martedì 3 dicembre 2024

La pasta siciliana in scena

 La Pasta Siciliana può rappresentare un "trend leader" per la filiera siciliana del grano locale. Per questo motivo insieme ai pastifici siciliani, ai molini ai centri di ammasso, ai sementieri e agli agricoltori del Distretto Produttivo Cereali Sicilia abbiamo deciso di accendere un riflettore su questo prodotto che racconta la nostra storia e la nostra cultura.

Ci incontreremo l'11 dicembre a Palermo, a Villa Airoldi (mattina) e alle Terrazze Mondello (pomeriggio/sera), per confrontarci con esperti e tecnici del comparto.
L'obiettivo è implementare meglio la catena del valore intorno ad uno dei prodotti più rappresentativi della nostra identità storica e culturale.
L'accesso ai due eventi (convegno della mattina a Villa Airoldi, e "Gala Evening" alle Terrazze di Mondello) è gratuito fino ad esaurimento posti.
Evento organizzato in collaborazione con: Assessorato regionale Attività Produttive, Assessorato regionale Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, Assessorato regionale al Turismo Sport e Spettacolo, Distretto Produttivo Cereali Sicilia, Pro Loco APS Mondello.









“L’OLIO DI TRABIA IL SAPORE DELLA TERRA”


Il Progetto “L’OLIO DI TRABIA IL SAPORE DELLA TERRA” prende spunto dalla volontà di valorizzare e pubblicizzare un prodotto agroalimentare che nelle zone di Trabia rappresenta una delle punte di diamante della produzione locale, per gusto, qualità organolettiche e genuinità.

QUESTA INIZIATIVA E’ FINANZIATA DALL’ASSESSORATO REGIONALE DELL’AGRICOLTURA DELLO SVILUPPO RURALE E DELLA PESCA MDITERRANEA - DIPARTIMENTO REGIONALE DELL’AGRICOLTURA-

La caratterizzazione delle nostre zone collinari, che raggiungono, all’incirca, i cento metri sopra il livello del mare, è data da coltivazioni di ulivi che dominano in maniera preponderante la quasi totalità delle coltivazioni. “L’oglialora” per l’ 80%, la

biancolilla” e la “cerasuola” per minor quantità, sono il frutto di queste enormi distese di uliveti che nei secoli hanno reso eccellente la qualità dell’olio di Trabia;

La presente manifestazione pubblica è finalizzata a far conoscere, tramite un momento conviviale, inclusivo, aggregante, una tradizione agricola di richiamo storico quale può essere quella del raccolto e della molitura delle olive nostrane , quindi dell’olio prodotto e alcuni usi più tradizionali di quest’ultimo. La stessa sarà contaminata da momenti di spettacolo, di degustazioni, di animazioni varie al fine di far diventare più pregnante l’intero evento.

L’obiettivo è quello di meglio ottemperare a quelle che sono le finalità e i dettami del progetto emanato dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca mediterranea, sempre attento a ottimizzare le potenzialità del nostro territorio e a divulgare le eccellenze delle nostre filiere agroalimentari.

L’evento punterà, dunque, a promuovere la conoscenza dei prodotti autoctoni ottimizzando l’immagine complessiva del settore produttivo locale, favorendone la commercializzazione, ma anche una diligente attività di informazione.




COMUNE DI TRABIA 


Tel 091/8104007

SPREMO, convegno conclusivo a Sciacca

 


 

