venerdì 16 febbraio 2024

INnovazione nel POmodoro e Sostenibilità in Agricoltura


PSR SICILIA 2014-2022    MISURA 16.1  

GO:   PRIA

Coordinatore: Maria Sabrina Leone

email  coordinamento@progettoinposa.it   

Imprese agricole:

Il Frutteto (capofila), Cooperativa Valdibella, Cooperativa Casale di Campo, Azienda Agricola Cascio Francesco, Azienda Agricola Fabrizio Gioia, Azienda Agricola Matteo Gisone, Rinascita Soc. Coop. a.r.l., ALICOS di Palermo G. SAS

 Ricerca: Bromatos

Consulenza/formazione:

Università: Università di Palermo con i Dipartimenti SAAF e BIND (Scuola di specializzazione in Scienza dell’Alimentazione)

Altri APAS, ASTES 

www.progettoinposa.it





 Qual è la sfida o il problema pratico che il  gruppo operativo sta affrontando o quale opportunità sta affrontando? 

 

Con il progetto INPOSA, il GO PRIA ha non solo cercato di affrontare le complesse sfide legate alla redditività aziendale e alla sostenibilità ambientale nella produzione del pomodoro a pieno campo, ma ha anche provato a cogliere le opportunità provenienti dalle attuali tendenze nel mercato alimentare e della ristorazione.

 

Le problematiche da affrontare in campo agricolo ed ambientale

Aspetti fitosanitari: il pomodoro più di altre colture presenta numerosi problemi fitosanitari, recentemente accresciuti dall’arrivo del lepidottero Tuta absoluta che per il suo controllo richiede, in agricoltura biologica, l’adozione di strategie di lotta complesse e non sempre applicabili e, in agricoltura convenzionale, l’utilizzo massiccio di prodotti fitosanitari. Ciò comporta, oltre al notevole impatto ambientale, l’aumento esponenziale dei costi di produzione, che i modesti prezzi di vendita non riescono a compensare.

Uso della risorsa idrica: in Sicilia esistono consolidati esempi di coltivazione di pomodoro in asciutto che riguardano limitate aree produttive e che richiedono attente pratiche di aridocoltura. E tuttavia innegabile che la coltivazione proficua del pomodoro da mensa e/o da industria non può prescindere dall’utilizzo della risorsa idrica, sempre più limitata e costosa.

Spreco alimentare: nella coltivazione classica di pomodoro da trasformazione, dove si prevede la raccolta dei frutti in completo stadio di maturazione, si cerca, per ovvi motivi economici, di ridurre al minimo il numero degli stacchi fino ad arrivare all’estremo della raccolta meccanica che in un’unica passata consente di raccogliere l’intera produzione. Questa prassi però produce una enormità di scarti per prodotto verde (circa il 30% del totale raccolto), oltre ad un significativo calo della produttività delle piante rispetto ad una raccolta manuale con più stacchi.

Utilizzo del suolo: sono ancora pochi i produttori di pomodoro che adottano tecniche colturali “sostenibili” come quelle di mantenere il suolo con un contenuto ottimale di sostanza organica ben matura e praticare sovesci e ciò nonostante ciò comporti una conseguente riduzione degli input energetici, dei costi di produzione e di riflesso, un aumento della redditività.

Le opportunità di mercato da cogliere

Nel mercato del consumo alimentare, si assiste sia all’aumento del numero dei consumatori che vive il rapporto con il cibo all’insegna del salutismo (salubrità e genuinità), ricercando prodotti con meno zucchero e sale, piatti più leggeri e alimenti bio, sia ad una costante crescita dell’attenzione alle origini e alla sostenibilità ambientale di ciò che si mangia.

In cucina gli chef, ormai veri e propri opinion leader delle società moderne, vanno anch’essi alla ricerca costante di prodotti autentici e genuini e di novità ed innovazioni alimentari, in grado di ridurre i tempi di lavorazione ed esaltare i sapori delle proprie preparazioni.


  Qual è la soluzione, la pratica, il prodotto, il processo concreto e innovativo sviluppato dal vostro OG per affrontare la sfida o cogliere l'opportunità? 

Per contribuire a ridurre le problematiche legate alla coltivazione del pomodoro e cogliere le opportunità di mercato, il GO PRIA ha predisposto un articolato progetto sperimentale (progetto INPOSA) introducendo innovazioni di processo e di prodotto nella coltivazione e trasformazione del pomodoro, con importanti risvolti in campo ambientale, medico e nel mercato dei consumi alimentari e del Food&Beverage.

