lunedì 9 ottobre 2023

I MESTIERI DI MIRKO

 

 

Gianna Bozzali

I MESTIERI DI MIRKO

 

Una Produzione Rai Contenuti Digitali e Transmediali

 

Le eccellenze della tradizione artigianale siciliana

riscoperte da Mirko Matteucci

 

In esclusiva dal 16 ottobre su RaiPlay

 

 


 

Un viaggio nella terra del sole e del mare alla scoperta delle sue tradizioni artigianali. Dopo il successo delle precedenti edizioni, in esclusiva su RaiPlay dal 16 ottobre, torna “I mestieri di Mirko”, una produzione Rai Contenuti Digitali e Transmediali, con dieci nuovi episodi rilasciati ogni lunedì e interamente dedicati alla Sicilia. Mirko Matteucci l’attraverserà per lungo e per largo, per raccontare l’evoluzione dei lavori antichi che mantengono un legame indissolubile con il territorio e che vengono tenuti in vita dai tanti giovani che - con il giusto rinnovamento - rendono i “mestieri” italiani unici al mondo. Matteucci, accompagnerà il pubblico in questo viaggio con ironia e semplicità, ricoprendo al tempo stesso, il ruolo di cronista e quello di apprendista. E attraverso le sue vicissitudini, metterà in risalto l’abilità dei vari artigiani, rivolgendo una particolare attenzione ai giovani e all’imprenditoria femminile.

In Sicilia, il conduttore scoprirà i colori e il calore della “Vucciria”  di Palermo con la sua Street Food, l’arte incantatrice dell’opera dei pupi, la solennità delle saline, il fascino maestoso dell’Etna con le sue coltivazioni Dop, i viaggi mistici dei carretti siciliani, i suoni arcaici dei tamburi fatti a mano. Un occhio anche alle eccellenze culinarie locali: i cannoli, la cassata e la frutta martorana (ormai brand mondiali)i gamberi di Mazara del Vallo e i vini italiani IGP.

“I mestieri di Mirko” è un programma di Mariano D’Angelo, condotto da Mirko Matteucci per la regia di Paolo Tommasini. 

 

 

 

venerdì 6 ottobre 2023

Global Library of Trees and Flowers - FAO Park

NinoSutera 

 

Attraverso l’iniziativa “Città Verdi”, la FAO collabora con i Comuni per incrementare gli spazi verdi, migliorare i collegamenti con le aree rurali e condividere le migliori pratiche per contrastare il cambiamento climatico. A Roma, all’interno del parco di Villa Doria Pamphilj, sta prendendo forma una nuova ed entusiasmante iniziativa che prevede idee innovative per le pratiche sostenibili.


La FAO, in collaborazione con Roma Capitale e grazie al supporto della Sovrintendenza Capitolina, di Coldiretti/Assoflora, del Festival del Verde e del Paesaggio e dello Studio OSA, sta creando la Global Library of Trees and Flowers - FAO Park.    

https://www.fao.org/fao-italy/projects/park/launch-of-fao-park--global-library-of-trees-and--flowers/it


La vasta superficie del parco   oggi vanta cento nuovi alberi e numerose specie vegetali, che rappresentano 7 diverse aree geografiche del mondo: nei prossimi mesi è prevista la piantumazione di 90 specie di alberi e piante. Il gesto simbolico di piantare alberi nell’ambito di questa iniziativa incarna l’unità globale e l’azione collettiva necessarie per promuovere un mondo più sostenibile e sicuro dal punto di vista alimentare: serve a ricordare in modo efficace che solo unendo le forze possiamo far fronte alle pressanti sfide globali che viviamo. Nei prossimi mesi il FAO Park continuerà a creare progetti e punterà a coinvolgere studenti e pubblico in generale per imparare dalla natura a coltivare una maggiore consapevolezza della biodiversità del nostro pianeta, sviluppando così un più profondo rispetto per il ruolo cruciale che alberi e piante svolgono nel sostenere la vita.   Il Parco di Villa Doria Pamphilj è un’oasi urbana di ben 184 ettari ed è il più grande della città: vanta una delle residenze storiche meglio conservate di Roma, dove storia, arte e sostenibilità sono interconnesse. Nel corso dei secoli ha conservato il suo fascino seicentesco e gli elementi che hanno caratterizzato il ‘700 e l’800, garantendo ai visitatori un piacevole viaggio nel tempo. 