Secondo la Fao (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), ogni anno, circa il 40% delle coltivazioni mondiali viene distrutto da malattie con perdite commerciali di oltre 220 miliardi di dollari. Prevenendo la diffusione e l’introduzione di agenti biotici si potrebbero ridurre tali perdite garantendo l’immissione nel mercato di alimenti di qualità a costi sostenibili. Nell’olivicoltura nazionale, lo sviluppo di sistemi predittivi in grado di individuare precocemente una malattia, assume particolare importanza nella gestione agronomica di un oliveto in quanto consente di intervenire in maniera efficace quando il danno agli organi della pianta non è manifesto. Attualmente, sono carenti le applicazioni tecnologiche di tipo “smart” per la difesa da avversità biotiche e ciò nonostante le implicazioni negative determinate da una attuazione empirica di piani agronomici di difesa delle piante sull’ambiente, sulla salubrità, sulla qualità e quantità delle produzioni. Da qui nasce il progetto “Spremo”, un’applicazione di tecnologie “smart” per il monitoraggio, prevenzione e diagnosi precoce delle malattie di interesse economico dell’olivo. Un progetto finanziato con i fondi del Psr Sicilia 2014-2020 attraverso la sottomisura 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”.Con l’intento di colmare tale deficit tecnologico, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Centro di ricerca difesa e certificazione – Crea Dc di Bagheria (Palermo), unitamente a un’associazione di categoria, una Organizzazione di produttori (OP) e 7 imprese agricole e/o agroalimentari della filiera olivicola olearia siciliana, si sono riunite in una Ats (Associazione temporanea di scopo) per il trasferimento delle innovazioni in progetto. Capofila del progetto è L’Oleificio San Calogero di Santangelo Giuseppe & C, sito a Sciacca (AG), che convoglia la produzione di oltre 500 produttori olivicoli.

 

 Le 4 innovazioni

Punto di forza del progetto sono quattro innovazioni tecnologiche di tipo smart che consentiranno di ridurre le perdite di prodotto migliorando, al contempo, la qualità commerciale e salutistica degli oli.Per la diagnostica precoce della Xylella fastidiosa e di alcuni dei principali patogeni dell’olivo, verrà utilizzato l’apparecchio portatile BCUBE@, basato sulla tecnica di amplificazione isotermica, il quale presenta notevoli vantaggi rispetto alle tradizionali PCR sia in termini di semplicità di utilizzo che nel tempo di attuazione delle analisi. Saranno validati protocolli diagnostici e dei BKit di saggio specifici per alcune delle principali malattie dell’olivo.Sempre ai fini della diagnosi precoce di malattie delle piante sarà introdotta una applicazione mobile (App GO-OLIVE) in grado di aiutare l’imprenditore agricolo alla individuazione tempestiva di alcune malattie dell’olivo fornendo al contempo le idonee strategie di difesa (biologica e non) da mettere in atto. Per quanto riguarda lo stoccaggio mirato degli oli prodotti verrà introdotto in frantoio l’apparecchio NIR XDS della Foss, basato su spettroscopia nel Vicino Infrarosso (Near Infrared Reflectance), in grado di valutare, in pochi minuti e senza reagenti, la qualità commerciale e salutistica degli oli. Per la gestione dell’irrigazione degli impianti olivicoli secondo i principi dell’agricoltura di precisione saranno introdotte in una azienda partner sensori Yara ZIM-probe in grado di dare informazioni in continuo sullo stato di stress idrico della pianta


lunedì 2 dicembre 2024

Birra italiana: CREA presenta il primo anno di attività per il progetto MASAF LOB.IT

 


Verso una filiera brassicola italiana al 100%, con birre aromatiche,

 a basso tenore alcolico e amiche dell’ambiente

 

Luppolo e orzo da una filiera sostenibile per una birra aromatica, poco alcolica e completamente italiana. Questi gli obiettivi principali del progetto LOB.IT Luppolo, Orzo, Birra: biodiversità ITaliana da valorizzare”, coordinato dal CREA – con il suo Centro di Olivicoltura, Frutticoltura ed Agrumicoltura (CREA-OFA), in collaborazione con l’Università di Parma e finanziato dal MASAF, che punta a costruire una filiera nazionale di settore. I risultati del primo anno di attività progettuale sono stati presentati oggi a Roma, nel convegno “La centralità della ricerca per lo sviluppo di una filiera brassicola sostenibile e Made in Italy: lesperienza del progetto LOB.IT”.

Il primo anno di attività A fronte di una criticità nel fabbisogno di materia prima che si attesta per il malto d’orzo oltre il 60% e per il luppolo addirittura poco sotto il 100%, i ricercatori hanno lavorato per poter disporre di materiale di propagazione sano per la filiera. Sono stati sperimentati, inoltre, modelli di gestione virtuosi per una luppolicoltura che punta alla diversificazione e alla sostenibilità. Nel settore cerealicolo, invece, sono state studiate le varietà italiane di orzo distico da coltivazione convenzionale e biologica e gli aspetti legati all’attitudine maltaria di frumenti antichi e moderni. Infine, in linea con le tendenze internazionali, sono stati approfonditi sia l’utilizzo di lieviti spontanei nella produzione di birre sempre più legate al terroir sia l’impatto sul profilo aromatico dell’uso di lieviti innovativi nella produzione di birre a ridotto contenuto alcolico.

