venerdì 28 aprile 2017

Alla Preside Prof.ssa Rosanna Conciauro il riconoscimento di “Custode dell’Identità Territoriale” del percorso Borghi GeniusLoci De.Co

nucciatornatore        

   Con la consegna del riconoscimento di “Custode dell’Identità Territoriale” del percorso Borghi GeniusLoci De.Co. alla Preside Prof.ssa  Rosanna Conciauro si è concluso,  nei saloni dell’IPSEOA Virgilio Titone  di  Castelvetrano, il X° CONCORSO INTERNO DI CUCINA

"Il riconoscimento – ha affermato Nino Sutera – viene conferito a chi si spende quotidianamente per la salvaguardia e la valorizzazione della tradizione e dell’identità dei territori anche sotto l’aspetto agroalimentare, attraverso un’efficace comunicazione del patrimonio enogastronomico autoctono".
"GeniusLoci De.Co.   è un processo culturale di valorizzazione del territorio e al francese “terroir” preferiamo il latino “genius loci” un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile.
Il percorso Borghi GeniusLoci De.Co.,  prevede un modello,  dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa.
Il format GeniusLoci De.Co. è un percorso composto da 12 steps tra questi il appunto riconoscimento di “Custode dell'identità Territoriale”.
Il X° CONCORSO INTERNO DI CUCINA è stato un  concorso leale, organizzato in maniera impeccabile dai Docenti e Collaboratori dell’Istituto,una giornata inedita, destinata ad essere ricordata a lungo,  un concentrato di didattica, ricerca e  promozione dell’identità territoriale, dove i partecipanti hanno interpretato in maniera insuperabile  il tema adottato durante il concorso   “I GRANI ANTICHI INCONTRANO IL PESCE AZZURRO E LE VERDURE DELL’ORTO”attraverso TERR@ (Territorio Enogastronomia  Risorse Rurali e @mbientali) format ideato dell’Osservatorio di Neoruralità.   
 All’evento hanno partecipato  Rosanna Conciauro Dirigente Scolastico,   Bartolo Fazio Presidente di IDIMED, Serafina di Rosa dei Borghi GeniusLoci De.Co.,  Giuseppe Russo Direttore del  Consorzio Ballatore,    Giuseppe Bivona Presidente dell'Università Rurale dei Saperi&dei Sapori Onlus, Francesca Cerami Segretaria Generale di IDIMED,     Melchiorre Ferraro di  Biofarm, Francesca Capizzi Giornalista, Nino Sutera  Coordinatore dell’Osservatorio di NeoRuralità  dell’EnteSviluppoAgricolo.
Hanno collaboreranno:CONSORZIO BALLATORE,  CANTINE SETTESOLI, MULINI DEL PONTE, , BIOFARM, FEDERAZIONE ITALIANA CUOCHI, A.D.C.SUPERMERCATI GEOLIVE, CASEIFICIO SACCO, CORBERA VINI. 


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giovedì 27 aprile 2017

La Banca delle terre agricole


Il data base dell’Ismea per la ricerca di terreni agricoli pubblici in vendita può rappresentare uno strumento per la valorizzazione del capitale territoriale dei centri minori del Paese
La Banca delle terre agricole inaugurata lo scorso 15 marzo può rappresentare una leva di sviluppo importante per le aree interne. Lo ha sottolineato il ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, in occasione della presentazione della Banca affermando che è già stato avviato in questa direzione un lavoro con Fabrizio Barca e il suo gruppo.  Nei territori periferici del nostro Paese l’agricoltura, la zootecnia (e valle la filiera alimentare) e le attività forestali costituiscono elementi centrali contro lo spopolamento e per la tenuta di questi territori.  Obiettivo della Banca è favorire l’incontro tra domanda e offerta di terreni e aziende agricole pubbliche con un occhio alle giovani generazioni. I primi 8mila ettari di terreni coltivati saranno destinati, infatti, agli under 40, con decontribuzione totale per tre anni e incentivi al credito. La Banca delle terre agricole è un data base nazionale realizzato da Ismea (www.ismea.it) che permette di cercare on line i terreni delle Regioni, dei Comuni e degli Enti pubblici. Presenti anche i terreni dell’iniziativa “Terrevive”, gestita dall’Agenzia del Demanio con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. L’inventario Ismea fornisce tutte le informazioni delle terre pubbliche in vendita: posizione e caratteristiche, valori catastali e tipologie di coltivazioni. Ricambio generazionale, valorizzazione del patrimonio fondiario pubblico e recupero delle aree incolte sono le finalità della Banca che si incrociano con quelle della Strategia Nazionale per le aree interne (Snai). Molti terreni dei centri periferici del Paese sono in stato di abbandono; la frammentazione, il degrado idrogeologico e la scarsa mobilità della terra rappresentano ostacoli per l’accesso di nuovi soggetti orientati a un recupero produttivo della terra finalizzato a stili di vita e di lavoro diversi. La Banca delle terre agricole può rappresentare una risposta a queste esigenze e contribuire agli obiettivi della Snai di valorizzazione del capitale territoriale e di contrasto allo spopolamento.

