, un bene identitario legato all’artigianità o alla vocazione agricola di un Comune”
Ogni singolo comune, degli 8.000 sparsi in tutta Italia, possiede un patrimonio concreto che è l'espressione della propria tradizione culturale; affinché questa tradizione, gastronomica in primis, non sparisca sono state ideate, da Luigi Veronelli, le De.Co.
Per chiarire, se un prodotto è originario solo ed esclusivamente di quel comune, la sua amministrazione, dopo verifiche e attente analisi, ha facoltà di rilasciare una dichiarazione che ne attesti e, allo stesso tempo, ne enfatizzi la provenienza. Ciò grazie anche alla Legge Costituzionale n. 3, emanata il 18 ottobre 2001 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 24 ottobre 2001. Tale azione diventa un riconoscimento di grande valore in quanto consente la conservazione e lo sviluppo della cultura autoctona del territorio, favorendo contemporaneamente anche la protezione del prodotto stesso.

A livello economico la  DE.CO.,   non porta alcun beneficio diretto e ovviamente se non utilizzato e diffuso, non significa nulla e non aggiunge alcun valore al prodotto, nella realtà dei fatti, però, può diventare un grande e potente strumento di marketing territoriale, di riconoscimento per la destinazione nei confronti dei turisti e di autocoscienza per gli stessi cittadini.
Con questi presupposti è nato il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia,  elaborato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor inserito tra gli esempi virtuosi del - Forum Italiano dei Movimenti per la terra e il paesaggio e presentato  al Poster Session del Forum Pa 2013 di Roma,  prevede un modello di De.Co   dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa, ma   soprattutto rispettose delle direttive nazionali e comunitarie in materia
Ci sono tantissime differenze tra chi lavora per difendere il proprio territorio, in maniera disinteressata,  ma le differenze non solo non devono dividere, ma al contrario possono  creare sinergie.    La De.Co  è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, per difendere e salvaguardare l’identità del territorio.
"Attraverso una semplice delibera   il Sindaco certifica la provenienza di ogni prodotto della sua terra" così Luigi Veronelli spiegava la De.Co. Un'idea nata dal basso per valorizzare quegli immensi giacimenti enogastronomici che racchiude l'Italia. Risorse e ricchezze che appartengono alla terra, al proprio luogo. 
 Gli altri strumenti (DOP.DOC. IGT. PAT.ECT) sono atti tecnocrati, strumenti utilissimi, sovvenzionati o meno, ma tecnocrati.

 Vogliamo impedire ai Sindaci di continuare a occuparsi dei territori?

martedì 3 settembre 2013

Carini ...in pasta

Carini in ….pasta.

Un evento enogastronomico per amanti della buona cucina, presso il Castello e la Piazza Duomo a Carini.
Domenica 8 settembre a partire dalle ore 10.00 un’insieme di eventi per tutti i gusti, si inizia con la gara massaie “io ni fazzo chio  sai”, a seguire Concorso Chef “i maccarruna ra Baronessa” in fine gara pizzaioli “A Pizza ra Baronessa”   . Insomma una giornata da trascorre in tanta allegria,  
 Faranno parte della “squadra” gli Chef dell'Accademia della Cucina Siciliana che realizzeranno preparazioni gastronomiche utilizzando i prodotti tipici secondo uno schema ormai collaudato e molto apprezzato dal pubblico.
La manifestazione, diretta a promuovere l'eccellenza della produzione   come espressione unica di gusto, storia, qualità e tradizione, è anche una occasione per rendere omaggio alle produzioni di alta qualità .
Prima della serata finale con degustazioni delle prelibatezze delle aziende partecipanti, spazio alla tavola rotonda: Identità, cibo e salute alle ore 18.00 con il Sindaco della Città Giuseppe Agrusa, l’assessore alle Attività produttive Monia Arizzi, lo Chef Aurelio Garonna, Bonetta dell’Oglio,  Pippo Ganci, Giuseppe Bivona, Nino Sutera.


sabato 31 agosto 2013

Chef per una sera al viale.



I° concorso enogastronomico amatoriale. 


L'obiettivo è quello di valorizzare il territorio e i prodotti tipici e riunire   le aziende enogastronomiche, gli amatori di tutte le età in una gara all'insegna della passione per il buon cibo e l' amore per i fornelli, afferma lo Chef Giovanni Bilello ideatore e organizzatore dell'evento  


All'interno della manifestazione spazio alla presentazione del percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co.   elaborato dalla Libera Università Rurale dei Saperi & dei Sapori. La Manifestazione organizzata da: Associazione Arte Cucina Enna, Associazione Internazionale Wine Fashion Euroipe, Denominazione Comunale DeCo Sicilia, Accademia Della Cucina Siciliana.