Le attività del GO si sono sviluppate attorno ad una specifica invenzione di cucina molecolare denominata POMODORO PELATO DORATO brevettata da uno Chef siciliano e che lo stesso Chef, cedendo temporaneamente i suoi diritti di utilizzo al GO, ha consentito di utilizzare/sperimentare durante l’arco temporale del progetto INPOSA. L’elemento chiave dell’invenzione e della sperimentazione del go pria ruota attorno alla lavorazione del pomodoro nella fase di invaiatura (appena dorato), ovvero del pomodoro raccolto prima della completa maturazione, quando ha una colorazione tra il verde e il dorato

Fino alla sperimentazione del progetto INPOSA, il mercato, la cucina, la cultura gastronomica e l’arte culinaria in generale avevano conosciuto ed utilizzato pomodori pelati, polpe, pezzettoni, salse e concentrati realizzati SOLO ed esclusivamente con pomodori rossi maturi.

Grazie alla differenza di contenuti e valori delle molecole come la pectina, il licopene, il betacarotene e l’acido citrico contenuti nel pomodoro “invaiato”, le imprese agroalimentari partner del GO hanno creato una passata ed un succo di pomodoro totalmente nuovi, radicalmente diversi per consistenza, colore, gusto e profumo da quelle rosse tradizionali, testati con successo sui potenziali consumatori, vincendo premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali.

Innovazioni e risvolti per le aziende agricole e l’ambiente

Grazie alla sperimentazione portata avanti dai partner del G0, imprese agricole e Diprtimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, si è accorciato il ciclo colturale e modificate le modalità di raccolta . La raccolta all’invaiatura, con la riduzione del ciclo vegeto-produttivo ha comportato la conseguente riduzione degli gli inputs energetici necessari per la produzione e quindi una riduzione dei relativi costi economici e degli impatti ambientali. In particolare:

·         si sono stimolate le piante all’emissione di nuove infiorescenze con aumento delle produzioni unitarie;

·         si sono esposte per tempi più brevi le bacche alle avversità abiotiche e biotiche, con il conseguente minore utilizzo di fitofarmaci ed il relativo miglioramento degli aspetti produttivi ed igienico-sanitari;

·         le piante hanno avuto bisogno di meno acqua e concimi;

·         negli ambienti climatici tipici dell’entroterra collinare siciliano, dove erano localizzate alcune delle imprese agricole del GO e dove le basse temperature di fine estate-inizio autunno non permettono la completa maturazione dei frutti è stato possibile utilizzare un prodotto altrimenti ritenuto di scarto,

·         si è avuto un migliore utilizzo del suolo, la tipologia dorata arriva a fine coltura con quasi un mese di anticipo rispetto alla coltivazione tradizionale, offrendo un ampio ventaglio di possibilità di successione colturale e quindi di avvicendamenti e rotazioni colturali consentendo di i mantenere il suolo con un contenuto ottimale di sostanza organica e riducendo il numero di arature (risparmio energetico).

E’ facile comprendere che la diffusione dell’innovazione portata avanti dal GO PRIA, riducendo i costi dei fattori di produzione ed una maggiore produttività di terra e lavoro, comporta nel medio e lungo periodo, una maggiore redditività aziendale delle imprese di produzione di pomodori a pieno campo.

Così come, evidenti sono i vantaggi ambientali, con la riduzione di acqua e concimi, nonché il minore utilizzo di fitofarmaci e la relativa riduzione dei rischi legati alla deriva, al ruscellamento e alla percolazione di suddette sostanze nell’ambiente.

 

Innovazione e opportunità di mercato

Il GO Pria ha inventato grazie alla sperimentazione due nuovi prodotti agroalimentari utilizzando uno dei prodotti agricoli più antichi e diffusi nel mondo. I due nuovi alimenti, il succo e la passata,  si contraddistinguono per il colore giallo oro, per il profumo molto intenso, per il gusto più delicato, morbido e vellutato ed infine per la consistenza, trattandosi di una textura molto più complessa rispetto al pomodoro rosso, che non tende a separarsi.

Si tratta di prodotti che sono stati testati con successo dal GO Pria nel corso di:

·         3 panel sensoriali (rivolti rispettivamente a chef , maestri pizzaioli e barman),

·         un’indagine su un campione di 543 consumatori

·         nel corso degli eventi divulgativi di progetto realizzati in Italia e all’estero . 