martedì 25 aprile 2017

Necessità, status symbol,o sogno proibito. Néo-ruraux

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Un’area neorurale è il luogo ideale dove il futuro, nascosto, si innesta su un territorio antico e incontaminato, tra mare e monti, si integra  perfettamente con le aziende e le imprese, contornati da giacimenti enogastronomici d’eccellenza, in un ottica multifunzionale dell’azienda agricola.

La  neoruralità rappresenta uno dei tratti culturali caratteristici della nostra epoca,  una reazione alla crisi della società occidentale: crisi che è insieme ecologica, sociale  etica e morale. La manifestazione più vistosa è il movimento a favore della rinaturalizzazione urbana e le iniziative di valorizzazione residenziale e turistico-ricreativa del territorio rurale, ma soprattutto alla riscoperta delle radici dell’antica civiltà contadina. In molti Paesi europei compresa l'Italia, si moltiplicano le esperienze   ed è in continua crescita il numero di cittadini che abbandonano le città e vanno ad abitare in campagna dove possono godere di una casa individuale con abbondante verde circostante, di cibi genuini, e ritmi tranquilli.  
Oggi sono quasi ventitré milioni gli italiani (il 40% del totale) che vivono in comuni definiti rurali (con meno di trecento abitanti per chilometro quadrato): circa cinquecentomila in più rispetto a dieci anni fa. Il territorio italiano è di 30 milioni di ettari: 12,7 milioni sono coltivati, 10,5 milioni sono costituiti da boschi, 2,7 milioni è fatto di città.
Fenomeno di questi anni è Downshifting, cioè   per cui molti lavoratori stanno scegliendo di andare a vivere in campagna, dove fanno un lavoro con un salario più basso, minori impegni e maggior tempo libero. Datamonitor, agenzia londinese che si occupa di ricerche di mercato, stima che in tutto il mondo i lavoratori inclini a fare downshifting sono 16 milioni. Ogni anno, circa 260 mila cittadini britannici fanno una scelta di vita che va in quella direzione. Nel 2008, il ministero dei Servizi sociali australiani ha stimato che sono almeno un milione le persone, tutte comprese nella fascia di età tra i 25 e i 45 anni, che hanno deciso di scalare una marcia. La stragrande maggioranza (circa il 79%) lo ha fatto non solo cambiando lavoro, ma anche scegliendo di abbandonare la città per trasferirsi al mare e in campagna. In Francia, infatti, li chiamano néo-ruraux, neorurali: uno studio di Ipsos France dice che erano 100 mila nel 2008 e quasi il triplo l’anno successivo.
Per il sociologo Corrado Barberis, autore del libro La rivincita delle campagne (Donzelli): «Per i protagonisti dell’esodo, cinquanta, sessant’anni fa, la città era il paradiso: coppie costrette a vivere in ammucchiata si amarono in riservatezza; le donne decisero cosa mangiare senza chiederlo alla suocera; perfino la fede fu praticabile senza il controllo del parroco. Poi ci si è accorti che, se si ricreano alcuni aspetti dell’antica società fuori del suo contesto di miseria, le persone con cui si litigava erano quelle con cui si scherzava e rideva; l’occhio che faceva i conti nelle tasche del vicino era quello che lo proteggeva anche dai ladri».


La neoruralità pone in chiave moderna alcune questioni fondamentali per il futuro delle aree rurali  e non solo

I GRANI ANTICHI INCONTRANO IL PESCE AZZURRO E LE VERDURE DELL’ORTO

 X° CONCORSO INTERNO DI CUCINA

all’IPSEOA Virgilio Titone  di Castelvetrano
 Il tema adottato durante il concorso è  
“I GRANI ANTICHI INCONTRANO IL PESCE AZZURRO E LE VERDURE DELL’ORTO”
attraverso 
TERR@ 
(Territorio Enogastronomia  Risorse Rurali e @mbientali) format ideato 
dell’Osservatorio di Neoruralità 
dell’ EnteSviluppoAgricolo
All’evento hanno partecipato  Rosanna Conciauro Dirigente Scolastico,  On Bartolo Fazio Presidente di IDIMED, Serafina di Rosa dei Borghi GeniusLoci De.Co.,  Giuseppe Russo Direttore del  Consorzio Ballatore,    Giuseppe Bivona Presidente dell'Università Rurale dei Saperi&dei Sapori Onlus, Francesca Cerami Segretaria Generale di IDIMED,     Melchiorre Ferraro di  Biofarm, Francesca Capizzi Giornalista, Nino Sutera  Coordinatore dell’Osservatorio di NeoRuralità  dell’EnteSviluppoAgricolo.
  