Sul fronte economico, oltre alle analisi statistico-economiche del settore, sono stati presentati per la prima volta i dati sulle caratteristiche economiche e strutturali delle aziende della filiera brassicola, dai quali si evince che, sebbene la coltivazione del luppolo rappresenti una frazione marginale della superficie aziendale complessiva, essa mostra un’elevata redditività: il margine lordo si attesta intorno ai 14.000 euro/ha, mentre il margine operativo netto, una volta sottratti i costi della manodopera, è di poco inferiore agli 8.000 euro/ha. Situazione inversa per l’orzo distico da malto, per cui la redditività è modesta: il margine lordo è pari a circa 650 euro/ha e viene interamente assorbito dai costi della manodopera; la sostenibilità economica della filiera risulta garantita principalmente da un’elevata incidenza di manodopera familiare o dalla capacità di sfruttare economie di scala per ammortizzare i costi del lavoro.

Il progetto si articola in una serie di linee di ricerca monotematiche, ciascuna dedicata a una materia prima brassicola (luppolo, orzo e cereali da malto, lieviti), più due linee di ricerca trasversali dedicate alla comunicazione e al trasferimento tecnologico agli attori della filiera, all’analisi statistico-economica e all’ideazione e realizzazione di strumenti di policy a supporto della filiera della birra.

La filiera in costruzione mira ad offrire prodotti italiani di qualità, sostenibili, innovativi e a forte connotazione territoriale, inducendo al tempo stesso il consumatore al consumo responsabile di questa bevanda, sottolineandone anche gli aspetti nutrizionali e nutraceutici.

Il progetto LOB.IT - spiega la coordinatrice Katya Carbone, primo ricercatore CREA-OFA – intende mettere a disposizione degli operatori strumenti innovativi ed efficaci, tanto per una gestione sostenibile e di qualità delle produzioni agricole, in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici, quanto per la realizzazione di birre originali e contemporanee, in grado di rispondere alle esigenze delle nuove generazioni di consumatori, sempre più orientate al rispetto dellambiente e al consumo moderato di alcool.”

Il settore della birra è importante per il comparto agroalimentare italiano, perché genera valore condiviso lungo tutta la filiera e produce un gettito fiscale che si attesta intorno ai 4 miliardi di euro. Ma soprattutto, la birra è un prodotto della terra. Quello brassicolo, infatti, è un settore in cui le materie prime svolgono un ruolo cruciale, sia nel determinare la qualità delle produzioni - specialmente quando ci si riferisce al settore agricolo/artigianale - sia nel definirne la sostenibilità, dato che più dell’80% della materia prima in ingresso diventa scarto di produzione.

FESTIVAL DEL GUSTO E DEL FOLKLORE".

 

La Pro Loco APS di Gioiosa Marea con il patrocinio della Regione Siciliana Assessorato Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea e del Comune di Gioiosa Marea, organizzano la seconda edizione del "FESTIVAL DEL GUSTO E DEL FOLKLORE".

 

Nei giorni del 7 e 8 dicembre,  Piazza Cavour si trasformerà in un punto di incontro per scoprire i sapori e le musiche della nostra terra trasformandosi in un palcoscenico di colori, suoni e sapori autentici.

Durante entrambe le serate, dalle 19:30 e per il corso di tutta la serata, i visitatori avranno l'opportunità di assaporare specialitá locali, una vera e propria degustazione di prodotti tipici di aziende che operano nel nostro territorio e che delizieranno i palati di tutti quanti. Ogni stand sarà un viaggio tra le eccellenze del territorio, per riscoprire i sapori genuini che caratterizzano la tradizione culinaria di Gioiosa Marea e della nostra terra.

Non solo cibo: il Festival sarà anche una grande festa di musica e danza.

