venerdì 22 marzo 2024

I Pesticidi: non tutti sanno che!


“Nonostante le evidenze scientifiche, le buone intenzioni della Commissione Europea vengono minate dall’azione delle lobby dell’agrochimica e dell’agricoltura e allevamenti intensivi, che vorrebbero fermare l’iter di approvazione del Regolamento e affossarne gli obiettivi di riduzione”
gennaio 2023

Solo per mera “coincidenza” qualche anno dopo la Presidente della Commissione Europea, è stata costretta a ritirare il regolamento sulla riduzione dei pesticidi in agricoltura e negli allevamenti,(frutto di 4 anni di lavoro minuzioso e ricerche scientifiche approfondite) che taluni sempliciotti sbandierano come la prima grande vittoria della protesta degli agricoltori. Tutti sanno che  era tutto già scritto, le lobby della chimica e dell’agroindustria avevano mentre bisogno degli utili-idioti di turno, attraverso la “protesta” per mettere a segno il colpo "mortale" 

               L'edizione Italiana curata da CambiamoAgricoltura di una pubblicazione della Heinrich-Böll Stiftung. Un ricco volume di oltre 60 pagine contenente grafici, mappe dati che mostrano l'uso e l'impatto che queste sostanze hanno su ambiente, salute e società.          Le schede dell’Atlante dei Pesticidi presentano dati, grafici ed informazioni utili per comprendere meglio la relazione tra uso dei pesticidi e salute umana, oltre agli impatti sul suolo, nelle acque superficiali e sotterranee e sulla biodiversità naturale.

“Siamo fiduciosi che questo documento, concepito per diffondere consapevolezza rendendo accessibili dati e conoscenze, contribuirà a un cambio di paradigma che non è più solo desiderabile, ma necessario  


 