Studenti «chef» ai fornelli sperimentano gli sfarinati di grani antichi provenienti da campi sperimentali. Un connubio interessante, quello dell’ente regionale del Consorzio di Ricerca Ballatore di Palermo e gli studenti dell’istituto alberghiero Virgilio Titone di Castelvetrano che si sono cimentati nel preparare piatti a base di antichi grani, dando vita ad un concorso competitivo gastronomico.
L’obiettivo é stato quello di fare incontrare il mondo della ricerca scientifica e il mondo della formazione e della valorizzazione dell’agroalimentare siciliano. Oggetto del percorso sperimentale sono stati gli sfarinati di grani antichi provenienti dai campi sperimentali che da circa vent’anni studiano la filiera dei cereali, ubicati nei territori di Paceco, a Sclafani Bagni, a Corleone e all’interno del parco archeologico di Selinunte dove si coltiva l’antico grano di Tumminia.

L’utilizzo degli sfarinati in cucina e nella ristorazione richiede specifiche abilità e preparazioni. Il problema fondamentale consiste nella qualità del glutine dei grani antichi, poco elastico e poco tenace, che rende complicati i processi di trasformazione e preparazione della pasta e dei prodotti da forno.
D’altro canto, invece, la diversa qualità del glutine di questi grani potrebbe essere alla base della migliore tollerabilità di questi prodotti da parte dei soggetti “gluten sensitivity”, che hanno difficoltà a tollerare i cereali nell’alimentazione. Argomento, questo, ancora oggetto di approfondimenti da parte del mondo scientifico. E così diverse tipologie di sfarinato di grani antichi, moliti a pietra e con diversi diagrammi di macinazione, sono diventati i materiali di sperimentazione utilizzati da diversi gruppi di studenti che sotto la guida attenta dei professori dell’Istituto “Virgilio Titone” si sono cimentati nella preparazione di piatti tradizionali a base di pane e pasta di grani antichi. Tra le diverse preparazioni, una particolarmente apprezzata, è stata la presentazione di un cous cous di grano duro Bidì, integrale ed incocciato a mano, dallo staff del professore Ciaccio.
Tra i grani antichi oltre al Tumminia, vi sono il Bidi’, il Perciasacchi, Nivuru e Russello. Il concorso intitolato “I grani antichi incontrano il pesce azzurro le verdure dell’orto” ha avuto una giuria d’eccellenza, come Francesca Cerami, direttore Idimed di Palermo, chef ristoratori, coltivatori di grani antichi, Nino Sutera, dirigente dell’ente di sviluppo agricolo e Giuseppe Russo, ricercatore del Consorzio Ballatore. «Una sana competizione e una novità assoluta – ha dichiarato la dirigente scolastica Rosanna Conciauro – sono soddisfatta anche perché i miei studenti hanno avuto la possibilità di confrontarsi con il mondo della ricerca e con nutrizionisti di alto spessore che diffondono mediante l’utilizzo dei grani antichi la cultura di una sana alimentazione». All’interno del parco archeologico di Selinunte vi è un campo con un ettaro seminato a Tumminia e dal consorzio Ballatore hanno fatto sapere che presto ci saranno nuove iniziative di valorizzazione dei grani antichi.
«E’ la prima volta che decidiamo di far sperimentare agli studenti, grani antichi su piatti tradizionali e non. Un’iniziativa, questa, – ha detto il ricercatore Giuseppe Russo – di alto spessore . Oggi vi è il rischio di scegliere i grani antichi solo per moda, ma in realtà è per cultura alimentare e sono i futuri chef e ristoratori che dovranno diffondere questa realtà per uno stile di vita all’insegna del benessere e della salute». Il concorso si è concluso con diverse premiazioni. Al primo posto si sono classificati tre studenti che hanno presentato i Ravioli di Tumminia allo Sgombro su prato Verde. La Tumminia (o Timilia) è nota per essere una delle materie prime per la produzione del Pane nero di Castelvetrano, gli sfarinati di Russello sono alla base per la preparazione del pane a pasta dura dell’area iblea (o pane scaniato) caratterizzato da una fitta e minuta alveolatura della mollica, il Perciasacchi invece, appartiene alla specie Triticum turanicum (un parente del Korashan meglio conosciuto come Kamut).

di Francesca Capizzi
per Giornale di Sicilia





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domenica 23 aprile 2017

2014 AGRICOLTURA SOCIALE FIRMATO PROTOCOLLO D'INTESA

2014

Protocollo d’intesa Ministero Giustizia-Assessorato Agricoltura-ESA (CampoCarboj)   

su agricoltura sociale per reinserimento detenuti siciliani


"Il valore di un'idea sta nel metterla in pratica".

