domenica 2 luglio 2017

terr@ & CarbojCarbonCup

nucciatornatore 
Nella splendida location di Baglio Ingoglia a Montevago    si è svolta la presentazione in anteprima nazionale di CarbojCarbonCup attraverso il format  di
“ t e r r @” TerritorioEnogastronomiaRisorseRurali@mbientali 
percorso ITINERANTE InFormativo di glocal.





 Moderato da Lillo Sardo, componente del CdA dell' EnteSviluppoAgricolo
Dopo i Saluti del Sindaco di Montevago On.Margherita La Rocca Ruvolo
Ci sono stati gli interventi :
-         Giuseppe Bivona,agronomo, giornalista, ex direttore generale dell’ESA ex direttore del campo carboj, presidente della libera università rurale dei saperi e dei sapori.
-         Dionisio Impastato, agronomo, libero professionista,  innovation broker   della Libera Università Rurale 
-         Gaspare Varvaro, agronomo, consigliere dell’ordine degli agronomi della provincia di Agrigento, fondatore dell’ Associazione Agricoltura Rigenerativa Sicilia,

                Hanno preso parte all' interessante evento di presentazione anche il Sindaco di Menfi e Presidente del Gal Valle del Belice Enzo Lotà, Il neo Presidente della Strada del Vino Terre Sicane Gounder Di Giovanna, l’Assessore all’Agricoltura del Comune di Santa Margherita Belice Giacomo Abruzzo, il Vice Sindaco del Comune di Montevago Giuseppe Arcuri,  diversi consiglieri comunali, imprenditori agricoli e liberi cittadini


Le conclusioni sono state  affidate a Nino Sutera,Coordinatore dell’Osservatorio di NeoRuralità e Responsabile dell'Azienda Sperimentale Campo Carboj dell’ EnteSviluppoAgricolo









Che cos'è Carboj Carbon Cup?



 La prima  in Italia,  ha ottenuto il patrocinio  e tutoring da Soil Carbon Coalition, associazione promotrice della Soil Carbon Challenge (World Carbon Cup) USA.  L'obiettivo è sapere "quanto velocemente gli imprenditori agricoli riescono a immobilizzare il carbonio atmosferico nel suolo come sostanza organica stabile capace di trattenere maggiori volumi di acqua e aumentare la fertilità del suolo" tutelando il territorio dai fenomeni erosivi e di dissesto. un sfida ci permetterà di riconoscere, valutare e immaginare le opportunità di una agricoltura del carbonio e potrà diventare modello per le istituzioni e i governi che successivamente potranno essere capaci di implementare politiche e incentivi appropriati, corretti e localmente adatti, che guideranno alla diffusione ed adozione di sistemi di gestione del territorio innovativi e virtuosi. Il Consiglio di Amministrazione dell'Ente di Sviluppo Agricolo, ha concesso il patrocinio all'iniziativa.




Cos’ è Terr@ ? Piccoli gruppi per grandi idee, un viaggio itinerante e intrigante, per approfondire tematiche d'interesse comune, costruendo il percorso formativo e portandolo avanti in situazione di sostanziale autoapprendimento. Uno spazio di riflessione, persone di diversa estrazione ed esperienza s'incontrano per presentare la propria esperienza, per elaborare idee, proposte e progetti comuni, ma anche uno spazio come sinonimia di un’agire creativo.
Perchè? L’ambizione è di avvistare in maniera partecipata e condivisa idee, proposte, tale da divenire per il prossimo futuro un modello da seguire, aperto a tutti i soggetti socio – economici, ed ai singoli cittadini, che sono interessati e vogliano cimentarsi sul futuro sostenibile del proprio territorio.In questa prospettiva, il territorio non deve essere considerato semplicemente come luogo fisico, ma esso rappresenta soprattutto una comunità collettiva, ricca di saperi e competenze diffusi tra i vari attori, dalle istituzioni pubbliche alle organizzazioni, dalle associazioni, ai singoli cittadini.
Quale tematica? terr@ affronta le tematiche legate a Ambiente&Territorio-Etica&Finanza- Pari Opportunità-Energie Rinnovabili-Paese Albergo-Territorio in un Immagine-Agricoltura Sociale-Città Intelligenti-Cibo&Letteratura- Differenziamoci-GioventùInMovimento-Agricoltura&Alimentazione
La metodologia? Seminari, focus group, session poster, talk show.  
I partner? portatori di interessi economici, sociali e culturali.



