mercoledì 22 novembre 2023

Dalle cucine regionali alla cucina italiana con Pellegrino Artusi

                 A differenza di altri, Artusi  ha rappresentato il primo vero custode della tradizione culinaria identitaria del Bel Paese,  

            Quello che fin dal Medioevo, oltre le differenze regionali, ha accomunato la nostra cucina è la propensione alla pasta: dalle lasagne dei romani ai vermicelli essiccati degli arabi, che – grazie alla loro facilità di conservazione e trasporto si diffondono rapidamente – dando il via ai primi pastifici. Senza dimenticare la pasta ripiena (ravioli e tortelli) e le torte di pasta dura, golosi format da declinare e farcire a seconda delle tipicità del proprio territorio, (con uova a Milano, senza a Bologna; con olio a Genova, con burro e olio a Bologna e a Milano; verdure o carne) o di quello che si ha in casa. A Napoli, per esempio, questo tipo di torta è aperta, anziché chiusa, e non a caso viene chiamata “pizza” e può essere considerata la progenitrice del cibo italiano forse più conosciuto al mondo. Queste preparazioni ci portano direttamente a un altro “piatto forte” della nostra tradizione alimentare: i piatti unici. Da Nord a Sud è un trionfo: dalle torte sopracitate alle varie forme di tiella – da quella barese a quella di Gaeta – fino alle paste con i legumi.


 Ed è con questa complessità di tradizioni territoriali, con questa ricchezza di ricette, con questa abbondanza di prodotti agroalimentari, che avrà a che fare Pellegrino Artusi, quando nel 1891, pubblica “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”. É molto più che un libro: è la nascita della cucina italiana, seppure intesa come la somma nazionale delle sue differenze regionali. É un’operazione culturale che, come afferma lo studioso Piero Camporesi “ha fatto per l’unificazione nazionale più di quanto non siano riusciti a fare i Promessi Sposi… ciò si capisce, anche perché non tutti leggono, mentre tutti al contrario mangiano”. Ma la strada da fare è ancora lunga e tutta in salita … anzi in discesa purtroppo… perché è nelle trincee della Prima Guerra Mondiale che ragazzi da tutta Italia si trovano insieme, nonostante i differenti dialetti, e il cibo diventa la lingua universale. Scambiare ricette e assaggiare, ove possibile, piatti diversi non è solo il modo di avvicinarsi a casa con il pensiero e il palato e di superare per pochi istanti le brutture di una guerra senza fine, ma è anche un tassello fondamentale nella costruzione di quell’identità nazionale vagheggiata fin da Massimo d’Azeglio subito dopo l’Unità.

A Casa Artusi, a Forlimpopoli, c’è un tesoro. Sono quasi duemila lettere indirizzate a Pellegrino Artusi, da lui stesso segnate con la data d’arrivo e quella della propria risposta. L’Italia risorge unitaria grazie ai trasporti e alla comunicazione, alle ferrovie e alle poste. Artusi è il primo a beneficiarne, ricevendo polli e prodotti dai suoi poderi romagnoli, scrivendo lettere a sorelle, nipoti ed amici. Quando pubblica a proprie spese La scienza in cucina non vede ancora l’efficacia della rete postale per la diffusione di un libro, ma saranno i suoi potenziali e reali lettori a rivelarglielo. Nel 1897 l’indirizzo dell’autore, piazza d’Azeglio 25, figura accanto a Bemporad incaricato della diffusione, e inizia una nuova vita in quella casa perché arriveranno in numero crescente cartoline postali e cartoline illustrate, lettere di sconosciuti, accanto ovviamente a quelle dei numerosi nipoti. Una nuova vita, per il vecchio signore, nello studio, a rispondere a richieste semplici, l’invio contrassegno di un esemplare, e altre più complesse, concernenti una ricetta assente, un ingrediente sconosciuto e persino, da Palermo, su come procurarsi l’utensile per fare le cialde, introvabile nei negozi. Quando Artusi, nei mesi estivi, è in vacanza, il primo a rispondere alle richieste di esemplari del libro è il cuoco Francesco Ruffilli, sempre impegnato a correre alla posta o ai depositi ferroviari. Così La scienza in cucina viaggia e si crea una rete di corrispondenti, donne e uomini, interessati ad una nuova cultura in cui la cucina domestica ha un ruolo fondamentale che eclissa la gastronomia francese e l’industria alberghiera. Alla morte di Artusi le lettere a lui indirizzate entrano a far parte del patrimonio del Comune di Forlimpopoli, destinatario della maggior parte della sua eredità. Il carteggio è ora conservato in Casa Artusi, all’interno dell’Archivio della Biblioteca Comunale P. Artusi. Nel corso degli anni è stato inventariato, trascritto e digitalizzato, diventando un’importante fonte utile agli studi complementari al ricettario e alla biografia stessa di Pellegrino Artusi. Ora, il Comune di Forlimpopoli e Casa Artusi mettono a disposizione dei lettori questo patrimonio di oltre 1840 lettere, quale risorsa documentaria unica, utile a quanti vogliano conoscere meglio la figura e l’opera dell’autore de La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, e non solo.  


martedì 21 novembre 2023

Mappatura agrobiodiversità vegetale

 Con il termine biodiversità agricola o agrobiodiversità si indica tutto il patrimonio genetico di interesse agro-alimentare di una data area territoriale.