Thomas Alva Edison

Palermo   

Si è tenuta presso la Presidenza della Regione, sala Alessi, una cerimonia per la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Giustizia e l’Assessorato dell’Agricoltura per attivare un nuovo progetto sperimentale di agricoltura sociale per il reinserimento di alcuni detenuti dei penitenziari di Sciacca, Castelvetrano e Trapani.

Erano presenti diverse autorità del mondo politico e personalità di spicco nella lotta per la legalità, tutti convenuti a testimoniare un evento che non ha precedenti nel nostro paese e che, realizzato in una terra difficile come la Sicilia, farà da esempio trainante per il resto d’Italia.



Il progetto, fortemente voluto da  Dario Cartabellotta, è nato da una stretta collaborazione tra l’Assessorato dell’agricoltura, il Ministero della Giustizia, attraverso il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, e l’Ente di Sviluppo AgricoloIl suo scopo principale è non solo valorizzare il territorio siciliano, ma farlo concedendo anche la possibilità a una parte dei detenuti siciliani di affrontare un percorso di recupero che permetta loro di reinserirsi nella società come dei soggetti nuovi. Il programma fornirà, dunque, l’opportunità di occupare i più meritevoli tra i detenuti dei suddetti penitenziari siciliani presso l’azienda agricola sperimentale “ Campo Carboj”. L’ azienda, di circa 16 ettari, è dislocata nelle vicinanze degli stessi penitenziari e, di proprietà dell’E.S.A.(Ente Sviluppo Agricoltura), è stata concessa dalla Regione Siciliana in comodato d’uso gratuito al Dipartimento del’amministrazione penitenziaria per la realizzazione del progetto.

Alla cerimonia di sottoscrizione del Protocollo d’ Intesa sono intervenuti, tra gli altri,  Dario Cartabelotta, il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Giovanni Tamburino, il Sottosegretario di Stato alla Giustizia Giuseppe Beretta, il Provveditore regionale per l’Amministrazione penitenziaria Maurizio Veneziano,   il Procuratore Leonardo Agueci, il Commissario straordinario dell’E.S.A. Francesco Concetto Calanna,  Pippo Cipriani, ex sindaco di Corleone e stretto collaboratore di  Cartabellotta, ha presentato il progetto, mostrando grande trasporto e competenza, e ha fatto poi da moderatore degli interventi delle personalità presenti.

Il primo ad aprire il dibattito è stato Dario Cartabellotta, che ha spiegato le finalità principali del programma partendo dal contesto della nostra regioneQuesto programma scaturisce da due aspetti fondamentali della nostra regione: la “Banca della Terra” e l’agricoltura sociale. Il progetto della “Banca della Terra” con qualche reminiscenza storica ci riporta alla riforma agraria dei fratelli Tiberio e Caio Gracco. Con esso si è voluto fare un’operazione di riassegnazione delle terre del demanio pubblico che per migliaia di ettari risultano abbandonate. I progetti sociali sono invece quelli che sono stati codificati dalla norma sull’agricoltura sociale e che partono da un concetto fondamentale: la campagna con funzione terapeutica e riabilitativa . Quindi l’assegnazione delle terre da gestire e coltivare in un programma di agricoltura sociale può aiutare i detenuti e gli ex detenuti nella riabilitazione. 

E’ poi intervenuto Giovanni Tamburino che ha spiegato l’importanza del programma sperimentale per i detenuti e la società stessa: Oggi stiamo per attuare una vera e propria sperimentazione, parlo di sperimentazione perché, forse per la prima volta in Italia, ci accingiamo a svolgere un’attività che è stata definita agricoltura sociale .Agricoltura sociale significa appunto valorizzazione del territorio, di un territorio sfruttato non a sufficienza,una valorizzazione ottenuta attraverso il reinserimento di soggetti che si trovano in situazioni difficili e hanno un’occasione di miglioramento. Ora in questa sede io voglio ribadire il ruolo forte che l’iniziativa e l’attività lavorativa rappresenta quale strumento d’attuazione del mandato costituzionale e delle norme di ordinamento penitenziario. L’inserimento attraverso il lavoro è infatti ciò che incide più di ogni altro elemento sul fenomeno della devianza e può arrivare a ricollocare nella comunità dei cittadini nuovi e diversi da quelli che hanno commesso il reato, pronti a contribuire alla crescita economica e sociale del paese. Ma la peculiarità di questa iniziativa risulta anche sotto un altro profilo, poiché l’agricoltura ripropone la riscoperta di valori antichi, quali il rispetto per l’ambiente, la produzione di ricchezza primaria e la cultura della salute attraverso la genuinità dei cibi.

