giovedì 7 marzo 2024

Progetto europeo i2Connect


                           Il progetto i2Connect è un’Azione di Coordinamento e Supporto (Coordination and Support Action - CSA) finanziata dal Programma Horizon 2020.

i2Connect è finalizzato a sostenere una cultura di supporto all'innovazione interattiva e a garantire, di conseguenza, una più ampia attuazione del PEI-AGRI a livello europeo.

Il progetto, coordinato dall'Assemblee Permanente Des Chambres D'agriculture (APCA), coinvolge  organizzazioni (tra beneficiari e terze parti), tra cui il CREA PB, in rappresentanza di 21 paesi europei.



                             Un  percorso interattivo è stato organizzato dal CREA PB e condotto da Simona Cristiano, Patrizia Proietti, Alberto Sturla e Valentina Carta a Roma.  

                         Al percorso  hanno partecipato  20 rappresentanti  provenienti da diverse regioni italiane, in diversi ambiti. Tre giorni pieni di entusiasmo, discussioni, interazioni ed energia creativa.

Gli strumenti:  cerchio della coerenza, spirale dell’innovazione, triangolo della co-creazione, analisi del network, processi caldi e freddi,  hanno innescato maggior interesse e curiosità nel gruppo.

Il Dipartimento Agricoltura ha realizzato  un database dei stakeholder della Rete regionale Sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura, che chiaramente non può che interloquire con le iniziative di CREA PB

L'obiettivo generale del progetto i2Connect è quello di accrescere le competenze dei consulenti che supporteranno i processi di innovazione interattiva nel settore agricolo e forestale. In particolare, gli obiettivi specifici del progetto  sono:

-           1. Rafforzare le capacità e le competenze dei consulenti nel supportare l'innovazione interattiva, attraverso l'identificazione e l'analisi delle migliori pratiche di consulenza in tutta Europa, lo sviluppo di strumenti e metodi efficaci e di un programma di formazione mirato per i consulenti, l'organizzazione di networking tra pari e visite incrociate all'estero;

-           2. Rafforzare e delineare il ruolo dei consulenti nei processi di innovazione interattiva a diversi livelli, attraverso una migliore comprensione dei sistemi nazionali di conoscenza e innovazione nel settore agricolo e forestale (AKIS), l'identificazione dei molteplici fornitori di servizi di consulenza in tutta Europa e l'individuazione di strumenti, anche di natura politica, che contribuiscano a creare un ambiente favorevole e inclusivo per i servizi di consulenza;

-           3. Creare una rete professionale di consulenti finalizzata al coaching reciproco e alla condivisione di esperienze per lo sviluppo di una "nuova cultura" di supporto all'innovazione guidata dal basso.

Il progetto ha obiettivi ambiziosi. In particolare, si propone di sviluppare e implementare strategie didattiche idonee per lo sviluppo di competenze chiave (conoscenze, abilità, atteggiamenti) dei consulenti e delle organizzazioni di consulenti, tali da favorire il cambiamento culturale nell'approccio all'innovazione nei diversi contesti operativi. Al contempo saranno create e rafforzate le reti di professionisti con la finalità di sostenere l'apprendimento continuo e il miglioramento delle competenze e dei metodi, nonché lo sviluppo di condizioni favorevoli per i processi di innovazione interattiva.

Il team del progetto i2connect sta lavorando per alimentare le competenze dei consulenti e delle loro organizzazioni per coinvolgere e supportare agricoltori  nei processi di innovazione interattiva. L'innovazione è un fattore chiave per il continuo adattamento alle varie e talvolta contraddittorie sfide e per cogliere nuove opportunità.    Una rete di supporto e una cultura del networking tra consulenti che facilitano i processi di innovazione nell'agricoltura e nella silvicoltura europee

L'innovazione interattiva enfatizza la cooperazione tra i vari attori, la condivisione della conoscenza e l'intermediazione efficace tra gli attori lungo le catene del valore e ai diversi livelli territoriali. La chiave per l'innovazione interattiva è quella esistente (a volte tacito) la conoscenza è inclusa per cui gli utenti finali e i professionisti non sono coinvolti solo come oggetti di studio, ma le loro capacità imprenditoriali e le conoscenze pratiche vengono utilizzate per sviluppare la soluzione o l'opportunità, creando così la comproprietà.

Un prerequisito per l'innovazione interattiva è un approccio multi-attore che coinvolga tutti gli attori rilevanti lungo l'intero progetto; dalla partecipazione alla pianificazione del lavoro e degli esperimenti, la loro esecuzione, fino alla diffusione dei risultati e all'eventuale fase dimostrativa. Gli attori rilevanti sono quelli che condividono un problema complesso, che richiede nuove conoscenze e pratiche e include attori di diversi settori sociali come i ricercatori, imprenditori, educatori, lavoratori del governo, Rappresentanti di ONG e agricoltori / gruppi di agricoltori, consulenti, imprese, eccetera.