La conoscenza dell’agrobiodiversità vegetale italiana è utile per la sua protezione e conservazione ma anche per rilanciare filiere agro-alimentari uniche e di alta qualità.

Le varietà autoctone rappresentano un patrimonio agroalimentare e storico-culturale ma stanno subendo perdite in tutto il mondo. L’Italia si sta attivando per contrastare questo problema seguendo le linee guida europee. Una delle misure più importanti è il Registro nazionale dell’agrobiodiversità (ANR), ma 12 regioni italiane attualmente risultano prive di varietà locali e circa l’80% delle varietà locali elencate sono alberi, con dati meno dettagliati sulle specie erbacee. Lo scopo di questo studio è quello di indagare la situazione delle varietà erbacee italiane conservate nelle aziende agricole (in situ) unendo e analizzando i dati contenuti nei principali database sull’agrobiodiversità vegetale in Italia. I dati sono stati georeferenziati, organizzati per famiglie botaniche e regioni italiane e analizzati mediante GIS e R. Sono state trovate un totale di 1615 varietà autoctone erbacee (contro le 416 registrate nell'ANR). Poaceae, Fabaceae e Solanaceae insieme comprendono il 70% di tutte le varietà erbacee e sono per lo più conservate/coltivate in aree tra 150 e 800 m slm. Alcune aree collinari e submontane dell'Appennino e delle Alpi sono punti caldi di varietà erbacee a causa dell'azione antropica e fattori ambientali. I risultati di questa ricerca saranno utili per arricchire l'ANR e innescare azioni di caratterizzazione, conservazione e promozione di queste risorse vegetali.

 

COME HA AVUTO INIZIO IL PROGETTO

Il Centro di Ricerca Coordinato Ge.S.Di.Mont. di UNIMONT ha iniziato a censire le cultivar locali tradizionali della Lombardia grazie all’“Accordo di collaborazione tra Regione Lombardia e Ge.S.Di.Mont., per attività di ricerca scientifica ed applicata e di diffusione della conoscenza inerente il territorio montano lombardo (ai sensi del art. 4 c. 27 della l.r. 22/2016

Il censimento delle cultivar erbacee è proseguito ed è stato esteso all’intero territorio italiano grazie alla “Convenzione operativa tra DARA – Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della presidenza del consiglio dei ministri Ge.S.Di.Mont. – polo UNIMONT dell’Università degli Studi di Milano”  

Il lavoro ha portato alla pubblicazione del seguente articolo scientifico: The Analysis of Italian Plant Agrobiodiversity Databases Reveals That Hilly and Sub-Mountain Areas Are Hotspots of Herbaceous Landraces

IL PROGETTO AGRITECH

La mappatura e la valorizzazione dell’agrobiodivestià vegetale italiana prosegue grazie al progetto ‘Agritech’ il quale si basa sull’utilizzo delle tecnologie per lo sviluppo sostenibile delle produzioni agroalimentari.

LA MAPPA DELL’AGROBIODIVERSITÀ

Di seguito viene riportata la mappa delle varietà locali tradizionali coltivate in Italia da aziende agricole o agricoltori hobbisti. I dati di UNIMONT sono stati integrati con quelli del primo     inventario    redatto dall’Università degli Studi di Perugia  

 

Il TAVOLO DI LAVORO

UNIMONT ha attivato un tavolo di lavoro dedicato al tema dell’agrobiodiversità che conta quasi 200 membri. Il tavolo di lavoro è un modo per connettersi con altri soggetti interessati a questa tematica o impegnati – sotto molteplici aspetti – nella salvaguardia dell’agrobiodiversità. Per entrare a far parte del tavolo di lavoro è sufficiente collegarsi alla pagina    https://www.facebook.com/groups/agrobiodiversitaUNIMONT/?ref=pages_profile_groups_tab&source_id=120336564832526       e richiedere l’iscrizione.

