mercoledì 4 settembre 2024

“21ª SAGRA DELL’ARANCINO”

 “21ª SAGRA DELL’ARANCINO”

FICARAZZI 2024

 

L’arancino è il protagonista di una delle manifestazioni più popolari di tutta la provincia, che riesce a coinvolgere numerosi turisti provenienti da tutta Italia. Il piccolo street food, allestito in Piazza Giovanni XXIII di Ficarazzi, frazione di Aci Castello, si svolgerà da giovedì  5 settembre 2024 fino a domenica 8, tutte le sere a partire dalle 18.00 e fino alla mezzanotte per assaporare arancini di tutti i gusti.



 La sagra viene annualmente organizzata dall’associazione “Amico Mondo” e sempre con il patrocinio del Comune di Aci Castello e finanziato dall'Assessorato Regionale all'Agricoltura

Il tour gastronomico comprende diversi stand in cui si potranno gustare gli arancini; altri stand saranno rispettivamente allestiti per la cassa e per le bibite. Infine, immancabile, Rete Radio Network che terrà tutti i visitatori in piacevole compagnia tra musica e divertimento. Si potranno gustare tantissimi tipi di arancini: dai più classici (ragù, burro e spinaci) a quelli particolari: melanzane, funghi, pistacchio, ricotta, norma, funghi e salsiccia, zucca e l’arancino in sfoglia. Novità di quest’anno sono l’arancino al cuor di zucca e gli arancini nero di seppia e salmone. 

Non mancheranno nel cuore delle serate spettacoli, musica e folklore che accompagneranno grandi e piccini durante le loro degustazioni. Il programma, infatti, prevede, quattro appuntamenti imperdibili. 

PLANNING:

Programma manifestazioni sagra dell'arancino 2024

·         giovedì 5 settembre ore 20:30 esibizione scuole di danza

·         venerdì 6 settembre ore 20:30 Karbonica in concerto

·         sabato 7 settembre ore 20:30 Tritono Band - ore 22.00 Dj Set

·         domenica 8 settembre ore 18.00 esibizione scuole di danza - ore 20:30 Summer Song Festival 

 

CONTATTI:

URL: http://www.sagradellarancino.com

E-mail: info@sagradellarancino.com

Tel: +39 3491696504

URL Associazione: http://www.lisolachenonce.sicilia.it

E-mail: info@lisolachenonce.sicilia.it – presidente@lisolachenonce.sicilia.it

Contatto F.B.: http://www.facebook.com/asslisolachenonce

 

RICCI WEEKENDER 2024 VI EDIZIONE

  

Ritorna dal 5 all’8 settembre a Catania, Ricci Weekender, il festival internazionale che porta in Sicilia il meglio della musica, dei vini e della cucina contemporanea, accogliendo viaggiatori da tutto il mondo alla continua ricerca di nuovi luoghi, nuovi suoni, e nuove esperienze. La manifestazione è finanziata dall'Assessorato regionale all'Agricoltura.



 Tra il barocco siciliano di Palazzo Biscari, l’arte di Palazzo della Cultura, gli splendidi giardini del parco botanico di Radicepura a Giarre, il fascino dello storico circolo Mercati Generali, Ricci Weekender è il fine settimana in Sicilia per antonomasia. Una fusione perfetta tra il territorio di straordinaria bellezza in cui abita, la line-up di qualità capace di mettere in dialogo artisti di alto profilo mondiale e i migliori nomi della scena italiana, con i protagonisti del mondo della cucina contemporanea internazionale, in un’esplosiva e originale miscela tra passato, presente e futuro. Con il sostegno dell’Assessorato regionale dell' agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, il circolo culturale Mercati Generali presenta all’interno di Ricci Weekender 2024 un programma ricchissimo teso a valorizzare i vini naturali e prodotti tipici Siciliani. Ricci nasce nel 2018 mettendo insieme la passione per la musica, per il settore enologico siciliano ed esperienze culinarie d’eccellenza. Un programma sviluppato ancora una volta grazie alla collaborazione tra il club Mercati Generali, la radio inglese Worldwide FM del dj e producer Gilles Peterson ed il cuoco Ed Wilson del ristorante Brawn di Londra- per firmare una nuova edizione del festival ancora più sorprendente delle precedenti. Sul fronte del food, Ricci Weekender 2024 invita in quest’edizione la brigata di cucina di Angiò Macelleria di mare, nata dall’estro creativo dello chef patron Alberto Angiolucci, e rinomata per i menù a base di pesce decisamente ricercati e innovativi, che curerà la cena di venerdì 6 settembre a Palazzo Biscari. Bar Brutal, wine bar e bistrot nel cuore di Barcellona diventato in pochi anni un punto di riferimento per la cucina stagionale, la selezione di vini naturali e la ricerca di materie prime di qualità che collabora regolarmente con festival internazionali come Sonar, Primavera Sound, Fuji Rock Festival e che arriverà al club Mercati Generali sabato 7 settembre, per offrire una cena speciale in collaborazione con Ed Wilson e Piermaria Trischitta del Røst di Milano, per l'ormai tradizionale big lunch della domenica tra i giardini di Radicepura 

Nelle giornate del festival saranno presenti decine di aziende del vino naturale siciliano, banchi degustazione, wine station e show-cooking delle fantastiche brigate invitate per questa edizione. Programma su https://www.ricciweekender.com/  

GAL Terre di Aci

 

Viaggio nei 23  
GAL della Sicilia.