Avventurati tra le 7 aree continentali: Africa, Asia, Europa, America Latina, Caraibi, Vicino Oriente, Nord America e Stati del Pacifico, che ospitano numerose varietà di specie arboree e vegetali. 

Organizza la tua visita al parco: è facilmente raggiungibile da Via Leone XIII, all’altezza di Largo Martin Luther King, in auto e con gli autobus 180F, 31, 791, 982 ed H. 

martedì 3 ottobre 2023

Solenopsis invicta (invincibile)

                                                                                                               

           Una  ricerca svolta dalle Università di Parma e Catania  in collaborazione con l’Istituto di Biologia di Barcellona, ha preso in esame la specie aliena Solenopsis invicta, conosciuta come formica di fuoco o formica guerriera, e inserita nella lista delle 100 specie più invasive del mondo dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Attraverso la costruzione dei propri formicai, danneggia le radici delle piante, mettendo a repentaglio intere coltivazioni.

Il parassita ha raggiunto la Sicilia, in particolare l’areale di Siracusa, molto probabilmente a causa della vicinanza di uno dei principali porti mercantili dell'isola, il porto di Augusta .



Solenopsis invicta è un imenottero appartenente alla famiglia delle Formicidae – comunemente conosciute come formiche – nativo del Sudamerica. Il corpo delle operaie di Solenopsis invicta ha dimensioni molto modeste, dai 2 ai 4 millimetri di lunghezza, e colore bruno-rossarsto. Nonostante la piccola mole e l’aspetto apparentemente anonimo, possiedono all’estremità dell’addome un pungiglione in grado di infliggere punture molto dolorose e brucianti. La sensazione sarebbe quella di un’inverosimile fiamma sottopelle: da qui l’appellativo con cui sono famose in tutto il mondo.

La massiccia presenza di Solenopsis invicta negli ecosistemi colonizzati è spesso associata a un impoverimento della biodiversità e delle interazioni tra le diverse specie e tra gli individui, per via del comportamento predatorio non selettivo di questa formica. Questa specie, però, arreca diversi danni alle colture fagocitando parti di piante come semi, frutti, radici o steli. Provoca danni zootecnici attraverso punture agli animali da allevamento e stabilisce relazioni mutualistiche con afidi e cocciniglie, nutrendosi delle sostanze zuccherine ottenute che questi secernono sotto forma di essudato a spese di piante di rilevanza economica. La loro presenza può inoltre danneggiare le reti elettriche e di telecomunicazioni.

 I Paesi nei quali si è diffusa nel corso dell'ultimo secolo, sono: Messico, Stati Uniti, Cina, Taiwan, Australia e Caraibi dove causa enormi danni.




 Lo studio ha segnalato la presenza anche nella provincia di Siracusa, e osservato che il rilevamento precoce nella regione Sicilia sono fondamentali per gestire con successo questa nuova minaccia. Utilizzando analisi genetiche per valutare la sua presunta origine, nonché il tracciamento del vento e la modellazione della distribuzione delle specie per prevederne la potenziale distribuzione nel continente, hanno mostrato che metà delle aree urbane in Europa sono già idonee e che il riscaldamento climatico previsto secondo le tendenze attuali favorirà l’espansione di questa formica invasiva.

 In Europa ci sono state almeno tre intercettazioni documentate di S. invicta , in Spagna, Finlandia e Paesi Bassi e in Sicilia

Lo studio ha  documentato 88 nidi che si estendono su circa 4,7 ettari durante l'inverno 2022/2023 in Sicilia (Italia), vicino alla città di Siracusa.   L'area invasa, confinante con l'estuario di un fiume, rientra in un sito protetto regionale più ampio. La gente del posto   ha denunciato di frequenti punture di formiche nell'area almeno dal 2019, suggerendo una presenza prolungata di S. invicta che è coerente con la vasta area invasa e l'elevato numero di nidi maturi   Non è chiaro come la specie abbia raggiunto questo sito, ma negli ultimi anni non sembrano essere stati realizzati grandi progetti paesaggistici o di piantumazione ed è altamente improbabile che rappresenti il ​​primo punto di arrivo e l'unico luogo nell'area. La vicinanza di uno dei principali porti mercantili dell'isola, il porto di Augusta  potrebbe essere rilevante per la sua introduzione.