                     Aver saputo interpretare le esigenze e le richieste diffuse di disseminare conoscenze e informazioni, tramutandoli in un fatto concreto è destinato ad essere consegnato alla storia di questa terra, ecco allora come un iniziativa nasconde l’ambizione per tramutarsi in un metodo condiviso, ha concluso   Nino Sutera

sabato 1 luglio 2017

Multifunzionalità e diversificazione, ma non per tutti.


diversificazione e nuove frontiere















Corsi di cucina per promuovere prodotti locali, raccolta collettiva dei prodotti agricoli, percorsi guidati nei boschi: indagine Nomisma esplora gli obiettivi sulle attività connesse
Sono 108.000 le aziende agricole con altre attività remunerative oltre a quelle classiche in Italia, su un totale di circa 1.600.000 aziende. Ma l'incidenza delle attività non strettamente agricole sul valore complessivo della produzione agricola, se consideriamo anche il valore della produzione di energia rinnovabile gestita da agricoltori, raggiunge il 20%. Sono i numeri chiave che danno conto di una realtà, quella delle aziende multifunzionali, ormai affermata e in continuo sviluppo, vera e propria chiave di volta spesso per un giovane per decidere se restare o meno nel settore dell'agricoltura investendovi il proprio futuro.
Così cresce il peso economico della diversificazione
E gli under 40 già impegnati in attività connesse sono quelli più propensi a valorizzarle ulteriormente in futuro, secondo un'indagine sulla multifunzionalità condotta dalla Rete Rurale Nazionale. Fra le tipologie di diversificazione economica, la vendita diretta risulta essere quella maggiormente presente nelle aziende che diversificano (75%) seguita dalla trasformazione delle produzioni (66%) e dall'agriturismo (60%). Proprio riguardo quest'ultimo recentemente l' Osservatorio nazionale per l'agriturismo ha approvato in sede tecnica i criteri di classificazione nazionale delle aziende agrituristiche. Il nuovo sistema di classificazione unitaria, che sarà inviato alla Conferenza Stato-Regioni per la definitiva approvazione, tiene conto non solo del livello di comfort della struttura ricettiva, ma anche delle caratteristiche dell'azienda e dei servizi che è in grado di offrire, in termini di valorizzazione dei prodotti tipici locali, del paesaggio e dei territori. Ma quali sono i fattori che facilitano, la realizzazione di attività diverse da quella agricola e come investirebbe in futuro chi già diversifica? Un'indagine Nomisma condotta su un campione di 1000 aziende agricole diversificate ha cercato di fare il punto sulla questione, e ne sono emersi particolari interessanti.
Al primo posto fra i "facilitatori" della diversificazione c'è l'"idea spontanea del conduttore" (25%) che però è seguita a ruota (col 20% e col 18%) dalla "presenza in aree a forte vocazione turistica" e dai "finanziamenti pubblici - Psr o altri". Un ruolo, quello dei fondi per lo sviluppo rurale, molto importante per lo sviluppo di un'agricoltura in linea con gli obiettivi della tutela dell'ambiente ed il mantenimento della qualità della vita nei territori rurali, fattori che hanno assunto un peso sempre maggiore tra le motivazioni che giustificano il mantenimento degli aiuti comunitari all'agricoltura, valorizzando la multifunzionalità dell'azienda agricola. Ma i dati più significativi forse riguardano le attività che secondo gli imprenditori intervistati potrebbero avere maggior successo in futuro: con il 42% i "Corsi di cucina per promuovere prodotti e tradizioni locali" stravincono questa "speciale classifica", seguiti a grande distanza da due altre tipologie legate al turismo rurale, quali i "percorsi guidati nei boschi/campi" (10%)e la raccolta collettiva dei prodotti agricoli (10%). I giovani, pur rientrando di base in questa classificazione, mostrano interesse anche per le attività di cura dei bambini e degli anziani, un'attività molto considerata anche dalle grandi aziende (in questo caso quelle con più di 40 ha). Un risultato, questo, certo influenzato dalla grande presenza dell'agriturismo fra le aziende intervistate, ma anche da una evidente richiesta dei consumatori, spinta dal sempre più frequente interesse che i media stanno riservando alla cucina e all'enogastronomia in genere. A questo si aggiunga che tutte le iniziative che hanno una forte vocazione urbano-rurale (vedi la raccolta collettiva dei prodotti) hanno un forte appeal sugli agricoltori, che giustamente ritengono strategico colmare il "gap" esistente fra città e campagna, e riconoscono l'importanza di quelle attività che creano una consapevolezza del lavoro agricolo fra i cittadini consumatori.

Secondo il presidente di Turismo Verde, "stiamo perdendo un grande patrimonio, quello della cucina contadina, che è la vera cucina italiana, e questo dei corsi  può sicuramente essere un mezzo per riscoprirla e valorizzarla".
Infine, un aspetto non secondario che la ricerca mette in luce, è anche la propensione all'innovazione da parte delle aziende. Se si guarda a due aspetti fondamentali, quello del marketing di prodotto e quello della informatizzazione, il 51% delle aziende vende prodotti con un proprio marchio aziendale, e il 61% ha un proprio sito internet.
Andrea Festuccia


mercoledì 28 giugno 2017

Smart Villages e Borghi GeniusLoci De.Co.