   Il secolo che stiamo vivendo è caratterizzato da due delle più grandi crisi globali che l’uomo abbia mai affrontato: i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. Tutti i report internazionali mostrano come sia necessario invertire queste drammatiche tendenze in atto e ne evidenziano le cause. Tra le prime vi è l’agricoltura. Pratica essenziale per garantire la nostra sopravvivenza poiché ci fornisce il cibo di cui ci nutriamo, ma che da alcuni decenni è anche causa di inquinamento, degrado dei suoli, emissioni di gas clima alteranti e perdita di biodiversità.  Nell’ottobre 1962, la biologa Rachel Carson, pubblica il suo splendido libro “Primavera silenziosa”. Benché alcuni ricercatori, come l’agronomo italiano Giuseppe Candura avessero denunciato già negli anni ’50 i danni del DDT, questo libro ha aperto gli occhi dell’opinione pubblica sull’impatto dei pesticidi sulla biodiversità e sulla salute umana e ha tracciato la via di molte lotte ambientaliste, facendo così progredire nella presa di coscienza collettiva che è culminata nella messa al bando proprio del DDT. Nonostante questo, la situazione non è migliorata di molto. Ancora oggi queste sostanze, ovunque le si cerchi, le si ritrova. Dalle acque alla frutta, passando per la pasta e le penne degli uccelli fino ai capelli e al sangue umano: tutte le ricerche degli ultimi anni che si sono poste come obiettivo la ricerca di pesticidi hanno avuto esiti positivi, come dimostrato per l’Italia dai dati del report dell’ISPRA sui pesticidi nelle acque, o il dossier sui residui di pesticidi pubblicato annualmente da Legambiente, che presentano ogni anno un quadro sempre più allarmante e i cui dati potrete trovare in questo volume. Secondo i dati della FAO, il numero di sostanze fitosanitarie commercializzate ed utilizzate a livello mondiale è in costante crescita, con qualche piccolo segnale di rallentamento solo in Europa e USA. 
L' Europa, con le linee definite dalla Commissione nell’ambito del Green Deal, come la Strategia sulla Biodiversità per il 2030 o la “Farm to Fork”, punta ad essere la guida mondiale per la riduzione dell’uso dei pesticidi. Gli obiettivi fissati per il 2030 sono stati declinati nella proposta di un nuovo regolamento per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che la Commissione Europea ha presentato lo scorso giugno e che prevede per l’Italia un taglio del 62% dell’uso e del rischio dei prodotti fitosanitari. Va ricordato che il nostro Paese, ancora all’inizio del 2023 si trova con un Piano d’Azione Nazionale (PAN) per l’Uso Sostenibile dei Fitofarmaci adottato nel 2014 ma oramai scaduto da anni e il cui processo di rinnovo è in stallo dal 2019. Nonostante il volere dei cittadini, sempre più consapevoli della necessità di riduzione dei pesticidi, come dimostrano le 1,2 milioni di firme dell'iniziativa dei cittadini europei "Salviamo le api e gli agricoltori", attualmente la proposta di regolamentazione é sotto attacco sia da parte delle lobby dell’agro-chimica sia da molti governi e politici che chiedono una riduzione dei target, tempi più lunghi ed anche la completa abolizione del regolamento, facendo diventare di fatto le strategie solo delle belle parole sulla carta. Molti di questi attacchi prendono come pretesto la situazione geopolitica in corso, dichiarando che se venissero rispettati questi obiettivi ambientali sarebbe in gioco la nostra sicurezza alimentare. Queste affermazioni vengono però contraddette da scienziati e organizzazioni internazionali, come il Programma Alimentare Mondiale (WFP) e l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), che sottolineano come l'abrogazione o il rinvio delle misure ambientali siano la risposta sbagliata alla crisi e che sono proprio la perdita di specie e le condizioni climatiche estreme che minacciano sempre più la sicurezza alimentare in tutto il mondo. L a possibilità di un’agricoltura diversa, che faccia a meno della chimica di sintesi, è dimostrata dai dati di crescita continua dell’agricoltura biologica, di cui l’Italia è tra i leader mondiali ed Europei. La superficie agricola coltivata (SAU) senza l’uso della chimica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2021 il 17%, pari a 2,2 milioni di ettari, spinta soprattutto dalla crescita del consumo, e punta a raggiungere il 25% di SAU a biologico già nel 2027. L' efficacia dell’agricoltura biologica per ridurre gli impatti sull’ambiente è dimostrato oramai da numerosi studi ed è stato confermato anche in Italia dai monitoraggi sulla biodiversità condotti dall’ISPRA e dall’iniziativa “La Compagnia del Suolo”, illustrati nelle pagine seguenti. È dunque indispensabile, e allo stesso tempo possibile, iniziare da ora e senza indugi a modificare il sistema alimentare globale. Occorre ridurre il nostro impatto sull’ambiente partendo dalla diminuzione di pesticidi e fertilizzanti, passando da un modello intensivo e tecnicistico a un approccio agroecologico, partendo dai campi fino alle tavole dei consumatori, come recita proprio il titolo della Strategia Europea. Siamo fiduciosi che questo testo, concepito per diffondere consapevolezza rendendo accessibili dati e conoscenze, contribuirà a un cambio di paradigma che non è più solo desiderabile, ma necessario. Jan Philipp Albrecht & Dr. Imme Scholz Heinrich-Böll-Stiftung Marc Berthold Heinrich-Böll-Stiftung Parigi, Francia e Italia Federica Luoni Coalizione CambiamoAgricoltura Dr. Martin Dermine Pesticide Action Network Europe

























































 

Viaggio online tra storie, informazioni e mappe personalizzabili.

 Ecco l’Ecoatlante

Storie, mappe e dati per approfondire i grandi temi ambientali che interessano l’Italia da un unico punto di accesso online. L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha presentato l’EcoAtlante, uno strumento innovativo che, attraverso una serie di StoryMap, permette di scoprire, visualizzare e condividere le informazioni ambientali nazionali e locali da pc, tablet e smartphone. L’EcoAtlante “trasporta” il visitatore in un viaggio dove le informazioni raccolte dal Sina, il Sistema informativo nazionale ambientale, costantemente aggiornate, si intrecciano a storie e narrazioni. L’ecoAtlante è uno strumento in continuo aggiornamento che sarà integrato con sempre più dati provenienti dalle Agenzia regionali e dal Sistema nazionale e permetterà di avere accesso a tutte le informazioni man mano che queste saranno prodotte e rese disponibili a tutti.

