martedì 25 aprile 2023

CANAPA NEW TECH

 

 “CANAPA NEW TECH”

 Si  è svolto il webinar CANAPA NEW TECH – la canapa modello di economia circolare, con oltre 160 attenti partecipanti.



  Nino Sutera Funzionario dell’Osservatorio Neorurale ha introdotto i lavori moderati da  Paolo Rapisarda, già Dirigente di Ricerca presso CREA - Centro di Ricerca Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura, che ha condotto magistralmente il suo ruolo con integrazioni agli interventi presentati. Ha quindi presentato in ordine  :  

Giancarlo Cravotto

Professore Ordinario di Chimica Organica dell'Università di Torino presso il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco di cui è stato Direttore dal 2007 fino al 2018 ed attualmente vice-Direttore Vicario. La carriera del Cravotto è iniziata nell'industria farmaceutica e poi con un periodo all’estero presso la Technische Universität di Berlino. È un esperto di tecnologie innovative di intensificazione di processo applicate in diversi settori della filiera agro-alimentare e dei materiali. La sua produzione scientifica: documentata da oltre 500 articoli scientifici e 21 brevetti. Tra i riconoscimenti più recenti la Medaglia d’oro “E. Paternò” della Società Chimica Italiana per il triennio 2017-2020.

Montanari Massimo. Agronomo con esperienza tecnica di campo e 25 anni di attività nell’ambito della certificazione delle sementi ed iscrizione varietà di specie agrarie. Dal 2018 al CREA centro di ricerca cerealicoltura e colture industriali sede di Bologna in cui tra l’altro è componente del gruppo di lavoro canapa con cui a diversi livelli ha collaborato a progetti di ricerca regionali e nazionali, collaborazioni con stakeholder privati e accordi scientifici con altri partner di ricerca.

(Anto)Nino Chiaramonte. Nato a Palermo nel 1968 Vive ed opera tra Palermo e Roma. Laureato in Scienze dei Servizi Sociali, è Autore del libro "A tuo padre" (2009) e del libro " Juana " (2013).

Presidente presso Ancica - Associazione Nazionale Coltivatori Italiani di Canapa, è componente del tavolo tecnico sulla canapa del MISAF

Davide Blandina

 È Procuratore dell’impresa Comet srl , impresa aderente a Confindustria, tramite Sicindustria - Delegazione Messina, (associata dal 8 ottobre 1998). Svolge attività di consulenza tecnica presso il gruppo Comet srl e  MdN Group srl: coordinatore dei servizi portuali, pianificazione delle manutenzioni impianti, pianificazione ormeggi, aspetti operativi, piano ottimizzazione risorse umane. Aderisce al Gruppo Giovani Imprenditori di Sicindustria Messina nel 2016. Tra il 2017 e il 2021 è Componente del Consiglio Direttivo, in seno al Comitato Regionale, del Gruppo GI Messina. Assume successivamente la Presidenza  

Salvatore Zappalà. Imprenditore. Giovane poliedrico. Entra molto presto nel mondo del lavoro dove velocemente cresce e si distingue per le sue capacità nel ramo assicurativo e finanziario, dove opera per circa 7 anni fino a sentire l’esigenza di un’ulteriore crescita. Nel 2018 inizia ad interessarsi al mondo della canapa industriale fino a maturare la convinzione che si tratti di un fenomeno di assoluta rilevanza in termini di sostenibilità, innovazione ed economia circolare, sino a costituire MillaSensi, la prima società agricola start up innovativa e benefit d’Italia, nella quale assume il ruolo di CEO.

                             L’evento organizzato dall’Assessorato Agricoltura in collaborazione con MillaSensi   e  MIRUS che ha curato la parte tecnica

 https://us02web.zoom.us/rec/play/RhU7HLh0sbjnnxZXXwtzQnyj4L3RxFNeDHCWPc1zgNiTJSL1UUJFTXlwzUY8RjkY4kUnwpNByQKA9VVc.9fZ0TRJCQn-HFp-f?canPlayFromShare=true&from=share_recording_detail&continueMode=true&componentName=rec-play&originRequestUrl=https%3A%2F%2Fus02web.zoom.us%2Frec%2Fshare%2FYIljUZJvdMr90hzprCN3c5Mw0NoSSmsl9C7dttyTA9OG6LdWj2KeO8gROYsLGZGr.V54tpzswZYTMaY4E

