venerdì 26 gennaio 2024

La PAC al capolinea?

 NinoSutera

Uno degli obiettivi dei padri fondatori della comunità economica europea,CEE così si chiamava una volta,  era quella di assicurare pace e prosperità al suo popolo.       

       Per fare ciò, il mondo agricolo, che rappresentava la fetta più consistente dell'Europa unita è stata destinataria di finanziamenti a go-go rendendola da una parte un oasi, dall’altra dipendente dall’assistenza. Nell’Europa agricola, qualsiasi cosa è stata oggetto di finanziamento pubblico attraverso la PAC. In parole povere assistenza pura, certo non tutti gli agricoltori ne hanno beneficiato in ugual misura, ma tutti si.(oltre il 70% del bilancio EU era assorbito dalle provvidenze al mondo agricolo)  Chiaramente in un Europa a 9 o a 15 tutto era molto più semplice, in un Europa allargata, un pò meno, in pratica non ci sono più le risorse per tutti, anche perchè le priorità sono cambiate. Le politiche a favore dell’ambiente non c’entrano niente, non sono responsabili della crisi, semmai l’aumento dei costi di produzione a causa della guerra si, sono i responsabili numero uno, anche se non da soli. Per fare un esempio, il costo del carburante agricolo prima della guerra era di 0.67 centesimi di euro, oggi 1.20 euro.

            Solo per i non addetti ai lavori la responsabilità è da addebitare al Farm to Fork. Una strategia chiave dell’Unione europea nell’ambito del Green Deal, con l’obiettivo di rendere il sistema alimentare più sostenibile dal punto di vista ambientale e a migliorare la salute dei cittadini.Al contrario Farm to Fork rappresenta un opportunità dell’Europa Agricola, del sud Europa, dove come è noto le condizione agroclimatiche consentono di produrre nel pieno rispetto dell’ambiente e della natura, anche con basso apporto di mezzi tecnici (chimica in primes, pesticidi, che come è stato accertato dalla ricerca, proprio bene bene alla salute e all'ambiente,non fanno) 
           Fatto non secondario, che le politiche del Farm to Fork sono state "imposte" dai cittadini consumatori europei, che non sono più disponibili a pagare le tasse per finanziare il bilancio EU e quindi il mondo agricolo, senza che questi assumano impegni certi a difesa dell'ambiente e del prossimo.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, lancerà formalmente il Dialogo strategico dell’Ue sul futuro dell’agricoltura, che sarà presieduto dal professore tedesco Peter Strohschneider e a cui parteciperanno diverse organizzazioni di settore.“E’ chiaro che dobbiamo agire per il futuro del comparto agroalimentare europeo, dobbiamo assicurarci che rimanga competitivo ma con un reddito adeguato per gli agricoltori e le imprese lungo la catena”, ha sottolineato il vicepresidente della Commissione europea per il Green Deal, Maros Sefcovic, presentando   l’iniziativa in audizione in commissione agricoltura e sviluppo rurale (Agri) del Parlamento europeo.Il punto in Parlamento arriva dopo il passaggio che il vicepresidente ha fatto ieri al Consiglio Ue Agricoltura per discuterne con i ministeri competenti. “Molti ministri hanno sollevato la questione di riuscire a trovare un equilibrio tra competitività dell’agricoltura e i limiti planetari, chiedendo misure e strumenti concreti”, ha sintetizzato il vicepresidente, definendo “tempestivo e necessario” il dialogo, da cui la Commissione spera di trarre un “nuovo consenso”. Secondo le indicazioni fornite da Sefcovic, il dibattito partirà giovedì e si concluderà quest’estate, con incontri ogni 4-6 settimane e un portale per raccogliere i contributi.I primi risultati del Dialogo dovrebbero arrivare a settembre, quindi dopo le elezioni europee (6-9 giugno) e in tempo per l’avvio del nuovo ciclo istituzionale. Sefcovic ha ricordato che a guidare il dialogo nei prossimi mesi sarà il professore tedesco Peter Strohschneider, che “informerà regolarmente” l’Europarlamento, come il collegio dei commissari e il Consiglio. Sefcovic ha sottolineato ancora che durante il Dialogo sarà affrontato il tema di come trasformare “questa transizione in un vero modello di sviluppo”.Il confronto tra agricoltori, cooperative, imprese agricole e organizzazioni non governative e rappresentanti della società civile, spiega   una fonte Ue, servirà a mettere a fuoco sfide e opportunità per la filiera, come il reddito per gli agricoltori e le comunità rurali, il sostegno all’agricoltura “entro i confini del nostro pianeta” e dei suoi ecosistemi, lo sfruttamento delle enormi opportunità offerte dalla conoscenza e dall’innovazione tecnologica e la promozione di un futuro prospero per il sistema alimentare dell’Ue in un mondo competitivo.Il vicepresidente ha esordito in commissione parlando delle proteste degli agricoltori e associazioni di categoria che stanno incendiando vari Paesi in Europa, dalla Germania alla Francia alla Polonia, all’Italia. “Dobbiamo fare di più rispetto a quanto abbiamo fatto, siamo orgogliosi di quello che sta facendo il comparto per quanto riguarda la sicurezza alimentare e il massiccio contributo all’economia europea e alla transizione gemella, verde e digitale”, ha aggiunto. Proprio questa mattina, oltre un centinaio di manifestanti hanno occupato la piazza davanti al Parlamento europeo contro le tasse sul carburante e contro alcune politiche agricole dell’Unione europea. Al centro delle proteste “l’aumento delle tasse sul carburante dei trattori in Francia, come in Germania” ma anche il fatto che le istituzioni europee “continuano a importare beni agricoli da Paesi terzi che non hanno le stesse restrizioni ambientali che abbiamo in Ue”, spiega uno dei manifestanti, appartenente al sindacato agricolo degli agricoltori francesi, Coordinamento Rurale, riconoscibile dal gilet giallo.

 

 

 

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