 

Convegno Nazionale “Energia dall’agricoltura: innovazioni sostenibili per la bioeconomia

 

Mercoledì 29 e giovedì 30 novembre si terrà il Convegno Nazionale “Energia dall’agricoltura: innovazioni sostenibili per la bioeconomia” organizzato dal CREA - Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari per presentare i risultati finali del progetto AGROENER.
Il progetto “AGROENER: Energia dall’agricoltura: innovazioni sostenibili per la bioeconomia” (D.D. n. 26329/2016) è finanziato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF, ex MiPAAF) e coordinato dal CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari. Il Progetto si articola all’interno del comparto delle agrobioenergie, sviluppando tematiche riguardanti: l’efficienza energetica di macchine ed impianti; l’utilizzo delle biomasse solide (sottoprodotti agroforestali); il recupero dei sottoprodotti agroindustriali per la filiera del biogas; l’utilizzo di colture dedicate come matrice per l’estrazione di biocombustibili e/o biolubrificanti nei cicli produttivi delle bioraffinerie integrate; azioni di dimostrazione e trasferimento delle conoscenze in merito allo sviluppo di impianti di microgenerazione con analisi della sostenibilità e delle principali criticità.
L’evento si svolgerà a Roma presso l’aula magna dell’Istituto Nazionale di Statistica. La partecipazione è gratuita ma la presenza, per ragioni di sicurezza, è limitata a 100 posti. Il convegno sarà trasmesso anche in videoconferenza.

 

 programma e iscrizione

lunedì 20 novembre 2023

IL MISKE O AGAVE ANDINA. CHE NON È NÉ TEQUILA NÉ MEZCAL

 

VENTICINQUE VARIETÀ DELLE OLTRE TRECENTO SONO REGISTRATE, E TRA QUESTE C'È L'AGAVE AMERICANA, CHIAMATA ANCHE AGAVE BLU, BASE DI UNA BEVANDA ANCESTRALE: IL MISKE O AGAVE ANDINA. CHE NON È NÉ TEQUILA NÉ MEZCAL

L'agave è ed è stata vitale per le popolazioni indigene dell'Ecuador che con questa pianta si approvvigionavano, si lavavano e addirittura si vestivano. Le radici schiacciate di alcune varietà venivano utilizzate per lavarsi i capelli o, una volta colorate con la cocciniglia, per comporre dei tessuti, il fusto legnoso di altre varietà serviva e serve tutt'ora per costruire strumenti musicali e i boccioli dei fiori messi in salamoia in una miscela di aceto bianco e aceto d'agave, diventano degli ottimi e commestibili “capperi d'agave”. Una pianta della quale non si butta via nulla, a maggior ragione la sua linfa, che in seguito a una doppia distillazione si trasforma in miske.

Miske, l'antica bevanda autoctona che sta rinascendo in mezzo mondo

È l'unica bevanda ecuadoriana a Denominazione di Origine Ecuador e la sua produzione ha dato vita ad un progetto sociale che mette le donne al centro dell'attenzione di tutti.

Di origine indigena, il chaguarmishqui è una delle bevande più antiche d'America, ma anche la più denigrata per essere stata considerata la bevanda dei cosiddetti indiani , o che è lo stesso, degli indigeni delle Ande. Prodotto principalmente da donne, il suo distillato, miske o misque.



Nel cosiddetto centro del mondo,   si trova una piccola distilleria dove viene distillata la linfa dell'agave cactus americana o agave blu, della famiglia delle Agavaceae . Situata sulla terra che separa i due emisferi, Casa Agave nasce dalla rivendicazione di una bevanda ancestrale, dalla tradizione antica, che nasce in mezzo alle Ande, e che fa parte della cultura locale fin dalla creazione dei primi città native di Quito.

“Questo cactus è una pianta dinosauro, è una pianta preistorica. La linfa di agave è stata per migliaia di anni un alimento e una bevanda selvatica per gli abitanti delle Ande; La stessa cosa accade in Messico, dove hanno una cultura ancestrale dell’agave molto forte , con la differenza che quello che lì si chiama pulque, in Ecuador lo chiamiamo miske”, spiega Diego Mora, proprietario e mishquero di Casa Agave. Denigrata per essere l'acqua degli indios o l'acqua dei poveri, la sua importanza all'interno della cultura ecuadoriana cominciò a perdersi. A poco a poco il mestiere del mishquero , della persona che possiede tutte le conoscenze necessarie per l'estrazione del chaguarmishqui, cominciò ad essere lasciato da parte finché Don Virgilio Collahuazo rimase l'ultimo mishquero dell'Ecuador. Diego Mora ha imparato tutto da lui quando 22 anni fa è arrivato nelle valli di Quito per recuperare e valorizzare questo patrimonio ancestrale andino. È così che è nato Casa Agave, un progetto che non si concentra solo sul salvataggio di questa tradizione culturale e gastronomica ecuadoriana nelle mani di nove comunità, ma lavora anche per recuperare una pianta molto speciale proveniente dall'America e tipica della zona.

 Oltre a vendere chaguarmishqui , Casa Agave produce anche miske, il suo distillato, l'unica bevanda ecuadoriana con Denominazione di Origine Ecuador. Qui i 3.000 litri di linfa di agave che raccolgono ogni mese vengono trasformati in 250 bottiglie di miske, una bevanda che è stata premiata nel 2021 e nel 2022 con un totale di tre medaglie d'oro, una d'argento e una di bronzo al World Spirits. Questi premi sono solo un esempio del lavoro che sta dietro questo progetto sociale che valorizza uno dei patrimoni più antichi delle valli interandine equatoriali, la cultura dell'agave. Ma questa non è l'unica cosa che fanno a Casa Agave, visto che il loro progetto prevede anche un piano di riforestazione con diversi tipi di agave da più di 20 anni e coinvolge tutti coloro che passano davanti alla loro distilleria invitandoli a piantare una piccola agave nella loro distilleria. vivaio per coinvolgerli nel recupero di una pianta ancestrale e di una bevanda tipica di mezzo mondo.

