lunedì 19 febbraio 2024

Verso un piano straordinario per l'emergenza idrica

Ha causa della siccità la situazione nelle campagne si fa veramente complicata. I volumi d’acqua negli invasi siciliani sono sotto il livello di guardia,   il mese di gennaio è stato il quinto consecutivo con precipitazioni inferiori alla norma del periodo; è stato registrato un deficit di circa 200 millilitri di acqua e nonostante qualche pioggia, si registra una marcata differenza territoriale tra le aree costiere e le aree interne del palermitano, del nisseno, dell’ennese e della piana di Catania. «La fotografia è preoccupante – dice l’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino –. Una situazione che sta danneggiando i nostri agricoltori e allevatori, già gravati dalle conseguenze dei fenomeni atmosferici anomali che hanno colpito l’isola nel 2023».  

 

Un piano da 150 milioni per intervenire sulle dighe e far fronte alla carenza di acqua in  Sicilia. Fondi che però devono essere ancora trovati. Ed è solo una delle azioni messe in campo dall’Osservatorio regionale sugli utilizzi idrici, istituito per volontà del presidente della Regione Renato Schifani, e coordinato dal segretario generale dell’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, Leonardo Santoro. Un piano, alla luce della ricognizione complessiva dei fabbisogni irrigui che in tutta la regione rimangono in forte sofferenza, che prova a far fronte alla crisi idrica definita di livello di criticità medio da cui discende la decisione a tutto il territorio regionale le misure di attenzione che, lo scorso dicembre, erano state già avviate per le province di Agrigento e Caltanissetta, ovvero quelle che, al momento, presentano i problemi più importanti sia per quanto riguarda l’uso potabile che per quello irriguo. Tra le altre azioni messe in campo il monitoraggio delle attuali risorse idriche, l’individuazione di altre fonti di approvvigionamento, la riduzione delle perdite, l’interconnessione tra le condotte degli invasi, l’utilizzo razionale dei quantitativi d’acqua disponibili.  

Ecco perché è necessario correre ai ripari. Sono cinque gli interventi su alcune infrastrutture dell’Isola    già inserite nel “Piano Nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico” inviato al Mit dal dipartimento regionale dell’Agricoltura il 27 ottobre dell’anno scorso.  
Il piano della Regione prevede l’adeguamento del sistema di tenuta e dragaggio della diga Rosamarina (provincia di Palermo) e per il miglioramento delle opere utili alla sua gestione per un importo di 25,9 milioni; lo sfangamento dell’invaso “Madonna delle Grazie” sotteso alle dighe Scanzano e Rossella in provincia di Palermo per il ripristino della capacità originaria, per 9,2 milioni; la manutenzione straordinaria del sistema di approvvigionamento primario della Sicilia centro-meridionale (diga Fanaco, provincia di Palermo) per un totale di 49,2 milioni; la manutenzione straordinaria del sistema di paratoie dello sbarramento Contrasto sul fiume Simeto (provincia di Catania) per l’alimentazione del sistema irriguo, per un importo di 48,8 milioni; la sostituzione della condotta metallica sul fiume Simeto in località Ponte Barca (in provincia di Catania) con la quale vengono consegnati i volumi irrigui alle prese di distribuzione, per complessivi 23,5 milioni.

domenica 18 febbraio 2024

il Born in Sicily

l'identità territoriale come volano di sviluppo

  NinoSutera

                    La Sicilia rappresenta un set cinematografico naturale dove sono stati realizzati moltissimi film e fiction televisive. Una tra le ultime, Makari, giunta alla terza stagione,  la fiction prodotta da Palomar, casa di produzione cinematografica e televisiva di serie di successo come il “Commissario Montalbano” . La Sicilia capace di mostrare tutti i suoi gioielli, insomma uno strumento di comunicazione formidabile, basta leggere gli articoli che hanno accompagnato la presentazione della fiction.

 Già nel 2013 la Regione si è dotata di una legge per la “Tutela e valorizzazione delle risorse genetiche  born in sicily  elaborata da Dario Cartabelotta già assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana.