Gli sforzi di monitoraggio dovrebbero essere estesi su una scala geografica più ampia, data la capacità di dispersione delle specie e la presunta esistenza di un primo sito di introduzione sconosciuto. La definizione di efficaci strategie di rilevamento delle specie di formiche aliene appare particolarmente importante considerando il loro numero crescente su scala europea e globale.

https://www.youtube.com/watch?v=N17Vr-PYfTE

 

                      Il sostegno per questa ricerca è stato fornito dalla Fondazione “la Caixa”  , da una borsa di studio Beatriu de Pinós, finanziata dal governo catalano e dal programma UE COFUND, e dalla Secretaria d'Universitats i Recerca, Departament de Recerca i Universitats, Generalitat de Catalunya,  con una borsa di studio per il programma pre-dottorato Joan Oró e il Fondo sociale europeo Plus.
 



SISTEMI INNOVATIVI PER LO SVILUPPO DELLA FILIERA DEL “CARRUBO"

 

                                                                                                       D.ssa Agronomo Maria Scollo

                                                                                          Dr. Agronomo Giorgio Gurrieri


 

Proseguono le attività realizzate dal GO denominato “CARRUBO” (acronimo IN-SYDE-CAR) nell’ambito del progetto denominato “SISTEMI INNOVATIVI PER LO SVILUPPO DELLA FILIERA DEL “CARRUBO”, finanziato ai sensi della sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014/2020 – bando 2020.

Sono 14 i partner che hanno aderito al progetto finalizzato a valorizzare la coltivazione del carrubo, agendo su tutte le fasi della filiera: dal campo, alla trasformazione del prodotto, al reimpiego di scarti e residui. Capofila del progetto è l’azienda di trasformazione “S.C.F. Srl” e ad essa si sono unite le aziende agricole “Scrofani Adele”, “Fratantonio Enzo”, “Fratantonio Giorgio”, “Fratantonio Salvatore”, “Maltese Giovanni”, “Az. Agr. Licitra Manuele e Giancarlo S.S.”, “Cicero Santalena Santo”, “Tenuta Chiaramonte Società Agricola Srl”, “Iacono Nunziatina”, nonché il “Consorzio Az. Agricole Fratantonio”. Aderiscono, inoltre, al partenariato il “CREA” quale responsabile scientifico del progetto e detentore delle innovazioni proposte, la “Pro.se.a. Srl”, società di consulenza che svolge la funzione di Innovation broker e “SIALAB Srl”, laboratorio di analisi.



Il progetto prevede interventi in grado di apportare innovazioni in una filiera dalle molteplici potenzialità, oggi poco sfruttate, attraverso:

-          la messa a punto di adeguati piani coltivazione per migliorare le rese e la produttività;

-          il miglioramento delle tecniche di trasformazione dei frutti per ottenere una farina rispondente alle richieste dell’industria alimentare;

-          l’individuazione di adeguate forme di utilizzo della farina nella preparazione di alimenti.

Gli obiettivi sono quelli di ridestare interesse per il carrubo ed i suoi prodotti, auspicando che il miglioramento della qualità delle farine e il loro utilizzo nella produzione di alimenti, soprattutto gluten free, determini una maggiore richiesta di carrube e la creazione di un indotto virtuoso per il territorio.

I vantaggi interessano:

-          gli agricoltori, per effetto di un incremento della redditività della coltura;

-          i trasformatori, poiché aumenteranno e miglioreranno i loro processi produttivi;

-          le imprese agroalimentari che avranno la possibilità di diversificare la gamma dei loro prodotti;

-          i consumatori finali che potranno disporre di alimenti ad alto valore nutritivo, nutraceutico e gluten free;

-          il territorio e l’ambiente perché questa pianta permette di valorizzare le aree marginali mediterranee, contrastando i crescenti rischi di desertificazione.