CODICE  DI ACCESSO

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martedì 4 aprile 2023

Sicilia, nasce il registro della biodiversità dei vigneti

NinoSutera

Si tratta di un registro che potrà essere utilizzato da tutti i viticoltori dell’isola per esaltare la biodiversità delle produzioni e dei vini siciliani

 

In Sicilia nasce il registro della biodiversità dei vigneti per la valorizzazione del germoplasma viticolo. Un albero genealogico dei vini siciliani e un registro che potrà essere utilizzato da tutti i viticoltori dell’isola per esaltare la biodiversità delle produzioni.

Questo, in sintesi, il primo risultato ottenuto con il progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo”, promosso e sostenuto dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia in partnership con il Dipartimento regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana, l’Università degli Studi di Palermo e il Centro regionale per la conservazione della biodiversità viticola e agraria “F. Paulsen”.

Scopo del progetto è conservare la biodiversità generata in Sicilia dai 3.000 anni di viticoltura e le sue varietà autoctone e intervenire a monte della filiera vitivinicola, dotando i vivaisti di materiale certificato di varietà autoctone da fornire alle aziende.

Inoltre, sono state poste le basi per lavorare su altri biotipi: in un anno sono stati costituiti diversi impianti riproduttivi delle viti, con materiale iniziale sottoposto preventivamente a test di laboratorio per accertare la purezza delle varietà e l’assenza di virus. Nel secondo anno del progetto, le barbatelle prodotte (talee di vite che hanno emesso le radici) sono state invece utilizzate per la costituzione di due campi di piante madri di categoria iniziale, situati nell’agro di Petrosino (TP).

“I risultati del lavoro della comunità scientifica dell’ateneo di Palermo, insieme al dipartimento regionale e al consorzio di tutela della Doc Sicilia – ha affermato l’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino – sono straordinari”.

Un albero genealogico dei vini siciliani e un registro che potrà essere utilizzato da tutti i viticoltori dell'isola per esaltare la biodiversità delle produzioni. Le aziende siciliane avranno inoltre la possibilità di acquistare materiale certificato di varietà autoctone dai vivaisti locali. Sono alcuni dei risultati del progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo” che ha visto interagire la Regione Siciliana, attraverso il dipartimento Agricoltura e il vivaio regionale Federico Paulsen, con la facoltà di Agraria dell'Università di Palermo e il consorzio di tutela vini Doc Sicilia insieme ad alcuni vivaisti privati. Il Paulsen ha fornito il materiale iniziale utile a sviluppare il progetto.   

Il programma si è svolto con la riproduzione, attraverso tecniche avanzate, di dieci varietà viticole siciliane e sono state poste le basi per lavorare su altri biotipi: in un anno sono stati costituiti diversi impianti riproduttivi delle viti, con materiale iniziale sottoposto preventivamente a test di laboratorio per accertare la purezza delle varietà e l'assenza di virus. Le barbatelle prodotte (talee di vite che ha emesso le radici) sono state utilizzate nel secondo anno del progetto per la costituzione di due campi di piante madri di categoria iniziale, situati nell'agro di Petrosino. 

«I risultati del lavoro della comunità scientifica dell’ateneo di Palermo, insieme al dipartimento regionale e al consorzio di tutela della Doc Sicilia - ha affermato l'assessore all'Agricoltura Luca Sammartino - sono straordinari. È un patrimonio che oggi, grazie a uno studio portato avanti dal dipartimento e dall'Università, mette al centro l’albero genealogico dei vini siciliani e istituisce un registro che potrà essere utilizzato da tutti i viticoltori siciliani per esaltare la biodiversità delle produzioni dei nostri territori e riconvertire alcune zone della regione in aree produttive. Siamo a pochi giorni dal prossimo Vinitaly dove la Regione Siciliana cercherà di promuovere il proprio brand e posizionarsi sempre più in alto sui mercati, nonostante la contrazione subita dall'export italiano. Riusciremo, insieme alla comunità scientifica e alla compartecipazione di pubblico e privato, a costruire nuove opportunità». 