L’argomento è stato ulteriormente approfondito da Giuseppe Berretta che ha illustrato più nel dettaglio la situazione di emergenza carceraria attualeNoi ci troviamo ad operare all’indomani della conversione di un decreto legge, finalizzato a tentare di risolvere o quantomeno affrontare l’emergenza carceraria. Un’emergenza gravissima rispetto alla quale c’è stato un richiamo da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo e del Presidente della Repubblica. Il governo si è attivato,  considerando e ascoltando chi nel mondo del carcere ha operato, e come primo e fondamentale strumento ha individuato la liberazione anticipata speciale, consigliata già da tempo dal Presidente Tamburino. Però, affrontare l’emergenza carceraria non può significare soltanto ridurre il numero dei detenuti, è necessario accompagnare la riduzione progressiva del numero dei detenuti con una serie di misure che rieduchino il detenuto e gli permettano il reinserimento sociale e lavorativo. Questa è una prima opportunità e tanti altri progetti sono già stati messi in campo da parte dell’amministrazione penitenziaria per raggiungere questo obiettivo.

Anche Maurizio Veneziano è intervenuto con dati concreti sulle condizioni dei carceri siciliani e ha ribadito l’importanza delle misure riabilitative: Se immaginate che quotidianamente un detenuto costa 116 euro, se questo dato lo applichiamo ai sessantaduemila detenuti presenti in Sicilia, abbiamo un costo giornaliero di 720000 euro, che calcolato per un intero anno arriva a 280 milioni di euro. Allora è un costo che non va sottovalutato, che ci spinge a lavorare per evitare la recidiva. Le statistiche ci dicono infatti che i soggetti, che hanno scontato parte della pena in misure alternative alla detenzione, hanno un passo di recidiva abbondantemente minore. Ecco perché crediamo tanto in questo progetto, perché la rieducazione si concretizzi attraverso l’attività lavorativa. Antonio Ragonesi ha poi parlato di una crescente collaborazione con gli Enti locali per diffondere questo genere di iniziative in tutto il territorio italiano.

Il dibattito è proseguito con l’intervento di Leonardo Agueci, che ha definito il progetto un’iniziativa di lotta contro la Mafia, affermando: Noi constatiamo che i personaggi emergenti nelle organizzazioni mafiose provengono abitualmente da precedenti esperienze carcerarie, magari per reati di non particolare gravità. Le stesse esperienze carcerarie comportano la frequentazione di una sorta di “scuola di mafia” all’interno del carcere. Dunque avviene che persone, che potrebbero avere un destino diverso e che potrebbero considerare tale esperienza come una parentesi della loro esistenza, si trovino piuttosto ad essere condotti verso un futuro molto più radicato nella cultura mafiosa. Ora è chiaro che questo circuito va interrotto e l’iniziativa di cui oggi stiamo discutendo è estremamente importante, perché può fornire a tante persone, che si trovano a vivere l’esperienza carceraria, un’alternativa effettiva rispetto al destino di inserimento nell’ambito del circuito mafioso.

E’ poi intervenuto Francesco Concetto Calanna che ha illustrato le caratteristiche peculiari dell’azienda agricola sperimentale “Campo Carboj”: In quest’azienda di eccellenza noi facciamo innovazione e sperimentazione,  dove stiamo realizzando una grande “banca del germoplasma, dove la più grande ricchezza è la biodiversità, che noi oggi mettiamo al servizio anche di una funzione sociale, che è il recupero del detenuto.“Campo Carboj” è nato nel lontano 1958 per la formazione degli agricoltori che dovevano imparare a utilizzare meglio le acque al fine di produrre di più e di aumentare le loro ricchezze. Ora, con questo nuovo progetto, le attività che verranno svolte dai detenuti sono legate al lavoro manuale,indispensabili considerato lo stato in cui versa l'azienda.   