Smart Villages e Borghi GeniusLoci De.Co.

di nucciatornatore


                 Il programma europeo “Smart villages” potrà avvalersi in Italia anche della Strategia Nazionale per le Aree InterneBorghi rurali che creano nuove opportunità di crescita e sviluppo rafforzando i loro punti di forza grazie alle nuove tecnologie e a una migliore applicazione delle conoscenze, a tutto vantaggio di cittadini e imprese. Questo l’obiettivo del Piano di Azione per gli  “Smart villages  lanciato dalla Commissione europea a sostegno delle aree rurali. Si tratta di un concetto emergente nell’ambito dei processi decisionali dell’Ue che punta a garantire l’accesso ai servizi di base, all’applicazione dell’economia circolare, alla risoluzione dei problemi ambientali e alla valorizzazione dei prodotti locali attraverso le TIC. Il tutto coinvolgendo cittadini e portatori di interesse, sulla base dei fabbisogni dei territori. Allo sviluppo degli “borghi intelligenti” concorreranno diverse policy europee, come quella relativa allo sviluppo rurale, la politica di coesione, nonché bandi nell’ambito dei programmi Horizon 2020 e Connecting Europe Facility (Cef), in un’ottica di integrazione dei fondi Ue. La nuova strategia è basata su sedici iniziative con seminari, conferenze e progetti pilota. Fra gli strumenti a disposizione dei futuri “borghi intelligenti” italiani c’è la Strategia Nazionale per le aree interne (SNAI) che punta ad invertire lo spopolamento dei centri minori del paese, molti dei quali rappresentati da borghi rurali, attraverso la riqualificazione delle risorse esistenti, il rafforzamento dei servizi pubblici, un nuovo rapporto tra cittadini e amministrazioni con una forte attenzione alla digitalizzazione.