«La Sicilia è uno scrigno di biodiversità - ha affermato il dirigente generale del dipartimento regionale dell'Agricoltura, Dario Cartabellotta - e questo lavoro è servito non soltanto a valorizzare le specie autoctone, ma anche ad arricchire l'offerta. È una soddisfazione esaltare l'identità enologica siciliana attorno a cui si è sviluppata una grande e nuova capacità di enologi e imprenditori in un momento che si definisce "rinascimento enologico" nell'Isola. Dopo il Nero d'avola e il Grillo sono arrivate le bollicine di Sicilia che hanno ulteriormente arricchito l'offerta di vini degli ultimi anni».


 

vigneti-registro-biodiversita-sicilia

 


sabato 1 aprile 2023

VINITALY 2023 & LA SICILIA DEL VINO

 

VINITALY 2023 

LA SICILIA DEL VINO

2-5 aprile 2023

TERRITORIO, BIODIVERSITÀ E SOSTENIBILITÀ

LA SICILIA IN UN CLIK









Negli ultimi 30 anni la Sicilia è diventata un BRAND di altissimo prestigio dell’enologia internazionale

che evoca territori di straordinaria vocazione vitivinicola, di lunga storicità e una stretta relazione tra

produzioni enologiche, cultura, tradizioni e paesaggio.

I vini siciliani danno la possibilità di assaporare questa realtà, unica e sfaccettata, armonica e complessa, immobile e in continua evoluzione: bere un bicchiere di vino è come gustare un lembo di quella terra, un pezzo di storia, cultura e tradizioni.

Questo piccolo miracolo che ogni volta può compiere un calice è nascosto nella storia millenaria che ha

accompagnato l’attività enologica di questa regione.



  BIODIVERSITÀ, la grande varietà dell’enologia siciliana è un altissimo valore aggiunto che esalta le identità e la riconoscibilità dei prodotti a livello internazionale.

  SOSTENIBILITÀ è il cuore GREEN delle produzioni enologiche siciliane.

DATI ECONOMICI

Il sistema agricolo, agroalimentare e agrituristico della Sicilia è un sistema economico basato su

prodotti di qualità, valore aggiunto e relazioni virtuose tra turismo, enogastronomia ed export.

I Vini di Sicilia contribuiscono per quasi 1 miliardo di euro



PROTAGONISTI VINI DI SICILIA

150 produttori di VINI di SICILIA

3 associazioni: ASSOVINI, PROVIDI e VITESI

Consorzio di tutela Vini DOC SICILIA

Consorzio di tutela Vini DOC ETNA

Consorzio di tutela Vini DOC PANTELLERIA, CERASUOLO VITTORIA,

MAMERTINO, MALVASIA LIPARI

Fondazione SOStain per la sostenibilità della vitivinicoltura



La Sicilia con 38.961 ettari è la prima regione in Italia per area agricola dedicata alla produzione

biologica e integrata.



FONDI EUROPEI E VINI DI SICILIA

Media annuale

 25 milioni di euro per lo sviluppo della viticoltura biologica

 15 milioni di euro per la misura agroclimatica di sostenibilità ambientale dei vigneti (10.1 B)

 20 milioni per la riconversione e ristrutturazione dei VIGNETI

 20 milioni per gli investimenti delle CANTINE

 5 milioni per la promozione sui mercati extra-europei

 2 milioni per la promozione sui mercati europei






giovedì 23 marzo 2023

COMUNICAZIONE E PUBBLICITA’ DEL NUOVO PIANO STRATEGICO DELLA PAC

Mariangela Miceli

 COMUNICAZIONE E PUBBLICITA’ DEL NUOVO PIANO STRATEGICO DELLA PAC

Il Nuovo regolamento di esecuzione 2022/129 in raccordo con il Reg. 2115/2021 così come modificato dalla Commissione europea è intervenuto in materia di comunicazione e pubblicità del nuovo Piano strategico della PAC.

L’introduzione della novella legislativa ha sicuramente il pregio di apportare un significativo apporto non solo alla gestione del Piano Strategico ma ha posto tra gli obiettivi centrali quella di una massiccia opera pubblicitaria ad opera degli Stati Membri e delle Autorità di Gestione.