               Dopo il Gal Madonie, il GAL Tirrenico Mare e Monti e Borghi, il GAL Etna Sud,  il Gal Rocca di Cerere, ecco il Gal Terre di Aci  

 

 la comunicazione è partecipazione

I Gruppi di Azione Locale (GAL) sono partenariati tra rappresentanti locali, pubblici e privati, creati per favorire lo sviluppo delle aree rurali, finanziati dall'Assessorato Regionale all'Agricoltura, attraverso il PSR 2014-2022.





Il GAL Terre di Aci ha annunciato l’avvio di 20 Centri di Facilitazione Digitale nei comuni di Acireale, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Aci Bonaccorsi e Valverde. Questi nuovi spazi, denominati “Punti digitali facili”, rappresentano un importante passo avanti per l’inclusione digitale, offrendo supporto gratuito e formazione ai cittadini che necessitano di assistenza nell’uso di servizi online, con particolare attenzione a quelli offerti dalla Pubblica Amministrazione.

La mappa dei Punti digitali facili è disponibile sul sito del GAL Terre di Aci. Questi centri sono aperti a tutta la popolazione e mirano a facilitare l’accesso a strumenti e servizi digitali, rispondendo così agli obiettivi della Comunità Europea di promuovere l’alfabetizzazione digitale. I cittadini potranno ricevere assistenza individuale o partecipare a sessioni di formazione di gruppo, a seconda delle loro esigenze.

Inclusione digitale e supporto alla popolazione

I Centri di Facilitazione Digitale sono stati pensati per essere accessibili a tutti, con un’attenzione particolare alle persone con fragilità o disabilità. Qui, i cittadini potranno ricevere supporto per l’utilizzo di servizi digitali come lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e l’accesso a piattaforme online come quelle dell’INPS o dell’Agenzia delle Entrate. I centri sono inoltre dotati di connessioni internet ad alta velocità e spazi adeguati per accogliere i cittadini e ospitare attività formative.

Il ruolo dei facilitatori digitali

Un team di 38 facilitatori digitali, già operativi nei Punti digitali facili, è a disposizione per assistere la popolazione nell’uso di internet e dei servizi digitali. Questi facilitatori svolgeranno un ruolo cruciale nell’orientamento e nel supporto ai cittadini, contribuendo allo sviluppo di competenze digitali di base e promuovendo l’inclusione digitale. Il loro compito sarà anche quello di individuare le esigenze specifiche dei cittadini, fornendo un servizio personalizzato che permetta a chiunque di accedere ai servizi digitali con facilità.

Le dichiarazioni

Roberto Barbagallo, presidente del GAL Terre di Aci e sindaco di Acireale, ha dichiarato: “Avviamo una lotta contro l’emarginazione digitale che come sindaci aderenti al GAL porteremo avanti nei nostri rispettivi comuni. Sono tanti i servizi digitali che la pubblica amministrazione mette a disposizione, ma qualcuno non riesce ad accedervi. Grazie alle risorse del PNRR interverremo nei nostri Comuni attraverso i Centri di Facilitazione Digitale. Esortiamo i cittadini a recarsi presso questi centri per ricevere supporto e formazione, ad esempio per richiedere lo SPID o accedere ai servizi digitali di INPS e altri enti”.

Anna Privitera, direttrice del GAL Terre di Aci, ha sottolineato l’importanza del progetto: “Il GAL Terre di Aci avvia un altro ambizioso impegno, finalizzato all’accrescimento delle competenze digitali diffuse per favorire l’uso autonomo, consapevole e responsabile delle nuove tecnologie. Vogliamo promuovere il pieno godimento dei diritti di cittadinanza digitale attiva da parte di tutti”.

Con questo progetto, il GAL Terre di Aci si pone l’obiettivo di abbattere le barriere digitali, rendendo i servizi online più accessibili a tutti e migliorando la qualità della vita dei cittadini nei comuni delle Aci.

martedì 3 settembre 2024

SESSIONI DI FORMAZIONE ONLINE MENSILI EU-FARMBOOK


EU-FarmBook è un progetto Horizon Europe che opera a livello regionale, nazionale ed europeo (UE) per creare una piattaforma online che raccolga e condivida conoscenze in materia di agricoltura e silvicoltura .

La piattaforma online EU-FarmBook è stata sviluppata per testare una grande idea: è possibile riunire e organizzare in un'unica piattaforma di facile utilizzo tutti i risultati tangibili dei progetti di ricerca e innovazione finanziati dall'UE, per aiutare a mettere le conoscenze pratiche a disposizione degli agricoltori, dei silvicoltori e dei consulenti di tutta Europa che ne hanno più bisogno?

Le sfide nel realizzare questo obiettivo sono grandi (qualità dei dati o dei database, problemi di compatibilità, barriere linguistiche e considerazioni intergenerazionali, per citarne alcune), ma crediamo che il futuro dell'innovazione in agricoltura e silvicoltura in Europa sia digitale e richieda uno scambio digitale di conoscenze notevolmente aumentato e migliorato tra le regioni e gli Stati membri dell'UE, nonché tra i diversi attori agricoli.

La missione

EU-FarmBook è la risposta alle reali esigenze di agricoltori, silvicoltori e consulenti. Il progetto Horizon Europe offre un luogo di incontro interattivo e multilingue per le comunità agricole e forestali , dando accesso a oggetti di conoscenza affidabili secondo i principi di dati reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili (FAIR). Gli utenti di EU-FarmBook possono interagire ed esplorare modi innovativi per risolvere le loro sfide quotidiane. 