Un programma ricco di appuntamenti si inizia sabato 14 Settembre con il seminario Le De.Co. per-la valorizzazione dell'identità del territori.
 A seguire tra i tanti eventi:

-Mostra mercato e percorso agra alimentare e cibo di strada, consorzio terra amica e accademia della cucina siciliana made in Sicilia 
-ore 20,00 realizzazione sculture vegetali -
- 21,30 I° concorso amatoriale CHEF PER UNA SERA AL VIALE. Prima selezione dei concorrenti –
Domenica 15 settembre
ore 19,00 percorso agro alimentare e cibo di strada made in Sicilia Accademia Della cucina siciliana, e consorzio terra amica 
- 20,30-dimostrazione dei lavori zucchero artistico e Cake Design 
- 21,00 Presentazione piatti realizzati nella tradizione e tipicità del territorio siciliano degli Chef professionisti. Gli chef professionisti sono fuori concorso. 
- 21,30-Finale I° concorso amatoriale CHEF PER UNA SERA AL VIALE 
- 22,30 Premiazione di tutti i concorrenti. 
- La manifestazione sarà trasmessa in diretta tramite la WEB TV e schermo gigante

Al seminario di apertura della manifestazione parteciperanno il Sindaco della Città Paolo Garofalo, Giovanni Bilello , Giuseppe Bivona, Giovanni Di Bella, Nino Sutera
i lavori saranno moderati da Marika Orlando editore, presidente Associazione internazionale Wine Fashion Europe- concluderà i lavori Francesca Cerami Segretaria generale dell'I.DI MED. 

Per Giuseppe Bivona, Presidente Lurss Onlus, i prodotti locali ottenuti con metodi tradizionali conservano caratteristiche nutritive e salutistiche migliori se confrontati a quelli ottenuti con l'uso di sistemi totalmente industriali. Gli Chef, ma anche gli artefici dell’arte bianca, possono e devono farsi ambasciatori della promozione dei prodotti autoctoni e quindi il mondo enogastronomico oggi più che mai deve creare questo filo conduttore tra buon gusto e gli aspetti salutistici del cibo locale.
Per Nino Sutera, le De.Co (Denominazioni Comunali) nascono da una idea semplice, del grande Luigi Veronelli così le spiegava: “ attraverso la De.Co il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità”. Le De.Co rappresentano uno strumento di marketing e di sviluppo del territorio e devono spingere ad invogliare i consumatori ad apprezzare i prodotti  del territorio nel territorio stesso d'origine"

venerdì 23 agosto 2013

Identità, Cibo e Salute. A Pollina –Pa- si promuovono le De.Co.(Denominazioni Comunali)

  




Il territorio madonita adotta il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co Sicilia per la valorizzazione e la salvaguardia dell’identità dei territori.

Nell'ambito delle manifestazioni legate alla Sagra della manna, si è svolta a Pollina, presso l'Aula Consiliare, la tavola rotonda sul tema: "La valorizzazione dell'identità del territorio attraverso le Denominazioni Comunali". 
Pollina e la Sagra quest'anno avranno l'onore di ospitare i Fratelli Fiasconaro per l'anteprima internazionale de l'Oro di Manna, il nuovo prodotto dolciario dei mastri pasticceri castelbuonesi. 
"Penso che l'impegno della politica debba essere proprio questo, collegare e mettere in rete esperienze, rarità e idee del territorio, per questo ogni giorno mi batto da Sindaco e da Deputato. La vera forza è sapere che in questo percorso si è in tanti e che le Madonie rispondono in maniera concreta alle sfide del futuro. Per questo, e per fare questo le De.Co. sono uno strumento formidabile" lo afferma l’On Magda Culotta, Sindaco di Pollina.
Per Nino Sutera, il valore di una De.Co. è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine. Considerato, inoltre, che i produttori agricoli, ma anche gli artigiani costituiscono il collante tra i prodotti e il territorio, rappresentano infatti gli ereditieri di un “savoir faire” locale, portatori di valori specifici, artefici di una costruzione sociale e di una cooperazione che ha come risultato la qualificazione di un prodotto di cui i riferimenti sono l’identità. L’identità é valore incommensurabile, il prodotto può essere copiato, l’identità di un territorio no. 
“Le De.co. – ha dichiarato il presidente del Gal Isc Madonie, Bartolo Vienna – rappresentano un alto valore identitario per una Comunità importante strumento di salvaguardia delle produzioni e mezzo per promuovere le specificità con le quali una comunità si identifica, da quelle culturali e storiche a quelle enogastronomiche, offrendo una sicura tracciabilità e consolidando l'identità possono favorire l’indotto turistico captando l’attenzione dei “gastronauti”, i nuovi fruitori di un turismo di qualità”
Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia, elaborato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor ha dichiarato Giuseppe Bivona, inserito tra gli esempi virtuosi del Forum Italiano dei Movimenti per la terra e il paesaggio e presentato al Poster Session del Forum Pa 2013 di Roma, prevede un modello di De.Co per la Sicilia, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono: territorio, tradizioni, tipicità, tracciabilità, trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa. 
I relatori che si sono avvicendati nel proporre interessantissimi spunti di riflessione sul trinomio: Identità-Cibo-Salute: Bartolo Vienna, Francesca Cerami e Giuseppe Carrubba, Maria Luisa Virga Giuseppe Bivona Rosario Schicchi , Peppuccio Bonomo, Alessandro Ficile, Dario Costanzo e Nino Sutera 
Infine, ma non per questo meno importanti, coloro i quali hanno onorato della loro presenza come platea interessata e partecipativa: la nutrita pattuglia del GAL Metropoliest/Amministratori Comune di Casteldaccia, Sen. Bartolo Fazio (I.di.med.), Nicola Fiasconaro (maestro pasticciere -Castelbuono), Luciano Luciani (Ist. Fernando Santi), Antonio Mesi (C.d.A. GAL Madonie), Russo Daniela (Comune di Castellana Sicula), Giusi Arena (Comune di Castelbuono), Grazia Guarcello, Salvatore Guarraia e Lucia Cicero (Ass.to reg.le risorse agricole e alimentari), Giovanni Meli (Ente Parco delle Madonie/Comune di Collesano) Giulio Gelardi, Valerio Norata, Mario Cicero, Tommaso Di Prima, sig. Cassataro, sig. Raimondo, (frassinicultori), Maria Teresa Vacca (agronomo), e tanti altri operatori dello sviluppo locale.
Maria Luisa Virga, nel definire le De.Co l’anima di un territorio che pulsa ed è vitale, ha fatto una carrellata dei prodotti identitari dell’area madonita, proponendo la necessità della costituzione un tavolo tecnico-politico.
E’ stato un momento importante per delineare le procedure di attivazione del percorso per il riconoscimento delle De.Co., ambasciatori dell’identità territoriale e di promozione del prodotto territorio, mi pare che il primo passo sia stato fatto e che ci sia unità di vedute e di intenti, dice Dario Costanzo, Responsabile di Piano del Gal Madonie.