Macari è un borgo vero,  una baia che si trova nel territorio di San Vito Lo Capo, per l’appunto. È situato sulla costa nord-occidentale della Sicilia e si tratta di un luogo bellissimo da visitare, in un’area che ogni anno viene presa di mira da frotte di turisti alla scoperta della bellezza dell’isola, esplorando l’enorme giacimento enogastronomico. Il fascino di Macari d’altronde ha contribuito anche al successo della quasi omonima serie tv e sicuramente, viceversa, il successo della fiction ha contribuito alla crescente popolarità del territorio. Un po’ come successo con un altro precedente molto illustre riguardante sempre una fiction Rai e un paesino siciliano: si tratta chiaramente di Vigata, paesino fittizio dove sono ambientate le avventure del commissario Montalbano, ma che si compone di diversi posti in provincia di Ragusa come Scicli, Modica e Punta Secca, dove si trova la famosissima casa del commissario meta di tantissimi turisti. Perché non investire allora sul rafforzamento del rapporto tra letteratura, cinema e identità territoriale?

Una tale ipotesi potrebbe concorrere ad accrescere la competitività di un Born in Sicily basato su parametri di  “qualità  locale” dove gli elementi essenziali di relazionalità sono costituiti dalla legge delle 5 T (Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenza) che rappresentano la vera componente innovativa. 

 Un progetto innovativo ancora attuale, volto alla tutela e salvaguardia delle migliori produzioni siciliane di qualità: vini, oli, frutta, ortaggi, formaggi, cereali e carni ancorate a una biodiversità differenziata e non omologata che ne esalta le caratteristiche qualitative. Con questa norma l’assessorato mira a rafforzare l’attività di salvaguardia delle risorse genetiche e a tracciare la qualità per renderla riconoscibile e difenderla dalla concorrenza sleale di prodotti scadenti e dall’agropirateria, istituendo un marchio di identificazione dei prodotti a qualsiasi titolo riconducibili all’agrobiodiversità siciliana.

L’obiettivo, recuperare l’identità di un territorio come opportunità di arricchimento di significati e valori per l’economia locale. Il territorio costruito nel tempo lungo dalle civilizzazioni attente ai processi coevolutivi, su cui oggi viviamo, è un prodotto sociale per eccellenza e dunque va trattato e attenzionato come un bene patrimoniale comune da difendere e salvaguardare, per consegnarlo alle generazioni future. Avere un luogo di origine molto bello aiuta per il successo. La percezione di qualità è fortemente influenzata da fattori esterni quali la notorietà. Un territorio bello, famoso e ben organizzato e quindi un enorme vantaggio, per rappresentare uno strumento di comunicazione del brand.

sabato 17 febbraio 2024

EU-FarmBook

 Il punto di riferimento per agricoltori, forestali e consulenti.



Cos'è EU-FarmBook?

EU-FarmBook è un progetto di Orizzonte Europa che sta lavorando a livello regionale, nazionale ed europeo (UE) per costruire una piattaforma online. Raccogliere e condividere conoscenze in ambito agricolo e forestale.

EU-FarmBook è la risposta alle reali esigenze di agricoltori, silvicoltori e consulenti. Il progetto Horizon Europe offre un luogo di incontro interattivo e multilingue per le comunità agricole e forestali, dando accesso a oggetti di conoscenza affidabili secondo i principi dei dati trovabili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili (FAIR). Gli utenti di EU-FarmBook possono interagire ed esplorare modi innovativi per risolvere le loro sfide quotidiane.

 obiettivo

Lo scopo principale di EU-FarmBook è sostenere lo scambio di conoscenze, sviluppando ulteriormente, espandendo e mantenendo una piattaforma online a livello europeo facilmente accessibile e di facile utilizzo per gli operatori dei settori agricolo e forestale. Per raggiungere lo scopo principale di EU-FarmBook, ci sono sei obiettivi specifici:

  • Raccogliere
  • Sviluppare
  • Ingaggiare
  • Comunicare
  • Impresa
  • Rete

Il tuo coinvolgimento è fondamentale in queste prime fasi man mano che la piattaforma EU-FarmBook si evolve:

  • EU-FarmBook è lo sportello unico per il libero scambio di risultati pratici di tutti i progetti di ricerca e innovazione del Cluster 6 Horizon.
  • Garantisci diverse opzioni di caricamento : contribuisci facilmente manualmente o tramite API per una condivisione efficiente.
  • EU-FarmBook rispetta criteri rigorosi come archivio affidabile, inclusi metadati, dati standardizzati, curation, identificatori persistenti, interazione online, conservazione a lungo termine e condizioni di accesso ai dati.
  • Riconosciamo il valore della scienza aperta , sostenendo la condivisione tempestiva e diffusa della ricerca finanziata con fondi pubblici.
  • Rimani aggiornato sugli sviluppi della piattaforma attraverso comunicati stampa regolari.

Verso un PIF sulla Canapa

 Coltivata prima dai Mongoli, poi dai Tartari e dai Giapponesi la canapa è una pianta con una storia misteriosa e antichissima. Una storia molto più antica di quella del cotone e della seta: anche se si pensa che sia originaria dell’Asia e del Medio Oriente, recenti studi affermano che la canapa era presente in Italia e nel bacino Mediterraneo già 13.500 anni fa. Lo storytelling che accompagna questa pianta parte da migliaia di anni or sono, per arrivare ai nostri giorni, in quella che tutti speriamo diventi l’era del cambiamento, diventandone protagonista, grazie alle sue infinite proprietà e capacità, sia a livello ambientale che produttivo. SEMINARIO

Il dipartimento agricoltura dell’assessorato Agricoltura della Regione Siciliana, nell’ambito della Rete regionale sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura ha avviato diverse iniziative informative-divulgative attraverso i lavori dei Gruppi Tematici

Alimentare, cosmetica, tessile, edilizia, cartiero, farmaceutico, sono solo alcuni dei settori dove la canapa sta rapidamente dimostrando la sua efficacia, sia in termini ambientali, che sociali ed economici. Questo anche perché oggi i parametri per misurare il valore di un progetto e/o di una società non sono più semplicemente economici, ma vanno ben oltre, e spesso è quasi impossibile misurarli. Un progetto per stare in piedi deve soddisfare requisiti di sostenibilità sociale, ambientale e socioeconomici, ma deve anche essere innovativo, condivisivo, convincente e, ovviamente, fattibile. 

Partendo da questo assunto e dopo mesi di incontri, analisi, verifiche, confronti, la società Milla Sensi è giunta alla conclusione che un progetto finalizzato a realizzare una filiera della canapa industriale, partendo dalla Sicilia, contiene tutti questi requisiti. Le domande dalle quali si è partiti inizialmente, sono state le seguenti:
• La canapa è una risorsa sostenibile?
•Può diventare un modello di Economia circolare?
• È una risorsa pulita per un’economia ecosostenibile?
• È un progetto di cultura ambientale, cultura industriale e di riattivazione giovanile?
•Può rappresentare una soluzione per favorire il cambiamento?
• È economicamente sostenibile?
Le risposte ottenute, da un’analisi qualitativa, tramite interviste e incontri, effettuata da Milla Sensi, su un campione ben definito, composto da referenti di enti e istituzioni, imprese di vari settori e dimensioni, sparsi su tutto il territorio nazionale, sono state estremamente positive e confortanti:
• Il 74% ha risposto “sì” a tutte le domande, consentendo di approfondire l’argomento e motivando tali risposte;
 Il 19% ha risposto “non saprei”, ma si è mostrata interessata ad approfondire;

• Solo il 7% ha risposto “no” ad alcune domande, a nostro avviso più per carenza di conoscenza dell’argomento che per convinzione o perché appartenenti a settori poco interessati alle applicazioni che la pianta offre.