In occasione del convegno del 23 giugno 2023, tenutosi a Ragusa nella location di “Villa Criscione”, sono stati divulgati i primi interessanti risultati ottenuti.

In questa sede alcuni dei partner coinvolti hanno illustrato le innovazioni introdotte e sono stati esposti i risultati preliminari delle prove effettuate.

Ad oggi sono stati messi a punto i protocolli agronomici che prevedono un impiego più razionale delle tecniche di coltivazione e sono stati installati sistemi di rilevamento dei dati climatici e di umidità (SSD).

Inoltre, sono stati effettuati campionamenti presso le aziende partner finalizzati a tracciare, individuare e definire le cultivar del territorio attraverso l’applicazione di un sistema di caratterizzazione su base molecolare (barcoding). Ogni campione prelevato è stato inizialmente codificato univocamente con le relative coordinate geografiche, successivamente sono stati sottoposti a una accurata caratterizzazione integrata, morfologica e genetica, allo scopo di determinare le diverse varietà di carrubo presenti nel territorio.

I dati rilevati, tutt’ora in corso di elaborazione, hanno dimostrato un’alta similarità genetica sulla base di otto profili molecolari di accessioni prelevati nel ragusano.

Al fine di valorizzare i residui di potatura dei carrubi, presso il partner “Consorzio Az. Agricole Fratantonio”, è stata collocata una pellettatrice e un biotrituratore per la produzione di pellet dai residui di potatura, trasformando quello che costituisce un costo per le aziende in una risorsa.



Presso lo stabilimento del capofila SCF srl sono in corso di realizzazione delle prove di trasformazione finalizzate all’ottenimento di farine di carrube secondo i protocolli messi a punto dal tecnologo alimentare Dott. Luigi Gurrieri e sono state effettuate delle  prove di utilizzo delle farine in prodotti alimentari. Ad oggi le prove hanno riguardato la realizzazione di creme dolci spalmabili, confetture a base di carrube, granite di carrube, ecc.. Pur trattandosi ancora di risultati provvisori, si rivelano molto interessanti sia dal punto di vista organolettico che nutrizionale, ed andranno ulteriormente consolidati con le altre prove che saranno condotte nei prossimi mesi.

Per conoscere i dettagli del progetto e seguire i futuri sviluppi è possibile seguire il sito web https://gocarrubo.com/.

                                                                                    

lunedì 2 ottobre 2023

Non tutti sanno che...

 NON TUTTI ANCORA SANNO CHE...

Così come contemplato dai Reg.UE. tutti gli interventi realizzati attraverso il PSR 2014-2020 e PSP 2023-2027 e comunque tutti gli interventi  attuati dall'Assessorato Agricoltura, (finanziati)   debbono  essere accompagnati da adeguate azioni di informazione e comunicazione. 

               Come è noto tutti I finanziamenti che provengono tramite i fondi  europei e/o nazionali e regionali (finanziati con le tasse che i contribuenti europei pagano) servono per sostenere l’agricoltura rafforzandone la competitività sui mercati, migliorandone la qualità, salvaguardando l’ambiente, gestendo il territorio, creando nuove occasioni educative, turistiche, culturali.

Questo impegno va a vantaggio dell’intera collettività, attraverso i cibi che consumiamo, l’ambiente che ci circonda, le risorse naturali che ci aiutano a vivere. E’ importante quindi che non solo il mondo agricolo, ma anche i cittadini sappiano quali sono questi interventi, per quali scopi vengono finanziati.

 In base alla normativa stabilita dall’Unione Europea, l’obbligo di realizzare la comunicazione è a cura del beneficiario, il quale, durante l’attuazione di un’operazione, informa il pubblico sul sostegno ottenuto.

      L'Assessorato ha attività da diversi anni diversi strumenti di diffusione e comunicazione, per dare l'opportunità di assolvere agli obblighi del beneficiario  dei contributi pubblici.