venerdì 16 agosto 2013

Sagra della Manna e De.Co.

di NinoSutera



Nell'ambito delle manifestazioni legate alla Sagra della Manna, si terrà a Pollina, Pa, il 23 agosto  alle ore 10,00, presso l'Aula consiliare, la tavola rotonda sul tema: "La valorizzazione dell'identità del territorio attraverso le DE.CO.".

La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione al luogo storico di origine.

In altri termini, è  una attestazione che il  Sindaco, il primo cittadino, a seguito di una delibera comunale, certifica, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto e che ha un forte e significativo valore identitario per una Comunità.

Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia,  elaborato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor inserito tra gli esempi virtuosi del - Forum Italiano dei Movimenti per la terra e il paesaggio e presentato  al Poster Session del Forum Pa 2013 di Roma,  prevede un modello di De.Co per la Sicilia, a burocrazia zero e chiaramente a costo zero, per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa.
La De.Co.  non è un marchio,  non è un "prodotto tipico"   per legge i prodotti tipici e di qualità sono solo quelli a marchio DOP ed IGP, DOC, ect  regolamentati dal Reg. Ce 510/06 e a marchio STG regolamentato dal Reg. 509/06 e success.
Le De.Co. mentre è un prodotto del territorio (un piatto, un dolce,  un sapere, un evento, ect) con i quali una comunità si identifica.
Preferisco identificare un comune con un prodotto,   fermo restando che l'azione di valorizzazione e promozione riguarda il territorio  comune, nel suo insieme. D'altronde se i prodotti identitari diventano due o più, c'è sempre qualcuno che inizia a dire perchè questo, o quello non c'è? L'identità è una, se io vado al comune,  chiedendo una carta d'identità, una me ne rilasciano, al di là se mi serve nell'ambito provinciale, regionale o europeo.
Con la De.Co. infatti, ogni comune identifica le proprie storia,   che la tradizione tramanda e come tali cerca di valorizzare Un prodotto De.Co. costituisce pertanto  un consolidamento dell'identità di un determinato territorio, favorendo   il suo indotto turistico ed economico nel suo insieme.
Non potendo legare l'azione di forza alla qualità normata dai Reg. comunitari,(DOP ect) sta nell'unicità dell'identità l'azione vincente.
Amo ripetere nei convegni,  che i prodotti identitari sono stati capaci di resistere a tutti i tipi di intemperie, ma c'è il rischio che una De.Co. super burocratizzata ne decreti la fine.
Sarà un momento importante per delineare le procedure di attivazione del percorso per il riconoscimento delle de.co., ambasciatori dell’identità territoriale e di promozione del prodotto territorio, conclude  Dario Costanzo, Responsabile di piano del Gal Madonie, promotore dell'iniziativa