Alla domanda “Quali settori sono maggiormente interessati a partecipare a un progetto di Filiera?”, la risposta è stata davvero incredibile: oltre il 70% delle imprese intervistate ha mostrato un interesse concreto a voler approfondire le possibilità applicative di questa pianta nei loro settori di competenza e interesse. E questo conferma i dati ufficiali che si possono riscontrare facilmente online dai quali risulta che la domanda, proveniente dal mondo industriale e produttivo di prodotto, derivato dalla coltivazione di canapa, è infinitamente superiore all’offerta. Settori quali il tessile, l’edilizia, la cosmesi, la green economy, e più in generale tutti i settori che usano materiale plastico, sono potenzialmente interessate a partecipare a processi di sperimentazione, vuoi perché hanno un disperato bisogno di riconvertire, in parte o in toto, i loro processi produttivi, vuoi perché mai come adesso le imprese stanno mostrando una grande sensibilità verso il cambiamento, che corrisponde al cercare soluzioni eco-sostenibili.

Completata questa analisi si è passati a elaborare le azioni su cui lavorare e le relative finalità da raggiungere:
 Favorire il dialogo e la collaborazione tra mondo industriale e mondo agricolo, con lo scopo di sviluppare processi virtuosi in grado di soddisfare tutti gli attori coinvolti,
• Incentivare la coltivazione della Canapa Sativa L, della sua industria di trasformazione e dei suoi innumerevoli utilizzi in campo ambientale e commerciale, prevedendo impianti di prima lavorazione in loco, nonché favorendo dinamiche di mercato per la diffusione dei prodotti
 Incentivare processi di conversione e/o adeguamento, coinvolgendo Partner industriali quali valorizzatori e/o utilizzatori finali dei prodotti,
 Accedere alle agevolazioni previste dal PNRR relativamente ai Contratti di Filiera, dove la filiera della canapa è stata inserita tra quelle che favoriscono i processi di economia circolare e transizione ecologica,
 Ottenere nel medio termine delle cultivar specifiche (mutuando ciò che è stato fatto con il vino – vedi ricerche di profilazione terpenica sugli estratti da infiorescenza). Come farlo? Costituendo una Filiera della canapa industriale, partendo dalla Sicilia, con un approccio metodico che preveda una crescita graduale, misurabile e scalabile, ma anche un monitoraggio costante di ogni fase di lavorazione e produzione nei diversi ambiti di applicazione della pianta.

venerdì 16 febbraio 2024

INnovazione nel POmodoro e Sostenibilità in Agricoltura


PSR SICILIA 2014-2022    MISURA 16.1  

GO:   PRIA

Coordinatore: Maria Sabrina Leone

email  coordinamento@progettoinposa.it   

Imprese agricole:

Il Frutteto (capofila), Cooperativa Valdibella, Cooperativa Casale di Campo, Azienda Agricola Cascio Francesco, Azienda Agricola Fabrizio Gioia, Azienda Agricola Matteo Gisone, Rinascita Soc. Coop. a.r.l., ALICOS di Palermo G. SAS

 Ricerca: Bromatos

Consulenza/formazione:

Università: Università di Palermo con i Dipartimenti SAAF e BIND (Scuola di specializzazione in Scienza dell’Alimentazione)

Altri APAS, ASTES 

www.progettoinposa.it





 Qual è la sfida o il problema pratico che il  gruppo operativo sta affrontando o quale opportunità sta affrontando? 

 

Con il progetto INPOSA, il GO PRIA ha non solo cercato di affrontare le complesse sfide legate alla redditività aziendale e alla sostenibilità ambientale nella produzione del pomodoro a pieno campo, ma ha anche provato a cogliere le opportunità provenienti dalle attuali tendenze nel mercato alimentare e della ristorazione.

 

Le problematiche da affrontare in campo agricolo ed ambientale

Aspetti fitosanitari: il pomodoro più di altre colture presenta numerosi problemi fitosanitari, recentemente accresciuti dall’arrivo del lepidottero Tuta absoluta che per il suo controllo richiede, in agricoltura biologica, l’adozione di strategie di lotta complesse e non sempre applicabili e, in agricoltura convenzionale, l’utilizzo massiccio di prodotti fitosanitari. Ciò comporta, oltre al notevole impatto ambientale, l’aumento esponenziale dei costi di produzione, che i modesti prezzi di vendita non riescono a compensare.