In.Mi.Qu.Oil., al via il secondo Corso di Formazione

 Gianna Bozzali

“Tecniche colturali dell’oliveto: potatura, difesa fitosanitaria, gestione del suolo”



Al via le iscrizioni al secondo corso di formazione del progetto In.Mi.Qu.Oil nell’ambito del PSR Sicilia 2014-2020. Il corso, previsto per martedì 28 novembre, è destinato ad agronomi e operatori del settore olivicolo.

Aperte le iscrizioni al secondo corso di formazione sulle tecniche colturali dell’oliveto nell’ambito del progetto In.Mi.Qu.Oil. Il corso si terrà il prossimo 28 novembre presso l’azienda Busulmona a Noto.

In.Mi.Qu.Oil è un innovativo sistema finalizzato al miglioramento della qualità della filiera olivicola nell’ambito del PSR Sicilia 2014-2020 (Sottomisura 16.2 “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”). Esso si pone quale obiettivo quello di mettere a punto una metodologia scientifica standardizzata per lo svolgimento di tutte le attività volte al miglioramento della qualità del prodotto, sia in campo che in frantoio, dando così un significativo contributo alle criticità della filiera olivicola.



Capire come muoversi in campo, come una corretta gestione della chioma può influenzare la qualità dell’olio e conoscere le nuove strategie di difesa ecocompatibili sono solo alcuni degli argomenti che verranno trattati nel corso della giornata formativa che vedrà anche una visita in campo una dimostrazione pratica.

Di seguito il programma dettagliato:

MATTINA

Ore 9.00 - Apertura del corso e registrazione dei partecipanti

Ore 9.30 - La gestione della chioma in olivicoltura per il miglioramento produttivo e la riduzione dell’alternanza di produzione” a cura di Filippo Ferlito, primo ricercatore del CREA, Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura, Agrumicoltura

Ore 10.15 - Coffe break

Ore 10.35 - Visita in campo e dimostrazione pratica: la gestione della chioma e la potatura

Ore 12.30 – pausa pranzo

POMERIGGIO

Ore 14.00 - Avversità dell’olivo e strategie ecocompatibili di difesa fitosanitaria” a cura di Veronica Vizzari, ricercatore del CREA, Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura, Agrumicoltura

Ore 14.45 – “Gestione dell’oliveto: il suolo, il microbiota e le sue interazioni con la pianta”, a cura di Innocenzo Muzzalupo, dirigente CREA, Centro di Ricerca Foreste e Legno

Ore 15.30 - “I monitoraggi dell’oliveto attraverso la piattaforma Agricolus” a cura di Rodolfo Occhipinti, Sata s.r.l.

Ore 16.15 Dibattito

Il corso è rivolto solo ad un massimo di 30 iscritti. Ulteriori richieste di ammissione al corso di formazione saranno messe in lista di attesa. Ai partecipanti Dottori Agronomi e Dottori Forestali saranno riconosciuti 0,875 CFP.


L’iscrizione può avvenire dal 17 al 24 novembre sul sito www.inmiquoil.it









domenica 19 novembre 2023

FISAR sceglie Trapani per puntare sulla valorizzazione enologica e gastronomica del territorio.

 Marianna La Barbera

 

Dopo Catania e Palermo, la FISAR sceglie Trapani per puntare sulla valorizzazione enologica e gastronomica del territorio.
Francesco Cangemi delegato per la provincia

 

 

Qualificare la figura e la professione del sommelier, valorizzando la cultura del vino, della gastronomia e dei prodotti alimentari tradizionali e tipici.

Con queste finalità nasce a Trapani la FISAR, Federazione Italiana Sommelier, Albergatori e Ristoratori.

L’organizzazione senza fini di lucro fondata ad Asciano in Toscana nel 1972, ha affidato al sommelier e manager del turismo Francesco Cangemi il ruolo di delegato per tutta la provincia di Trapani.

Nel territorio sono in programma diverse attività quali incontri nelle cantine, corsi di formazione, serate dedicate alle degustazioni e masterlclasses.

Già presente in Sicilia nelle città di Catania e Palermo, la FISAR ha scelto di puntare su Trapani perché ritenuta destinazione a grande vocazione enogastronomica, ricca di storia enologica e oggi meta sempre più frequente di turisti provenienti da ogni parte del mondo.

“Entriamo in punta di piedi in un territorio importante – spiega Francesco Cangemi, proveniente dal CTS, il Centro Italiano di Studi Superiori del Turismo – consapevoli di avere una grande responsabilità verso chi, da generazioni, si impegna a portare avanti le tradizioni enologiche riconosciute in tutto il mondo”.