domenica 4 agosto 2013

Miss Italia, Ambasciatrice GeniusLoci De.Co. Sicilia



Nella splendida cornice del pluripremiato mare di Porto Palo di Menfi, si è svolta la serata in Onore di Miss Italia Giusi Buscemi.
GeniusLoci – De.Co. Percorso di programmazione partecipata per la valorizzazione dell'identità dei territori, elaborato dalla  Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus. ha l’obiettivo di realizzare una rete dei comuni De.Co. - Denominazione Comunale, per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci. Un percorso condiviso e da condividere con il territorio che molte amministrazioni lungimiranti stanno percorrendo.  
La Denominazione Comunale (De.Co.) impropriamente dette anche Denominazione comunale d’origine, è la nuova frontiera sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare l'identità di un territorio legato ad una produzione specifica, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto e che ha un forte e significativo valore identitario per una Comunità.
                                                   Alla serata hanno partecipato il Sindaco della Città di Menfi Enzo Lotà,  Giuseppe Bivona Presidente della Lurss Onlus, Roberta Urso responsabile delle pubbliche relazioni delle Cantine Settesoli, Vito Clemente Presidente del Consiglio Comunale di Menfi, tante immagini e ottima musica, condotta da Lilian d’Anna, e chiaramente  Miss Italia.  Prima del  brindisi finale la Consegna della targa da parte del Sindaco Arch Lotà, e la pergamena della Lurss.Onlus con il dott. Giuseppe Bivona, e  del gioello "SICILIA" di Marilena Barbera
L'Impegno della Lurss.Onlus, afferma il suo Direttore Nino Sutera   è  quello di diffondere la cultura e la sensibilità sui prodotti del territorio, lavorare assieme e collaborare a progetti culturali che valorizzino le tipicità, la qualità e l'identità del nostro territorio,  mantenendo ed esaltando  il legame territorio-storia-culture,  in questo le De.Co sono uno strumento prezioso.
Questa mentre  la motivazione del riconoscimento  a Giusy Buscemi Miss Italia 2012,” interpreta  una identità riconosciuta, una bellezza straordinariamente condivisa,  in un territorio ricco di storia, tradizioni, risorse ambientali, di giacimenti enogastronomici”.  Menfi, già Inycon, la sua Città, ha così voluto attribuirgli il riconoscimento di   “AMBASCIATRICE DELL’IDENTITA’ TERRITORIALE”

Gli ambasciatori dell’identità territoriale, sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ricerca un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari. Il percorso per l’istituzione di una De.Co. (Denominazione Comunale) come strumento di salvaguardia e valorizzazione, ma al tempo stesso anche come mezzo per promuovere all’esterno le specificità culturali e storiche, enogastronomiche del proprio territorio.
Il riconoscimento “Ambasciatore dellʼidentità territoriale” rappresenta uno degli steps del percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia,   presentato recentemente al Poster Session del Forum Pa 2013 di Roma
Prossimo appuntamento a Pollina nelle Madonie  il 23 Agosto con un’altra giornata all’insegna  GeniusLoci – De.Co. Percorso di programmazione partecipata per la valorizzazione dell'identità dei territori

                                                    

martedì 9 luglio 2013

Aspettando l’Expo 2015 – Identità, Salute e Sviluppo” Workshop itineranti per il territorio regionale.

Eleonora  Verdi

Il format  Workshop itineranti  costituisce un antesignano per aver anticipato i tempi per  aver posto al centro l'opportunità dell' Expo 2015  anche in Sicilia

I Workshop,    hann come caratteristica peculiare la divulgazione agli operatori del settore delle innumerevole potenzialità di sviluppo, promozione e valorizzazione dell’identità territoriale con particolare attenzione agli “stili di vita sani” come Modelli di sviluppo sostenibile.
L’Expo 2015 è un’occasione importante che metterà sulla ribalta internazionale il settore dell’alimentazione ed in particolare il diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli esseri umani, capace di eliminare la fame, la sete, la mortalità infantile e la malnutrizione che oggi colpiscono 850-900 milioni di persone.
Per la Sicilia  è un’occasione storica per diffondere in tutto il mondo la nostra ricchezza alimentare e produttiva in uno con la nostra cultura e le tradizioni legate alla dieta, quell’insieme di competenze, conoscenze e pratiche che vanno dal paesaggio alla tavola, preservando la bio-diversità, rispettando l’ambiente, tutelando la qualità e la sicurezza del cibo, educando alla nutrizione per la salute e il benessere della persona.
L’incontro, ha affrontato una serie di problematiche insite nella creazione di strategie di marketing territoriale propulsive per la vocazione turistica e migliorare le condizioni occupazionali degli operatori del settore per favorirne l’adattabilità e, quindi, la permanenza nel mercato del lavoro.
Una sezione del Workshop intende affrontare i temi forti intorno ai quali concentrare l’attenzione 
·        Expo 2015: internazionalizzazione e strategie per lo sviluppo del territorio - progetti transazionali IRES;
·        Salute e Benessere della comunità. Ricerca e sviluppo - -  I.Di-Med.;
·        Progetti di sviluppo integrato e sostenibile –So.Svi.Ma. S.p.A.;
·        Export internazionale dei prodotti siciliani. L’esperienza nel settore - ISAS Palermo.
·        Le identità territoriali: il Genius Loci De.Co. Sicilia–   Libera Università dei Saperi e dei Sapori (LURSS Onlus).
 Sono stati programmati incontri su tutto il territorio regionale 

sabato 29 giugno 2013

Gaetano Basile e Bonetta Dell'Oglio Ambasciatori dell'identità territoriale





                                                          Il percorso  Borghi GeniusLoci De.Co   avviato nel 2005 dalla Libera Università Rurale, costituisce un antesignano per aver anticipato i tempi.   Il valore di una De.Co. (denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing territoriale.
Il Percorso   GeniusLoci De.Co.  prevede un modello di De.Co  a burocrazia zero e chiaramente a costo zero, per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa.
Per garantire la sostenibilità di una De.Co. occorrono tuttavia due principi, la storicità del prodotto da promuovere, perchè si eviti improvvisazioni che possono nascere da meri interessi commerciali, e la De.Co. come espressione di un patrimonio collettivo e non a vantaggio di una singola azienda.
  Il riconoscimento  “Ambasciatore dell’identità territoriale” rappresenta  uno degli steps del  percorso  Borghi GeniusLoci  De.Co     