La danza e i canti del Gruppo Folkloristico Meliuso allieteranno la serata di giorno 7 dicembre dalle 21:30 con lo spettacolo

"Cantamu la nostra storia" dando vita ad un'esibizione che racconterà la storia e le tradizioni della nostra terra, con costumi tipici e balli coinvolgenti.

Per la serata di giorno 8 dalle 20:30 esibizione del duo formato da Marco Mammana e Antonio Agnello e a seguire il gruppo musicale i Sautafossa che arricchiranno la manifestazione con un repertorio di musica folk e popolare, regalando al pubblico un'esperienza sonora che spazia tra tradizione e innovazione.

Il Festival del Gusto e del Folklore è l'occasione perfetta per trascorrere due giorni all'insegna della convivialità, della cultura e della tradizione.

L'evento ha lo scopo di mettere in risalto e valorizzare i prodotti agricoli, alimentari ed eno-gastronomici del nostro territorio e la cultura e tradizione folklorica che è insita nella nostra Terra.

Inoltre, la manifestazione mira a far emergere in particolare l’identità culturale locale e la sicilianità più in generale da trasmettere ai visitatori o ai turisti presenti.

Condizionalità rafforzata ed ecoschemi nella Semplificazione della PAC

 

Le recenti modifiche che hanno interessato il Piano Strategico della PAC in attuazione del Regolamento (UE) 2024/1468, rendono necessaria la programmazione di momenti di confronto tra l'Amministrazione centrale, le Organizzazioni Professionali e, più in generale, tutti gli addetti ai lavori per assicurare la massima diffusione delle novità intercorse, in particolar modo nell'assetto delle norme della condizionalità rafforzata e negli ecoschemi, ai fini della corretta attuazione delle stesse da parte dei beneficiari.  

L'evento intende, quindi, focalizzare l'attenzione sulla nuova introduzione della diversificazione colturale nella norma BCAA 7 della condizionalità, sull'eliminazione del requisito relativo alla percentuale minima di seminativi aziendali da destinare a superfici ed elementi improduttivi della norma BCAA 8 e sua contestuale introduzione come impegno premiabile all'interno del nuovo livello 1 dell'Ecoschema 5 già destinato al pagamento per misure specifiche per gli impollinatori.  

Inoltre, l'evento intende affrontare e chiarire alcuni aspetti connessi alle modalità operative degli impegni biennali assunti con l'adesione all'Ecoschema 4, la compatibilità tra avvicendamento e diversificazione colturale al fine di non incorrere in infrazioni, nonché, in ultimo, alle recenti modifiche che hanno interessato l'Ecoschema 1.

L'evento si terrà in presenza giovedì 12 dicembre a Roma presso Forma Spazi - Centro Eventi (via Cavour, 181) nell'orario10:00-12:30. Per poter partecipare all'evento è necessario iscriversi al seguente link. L'evento potrà essere seguito anche in modalità da remoto tramite piattaforma digitale ZOOM. Il giorno prima dell'evento, gli iscritti riceveranno una mail di conferma contenente il link per il collegamento.

Agricoltura e ambiente, beni pubblici

 

“Il Rapporto 2024 sull’agroalimentare italiano di Ismea, presentato nei giorni scorsi, conferma indirettamente   la preoccupante esistenza di squilibri strutturali nella distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare e, come al solito, purtroppo, a pagare le conseguenze di questa congiuntura negativa sono i piccoli e medi agricoltori, vero e proprio anello debole di tutta la catena. Piccoli e medi produttori, peraltro penalizzati da un cambiamento climatico sempre più pericoloso e da incrementi dei costi di produzioni che hanno messo e stanno mettendo in ginocchio il settore.