“Siamo pronti – aggiunge – a dare supporto con le nostre attività, sia di carattere formativo che conviviale”.

“Allo stesso modo – precisa – vogliamo supportare tutti coloro che si trovano dall’altra parte della filiera, quella del consumo, nella comunicazione dei nostri prodotti e nella loro degustazione, al fine di cercare di uniformarne il linguaggio, creando un’identità ben definita per ognuno dei nostri vini”.

La nuova realtà offrirà, tra l’altro, opportunità di didattica e confronto attraverso eventi volti alla conoscenza della viticultura, extraregionale e internazionale.

Una programmazione che si preannuncia intensa e che prenderà il via il prossimo 30 novembre, con un evento dedicato al vino.

L’importante appuntamento si terrà nei locali di “SeiGradi Steakhouse Hamburgeria” in via Abate Palmerio 10 a Trapani e avrà quale ospite d’eccezione Lungarotti, storica cantina simbolo dell’eccellenza enologica umbra che ha scritto la storia del vino, in Italia e nel mondo.

Un’attività imprenditoriale di grande successo portata avanti da generazioni diverse, che si fonda, da sempre, sulla viticoltura di qualità e sulla capacità di costruire attorno al vino un circuito virtuoso incentrato sull’eccellenza dell’ospitalità, sulla valorizzazione del patrimonio storico e culturale e sulle esperienze autentiche a contatto con la natura.

Nello specifico, la cantina produce in tutto ventinove etichette: tra esse, figurano il Rubesco Riserva Vigna Monticchio – che, proprio in occasione della cena del 30 novembre sarà in degustazione – e Torgiano Rosso Riserva DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita, Sangiovese in purezza che, con l’annata 2016, ha conquistato il titolo di migliore rosso italiano, ex aequo con il Bolgheri Sassicaia del 2017.

L’evento vedrà gli interventi di Francesco Cangemi, di Antonio Carlisi e Andrea  Posani, rispettivamente marketing manager Lungarotti ed esponente della FISAR trapanese.

In itinere, ci sono diverse attività ed eventi fortemente esclusivi.

Per restare aggiornati sulle attività e ricevere le relative informazioni, è possibile inviare un messaggio whatsapp al numero 347. 1392550  con la richiesta di iscrizione al gruppo FISAR Trapani.

Per essere informati in merito alle iniziative, è inoltre possibile seguire i social @fisartrapani sia su Instagram che su Facebook.

Per associarsi, invece, occorre contattare direttamente il delegato inviando una mail a trapani@fisar.com oppure utilizzando il numero 347.1392550.

 


Seminare la biodiversità

 

Puoi ricevere a casa semi antichi di fagioli 

da coltivare in casa (gratis): ecco come

Dal 27 novembre al 29 febbraio sarà possibile registrarsi al programma Increase della FAO per ricevere a casa semi antichi di fagioli da coltivare.
Un percorso di scienza dei cittadini dove seminare la biodiversità sul proprio balcone, utilizzare colture che migliorano il terreno, scambiare semi di legumi con altri cittadini genera una rete verde che aiuta a cambiare le abitudini


            Ogni anno l’esperimento di Scienza dei Cittadini di INCREASE viene portato avanti in tutta Europa. Basta registrarsi attraverso l’app INCREASE CSA (scaricabile gratuitamente da tutti gli store), dal 27 novembre, per ricevere i semi di diverse varietà di fagiolo da coltivare ovunque e poi condividere i risultati con gli scienziati che seguono il programma che coinvolge 25 partner europei ed è coordinato da Roberto Papa, Professore Ordinario di Genetica Agraria presso l’Università Politecnica delle Marche (Ancona).
Ad oggi il sistema internazionale delle banche del germoplasma preserva più di 7 milioni di varietà di specie di interesse agricolo e lo scopo di INCREASE è quello di migliorare questo sistema, ma anche di testare e sviluppare un nuovo sistema decentralizzato di conservazione delle risorse genetiche vegetali da affiancare a quello delle banche del germoplasma.

Citizen Science 

Da qui la scelta di un percorso di scienza dei cittadini dove seminare la biodiversità sul proprio balcone, utilizzare colture che migliorano il terreno, scambiare semi di legumi con altri cittadini genera una rete verde che aiuta a cambiare le abitudini. L’obiettivo è quello di rendere sostenibile il futuro delle prossime generazioni e permettere anche ai paesi meno fortunati di poter garantire le proteine necessarie in una alimentazione equilibrata: INCREASE è questo e molto di più perché genera maggiore consapevolezza in chi decide di lanciarsi in questa avventura sull’importanza della biodiversità.