Tra le frasi maggiormente associate dai tester all’uso dei due prodotti vi sono state:

per il succo di pomodoro

“Senso di genuinità”, “sapore appagante e soddisfacente”, “sensazione che faccia bene alla salute” “prodotto migliore di quelli consumati negli ultimi 12 mesi”

per la passata,

“prodotto innovativo”, “leggera e altamente digeribile” “stimolante per sperimentare nuovi abbinamenti” grazie al carattere di emulsionante e di esaltatore di sapori, messo in risalto, nel corso dei panel, soprattutto da chef e pizzaioli.

Questi elementi definiscono bene l’ampiezza dei potenziali spazi di mercato che si possono aprire al mondo agricolo grazie alle attività sperimentate dal GO

 

I risultati in campo medico e salutistico

La soluzione proposta dal GO ha avuto effetti molto importanti anche in campo medico scientifico. Tra i partner vi è infatti la Scuola di specializzazione in Scienza dell’Alimentazione emanazione del dipartimento di bio medicina che insieme ad un partner privato ha verificato le proprietà nutrizionali, nutraceutiche e gli eventuali effetti positivi sulla salute dei nuovi prodotti.

L’attività progettuale ha prodotto un duplice risultato. Il primo di avviare i primi studi, a livello internazionale sulle proprietà nutrizionali e nutraceutiche del pomodoro invaiato.

Il secondo legato all’avere scoperto che tali prodotti, rispetto a quelli ottenuti con il pomodoro rosso hanno un maggiore potere nutritivo ma soprattutto maggiori proprietà antiossidanti e producono effetti positivi anche a livello cognitivo, tali da poter essere considerati un potenziale “functional food” da utilizzare nella prevenzione di patologie correlate a disfunzioni metaboliche, stress ossidativo sistemico e disfunzioni epatiche, nonché per combattere stati d’ansia e depressione.

Ecco perché l’innovazione sperimentata dal GO PRIA ha una valenza che travalica il solo comparto agricolo per raggiungere l’intera società.

  In che modo i professionisti sono stati coinvolti nello sviluppo della soluzione, della pratica, del processo o del prodotto?

Il GO si è costituito in modo da sperimentare internamente l’intero processo innovativo. Fanno infatti parte del GO 6 aziende agricole, 3 di trasformazione agroalimentare, un’associazione di produttori agricoli, un’associazione impegnata nello sviluppo territoriale sostenibile, un laboratorio di analisi cliniche e l’università di Palermo con due Dipartimenti (Agraria e Medicina) e la Scuola di specializzazione in Scienza dell’Alimentazione.

Le imprese partner hanno sperimentato il nuovo processo di raccolta con l’affiancamento e monitoraggio del  Dipartimento di Scienze Agrarie; lo chef in persona ed alcuni liberi professionisti hanno affiancato le imprese agroalimentari per attuare le modifiche necessarie nel processo di trasformazione. La scuola di specializzazione ed il laboratorio hanno verificato le proprietà nutrizionali, nutraceutiche e gli effetti positivi sulla salute dei nuovi prodotti. L’associazione dei produttori ha portato avanti panel e test sui consumatori, mentre l’altra associazione ha progettato e realizzati tutti gli eventi divulgativi e la campagna di comunicazione.

 Come avete diffuso i risultati del progetto al di fuori del progetto? 

I risultati del progetto sono stati divulgati attraverso:

          la creazione di un sito bilingue e la produzione di depliant distribuiti nel corso degli eventi, dei test sui consumatori e dei panel

          la partecipazione, con propri spazi ed allestimenti, ad eventi in Sicilia (n. 7), in Italia (Piacenza Tomato World / Vinitaly Verona) e all’Estero (Fruit Logistica, Berlino / Global Tomato Congress, Aja), nel corso dei quali è stato fatto degustare il succo ed è stata regalata la passata realizzati con la sperimentazione

           la creazione di n. 2 eventi (1 giornata in campo presso le aziende, 1 giornata studio) . Nei prossimi mesi è prevista la conferenza stampa finale

           la creazione e diffusione di comunicati stampa

           la redazione e diffusione di articoli scientifici nelle principali riviste internazionali in campo medico nutrizionale

https://www.facebook.com/bluesealandsicilia/videos/572901097347534

  Quali sono stati i risultati concreti ottenuti attraverso queste attività di diffusione  