 

 

mercoledì 6 marzo 2024

Pesticidi e tumori

 

Mentre l'Europa agricola, o meglio agroindustriale e delle lobby della chimica, festeggiano, perchè hanno costretto la Presidente della Commissione EU a ritirare il regolamento sulla riduzione dei fitofarmaci, la ricerca(molto più credibile dei tanti parolai)  ribadisce  con certezza assoluta  che...
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Pesticidi e tumori: esiste un pericolo reale 

La relazione tra pesticidi e tumori è al centro di numerosi studi e ricerche in questi anni. Sono molte, inoltre, le autorità che si sono espresse a proposito, dall’Unione Europea all’Agenzia Statunitense per l’Ambiente, e hanno evidenziato la possibilità che l’esposizione a pesticidi possa corrispondere a un maggiore rischio di sviluppare una forma tumorale. Il caso più famoso è quello del glifosato, erbicida ampiamente utilizzato in campo agricolo, oggetto di numerose sentenze e processi (12.000 soltanto negli Stati Uniti), accusato proprio di provocare il cancro. La questione è, tuttavia, molto delicata e non c’è ancora un’evidenza scientifica inconfutabile che chiarisca definitivamente qual è il rapporto tra pesticidi e tumori. Presentiamo, dunque, gli elementi attualmente a disposizione.

PESTICIDI E TUMORI: I MOTIVI DELLA POSSIBILE CORRELAZIONE

I pesticidi sono sostanze che potenzialmente condizionano il funzionamento del sistema endocrino e, secondo quanto riporta lo Studio Sentieri della Fondazione Veronesi, “possono alterare le funzioni delle ghiandole endocrine, causando effetti avversi sulla salute di un organismo integro e delle sue progenie”. Le sostanze che hanno questo effetto vengono definite come “interferenti endocrini” e la ricerca è orientata a capire quali sono i possibili collegamenti con lo sviluppo di tumori. Ne fanno parte non solo i pesticidi, ma anche i metalli pesanti, i prodotti della combustione oppure di sintesi industriale e i fitoestrogeni che si comportano come un ormone, bloccandone però di fatto i recettori, oppure provocando un’alterazione della sintesi e del trasporto.

coltivazioni pesticidi

Zbynek Pospisil/istock.com

L’esposizione a queste sostanze, sia a causa dell’inquinamento atmosferico, che tramite gli alimenti, sostengono gli epidemiologi, può provocare un danno alla funzionalità endocrina da cui potrebbe derivare il rischio di cancro. Lo spiega la dottoressa Annamaria Colao responsabile dell’area complessa di endocrinologia dell’Università Federico II di Napoli, intervistata da Fondazione Veronesi: “oltre un terzo dei tumori al seno e alla prostata sono alimentati da ormoni, gli estrogeni e il testosterone. In più la tiroide e il testicolo, di fatto, sono due ghiandole endocrine. È dunque più che probabile che queste sostanze, comportandosi come gli ormoni, abbiano un ruolo nello sviluppo di alcuni tumori a carico di questi organi”.

Il rischio sarebbe, dunque, concentrato su alcuni tipi di tumore come senoprostata, testicolo, ovaio e tiroide le cui diagnosi precoci, tuttavia, sono in crescita, frutto anche delle campagne di screening e di una rinnovata attenzione alla propria condizione di salute, come fotografato anche dall’Osservatorio Salute condotto da Nomisma.

È difficile, tuttavia, affermare che esiste un rischio certo di causalità tra gli interferenti endocrini, come i pesticidi, e il cancro, poiché si tratta di patologie complesse per cui, molto spesso, non esiste un’unica causa quanto, piuttosto, una concatenazione di fattori tra i quali è possibile che ci siano anche proprio questi prodotti chimici. Vediamo ora quali sono i pesticidi più usati e più discussi dal punto di vista della salute.

pesticidi agricoltura

mladenbalinovac/istock.com

LA CLASSIFICAZIONE DEI PESTICIDI SECONDO LO IARC

Ci sono cinque tipi di pesticidi, insetticidi ed erbicidi che sono inseriti nelle liste compilate dall’International Agency on Cancer Research (IARC). Si tratta di:

  • malathion,
  • diazinon,
  • glifosato,
  • tetrachlorvinphos;

I primi tre sono inseriti nel Gruppo 2A (sostanze probabilmente cancerogene), mentre gli ultimi due nel Gruppo 2B (sostanze possibilmente cancerogene). Questi ultimi, tetrachlovinphos e parathion, sono vietati nell’Unione Europea secondo il principio del “no exposure”, per cui dovrebbe essere sanzionato qualsiasi tipo di esposizione a queste sostanze.

Malathion, contro gli insetti portatori di malaria

Il Malathion, insetticida organofosforico, è utilizzato contro insetti portatori di patologie come malaria, febbre gialla, dengue e malattie tropicali. Per questo non è molto diffuso nell’Unione Europea che, tuttavia, ne ha autorizzato l’impiego a livello agricolo.