L'impatto tangibile di EU-FarmBook è generato tramite comunicazioni orientate alla pratica, vari canali di diffusione, dimostrazioni in azienda agricola e programmi educativi diffusi. Insieme ai progetti correlati modernAKIS e ATTRACTISS , EU-FarmBook supporta gli attori AKIS degli Stati membri, le reti CAP e i punti di servizio EIP-AGRI in un approccio multi-attore.

La visione

EU-FarmBook è il punto di riferimento per agricoltori, silvicoltori e consulenti.

 

REGISTRAZIONE

 

SESSIONE DI FORMAZIONE ONLINE 1

ASPETTI GIURIDICI E DIRITTI DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE

Quando: 17/09/2024 09:00-10:00 (CET)

Dove: Online (Zoom)

Cosa: Durante questa sessione di formazione di un'ora, un collaboratore di EU-FarmBook spiegherà gli aspetti legali del caricamento di contenuti su EU-FarmBook

Pubblico di destinazione: Se sei interessato a caricare contenuti su EU-FarmBook

Lezioni apprese: Posso caricare l'output del mio progetto su EU-FarmBook? Cosa succede se non sono il coordinatore del progetto? Cosa sono i diritti di proprietà intellettuale? Quale licenza seleziono? Cos'è Creative Commons?

 

 

 

SESSIONE DI FORMAZIONE ONLINE 2

COMPRESSIONE VIDEO

PER IL CARICAMENTO

Italiano: Quando: 17/09/2024 10:30-11:00 (CET)

Dove: Online (Zoom)

Cosa: Durante questa sessione di formazione di 30 minuti, un collaboratore di EU-FarmBook spiegherà come preparare un video prima di caricarlo su EU-FarmBook comprimendolo a una dimensione appropriata

Pubblico di destinazione: Se sei interessato a caricare contenuti video su EU-FarmBook

Lezioni apprese: Come posso assicurarmi che il video che voglio caricare abbia le caratteristiche tecniche corrette? Quale software posso usare per preparare il contenuto video? Come posso assicurarmi che il video non sia troppo grande per essere trasmesso in streaming dai visitatori di EU-FarmBook?

Il diritto alla felicità, il principe di Salina in una conversazione impossibile

 

Le Ragioni del cibo

Master Chef Margheritese e  diritto alla felicità

di 

Lillo Alaimo di Loro

          

                      Dopo un bel sabato sera a Santa Margherita Belice  a parlare di Sciascia, cibo e diritto alla felicità, il piacere di incontrare il principe di Salina per una conversazione impossibile sul destino della Sicilia e dei sud del mondo. 

L’occasione ci è offerta dal 4° Food Cooking Competition Fest, il  Master Chef Margheritese che si è svolto proprio nel paese del gattopardo  lo scorso sabato 17 agosto. Un format vincente e collaudato, ideato e magistralmente organizzato dallo chef Michele Ciaccio che per l’edizione 2024, condotto da Santina Matalone, ha visto la partecipazione di chef stellati e amatoriali, esperti di  gastronomia e di enologia che si sono avvicendati in preparazioni sofisticate ma fortemente radicate al territorio di cui esprimono le migliori essenze, grazie all’utilizzo dei prodotti territoriali di eccellenza. Una straordinaria occasione per parlare di cibo e di promozione del   territorio attraverso i Borghi Genius Loci De.Co. di cui  la bella Santa Margherita Belice fa parte. Cibo che cura e che rende felici, ma che può diventare strumento di ingiustizie e disparità o che  può uccidere il corpo e lo spirito, quando nel processo produttivo si perde di vista il legame che questo deve mantenere con la terra e quando chi lo propone ha perso il senso profondo della raccomandazione di Ippocrate, riconosciuto padre della medicina moderna:Fa che il Cibo sia la tua Medicina e che la Medicina sia il tuo Cibo”.  In altre parole se mai il cibo avesse una ragione, sabato 17 non ci si è risparmiati nel  ricercarla. A ragionarci su,  oltre al sottoscritto, in qualità di autore del libro La Ragione del Cibo, c’era Erina Montalbano -Presidente della locale Proloco,  Nino Sutera – Coordinatore editoriale  di Terrà Multimediale dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura, Santina Matalone - giornalista, Gaspare Viola - sindaco di Santa Margherita Debhora Ciaccio Assessore alla Cultura, gli chef Francesco Bonomo e Calogero Guzzardo  


 

 A Santina Matalone è stato conferito il riconoscimento di Custode dell'Identità Territoriale, del percorso Borghi GeniusLoci De.Co. Il riconoscimento viene attribuito a chi  si dedica a preservare, valorizzare e promuovere le caratteristiche uniche di un territorio, inclusi i suoi aspetti culturali, storici, paesaggistici e gastronomici. Questo ruolo è fondamentale per garantire che le tradizioni locali e le peculiarità di un luogo siano conservate e trasmesse alle future generazioni.

Tutti insieme  per accostare la tavola del Gattopardo e quella di Leonardo Sciascia in un unico grande crogiolo di storia e umanità mediterranea. Poi la premiazione dei concorrenti ed il premio principale assegnato a  Romdhani Radhia e Selmi Rawen per la   preparazione a base di CousCous, giusto per ricordare quanto questo mondo sia inter connesso, nelle economie ma soprattutto nella storia, nella cultura e nell’umanità. 

Dalla magia di tale serata, il desiderio di chiedere ad un osservatore di eccellenza il perché della felicità negata o magari solamente incompiuta dei popoli del sud di cui la Sicilia è paradigma, si proprio a lui, il principe di Salina!!  