I risultati delle attività di disseminazione sono stati

la pubblicazione di articoli su diverse testate regionali ed italiane, un servizio televisivo dedicato ed un articolo, online e cartaceo, sulla rivista internazionale Fruitnet  (https://desktop.eurofruitmagazine.com/2022/05/08/innovative-sicilian-tomato-juice-debuts-at-fruit-logistica/content.html)

          la pubblicazione di articoli medico scientifici nelle più importanti riviste scientifiche internazionali nel campo della nutrizione (Antioxidants, Frontiers in Nutrition, Journal of functional food)

          l’ottenimento di due premi di rilievo nazionale (premio “Future Farm – Forum Tomato World 2022 e premio Golosario Award 2022 per la sezione “sostenibilità”) e l’invito alla partecipazione gratuita al Global Tomato Congress 2022

          i numerosi i contatti con produttori di pomodoro di altre regioni italiane interessati allo sviluppo dell’iniziativa nei propri territori nel corso delle manifestazioni di Piacenza e a Verona, sono stati

          le moltissime richieste, per la commercializzazione del prodotto, da parte di operatori esteri nel corso della Fruitnet di Berlino 

 

Trasferibilità, scalabilità e creazione di valore di mercato dei risultati innovativi.

   Trasferibilità: 

Per rendere i risultati della sperimentazione in campo agricolo trasferibili al maggior numero di produttori, il GO ha previsto la redazione di due diversi disciplinari di produzione, rispettivamente destinati ad aziende agricole in regime di produzione biologica e ad aziende in regime di produzione integrata.

Si precisa che i due disciplinari, redatti dalla Facoltà di Agraria dopo due anni di sperimentazione presso le aziende agricole partner del GO, sono stati elaborati in stretta in collaborazione con le stesse aziende e gli altri partner di progetto attraverso tavoli di lavoro comuni.

I disciplinari contengono tutte le informazioni utili ad applicare i risultati della sperimentazione a qualunque produzione di pomodoro in pieno campo, trattando  nel dettaglio su:

          pratiche agronomiche e gestione colturale

          tecniche colturali

          controllo (dei principali patogeni o integrato)

  Scalabilità:

Tenendo conto di quanto già descritto nel paragrafo precedente, si ritiene che le attività realizzate dal GO oltre ad essere trasferibili siano implementabili su scala più ampia ed è anzi auspicabile che ciò avvenga.

La diffusione su larga scala di questi nuovi prodotti alimentari sul mercato, legata all’appetibilità ma anche agli effetti salutistici, genererebbe una forte domanda aggiuntiva per il comparto delle imprese di pomodoro a pieno campo. Tale domanda aggiuntiva rivolgendosi al pomodoro invaiato e non al rosso maturo, innescherebbe importanti effetti sulla redditività aziendale dell’intero comparto , grazie alla riduzione dei costi aziendali e all’aumentata produttività di terra e lavoro.

 Creazione di valore di mercato - La creazione di valore è correlata alla creazione o al miglioramento di opportunità di mercato attraverso i risultati del progetto, ad esempio attraverso il miglioramento della qualità, la diversificazione/differenziazione dei prodotti, l'adattamento alle mutevoli richieste del mercato, le innovazioni nell'imballaggio, nella logistica e nella lavorazione. In questo contesto, in che modo il risultato GO ha creato nuovo valore aggiunto? 

Il GO ha creato valore aggiunto, diversificando la produzione di uno dei prodotti agricoli più antichi e diffusi nel mondo e creando due prodotti alimentari totalmente NUOVI per gusto e proprietà.

Ha inoltre svelato le possibili opportunità di mercato, in termini di ampiezza e capacità di penetrazione dei nuovi prodotti, testandoli su un ampio numero di consumatori finali e valutandone scientificamente le proprietà e gli effetti positivi sulla salute.

 I nuovi prodotti sono risultati essere ideali per rispondere alle attuali esigenze del mercato: molto apprezzati al gusto e con tutte le proprietà salutistiche particolarmente ricercate dai consumatori.

Ha infine aperto spazi molto importanti nel mondo della ristorazione, dove chef e maestri pizzaioli, alla costante ricerca di novità ed innovazioni alimentari, hanno gradito particolarmente la passata per la possibilità di utilizzarla nella sperimentazione di nuovi abbinamenti alimentari, grazie al carattere di emulsionante e di esaltatore di sapori (proprietà possedute dalla non salutistica panna da cucina e che non ha la tradizionale salsa rossa).