L’insetticida blocca il funzionamento di uno specifico enzima del sistema nervoso, l’acetilcolinesterasi, con effetti tossici sia sugli insetti che sull’uomo. Tuttavia, la dose necessaria perché le conseguenze siano percepibili sull’essere umano è molto elevata: oltre 100 grammi di prodotto puro. Un’esposizione pressoché impossibile da subire quando viene utilizzato contro gli insetti.

colture utilizzo pesticidi

fotokostic/istock.com

Diazinon: è vietato, ma ancora utilizzato

Anche il Diazinon è, come il Malathion, un insetticida organofosforico utilizzato contro blatte, pesciolini d’argento, formiche e pulci. Tuttavia ha un grado di tossicità più elevato, motivo per cui nel 2007 è stato vietato l’utilizzo nell’Unione Europea. Intervistato da Il Corriere della Sera, Angelo Moretto, ordinario di Medicina del Lavoro all’Università degli Studi di Milano e direttore del Centro Internazionale per gli Antiparassitari e la Prevenzione Sanitaria ASST Fatebenefratelli Sacco, spiega però che “continua ad essere adoperato in molti Paesi in agricoltura, mentre generalmente non viene invece più utilizzato contro gli insetti a scopo casalingo”.

Glifosato, il diserbante più utilizzato

Come anticipato, il caso del glifosato è a sé stante poiché oggetto di un ampio dibattito che ha coinvolto autorità, centri di ricerca, associazioni di categoria, enti pubblici. Questo erbicida agisce sulle piante bloccando un enzima che nell’uomo non è presente e, nonostante la ricerca sia ancora in corso, nel 2018 il Comitato d’appello dell’Unione Europea ha rinnovato l’autorizzazione a utilizzare il glifosato in ambito agricolo fino al 2023.

In Italia esistono dei limiti di utilizzo: a partire dal 2016, infatti, non è possibile usarlo nelle fasi del raccolto e della trebbiatura, nei pressi dei parchi pubblici e dei campi sportivi. Tra favorevoli (EFSA e ECHA in Europa) e contrari (AIRC e Legambiente), molti esperti predicano prudenza e sottolineano come, anche alla luce dello scandalo dei Monsanto Papers, sia necessario del tempo per poter approfondire la relazione tra esposizione al glifosato e tumori.

glifosato

Mihajlo Maricic/istock.com

LA DIFFICOLTÀ DI INDIVIDUARE IL NESSO TRA PESTICIDI E CANCRO

Al momento, dunque, non esistono pareri scientifici concordi a proposito del rapporto tra pesticidi e cancro. Ciò poiché ci sono molte difficoltà che complicano il percorso di ricerca. In primo luogo, il fattore temporale: il prof. Moretto aggiunge, infatti, come sia difficile “ricostruire esposizioni avvenute 20 e più anni addietro, visto che lo sviluppo di una neoplasia richiede appunto un ventennio e più. Inoltre ci troviamo spesso nell’impossibilità di quantificare l’esposizione”.

Un’altra criticità è capire a quali composti il soggetto è stato esposto, e quale sia il rapporto con altri fattori di rischio dello sviluppo di cancro, in primis quelli legati allo stile di vita. Inoltre, attualmente, non c’è una spiegazione biologica a questa relazione. Tutti gli insetticidi e gli erbicidi, prima di essere messi in commercio, devono ottenere un’autorizzazione e, perché questa sia riconosciuta, gli effetti di queste sostanze devono essere analizzati attraverso alcuni test di laboratorio. Solo se i risultati sono negativi, come accade per esempio anche per i cosmetici, troviamo questi prodotti sul mercato.

Cosa fare, dunque? La prevenzione dei tumori resta il campo sul quale ciascuno può agire maggiormente. Gli esperti, infatti, sottolineano come intervenire sui fattori di rischio riconosciuti sia già un primo passo: scegliere un’alimentazione salutare, praticare attività motoria costante ed evitare abitudini quali il fumo o il consumo di alcol, i cui effetti negativi per la salute sono noti. Un’altra pratica di prevenzione che, per alcuni, può essere preziosa, è quella di stipulare una polizza assicurativa individuale che accompagni ciascuno in un percorso di miglioramento dello stile di vita. UniSalute, per esempio, propone Protezione Famiglia che include anche lo studio, da parte di un team di professionisti convenzionati, di un piano alimentare e motorio personalizzato che ha proprio questo fine. Lo conoscevate?

 

Fonti:

EFSA
ECHA
IARC
Fondazione Veronesi
 

lunedì 4 marzo 2024

L'agricoltura da occidente ad oriente

 

  In tutto il mondo i prodotti agricoli, e l'agricoltura in generale  è  sovvenzionata, ma a chi vanno questi soldi? ma soprattutto a vantaggio di chi?  ..dell'agroindustria, degli allevamenti super-intensivi, dell'ambiente, o del prossimo?

Aspetto non secondario è rappresentato dal fatto, se i finanziatori della PAC (cittadini contribuenti) sono incondizionatamente disponibili a mantenere questo sistema di assistenza, ...all'infinito?  