Noi siamo obbligati ad insistere, perchè come afferma il DG  "continuiamo a seminare, vedrai che prima o dopo anche dal terreno più arido nascerà un fiore... "

Chiaramente si condividono attività, iniziative, buone prassi, quando queste  ci sono...




                                          coordinamento.editoriale@psrsicilia.it 

sabato 30 settembre 2023

La biodiversità agroalimentare mediterranea al sicuro alle Isole Svalbard

 


 

L'ingresso del Global Seed Vault alle Isole Svalbard (Norvegia)
L'ingresso del Global Seed Vault alle Isole Svalbard (Norvegia)

Un ulteriore passo verso la messa in sicurezza del nostro patrimonio di biodiversità mediterranea è stato recentemente effettuato dal personale della banca del germoplasma vegetale dell’Istituto di bioscienze e biorisorse (Cnr-Ibbr) di Bari, che ha depositato un primo lotto di semi di diverse specie di interesse agroalimentare al "Global Seed Vault” delle isole Svalbard.

Lo Svalbard "Global Seed Vault" è un deposito mondiale che attualmente custodisce più di un milione di campioni di semi di circa 6.000 specie vegetali donati da 93 banche del germoplasma di tutto il mondo, voluto dal governo norvegese al fine di proteggere la diversità genetica vegetale di interesse umano.

A febbraio 2023, il direttore del Cnr-Ibbr, Giovanni G. Vendramin, ha firmato un accordo con il Nordic Genetic Resource Centre, che gestisce il "Global Seed Vault", per l’invio di una copia del materiale genetico conservato a Bari e, in particolare, di un primo lotto di accessioni di frumento. Fin dagli anni ‘70 del secolo scorso, il Cnr-Ibbr custodisce presso la banca del germplasma di Bari oltre 58.000 accessioni appartenenti a circa 600 diverse specie vegetali.

“Conservare un duplicato dei campioni di semi del Cnr presso il "Global Seed Vault" permette di poter contare su una copia di sicurezza di questo patrimonio genetico, in caso di eventuali calamità”, spiega Gaetano Laghetti, curatore della banca del germoplasma di Bari. “I semi delle specie agrarie conservate nelle banche di germoplasma rappresentano una fonte di variabilità genetica preziosa al fine di ottenere piante in grado di affrontare le sfide climatiche e nutrire popolazioni in continua espansione”, aggiunge Gabriella Sonnante, dirigente di ricerca presso il Cnr-Ibbr di Bari.

“Questa è solo la prima fase di una collaborazione che prevede, entro breve, l’invio di ulteriori lotti di seme di specie economicamente importanti e/o in pericolo di erosione genetica attualmente conservati nella nostra banca”, ribadisce Domenico De Paola, ricercatore del Cnr-Ibbr di Bari.

“La nostra banca fa già parte del network italiano BioMemory (https://biomemory.cnr.it) finalizzato alla conservazione e gestione delle risorse genetiche, ed entrerà presto a far parte dell’infrastruttura di ricerca internazionale DiSSCo (Distributed System of Scientific Collections – https://www.dissco.eu)”, conclude Gabriele Bucci, ricercatore del Cnr-Ibbr di Sesto Fiorentino e responsabile della versione digitale online (https://www.ibbr.cnr.it/mgd/) della banca del germoplasma vegetale di Bari.

venerdì 29 settembre 2023

La valorizzazione dell’identità di un territorio con le De.Co

 

L’identità di un territorio, con le De.Co  

di NinoSutera

Luigi Veronelli, enologo, gastronomo e scrittore lombardo, che ideò le De.Co., Denominazione Comunale, ha rappresentato e rappresenta il rinascimento dell’enogastronomia italiana in tutte le sue espressioni, ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione dei territori. Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori, a garanzia dei consumatori consapevoli. È una lezione di dedizione, onestà intellettuale, e sana partigianeria che è di esempio in un campo, come quello dell’ElaioEnoGastronomia cioè l’insieme di nozioni relative all’arte culinaria e alla cultura riguardante l’olio, il vino e il buon cibo, verso il quale l’interesse continua a crescere, insieme alle sfide che questo pone.