Si tratta di un progetto europeo entrato nel quarto anno, aperto a tutti coloro che vogliono dedicare uma piccola ma significativa parte del próprio tempo alla coltivazione nello spazio grande o piccolo che hanno a disposizione e, per i più appassionati, diventare anche “Cittadini-scienziati”: basta scaricare una app e iscriversi entro il 29 febbraio 2024, ricevendo a casa i semi di cinque diverse varietà locali e tradizionali di fagiolo, (chiamate anche varietà antiche) insieme ad una varietà italiana molto precoce che viene usata da tutti i cittadini come “controllo”. INCREASE invita a piantarle in un orto o un campo, un giardino o anche in un balcone, seguendo la crescita con cura e condividendone le fasi con gli altri cittadini-scienziati.

«Il nostro pianeta o, per meglio dire, la specie umana sta attraversando due gravi crisi, quella climatica e quella della natura e della biodiversità. Due crisi strettamente interconnesse tanto che, come sostengono, rivolgendo un appello all’OMS e alle autorità politiche planetarie, più di 200, fra le più importanti riviste mediche (es. The Lancet), è ora di trattarle come un’unica emergenza sanitaria globale, indivisibile dalle altre – afferma il Roberto Papa (Professore Ordinario di Genetica Agraria presso l’UNIVPM)-. All’interno di questa crisi globale si inserisce la drastica riduzione, a livello planetario, dell’agro-biodiversità legata alla perdita della complessità degli agroecosistemi e del paesaggio agrario e alla riduzione delle specie e delle varietà coltivate».

Un elemento chiave per affrontare questa crisi, secondo il prof. Papa, è quello di conservare e utilizzare la diversità delle varietà e delle specie coltivate «aumentando la diversità e la complessità degli agroecosistemi, valorizzando e promuovendo l’adozione di buone pratiche agronomiche come, ad esempio, ma non solo, la rotazione e la consociazione». In questo senso «le leguminose alimentari hanno un ruolo cruciale, in quanto, grazie alla simbiosi con dei batteri del terreno fissano l’azoto atmosferico, migliorano la fertilità dei terreni limitando l’uso dei concimi di sintesi che vengono prodotti con un costo energetico notevole.».

Il Citizen Science Experiment (CSE, Esperimento di Scienza dei Cittadini) è inserito nel progetto europeo INCREASE, coordinato da Roberto Papa, che negli anni scorsi ha registrato la partecipazione di oltre 16.000 cittadini in tutta Europa.

Scaricando la App Increase CSA si possono condividere gli sviluppi della crescita delle piante di fagiolo, con foto e appunti, insieme ai ricercatori impegnati nel progetto INCREASE.

 

giovedì 16 novembre 2023

Rete regionale Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in agricoltura. Come aderire

NinoSutera

 Istituita  con DDG la Rete Regionale Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura. Il Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura è un insieme di organizzazioni e/o persone, compresi i collegamenti e le interazioni fra loro, che operano nella generazione, trasformazione, trasmissione, archiviazione, recupero, integrazione, diffusione e utilizzo di conoscenze e informazioni, con l’obiettivo di lavorare in modo sinergico per supportare il processo decisionale, la risoluzione dei problemi e l’innovazione in agricoltura.

Cos’è la Rete Regionale del Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione

La rete è lo strumento finalizzato alla “concertazione tecnica”, il punto di incontro e di scambio fra le esigenze dell’intero sistema (tecnico, scientifico ed economico) di un determinato settore e gli attori della ricerca scientifica e dello sviluppo rurale con l’obiettivo di: recepire le esigenze del settore, condividere, indirizzare e predisporre nuove attività di ricerca e innovazione, formazione e aggiornamento tecnico, nonché della divulgazione; elaborare strategie finalizzate al miglioramento della competitività e allo sviluppo rurale. Fondamentale è l’incontro con le imprese (focus, forum, tavolo specifico) al quale è essenziale che partecipino non solo le rappresentanze, ma anche i singoli imprenditori: dall’incontro devono emergere le priorità di intervento percepite dalla base produttiva in termini di ricerca, innovazione e sviluppo rurale. (tratto da Linee guida Innovazione e ricerca per l’agricoltura e lo sviluppo rurale L’ECONOMIA DELLA CONOSCENZA (EC) Competitività, Reddito e Occupazione- Dario Cartabellotta Luglio 2008)

Gli  obiettivi

Promuovere la relazione fra le componenti del sistema della conoscenza e fra queste e gli utenti

Diffondere innovazioni e sostenerne l’adozione presso le imprese.

Far emergere i bisogni delle imprese.

Sostenere gli obiettivi di politica: competitività, sostenibilità, qualità delle produzioni, inclusione sociale.

Promuovere la crescita del capitale umano in agricoltura anche mediante tecnologie di comunicazione più moderne.

Sostenere le tre componenti fondamentali dell’AKIS: ricerca, formazione, consulenza.

Promuovere la formazione degli operatori dell’AKIS.

Incentivare le relazioni del sistema con la Società civile e le sue istanze.

Chi può aderire

Enti strumentali della Regione in materia agricola e agroalimentare.