Si tratta del primo sistema ambientale a rete che assicura omogeneità di azione su tutto il territorio nazionale. Come una sorta di percorso metropolitano, l’EcoAtlante “trasporta” il visitatore in un luogo nel quale le informazioni raccolte dal Sistema informativo nazionale ambientale (Sina), si intrecciano a storie e narrazioni. Una novità assoluta in campo ambientale che in modo semplice e immediato, attraverso una serie di StoryMap, permette di conoscere scoprire, visualizzare e condividere le informazioni ambientali nazionali e locali. Ma il bello, la novità assoluta, è la possibilità di realizzare mappe nazionali e locali personalizzate e uniche nel loro genere con dati, percentuali e trend del Sistema nazionale protezione ambientale (Snpa). Basterà infatti sovrapporre gli indicatori provenienti dai diversi temi per creare la mappa che si desidera e condividerla su siti, social, blog, insomma, ovunque si voglia.

ECOATLANTE

Agira, Borgo GeniusLoci De.Co.

 

NucciaTornatore
Quest’anno la sagra della “Cassatella di Agira   si  è impreziosita di due    tasselli,l’Audizione pubblica di presentazione e  la consegna dei riconoscimenti ‘Custode dell’Identità Territoriale’ del percorso Borghi GeniusLoci De.Co. afferma Nino Sutera.

 Il Genius Loci rappresenta l’essenza, l’identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi”.


Il percorso,  inserito tra gli esempi virtuosi del ‘Forum Italiano dei Movimenti per la terra e il paesaggio’ e presentato al Poster Session del Forum Pa  che si è svolto presso il Palazzo dei Congressi di Roma.  
 Il format   è composto da 12 step, tra i quali l’Audizione Pubblica e la consegna dei riconoscimenti  di ‘Custodi dell’identità territoriale’.
Il  riconoscimento –  ha  affermato Nino Sutera – viene conferito a chi  si  spende quotidianamente per la salvaguardia e la valorizzazione della tradizione  e dell’identità dei territori anche sotto l’aspetto agroalimentare,   attraverso un’efficace comunicazione del patrimonio enogastronomico autoctono. Realtà territoriali – sottolinea il dott. Sutera – che assumono un’importanza crescente anche nei confronti del visitatore che ritrova nel cibo un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari.
 “L’audizione pubblica è uno dei  step per aderire alla Denominazione Comunale,  Borgo GeniusLoci che ha l’obiettivo di salvaguardare il territorio, le tradizioni e le tipicità ”, La via della De.Co. Borgo GeniusLoci ideata dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus è, dunque, un’azione di marketing territoriale dove territorio, tradizioni e tipicità dei prodotti vengono valorizzate all’interno di un network che promuove un sistema capace di condividere i medesimi valori nel rispetto delle singole peculiarità.E al francese ‘terroir’ si preferisce quindi il latino ‘genius loci’, che sta a indicare un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Perché ognuno di noi è attaccato a un luogo d’infanzia, a un ricordo, a un affetto, a un dolce, a un piatto. L’obiettivo è dunque recuperare l’identità di un paese, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. E un menù non è solo una sequenza di ghiottonerie atte ad appagare i piaceri del palato, ma va anche e soprattutto inteso come narrazione di un ‘frammento di civiltà’.
 L’On Maria Greco Sindaco di Agira, ha dichiarato, sono orgogliosa di ricevere il riconoscimento, che voglio condividere con il mio territorio. Agira è già il luogo della Cassatella, lavoriamo tutti insieme per trasformarla in un luogo capace di aumentare la produzione per assecondare una domanda crescente.
Aumentare la produzione, significa aumentare la produzione dei prodotti di base autoctoni, aumento dell’occupazione e crescita economica.Agira ha ricevuto   il Premio Luigi Veronelli, proprio per la sua attenta attività a difesa delle tradizione e della cultura locale.