Luigi Veronelli, gastronomo, giornalista, editore, conduttore televisivo, filosofo e anarchico italiano. Viene ricordato come una delle figure centrali nella valorizzazione e nella diffusione del patrimonio enogastronomico italiano. 

Le De.Co nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co il ‘prodotto’ del Territorio acquista una sua identità”. Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. su un piatto, un dolce, un evento, ect. (ma non su una produzione tutelata o tutelabile dai Reg. Cee.) deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” “viaggiatori” sensibili al patrimonio culinario locale. La particolarità di queste nuove figure turistiche si rinvengono nel modo in cui essi vivono la gastronomia, e l’enogastronomia, considerandoli come un’esperienza complessa e culturale, non solo come una risorsa utile alla soddisfazione di un bisogno primario di alimentazione e nutrizione.

Il cibo ha da sempre svolto ruoli diversi dalla soddisfazione dei bisogni primari, ai bisogni sociali e culturali, all’esperienza paesaggistica, all’unicità e identità dei popoli. Così facendo la De.Co. oltre a essere una piacevole attività sensoriale, si può trasformare in un fattore di attrazione e uno strumento di marketing turistico.  I prodotti agroalimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l’identità di un territorio.

Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono tuttavia quattro principi, la storicità e l’unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Non potendo legare l’azione di forza alla qualità normata dai Regolamenti. Comunitari, sta nell’unicità dell’identità l’azione vincente. In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo (DOP, IGP, DOC, ect) sono strumenti impropri.

giovedì 28 settembre 2023

patriarchi verdi

 

Alberi monumentali d'Italia,  320 nuovi 'patriarchi verdi', per un totale di quasi 4.300 alberi o sistemi omogenei di alberi.

Tra i nuovi ingressi c'è l'Acero di Caronia (ME), di circa 1.000 anni con una chioma di circa 550 m², tra i più grandi esemplari di acero montano d'Italia

 


              Gli esemplari inclusi nell'Elenco ufficiale degli alberi monumentali d'Italia si contraddistinguono per l'elevato valore biologico ed ecologico, come età, dimensioni, morfologia, rarità della specie o habitat per alcune specie animali, ma anche per l'importanza storica, culturale e religiosa, per il loro stretto rapporto con elementi di tipo architettonico e per la capacità di caratterizzare il paesaggio sia in termini estetici che identitari.
Oltre   all'Acero di Caronia (ME),   il maestoso Castagno di San Francesco da Paola, dedicato all'eremita e Santo Patrono della Calabria vissuto nel XV secolo, censito nel Comune di Presilano di Celico (CS) e riconosciuto monumentale per l'età e le dimensioni (1285 cm di circonferenza), l'alto valore ecologico e la rarità botanica per fascia fitoclimatica; il Tiglio Sacro di Ospedaletto d'Alpinolo (AV), punto di riferimento per i pellegrini diretti al Santuario di Montevergine che, per imponenza, incute rispetto ed evoca un sentimento di pace e fede nel viandante; la sughera di Montalto di Castro (VT), ragguardevole per le sue dimensioni, sia per la circonferenza (520 cm) sia per l'ampiezza della chioma rigogliosa (19-20 m); la sequoia gigante di Villa Piazzo di Pettinengo (BI) dalle notevoli dimensioni del fusto (894 cm di circonferenza), inserita in un contesto di elevato pregio paesaggistico; il Platano di Scopoli, piantato nel 1778 all'interno dell'Orto botanico dell'Università di Pavia, il cui tronco ha raggiunto una circonferenza di 760 cm e giganteggia sulla città con i suoi 45 m di altezza.
I 320 nuovi alberi sono stati proposti dalle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Trento, Valle d'Aosta e Veneto. Tenuto conto di cancellazioni e delle nuove iscrizioni, la consistenza totale del patrimonio arboreo monumentale censito e inserito nell'Elenco è, ad oggi, di 4.288 alberi o sistemi omogenei di alberi.
Si confermano detentori dei record di altezza il platano comune di 55 metri situato nel parco del castello di Agliè (TO), la sequoia sempreverde di 54 metri a Reggello (FI) e la sequoia sempreverde di 51 metri a Biella. Tra gli esemplari di maggiore circonferenza, il fico magnoloide di 3600 cm a Villa Garibaldi a Palermo, il Castagno dei Cento Cavalli di 2200 cm di Sant'Alfio (CT) e il castagno di 1400 cm radicato a Grisolia (CS).
Complessivamente, le specie arboree monumentali più numerose sono la roverella (598 esemplari), il faggio (226 esemplari), il platano comune (200 esemplari), il leccio (198 esemplari), il castagno (126 esemplari), il larice (122 esemplari) e il cedro dell'Himalaya (115 esemplari).
I Comuni  dove è stato censito il maggior numero di patriarchi verdi sono Napoli (52 alberi), Caserta (51 alberi), Priverno (48 alberi), Palermo (46 alberi) e Roma (42 alberi).