Enti e Istituzioni che operano nella generazione, trasformazione, trasmissione, archiviazione, recupero, integrazione, diffusione e utilizzo di conoscenze e informazioni, innovazione e ricerca.

Le rappresentanze agricole e agroindustriali, le unioni, le associazioni, la cooperazione agricola, gli ordini e i collegi professionali.

I Gruppi di Azione Locale (Gal).

I Gruppi operativi (Go).

Decreto e modalità di adesione

Elaiogastronomia, la nuova frontiera degli oli EVO

NinoSutera 

L’elaiogastronomia si sta affacciando al mercato della ristorazione offrendo un nuovo segmento di consumo e favorendo la nascita di professionalità nuove. L’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana ha realizzato nel corso degli anni diverse iniziative informative, divulgative e formative, per il conseguimento deldiploma di Idoneità fisiologica, indispensabile per iscrizione nell’elenco nazionale di tecnici ed esperti degli oli di oliva vergini ed extravergini. Il piatto è un progetto e i diversi ingredienti, che sono gli elementi strutturali, sapientemente dosati e magistralmente combinati, devono determinare quell’armonia di forme, colori profumi e sapori in grado di stupire il commensale conducendolo in un istantaneo viaggio emozionale che parte dai ricordi evocati dall’olfatto e proietta nel futuro di sapori mai provati prima.

Ricordati, caro amico, che fra trent’anni l’olio di oliva della nostra terra, dei nostri contadini, sarà più importante del vino al mondo! Solo la nostra terra possiede almeno ottocento tipologie di ulivo sparse dal nord al sud, le altre nazioni europee arrivano al massimo a dieci o venti. Immàginati allora se lo chef fosse un pittore: avrebbe centinaia e centinaia di colori a disposizione per realizzare un grande quadro.

Luigi Veronelli


La tavola è piacere. Mangiare è una necessità. Probabilmente è l’istinto di conservazione insito in ogni uomo a generare l’insieme di risposte-reazioni a livello neurofisiologico che mettono in atto comportamenti finalizzati a salvaguardare la sopravvivenza attraverso l’assunzione di cibo. E poiché mangiare è un “atto psicofisico” che coinvolge simultaneamente i sensi, i recettori periferici e la corteccia cerebrale, e la sfera psicologica dei ricordi e dei desideri, l’avventura enogastronomica assumerà tanto più valore quanto maggiormente sarà in grado di generare un’esperienza sinestetica, cioè una dimensione sensoriale/percettiva determinata da una “contaminazione” dei sensi.

Uno degli ingredienti con il potere di trasformare il consumo di una pietanza in una esperienza capace, attraverso i sensi, di generare emozioni è proprio l’olio extra vergine di oliva di alta qualità, emblema della dieta mediterranea e “profumo alimentare” capace di generare un nuovo approccio al turismo gastronomico. L’Italia è famosa nel mondo per la ricchezza gastronomica, e il turismo basato sull’esplorazione della cultura del cibo può fregiarsi, di diverse cultivar di olivo che possono generare, a seconda dei territori, delle pratiche agronomiche, dell’epoca di raccolta e delle tecnologie di trasformazione, una gamma pressoché infinita di aromi e sapori idonei  a soddisfare i palati più esigenti, assecondando o accentuando un determinato gusto, o creando la giusta contrapposizione di sapori, quando si desidera bilanciarne uno troppo intenso.

L’elaiogastronomia, in sostanza, rappresenta la possibilità di degustare un piatto, o un intero menù, capovolgendo il semplice paradigma dell’olio abbinato alla pietanza e creando ricette “elaiocentriche” che da un lato siano in grado di offrire combinazioni autentiche e identitarie di un territorio (molte ricette hanno alle spalle tradizioni centenarie e dovrebbero essere condite esclusivamente con olio da cultivar tipiche del territorio), dall’altro che rappresentino una palestra di gusto e cultura capace non solo di offrire al protagonista del convivio la soddisfazione dei sensi, ma anche di creare, attraverso l’intrattenimento, una cultura di prodotto e una corrispondente catena di valore nella filiera olivicolo-olearia.

lunedì 13 novembre 2023

1^ edizione New Green Expo

Gianna Bozzali 

 

Tutto pronto a Vittoria per il primo Salone della Serricoltura Mediterranea. Giovedì 16 novembre la conferenza stampa di presentazione della tre giorni ospitata al Polo Fieristico Emaia.

 

      

 - Sarà presentata in conferenza stampa giovedì 16 novembre, alle ore 10.30, la 1^ edizione di New Green Expo, in programma al Polo Fieristico di Vittoria dal 22 al 24 novembre 2023.



Nella sala conferenze di Nuova Emaia Città saranno illustrati tutti i dettagli dell’evento volto a promuovere la serricoltura e l’agroalimentare, cuore pulsante della fascia trasformata. New Green Expo punta a diventare un momento di incontro tra aziende, consorzi di tutela, associazioni di categoria e organi istituzionali, per rendere le tre giornate dinamiche, formative e allo stesso tempo un’occasione unica per creare network di settore. Oltre all’attività espositiva, si terranno convegni e tavole rotonde incentrati su tematiche quali:

 - Innovazione e digitalizzazione

- Strategie di crescita e sviluppo del settore

- Sostenibilità ambientale ed economica

- Modelli di distribuzione e nuovi trend di mercato.