  In conclusione Antonio Ingroia ha ribadito l’importanza del progetto per la riabilitazione del detenutoLa legalità deve avere non soltanto il volto della repressione,  dell’azione penale, ma anche il volto umano della giustizia. Attraverso la riabilitazione del detenuto, lo Stato deve avere un volto di promozione della persona. A tal proposito mi fa particolarmente piacere che vengano coinvolti nel progetto due istituti penitenziari del territorio di Trapani, dove sto andando a insediarmi come nuovo Commissario.

Al termine degli interventi, si è proseguito con la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa, con grande gioia e soddisfazione da parte di tutti i presenti e soprattutto di chi ha tanto lavorato perché questo progetto così importante si potesse realizzare.

Come è nata l’idea di questo programma sperimentale di agricoltura sociale?

Quest’idea è nata da un momento in cui ci si è incontrati e abbiamo parlato, ad essere sinceri è stato il Alfonso Sabella che ha richiesto un intervento che potesse aiutare questo settore. Come ho già detto, noi all’interno dell’ispettorato di Trapani svolgiamo già questa funzione, perché il Tribunale di Trapani ci ha mandato alcuni detenuti. Le dirò che all’inizio,  essendo la prima volta, non sapevamo cosa fare e come comportarci, eravamo un poco confusi. Poi abbiamo visto invece che, trovando loro delle occupazioni e inserendoli in un contesto lavorativo, abbiamo avuto anche dei benefici dalla loro presenza. Per cui a partire da questa esperienza e dalla richiesta manifestata dal dottor Sabella, si è iniziato a ragionare su quali erano le aziende che avevamo e di comune accordo con l’E.S.A. abbiamo deciso di scommettere sull’azienda agricola “Campo Carboj”. E’ un primo progetto in cui riponiamo molte speranze di fare un buon lavoro tutti insieme.

Serviranno dei fondi iniziali per far partire il progetto? Sono già state stabilite le tempistiche di attuazione?

In questo momento non abbiamo parlato di fondi, in questo momento dobbiamo parlare di cosa fare all’interno di questo progetto e come inserire i detenuti. Non penso che ci saranno fondi aggiuntivi, poiché l’E.S.A. già dispone dei propri fondi ed è molto il lavoro materiale che questi soggetti dovranno svolgere all’interno di un progetto generale. Comunque l’amministrazione individuerà le giuste risorse se ce ne sarà bisogno, ma a volte si fanno cose senza denaro, solo con il lavoro e la buona volontà e si hanno anche risultati migliori.

Dario Cartabellotta

Questo nuovo progetto fa parte delle misure attuate per rilanciare e riqualificare l’agricoltura siciliana. In che modo potrà favorire l’agricoltura e le aziende agricole siciliane?

Questo rientra nella valorizzazione dello spazio rurale di tutta l’aria interna della Sicilia, della Campania e di altre regioni del meridione, che mette la terra al centro delle attività. Noi abbiamo fatto la legge sulla “Banca della Terra”, in modo tale che le terre pubbliche non vengano più lasciate abbandonate, ma date ai giovani, alle cooperative o utilizzate per progetti come questo.  In questo modo si ha la possibilità di sviluppare quest’attività,  perché l’inclusione sociale oggi è diventata un tema in cui sviluppare anche queste attività. Inoltre poiché l’uomo oggi tende a cercare quel benessere psicofisico che in una serie di luoghi gli manca, abbiamo anche previsto la norma sull’Agricoltura Sociale, centrata sulla funzione terapeutica che campagna riveste.

Giuseppe Berretta

La firma di questo Protocollo d’Intesa per supportare la riqualificazione dei detenuti è un gran risultato per il sistema della giustizia italiana. Lei cosa ne pensa?

Io credo che sia davvero importante, dopo tanti mesi che ci siamo occupati fondamentalmente dell’emergenza carceraria. Ora è giusto cominciare ad occuparsi anche di come assicurare una rieducazione e quindi un reinserimento dal punto di vista lavorativo di chi, avendo commesso degli errori e avendo pagato un prezzo dal punto di vista della pena carceraria, però deve essere messo nelle condizioni di un pieno reinserimento nella società.

Un progetto del genere quindi che possibilità offre ai detenuti di un futuro reinserimento sociale e lavorativo alla fine della pena?