mercoledì 27 settembre 2023

IX edizione di Camporeale Days 2023

 

IX edizione di Camporeale Days 2023

 

Come conferma il presidente della Pro Loco, Benedetto Alessandro: “Quest’anno il Consorzio Doc Monreale ha modificato il disciplinare, focalizzando maggiormente l’attenzione sul nostro territorio. E questo è il momento giusto per essere più coesi e chiari nel saper comunicare la nostra identità.”

 Una modifica al disciplinare coraggiosa  destinata a essere consegnata alla  storia di questo territorio,  si passa da 11 a 3 vitigni, per dare valore al territorio  L’idea di fondo è quella di verticalizzare la produzione di vino puntando tutto sui vitigni autoctoni identitari del territorio, più il Syrah che ormai è un’uva d’adozione in questa parte della Sicilia.

 L’   appuntamento è per sabato 7 e domenica 8 ottobre. Nona edizione di Camporeale Days, l’evento che celebra le eccellenze enogastronomiche, artistiche, artigianali e turistiche dell’Alto Belice e della Doc Monreale. La manifestazione  prevede   visite guidate, degustazioni, esposizioni artigianali e intrattenimento.

Organizzata dall’Associazione Turistica Pro Loco Camporeale, con il patrocinio del Comune di Camporeale, questa manifestazione è cresciuta in modo esponenziale, diventando un punto di riferimento nel panorama enogastronomico siciliano.  

Camporeale è un piccolo centro di circa quattromila abitanti, della provincia di Palermo, posto nella parte orientale del Val di Mazara, a confine delle province di Agrigento, Trapani e Palermo.   Il panorama che si presenta al visitatore è meraviglioso: colline, monti, pianure, da cui si scorgono i paesi di Corleone, Campofiorito, Roccamena, Bisacquino, Contessa Entellina, Gibellina, Salemi. All’orizzonte si scorge, da Corleone a Salemi, una meravigliosa catena di montagne comprese tra le province di Palermo, Agrigento, Trapani. Protette da questi monti che circondano da tutte le parti il territorio di Camporeale, si estendono ridenti e verdeggianti vallate, costellate da poggi, promontori, colline: Galiello, Rocca di Maranfusa a forma di un leone accovacciato, Cozzo Renelli, Montagnola, Serra Parrino, Cozzo di Curbici a sinistra del paese. Ma il monte più famoso, vicino a Camporeale, presso S. Giuseppe Jato, è monte Jato. Qui sorgeva una città costruita verso il VII sec. a.C., di nome Jato (che ha dato il nome a S. Giuseppe Jato) contemporanea di Makella, l’antica città da cui derivò Macellaro e poi Camporeale. Anche oggi gli abitanti di Camporeale sono chiamati dagli anziani “Maciddaroti”.

Durante la kermesse, sarà possibile visitare anche  le cantine del territorio. Come sempre, la manifestazione sarà scandita da un calendario di masterclass sul vino, affidate a professionisti della stampa di settore regionale e nazionale, e workshop sulle specialità agroalimentari del territorio, con sei cooking show e convegni dedicati

In programma prevede tra le tante iniziative,   Masterclass: Sigaro e vini in abbinamento, Masterclass: Abbirriamo Camporeale.  Masterclass: Syrah, il viaggio continua in Sudafrica, Masterclass: Abbinamento cibo-vino.   visite guidate al Palazzo del Principe, il raduno di moto e auto d’epoca, e lo spettacolo di intrattenimento musicale di sabato 7 ottobre con il concerto della live band Giufà. A seguire dj set per chi desidera ballare in piazza fino a tarda sera. 