Le aziende avranno l’occasione di ampliare il proprio network, incontrare buyers e stakeholders, sia italiani che esteri.

Previsti anche dei cooking-demo nel corso della tre giorni, in cui protagonisti saranno i prodotti di punta del territorio e gli chef selezionati come ambasciatori della cucina e dei prodotti locali. Infine, è prevista una mostra pomologica dedicata alle produzioni maggiormente rappresentative nel settore agroalimentare del territorio.

Tutti i dettagli, comunque, saranno resi noti in conferenza stampa, giovedì 16 novembre, alle ore 10.30.  Saranno presenti il sindaco di Vittoria Francesco Aiello, l’Amministratore Unico di Vittoria Mercati Carmelo Diquattro, il Delegato dal sindaco per agricoltura e mercato Alessandro Speranza ed il General Manager di FoodInnova Rosario Sallemi.

 

 

 


venerdì 10 novembre 2023

WORKSHOP/Governare gli incendi, superare l’emergenza, pianificare la prevenzione -

 l Dipartimento SAAF (Università di Palermo) e la Società italiana di Selvicoltura ed ecologia Forestale (SISEF) hanno organizzato il workshop di interesse nazionale “Governare gli incendi, superare l’emergenza, pianificare la prevenzione” per stimolare il dibattito sul fenomeno degli incendi che ha assunto in Italia, e specialmente nelle regioni meridionali, enormi proporzioni.

Il workshop si svolgerà a Palermo il 14 novembre 2023 presso l’Aula Magna “G.P. Ballatore” del Dipartimento SAAF.

Il workshop, organizzato anche con il supporto scientifico del Gruppo di Lavoro "Gestione degli incendi boschivi” della SISEF, avrà una rilevanza scientifica, socio-politica, economica e culturale poiché è previsto il coinvolgimento di Università ed Enti di Ricerca, oltre ad Istituzioni nazionali e regionali con competenze specifiche riguardo i temi della prevenzione e lotta agli incendi, nonché associazioni ambientaliste, culturali e di categorie produttive del settore agro-forestale.

Il workshop sarà strutturato in sessioni tematiche in cui interventi programmati di esperti si alterneranno a tavole rotonde che coinvolgeranno i diversi portatori di interesse. Le principali tematiche che saranno affrontate riguarderanno:

  • il problema degli incendi in Europa, in Italia ed in Sicilia;
  • la pianificazione delle attività di prevenzione;
  • le buone pratiche di governance per gli incendi forestali, in un contesto socio-economico e climatico in forte e rapida evoluzione.

giovedì 9 novembre 2023

Webinar Salumi Liberi.

 

 La riduzione dei conservanti nei prodotti di salumeria

AgenForm in collaborazione con il Laboratorio Chimico della Camera di Commercio di Torino e gli altri partner organizza un webinar dedicato ai “Salumi liberi”.
Qualità e sicurezza degli alimenti sono due parametri correlati e imprescindibili, che rivestono particolare importanza nel caso dei prodotti alimentari fermentati e/o processati. In questo contesto, la carne ed i prodotti di salumeria sono spesso additati come sospetti cancerogeni, ma va anche evidenziato come i prodotti di salumeria, insieme ad altri prodotti di origine animale, rappresentano un comparto fondamentale per la Regione Piemonte.
Da queste premesse, è stato avviato il progetto denominato “Salumi liberi” con l'obiettivo di arrivare ad una limitazione controllata dell’utilizzo dei nitrati e dei nitriti nei prodotti di salumeria, di valutare dove e se possibile una completa eliminazione degli stessi nel rispetto dei criteri di igiene e sicurezza alimentare e, proprio perché la produzione di salumeria stagionata ricerca stabilità microbiologica e sicurezza sanitaria, gli studi condotti hanno perseguito un approccio prudente, per arrivare a conclusioni scientificamente provate.
Con l’evento i vari soggetti coinvolti nel progetto illustreranno i risultati raggiunti del progetto “Salumi liberi”, finanziato dalla Regione Piemonte nel contesto del Bando 2018 - PSR 2014 - 2020 - Sostegno alla gestione dei GO e attuazione dei progetti (16.1.1, Azione 2) - AGRICOLTURA E AREE RURALI.
DESTINATARI: Veterinari, biologi, chimici, tecnologi alimentari, tecnici di laboratorio biomedici operanti nel settore pubblico e/o privato

PROGRAMMA

iscrizione al webinar



mercoledì 8 novembre 2023

Golosaria 2023

 

Golosaria 2023 rappresenta una tappa fondamentale in prospettiva di Sicilia, Regione Enogastronomica d’Europa 2025

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