Appare significativa l’introduzione nel regolamento 129 dell’articolo 123, paragrafo 2, lettera k), del regolamento (UE) 2021/2115 l’autorità di gestione deve garantire che sia data pubblicità ai piani strategici della PAC svolgendo azioni di comunicazione e visibilità presso il pubblico, i potenziali beneficiari e i gruppi destinatari pertinenti. Infine a norma dell’articolo 124, paragrafo 3, lettera f), del regolamento (UE) 2021/2115 l’autorità di gestione deve mettere a disposizione del comitato di monitoraggio le informazioni necessarie per esaminare l’attuazione delle azioni di comunicazione e visibilità.



Il fine ultimo è quello di porre non solo la comunicazione e la pubblicità tout court del nuovo Piano Strategico della PAC  ma lo scopo appare ancora più nobile: la  Commissione, infatti, mira a garantire ed a fornire ai potenziali beneficiari ogni informazione utile al fine di rendere fattibili e attuali gli investimenti di spesa.

Infatti, la Commissione prevede atti di informazione, pubblicità e visibilità al fine di informare i potenziali beneficiari, le organizzazioni professionali, le parti economiche e sociali, gli organismi coinvolti nella promozione della parità di genere e le organizzazioni non governative interessate (incluse le organizzazioni che operano nel settore dell’ambiente) circa le possibilità offerte dal piano strategico della PAC e le condizioni per poter accedere ai finanziamenti dello stesso. La stessa commissione può prevedere atti di esecuzione uniformi al fine di dare esecuzione alla predetta attività.

L’allegato III del reg. 129 appare ancora più chiarificatore, nello specifico si occupa dei Requisiti in materia di informazione, pubblicità e visibilità, ponendo l’accento al par. 1.3 che l’autorità di gestione garantisce, entro sei mesi dall’adozione della decisione della Commissione che approva il piano strategico della PAC, sia attivo un sito web sul quale reperire informazioni sul piano strategico sotto la sua responsabilità, riguardanti gli obiettivi, le attività, le possibilità di finanziamento disponibili, nonché i risultati attesi e,

non appena disponibili, quelli effettivi. Il sito si rivolge al pubblico e ai potenziali beneficiari di cui all’articolo 123, paragrafo 2, lettera k), del regolamento (UE) 2021/2115.

Il par. 1.4. disciplina, invece, l’attività dell’autorità di gestione che  assicurerà la pubblicazione sul sito web di cui al punto 1.3 di un calendario degli inviti a presentare proposte che sono stati pianificati e delle scadenze per le domande, aggiornato almeno tre volte all’anno, con i dati

indicativi seguenti:

a) area geografica interessata;

b) interventi e obiettivi specifici interessati;

c) tipologia di richiedenti ammissibili;

d) importo totale del sostegno;

e) data di inizio e di fine del periodo di presentazione delle domande.

Non appare superfluo anche evidenziare che il Reg. pone una normazione anche in riferimento alla “Visibilità di determinate operazioni sostenute dal FEASR”, la disciplina appare di assoluta importanza poiché il fondo FEASR è il primo fondo a cui accedono, ad esempio, giovani agricoltori, imprenditori agricoli e simili.

L’utilizzo, quindi, di  una maggiore comunicazione non solo istituzionale ma fattiva, permetterà una maggiore informazione e determinerà quella che può essere una migliore spesa e investimento dei Fondi strutturali.

Appare utile ricordare, infatti, che tra le operazioni finanziabili vi sono:

-          operazioni che consistono nel finanziamento di infrastrutture o per le operazioni di costruzione, per le quali la spesa pubblica totale o il costo totale nel caso di sostegno sotto forma di strumenti finanziari, compreso il finanziamento del capitale circolante, supera 500 000 EUR, esponendo targhe o cartelloni permanenti chiaramente visibili al pubblico, in cui compare l’emblema dell’Unione conformemente alle caratteristiche tecniche di cui all’allegato II non appena inizia l’attuazione materiale delle operazioni o sono installate le attrezzature acquistate;

-           operazioni che consistono in investimenti in beni materiali non rientranti nell’ambito della lettera c) per le quali il sostegno pubblico totale supera 50 000 EUR o, in caso di sostegno sotto forma di strumenti finanziari compreso il finanziamento del capitale circolante, per le quali il costo totale supera 500 000 EUR […].

Appare chiaro che i Regolamenti sopra citati non vogliano semplicemente operare una comunicazione pubblicitaria in termini tradizionali, ma vogliano considerare il beneficiario quale primo fra i primi a dover conoscere delle iniziative legate al Piano Strategico della PAC al fine di rende efficace ed efficiente le operazioni legate a questa importante operazione di sostegno euro unitaria.