Che cos'è un villaggio intelligente?
Smart Villages è un concetto relativamente nuovo all'interno del settore della creazione di politiche comunitarie. Il concetto emergente di Smart Villages si riferisce a aree rurali e comunità che si basano sulle loro forze e risorse esistenti e sullo sviluppo di nuove opportunità. In Smart Villages le reti ei servizi tradizionali e nuovi sono migliorati grazie alle tecnologie digitali, alle telecomunicazioni, alle innovazioni e al miglior uso delle conoscenze, a beneficio degli abitanti e delle imprese. Le tecnologie e le innovazioni digitali possono sostenere la qualità della vita, un elevato standard di vita, servizi pubblici per i cittadini, un migliore utilizzo delle risorse, un minor impatto sull'ambiente e nuove opportunità per le catene di valore rurali in termini di prodotti e processi migliorati. Il concetto di Smart Villages non propone una soluzione di dimensioni uniche. È territorialmente sensibile, basato sulle necessità e potenzialità del rispettivo territorio e sulla strategia, sostenuta da strategie territoriali nuove o esistenti.
La tecnologia è importante e investimenti in infrastrutture, sviluppo di imprese, capitale umano, capacità e costruzione della comunità. Anche la buona governance e il coinvolgimento dei cittadini sono fondamentali.
Un villaggio intelligente dovrebbe prestare attenzione alle abilità di alfabetizzazione elettronica, all'accesso alla salute elettronica e ad altri servizi di base, alle soluzioni innovative per le preoccupazioni ambientali, all'applicazione economica circolare ai rifiuti agricoli, alla promozione di prodotti locali supportati dalla tecnologia e dalle TIC, Beneficio di progetti di agroalimentare specializzati, attività turistiche e culturali, ecc.
Il concetto di Smart Villages copre gli insediamenti umani nelle zone rurali e nei paesaggi circostanti.
Come fa l'UE a sostenere i villaggi intelligenti?
Diverse aree e fondi politici dell'UE promuovono attivamente gli aspetti dello sviluppo dei villaggi intelligenti.
La politica agricola comune - Sviluppo rurale
La politica agricola comune continua ad essere la più importante politica dell'UE che interviene nell'economia rurale dell'UE in termini di finanziamento e di gamma di strumenti. Una parte importante dei redditi dei contadini dipende dalla PAC (sostegno diretto, politica del mercato e politica di sviluppo rurale). Questo ha anche importanti effetti sull'economia rurale e sulla popolazione rurale.
La politica di sviluppo rurale (FEASR) fornisce una vasta gamma di strumenti per sostenere lo sviluppo di villaggi intelligenti nelle zone rurali. Sulla base di approcci strategici integrati che riflettono le priorità dell'UE e le esigenze di un territorio, i programmi di sviluppo rurale sostengono un insieme di misure. Queste misure riguardano lo sviluppo delle imprese rurali, tra cui la modernizzazione delle aziende agricole, gli investimenti in piccole infrastrutture locali e progetti di connettività, il rinnovamento del villaggio, lo sviluppo delle conoscenze, la condivisione delle conoscenze e le iniziative dal basso verso l'alto. Quasi 100 miliardi di euro dal bilancio UE sono stati stanziati per un totale di 118 programmi di sviluppo rurale nel periodo 2014-2020.
La politica di sviluppo rurale è anche sede di LEADER, un approccio bottom-up per lo sviluppo locale che è un mezzo per l'innovazione sociale e per la creazione di capacità, che consente ai cittadini rurali di assumersi la propria responsabilità nello sviluppo e nella realizzazione di strategie e progetti. Nel periodo 2014-2020 il metodo LEADER è stato esteso in ambito e ad altri fondi e politiche per sostenere lo sviluppo locale del territorio (CLLD).
Un nuovo elemento nella politica di sviluppo rurale è il partenariato europeo per l'innovazione per l'agricoltura (EIP-AGRI) che è stato progettato per accelerare l'innovazione sul terreno. Attraverso attività di networking e progetti, l'EIP-AGRI sostiene lo sviluppo e la diffusione di nuove conoscenze, pratiche, processi e tecnologie nelle catene di valore agroalimentare e forestale.
La rete europea per lo sviluppo rurale è una rete a livello comunitario che riunisce gli attori di sviluppo rurale (autorità di gestione, parti interessate, ricercatori, consulenti, imprese, autorità locali, GAL, ecc.) Al fine di migliorare la qualità dei programmi di sviluppo rurale e rafforzare la partecipazione . Un certo numero di flussi di lavoro nell'ambito dell'ENRD si riferiscono a villaggi intelligenti.
Politica di coesione dell'UE
La politica di coesione per la crescita e l'occupazione è attuata in tutto il territorio dell'UE, sia nelle aree urbane che rurali, con un bilancio di 352 miliardi di euro nel periodo 2014-2020.
Il sostegno finanziario del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo di coesione (CF) è incentrato sulla ricerca e l'innovazione, sulle TIC, sulla competitività delle PMI e sulla bassa economia del carbonio. Questi Fondi forniscono anche importanti investimenti nei settori dell'ambiente, dell'azione climatica, dei trasporti, della riduzione della povertà e della capacità amministrativa. Esiste una stretta collaborazione con il Fondo sociale europeo.
La politica di coesione è attuata attraverso programmi a livello nazionale, regionale e locale, basati su un'analisi approfondita delle esigenze tematiche e territoriali e utilizzando un approccio integrato. Strumenti e strumenti specifici quali strategie di specializzazione intelligenti, investimenti territoriali integrati (ITI) e sviluppo locale locale (CLLD) permettono di orientare ulteriormente le risorse del programma alle esigenze territoriali e combinare il supporto di diverse fonti e fondi. I programmi e gli strumenti della politica di coesione potrebbero favorire i villaggi intelligenti.
Esistono importanti opportunità di investimento per promuovere i legami urbano-rurali. Circa 15 miliardi di euro sono gestiti direttamente da circa 700 autorità urbane nel quadro di "Sviluppo Urbano Sostenibile", anche tenuto conto dei collegamenti urbano-rurali. Circa il 10% riguarda le entità con meno di 20.000 abitanti. Pertanto le piccole città ei villaggi svolgono un ruolo importante nel sostegno del FESR per lo sviluppo urbano sostenibile. 20 Stati membri stanno utilizzando lo strumento ITI a varie scale territoriali (quartiere, urbano, metropolitano, subregionale o regionale). 18 Stati membri applicano il CLLD, targeting diversi tipi di territori (rurali / urbani).
Il gran numero di piccole città coinvolte nell'attuazione del FESR genera la necessità di investire nella creazione di capacità amministrative e nello scambio di conoscenze. La rete di sviluppo urbano è costituita soprattutto per questo. Per le città vengono organizzati eventi a livello nazionale, nazionale e tematico, con argomenti quali lo sviluppo di strategie urbane integrate.
Orizzonte 2020 - l'ottavo programma quadro dell'UE per la ricerca e l'innovazione
Il programma di lavoro 2016-2017 dell'8 ° programma quadro europeo per la ricerca e l'innovazione, Horizon 2020, comprende diversi elementi importanti per lo sviluppo di villaggi intelligenti. Sotto la Societal Challenge 2, una chiamata particolare su "renaissance rurale" è strettamente legata allo sviluppo della base di conoscenza per i villaggi intelligenti. Il programma di lavoro per il trasporto fornisce anche elementi per villaggi intelligenti.
Struttura europea di collegamento e reti transeuropee per i trasporti
I fondi del Fondo europeo per il collegamento (CEF) mirano agli investimenti in infrastrutture a livello europeo. Sostiene lo sviluppo di reti transeuropee ad alto rendimento, sostenibili ed efficienti, in materia di trasporti, energia e servizi digitali. Gli investimenti di CEF riempiono i collegamenti mancanti nell'energia, nel trasporto e nella spina dorsale digitale dell'Europa.

giovedì 22 giugno 2017

1° luglio Montevago, CarbojCarbonCup

 L'iniziativa verrà presentata

Sabato 1 Luglio alle ore10.30 


a Montevago




  L'iniziativa ha già ottenuto il patrocinio della Soil Carbon Coalition, organizzazione no profit degli USA, che consentirà alle aziende  partecipanti di essere geolocalizzate sulla loro mappa e visibili a livello mondiale, così come visibili saranno i progressi e i risultati raggiunti. 