C’è poi una altra questione fondamentale: lo strapotere economico e contrattuale della grande distribuzione organizzata, che impone di fatto al comparto primario determinati prezzi di vendita, insostenibili per le piccole e medie imprese. E’ chiaro ed evidente che se l’attività primaria non diventa redditizia e profittevole in tempi definiti e veloci, l’intero sistema alimentare rischia letteralmente di collassare: un po’ come un palazzo senza fondamenta. Una ipotesi da evitare con ogni forza e ogni mezzo istituzionale. Cosa fare, dunque? Innanzitutto è necessario incentivare politiche che tutelino la giusta remunerazione del piccolo e medio agricoltore, sinora schiacciato dallo strapotere della grande distruzione organizzata

Luigi Veronelli che proprio in questi giorni ricorre il ventennale della dipartita, più o meno 40 anni addietro aveva lanciato un idea semplice, l'introduzione del prezzo sorgente  “con la trasparenza del prezzo sorgente, il consumatore verrebbe messo in grado di valutare il tipo di ricarico applicato dal rivenditore, e da questo  la sua onestà” ecco bisogna che la politica avvii una strategia per  portare avanti un principio di equità sociale ed etico, sopra tutto a vantaggio del contadino-agricoltore, che spesso un prodotto della propria terra ceduto a 10 centesimi di euro, lo trova in vendita a oltre quattro euro.

 L’Europa si trova a un bivio cruciale, parliamo di giustizia per i lavoratori, ma non possiamo affrontare questa sfida senza considerare tre questioni centrali e interconnesse: riconoscere l’agricoltura come bene pubblico, la lotta ai cambiamenti climatici, la rigenerazione delle aree rurali e interne. 

“Alle istituzioni europee  chiediamo che riconoscano l’agricoltura come un bene pubblico, investano sul settore agricolo, rafforzino i fondi per le aree rurali, con un occhio più attento ai diritti dei lavoratori, e promuovano un patto rurale europeo in cui agricoltura, ambiente e giustizia sociale vadano di pari passo”.

 Il cambiamento climatico   non è solo una crisi ambientale, ma una minaccia diretta per milioni di lavoratori e produttori agricoli, le loro famiglie, le comunità rurali che essendo spesso già marginalizzate, rischiano di essere ulteriormente impoverite. La giustizia climatica è giustizia sociale: non possiamo lasciare indietro nessuno, né i lavoratori né le comunità che dipendono dalla coltivazione della terra”.

 Dobbiamo favorire l’incontro tra piccoli produttori e consumatori in un’ottica nuova, che riconosca il lavoro della terra come bene pubblico, capace di salvaguardare, tutelare e  sostenere pratiche agricole rigenerative che proteggano i suoli, la biodiversità, la qualità dei prodotti.

Deve essere chiaro che non esiste un’Europa giusta senza una campagna viva e non può esistere una transizione ecologica senza chi lavora la terra, perché gli agricoltori sono il primo presidio della cura del territorio 

    L'80% delle risorse europee va a una piccola lobby (20%)di aziende capitaliste. Noi cittadini, contribuenti, consumatori, siamo obbligati a interrompere questo scempio.

Le strategie del Green Deal, come la Strategia Farm to Fork e la Strategia Biodiversità 2030, sono politiche lungimiranti, malgrado qualche agitatore senza scrupolo sostiene il contrario.

 L’81% dei Azionisti di maggioranza,(cittadini, contribuenti, consumatori) si dicono preoccupati per l’impatto ambientale dei pesticidi e per il 75% hanno timori rispetto all’impatto dei pesticidi sulla salute umana, come riporta un recente sondaggio della società di analisi di mercato Ipsos.

   Lagricoltura           familiare offre        un’opportunità unica per garantire la sicurezza alimentare, migliorare i mezzi di sussistenza, gestire meglio le risorse naturali, proteggere l’ambiente e raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali. Grazie alla loro saggezza e alla cura per la terra, gli agricoltori familiari sono gli agenti del cambiamento di cui abbiamo bisogno per raggiungere Fame Zero, un pianeta più equilibrato e resiliente e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.


L’agricoltura familiare sostiene sistemi alimentari diversificati che promuovono l’integrazione sostenibile tra aree urbane e rurali. Grazie a soluzioni di mercato innovative, gli abitanti delle città possono godere di alimenti sani, nutrienti e sicuri.

Aumentare l’accesso degli agricoltori familiari alle infrastrutture, alla tecnologia, alla comunicazione e alle innovazioni su misura è fondamentale per il futuro dei sistemi alimentari e può attrarre i giovani nel settore. Ciò influisce positivamente sulla mobilità rurale-urbana, in particolare per le generazioni più giovani.