 

La conversazione impossibile 

con il Gattopardo di Sicilia

Svegliandoti, di domenica a Santa Margherita Belice “ non puoi non cedere alla tentazione di un passaggio da don Fabrizio, Principe di Salina, il Gattopardo, magari solo per un saluto presso il piccolo ma curatissimo museo delle cere. Infatti ne ho approfittato di buon grado. Troppo forte il desiderio di chiedere, proprio all’”antico legno” dell’’aristocrazia siciliana, una riflessione sulle conseguenze della frase pronunciata da suo nipote Tancredi Falconeri: ‘Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi’.


Don Fabbrizio mi accoglie in piedi, in abito scuro, mi guarda con volto severo ma cortese e poi, con tono confidenziale e come se mi conoscesse da tempo esordisce dicendo di essere contento di vedermi, sorpreso che ci sia ancora qualcuno che si scomodi  per porre domande le cui risposte dovrebbero ormai essere scontate. Ma da buon siciliano si affretta a chiarire che comunque: “Domandare è sempre lecito, mentre rispondere è cortesia”. Come a dire che la domanda è sempre un’opportunità, spetta piuttosto a chi risponde, trovare i tempi e i modi giusti affinché mai  le risposte e le conversazione in genere non declinino nell’impertinenza o peggio nella banalità.  

A detta di don Fabrizio, che entra subito nelll’argomento, i politici italiani hanno preso troppo sul serio la frase di Tancredi, trasformandola in una sorta di alibi per ogni negazione di cambiamento. A distanza di ben 164 anni, dice con tono pacato ma incalzante, sono troppe le cose che sono rimaste praticamente invariate, anzi che sono peggiorate. La Sicilia dice, è ancora troppo lontana dalla normalità. E dire che ci sarebbero una serie di cose, tutto sommato semplici, da fare velocemente per rendere libero e felice il popolo siciliano. Ma evidentemente per poterle realizzare, per  prima cosa è necessario che i siciliani, al pari degli indigeni di tutto il mondo, imparino a pretendere il diritto alla felicità e si convincano che il posto migliore possibile dove vivere  e’ in genere proprio la terra in cui sono nati. Come dire, imparino a riprovare amore per la propria “casa”, ma soprattutto impariamo che la “restanza” è un vero atto eroico, di resistenza. Mentre la partenza è spesso più una resa. E proprio la terra in cui si è nati, dice, il luogo in cui il diritto al  cambiamento è pieno e inviolabile.  La Sicilia come l’intera area mediterranea è una terra baciata da Dio, ricca di tutto. Di aria pulita, biodiversità, reti ecologiche, paesaggio, grano e cibo straordinario, frutta di tutti i tipi in tutte le stagioni, acqua abbondante in ogni territorio, ma anche petrolio, vento e sole e poi archeologia, architettura, clima confortevole. Insomma, un posto dove vivere è una pratica di natura e la felicità è a portata di mano. “Come nella casa di una famiglia benestante di un tempo”. Dove tutti i bisogni (reali) possono essere soddisfatti con facilità e ci si può permettere qualche svago e qualche vezzo. Una casa in cui si utilizza l’acqua del proprio pozzo, il grano dei propri campi e la frutta del proprio giardino. Che assicura lavoro ai propri dipendenti e ha il pieno controllo della qualità dei beni che consuma. Che pratica la gestione oculata del rapporto complessivo tra reddito e spesa, tiene lontani i debiti e consente anzi un certo risparmio per i tempi di crisi. Così per le finanze, come per l’acqua e le altre risorse. Guarda la Sicilia di oggi, invece, cosa è diventata. Dico Sicilia ma la considero il paradigma del mediterraneo, del nostro mondo. È una decadente famiglia aristocratica un tempo benestante, ormai diventata triste e indebitata. Amministrata così male, nel tempo,  che oggi è costretta a bere acqua che compra a caro prezzo da quelli a cui prima ha regalato le sorgenti. Che paga con quattro chili di grano dei suoi campi un caffè e consegna 20 chili dello stesso grano in cambio di  un chilo di pane fatto a sua volta con farina di dubbia provenienza e ancora   200 kg per una cena a ristorante, che in genere nulla ha a che fare con l’antica  bontà della sua cucina di casa.  E così via con le spese per la pulizia, i sevizi, la manutenzione. Pensa all’assurdità del mondo di oggi, 200 kg di grano duro siciliano consentono a malapena una cena a ristorante ma equivalgono  all’incirca a quanto serve ad una persona per vivere per un anno intero.  Ma tornando a noi e alla Sicilia di oggi, avendo licenziato i dipendenti della casa e chiuso la cucina e tutto il resto, la spesa è andata fuori controllo e i debiti hanno costretto ad ipotecare la casa di famiglia, i terreni e anche il futuro. Lo stesso è avvenuto in quella che oggi chiamate Europa. Man mano che si riduce il valore delle produzioni interne, soprattutto quelle del sud, aumenta l’indebitamento complessivo dei paesi europei  verso le banche private e con esso l’obbligo a rinunciare alla propria libertà di Stati e territori sovrani.

 


Insomma principe, lo interrompo sconfortato, se ho compreso il suo messaggio: la Sicilia, paradigma dei sud del mondo, è sempre stata ad un passo dalla felicità ma non è mai riuscita o non gli è stato mai consentito di viverla a pieno questa felicità.  Ritiene in qualche modo che vi sia ancora una via d’uscita da questa impasse o pensa che questa terra, e con essa l’intero contesto a cui è connessa sia irredimibile?