I focus dei Georgofili, anno 2023

 

La pubblicazione  supplemento agli Atti dei Georgofili, raccoglie i documenti redatti dai Comitati consultivi o Gruppi di lavoro, i cui membri sono accademici, che riguardano 6 tematiche prioritarie: Aggiornamento su 

-“Vitigni resistenti”; 

-Bilancio del Carbonio in agricoltura: casi studio;

-Ricreare la Rete Nazionale della Vivaistica Forestale; 

-Quesiti e brevi risposte sui prodotti alimentari “alternativi alla carne”; 

-La sicurezza alimentare;        

-Attualità e prospettive per il biogas e il biometano; 

fornendo un adeguato supporto alle problematiche e al progresso dei diversi settori dell’agricoltura.   FOCUS




PAC SONDAGGIO DELLA COMMISSIONE EU

NinoSutera   

Facendo seguito alle recenti proteste degli agricoltori europei relativamente alle procedure e agli oneri amministrativi da un lato e alle richieste di elevati impegni agronomici virtuosi dall’altro lato per  poter accedere al sostegno finanziario della PAC, i servizi della Commissione europea hanno illustrato un percorso di studio, di analisi e di individuazione delle soluzioni in termini di semplificazione   La prima fase prevede una indagine conoscitiva, sotto forma di questionario e composta da una serie di brevi domande in forma aperta e chiusa, rivolta appunto agli agricoltori dell’Unione europea con l’obiettivo di individuare i possibili correttivi in termini di semplificazione per l’accesso al contributo della PAC.

 La Commissione ha lanciato  un sondaggio online per raccogliere direttamente le opinioni dell'UE agricoltori circa l'onere delle procedure e delle norme legate al sostegno finanziario ai sensi della politica agricola comune (PAC) e altre norme in materia di alimentazione e agricoltura nell’UE.

È disponibile un questionario di indagine, composto da una serie di brevi domande chiuse e aperte in tutte le lingue dell'UE al seguente  

LINK

Queste domande mirano a raccogliere il feedback pratico e le opinioni degli agricoltori sul funzionamento della PAC e vengono implementate le politiche associate. Il sondaggio è aperto dal 7 marzo all’8 aprile 2024.

In una seconda fase, nel corso di maggio/giugno 2024, verranno esplorate le risposte al questionario attraverso interviste telefoniche approfondite ad un numero limitato di agricoltori che hanno dato la loro acconsentire a farlo nel sondaggio.

I risultati dell'indagine e delle interviste verranno utilizzati per un'analisi più dettagliata della complessità affrontate dagli agricoltori. I risultati sono attesi nell’autunno 2024.

Per garantire una buona rappresentatività delle opinioni degli agricoltori, la Commissione mira a ottenere quanto  più ampia possibile la partecipazione degli agricoltori all’indagine. Confido di poter contare sul vostro sostegno diffondere le informazioni sul suo lancio tra gli agricoltori che beneficiano della PAC pagamenti. Abbiamo anche chiesto alle organizzazioni agricole europee di diffondere questa indagine la loro appartenenza.

 

giovedì 21 marzo 2024

Istituito il Biodistretto Agroecologico Valle dei Templi


Il 21 marzo 2024, in corrispondenza dell’entrata della primavera, si è costituito ad Agrigento il Biodistretto Agroecologico Valle dei Templi, istituito ai sensi del D.M. 28 dicembre 2022 n. 663273 del MASAF, e che entra a far parte della Rete dei Biodistretti AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) Sicilia.

Il Biodistretto interessa il territorio dei Comuni di: Agrigento, Aragona, Castrofilippo, Cattolica Eraclea, Comitini, Favara, Joppolo Giancaxio, Montallegro, Porto Empedocle, Raffadali, Realmonte, Sant'Angelo Muxaro, Siculiana, per una estensione di 723,96 Km2.

Si tratta di un’area di assoluta importanza naturalistica, archeologica ed agricola, all’interno della quale ricadono i Siti di Importanza Comunitaria: Foce del Magazzolo, Foce del Platani, Capo Bianco, Torre Salsa (ITA040003), Maccalube di Aragona (ITA 040008) e Scala dei Turchi (ITA040015), oltre che l’area del Parco Archeologico della Valle dei Templi.