I contadini indiani brandiscono i forconi contro il premier Modi, chiedendo riforme nel settore agricolo in crisi, mentre il debito agricolo continua a crescere Forconi d’Oriente e d’Occidente hanno tanto in comune

 Non c’è solo la protesta dei trattori che in fila indiana si accingono a circondare i palazzi del potere, tanto per imporre all’Europa una o più correzioni alla filosofia del Green Deal che, accusano gli agroindustriali, e anche una componente della politica, responsabili della loro crisi.

 

In India gli agricoltori minacciano una marcia su Nuova Delhi per protestare contro il mancato supporto del governo nella garanzia dei prezzi dei prodotti agricoli. Una situazione esplosiva anche in vista delle prossime elezioni. 

Tuttavia, come riporta Katharina Buchholz di Statista, sebbene i prezzi minimi garantiti offrano agli agricoltori la sicurezza di poter vendere almeno una parte del raccolto con un profitto, in passato pochi agricoltori sono riusciti a trarre vantaggio dal sistema. Ciò è dovuto al fatto che la capacità del governo di acquistare e ridistribuire i prodotti agricoli è limitata. Inoltre chi paga i prezzi maggiorati? Lo stato, dando quindi un contributo agli agricoltori, oppure i consumatori, pagando dei prezzi superiori, fissati dallo stato, sui prodotti agricoli?

C’è invece un altro sistema: lo stato può dare dei contributi per mantenere artificialmente bassi i prezzi dei prodotti agricoli. In questo modo,  gli agricoltori sono sovvenzionati, ma i consumatori hanno un vantaggio, pagato dallo stato, perché i prezzi sono più bassi di quanto stabilito dal mercato.

Gli esperti intervistati da Money Control hanno fatto pressione per aiutare gli agricoltori con sussidi diversi dalla moderazione dei prezzi, una politica molto comune in tutto il mondo nel settore agricolo. Infatti, molti paesi del mondo sostengono i loro agricoltori con aiuti finanziari e allo stesso tempo chiedono ai loro consumatori e contribuenti di pagare di più per i prodotti agricoli, come mostrano i dati dell’OCSE. In India lo stato ha scelto di sovvenzionare i consumatori a spese degli agricoltori, perché ha posto dei forti limiti all’export agricolo e quindi la sovrabbondanza di ben agricoli tiene i prezzi più bassi di quanto sarebbe a livello internazionale. Il contributo economico viene pagato dagli agricoltori a favore di consumatori. 

L’OCSE ha stimato che le perdite per gli agricoltori indiani ammonteranno a 163,6 miliardi di dollari nel 2022, anche al netto dei pagamenti di sostegno finanziario o degli sconti che i produttori ricevono. Mantenendo bassi i prezzi nei mercati all’ingrosso e aiutando i consumatori attraverso programmi come il Targeted Public Distribution System, che distribuisce cibo alle famiglie povere, il governo indiano fa risparmiare ai consumatori più di 100 miliardi di dollari all’anno.

In Argentina, che ha una distribuzione simile del sostegno all’agricoltura, i redditi degli agricoltori sono stati ridotti di circa 9,5 miliardi di dollari, mentre i consumatori sono stati aiutati per 9,1 miliardi di dollari. Anche la Cina, con i vincoli commerciali, viene a garantire un pesante contributo ai consumatori pagato dagli agricoltori.

Potete ben capire che una situazione del genere non può durare a lungo. Prima o poi gli agricoltori si stancheranno...


 Tutto dipende dalla strategia che anima la politica agricola, ma anche dalla pazienza dei finanziatori della PAC (cittadini contribuenti) nel continuare ad alimentare l'assistenza.

Non bisognerebbe tirare troppo la corda.Vi invitiamo a leggere questo post

azionisti di maggioranza


EbioScart Plus

 Grande evento di avvio attività per EbioScart Plus. La nuova esperienza tecnico-scientifica, dopo il progetto EbioScart, finanziato dal PSR SIcilia 2014-2022 Misura 16,  sarà tra i protagonisti di “Best in Sicily”, la grande festa del gusto e dell'ospitalità targata Cronache di Gusto,  di scena  al Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania il prossimo 11 Marzo. Riflettori ancora accesi  sulle potenzialità di sviluppo economico per la Sicilia nella promozione dell’economia circolare.

VIDEO 

 EbioScart-Plus,  partendo dagli scarti di ficodindia,   si presenta come focus sull’individuazione di un alimento per ruminanti, la realizzazione di un “compost” per piante e l’applicazione dell’indica-xantina nei trasformati del ficodindia. «Con EbioScartPlus - ha spiegato Carmelo Danzì, innovation broker del progetto- grazie agli scarti di ficodindia continuiamo ancora a restituire alla terra ciò che è stato sottratto. Con queste sperimentazioni otteniamo dei prodotti che verranno testati dal consumatore finale attraverso le moderne tecniche delle neuroscienze e neuoromarketing.Il nostro obiettivo è quello di raggiungere il gusto del consumatore come valore aggiunto, certificato e significativo».  Capofila del progetto è la Società Cooperativa Agricola “Big Fruit”; responsabile scientifico la Prof.ssa Monica Isabella Cutrinielli dell’Università di Napoli “Federico II- Dipartimento Veterinaria”; mentre altri partner del progetto sono l’azienda agricola “La Tenuta della Principessa”, la società agricola “Giovani Tradizione”, l’azienda agricola “Interrante”, la società “Agrismethia”, “BonSicilia di Alesssandro Grassi”, “Gran Feed S.R.L. di Andrea Armato”.