Si caro amico, è proprio così!!. Viviamo con la felicità a portata di mano, in una sorta di paradiso terrestre, ma abbiamo nel cuore il buio del male di vivere. È colpa dei siciliani? E colpa di chi li opprime con abile astuzia? Non so dirti. O meglio, è bene che ciascun popolo cerchi da solo la sua risposta. Voglio invece riproporti quanto ebbi a dire a suo tempo: “noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra." E così è stato. E così è!!.

Mi chiedi se questa terra sia irredimibile. Può essere, come non può essere. Tutto dipende, irrompe il Gattopardo, da quanto i siciliani è sostanzialmente tutti i popoli del mondo tengono ancora alla propria libertà. Al punto in cui siamo la situazione è complessa ma in tutti i problemi umani c’è sempre una soluzione umana. Mi pare che qualcuno qualche volta, rivolgendosi ai mal governanti, abbia detto: una risata vi seppellirà!!!. Magari potreste iniziare da quello, visto che  di cose che fanno “scatasciare”  dalle risate di certo non ve ne mancano. Vedi il ponte di Messina ad esempio.

Per essere pratici, continua il Principe, eccoti un piccolo elenco di cose urgenti che i siciliani potrebbero pretendere  al posto o prima del ponte, che ormai da oltre 70 anni viene  venduto come la soluzione per ogni male. Ma quale ponte!! alla Sicilia servono cose semplici che la rendano normale:

strade senza buche, città senza spazzatura, cura del verde pubblico e del decoro urbano, autostrade complete ed efficienti, raddoppi ferroviari, università pubbliche senza baroni e senza numero chiuso, medici di base di formazione “pre farmaceutica” che sappiano curare la salute, prima che la malattia, presidi sanitari e prevenzione seria, ospedali efficienti ma  vuoti ( perché si è lavorato bene con la prevenzione), grano e cibo locale  biologico, senza i veleni dell’industria,  che renda felice chi lo mangia e chi lo produce, aumento della superficie forestata di almeno il 10-20% l’anno in ogni Comune per creare posti di lavoro e migliorare il clima, acqua pubblica e pulita che sgorga dai rubinetti, sistemi di approvvigionamento idrico integrato tale che ciascun Comune gestisca con buon senso le proprie fonti che integrerà con la rete generale regionale dell’acqua pubblica che ne uscirà quindi decongestionata, monitoraggio ambientale continuo sul rischio eco mafie ed eco politiche , narrazione della qualità della vita nei sistemi territoriali locali e investimenti sui giovani per premiare la “restanza” e la “ritornanza” per consentire a chi lo desidera di poter vivere felice protagonista anche a casa propria.


 

Ma principe, come possono i siciliani pretendere questo cambiamento, non ricorda la frase che lei stesso disse al suo ospite, il funzionario piemontese Chevalley: “i Siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria”;

Caro amico, risponde il Gattopardo, con una certa stizza mal celata, come chi teme di essere cascato in un tranello dialettico, quando io dicevo i siciliani, mi riferivo alla classe dominate, ai governanti, siano essi baroni o capi popolo. A tutti quelli che si sono assunti la responsabilità di  rappresentare i bisogni e di custodire il destino di questa terra. Per dovere di nascita o per vocazione. Non mi riferisco al popolo, alla gente comune che quelle decisioni spesso le subisce inerme. Certo il popolo siciliano è la vera anima della Sicilia ma raramente ne ha determinato il destino. La gente semplice ne rappresenta certo a pieno titolo il Genius loci, lo spirito del luogo, che in ogni tempo rivive con meravigliosa intensità in ogni azione concreta che uomini e donne compiono ogni giorno per vivere.  nel rapporto intimo con il territorio, fatto di scelte responsabili e sostenibili. Da sempre, da molto prima che tutti parlassero di ecologia per riempirsi la bocca di parole di moda. Parlo del popolo  siciliano, fatto da eroi inconsapevoli e del loro rapporto con il cibo, la cucina territoriale, le tradizioni. La genuina intensità di questo rapporto tra i popoli della Sicilia e il territorio, ha generato la variabilità straordinaria che oggi conosciamo. Pensa alle oltre cinquanta varietà di grano duro e tenero antico siciliano di cui oggi ci possiamo fregiare. Quando si parla di responsabilità dell’uomo rispetto al cattivo rapporto con la natura, l’ambiente, la storia, dobbiamo tenere presente le giuste percentuali con cui attribuirle. Da una parte l’arroganza di una minoritaria e autocelebrativa elite, dall’altra la molteplicità dei semplici. A ciascuno il suo quoziente di responsabilità. Non possiamo attribuire al ragazzino maleducato che butta la bottiglietta di plastica per terra, la stessa responsabilità del proprietario dell’industria che l’ha prodotta, se questa non rispetta le giuste norme ambientali, o peggio, di chi promuove con scelte politiche il consumo della plastica rispetto al vetro riciclato o  a soluzioni più sostenibili. L’unica colpa che mi sentirei di attribuire ai “semplici” è quella relativa alla rinuncia alla propria felicità, quando, a volte troppo facilmente, ci si lascia sopraffare dalla paura e dallo sconforto, quando ci si convince che le cose non possono cambiare e soprattutto quando invece che pretendere il  proprio  diritto  alla vita, quasi in preda ad una collettiva “sindrome di Stoccolma” si finisce per passare dalla parte dei propri aguzzini.  La luce che avvolge questa terra e che tutto rende magico non consente il lusso dell’arrendevolezza. È  questo lusso che io vedo come colpa, perché consente agli “sciacalletti” di operare indisturbati. Magari facendo finta, di tanto in tanto, di farsi annunciatori di falsi cambiamenti.