Uso della risorsa idrica: in Sicilia esistono consolidati esempi di coltivazione di pomodoro in asciutto che riguardano limitate aree produttive e che richiedono attente pratiche di aridocoltura. E tuttavia innegabile che la coltivazione proficua del pomodoro da mensa e/o da industria non può prescindere dall’utilizzo della risorsa idrica, sempre più limitata e costosa.

Spreco alimentare: nella coltivazione classica di pomodoro da trasformazione, dove si prevede la raccolta dei frutti in completo stadio di maturazione, si cerca, per ovvi motivi economici, di ridurre al minimo il numero degli stacchi fino ad arrivare all’estremo della raccolta meccanica che in un’unica passata consente di raccogliere l’intera produzione. Questa prassi però produce una enormità di scarti per prodotto verde (circa il 30% del totale raccolto), oltre ad un significativo calo della produttività delle piante rispetto ad una raccolta manuale con più stacchi.

Utilizzo del suolo: sono ancora pochi i produttori di pomodoro che adottano tecniche colturali “sostenibili” come quelle di mantenere il suolo con un contenuto ottimale di sostanza organica ben matura e praticare sovesci e ciò nonostante ciò comporti una conseguente riduzione degli input energetici, dei costi di produzione e di riflesso, un aumento della redditività.

Le opportunità di mercato da cogliere

Nel mercato del consumo alimentare, si assiste sia all’aumento del numero dei consumatori che vive il rapporto con il cibo all’insegna del salutismo (salubrità e genuinità), ricercando prodotti con meno zucchero e sale, piatti più leggeri e alimenti bio, sia ad una costante crescita dell’attenzione alle origini e alla sostenibilità ambientale di ciò che si mangia.

In cucina gli chef, ormai veri e propri opinion leader delle società moderne, vanno anch’essi alla ricerca costante di prodotti autentici e genuini e di novità ed innovazioni alimentari, in grado di ridurre i tempi di lavorazione ed esaltare i sapori delle proprie preparazioni.


  Qual è la soluzione, la pratica, il prodotto, il processo concreto e innovativo sviluppato dal vostro OG per affrontare la sfida o cogliere l'opportunità? 

Per contribuire a ridurre le problematiche legate alla coltivazione del pomodoro e cogliere le opportunità di mercato, il GO PRIA ha predisposto un articolato progetto sperimentale (progetto INPOSA) introducendo innovazioni di processo e di prodotto nella coltivazione e trasformazione del pomodoro, con importanti risvolti in campo ambientale, medico e nel mercato dei consumi alimentari e del Food&Beverage.

Le attività del GO si sono sviluppate attorno ad una specifica invenzione di cucina molecolare denominata POMODORO PELATO DORATO brevettata da uno Chef siciliano e che lo stesso Chef, cedendo temporaneamente i suoi diritti di utilizzo al GO, ha consentito di utilizzare/sperimentare durante l’arco temporale del progetto INPOSA. L’elemento chiave dell’invenzione e della sperimentazione del go pria ruota attorno alla lavorazione del pomodoro nella fase di invaiatura (appena dorato), ovvero del pomodoro raccolto prima della completa maturazione, quando ha una colorazione tra il verde e il dorato

Fino alla sperimentazione del progetto INPOSA, il mercato, la cucina, la cultura gastronomica e l’arte culinaria in generale avevano conosciuto ed utilizzato pomodori pelati, polpe, pezzettoni, salse e concentrati realizzati SOLO ed esclusivamente con pomodori rossi maturi.

Grazie alla differenza di contenuti e valori delle molecole come la pectina, il licopene, il betacarotene e l’acido citrico contenuti nel pomodoro “invaiato”, le imprese agroalimentari partner del GO hanno creato una passata ed un succo di pomodoro totalmente nuovi, radicalmente diversi per consistenza, colore, gusto e profumo da quelle rosse tradizionali, testati con successo sui potenziali consumatori, vincendo premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali.