La protesta tra finanziatori della PAC e le lobby dell'agroindustria e della chimica

 

...qualche mese addietro c'eravamo occupati del conflitto tra agroindustria e agricoltura contadina, tra città e campagna.  

                        ATTENZIONE, MANIPOLARE CON CURA

Con grande soddisfazione, si fa per dire, apprendiamo che alcuni rappresentanti degli azionisti di maggioranza,   (cittadini contribuenti del bilancio dell'UE e quindi finanziatori della PAC)  hanno messo in mora il ministro dall'intraprendere iniziative,  senza ascoltare prima gli azionisti di maggioranza, e solo dopo le lobby dell'agroindustria, e della chimica, che non sono azionisti, ma semplici agitatori.



















  ASSOCIAZIONI SCRIVONO AL MINISTRO  

“RISCHIAMO DI TORNARE INDIETRO DI 25 ANNI”

Non può esistere l’agricoltura senza la tutela del suolo, delle acque, dell’aria, del benessere degli animali e del nostro capitale naturale.

23 Associazioni hanno inviato una lettera al Ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, per chiedere un confronto sul futuro dell’agricoltura e dei sistemi agro-alimentari in Europa e nel nostro Paese, allargato anche alle Associazioni ambientaliste, animaliste e dell’agroecologia.
“La mobilitazione degli agricoltori delle ultime settimane ha riportato alla cronaca un conflitto, vero o presunto, tra gli obiettivi della necessaria e imprescindibile transizione ecologica e la produzione primaria”, scrivono le 23 Associazioni da molti anni impegnate nella promozione di una transizione agro-ecologica del modello agricolo sia nazionale che globale, sempre disponibili al confronto con le Istituzioni, le parti economiche e sociali.

 LA CAUSA DELLE DIFFICOLTÀ NON RISIEDE 

NELLE NORME AMBIENTALI

“Consapevoli delle difficoltà che il sistema agro-alimentare sta affrontando da molti anni, siamo convinti che la causa non risieda nelle norme ambientali, ma essenzialmente in problemi strutturali del settore primario, che richiedono un forte impegno istituzionale e di tutti i soggetti interessati”, sottolineano le 23 Associazioni rivolgendosi al Ministro.
Contrapporre gli obiettivi della sostenibilità ambientale a quelli della sostenibilità economica delle aziende agricole sarebbe un grave errore, perché i due obiettivi sono strettamente connessi.

LE STRATEGIE EUROPEE

Le Strategie europee “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” non sono la causa della crisi economica del setto-re agro-alimentare, ma sono parte della soluzione del problema della sostenibilità del reddito degli agricoltori. Per questi motivi le Associazioni esprimono le loro preoccupazioni per l’indebolimento degli obiettivi della Politica Agricola Comune discussi nell’ultimo Consiglio europeo AgriFish. La Commissione europea ha proposto la cancellazione di alcuni impegni previsti dalla condizionalità del primo pilastro, le azioni obbligatorie per la tutela dell’ambiente, del suolo e della biodiversità collegate ai pagamenti di base che gli agricoltori ricevono con la domanda annuale della PAC. Queste pro-poste della Commissione europea soddisfano solo in parte le richieste avanzate da alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, che hanno chiesto l’eliminazione degli impegni per la protezione delle zone umide e delle torbiere, per il mantenimento della sostanza organica dei suoli, l’obbligo delle rotazioni e delle superfici destinate alla conservazione della natura. Il Commissario all’agricoltura, Janus Wojciechowski, ha dichiarato di essere favorevole a queste modifiche proponendo di trasformare questi impegni obbligatori in schemi volontari per gli agricoltori da retribuire con risorse aggiuntive rispetto ai pagamenti di base della PAC.

GRAVE CANCELLARE GLI IMPEGNI AMBIENTALI DELLA PAC

Cancellando di fatto la maggior parte degli impegni ambientali della PAC attuale si determinerebbe un ritorno al passato di 25 anni, ignorando le gravi crisi ambientali del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità che dobbiamo oggi affrontare con urgenza. Ignorare questi problemi significa esporre l’agricoltura europea e nazionale a seri rischi, con perdite di rese e quindi di reddito per gli agricoltori, aggravando la crisi economica determinata dalle speculazioni finanziarie e dalle dinami-che dei prezzi dei prodotti agricoli.
Questa marcia indietro sugli impegni ambientali della PAC 2023-2027 rischia di stravolgere anche l’impostazione del Piano Strategico Nazionale.

IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA RIGUARDA TUTTI

Il futuro dell’agricoltura e dei sistemi agro-alimentari non può essere considerato un interesse esclusivo delle Associazioni agricole ma riguarda tutti i cittadini. Per questo, concludono le 23 Associazioni, “siamo convinti della necessità di una fattiva collaborazione e il superamento dell’attuale, infruttuoso, clima di contrapposizione. Tutto il comparto agricolo e le Associazioni della società civile devono essere motori della transizione ecologica dell’economia per affrontare le crisi, economica, sociale e ambientale, che hanno effetti drammatici sull’agricoltura”

Le 23 Associazioni ambientaliste, animaliste, dell’agroecologia e dei consumatori che inviano questo comunicato rappresen-tano un’ampia alleanza che condivide la visione di una transizione ecologica dell’agricoltura italiana ed europea, che tuteli tutti gli agricoltori, i cittadini, il prossimo



Progetto “PER.RI.CON.E.”

 L’importanza dei vitigni-reliquia. Il Progetto PER.RI.CON.E. in Sicilia.

                       Giovanni Colugnati&Giuliana Cattarossi


Il Progetto PER.RIC.CON.E., finanziato dal PSR Sicilia 2014-22-Sottomisura 16.1 e iniziato nell’estate 2023, vede la collaborazione fra una rilevante realtà scientifica pubblica, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IBBR diu Palermo) e alcune importanti aziende vitivinicole delle province di Trapani e Palermo, promosso da DFA S.r.l., quale Capofila, e coordinato dal Dr. Davide Pacifico del CNR-IBBR per gli aspetti agronomici, genetici e di caratterizzazione del vitigno e dalla Colugnati & Cattarossi Srl, per gli aspetti enologici;
Il partenariato si avvale della prestazione di servizio dell’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio (IRVO) per le attività di microvinificazione presso la Cantina Sperimentale di Marsala.

Come talora accade nel caso dei vitigni siciliani, le informazioni disponibili sul Perricone sono realmente poche e si registrano solo a partire dalla fine dell'Ottocento, quando la varietà era segnalata sotto il sinonimo di Pignatello, largamente allevato nelle provincie di Palermo e di Trapani. Il termine Pignatello sembra riferirsi al dialettale pignatidare utilizzato per definire le terre rosse alluminose del Trapanese dove vi era un elevata produzione di “pignatte” per cucinare, pentole in terracotta di cui sono state ritrovate testimonianze archeologiche appartenenti addirittura al neolitico, ma di fatto utilizzate fino ai giorni nostri.

Quando la Sicilia del vino era sinonimo di tendone, la quantità era l’obiettivo per produrre vino da taglio e i vitigni meno produttivi, pur eleganti, venivano messi ai margini: la storia del Perricone ha a che fare con questa viticoltura visto che ha sempre avuto una resa molta bassa e in fondo è la metafora della nobiltà siciliana, in bilico tra splendore e difficoltà.

Descritto per la prima volta da Nicosia (1735), le informazioni sulle origini sono poche, ma studi più recenti (1. Di Vecchi Starazet al., 2007) ipotizzano una relazione genitore-figlio con il Sangiovese. Il periodo aureo del Perricone è a fine Ottocento quando era largamente allevato nelle provincie di Trapani e Palermo per vinificare il Marsala Ruby, in assemblaggio con altre uve locali, perché donava eleganza e profumi oltre alla componente tannica.

Dal 1970 il Perricone risulta iscritto al Registro nazionale delle varietà di vite del Ministero delle PoliticheAgricole (G.U.149-17/06/1970).

A dispetto della sua antica coltivazione, la drastica riduzione della superficie ha probabilmente causato la perdita di quote importanti di variabilità intravarietale: tuttavia è stato possibile definire due biotipi caratterizzati da aspetti morfologici dell’acino (grande e piccolo).

Il Progetto si prefigge l’obiettivo di studiare in particolar modo l’ampia variabilità genetica presente all’interno della popolazione del Perricone al fine di salvaguardare questa nobile reliquia viticola isolana e di valorizzarla con protocolli enologici innovativi, diversificati e coerenti con i dettami della bioeconomia, al fine di esplorare le possibilità di aprire nuove frontiere di mercato.

In sintesi, il Progetto si articola in 7 azioni, delle quali l’azione 1, coordinata riguarda il coordinamento tecnico e la gestione amministrativa e l’azione 2, riguardante l’Analisi di mercato, va intesa come costruzione di un processo partecipato di valorizzazione del vitigno-reliquia parallelo alla sua reintroduzione a scala territoriale e organizzativa più ampia.

L’importante azione 3 ha come obiettivo la Caratterizzazione genetica e sanitaria di materiali di diversa origine di Perricone da parte del CNR-IBBR di Palermo, attraverso caratterizzazione morfologica e genetica e la valutazione dello stato sanitario.