Noi, in tal senso, pur nella condizione di difficoltà e ristrettezze dal punto di vista delle risorse, abbiamo fatto una scelta molto chiara: abbiamo prorogato gli incentivi, finanziato di nuovo le borse-lavoro per i detenuti e questa di oggi è un’ulteriore iniziativa di estrema importanza. Noi, sul tema del lavoro, come strumento per l’effettivo reinserimento e supporto fondamentale per l’affermazione della dignità della persona, abbiamo fatto scelte molto chiare. Abbiamo realizzato un progetto in cui ci sono tante attività lavorative all’interno delle strutture carcerarie, tantissime possibilità soprattutto per i minorenni e per lo svolgimento di attività anche all’esterno in condizioni di semilibertà. Dunque vogliamo proseguire su questa strada, perché siamo fermamente convinti che questo sia il vero strumento per realizzare l’obiettivo di una pena che sia una pena giusta e strumentale alla rieducazione e al reinserimento.

Sintesi presentata a Roma 

Mario Candore  

venerdì 21 aprile 2017

Consulenza, una partnership per la competitività


Consulenza, una partnership per la competitività


Il principio della separatezza delle funzioni, introdotte dalle recenti dispositivi di legge consegnano all'Ente di Sviluppo Agricolo, l'esclusività nell'attuazione degli interventi in termini di investimenti immateriali, come ente pubblico.

          Come è noto a tanti, infatti l'ESA nel corso della sua attività istituzionale, non si è mai occupata ne di erogare contributi, ne di attività ispettive e di controllo.  Al contrario si è sempre occupata di Assistenza tecnica alle aziende agricole grazie alla legge regionale 73/77















                 Accanto alle tematiche prioritarie poste dalla riforma della PAC,   il sistema nazionale di consulenza è chiamato ad accompagnare il rilancio dell'agricoltura italiana anche attraverso la razionalizzazione delle strutture di consulenza già esistenti ed il loro riorientamento verso le nuove finalità della PAC e della strategia Europa 2020.
Il miglioramento dell'efficienza aziendale passa attraverso il contenimento dei costi e l'aumento del rendimento globale delle attività, per cui la consulenza aziendale deve avere un ruolo centrale nel supporto all'imprenditore agricolo.  
Il Sistema di consulenza aziendale in agricoltura continuerà quindi a costituire nel periodo 2014-2020 uno degli strumenti principali attraverso cui perseguire le priorità dell'Unione europea in materia di sviluppo rurale. Inoltre i nuovi testi regolamentari ampliano la portata e la centralità del Farm Advisory System non limitandone l'azione al solo ambito dello sviluppo rurale ma conferendogli piena autonomia, oltre a prevedere una serie di materie aggiuntive, rispetto al passato, che potranno essere oggetto di consulenza (greening, cambiamenti climatici, aspetti sanitari zootecnici, ecc...).
 Con riferimento al quadro normativo   tenuto conto della necessità di evitare situazioni distorsive della concorrenza e del mercato per quanto concerne il settore dei servizi alle aziende agricole, considerato l'obbligo previsto dall'art. 12 del Reg. (UE) n. 1306/2013, è previsto che gli Stati membri istituiscano il "Sistema di consulenza aziendale" (FAS - Farm Advisory System).
Tale sistema di consulenza contempla molteplici attori pubblici e privati, istituzionali e partners economico-sociali e può essere supportato finanziariamente dai PSR regionali e dai Programmi operativi delle Organizzazioni ortofrutticole.


Nello specifico, i soggetti coinvolti sono analoghi a quelli contemplati nel precedente ciclo di programmazione, ma l'esperienza nazionale nel periodo 2007-2013,  i nuovi ruoli e le più ampie funzioni ad essi attribuite dai regolamenti della riforma della PAC impongono una rivisitazione della governance.
Innanzitutto si ritiene importante assicurare a livello nazionale un insieme di disposizioni, atti, e norme che consentano di garantire un'offerta completa di servizi di consulenza a differenza dell'attuale programmazione nella quale in alcune Regioni tale misura non è stata prevista.
Come in precedenza, il servizio può essere erogato da Autorità pubbliche designate e/o Organismi privati selezionati per fornire un servizio di consulenza e miglioramento nella gestione della terra e dell'azienda. Tuttavia, sul fronte del finanziamento pubblico, l'innovazione consiste nel fatto, come illustrato in precedenza,  che il beneficiario del finanziamento pubblico è direttamente l'organismo di consulenza mentre in precedenza il contributo spettava all'agricoltore che ora diventa "beneficiario finale" del finanziamento.
Questa modificazione del regime di finanziamento rende più importante del passato il criterio del "riconoscimento" della qualifica di organismo di consulenza, da parte della Regione o Provincia autonoma territorialmente competente, previa verifica dei requisiti richiesti.
Appare prioritario pertanto interrogarsi sulla opportunità di delineare un quadro nazionale omogeneo con "criteri minimi di riconoscimento", ovvero  requisiti standard che devono essere posseduti dai consulenti per poter svolgere la consulenza a livello regionale, interregionale o nazionale.
Sotto il profilo del disegno organizzativo del sistema di consulenza, la nuova governance si dovrebbe sviluppare sulle seguenti direttrici:

§  qualificare i consulenti (formazione preliminare + formazione sulle buone prassi procedurali di consulenza);
§  far sì che i consulenti sensibilizzino il beneficiario (self-control) ed effettuino delle verifiche intermedie di consulenza (audit) legate al miglioramento aziendale;
§  tenere ben distinte la consulenza e l'attività di controllo, prevedendo meccanismi premiali (analisi del rischio per l'estrazione dei campioni di controllo) per le aziende agricole e zootecniche che accedono al servizio di consulenza;
§  prevedere un sistema di certificazione di qualità nazionale sull'efficacia ed efficienza dell'attività di consulenza svolta, anche attraverso una banca dati FAS nazionale, con valorizzazione delle buone prassi di consulenza nel settore agricolo e zootecnico.

Circuito dei Borghi

nucciatornatore            
Circuito dei Borghi Genius Loci De.Co.:

ecco obiettivi e come farne parte

Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo. 


     Il genius loci nella dimensione storica dei Borghi è quello che sopravvive alle strutture funzionali in continua evoluzione e conferisce un carattere indelebile ai luoghi al paesaggio, attraverso diversi fenomeni urbani, tutti parte di una esperienza unica e riconoscibile. La dimensione contemporanea  dei luoghi,  vale a dire il genius saeculi, richiede un continuo aggiornamento dei temi collettivi, degli spazi pubblici e dei contenuti che sono assegnati alle forme storiche dalle persone che vivono e abitano quei luoghi, e l’inserimento di nuovi significati, nuovi valori, nuove forme di vita sociale. Questa dunque è la sfida per il   nuovo Millennio: conciliare lo spirito del luogo, il genius loci, con lo spirito del tempo, il genius saeculi, recuperando i valori della storia attraverso la loro conservazione e la loro combinazione nel tempo presente secondo un modello sostenibile e condiviso

Chiediamo a Nino Sutera, Innovation brokers  e ideologo del percorso      Che cos’è un  Borgo  GeniusLoci De.Co.?

E’ un percorso culturale, al francese “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all’improvviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dell’AIF  XXVI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori di Palermo. EXPO2015 MILANO

Qual è la mission?   

  Il percorso Borghi GeniusLoci De.Co.,   mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del Percorso GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività.
Il percorso innovativo “Borghi Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del territorio attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”.

Qual è la differenza rispetto agli altri strumenti?   

«La denominazione comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci” è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
 Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli  ideologo delle De.Co.  ha dato del “genius loci”:   esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva. 
Qual è la vision?  La bellezza e l'unicità del paesaggio, gli insediamenti storici, la rigogliosa natura ha regalato diversi elementi attrattivi ereditati dalla tradizione ed in grado di affascinare i cosiddetti “viaggiatori del gusto”, ossia quei tanti turisti intelligenti e colti alla ricerca della buona tavola, non solo per apprezzarne le qualità gastronomiche, ma anche per l’intimo e profondo legame tra essa ed il territorio.
Il valore di una De.Co.(Denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l'identità di un territorio.

In conclusione  Dr  Sutera quali sono  i contenuti Genius Loci?

L’ effetto GeniusLoci   è la capacità che deve avere un territorio, di « produrre », grazie al saper fare dell’uomo che possiede il gusto del territorio nel quale riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore.
Mentre i contenuti innovativi sono:  l’originalità, dal latino oriri, derivare, non solo da un punto di vista topografico, ma culturale, vuol dire non distorcere la voce  del territorio di provenienza.
La naturalità, produrre senza interventi estranei all’azione del territorio.
L’Identità  dal latino Idem, uguale che non cambia nel tempo, quindi facilmente riconoscibile, perché è il senso del luogo.
Infine  la specificità, nel significato dato da Max Weber nel 1919 di qualcosa facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche originali (un dolce, un piatto, un evento una tradizione)

Infine, quali sono i requisiti che i comuni debbono possedere per far parte del circuito dei Borghi GeniusLoci De.Co.?

 Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono dei principi inderogabili e non barattabili, innanzitutto  la storicità e l'unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero.  Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano l’idea del Borgo GeniusLoci  De.Co. all’interno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali.  
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili e controproducenti.

Bisogna dire infine,   che non è un percorso per tutti, ne tanto meno tutti i Comuni hanno i requisiti necessari per essere inseriti tra i Borghi GeniusLoci De.Co.




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