 

giovedì 15 febbraio 2024

Un accesso più agevole ai finanziamenti dell'UE per le zone rurali grazie al kit di strumenti per le zone rurali dell'UE

          “Un accesso più agevole ai finanziamenti dell'UE per le zone rurali grazie al kit di strumenti per le zone rurali dell'UE”. La Commissione ha lanciato una nuova guida interattiva con le opportunità di finanziamento disponibili a livello dell'UE per le zone rurali, che coprono l’83 % del territorio dell'UE e ospitano il 30 % della popolazione dell'UE. I fondi e programmi del piano rurale serviranno a promuovere la crescita sostenibile e il benessere nelle zone rurali, riducendo le disparità regionali e lo spopolamento. La sezione risorse contiene documenti di orientamento, relazioni e manuali sulle opportunità di finanziamento dell'UE per settori specifici, tra cui la banda larga, la cultura, l'istruzione, l'energia, l'ambiente e il turismo.

 

Il pacchetto di strumenti per le zone rurali raccoglie opportunità di finanziamento provenienti da 26 diversi fondi dell'UE, dalla politica agricola comune ai fondi di coesione, a Orizzonte Europa e al dispositivo per la ripresa e la resilienza. In pochi clic, gli imprenditori rurali e le autorità locali possono trovare i migliori finanziamenti disponibili per aiutarli a sviluppare il loro progetto. 


 

Questa nuova porta globale di accesso ai finanziamenti e alle iniziative di sostegno dell' UE disponibili per le zone rurali dell'UE mira a dotare i richiedenti delle conoscenze e degli strumenti necessari per rispondere alle esigenze locali. I beneficiari possono essere le autorità locali, le istituzioni, le imprese, le associazioni e i singoli individui.

Il nuovo strumento offre traduzioni automatiche in tutte le lingue dell'UE. Un finanziatore interattivo consente agli utenti di filtrare i regimi esistenti sulla base di diversi criteri:

  • il loro ruolo o la loro organizzazione;
  • l'attività che intendono realizzare (ad esempio, migliorare le infrastrutture, affrontare le sfide sociali, rafforzare l'economia locale, rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici e la sostenibilità);
  • il tipo di sostegno ricercato: sovvenzioni, strumenti finanziari (come prestiti e garanzie) o assistenza tecnica che condividono gli stessi principi, formazione, programmi di tutoraggio, reti di sostegno, ecc.

Dopo aver ristretto la scelta alle opzioni più pertinenti, le informazioni chiave sui programmi e sulle iniziative attuali sono facilmente disponibili in schede informative stampabili. Che spiegano in che modo ciascuna opzione è pertinente per le zone rurali e includono dettagli pratici, link agli inviti e punti di contatto pertinenti.

CONSIGLI, ORIENTAMENTI E STORIE STIMOLANTI

Il pacchetto di strumenti per le zone rurali fornisce inoltre ampi orientamenti su come sfruttare al meglio le opportunità disponibili. Gli utenti possono trarre ispirazione ed esplorare un'ampia gamma di esempi e studi di casi, scoprendo come i fondi e i meccanismi di sostegno dell'UE siano già stati attuati con successo nelle zone rurali in tutta l'UE. Molte storie stimolanti sono esposte su una mappa cliccabile: ad esempio, la cooperativa Biovilla in Portogallo è diventata un attore di primo piano per la sostenibilità e la protezione dell'ambiente, promuovendo il turismo della natura, i programmi educativi e le attività di restauro del paesaggio grazie a una combinazione di fondi privati e dell'UE. Seguendo un approccio analogo, l' organizzazione Meridaunia in Italia ha promosso esperienze di turismo rurale, ambientale e culturale, accanto ai prodotti agricoli locali, rafforzando così la competitività e la reputazione del territorio dei Monti Dauni. In Romania i fondi dell'UE hanno cofinanziato la creazione di una produzione di giocattoli in legno che ora esporta in tutto il mondo e ha creato diversi posti di lavoro.


Contesto

Il pacchetto di strumenti per le zone rurali fa parte della visione a lungo termine della Commissione per zone rurali più forti, connesse, resilienti e prospere nell'UE.