L’azione 4 riguarda alcuni aspetti della gestione agronomica del vitigno e proporrà l’impiego innovativo di scarti solidi di lavorazione della filiera agrumaria nella concimazione del vigneto valutandone l’utilità della pratica volta ad aumentare il contenuto di materia organica del suolo e conseguentemente la sua fertilità; l’azione 5, riguardante lo studio dei fattori di criticità del Perricone, prevede l’applicazione e validazione di possibili protocolli enologici innovativi attraverso l’Attività di microvinificazione di vini sperimentali derivanti dall’applicazione di protocolli enologici innovativi a confronto con vinificazioni convenzionali; al suo interno verrà valutata anche la possibilità di produzione di biodiesel a partire dagli scarti di lavorazione di cantina. L’azione 6 riguardante l’attività di Analisi Sensoriale prevede la predisposizione di apposite schede astrutturate, l’organizzazione del panel sensoriale, la raccolta dei dati della degustazione e la loro elaborazione e interpretazione (radar descriottivi).

Infine, l’azione 7, infine, si occuperà della divulgazione, coinvolgimento di stakeholder e monitoraggio del progetto.




Prove di fermentazione su campioni di Perricone presso il Laboratorio di Microbiologia dell’IRVO.

domenica 3 marzo 2024

EIP-AGRI Innovation Awards 2024 AGGIORNAMENTI

 

Aggiornamenti

    


 Le prossime scadenze

15 febbraio 2024 -  I candidati vengono informati della loro idoneità.

8 marzo 2024 - Annunciati i candidati finalisti.

8 marzo 2024 - Si apre la presentazione dei video da parte dei candidati

1 aprile 2024 - Chiusura della presentazione dei video da parte dei candidati

15 aprile 2024 - Preferito del pubblico: si aprono le votazioni

3 maggio 2024 - Favorito dal pubblico: chiusura delle votazioni

7 maggio 2024 - Presentati i candidati e annunciati i vincitori durante la cerimonia di premiazione a Estoril  in Portogallo.

L’obiettivo del EIP-AGRI Innovation Awards 2024 è riconoscere e premiare i gruppi operativi eccezionali che hanno sviluppato pratiche, soluzioni, prodotti e processi innovativi, finanziati nell’ambito della Misura 16 dei PSR 2014-2022 che è  l'obiettivo primario della nostra Autorità di Gestione,“L’Unione Europea ha scelto la linea della cooperazione, obbligando a collaborare introducendo l’elemento dell’innovazione” (che ha già annunciato l'intenzione di organizzare in Sicilia l'Innovation Day nei prossimi mesi)

Ritornando all'iniziativa del PEI-AGRI il  processo di selezione è composto di due fasi:

Fase 1: per tutti i candidati – Presentazione del formulario, in base al quale verrà effettuata la selezione dei candidati 

Fase 2: solo per i 30 progetti OG nominati – Invio dei video, in base ai quali verrà effettuata la selezione finale dei vincitori

I video verranno pubblicati nel sito web dedicato e la votazione per il "preferito dal pubblico" tra i 30 candidati, sarà aperta al più vasto pubblico europeo.


Mentre i formulari in formato editabile  saranno pubblicati sui siti del Dipartimento

Intanto vi invitiamo a partecipare (volontario) a questo sondaggio,EU,  nel contesto dello "Studio sui risultati ottenuti dai progetti del gruppo operativo PEI-AGRI nell'ambito della PAC"

 SONDAGGIO


 

 

venerdì 1 marzo 2024

L'importanza della riduzione dell’uso di antibiotici

 

Mentre l'agroindutria e le lobby dei pesticidi, festeggiano  per il blizz andato a buon fine,  che ha obbligato la Presidente della Commissione EU  a ritirare il regolamento sulla riduzione dei pesticidi sull'ambiente e sugli animali, la ricerca indipendente evidenzia che...

L’uso di antibiotici secondo un rapporto curato da tre agenzie UE

            I Paesi che hanno ridotto il consumo di antibiotici sia negli animali che negli esseri umani hanno registrato una diminuzione dei batteri resistenti agli antibiotici, secondo quanto emerso dal quarto rapporto congiunto sull’analisi integrata del consumo di agenti antimicrobici e dell’incidenza (numero di nuovi eventi che si verificano in un determinato periodo di tempo all'interno di una specifica area geografica; per esempio il numero di casi di influenza che si registrano annualmente in Europa.) dei casi di resistenza agli antimicrobici (Capacità dei microrganismi di crescere in presenza di sostanze specificamente progettate per distruggerli; per esempio, in seguito a un preoccupante uso eccessivo degli antibiotici, alcune infezioni umane sono ora resistenti agli antibiotici.) nei batteri presenti negli esseri umani e negli animali destinati alla produzione alimentare (JIACRA IV), pubblicato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA).

Applicando un approccio «One Health», che riconosce il nesso tra la salute delle persone e quella degli animali, il rapporto presenta dati acquisiti principalmente tra il 2019 e il 2021 sul consumo di antibiotici e sulla resistenza agli antimicrobici in Europa.