Gli ambasciatori dell’identità territoriale, sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari.  In questo percorso , chef, gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Ambasciatori dell’identità territoriale, nel contesto del percorso elaborato dalla Lurss.Onlus.  
A Gaetano Basile e Bonetta Dell’Oglio, il riconoscimento è stato conferito da Nino Sutera ideologo del percorso, in occasione  dell'evento  "La valorizzazione dell'identità dei territori attraverso la De.Co" che si è svolto presso la Camera di Commercio di Palermo,    


giovedì 13 giugno 2013

-Ambasciatori dell’identità territoriale-

 A Gaetano Basile e Bonetta Dell’Oglio il riconoscimento
 -Ambasciatori dell’identità territoriale-


La Confartigianato Impresa Palermo in collaborazione con la Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus organizzano il 27 giugno alle ore 9.30 il seminario “La valorizzazione dell’identità dei territori attraverso la De.Co.”   presso la sala Terrasi della Camera di Commercio di Palermo
 La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione al luogo storico di origine.
In altri termini, è  una attestazione che il   Sindaco, il primo cittadino, a seguito di una delibera comunale, certifica, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto e che ha un forte e significativo valore identitario per una Comunità.

I prodotti identitari, sono  ambasciatori di un territorio, elementi di riconoscibilità e di appartenenza, per il recupero della memoria storica dei luoghi e per una efficace valorizzazione delle risorse endogene afferma Nino  Sutera.    Al seminario parteciperanno  Nunzio Reina Presidente Confartigianato Impresa Palermo, modera i lavori Ivana Calabrese Coordinatrice Confartigianato Donne Impresa Palermo, a seguire le relazioni di  Giuseppe Bivona   Alessandra Carrubba    e Nino Sutera. Spazio anche al riconoscimento di  “Ambasciatore dellʼidentità territoriale” a Gaetano Basile giornalista, scrittore, profondo conoscitore dei luoghi,    e Bonetta Dell’Oglio chef divulgatrice della cucina siciliana nel mondo.  Il riconoscimento “Ambasciatore dell’ identità territoriale” rappresenta uno degli steps del percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia, ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus, di Menfi inserito tra gli esempi virtuosi del - Forum Italiano dei Movimenti per la terra e il paesaggio e presentato recentemente al Poster Session del Forum Pa 2013 di Roma

venerdì 31 maggio 2013

GeniusLoci De.Co. per la valorizzazione dell'identità dei territori



Presentato al Poster Session del Forum Pa 2013 di Roma
il percorso di programmazione partecipata per la valorizzazione dell’identità dei territori attraverso la De.Co.

NinoSutera



La Denominazione Comunale (De.Co.) rappresenta un’opportunità per salvaguardare l'identità di un territorio legato a una produzione specifica, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e di “crescita” di un prodotto, che ha un forte ed efficace valore identitario per una Comunità.
Migliorare la qualità dei prodotti gastronomici, puntare sugli alimenti del territorio della dieta mediterranea   Il format GeniusLoci De.Co. recentemente è stato inserito tra gli esempi virtuosi del Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio - Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori. Un Percorso di programmazione partecipata che prevede un modello di De.Co. che valorizzi il prodotto identitario del territorio,(un sapere, un luogo, una prelibatezza, ect.ect)
Nelle arti e non solo, il "GeniusLoci" rappresenta concettualmente quello "spirito" percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili i momenti: uno spazio, un edificio, un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, sapori e profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all'improvviso, ci stupiscono ed emozionano.  
Il Percorso di programmazione partecipata GeniusLoci  è il percorso della città un percorso condiviso, per il raggiungimento della «Qualità Locale»   Spunti di riflessione  da vivere in prima persona, attraverso dei mezzi di trasporto fisici o virtuali della modernità..   
 Il “politeismo alimentare” (  Rapporto  Censis. 2012), è il prezzo che si paga per gli effetti della globalizzazione, la quale ha portato sulle tavole  prodotti e modelli di consumo da ogni parte del mondo, in Sicilia stanno già emergendo tre chiare linee di tendenza:
•     Il rapporto tra il cibo e il territorio, con il riconoscimento del valore che ha l’identità territoriale delle produzioni.
•     La ricerca della combinazione ottimale tra qualità, sicurezza e prezzo.
•     La percezione della responsabilità sociale ed ambientale che ha ogni atto d’acquisto.
 L’auspicio che poi rappresenta la vera sfida, riuscire a realizzare una rete dei comuni De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare e/o apprezzare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci”.
 In quest’ottica il format GeniusLoci De.Co.  inserito al Poster Session del FORUM PA 2013  di  Roma dal 28 al 30 maggio 2013  rappresenta    un punto strategico di riferimento. 
 lurss.onlus@gmail.com

















giovedì 2 maggio 2013

La Lurss.Onlus di Menfi al POSTER SESSION del FORUM PA di ROMA

Menfi - Ag- GeniusLoci De.Co per la Sicilia - Percorso di programmazione partecipata, al POSTER SESSION del FORUM PA di ROMA 
Mercoledì 29 Maggio alle ore 11.00 presso il Palazzo dei Congressi. 


Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia, elaborato dalla Lurss.Onlus, è stato inserito al Poster Session del FORUM PA 2013 in programma a Roma dal 28 al 30 maggio 2013 


Il cuore dell'attività di FORUM PA è l'expo di maggio a Roma, da 24 anni punto di riferimento per la discussione suill'innovazione e modernizazzione del sistema pubblico italiano. FORUM PA è il partner delle Pubbliche Amministrazioni e dei più importanti player del mercato, in particolare del settore ICT, della consulenza e formazione, che operano con la Pubblica Amministrazione su progetti di innovazione. 
GeniusLoci - Percorso di programmazione partecipata per la valorizzazione dell'identità dei territori, promosso da Libera Università rurale Saper&Sapor Onlus. ha l’obiettivo di realizzare una rete dei comuni De.Co. - Denominazione Comunale, per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci.

Il percorso destinato ai “stakeholder” (liberi cittadini, pro-loco, associazioni, organizzazioni professionali di categorie, assessori comunali, giornalisti, Gal, e gruppi informali). Obiettivo dell’iniziativa è costruire spirito di squadra nei territori per la tutela dell’identità dei luoghi e per il recupero dell'identità territoriale come opportunità di arricchimento di significati e valori per l’economia locale.

L'Impegno della Lurss.Onlus, afferma il suo Direttore Nino Sutera,  è quello di diffondere la cultura e la sensibilità sui prodotti del territorio, lavorare assieme e collaborare a progetti culturali che valorizzino le tipicità, la qualità e l'identità del nostro territorio,  mantenendo ed esaltando  il legame territorio-storia-culture.

martedì 9 aprile 2013

La De.Co.: "Ambasciatore dell'Identità Territoriale"


NinoSutera



         
Un modello di De.Co, che valorizza il territorio, ma soprattutto, a burocrazia zero e chiaramente a costo zero, per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenzache rappresentano la vera componente innovativa. La Denominazione Comunale è un concreto strumento di marketing territoriale, ma è soprattutto un importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità locali. L’Italia, è il “paese dei Comuni”, ognuno di essi è un’occasione, di turismo, di cultura, di sapore… di unicità. Per garantire la sostenibilità di una De.Co. occorrono tuttavia due principi, la storicità del prodotto da promuovere, perchè si eviti improvvisazioni che possono nascere da meri interessi commerciali. e la De.Co. come espressione di un patrimonio collettivo e non a vantaggio di una singola azienda. Si tratta di un sistema innovativo che vuole difendere il locale rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Per fare ciò bisogna coinvolgere tanti appassionati, tantissimi innamorati dei luoghi in cui dimorano, ed ecco gli ambasciatori dell’identità territoriale. I produttori agricoli e zootecnici ma anche i pescatori, custodiscono sapientemente un giacimento inesauribile della dieta mediterranea, costituiscono il collante tra i prodotti della terra e del mare e il territorio, rappresentano infatti gli ereditieri di un “savoirfaire” locale, portatori di valori specifici, artefici di una costruzione sociale e di una cooperazione che ha come risultato la qualificazione di un prodotto di cui i riferimenti sono l’identità del gusto. Le caratteristiche del prodotto sono irriproducibili in altri luoghi, cioè al di fuori di quel particolare contesto economico, ambientale, sociale e culturale, e pertanto uniche. Il prodotto del territorio è la risultante di questa interazione, e incorpora un sapere costruito nel tempo e condiviso all’interno di una collettività territorializzata e condivisa.Questo processo di accumulazione di conoscenza e di sedimentazione locale tramite interazione permette al prodotto di divenire l’espressione della società locale nella sua organizzazione, nei suoi valori, nelle sue tradizioni e nei suoi gusti adattati al contesto ambientale, economico, sociale e culturale del luogo.
Gli ambasciatori dell’identità territoriale, sono quindi destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari.
In questo percorso , chef, gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Ambasciatori dell’identità territoriale.