 *  Avvocato del Foro di Trapani, dottoressa di ricerca in diritto commerciale, è consulente tecnico per il Fondo FEASR presso l´assessorato dell´Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione siciliana. Autrice di pubblicazioni scientifiche. Contributor per il blog Econopoly24 del Sole24ore. Collaboratrice per il Vol. “L´interpretazione del diritto” a cura di F. Caringella ed. Dike; co - autrice del testo edito da Giuffrè “Criptoattività, criptovalute e bitcoin”, a cura di Stefano Capaccioli. E. tra le altre cose, curatrice e relatrice del Convegno “un’altra vita: dal codice rosso alla rete sociale”, patrocinato dall´Unesco.
 

venerdì 17 marzo 2023

INSETTI A TAVOLA: NO GRAZIE

 

INSETTI A TAVOLA: NO GRAZIE


Non si può affidare a un'etichetta di un millimetro,

 la scelta consapevole dei consumatori sulla questione dell’uso degli insetti a scopo alimentare, serve un’etichettatura più evidente. Per questo ho chiesto al governo italiano una pausa di riflessione e un approfondimento». 

lo afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino  

 

L’Unione Europea ha portato gli insetti nelle tavole dei consumatori: larve gialle delle tarme (Tenebrio molitor, un coleottero), la locusta migratrice (Locusta migratoria), il grillo (Acheta domesticus),  il tenebrione mugnaio (Alphitobius diaperinus) e tante altre ne arriveranno nei prossimi mesi:  il grillo domestico tropicale, la mosca soldato nero.

Tutti con il parere dell’Autorità Europea per la sicurezza alimentare (EFSA) perché gli insetti possono essere veicolo di pericoli per la salute umana dovuti a:

·         sostanze chimiche (veleni, anti-nutrienti, farmaci veterinari utilizzati nell’allevamento degli insetti, pesticidi o inquinanti organici presenti nell’ambiente o nella dieta degli insetti, ecc.);

·         agenti fisici (parti dure degli insetti come il pungiglione, il rostro, ecc.);

·         allergeni;

·         parassiti, virus, batteri e loro tossine o funghi;

·         condizioni di allevamento e di produzione, per le quali è necessario prevedere norme specifiche al fine di garantire il controllo dei rischi per la salute.

Molte allergie alimentari possono essere connesse alle proteine, per cui è necessario valutare se il consumo di insetti possa scatenare reazioni allergiche. Tali reazioni possono essere provocate dalla sensibilità individuale alle proteine di insetti, dalla reazione crociata con altri allergeni o da allergeni residuati da mangimi per insetti.

la Sicilia e' stata unica regione a prendere posizione contraria" 

Dario Cartabellotta 

Direttore  Dipartimento Agricoltura

La manipolazione industriale post-raccolta e l’aggiunta di vari ingredienti (aromi ed edulcoranti) svolgono un ulteriore ruolo nell’influenzare il carico chimico del prodotto alimentare finale a base di insetti.

L’EFSA ha valutato la questione degli allergeni, spiegando che al momento non si escludono reazioni in chi soffre di allergia.

Diversi studi suggeriscono che la chitina, che si trova comunemente negli esoscheletri di invertebrati come crostacei, insetti e acari della polvere domestica, può indurre reazioni allergiche per inalazione. Sarebbero necessarie ulteriori ricerche per determinare se c’è qualsiasi associazione tra questa modalità di potenziale allergenico della chitina e consumo di insetti.

Ma evidentemente c’è una notevole e ingiustificata esigenza di affrettare la loro commercializzazione a prescindere dall’esposizione a rischi per la salute almeno di determinate categorie di consumatori.

In conseguenza alla diffusione di questi prodotti la Francia con l’ANSES (Agenzia francese per l’alimentazione, l’ambiente e la salute e sicurezza sul lavoro) ha condotto una revisione delle attuali conoscenze scientifiche sui rischi del consumo di insetti.

Nel suo parere fa il punto sui potenziali pericoli trasmessi dagli insetti e sulle esigenze di ricerca in relazione a questo problema.