Così come il Consiglio di Amministrazione dell'Ente di Sviluppo Agricolo, guidato dalla Dr.ssa. Vitalba Vaccaro, ha concesso il patrocinio all'iniziativa  "Carboj Carbon Cup" su proposta del Direttore Generale 
Fabio Marino.

La Soil Carbon Coalition, pioniere mondiale 


nella promozione di pratiche innovative

funzionali al sequestro del carbonio 

atmosferico nel terreno ai fini di aumentare

la capacità di ritenzione idrica, la 

fertilità e il contenuto di sostanza 

organica e humus.



Project proposal based on Soil Carbon Challenge
  
CARBOJ CARBON CUP 
  


 



























lunedì 19 giugno 2017

PEI & AGRICOLTURA


Anna Vagnozzi - Ricercatore CREA

Innovazione e Gruppi operativi:
istruzioni d'uso 


 Si parte dal basso, ma poi i risultati vanno comunicati con un'informazione circolare a beneficio dell'intera comunità I Gruppi Operativi (GO) dell'European Innovation Partnership sono una delle novità promosse dal regolamento sullo sviluppo rurale per le quali c'è maggiore attesa e aspettative. Le istituzioni europee, nazionali e regionali sperano che questo strumento aiuti il nostro settore agroalimentare e forestale a fare un passo avanti verso lo sviluppo economico; i soggetti potenzialmente interessati a entrare a far parte delle partnership dei GO si stanno organizzando per valorizzare le proprie competenze e conoscenze.  In questa fase, possono essere di estrema utilità alcune indicazioni puntuali di tipo operativo su: - modalità di erogazione dei finanziamenti da parte delle Regioni - composizione e caratteristiche dei partenariati - obiettivi e contenuti dei progetti - risultati attesi Solo un aspetto generale è importante ribadire a corredo di quanto sarà sviluppato di seguito: un Gruppo Operativo è uno strumento interattivo per la diffusione delle innovazioni nel settore agroalimentare e forestale; al suo interno sono presenti gli attori della filiera dell'innovazione che sono in grado, in un determinato contesto, di individuare soluzioni a specifici problemi o di promuovere specifiche opportunità. Dunque non è un gruppo di rappresentanza di settori produttivi o ambiti, non si occupa di sviluppo locale, non realizza ricerca e sperimentazione. I diversi approcci utilizzati dalle Regioni Le Regioni finanzieranno i Gruppi Operativi scegliendo fra due modalità procedurali: - la "sovvenzione globale" cioè addebitando l'intero costo dei progetti dei GO alla Misura 16.1 del Psr, - i cosiddetti "pacchetti di misure" cioè imputando quote parti del costo del progetto a Misure diverse del Programma di Sviluppo Rurale in base alla pertinenza: il collaudo dell'innovazione alla Misura 16.2, la consulenza alla Misura 2, la gestione del progetto alla Misura 16.1, gli investimenti alla Misura 4 ecc. In Italia, su 20 Regioni e Province autonome che hanno attivato i Gruppi Operativi, 6 utilizzeranno il pacchetto di Misure: Bolzano, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Veneto. La selezione dei G.O. avverrà mediante avvisi pubblici. Le Regioni potranno scegliere se realizzare direttamente il bando per individuare i progetti da finanziare, oppure se operare tale selezione in due step: il primo che selezioni idee innovative e finanzi la costituzione del partenariato e la redazione del progetto, il secondo che scelga i G.O. e i relativi progetti e ne finanzi l'attuazione. Nel secondo caso non dovrebbe essere obbligatorio essere scelti al primo step per partecipare al secondo. I partenariati I componenti dei partenariati sono i tradizionali attori del processo di definizione, diffusione e adozione dell'innovazione e altri attori ritenuti utili alla migliore riuscita del progetto. Pertanto, i partecipanti che ci si aspetta sicuramente di trovare in un G.O. sono: le imprese agricole, forestali alimentari; i ricercatori; i consulenti/tecnici specializzati. Le prime, presenti singolarmente o in forma associata, sono gli attori primari del progetto in quanto è sulla base dei loro problemi e/o delle loro opportunità che il partenariato si costituisce e il progetto si struttura. I secondi hanno il compito di mettere a disposizione i risultati innovativi delle proprie ricerche e di adeguarli alle condizioni di contesto, i terzi hanno il ruolo di supporto alle imprese per l'introduzione delle innovazioni proposte e di interlocutori della ricerca per eventuali richieste di adeguamento e/o di modifica, nonché di diffusori dei risultati del progetto alle altre imprese del territorio e al sistema della conoscenza nazionale ed europeo nel suo complesso. Altri componenti del partenariato sono correlati ai temi affrontati e si rendono più o meno necessari sulla base della tipologia delle problematiche e delle opportunità da sviluppare, Risorse finanziarie pubbliche previste nei PSR per le Misure relative al PEI e all'innovazione - € potrebbero essere: rappresentanti della società civile, altre imprese, istituzioni pubbliche, strutture di vendita, associazioni di rappresentanza ecc.. Poiché il modello di diffusione delle innovazioni che la Commissione europea ha indicato più utile è quello interattivo (Linee guida EIP Dicembre 2014), un altro partecipante al partenariato potrebbe essere (non è obbligatorio) il cosiddetto "innovation broker" cioè un professionista che curi la creazione del partenariato più idoneo in fase di definizione del progetto e ne animi i rapporti e i confronti fra partner durante l'attuazione del progetto. Non esiste pertanto un numero ideale di componenti del partenariato di un Gruppo Operativo, è variabile in base al contesto e ai compiti di ciascuno. I progetti Il progetto di un G.O. è quindi un insieme complesso di azioni volte a: - individuare le soluzioni innovative in grado di rispondere alle problematiche concrete delle imprese partecipanti, - verificare nella pratica tali soluzioni mediante il coinvolgimento delle imprese stesse e modificarle per renderle più idonee alle esigenze operative reali, - promuovere l'adozione delle innovazioni ritenute di successo presso le imprese partecipanti al progetto e presso altre imprese similari del territorio, - diffondere i risultati del progetto a livello regionale, nazionale ed europeo mediante gli strumenti messi a disposizione dalla Rete rurale nazionale e dalla Rete europea dell'EIP. L'attuazione dei progetti richiederà il coinvolgimento di risorse umane specializzate che: - impegneranno il proprio tempo nel collaudo di tecniche, macchine, sistemi produttivi, modelli organizzativi, modalità di lavoro, prodotti chimici, - necessiteranno di strumenti tecnologici specializzati, laboratori, prove in campo, - incontreranno le imprese singolarmente e in gruppo per dimostrare agli imprenditori l'efficacia di specifici prodotti, pratiche colturali, macchine ecc. e per coadiuvarli nella realizzazione quotidiana delle nuove applicazioni, - organizzeranno occasioni pubbliche per la verifica sociale delle innovazioni. Le imprese coinvolte potranno sì giovare della partecipazione a processi innovativi di produzione, ma saranno distolte nel lavoro e potranno dover mettere a disposizione spazi e terreni per la realizzazione delle prove di collaudo e dimostrative. A tutti i componenti del partenariato sarà richiesto di realizzare periodici check del progetto per verificarne i risultati parziali e finali, gli aggiustamenti necessari, le modalità più idonee di divulgazione. I risultati Il risultato atteso del progetto di un G.O. è l'individuazione di una o più innovazioni utili alla soluzione delle problematiche affrontate e la verifica positiva della loro adozione nella pratica. Di grande interesse potranno essere soprattutto i dati di contesto e le condizioni peculiari nelle quali sono state realizzate le azioni di collaudo e verifica dell'innovazione presso le imprese perché essi potranno essere molto utili alla applicazione delle stesse innovazioni altrove, in contesti analoghi o in situazioni diverse. Il progetto di un G.O. può chiudersi, probabilmente in anticipo, anche con un risultato negativo. I documenti della Commissione europea in più casi evidenziano l'impossibilità di prevedere in sede di progettazione la sicurezza del successo. Un risultato indiretto auspicato sono anche le relazioni e i rapporti che i partner hanno instaurato fra loro e la modalità interattiva di procedere. La diffusione della prassi di lavorare in gruppi compositi di soggetti per diffondere l'innovazione sarà molto utile a far innescare processi virtuosi che potranno essere replicati anche a conclusione dell'intervento.  

domenica 18 giugno 2017

Palermo - Identità e ricchezza del vigneto Sicilia




Presso la Sala Mattarella (ex Sala Gialla) di Palazzo dei Normanni  
VENERDI' 23 GIUGNO 2017 ORE 10.00

verrà presentato il volume

"Identità e ricchezza del vigneto 

Sicilia",

 un lavoro decennale frutto della collaborazione tra le migliori professionalità del mondo universitario e di questa amministrazione regionale.
Il volume racchiude i risultati di una lunga indagine eseguita su migliaia di rilievi agronomici e micro vinificazioni sperimentali, che hanno permesso di ampliare le conoscenze sulle principali varietà autoctone, e restituire anche l'identità a importanti varietà antiche di cui si erano perse le tracce.
Per poter partecipare all'Evento, è necessario registrarsi inviando una mail all'indirizzo: 
segreteri-a.assessorerisorseagricole@regione.sicilia.it, indicando il nominativo di chi prenderà parte alla pre-sentazione.
Considerato che l'ingresso nei locali sarà consentito fino al limite di centoventi persone, cui verrà fatto omaggio del volume presentato, sarà data priorità secondo l'ordine di arrivo delle iscrizioni.