 

martedì 2 aprile 2013

Festa dei golosi? le minni di virgini a Denominazione Comunale



ninosutera

 Con le impudiche 'minni di virgini'   



SAMBUCA di Sicilia (Agrigento) è conosciuta per la sua natura, per i suoi tesori archeologici e per le caratteristici e tradizionali dolci "minni di virgini", seni di vergini, definite « impudiche» da Tomasi di Lampedusa,ne “Il Gattopardo” così chiamate per la loro forma a coppetta, somigliante a quella di un seno giovanile. L' invenzione delle "minni di virgini",  un prodotto a Denominazione Comunale, si deve a donna Francesca Reggio, dei principi di Aci e di Leonforte, che in occasione delle nozze del figlio Pietro, chiese alle suore del Collegio di Maria di creare qualcosa di nuovo nel campo della pasticceria. Si racconta che madre Pierangela dei conti di San Giuliano ordinò un giorno di ritiro spirituale in modo che le suore, in silenzio, si potessero raccogliere in preghiera affinché lo Spirito Santo le ispirasse nell' inventare qualcosa utile alla causa. Fu suor Virginia Casale di Roccamena a creare il dolce la cui forma si ispirata alle colline che dalla Valle dell' Anguillara giungono sino a quella di Castellaccio e alla costa della Minnulazza, colline che vedeva dalla finestra del convento.  
Il Dott. Giuseppe Bivona della LURSS Onlus, ha fornito un’interessante rilettura storica e culinaria, sull’origine del prelibato dolce: “Suor Virginia era una suora intelligente, aveva la consapevolezza della difficoltà in cui andava incontro, nel creare un dolce originale, tale da stupire i convitati della marchesa, in occasione del matrimonio del figlio Pietro. Ora, come tutte le donne intelligenti , non ebbe alcuna esitazione nel cimentarsi nel difficile antinomia tra “forma “e ”sostanza” . Certo in tempi in cui il Santo Uffizio , per molto meno licenziava al rogo donne meno perspicaci per la sola disavventura di usare erbe medicamentose, le “minni di virgini”, erano di certo una provocazione bella e buona! Suor Virginia non voleva rinunciare alle forme: sì, direte che si era ispirata alle colline “mammelliforme” che circondano la bella cittadina di Sambuca, ma il gioco era sottile ed intrigante! La pasta lievitata al punto giusto, morbida, vellutata, liscia come la seta, veniva plasmata con delicata voluttuosità a forma di mezzaluna, con le varianti a “coppa di champagne”, a “pera”, ecc. La forma aveva la sua massima espressione di libertà , foggiarla era come accarezzarla, un gioco di seduzione , al limite della tentazione…. La fantasia è cosi difficile imbrigliarla! Ma suor Virginia deve spendere la “sostanza” ovvero il contenuto, ciò con cui riempirà quella mezza luna a forma di minna. Nessuno le impedisce di riempirla delle specialità dolciarie esageratamente sdolcinate, tali da rimanere secchi stupiti, al primo assaggio, una eccedenza, un sovrabbondanza, senza limite, un crescente di voluttuosità senza confine, smisurata , quasi tracotante… Invece suor Virginia con molta saggezza decide di mitigare le lusinghe delle “forme”, non si lascia trascinare dallo smisurato, esorbitante, lusinghiero. Insomma un dolce “sensitivo”. Nell’ultimo mezzo secolo, la cultura materiale e con essa l’“arte bianca” del nostro patrimonio locale artigianale hanno ceduto “armi e bagagli” alle industrie agroalimentari. Non di meno le buone pasticcerie locali insistono con caparbietà a sfornare dolci a “km zero”, senza eccessive raffinazioni , freschi quanto lo richiedono la naturale decadenza dei prodotti , con materia prima di sicura e facile rintracciabilità. Sarebbe troppo sognare , conclude Bivona, in questi giorni ancora primaverili osservare lunghe file di scolaresche intrattenersi al banco delle pasticcerie del paese e chiedere all’unisono: Per favore mi dia una “minna di virgini”. Poi allontananti dalla pasticceria aprire lo zaino e buttare nelle cassette dell’immondizia le confezioni di brioscine e dolciumi industriali, alla stregua come si fa con la comune peggiore spazzatura. 


  Noi ci ispiriamo a un modello di De.Co  attraverso il percorso dei Borghi geniusLoci De.Co   a burocrazia zero e chiaramente a costo zero, per le aziende, per le istituzioni e per i cittadini, ha ribadito Nino Sutera, dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenzache rappresentano la vera componente innovativa. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione al luogo storico di origine.    L’auspicio che poi rappresenta la vera sfida, riuscire a realizzare una rete dei comuni De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare i prodotti nelle loro zone di produzione per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio, piuttosto che mettere su strada le merci”. L'Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Martino Maggio ha intrapreso questo percorso per la valorizzazione identitaria del territorio

 La descrizione del dolce? Il dolce và gustato e assaporato e ... 

giovedì 28 marzo 2013

Una De.Co. per l'Agnello Pasquale


di NinoSutera
                            C'è un comune nell'agrigentino, che  durante il periodo pasquale si svolge ogni anno la" Sagra dell'Agnello Pasquale", dedicata al dolce tipico di pasta di mandola farcito di pistacchio, a forma di Agnello. 
Il prodotto dolciario, gustato, conosciuto ed apprezzato in Italia ed all’estero.