Le zone rurali dell'UE coprono il 83 % del territorio dell'UE e ospitano il 30 % della popolazione dell'UE. Il piano d'azione propone quattro ambiti di intervento per la Commissione europea al fine di stimolare zone rurali dell'UE più forti, connesse, resilienti e prospere. Il patto rurale è un quadro per la cooperazione tra le autorità e i portatori di interessi disposti ad agire per lo sviluppo rurale a livello europeo, nazionale, regionale e locale.


Seminari sull'antimafia sociale

            La Rete Fattorie sociali Sicilia vi invita a partecipare ai seminari sull'antimafia sociale che si terranno a Misterbianco presso la Fattoria Sociale Orti del Mediterraneo in via Pascoli n. 9A il 16 febbraio e l'1 marzo alle 16.30, e al corso Avvio di una fattoria sociale che si terrà on-line il 2,6,12, 13, 14 MARZO 2024 e in presenza l'8 e 9 marzo 2024 a Misterbianco presso la Fattoria sociale Orti del Mediterraneo, nell'ambito de Progetto Amas misura 16.9 del PSR Sicilia.



Gli eventi sono gratuiti.

 scheda di iscrizione 

mercoledì 14 febbraio 2024

La riforma dei marchi di tutela

 “Innovazione e tracciabilità per la tutela dei sistemi produttivi locali”.

 Il IV numero 2023 di Consortium, rivista della Fondazione Qualivita è interamente dedicato alla nuova Riforma delle Indicazioni Geografiche (IG), al Rapporto Ismea-Qualivita e al tema delle emergenze relative agli areali di produzione delle filiere DOP IGP, fra crisi climatiche, parassiti, patologie e mancanza di manodopera specializzata, analizzando gli sviluppi dei vari comparti ed evidenziando le criticità.


DOSSIER

martedì 13 febbraio 2024

Alimentiamo in tour

 Inizia il tour di visite nelle scuole per fare conoscere le opportunità di sviluppo insieme alle imprese Sicilia e per valorizzare e divulgare, le produzioni locali.


Dopo la sua seconda edizione  Alimentiamo aggiunge un altro tassello al suo percorso, 

Lo dichiara l'imprenditrice Sabrina Gianforte che da sempre si è occupata di valorizzare l'agroalimentare siciliano in Italia e all'estero pone al centro del dibattito un altro tema : Con questi incontri di "Alimentiamo in tour " vogliamo fare conoscere le realtà produttive che esistono in Sicilia  e che concorrono ad aumentare il PIL Regionale. Ai giovani le opportunità, per combattere, per sviluppare le proprie competenze ed esercitare la professionalità acquisita, agli educatori l'opportunità di trasferire la determinazione di credere e attivarsi per realizzare i propri sogni. Crederci per avere un identità." 


La Sicilia regione Europea della Gastronomia nel 2025 rappresenta una vetrina mondiale dell'enogastronomia, che  com'è noto si integra con lo sviluppo sostenibile del territorio, per le condizioni pedoclimatiche favorevoli.


 

 

Per  Alex Ravelli Sorini fondatore dell’ Accademia Italiana Gastronomia                                                     

“Vi siete mai domandati quali siano i motivi per cui il “Made and Born in Sicily” possa suscitare tanto interesse? E come un’indicazione di provenienza possa essere definita un vero e proprio marchio?Queste sono alcune delle domande alle quali cercherà di dare una risposta approfondita Alimentiamo. 

Per Nino Sutera Responsabile dell'Osservatorio Neorurale dell'Assessorato Agricoltura,  quando il cibo viene ancorato in maniera identitaria ad un territorio, smette di essere un momento culinario e diventa esperienza totale. In questo modo coinvolge immediatamente i quatto sensi, vedere, annusare, gustare e toccare; ma quando un cibo è veramente ancorato ad un territorio tocca anche l’udito, perché si racconta e racconta il territorio. Quando arriva nel piatto, quel cibo ti ha detto tante cose e quando lo assapori diventa esperienza avvolgente, coinvolgente e identitaria di quel luogo. Il termine genius loci, di origine latina, definisce letteralmente il “genio”, lo spirito, l’anima di un luogo è caratterizza l’insieme delle peculiarità sociali, culturali, architettoniche, ambientali e identitarie di una popolazione e l’evoluzione di quest’ultima nel corso della storia. E’ quell’unicum che caratterizza la destinazione, quella particolare atmosfera che rende un posto così speciale agli occhi del visitatore. Il “Genius Loci", definito da Luigi Veronelli quale intimo e imprescindibile legame fra uomo-ambiente-clima-cultura produttiva. «Effetto GeniusLoci» è la capacità che deve avere un territorio, di « produrre », grazie al saper fare dell’uomo che possiede il gusto del territorio nel quale riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore. 