I giovani sono il futuro dell’agricoltura familiare. Mantenere l’interesse per l’agricoltura come professione è vitale per la futura sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo. I giovani agricoltori sono il ponte tra le conoscenze tradizionali e locali e le idee innovative.

Attraverso la trasformazione dei prodotti, la generazione di servizi e infrastrutture, l’agricoltura familiare crea reali opportunità economiche non solo per gli agricoltori del territorio ma per l’intera comunità.




L’agricoltura familiare può rendere i sistemi alimentari più sostenibili. Le politiche dovrebbero aiutarli a ridurre le perdite alimentari e a gestire in modo sostenibile ed efficiente le risorse naturali.



Riconoscere le donne rurali come uguali, così come aumentare il loro accesso alla terra e ad altre risorse produttive, agli investimenti, ai prestiti, alla formazione e all’informazione, contribuiranno notevolmente allo sviluppo sostenibile.



Unendo le conoscenze tradizionali con un adeguato know-how tecnico, l’agricoltura familiare promuove sistemi alimentari più resilienti ai cambiamenti climatici.

L’agricoltura familiare offre un’opportunità unica per garantire la sicurezza alimentare, migliorare i mezzi di sussistenza, gestire meglio le risorse naturali, proteggere l’ambiente e raggiungere uno sviluppo sostenibile, in particolare nelle zone rurali.



s a p e v a t e    c h e 


Le aziende agricole a conduzione familiare producono più  

dell'80% del cibo

nel mondo

Il 90% dei pescatori

opera  su piccola scala

Le fattorie familiari occupano il

70-80% dei terreni agricoli

in tutto il mondo

Le donne detengono solo il 15%

di terreno agricolo, mentre forniscono
quasi il 50% della manodopera agricola

Più 

del 90% delle aziende agricole

sono gestiti da un individuo o una famiglia
che fa affidamento principalmente sul lavoro familiare

Ci sono più di

600 milioni di aziende agricole a conduzione familiare

nel mondo.

 

 

Comitini, visitando i borghi

 


La Feder. Agri. Sicilia comunica che ha organizzato per la data 7 dicembre 2024, alle ore 17.30, un convegno dal titolo “Un viaggio virtuoso attraverso la conoscenza e la diffusione dei grani antichi siciliani” che si svolgerà nel Comune di Comitini (Ag.) e precisamente nel Palazzo Bellacera. Si fa altresì presente, che nello stesso palazzo, dal 7 al 13 dicembre ci sarà una mostra di grani antichi siciliani. 

Questa iniziativa è finanziata dall’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca Mediterranea – Dipartimento Regionale dell’Agricoltura

 


  

Poiché quasi tutti i cittadini della Sicilia ogni giorno mangiano pane e pasta riteniamo opportuno evidenziare che lo scopo della manifestazione consiste nel fare conoscere le pregiate qualità di questi grani e promuovere la diffusione e l’utilizzo delle farine prodotte con questi grani pregiati.

Il motivo dell’utilizzo dei grani antichi consiste nella loro estrema digeribilità, oltre che nel grande potere nutritivo e nella ricchezza di proteine. La farina che se ne ricava risulta meno raffinata e presenta un minore indice glicemico. La bassa presenza di glutine la rende ideale per scongiurare eventuali intolleranze alimentari.

La manifestazione sarà coordinata da Enzo Sardo (Presidente Provinciale MCL Agrigento, scrittore e saggista). Le relazioni saranno tenute da Calogero Alaimo Di Loro (Presidente nazionale Italia Bio), da Sebastiano Blanciforti (esperto di grani antichi siciliani) e dal dottore Salvatore Bonfiglio (medico internista)

). L’accoglienza ed il saluto agli ospiti e ai relatori saranno curati dal Sindaco di Comitini (Luigi Nigrelli) e da Cipriano Sciacca (rappresentante legale della Feder. Agri. Sicilia).

                             
 Si scrive pane si legge pace. Dai grani antichi dici all’armonia dei popoli. E’ il mio ultimo libro, scritto anche grazie all’ insistenza del mio amico Enzo Sardo, racconta dello straordinario mondo dei grani antichi siciliani e delle opportunità che questi hanno rappresentano e tuttora rappresentano per l’umanità intera. È dedicato alla memoria di mio padre e a tutti i contadini e contadine del mondo, inconsapevoli custodi di biodiversità e veri eroi di questo tempo.