L’Agenzia Francese raccomanda di istituire elenchi a livello dell’UE di specie commestibili e regolamenti specifici per l’allevamento e la produzione di insetti e prodotti a base di insetti, al fine di garantire il controllo dei rischi per la salute in questo settore.

La tutela del Made in Italy 

è 

una cosa seria.

C’è tutta questa necessità di modernizzare l’alimentazione degli italiani o potrebbe rivelarsi in un boomerang contro le produzioni di qualità, quelle biologiche la Dieta Mediterranea che vantano tradizioni millenarie?

I cibi a base di insetti arriveranno anche nelle mense scolastiche e ospedaliere per le quali si dovrebbero imporre cibi tradizionali e biologici proprio ai fini di tutela della salute dei minori?

Siamo cosi certi che in caso di utilizzo di Locusta migratoria congelata o essiccata, le zampe e le ali dell’animale saranno rimosse per ridurre il rischio di stipsi, che potrebbe essere causata dall’ingestione delle spine presenti sulle tibie degli insetti, così come prescrive la proposta di decreto ?

domenica 12 marzo 2023

Legame tra biodiversità e resa agricola

 

 

Guido Bissanti*

     Negli ultimi tempi la crisi del settore agroalimentare, legata soprattutto all’impatto ambientale di alcune pratiche agricole ed ai sistemi di distribuzione eccessivamente energivori, ha indotto molti ricercatori di diverse Università a operare analisi e ricerche su nuovi modelli produttivi.
Al centro di queste ricerche il possibile legame tra aumento della biodiversità naturale ed agricola e qualità e quantità dei prodotti ottenuti.
I risultati non si sono fatti attendere e sono stati confermati, altresì, dalle dichiarazioni, tra glia altri, di Giovanni Tamburini, Ricercatore dell’Università di Bari e dell’Università di Scienze Agrarie di Uppsala (Svezia) e principale autore di uno studio sui riflessi della biodiversità su processi agricoli, il quale afferma che: “La tendenza attuale è la semplificazione dei principali sistemi colturali in tutto il mondo. Coltiviamo monocolture su campi che si distendono su paesaggi omogeneizzati. I risultati del nostro studio indicano che la diversificazione può invertire gli impatti negativi che osserviamo nelle forme semplificate di coltivazione sia sull’ambiente che sulla produzione stessa“ (Tamburini G. et Al. 2020).
A rafforzare questo ed altri studi ci ha pensato uno studio inglese, durato circa 10 anni, dove si evidenzia come nelle aziende agricole la rinaturalizzazione delle superfici fa crescere i raccolti.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare (secondo l’assunto della specializzazione colturale) quando si riservano parte delle aree agricole alla natura non si riduce la produttività. I risultati anzi indicano, al contrario, che in certi casi la fa aumentare.

È quanto è emerso, appunto, dallo studio decennale del Centre for Ecology and Hydrology del Regno Unito. Il progetto è stato condotto in un’azienda agricola di 1.000 ettari, a Hillesden, un villaggio dell’Inghilterra, appartenente alla contea del Buckinghamshire.
In questa azienda, sin dal 2005, è stato condotto un progetto di rinaturalizzazione di alcune aree agricole creando una maggiore biodiversità a supporto degli habitat circostanti.
I dati emersi dopo varie annualità (ricordiamo che un ciclo naturale ha bisogno di più annate per avere una rilevanza statistica) è che grazie alle piante inserite in queste zone è aumentata la presenza di insetti utili alla produzione agricola come gli impollinatori e degli insetti predatori di parassiti.

Pertanto al lavoro di Tamburini ed altri, oltre ad altri studi, che qui non citiamo per non dilungarci, l’aumento delle rese è collegato ad un sistema di biodiversità floristica e faunistica che è perfettamente in accordo con la teoria dei Sistemi Dissipativi di Y. Prigogine (premio Nobel per la chimica nel 1977), in cui lo scienziato di origine Russa dimostrò che i sistemi termodinamici più complessi, come gli ecosistemi ricchi di biodiversità, utilizzano meglio l’energia disponibile (in gran parte solare) conducendo ad una Produttività Primaria maggiore.