Innovazioni e risvolti per le aziende agricole e l’ambiente

Grazie alla sperimentazione portata avanti dai partner del G0, imprese agricole e Diprtimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, si è accorciato il ciclo colturale e modificate le modalità di raccolta . La raccolta all’invaiatura, con la riduzione del ciclo vegeto-produttivo ha comportato la conseguente riduzione degli gli inputs energetici necessari per la produzione e quindi una riduzione dei relativi costi economici e degli impatti ambientali. In particolare:

·         si sono stimolate le piante all’emissione di nuove infiorescenze con aumento delle produzioni unitarie;

·         si sono esposte per tempi più brevi le bacche alle avversità abiotiche e biotiche, con il conseguente minore utilizzo di fitofarmaci ed il relativo miglioramento degli aspetti produttivi ed igienico-sanitari;

·         le piante hanno avuto bisogno di meno acqua e concimi;

·         negli ambienti climatici tipici dell’entroterra collinare siciliano, dove erano localizzate alcune delle imprese agricole del GO e dove le basse temperature di fine estate-inizio autunno non permettono la completa maturazione dei frutti è stato possibile utilizzare un prodotto altrimenti ritenuto di scarto,

·         si è avuto un migliore utilizzo del suolo, la tipologia dorata arriva a fine coltura con quasi un mese di anticipo rispetto alla coltivazione tradizionale, offrendo un ampio ventaglio di possibilità di successione colturale e quindi di avvicendamenti e rotazioni colturali consentendo di i mantenere il suolo con un contenuto ottimale di sostanza organica e riducendo il numero di arature (risparmio energetico).

E’ facile comprendere che la diffusione dell’innovazione portata avanti dal GO PRIA, riducendo i costi dei fattori di produzione ed una maggiore produttività di terra e lavoro, comporta nel medio e lungo periodo, una maggiore redditività aziendale delle imprese di produzione di pomodori a pieno campo.

Così come, evidenti sono i vantaggi ambientali, con la riduzione di acqua e concimi, nonché il minore utilizzo di fitofarmaci e la relativa riduzione dei rischi legati alla deriva, al ruscellamento e alla percolazione di suddette sostanze nell’ambiente.

 

Innovazione e opportunità di mercato

Il GO Pria ha inventato grazie alla sperimentazione due nuovi prodotti agroalimentari utilizzando uno dei prodotti agricoli più antichi e diffusi nel mondo. I due nuovi alimenti, il succo e la passata,  si contraddistinguono per il colore giallo oro, per il profumo molto intenso, per il gusto più delicato, morbido e vellutato ed infine per la consistenza, trattandosi di una textura molto più complessa rispetto al pomodoro rosso, che non tende a separarsi.

Si tratta di prodotti che sono stati testati con successo dal GO Pria nel corso di:

·         3 panel sensoriali (rivolti rispettivamente a chef , maestri pizzaioli e barman),

·         un’indagine su un campione di 543 consumatori

·         nel corso degli eventi divulgativi di progetto realizzati in Italia e all’estero . 

Tra le frasi maggiormente associate dai tester all’uso dei due prodotti vi sono state:

per il succo di pomodoro

“Senso di genuinità”, “sapore appagante e soddisfacente”, “sensazione che faccia bene alla salute” “prodotto migliore di quelli consumati negli ultimi 12 mesi”

per la passata,

“prodotto innovativo”, “leggera e altamente digeribile” “stimolante per sperimentare nuovi abbinamenti” grazie al carattere di emulsionante e di esaltatore di sapori, messo in risalto, nel corso dei panel, soprattutto da chef e pizzaioli.