Obiettivo del Biodistretto sarà quello di velocizzare, all’interno del Green Deal, la transizione agroecologica, così come prevista delle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030 dell’UE, per superare la crisi economica ed ecologica dell’attuale sistema agroalimentare.

In tale direzione il Biodistretto assumerà il ruolo di organismo di divulgazione, trasferimento ed applicazione concreta presso aziende agricole, enti locali, ordini professionali, associazioni, organizzazioni varie e cittadini, dei principi dell’agroecologia, dei metodi di produzione in biologico, delle filiere corte e di quanto necessario per attivare sistemi sociali sostenibili ed in linea con le necessità ecologiche.

Il primo direttivo è costituito da:

Bissanti, Guido nella qualità di – Presidente;

Maurer Martina, nella qualità di - Vicepresidente;

Lo Pilato Giuseppe, nella qualità di - Segretario;

Danile Rossana, nella qualità di – Tesoriere.

Nuove norme sulle “cultivar originarie” e regole di commercializzazione delle sementi

 

La Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo (AGRI) ha deciso   di allentare le norme sulla commercializzazione di sementi e materiale riproduttivo vegetale allo scopo di conservazione e per gli scambi informali tra agricoltori.

 La Commissione europea lo scorso luglio, mirava a uniformare la legislazione europea esistente e sostituire le dieci direttive che attualmente stabiliscono le regole per la produzione e la commercializzazione di sementi, talee, giovani piante e altri tipi di Materiale Riproduttivo Vegetale (PRM – Plant Reproductive Material).

L’eurodeputato italiano Herbert Dorfmann, coordinatore del Partito popolare europeo (PPE) nella commissione AGRI, ha guidato le modifiche proposte, che mantengono gli elementi fondamentali del testo della Commissione, allentando al contempo le regole per le varietà da conservazione – colture tradizionali adattate alle condizioni locali che rischiano di essere soppiantate dalle varietà più moderne.

Gli emendamenti approvati dai deputati della commissione esentano dalle regole l’accesso, la vendita e il trasferimento di varietà da conservazione in piccole quantità ed estendono il periodo di registrazione di tali varietà a 30 anni.

Le organizzazioni impegnate nella conservazione dei geni vegetali, come le banche dei semi, si erano opposte fermamente alla proposta originaria della Commissione, in quanto le loro attività sarebbero state strettamente regolamentate dalle nuove norme, limitando i trasferimenti di semi e aumentando gli ostacoli burocratici e i costi.

Parlando con Euractiv, Dorfmann ha descritto la posizione sostenuta da AGRI come “equilibrata”, sottolineando che porterà certezza all’industria delle sementi, riducendo al contempo la burocrazia per la conservazione e unificando la legislazione nei vari Paesi dell’UE.

Questa posizione è stata elogiata dalla banca privata di sementi Arche Noah, che ha affermato che si tratta di un miglioramento significativo rispetto alla proposta della Commissione europea. L’organizzazione spera che in futuro le organizzazioni di conservazione possano distribuire piccole quantità di semi agli agricoltori e ai giardinieri per uso privato e non commerciale.

“La commissione Agricoltura ha stabilito linee guida chiare e, a nostro avviso, molto positive per il futuro lavoro parlamentare: la diversità deve essere esclusa dal campo di applicazione della nuova legge sulle sementi e deve essere promossa in modo coerente”, ha dichiarato Magdalena Prieler, esperta di diritto delle sementi presso Arche Noah.

Lo scambio del Materiale riproduttivo vegetale

Inoltre, i legislatori del settore agricolo hanno votato per consentire agli agricoltori di scambiare semi e altre PMR in modo informale per la produzione agricola, con alcune restrizioni.

La proposta iniziale della Commissione definiva qualsiasi trasferimento di PMR, anche se gratuito, come commercializzazione, una disposizione fortemente criticata da Arche Noah e dal Coordinamento europeo Via Campesina (ECVC), che rappresenta contadini e piccoli agricoltori.

Queste restrizioni, sostengono, violano i diritti degli agricoltori sanciti dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite del 2018 sui diritti dei contadini e delle altre persone che lavorano nelle aree rurali.