Il tema di quest’anno è il miele,   con masterclass e cooking show dedicati ,camporeale Days è rivolto a tutti coloro che cercano produzioni agroalimentari di qualità, turismo sostenibile e metodi di produzione tradizionali e biologici.

 Per  consultare il programma completo su www.camporealedays.it.  

 

Olio Primo Spray, la leggerezza del sapore

 


Frantoi Cutrera presenta la versione spray di Primo, la storica referenza di olio dell’azienda siciliana. Meno sprechi e più gusto nel comodo flacone spray ideale per chi sceglie il benessere a tavola

Gianna Bozzali

 

  Dal classico filo d’olio che chiude ogni piatto alla spruzzata di extravergine per esaltare il sapore delle pietanze. Si evolve il modo di condire grazie all’innovativo sistema di conservazione ed utilizzo dell’olio d’oliva ideato da Frantoi Cutrera. Si chiama Primo Spray la novità della storica azienda di Chiaramonte Gulfi che ha deciso di mettere in un contenitore da 250 ml la pregiata referenza di Primo, l’olio bio extravergine d’oliva monocultivar ottenuto da olive Tonda Iblea, varietà autoctona dei Monti Iblei, nel sud est della Sicilia. Per Primo si utilizzano solo le olive della prima raccolta dell’annata.



Primo si presenta in una rivoluzionaria veste spray per offrire ai consumatori tanti vantaggi, dalla comodità di utilizzo, perché si nebulizza la giusta dose in modo uniforme evitando gli sprechi, al mantenimento delle qualità organolettiche e nutrizionali di Primo in quanto si evita il contatto con l’aria una volta aperto e l’olio è protetto dalla luce. Tutto ciò grazie alla tecnologia altamente sostenibile e brevettata bag on valve (BoV) che permette di erogare in modo continuo e completo il prodotto senza l'uso di gas propellenti: l’olio contenuto nella sacca della BoV non viene mai a contatto né con il gas interno (azoto inerte) né con l’esterno, neppure dopo erogazione, il che garantisce una migliore protezione, ad esempio dall’ossidazione atmosferica, una stabilità prolungata. Inoltre, l’erogazione del prodotto è uniforme e soprattutto completa (fino al 99%).




Una spruzzata di Primo spray, infine, dona ai piatti leggerezza ed un profumo intenso e persistente. Si apprezzeranno meglio le caratteristiche dell’olio Primo che si caratterizza per quel fruttato intenso tipico della varietà impiegata in purezza ossia la Tonda Iblea, il sapore amaro e piccante nel giusto equilibrio e quell’aroma che rimanda al pomodoro verde e all’erba fresca.

Ideale per condire svariate pietanze, dalle insalate ai secondi di carne o pesce, Primo Spray è un ottimo compagno a tavola. Il benessere incontra il gusto senza sprechi.

 

L’azienda Cutrera

Le origini dell’azienda risalgono a più di un secolo fa. Alcuni documenti dimostrano che già nel 1906, la famiglia Cutrera si dedicava alla coltivazione degli ulivi e alla produzione di olio extra vergine di oliva a Chiaramonte Gulfi, piccolo paesino nella parte sud-orientale della Sicilia. Giovanni Cutrera, il capo famiglia, fondò il primo frantoio oleario nel 1979 con l’aiuto della moglie Maria, dopo essere cresciuto lavorando in un vecchio frantoio con le macine in pietra in cui ci si serviva di muli e presse.

Nel 1999 Giovanni, con la spinta di tutta la famiglia, decise di aprire un secondo frantoio e capì che occorreva trovare un modo per commercializzarlo al di là del mercato locale. È stata una scommessa che i risultati attuali dimostrano essere stata vinta. Dal 2000 la Cutrera è gestita da tre figli, Maria, Giusy e Salvatore con i loro coniugi e da qualche anno anche la terza generazione sta cominciando a unirsi alla gestione dell’azienda di famiglia. 

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