La seconda edizione dichiara Sabrina Gianforte ,  ideatrice della rassegna Alimentiamo:  “si arricchisce della collaborazione con  partner internazionali come l’ordine dei figli e delle figlie italiani d’America, osdiapalermo.it e il premio eccellenza italiana sostenuto dalla Fondazione E-novation che si svolge a Washigton D.C. e NewYork ,  per rappresentare che il percorso intrapreso di sensibilizzazione sull’identità enogastronomica della regione, sia  il giusto centro  che determina lo sviluppo”.    

  La rassegna “Alimentiamo” il Made and Born in Sicily,  è stato un appuntamento nel quale si mettono in luce i molteplici aspetti che interessano l’agroalimentare siciliano. La produttività, la sostenibilità, il turismo enogastronomico, lo sviluppo economico, le abitudini alimentari , il benessere psicofisico ambiti che valorizzano l’eccellenza del modello di sviluppo italiano.

La rassegna è sostenuta dall’Assessorato Regionale dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca, dal Comune di Bagheria,  dal Comune di Monreale, dal Comune di Terrasini, dal Comune di Castelbuono, dal Comune di Caronia, dal Comune di San Mauro Castelverde,  Dal Parco delle Madonie, Dal Parco dei Nebrodi, Dal Gal Metropoli Est , Dal Gac Costa D’Oro Termini Imerese, Accademia Italiana Gastronomia, Osdia Order Son and Daughters of Italy in  America, Il Parco Archeologico di Solanto, La proloco di Genius Loci di Bagheria, la proloco di Aspra, La proloco si Santa Flavia, L’associazione Castelli di Sicilia, il consorzio DOS Sicilia, FederManager, Il dipartimento di scienze economiche aziendali e statistiche, il Saaf di Agricoltura dell’Università di Palermo, il distretto delle filiere e dei territori di Sicilia in rete.  

 


 


 

A Ragusa si inaugura la Casa delle Farfalle

                                                                                                                            Gianna Bozzali

Il centro storico superiore di Ragusa è pronto a colorarsi di meraviglia per regalare a tutti uno scorcio di primavera. Da mercoledì 14 febbraio al 17 giugno sarà possibile visitare la Casa delle Farfalle.


Si inaugura a Ragusa la “Casa delle Farfalle”, uno splendido giardino tropicale che, ricreando l'habitat ideale delle farfalle, ospiterà centinaia di esemplari in volo provenienti da tutto il mondo. Ad ospitare la Casa delle Farfalle è il “Centro Commerciale Culturale Mimì Arezzo”, sito in via Giacomo Matteotti n. 61, nel cuore del centro storico di Ragusa Superiore. È qui che si potrà vivere la magica emozione dell'incontro dal vivo con le variopinte farfalle in volo continuo, vivendo un'esperienza immersiva unica. Si potrà passeggiare tra la rigogliosa vegetazione che accoglierà il loro libero volteggiare, unendo il proprio stupore alla conoscenza scientifica: la visita sarà infatti anche un’esperienza didattica interattiva che, grazie alla presenza di esperti naturalisti, permetterà di ammirare il loro ciclo di vita e la loro metamorfosi.

 

«Questo evento – commenta l'assessore comunale ai Centri Storici, Giovanni Gurrieri – sarà una coinvolgente occasione che permetterà di vivere la città con lo sguardo ricco di stupore ma anche con l’obiettivo di animare il centro storico, realizzare percorsi e far conoscere anche vie e monumenti caratteristici di questa zona della nostra città».