“Sono state adottate importanti modifiche per migliorare la definizione di commercializzazione e l’ambito di applicazione del regolamento e per sostenere un quadro più solido per i diritti dei contadini a scambiare le PMR provenienti dal loro raccolto”, ha dichiarato ECVC a Euractiv in un comunicato.

Tuttavia, Arche Noah ha sottolineato che permangono preoccupazioni riguardo ai brevetti per le piante prodotte con metodi di riproduzione convenzionali, poiché gli emendamenti presentati per limitare queste pratiche non hanno raggiunto la maggioranza dei voti.

Allo stesso modo, ECVC ha ribadito la sua opposizione alla possibilità di brevettare le colture geneticamente modificate, avvertendo che ciò potrebbe far perdere agli agricoltori il diritto di riutilizzare parte del raccolto come semenza.

L’industria critica la posizione dell’AGRI

L’industria delle sementi, rappresentata da Euroseeds, ha espresso serie riserve sugli emendamenti della commissione AGRI, temendo impatti negativi sul proprio settore, in particolare sui selezionatori di piante, sui produttori di sementi e sugli agricoltori.

“La relazione adottata oggi è considerata un passo indietro per il mercato comune delle PMR, che mette a rischio la qualità delle sementi, la salute delle piante, le informazioni ai clienti e la sorveglianza ufficiale di tutte le sementi e di tutti i fornitori e utilizzatori”, ha dichiarato Euroseeds in un comunicato stampa.

Garlich von Essen, segretario generale di Euroseeds, ha elogiato la proposta originaria della Commissione per aver “trovato un equilibrio” tra “sicurezza delle sementi e diversità delle sementi”, ma si è rammaricato che questo sia andato perso con le “ampie esenzioni” concesse dalla relazione.

L’organizzazione ha esortato il Parlamento a sviluppare “proposte alternative” prima del voto finale nella sessione plenaria di aprile, poiché considera l’approccio attuale “inaccettabile” per il settore industriale europeo delle sementi

Sondaggio EU sui SCA

 Studio per raccogliere informazioni sui servizi di consulenza aziendale (SCA) rivolti agli agricoltori nei diversi Stati Membri.

  Lo studio commissionato dalla Commissione Europea (dipartimento dell'agricoltura e dello sviluppo rurale) per raccogliere informazioni sui servizi di consulenza aziendale (SCA) rivolti agli agricoltori nei diversi Stati Membri, in particolare nel contesto dell’attuazione del meccanismo di condizionalità sociale nella Politica Agricola Comune (PAC). La vostra esperienza e il vostro contributo come fornitori di servizi di consulenza sono fondamentali per aiutarci a capire l'utilizzo e la fornitura di tali servizi nel settore dell’agricoltura.

Il sondaggio è breve e richiede circa 10 minuti per essere completato.

Potete partecipare al sondaggio cliccando sul seguente link.


 Il sondaggio non richiede alcuna informazione personale e tutte le risposte saranno mantenute strettamente confidenziali.

Infine, vi saremmo grati se poteste inoltrare questo sondaggio alla vostra rete di fornitori di servizi di consulenza. Il vostro aiuto nel condividere questo sondaggio ci aiuterà a raggiungere un pubblico più ampio e a raccogliere dati più completi. 



 

Le proposte della Commissione europea di modifica al regolamento di base sui Piani strategici della PAC 2023-2027

REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

che modifica i regolamenti (UE) 2021/2115 e (UE) 2021/2116 per quanto riguarda

le norme sulle buone condizioni agronomiche e ambientali, i regimi per il clima,

l'ambiente e il benessere degli animali, le modifiche dei piani strategici della PAC,

la revisione dei piani strategici della PAC e le esenzioni da controlli e sanzioni



  Le proposte della Commissione europea di modifica al regolamento di base sui Piani strategici della PAC 2023-2027 e al regolamento di base sul finanziamento della PAC 2023-2027.