Insomma, caro principe, alla fine suo nipote aveva ragione. Macchè, incalza don Fabbrio, Tancredi ha detto quella cosa mentre aveva la testa per aria e l’attenzione rivolta a ben altre passioni!!

Detto ciò si congeda con rituale cordialità. Distoglie con un rumore il fedele Bendicò dal suo torpore, che nel corso di tutta la conversazione ere caduto in uno stato di catartico dormiveglia e lentamente si allontanano dalla stanza.  

 


 

Fiera dei sapori belmontesi

 

Belmonte Mezzagno  7 settembre 2024  Fiera

 

dei sapori belmontesi .

 

L’ obiettivo è quello di valorizzare i prodotti tipici locali, con l’ausilio di realtà affermate nel territorio. L'evento è finanziato dall'Assessorato regionale all'Agricoltura.
 

 Il coinvolgimento della scuola “Formazione Professionale TED”, che da anni si è affermata nel campo della formazione professionale gastronomica, coinvolgendo giovani ragazzi belmontesi, realizzeremo una degustazione di prodotti tipici locali. Con l’intento quindi di valorizzare e promuovere dei prodotti agricoli ed agroalimentari identitari, ci si impegna ad implementare l’iniziativa in linea con gli obiettivi raccomandati da IGCAT connessi al riconoscimento della Sicilia quale “Regione europea della gastronomia 2025” e, in particolare a stimolare la partecipazione attiva delle scuole di ogni ordine e grado, della cittadinanza, delle realtà sociali, culturali ed economiche del territorio, nell’ottica della diffusione della consapevolezza e della valorizzazione della sostenibilità, qualità ed autenticità dei prodotti agricoli ed agroalimentari e delle specialità gastronomiche della Sicilia; a dedicare attenzione alla salvaguardia e valorizzazione della biodiversità di varietà vegetali ed animali locali ed agli aspetti legati alla sostenibilità ambientale delle produzioni; a prevedere nell’ambito di della degustazione l’esclusione o comunque la massima limitazione dell’impiego di materie plastiche, prediligendo altri materiali riutilizzabili e/o compostabili e/o comunque riciclabili, nonché ad adottare ogni utile accorgimento per ridurre lo spreco alimentare; a favorire la messa in rete degli obiettivi di valorizzazione delle produzioni agricole ed agroalimentari con quelle di promozione dell’identità culturale, delle tradizioni del lavoro.

Si vuole riproporre, una degustazione volta a valorizzare i prodotti tipici locali belmontesi e le sue eccellenze, come l’olio, prodotto in loco da aziende centenarie, la schiacciata belmontese realizzata con grani antichi, grazie al supporto de “Antico Molino Piraino”. Valorizzare la produzione di formaggi realizzati a km 0. Il miele, prodotto sempre da aziende locali. Realizzare quindi degustazione e laboratori artigianali con il coinvolgimento di aziende di prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) e di artigiani. L’iniziativa che si vuole realizzare trova le sue radici nella tradizione belmontese, il cui tessuto sociale è costituito prevalentemente da artigiani e produttori dell’agroalimentare. Si ritiene strategico valorizzare l’immenso patrimonio di saperi sui mestieri antichi, quali ad esempio la lavorazione del ferro e del legno, promuovere l’integrazione con le nuove tecnologie, sviluppare un tessuto produttivo eco-friendly attraverso il riutilizzo dei rifiuti e incentivare la collaborazione con i talenti artistici presenti sul territorio. Il nostro obiettivo è promuovere le eccellenze gastronomiche dei territori rurali nel solco del principio del “compra locale”, creando nuove opportunità di sviluppo imprenditoriale per realtà con produzioni d’eccellenza ma poco strutturate dal punto di vista commerciale. L’iniziativa quindi, che ha come obiettivo quello di coinvolgere tutte le realtà belmontesi e valorizzarne l’operato e si inquadra nella strategia europea Farm to fork - dal produttore al consumatore per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente che punti a garantire la sostenibilità della produzione alimentare e la sicurezza dell’approvvigionamento, stimolando pratiche virtuose nei settori della trasformazione del cibo, del commercio all’ingrosso e al dettaglio, agevolando il passaggio a regimi alimentari sani e riducendo le perdite e gli sprechi con iniziative di solidarietà.

Iniziativa per la quale abbiamo richiesto l’ausilio volontario di altre realtà affermate nel territorio, come la Consulta Giovanile locale, il Comitato Festeggiamenti e il Comitato per la Valorizzazione del Territorio,

Abbiamo previsto, in concomitanza anche momenti ricreativi, invitando giovani artisti locali ad esibirsi, come “Mago Plip Show”, poiché intendiamo momenti del genere ninfa vitale per la socializzazione e la crescita del nostro territorio.

La fiera dei sapori belmontesi rappresenta la sintesi di tutte le attività svolte durante l’anno ed è momento di riflessione per ulteriori iniziative future, al fine di consolidare nel tempo questa grandeopportunità per la crescita socio-culturale ed economica del nostro territorio della nostra amata terra di Sicilia.

Comunicato stampa  del Comune 

lunedì 2 settembre 2024

la cucina italiana candidata a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità

 

 

    NinoSutera 

 

Mangiare è un atto agricolo, così  il  poeta-agricoltore americano Wendell Berry, parlava di cibo, che  è diventato ormai uno stile di vita, per cui la gente mangia come vorrebbe vivere e si identifica nelle proprie scelte alimentari quotidiane, o almeno prova a farlo, non sempre però i risultati sono soddisfacenti per tutti.