Per la prima volta nell’ambito di questo progetto, le tre agenzie hanno analizzato le tendenze sul consumo di antimicrobici e sulla resistenza agli antimicrobici per Escherichia coli (E. coli) negli esseri umani e negli animali destinati alla produzione alimentare. Hanno inoltre esaminato l’evoluzione di tali tendenze negli esseri umani e negli animali destinati alla produzione alimentare nel periodo 2014-2021. Per esempio in questo arco di tempo il consumo di antibiotici negli animali destinati alla produzione alimentare è diminuito del 44 %.

Dall’analisi effettuata dalle tre agenzie è emerso che i batteri del genere E. coli sia negli animali che negli esseri umani stanno diventando meno resistenti agli antibiotici grazie alla riduzione del loro consumo complessivo. Ciò dimostra che le tendenze preoccupanti riguardanti la resistenza agli antibiotici possono essere invertite con le opportune misure e politiche.

«Un impegno maggiore volto a ridurre il consumo non necessario di antibiotici è fondamentale per affrontare la minaccia per la salute pubblica rappresentata dalla resistenza agli antimicrobici. Inoltre il rafforzamento dei programmi di vaccinazione e il miglioramento delle pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni nelle comunità e nelle strutture sanitarie sono essenziali per ridurre il fabbisogno di antibiotici», ha dichiarato Andrea Ammon, direttrice dell’ECDC.

«Un minor uso di antibiotici nella produzione zootecnica paga: nella maggior parte dei Paesi che hanno ridotto l’uso di antibiotici abbiamo osservato una corrispondente diminuzione dei livelli di resistenza. Ciò significa che gli sforzi a livello nazionale servono. Inoltre ciò mette in evidenza l’impegno dell’UE a favore dell’approccio “One Health”, salvaguardando sia la salute animale che quella pubblica mondiale», ha affermato Bernhard Url, direttore esecutivo dell’EFSA.

«L’accesso a dati affidabili sul consumo e sulla resistenza nelle persone e negli animali fa davvero la differenza nel contrastare la resistenza agli antimicrobici. Tramite progetti congiunti come JIACRA, i Paesi europei ottengono informazioni di valore insetimabile sull’impatto delle misure adottate. Ciò consente loro di intraprendere ulteriori misure per promuovere l’uso accorto degli antibiotici», afferma Emer Cooke, direttrice esecutiva dell’EMA.

Il rapporto evidenzia inoltre che negli esseri umani l’uso di importanti classi di antibiotici, come i carbapenemi, le cefalosporine di terza e quarta generazione e i chinoloni, è associato alla resistenza a questi antibiotici in E. coli presente negli esseri umani. Parimenti l’uso di chinoloni, polimixine, aminopenicilline e tetracicline negli animali destinati alla produzione alimentare è associato alla resistenza a questi antibiotici nei batteri E. coli presenti negli animali destinati alla produzione alimentare.

Inoltre la resistenza dei batteri negli esseri umani può essere legata a quella negli animali destinati alla produzione alimentare. Due esempi evidenziati dal rapporto sono Campylobacter jejuni e Campylobacter coli, che possono trovarsi negli animali destinati alla produzione alimentare e trasmettersi alle persone mediante gli alimenti.
Per la prima volta il codice statistico utilizzato per effettuare queste analisi viene messo a disposizione del pubblico unitamente al rapporto, incoraggiando ulteriori analisi da parte di ricercatori e altri esperti interessati.

La resistenza agli antimicrobici costituisce una grave minaccia per la salute pubblica e animale. Si stima che ogni anno la resistenza agli antimicrobici causi la morte di oltre 35 000 persone nell’Unione europea e nello Spazio economico europeo (UE/SEE) e rappresenti un onere significativo per i sistemi sanitari europei, con un costo approssimativo di 11,7 miliardi di EUR all’anno, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE). L’approccio «One Health», attuato tramite la cooperazione dell’ECDC, dell’EFSA e dell’EMA, e i risultati presentati nel rapporto invitano a: 

  • proseguire gli sforzi per contrastare la resistenza agli antimicrobici a livello nazionale, dell’UE e mondiale negli esseri umani e negli animali da produzione alimentare;
  • a sorvegliare in maniera armonizzata il consumo di antimicrobici e la resistenza agli antimicrobici negli esseri umani e negli animali;
  • effettuare studi mirati per comprendere meglio la diffusione della resistenza agli antimicrobici.
SUPPORTO MULTIMEDIALE



 

Agricoltore custode


 La Commissione industria e agricoltura del Senato ha approvato (21 febbraio 2024) in via definitiva il disegno di legge per il riconoscimento della figura dell'agricoltore custode dell'ambiente e del territorio e per l'istituzione della giornata nazionale dell'agricoltura.

Si tratta di un provvedimento che intende valorizzare il contributo degli agricoltori alla tutela e al miglioramento del patrimonio naturale, paesaggistico e culturale del nostro paese, attraverso pratiche agricole sostenibili e rispettose della biodiversità. 

“Disposizioni per il riconoscimento della figura dell'agricoltore custode dell'ambiente e del territorio e per l'istituzione della Giornata nazionale dell'agricoltura”.


agricoltore custode

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