Nell’area oggetto del decennale studio è, altresì, cresciuto il numero di alcune specie di farfalle, così come quello di piccoli mammiferi e uccelli. Tra questi ultimi è quasi raddoppiata la presenza della cinciallegra (Parus major Linnaeus, 1758), con un incremento dell’88%, e della cinciarella (Cyanistes caeruleus Linnaeus, 1758) che hanno beneficiato del riparo fornito da siepi e margini erbosi.
Il dato interessante, in accordo, tra l’altro, con i principi e fondamenti dell’agroecologia, è che grazie alla presenza di questi insetti e di animali, nonostante una quota della superficie agricola sia stata sottratta alla coltivazione, le rese complessive dell’azienda agricola sono rimaste inalterate e in certi casi migliorate.
I ricercatori hanno affermato che “non conviene coltivare in aree poco produttive dove invece è più vantaggioso lasciare spazio alla natura facendo aumentare la resa media. Avere più natura in azienda influisce positivamente sui raccolti” E, probabilmente, aggiungiamo noi, anche sulla loro qualità, anche per via del minore uso di prodotti chimici di sintesi.
Un’ultima annotazione sullo studio è quella della sua potenziale replicabilità in contesti analoghi. Il progetto è stato infatti condotto in una fattoria di grandi dimensioni, gestita con pratiche agricole convenzionali, in un territorio privo di aree naturali di particolare estensione.
Ciò significa che per poterlo replicare in ambiti dotati di aziende di più ridotte dimensioni si potrebbe pensare ad un progetto pilota a partire dai Biodistretti.
                         Tra l’altro, proprio in Sicilia, l’emanazione della L.R. 21 del 2021, sull’agroecologia, troverebbe un terreno normativo e regolamentare, è il caso di dirlo, particolarmente fertile.




venerdì 10 marzo 2023

La filiera dei frumenti antichi siciliani

 

PRODOTTA LA PRIMA PASTA CON GRANO DURO ANTICO SICILIANO E FUNZIONALIZZATA CON AGGIUNTA DI LICOPENE, ESTRATTO DAL POMODORO, OUTPUT DEL PROGETTO FI.SI.PRO.

 

               Sviluppo e rafforzamento della filiera dei grani duri antichi siciliani, introduzione di tecniche e tecnologie innovative, produzione di alimenti funzionali e nutraceutici. Sono questi gli obiettivi del Progetto Fi.Si.Pro, Gruppo Operativo Sicilian Quality Food, finanziato dal PSR Sicilia. La pasta prodotta è stata presentata durante il convegno regionale “La filiera dei frumenti antichi siciliani: dalla produzione alla realizzazione di prodotti nutraceutici”, che si è svolto, oggi, venerdì 10 marzo 2023, a Palazzo Moncada, presso il Consorzio Universitario di Caltanissetta.

 







 



  – Presentata la pasta prodotta con grano duro antico siciliano, di Perciasacchi (varietà da conservazione), nel formato rigatoni, trafilata al bronzo ed essiccata a bassa temperatura, funzionalizzata con aggiunta di licopene. Dotata di capacità antiossidanti, in grado di prevenire malattie tumorali nell'organismo umano, questa sostanza è stata estratta da alcuni ecotipi siciliani di pomodoro. Nell'ultimo decennio, si è assistito a un notevole incremento sul mercato di alimenti funzionali; studi scientifici hanno dimostrato il loro effetto positivo sulla salute sia in termini di prevenzione sia in termini di apporto nutrizionale. Il convegno, moderato dal Dott. Nino Sutera, coordinatore editoriale di Terrà, è stato organizzato dal Dipartimento Di3A dell’Università degli Studi di Catania, dall’OP Rossa di Sicilia e dall’azienda agricola Samperi. Sono intervenuti, tra gli altri, l’Avv. Walter Tesauro, Presidente del Consorzio Universitario di Caltanissetta, il Prof. Giuseppe Di Miceli, Dipartimento SAAF dell’Università degli Studi di Palermo, il Dott. Piero Lo Nigro, Presidente della Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Regione Siciliana, l’Avv. Francesco Nicoletti, Assessore del Comune di Caltanissetta con delega alla Crescita Territoriale. Presente in collegamento streaming il Dott. Dario Cartabellotta, Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana.