Vi aspetto sabato 7 dicembre alle ore 17.30 al palazzo Bellacera di Comitini per parlarne con Voi e donarvene una copia. Lillo Alaimo Di Loro


                       

 

  


Rapporto 2024 sull'agroalimentare italiano

 

 

Con questa seconda edizione del Rapporto sull'agroalimentare italiano, Ismea conferma l'obiettivo di proporre annualmente un'analisi consolidata dello "stato di salute" del settore agroalimentare nazionale, con una lettura complessiva degli andamenti congiunturali inquadrata in un contesto di medio termine.
L'idea è quella di mettere a fattor comune e valorizzare in una visione d'insieme i tanti temi in cui si articolano le attività di analisi e monitoraggio che l'Istituto svolge costantemente e che alimentano in corso d'anno un ricco flusso di pubblicazioni di taglio monografico. Il contesto in cui opera il settore agroalimentare italiano, sia sotto il profilo macroeconomico che sul fronte internazionale, è stato caratterizzato da pesanti turbolenze anche nel corso del 2023 e nella prima metà del 2024: se abbiamo assistito al progressivo rientro dell'inflazione, con la riduzione dei prezzi internazionali delle materie prime e delle fonti di energia, il mondo è sempre più scosso dal protrarsi dei conflitti: quelli in Ucraina e Palestina, con la estensione di quest'ultimo al Libano ed i conseguenti rischi di una sua trasformazione in guerra regionale.

A ciò si aggiungono le crescenti tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina, più in generale tra l'occidente e i cosiddetti Paesi Brics, cui assiste una Europa politicamente debole e spesso divisa. ( creazione di un nuovo ordine mondiale evocato da Putin, tramonto dell'occidente decadenza della democrazie liberali, oggi più che mia attuale con la vittoria di Trump) . Era trumpiana - è in corso una lotta per un nuovo ordine mondiale , fusione tra due oligarchi trump e musk, In questo quadro si fa strada la consapevolezza che la stagione vissuta tra il 2021 e il 2023, che apparve come una "tempesta perfetta" pesantissima ma passeggera, in quanto dovuta alla contemporaneità di eventi eccezionali, è una situazione di incertezza permanente a cui bisogna abituarsi.  Anche in questo quadro poco favorevole, lo stato di salute dell'agroalimentare italiano appare nel complesso positivo.

Si conferma e si consolida la capacità di esportazione delle produzioni più rappresentative del "made in Italy" (prodotti dell'industria alimentare quali formaggi, prodotti da forno, salumi, pasta, ma anche prodotti agricoli quali vino, pomodori, uva, mele...), insieme alla crescente importanza dell'agroalimentare nell'economia nazionale e nelle sue interrelazioni con altri settori. Un settore strategico e per sua natura "resiliente" nel senso proprio del termine, in quanto più di altri capace di reagire a shock esterni di natura macroeconomica e geopolitica, sfruttandone le opportunità positive e assorbendone gli effetti negativi. Un settore caratterizzato, anche nella componente agricola, da processi di ristrutturazione orientati all'aumento della competitività, sia attraverso la razionalizzazione dei processi produttivi e l'aumento delle dimensioni aziendali, sia - e soprattutto - attraverso la differenziazione dei prodotti e l'aumento della loro distintività basata sul miglioramento della qualità. Non mancano naturalmente problemi e criticità di varia natura, in parte storici e in parte aggravati dagli andamenti degli ultimi anni: squilibri e inefficienze lungo la filiera dal campo alla tavola; variabilità dei prezzi e delle ragioni di scambio; forte pressione dal lato dei costi di produzione e scarsa redditività, resa sostenibile per l'agricoltura da un sostegno Pac comunque percepito come troppo complicato; ritardi nel ricambio generazionale; carenza di manodopera e presenza di lavoro irregolare; vulnerabilità, specie per la componente agricola, a eventi meteo-climatici sempre più estremi.