L'ASSESSORE

On.le A. Cracolici



sabato 17 giugno 2017

Misura 16 del PSR 2014/2020

di ninosutera

Per vincere le sfide di un’economia sempre 

più globalizzata, occorre investire 

in competenze, dare maggiore spazio alla 

produzione di idee e beni immateriali per

 uno sviluppo territoriale più innovativo e 

competitivo, promuovendo il trasferimento 

di 

conoscenze e l’innovazione nel settore 

agricolo e forestale e nelle zone rurali






Il Partenariato Europeo per l’Innovazione (PEI) è una delle grandi novità della politica di sviluppo rurale per il 2014-2020.
Il PEI è stato istituito dalla Commissione Europea per rimuovere uno dei principali ostacoli ai processi innovativi, la distanza tra i risultati della ricerca e l'adozione di nuove pratiche/tecnologie da parte degli agricoltori e delle imprese (Reg. (UE) n. 1305/2013 – art. 55).
Infatti, spesso le nuove metodologie impiegano troppo tempo per arrivare sul terreno e i bisogni pratici degli agricoltori non sono comunicati in modo efficace alla comunità scientifica, per cui l'applicazione pratica di innovazioni importanti non avviene su scala sufficientemente ampia e settori di ricerca promettenti non sempre ricevono l'attenzione che meriterebbero.
Il Partenariato Europeo per l’Innovazione ha i seguenti obiettivi:
  • promuovere un settore agricolo efficiente, produttivo e a basso impatto ambientale;
  • contribuire a fornire una costante fornitura di alimenti, mangimi e biomateriali;
  • promuovere processi che preservano l’ambiente e adattano e mitigano il clima;
  • costruire rapporti fra ricerca, conoscenza, tecnologia e imprese;
  • collegare ricerca e pratica agricola incoraggiando anche l’uso delle misure sull’innovazione;
  • promuovere una più rapida e più ampia diffusione delle innovazioni nella pratica;
  • informare la comunità scientifica delle necessità delle imprese agricole.
Per raggiungere questi obiettivi, il Partenariato Europeo per l’Innovazione riunisce gli attori dell’innovazione (agricoltori, ricercatori, consulenti, aziende di commercializzazione e trasformazione) e li aiuta a costruire ponti tra la ricerca e la pratica attraverso un modello di innovazione interattivo che prevede la costituzione di Gruppi Operativi.
Un ruolo di cerniera, fondamentale per la buona riuscita dell'iniziativa, sarà svolto dalla Rete PEI-Agri, istituita dall’articolo 53 del Regolamento UE n. 1305/2013, con lo scopo di favorire gli scambi di esperienze e di buone pratiche e stabilire un dialogo tra gli agricoltori e la comunità della ricerca e favorire la partecipazione di tutti i portatori d'interesse al processo di scambio delle conoscenze.
Tra i suoi vari compiti avrà anche quello di comunicare tempestivamente al mondo dei "Gruppi operativi" i risultati della ricerca maturati nel contesto del quadro strategico "Orizzonte 2020", supportando l'implementazione degli interventi innovativi e tenendo i rapporti con la comunità scientifica.

Un aspetto decisivo per il successo dell'iniziativa PEI sarà infatti la mobilitazione del settore privato e delle imprese agricole, che dovranno sfruttare le possibilità di incremento della redditività e della crescita sostenibile offerte dai nuovi settori e dalle nuove tecniche.

giovedì 15 giugno 2017

La Sicilia che produce

INNOVAZIONE E CONOSCENZA NELLO SVILUPPO RURALE:

il Progetto "SERVAGRI Robot" vince il Concorso di Idee "Sud Innova" d'innovazione per l'agricoltura del sud promosso dal MIPAAF nell'ambito della
Rete Rurale Nazionale
Il progetto "SERVAGRI Robot" è nato da una collaborazione tra l'Istituto di Istruzione Superiore "A-Ruiz" di Augusta, il GAL Eloro, IRS Ingegneria Ricerca e Sistemi e G.I.S. Service, nell'ambito di una convenzione per un percorso di alternanza scuola lavoro che ha posto le basi per uno studio delle problematiche inerenti al settore agricolo, affrontate nell'ottica di una proficua collaborazione tra scuola e comparto agricolo produttivo, attraverso l'applicazione di nuove tecnologie al settore dell'agricoltura di qualità.