 

Come evidenziato dalle  note iniziali sulle proposte delle modifiche, i servizi della Commissione europea hanno inteso fornire una risposta immediata di semplificazione della PAC - in termini legali - per gli agricoltori quali potenziali e correnti percettori del sostegno dell'Unione (e non tanto, quindi, la semplificazione degli oneri procedurali in capo alle Pubbliche amministrazioni). Ne consegue che i principali ambiti di semplificazione vengono proposti relativamente ai contenuti della "condizionalità" e nel tramutare taluni elementi di impegno agro-climatico ambientale da obbligatori (appunto la "condizionalità") a volontari ("eco-schemi").

 

Infine, si rappresenta che la stessa Commissione europea indichi al legislatore Consiglio Ue e Parlamento europeo di percorrere la procedura veloce (cosiddetto "fast track") per l'approvazione della proposta.

 

REGOLAMENTO

OLTRE GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI

 


Per una riconversione agro-ecologica della zootecnia Manifesto Pubblico 

 

  In Italia, ma anche in Europa, e se volete nel mondo, ci si divide su tutto, o quasi. Nell'alimentazione per esempio c'è chi ritiene che il futuro è nel meno agricoltura e più industria, meno natura e più processi sofisticati. Potremmo fare 100 esempi o giù di lì, ma uno è molto ma molto significativo. L'avvento degli allevamenti super intensivi, capaci di massimilizzare il tempo e lo spazio, ha portato a l'innovazione più importante del secolo scorso, una trovata tanto geniale quanto stupida, nel 1950 erano necessari 70  giorni raggiungere il peso minimo, oggi ne sono sufficienti 48 con un peso di gran lunga superiore, oltre al fatto che onnicomprensivo nel prezzo si ha gratuitamente una buona dose di antibiotici, di ormoni, e altro. Chissà perchè però chi alleva polli,  o hanno a che fare con gli allevamenti, non consumano carne di pollo!!

 Il sistema zootecnico europeo, compreso quello italiano, richiede una grande quantità di risorse naturali (due terzi dei terreni agricoli europei sono destinati all’alimentazione animale) e produce grandi quantità di sostanze inquinanti. Gli impatti degli allevamenti intensivi, soprattutto nelle zone in cui queste attività sono più concentrate, come la Pianura Padana, sono ormai ampiamente documentati: riguardano principalmente le emissioni di ammoniaca (NH3) e il conseguente inquinamento da polveri fini (PM 2,5), responsabili ogni anno di migliaia di morti premature in Italia. Le grandi quantità di azoto prodotto rappresentano inoltre un problema per l’inquinamento del suolo e dei corpi idrici, soprattutto nelle regioni ad alta densità zootecnica. Da tempo il sistema zootecnico è soggetto a cicliche crisi in parte legate alle sue stesse caratteristiche: l’elevata dipendenza da input esterni (energia, mangimi, acqua) lo rende infatti particolarmente fragile, così come le condizioni di allevamento (tanti animali geneticamente simili rinchiusi in spazi ristretti) lo rendono vulnerabile alle epidemie sempre più frequenti. Questo ne fa un sistema non in grado di autosostenersi dal punto di vista economico, ma bisognoso di continui e ingenti aiuti pubblici, europei e nazionali. 

La continua necessità di enormi quantità di mangimi rende il sistema zootecnico italiano fortemente dipendente dall’estero: quasi il 60% dei cereali e delle farine proteiche impiegate per produrre mangimi sono importati da Paesi extra UE, con un impatto ambientale enorme per la perdita di biodiversità a causa della distruzione delle foreste primarie e l’utilizzo di pesticidi, in particolare per la produzione di mais e soia in paesi del sud America come Argentina e Brasile. Una domanda così alta non può trovare risposta in un aumento delle produzioni nazionali ed europee, dove circa ⅔ dei terreni agricoli sono già dedicati all’alimentazione animale, per questo è necessario cambiare il modello, superando il concetto di “allevamenti senza terra”. 