Anche quest'anno, accanto all'articolazione nei temi classici dell'analisi del settore agroalimentare - contesto macroeconomico, produzione e produttività, consumi, lavoro, investimenti, commercio estero, qualità e multifunzionalità, eventi meteo-climatici - trovano spazio approfondimenti di taglio monografico. Nella edizione del 2023 l'approfondimento riguardò l'inflazione, nelle sue varie declinazioni e nei suoi diversi effetti; quest'anno, partendo dall'analisi della catena del valore nella filiera agroalimentare nazionale, si approfondisce il tema del posizionamento internazionale dell'Italia, analizzato attraverso due chiavi di lettura. La prima è associata alle cosiddette "catene globali del valore", che ridefiniscono il commercio internazionale come flusso di prodotti intermedi più ancora che di beni finali, dove rispetto alla tradizionale configurazione dei flussi e dei saldi import-export in prodotti finiti, diventa più rilevante il contenuto di valore aggiunto - nazionale ed estero - che viene creato e mobilitato dal commercio internazionale. La seconda chiave di lettura è una rivisitazione del tema della sicurezza e della sovranità agroalimentare in termini di posizionamento rispetto alle catene globali del valore e alla geografia delle provenienze e delle destinazioni dei flussi di import-export, più che di saldi commerciali e tassi di auto approvvigionamento. Una rivisitazione particolarmente rilevante per un paese trasformatore ed esportatore di beni alimentari come l'Italia, che nel complesso vanta una situazione di pareggio in termini di saldo commerciale e di tasso di auto approvvigionamento aggregato, ma che al contempo è fortemente dipendente dall'estero per alcune forniture strategiche per la propria filiera di prodotti trasformati destinati al consumo interno e alle esportazioni, quali mais, soia, cereali, bovini da ristallo. Prodotti per i quali il problema non è tanto la carenza di produzione nazionale e la dipendenza dalle importazioni, quanto la provenienza di queste ultime da paesi "a rischio" sul fronte geopolitico e/o la loro eccessiva concentrazione geografica; cose entrambe che possono mettere a repentaglio le forniture in conseguenza di specifici eventi meteoclimatici, conflitti, crisi sanitarie, interruzioni nella logistica. Di questo e di altro si parla nel Rapporto sull'agroalimentare italiano 2024, relativo all'annata 2023 ma integrato dove possibile con dati più recenti del 2024 e dal confronto con l'Ue e con alcuni stati membri di riferimento. Confortati dalla buona accoglienza ricevuta dalla prima edizione dello scorso anno, confidiamo che il Rapporto Ismea

 

si consolidi come un appuntamento importante per chiunque si occupi del settore agroalimentare

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domenica 1 dicembre 2024

Aggiornato il LARN Finder EFSA

  L’European Food Safety Authority (EFSA) ha pubblicato un aggiornamento del DRV Finder, strumento che fornisce un accesso rapido e semplice ai valori di riferimento nutrizionali (DRV), basati su una popolazione sana, che variano in base allo stadio di vita e al genere.


Hanno molti scopi, come la valutazione della qualità nutrizionale delle diete di individui o gruppi, la creazione di linee guida nutrizionali, l'impostazione di valori di riferimento per l'etichettatura degli alimenti e per lo sviluppo di politiche nutrizionali e alimentari Il DVR è destinato agli utenti finali, come professionisti della nutrizione e della salute, gestori del rischio, decisori politici, produttori di alimenti e scienziati.
I l DRV Finder* è uno strumento interattivo che fornisce un accesso rapido e semplice ai valori di riferimento dietetici (DRV) dell'EFSA per i nutrienti. È destinato agli utenti finali di questi valori, come professionisti della nutrizione e della salute, gestori del rischio, decisori politici, produttori di alimenti e scienziati.

I DRV sono valori di riferimento nutrizionali basati sulla scienza per popolazioni sane . Variano in base allo stadio di vita e al genere. Hanno molti scopi, come la valutazione della qualità nutrizionale delle diete di individui o gruppi, la progettazione di diete (ad esempio pasti scolastici), la creazione di linee guida nutrizionali, la consulenza dietetica, l'impostazione di valori di riferimento per l'etichettatura degli alimenti e per lo sviluppo di politiche nutrizionali e alimentari.

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