 



La candidatura nasce nel 2023 su impulso della Fondazione Casa Artusi, dell'Accademia Italiana di Cucina, del Collegio Culinario e della rivista La Cucina Italiana. 

Il dossier evidenzia come, in Italia, la pratica della cucina sia un elemento quotidiano, un modo di prendersi cura di sè e degli altri, ma anche di ricordare le proprie origini e mantenerle vive trasmettendole alle nuove generazioni. Il dossier, da questo momento, sarà sottoposto ad una lunga e complessa valutazione da parte di un organo di esperti mondiali che concluderà il proprio esame a dicembre 2025. 


Periodicamente  si organizzano eventi, manifestazioni, convegni ect. all'insegna della dieta mediterranea, del cibo sano,grande e giusto,  del K zero (un inno nazional popolare..dello zero appunto)    ...durano da sempre, quando la brina di primavera al spuntar  del sole.  Il proliferare di organizzazioni, associazioni  e congregazioni più o meno specializzati solo ad intercettare risorse pubbliche, a danno dei azionisti di maggioranza, "gli agricoltori " rappresenta ancora una volta una conferma.



 "In tanti parlano di cibo, pur non avendone titolo,    sconoscono completamente la materia, per non parlare di chi per promuovere la cucina italiana si ispira a chef francesi"

In un mondo in cui mangiare ha assunto molti altri significati rispetto a quello energetico, l’ identità, il conforto, la socialità, l’ etica, la politica e naturalmente  l’ agricoltura, rivestono un ruolo non secondario.

E’ innegabile che il cibo ha un stretto legame con l’agricoltura e la cucina,  definiva e raccontava  la nostra italianità   Una identità che riflette nel bene e nel male la nostra storia millenaria,  e rispecchia fedelmente la nostra geografia: un Paese che si estende per quasi 1300 km di lunghezza, con una ricchezza impressionante di territori, suoli e paesaggi (collina, montagna, pianura, mare, lago, vulcani) nonché di climi ed ecosistemi (da quello gelido alpino/appenninico a quello arido mediterraneo). Recentemente la cucina italiana è stata candidata  a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

Una cultura alimentare, insomma, che si è sedimentata per secoli sullo scambio tra città e campagna, tra aree geografiche vicine e tra ricchi e poveri; sulla differenza tra Nord e Sud, tra regioni e addirittura tra campanili; sull’assimilazione di stimoli esterni (arabi, francesi, spagnoli, americani, austriaci), rielaborati e reinterpretati con l’italico genius loci. https://terra.regione.sicilia.it/borghi-geniusloci-de-co-legame-fra-uomo-ambiente-clima-e-cultura-produttiva/

Pur tuttavia, va anche detto che l’Italia nel settore alimentare non è più autosufficiente e deve importare grandi quantità di materie prime dall’estero. Una situazione ben conosciuta dagli addetti ai lavori, ma meno nota al grande pubblico, che vorrebbe sempre comprare cibo “made in Italy”  che  peerò non c’è.

Questa mancanza si traduce nella necessità di importare ingredienti da trasformare in prodotti finiti destinati sia al consumo interno sia all’esportazione.   Il nostro Paese non riesce a produrre tutte le risorse di cui ha bisogno sia a causa di politiche restrittive dell’Unione Europea, sia per la diminuzione dei terreni destinati all’agricoltura, che per l’abbandono delle attività agricole poco remunerative  da parte dei contadini.

L’esempio della pasta è indicativo: il grano duro italiano copre solo il 65 % del fabbisogno, occorre importare frumento da Paesi come Canada, Stati Uniti, Sudamerica. Anche per il grano tenero vale la stessa cosa poiché il prodotto interno copre solo il 38% di ciò che richiede il settore, con importazioni da Canada, Francia, ma anche Australia, Messico e Turchia. Non cambia la situazione per altre categorie merceologiche: le carni bovine italiane rappresentano il 76% dei consumi e per il latte si scende addirittura al 44%,  lo zucchero viene soprattutto dal Brasile, mentre il pesce da Paesi Bassi, Thailandia, Spagna, Grecia e Francia, oltre a Danimarca ed Ecuador.   Inoltre la maggior parte dei legumi non sono italiani, a causa di drastiche riduzioni delle coltivazioni. Adesso le importazioni provengono principalmente dal Medio Oriente, Cina, Stati Uniti, Canada,   

Siamo invece autosufficienti per quanto riguarda vino, frutta fresca, uova e pollo(attenti ai allevamenti super industriali)   Solo in questi casi abbiamo la quasi totale certezza di comprare un prodotto made in Italy al 100%.

Esiste quindi un tema centrale,  la sovranità alimentare

Secondo la FAO la sovranità alimentare è un modello di gestione delle risorse alimentari che ha come priorità e motore delle proprie politiche non la massimizzazione del profitto economico ma la soddisfazione delle esigenze alimentari delle persone; che promuove un tipo di produzione alimentare sostenibile e rispettosa del lavoro di chi produce il cibo; che punta a incoraggiare le economie alimentari locali, riducendo la distanza tra fornitori e consumatori, lo spreco e la dipendenza da società distanti dai luoghi in cui il cibo viene prodotto. In altre parole, la sovranità alimentare si propone di dare il controllo delle risorse alimentari soprattutto a chi le produce, le distribuisce e le consuma anziché a grandi aziende che le utilizzano come mezzo per arricchirsi.