Questi elementi definiscono bene l’ampiezza dei potenziali spazi di mercato che si possono aprire al mondo agricolo grazie alle attività sperimentate dal GO

 

I risultati in campo medico e salutistico

La soluzione proposta dal GO ha avuto effetti molto importanti anche in campo medico scientifico. Tra i partner vi è infatti la Scuola di specializzazione in Scienza dell’Alimentazione emanazione del dipartimento di bio medicina che insieme ad un partner privato ha verificato le proprietà nutrizionali, nutraceutiche e gli eventuali effetti positivi sulla salute dei nuovi prodotti.

L’attività progettuale ha prodotto un duplice risultato. Il primo di avviare i primi studi, a livello internazionale sulle proprietà nutrizionali e nutraceutiche del pomodoro invaiato.

Il secondo legato all’avere scoperto che tali prodotti, rispetto a quelli ottenuti con il pomodoro rosso hanno un maggiore potere nutritivo ma soprattutto maggiori proprietà antiossidanti e producono effetti positivi anche a livello cognitivo, tali da poter essere considerati un potenziale “functional food” da utilizzare nella prevenzione di patologie correlate a disfunzioni metaboliche, stress ossidativo sistemico e disfunzioni epatiche, nonché per combattere stati d’ansia e depressione.

Ecco perché l’innovazione sperimentata dal GO PRIA ha una valenza che travalica il solo comparto agricolo per raggiungere l’intera società.

  In che modo i professionisti sono stati coinvolti nello sviluppo della soluzione, della pratica, del processo o del prodotto?

Il GO si è costituito in modo da sperimentare internamente l’intero processo innovativo. Fanno infatti parte del GO 6 aziende agricole, 3 di trasformazione agroalimentare, un’associazione di produttori agricoli, un’associazione impegnata nello sviluppo territoriale sostenibile, un laboratorio di analisi cliniche e l’università di Palermo con due Dipartimenti (Agraria e Medicina) e la Scuola di specializzazione in Scienza dell’Alimentazione.

Le imprese partner hanno sperimentato il nuovo processo di raccolta con l’affiancamento e monitoraggio del  Dipartimento di Scienze Agrarie; lo chef in persona ed alcuni liberi professionisti hanno affiancato le imprese agroalimentari per attuare le modifiche necessarie nel processo di trasformazione. La scuola di specializzazione ed il laboratorio hanno verificato le proprietà nutrizionali, nutraceutiche e gli effetti positivi sulla salute dei nuovi prodotti. L’associazione dei produttori ha portato avanti panel e test sui consumatori, mentre l’altra associazione ha progettato e realizzati tutti gli eventi divulgativi e la campagna di comunicazione.

 Come avete diffuso i risultati del progetto al di fuori del progetto? 

I risultati del progetto sono stati divulgati attraverso:

          la creazione di un sito bilingue e la produzione di depliant distribuiti nel corso degli eventi, dei test sui consumatori e dei panel

          la partecipazione, con propri spazi ed allestimenti, ad eventi in Sicilia (n. 7), in Italia (Piacenza Tomato World / Vinitaly Verona) e all’Estero (Fruit Logistica, Berlino / Global Tomato Congress, Aja), nel corso dei quali è stato fatto degustare il succo ed è stata regalata la passata realizzati con la sperimentazione

           la creazione di n. 2 eventi (1 giornata in campo presso le aziende, 1 giornata studio) . Nei prossimi mesi è prevista la conferenza stampa finale

           la creazione e diffusione di comunicati stampa

           la redazione e diffusione di articoli scientifici nelle principali riviste internazionali in campo medico nutrizionale

https://www.facebook.com/bluesealandsicilia/videos/572901097347534

  Quali sono stati i risultati concreti ottenuti attraverso queste attività di diffusione  