 

“La pasta è certamente un alimento base della Dieta Mediterranea. Per questo motivo, può essere identificata come uno "strumento di veicolazione" di sostanze funzionali e nutraceutiche e come alimento per garantire la sostenibilità anche a tavola, sia per l’ambiente che per la società” racconta la Dott.ssa Giulia Accardi del Dipartimento BIND dell’Università degli Studi di Palermo. “Possiamo certamente contribuire a raggiungere questo obiettivo attraverso l’assunzione di cibi funzionali e nutraceutici, che posseggono un potere antiossidante e anti-infiammatorio, sviluppati e consumati per la prevenzione delle patologie croniche e dell’invecchiamento precoce”.

 

Obiettivo del progetto Fi.Si.Pro. è lo sviluppo e il rafforzamento della filiera dei frumenti antichi siciliani attraverso la realizzazione di attività che, interessando i segmenti coinvolti (coltivazione, prima e seconda trasformazione), riescono a soddisfare le richieste dei vari attori che operano all'interno di essa, nonché quelle dei consumatori finali, sempre più esigenti in fatto di salubrità, bontà, eticità ed eco-sostenibilità delle produzioni, ivi comprese la tutela e la valorizzazione della biodiversità. Il progetto, quindi, si inserisce nella lunga tradizione della coltivazione di grano in Sicilia, coltura cardine che contribuisce per il 23% alla produzione nazionale. In questo macro contesto, trovano spazio i grani duri antichi siciliani, riscoperti e reintrodotti in coltivazione in questo ultimo decennio da numerosi agricoltori dell’Isola.

“Oggi, il mercato del grano duro in Sicilia rappresenta un'importante risorsa per l'agricoltura dell’Isola. Si producono circa 773.000 tonnellate, coltivate su una superfice di 270.000 ettari” dichiara il Dott. Ciro Costa del Dipartimento SAAF dell’Università degli studi di Palermo. “Questi incontri sono molto importanti al fine di ragionare insieme sulle cause dell'arretratezza del comparto cerealicolo dell'isola. Tale arretratezza la riscontriamo nella minore remunerazione dell'agricoltore e nelle grandi difficoltà che subiscono le aziende di trasformazione, tanto da non essere competitive sui mercati internazionali. Capire le cause e proporre nuovi modelli organizzativi e tecnologici che riuniscano gli attori della filiera in un sistema organizzato è la strada per la valorizzazione della stessa” conclude.




“L'Unione Europea con la sua politica di sviluppo rurale ha sostenuto i Gruppi Operativi per la ricerca e la modernizzazione dell'agricoltura: sono stati circa 80 i progetti messi in campo al fine di promuovere lo sviluppo di nuovi prodotti e processi agroalimentari e conseguire gli obiettivi di un sistema agricolo e alimentare sano e rispettoso dell'ambiente in grado di coniugare sostenibilità economica, sociale e ambientale” afferma il Dott. Dario Cartabellotta, Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura della Regione Siciliana.

 

“L’Assessorato all’Agricoltura ottempera alle funzioni istituzionali canalizzando le risorse finanziarie provenienti dall’UE, dallo Stato e dalla Regione, a favore dei beneficiari, programmando, elaborando bandi, istruendo istanze, liquidando richieste, dopo l’opportuna fase di istruttoria e di controllo. L'incontro di oggi è un momento importante per disseminare informazioni pregevoli per tutti” conclude Nino Sutera, Coordinatore editoriale di Terrà, multimediale dell'agricoltura.

 


Nei prossimi mesi, la pasta funzionale prodotta sarà oggetto di un trial medico che coinvolgerà, un gruppo di persone, uomini e donne di età compresa tra i 20 e i 75 anni, ai quali sarà chiesto di assumere una quantità stabilita di pasta prodotta da grani duri antichi siciliani e funzionalizzata con aggiunta di licopene, all'interno di un regime nutrizionale mediterraneo controllato, al fine di valutare le condizioni generali prima, durante e dopo l'intervento alimentare.

Alessia Maranzano

Comunicazione Progetto Fi.Si.Pro.

www.fisipro.com


 





                         “Fi.Si.Pro. - La Filiera dei frumenti antichi siciliani: dalla produzione alla realizzazione di prodotti nutraceutici” è un progetto approvato e finanziato con il contributo della Regione Sicilia nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022, lo strumento di finanziamento e attuazione del Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (FEASR) dell’Isola, Misura 16 “Cooperazione”, Sottomisura 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in misura di produttività e sostenibilità dell’agricoltura.


Photo e Video Credit: GemmaLab

 

 

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