Non tutti sanno, che la cucina italiana era una volta tradizione, nata dall’incontro di culture,  la più alta espressione del Made in Italy Agro-Alimentare  era  composta da materie prime rigorosamente autoctone, (la Sicilia era fino a qualche secolo addietro il granaio dell’Impero)  quando perde il legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva, diventa un mero prodotto commerciale.

domenica 1 settembre 2024

Gal Rocca di Cerere

Viaggio nei 23  
GAL della Sicilia.

               Dopo il Gal Madonie, il GAL Tirrenico Mare e Monti e Borghi, il GAL Etna Sud, ecco il Gal Rocca di Cerere  

 

 la comunicazione è partecipazione

I Gruppi di Azione Locale (GAL) sono partenariati tra rappresentanti locali, pubblici e privati, creati per favorire lo sviluppo delle aree rurali, finanziati dall'Assessorato Regionale all'Agricoltura, attraverso il PSR 2014-2022.



 

                        La Sicilia ha ottenuto il riconoscimento di Regione Europea della Gastronomia per il 2025 conquistando i giudici dell’Igcat per i suoi sapori, ma ad affascinare quegli uomini e quelle donne che nel 2023 hanno girato in lungo e in largo la nostra isola, sono stati anche la sua storia, la sua cultura e il suo territorio, ognuno con le sue unicità.

Come quelle racchiuse dal Gal Rocca di Cerere Unesco Global Geopark, ovvero bellezze di un territorio ricco di storia e cultura nel cuore della Sicilia, e che fa riferimento ai comuni di Enna, Aidone, Assoro, Nissoria, Leonforte, Piazza Armerina, Valguarnera e Villarosa, nell’Ennese e a quello di Calascibetta in provincia di Caltanissetta. In questa area, sono racchiusi due parchi archeologici famosi in tutto il mondo, quello di Morgantina e la Villa Romana del Casale a Piazza Armerina (300mila visitatori ogni anno), quest’ultima tra i 7 siti Unesco che si trovano in Sicilia e ancora il Geoparco della Rocca di Cerere, da cui trae il nome il Gal stesso.

Villa del Casale (foto villaromanadelcasale.it)

E la storia del territorio si intreccia con la mitologia, perché il nome di questo luogo è legato al mito del ratto di Proserpina da parte di Plutone, ambientato proprio nel cuore della Sicilia. Si racconta che Plutone, a bordo di una biga alata, rapì Proserpina mentre era intenta a raccogliere i fiori di crocus e di zafferano, sulle rive del lago di Pergusa. A seguito della sua scomparsa, Cerere, la dea delle messi si recò adirata da Giove, per scoprire che la figlia era stata portata nell’Oltretomba. Si arrivò ad un patto, secondo il quale Proserpina avrebbe passato sei mesi con il marito e sei mesi sulla terra.

“Il nostro Gal – spiega Salvatore Troia, direttore del Piano – nasce nel 1998. Da allora ci sono state modifiche sostanziali sul nostro territorio, ma quello che è certo è lo stretto legame con la terra, proprio per questo al nome Rocca di Cerere si aggiunge quello di Geopark”. Lo stesso Troia ricorda che quella di Enna è la provincia con il più alto rapporto tra numero beni culturali per abitante, e quello che è presente “sul nostro territorio racconta bene tutte le dominazioni che hanno avuto a che fare con la Sicilia nei secoli”.

Il territorio si sviluppa su un’area racchiusa dalle estreme pendici meridionali dei Nebrodi e delle Madonie a nord, e dai rilievi degli Erei che ne occupano gran parte della superficie, ed è dunque costellato da catene montuose, valloni, fiumi e laghi, antichi centri arroccati e colline. Oltre ai già citati siti di Morgantina e Piazza Armerina, custodisce la Polis di Morgantina ad Aidone, i Boschi di Piazza, la Valle dell’Imera e il Bosco di Rossomanno, solo per citarne alcuni.

Ma a cosa fa riferimento la definizione Geopark? “L’Unesco ci ha conferito questo riconoscimento nel 2015 – spiega Troia – e fa riferimento a quei territori che hanno la presenza di un patrimonio geologico di rilevanza internazionale, tale da aiutare a raccontare la storia della formazione della Terra. Naturalmente il riconoscimento è arrivato dopo un lavoro durato anni, e che continuiamo a fare costantemente, perché ogni 4 anni viene messa in atto dall’Unesco una rivalutazione”.

Mandorlo Prunus dulcis

Storia, cultura e naturalmente gastronomia. La zona è famosa per le sue produzioni di Olio Evo e per coltivazioni specifiche del territorio, come il mandorlo Prunus dulcis, capace di resistere al caldo delle estati siciliane e che, nei secoli, è stato utilizzato per la pasticceria dei “monsù” e delle monache dei conventi siciliani che diedero vita alla Pasta Martorana o Reale. Grandi le produzioni di legumi, dal cece nero rugoso a quello nero liscio, passando per la lenticchia nera e la fava larga di Leonforte.

Sul fronte dei cereali la storia viene portata nelle cucine dei siciliani con produzioni di grano perciasacchi, un grano duro antico altamente digeribile, e quelle di grano Timilia, le cui coltivazioni risalgono al Medioevo e di cui scrisse Goethe tra le righe del suo Viaggio in Sicilia: “La tumenia, il cui nome deriverebbe da bimenia o da trimenia, è un bellissimo dono di Cerere, una specie di grano estivo che matura in tre mesi. Lo seminano a capodanno fino a giugno ed è sempre maturo alla data stabilita. Non abbisogna di pioggia abbondante, ma di forte caldo; all’inizio la foglia è molto delicata, ma poi cresce insieme col grano e alla fine si rafforza assai. La semina del grano avviene in ottobre e novembre, e a giugno è già maturo

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