Il settore ortofrutticolo interessato dalle aree di competenza del GAL Eloro è caratterizzato da produzioni locali quali la mandorla, il vino, l'olio di qualità, insieme a quello ortofrutticolo, già organizzato in "Distretto Ortofrutticolo Di Qualità Del Val Di Noto (D.O.Q.V.N.)" di cui il GAL Eloro detiene la legale rappresentanza, oltre al ruolo di soggetto promotore e responsabile del distretto medesimo.

Il progetto "SERVAGRI Robot", grazie all'applicazione dei concetti di"Agricoltura di Qualità e Precisione" punta ad applicare quel concetto di "Tracciabilità di filiera" secondo il quale si identificano le aziende che hanno contribuito alla formazione di un dato prodotto alimentare. Tale identificazione è basata sul monitoraggio dei flussi materiali "dal campo alla tavola", cioè dal produttore della materia prima al consumatore finale", flussi in cui il GAL Eloro è attivamente impegnato da anni.
Il progetto"SERVAGRI Robot" si propone, dunque, di offrire al consumatore finale una vera e propria scheda tecnica del prodotto identificandone la provenienza,la genuinità, la qualità (anche in base alla quantità di pesticidi impiegati) fino alla geolocalizzazione della pianta di provenienza e si inserisce in un ambito in cui l'esperienza maturata dal GAL ELORO nei periodi 1998- 2000(Leader II), 2000-2006 (LEADER +), 2007-2013 (Asse IV PSR "Sicilia" Approccio LEADER) è riuscita a dimostrare la validità di un approccio fondato sul sostegno alla creazione e lo sviluppo di attività extra agricole, orientandole al completamento di filiere locali di qualità, anche valorizzando le reti di cooperazione transnazionale promosse dal GAL ELORO  

mercoledì 14 giugno 2017

Farm Advisory System

Il Sistema di Consulenza Aziendale 
(Farm Advisory System) 

  Dalla demarcazione delle funzioni alla formazione  e 

aggiornamento dei  consulenti

di  Nino Sutera




 L’indiscutibile ruolo di

supporto orizzontale di questa

misura per raggiungere diversi

obiettivi dello sviluppo

rurale,  trova nella sempre

verde legge 73/77    la

mission e la vision  

determinante, che attribuisce 

all’ESA attraverso le SOPAT 

un ruolo istituzionale

di primissimo piano a favore

del mondo agricolo e rurale

dell’isola, se pur nel

rispetto del principio della


separatezza delle funzioni.



                                           Nella programmazione dello sviluppo rurale 2014-2010, la misura sui servizi di consulenza - misura 2 dei PSR - è tra quelle che hanno particolare rilevanza per diverse priorità dell’Unione in materia di sviluppo rurale  . L’obiettivo è promuovere l’utilizzo dei servizi di consulenza per migliorare la gestione sostenibile e la performance economica e ambientale delle aziende agricole e forestali e delle piccole e medie imprese (PMI) che operano nelle aree rurali, oltre a promuovere la formazione e l’aggiornamento dei consulenti per aumentare la qualità e efficacia della consulenza offerta, novità quest’ultima introdotta nella nuova programmazione. Prevista nel Regolamento dello sviluppo rurale n. 1305/2013, all’articolo 15, essa mira a completare il Sistema di Consulenza Aziendale (Farm Advisory System) istituito dal Regolamento orizzontale (UE) 1306/20132 , ampliandone gli ambiti e la portata per quanto riguarda lo sviluppo rurale. La misura contribuisce soprattutto alla priorità orizzontale di promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali (Priorità 1) e, in particolare, alla Focus Area 1A (stimolare l’innovazione, la cooperazione e lo sviluppo della base di conoscenze nelle zone rurali); infatti, la spesa pubblica complessiva per la misura 2 entra nell’indicatore di obiettivo per questa FA insieme alla spesa prevista per la formazione (misura 1) e per la cooperazione (misura 16) 

La sottomisura 2.3 è rivolta mentre alla formazione dei tecnici consulenti . La finalità è quella di prevedere percorsi didattici che consentano l’elevazione della conoscenza specifica dei partecipanti sulle tematiche oggetto della consulenza,   in coerenza con gli obiettivi specifici delle Focus Area. Per assicurare un servizio di consulenza di elevata qualità, infatti, occorre curare la formazione e l’aggiornamento dei tecnici con uno specifico programma formativo.

L’operazione prevista nella presente sottomisura è il sostegno alla prestazione di servizi di formazione ai tecnici consulenti  . L’intervento comprende corsi formativi e di aggiornamento (in presenza, sia in aula che in campo, e e-learning) su argomenti specifici e generali, per garantire la qualità e la pertinenza della consulenza da fornire agli agricoltori, ai giovani agricoltori, ai detentori di aree forestali, altri gestori del territorio e imprenditori di PMI insediate in zone rurali. I corsi potranno prevedere anche forme di apprendimento on line, mediante l’uso di tecnologie multimediali, visite didattiche e di studio, stages.





In fine il principio della saparatezza delle funzioni.





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