I risultati delle attività di disseminazione sono stati

la pubblicazione di articoli su diverse testate regionali ed italiane, un servizio televisivo dedicato ed un articolo, online e cartaceo, sulla rivista internazionale Fruitnet  (https://desktop.eurofruitmagazine.com/2022/05/08/innovative-sicilian-tomato-juice-debuts-at-fruit-logistica/content.html)

          la pubblicazione di articoli medico scientifici nelle più importanti riviste scientifiche internazionali nel campo della nutrizione (Antioxidants, Frontiers in Nutrition, Journal of functional food)

          l’ottenimento di due premi di rilievo nazionale (premio “Future Farm – Forum Tomato World 2022 e premio Golosario Award 2022 per la sezione “sostenibilità”) e l’invito alla partecipazione gratuita al Global Tomato Congress 2022

          i numerosi i contatti con produttori di pomodoro di altre regioni italiane interessati allo sviluppo dell’iniziativa nei propri territori nel corso delle manifestazioni di Piacenza e a Verona, sono stati

          le moltissime richieste, per la commercializzazione del prodotto, da parte di operatori esteri nel corso della Fruitnet di Berlino 

 

Trasferibilità, scalabilità e creazione di valore di mercato dei risultati innovativi.

   Trasferibilità: 

Per rendere i risultati della sperimentazione in campo agricolo trasferibili al maggior numero di produttori, il GO ha previsto la redazione di due diversi disciplinari di produzione, rispettivamente destinati ad aziende agricole in regime di produzione biologica e ad aziende in regime di produzione integrata.

Si precisa che i due disciplinari, redatti dalla Facoltà di Agraria dopo due anni di sperimentazione presso le aziende agricole partner del GO, sono stati elaborati in stretta in collaborazione con le stesse aziende e gli altri partner di progetto attraverso tavoli di lavoro comuni.

I disciplinari contengono tutte le informazioni utili ad applicare i risultati della sperimentazione a qualunque produzione di pomodoro in pieno campo, trattando  nel dettaglio su:

          pratiche agronomiche e gestione colturale

          tecniche colturali

          controllo (dei principali patogeni o integrato)

  Scalabilità:

Tenendo conto di quanto già descritto nel paragrafo precedente, si ritiene che le attività realizzate dal GO oltre ad essere trasferibili siano implementabili su scala più ampia ed è anzi auspicabile che ciò avvenga.

La diffusione su larga scala di questi nuovi prodotti alimentari sul mercato, legata all’appetibilità ma anche agli effetti salutistici, genererebbe una forte domanda aggiuntiva per il comparto delle imprese di pomodoro a pieno campo. Tale domanda aggiuntiva rivolgendosi al pomodoro invaiato e non al rosso maturo, innescherebbe importanti effetti sulla redditività aziendale dell’intero comparto , grazie alla riduzione dei costi aziendali e all’aumentata produttività di terra e lavoro.

 Creazione di valore di mercato - La creazione di valore è correlata alla creazione o al miglioramento di opportunità di mercato attraverso i risultati del progetto, ad esempio attraverso il miglioramento della qualità, la diversificazione/differenziazione dei prodotti, l'adattamento alle mutevoli richieste del mercato, le innovazioni nell'imballaggio, nella logistica e nella lavorazione. In questo contesto, in che modo il risultato GO ha creato nuovo valore aggiunto? 

Il GO ha creato valore aggiunto, diversificando la produzione di uno dei prodotti agricoli più antichi e diffusi nel mondo e creando due prodotti alimentari totalmente NUOVI per gusto e proprietà.

Ha inoltre svelato le possibili opportunità di mercato, in termini di ampiezza e capacità di penetrazione dei nuovi prodotti, testandoli su un ampio numero di consumatori finali e valutandone scientificamente le proprietà e gli effetti positivi sulla salute.

 I nuovi prodotti sono risultati essere ideali per rispondere alle attuali esigenze del mercato: molto apprezzati al gusto e con tutte le proprietà salutistiche particolarmente ricercate dai consumatori.

Ha infine aperto spazi molto importanti nel mondo della ristorazione, dove chef e maestri pizzaioli, alla costante ricerca di novità ed innovazioni alimentari, hanno gradito particolarmente la passata per la possibilità di utilizzarla nella sperimentazione di nuovi abbinamenti alimentari, grazie al carattere di emulsionante e di esaltatore di sapori (proprietà possedute dalla non salutistica panna da cucina e che non ha la tradizionale salsa rossa).

 

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