Il principio della separatezza delle funzioni, introdotte dalle recenti dispositivi di legge consegnano all'Ente di Sviluppo Agricolo, l'esclusività nell'attuazione degli interventi in termini di investimenti immateriali, come ente pubblico.
Come è noto a tanti, infatti l'ESA nel corso della sua attività istituzionale, non si è mai occupata ne di erogare contributi, ne di attività ispettive e di controllo. Al contrario si è sempre occupata di Assistenza tecnica alle aziende agricole grazie alla legge regionale 73/77
Accanto alle tematiche prioritarie poste dalla riforma della PAC, il sistema nazionale di consulenza è chiamato ad accompagnare il rilancio dell'agricoltura italiana anche attraverso la razionalizzazione delle strutture di consulenza già esistenti ed il loro riorientamento verso le nuove finalità della PAC e della strategia Europa 2020.Il miglioramento dell'efficienza aziendale passa attraverso il contenimento dei costi e l'aumento del rendimento globale delle attività, per cui la consulenza aziendale deve avere un ruolo centrale nel supporto all'imprenditore agricolo.
Il Sistema di
consulenza aziendale in agricoltura continuerà quindi a costituire nel periodo
2014-2020 uno degli strumenti principali attraverso cui perseguire le priorità
dell'Unione europea in materia di sviluppo rurale. Inoltre i nuovi testi
regolamentari ampliano la portata e la centralità del Farm Advisory System non
limitandone l'azione al solo ambito dello sviluppo rurale ma conferendogli
piena autonomia, oltre a prevedere una serie di materie aggiuntive, rispetto al
passato, che potranno essere oggetto di consulenza (greening, cambiamenti
climatici, aspetti sanitari zootecnici, ecc...).
Con riferimento al quadro normativo tenuto conto della necessità di evitare situazioni distorsive della concorrenza e del mercato per quanto concerne il settore dei servizi alle aziende agricole, considerato l'obbligo previsto dall'art. 12 del Reg. (UE) n. 1306/2013, è previsto che gli Stati membri istituiscano il "Sistema di consulenza aziendale" (FAS - Farm Advisory System).Tale sistema di consulenza contempla molteplici attori pubblici e privati, istituzionali e partners economico-sociali e può essere supportato finanziariamente dai PSR regionali e dai Programmi operativi delle Organizzazioni ortofrutticole.
Nello specifico, i
soggetti coinvolti sono analoghi a quelli contemplati nel precedente ciclo di
programmazione, ma l'esperienza nazionale nel periodo 2007-2013, i nuovi
ruoli e le più ampie funzioni ad essi attribuite dai regolamenti della riforma
della PAC impongono una rivisitazione della governance.
Questa modificazione del regime di finanziamento rende più importante del passato il criterio del "riconoscimento" della qualifica di organismo di consulenza, da parte della Regione o Provincia autonoma territorialmente competente, previa verifica dei requisiti richiesti.
Appare prioritario pertanto interrogarsi sulla opportunità di delineare un quadro nazionale omogeneo con "criteri minimi di riconoscimento", ovvero requisiti standard che devono essere posseduti dai consulenti per poter svolgere la consulenza a livello regionale, interregionale o nazionale.
Sotto il profilo del disegno organizzativo del sistema di consulenza, la nuova governance si dovrebbe sviluppare sulle seguenti direttrici:
Innanzitutto si ritiene importante assicurare a livello nazionale un insieme di disposizioni, atti, e norme che consentano di garantire un'offerta completa di servizi di consulenza a differenza dell'attuale programmazione nella quale in alcune Regioni tale misura non è stata prevista.Come in precedenza, il servizio può essere erogato da Autorità pubbliche designate e/o Organismi privati selezionati per fornire un servizio di consulenza e miglioramento nella gestione della terra e dell'azienda. Tuttavia, sul fronte del finanziamento pubblico, l'innovazione consiste nel fatto, come illustrato in precedenza, che il beneficiario del finanziamento pubblico è direttamente l'organismo di consulenza mentre in precedenza il contributo spettava all'agricoltore che ora diventa "beneficiario finale" del finanziamento.
Questa modificazione del regime di finanziamento rende più importante del passato il criterio del "riconoscimento" della qualifica di organismo di consulenza, da parte della Regione o Provincia autonoma territorialmente competente, previa verifica dei requisiti richiesti.
Appare prioritario pertanto interrogarsi sulla opportunità di delineare un quadro nazionale omogeneo con "criteri minimi di riconoscimento", ovvero requisiti standard che devono essere posseduti dai consulenti per poter svolgere la consulenza a livello regionale, interregionale o nazionale.
Sotto il profilo del disegno organizzativo del sistema di consulenza, la nuova governance si dovrebbe sviluppare sulle seguenti direttrici:
§ qualificare i consulenti (formazione
preliminare + formazione sulle buone prassi procedurali di consulenza);
§ far sì che i consulenti sensibilizzino
il beneficiario (self-control) ed effettuino delle verifiche intermedie di
consulenza (audit) legate al miglioramento aziendale;
§ tenere ben distinte la consulenza e
l'attività di controllo, prevedendo meccanismi premiali (analisi del rischio
per l'estrazione dei campioni di controllo) per le aziende agricole e zootecniche
che accedono al servizio di consulenza;
§ prevedere un sistema di certificazione
di qualità nazionale sull'efficacia ed efficienza dell'attività di consulenza
svolta, anche attraverso una banca dati FAS nazionale, con valorizzazione delle
buone prassi di consulenza nel settore agricolo e zootecnico.
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