La proposta di legge, promossa da Greenpeace Italia, ISDE, Lipu, Terra! e WWF, intende modificare in senso agroecologico proprio quelle caratteristiche del nostro sistema zootecnico che sono alla radice dell'insostenibilità ambientale ed economica del settore, a partire dai metodi di allevamento e dall’eccessivo numero di animali allevati, nonché dalla dipendenza dai prodotti farmaceutici (antibiotici), avendo come obiettivo anche quello di migliorare il benessere degli animali. Piccole aziende e qualità al centro: la nostra proposta La proposta di legge vuole gettare le basi per una riconversione del settore zootecnico che metta al centro, tanto delle politiche quanto dei meccanismi di sostegno, le aziende agricole di piccole dimensioni che adottano metodi agroecologici, e non più il sistema dei grandi allevamenti intensivi così come avviene attualmente (a titolo di esempio, l’80% dei fondi europei per l’agricoltura italiana finisce nelle casse di un 20% di grandi aziende agricole). L’obiettivo è quello di creare le condizioni per un sistema produttivo che sia ripensato sulla piccola scala, con margini di guadagno più equi per i produttori e con politiche di sostegno ai prezzi che permettano a tutta la popolazione di accedere a cibi sani e di qualità, che rispondano ai valori positivi del “Made in Italy”. Una transizione di questo tipo non può realizzarsi evidentemente senza una riduzione dei volumi di produzione e di consumo, tenendo presente che il consumo medio di carne e altre proteine animali in Italia è superiore a quello consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e che una considerevole parte della nostra produzione è destinata all’esportazione. La transizione ecologica della zootecnia deve essere un percorso condiviso fra allevatori, produttori e consumatori, che metta in campo meccanismi per il riconoscimento del giusto prezzo ai prodotti di origine animale di qualità. Il cambiamento non può che partire da un freno all’ulteriore espansione di queste attività, in particolare nelle zone che già subiscono le conseguenze di un eccessivo carico zootecnico, come molte aree della Pianura Padana. Per questo, un provvedimento di moratoria sull’apertura di nuovi allevamenti intensivi o sull’aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti è parte integrante della proposta di legge. Naturalmente, tale provvedimento non riguarda gli allevamenti di piccola dimensione che non rientrano nella definizione di intensivo e che praticano il pascolo all’aperto. Il percorso di transizione: verso una zootecnia in chiave agroecologica Un cambiamento di questo genere deve essere affrontato in modo graduale, prendendo però atto della sua urgenza e necessità. Per questo nella proposta di legge è prevista l’elaborazione di un Piano di riconversione del settore zootecnico che contempla incentivi economici e tecnici per sostenere le aziende verso l’adozione di pratiche sostenibili, che dovranno essere definite sulla base di obiettivi fissati quali la tutela della biodiversità, la circolarità delle risorse e dei nutrienti. Inoltre, il Piano fornirà indirizzi e strumenti per diminuire la competizione tra alimenti per le persone e mangimi per gli animali. Infine, il Piano dovrà dedicare la giusta attenzione a programmi di educazione alimentare per promuovere diete sane ed equilibrate con la necessaria riduzione dei consumi di carne e di altre proteine di origine animale. Tutelare salute, ambiente e accesso al cibo: una proposta trasversale In conclusione, la proposta di legge si inserisce in un’ottica di riconversione in chiave agroecologica del sistema zootecnico italiano: non prevede la chiusura degli allevamenti già in funzione, ma una moratoria immediata sull’apertura di nuovi allevamenti intensivi e sull’aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti, nell’attesa dell’implementazione di un piano nazionale di riconversione dei modelli di allevamento più impattanti, che dedichi adeguate risorse economiche a sostegno della transizione ecologica delle aziende. Per questo la proposta, elaborata da Greenpeace Italia, ISDE, Lipu, Terra! e WWF, si rivolge agli attori istituzionali, economici e sociali in modo ampio e trasversale e, in primis, alle forze politiche di tutto l’arco parlamentare, nella convinzione che essa possa costituire un passo in avanti nella tutela della salute, dell’ambiente e dei diritti degli animali, coerente con le modifiche introdotte agli articoli 9 e 41 della Costituzione, e un riferimento nel percorso per la revisione del Codice dell’Ambiente. Invitiamo quindi tutte le realtà che ne condividono lo spirito a sottoscrivere questo manifesto e a mettersi in contatto con le associazioni promotrici.

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