Lo scorso  anno  grazie alla lungimiranza degli amministratori locali è stata avviata la procedura per l'istituzione della      De.Co. ( Denominazione Comunale) 

 Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co per la Sicilia,  ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus di Menfi e Sambuca di Sicilia è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori”  Il valore di una De.Co. (denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing territoriale


Ingredienti

  • 1,4 kg di zucchero a velo
  • 1 kg di mandorle
  • 1 kg di pistacchi
  • 500 ml d’acqua

Preparazione dell’agnello pasquale di Favara

Sbollentare e sbucciare le mandorle e i pistacchi. Quando entrambi gli ingredienti si saranno raffreddati macinarli separatamente fino a ottenere delle farine fini. Fare bollire in un tegame 700 g di zucchero a velo e 250 ml d’acqua. Quindi togliere lo sciroppo dalla fiamma, aggiungervi il trito di mandorle e impastare il tutto fino a ottenere una pasta liscia ed omogenea. Seguire lo stesso procedimento per il trito di pistacchi.
Inserire nello stampo dell’agnello pasquale parte della pasta di mandorle fredda premendola lungo i bordi dello stampo per uno spessore di circa 1 cm, così da formare quella che sarà la parte dell’agnello visibile all’occhio. Dopodiché riempire la cavità dell’agnello con la pasta di pistacchio e rivestire infine la base con il resto della pasta di mandorle. Lasciare che il dolce si indurisca un po’ all’interno dello stampo e poi estrarlo con cura.
L’agnello pasquale di Favara si può servire così com’è (magari decorandolo con un fiocchetto o un campanellino al collo e uno stendardo piantato sul dorso) oppure lo si può arricchire ancora di più, guarnendolo in base al proprio estro creativo. Per creare, ad esempio, il manto di lana dell’agnello si può fare ricorso agli stessi colori alimentari che si usano per dipingere la frutta di Martorana oppure a del fondente di zucchero e qualche perlina argentata da spargere qua e là sul manto o, ancora, lo si può creare in maniera ancora più elegante modellandolo con una sac à poche contenente un po’ di pasta di mandorla ammorbidita con acqua.

L’agnello pasquale, dolce tipico favarese, trova fondamento in una tradizione  abbastanza antica 
Fra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 ne fa un lacunoso accenno il barone Antonio Mendola, ma l’uso di questo dolce era ancorato ad una tradizione esclusivamente familiare e non poteva assolutamente gareggiare, per preferenza e quantità, con i frutti di martorana ed i cannoli, molto apprezzati oltre cento anni addietro dai favaresi, principalmente per Natale e Pasqua.
L’agnello pasquale, preparato con pasta reale a base di mandorle, ripieno di pasta di pistacchio e finito con velo di zucchero e decorazioni, è rimasto un dolce strettamente artigianale e familiare fino alla seconda metà del 1900.
Questo dolce è stato assaggiato il 12 maggio 1923, da mons. Giuseppe Roncalli (1881-1963 - eletto Papa Giovanni XXIII il 28-10-1858), quando, essendo in visita ad Agrigento, dovendo rientrare a Roma, il canonico Antonio Sutera volle accompagnarlo fino a Caltanissetta e, passando per Favara, insieme si fermarono nella sua residenza di via Umberto per prendere un caffé e, per l’occasione, assaggiare questo dolce favarese preparato da suor Concetta Lombardo del collegio di Maria.
Il dolce venne talmente apprezzato da mons. Roncalli, al punto tale che a 40 anni esatti dalla visita ad Agrigento-Favara, precisamente l'11 maggio 1963, ricevendo il nuovo Vescovo ausiliare di Agrigento, mons. Calogero Lauricella, accompagnato per l'occasione, dal teologo Antonio Sutera, studente all'ateneo di Roma (nipote del canonico Antonio Sutera), Papa Giovanni XXIII volle ricordare due cose in particolare: la visita effettuata ai templi di Agrigento e il gusto particolare dell'agnello pasquale, consumato a Favara (v. foto).
Il canonico Sutera, quando era direttore diocesano delle pontificie opere missionarie e rettore del seminario di Agrigento più volte ha omaggiato mons. Roncalli di questo squisito dolce favarese e successivamente, riprendendo una vecchia e nobile tradizione, anche il Movimento Giovanile Studentesco di Favara, il cui promotore era il sac. Antonio Sutera (nipote del suddetto canonico), a quell'epoca rettore della chiesa del Rosario di Favara. Di quanto detto ne è riprova una lettera della Segreteria di Stato del 18 aprile 1966, con la quale l’eletto cardinale sostituto mons. Angelo Dell’Acqua comunicava a mons. Sutera che Papa Paolo VI voleva ringraziarlo per l’invio dell’agnello pasquale (v. foto).
Nel novembre 2004, in occasione di un incontro di Papa Giovanni Paolo II con alcuni disabili sono stati portati alcuni doni e, fra questi, anche un agnello pasquale di Favara.
Per garantire la sostenibilità di una De.Co. occorrono tuttavia due principi, la storicità del prodotto da promuovere, perchè si eviti improvvisazioni che possono nascere da meri interessi commerciali. e la De.Co. come espressione di un patrimonio collettivo e non a vantaggio di una singola azienda.

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