La “Casa delle farfalle” si inaugurerà mercoledì 14 febbraio alle 10.00 e sarà visitabile fino al 17 giugno, dalle ore 9.00 alle ore 18.00. «È un progetto itinerante che per la prima volta tocca il capoluogo ibleo – spiega Enzo Scarso, organizzatore dell'iniziativa -. Permetterà di avvicinarsi ad un mondo esotico, quello delle meravigliose farfalle e del loro habitat naturale. Sarà una grande emozione, non solo per i piccoli visitatori».  Le prenotazioni per gruppi turistici e scolaresche sono già aperte. Le prenotazioni scuole si effettuano attraverso il contatto telefonico dedicato che risponde al numero 392-7691183

 

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito web www.lacasadellefarfalle.com 

lunedì 12 febbraio 2024

Ue e sostenibilità: clima, consumo responsabile e biodiversità tra le maggiori sfide


Rapporto Sdsn: Europa in ritardo anche su obiettivi sociali, crisi aggravano povertà e deprivazione materiale. Italia lontana dai Paesi più virtuosi. L’appello in vista delle elezioni di giugno del nuovo Parlamento.

Al ritmo attuale, un terzo degli Obiettivi di sviluppo sostenibile non sarà raggiunto entro il 2030. È quanto rileva la quinta edizione dello “Europe sustainable development report 2023/24” pubblicato dalla Rete delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile (Sdsn), in collaborazione con Sdsn Europe e Comitato economico e sociale europeo (Cese).



Gli SDGs stentano in Europa

Crisi sanitarie, geopolitiche, climatiche e finanziarie, sottolinea il Rapporto, hanno portato a un rallentamento dei progressi negli SDGs. A pesare maggiormente sono gli scarsi risultati che si registrano in ambito socioeconomico e negli Obiettivi ambientali. La Finlandia, per il quarto anno consecutivo, è in cima all’indice SDG di quest’anno con 80,6 punti su 100. Seguono Svezia e Danimarca. L’Italia è ventunesima con un punteggio di 69,9. Fanalino di coda è la Turchia con 57,1. Anche i Paesi in cima alla classifica, sottolinea il report, devono affrontare sfide significative nel raggiungimento di diversi Obiettivi di sviluppo sostenibile.












A livello europeo le maggiori sfide sono legate al Goal 12 (Consumo e produzione responsabili),  13 (Lotta contro il cambiamento climatico), 15 (Vita sulla terra) e al Goal 2 (Sconfiggere la fame). Segnali incoraggianti arrivano dai Goal 6 (Acqua pulita e servizi igienico sanitari), 9 (Imprese, innovazione e infrastrutture) e 17 (Partnership per gli obiettivi). L'edizione di quest’anno evidenzia anche le sfide legate all’indice “Leave no one behind” che misura le disuguaglianze a livello nazionale in quattro dimensioni: povertà estrema e deprivazione materiale (quota di persone costrette a rinunciare per ragioni finanziarie a beni, servizi e attività sociali importanti); disuguaglianze di reddito; disuguaglianze di genere; accesso e qualità dei servizi. L’Indice evidenzia progressi minimi e persino inversioni in tre delle quattro dimensioni per la maggior parte dei Paesi europei dal 2020. “È necessario”, dice il Rapporto, “affrontare le persistenti e crescenti disuguaglianze all’interno e tra i Paesi europei”.

La situazione è particolarmente allarmante per quanto riguarda la sottodimensione “accesso e qualità dei servizi”, dove 32 dei 34 Paesi europei registra dei passi indietro. L’efficace funzionamento delle istituzioni europee, continua il Rapporto, dipende dalla capacità di leadership dell’Ue e degli Stati membri di garantire pari opportunità, proteggere i più vulnerabili e promuovere l’istruzione e le competenze per tutti.





Il Lucido, un vitigno identitario della sicilianità enoica.

 


                                          G. Colugnati, G. Cattarossi

Colugnati&Cattarossi SRL, Innovation Broker, Progetto VISTA Lucido.


Hanno preso ufficialmente avvio ad agosto 2023 le attività in vigneto ed in cantina connesse al Progetto “Valorizzazione Innovativa e Sostenibile dei Terroir delle varietà Autoctone: il caso di studio del Lucido, finanziato dalla Regione Siciliana nell’ambito del PSR 2014-22, Sottomisura 16.1, e realizzato dal G.O. VISTA Lucido, con Capofila il Consorzio Tutela Vini Doc Sicilia ed il cui partenariato vede la presenza dell’ Istituto Regionale Vite Olio (IRVO) quale responsabile scientifico, Colugnati&Cattarossi (Innovation Broker), Novamont SpA e 8 realtà significative della filiera vitivinicola siciliana (Tenuta Di Donnafugata, Tenuta Gorghi Tondi, Alessandro Di Camporeale, Cantine Colomba Bianca, Cantina Sociale Paolini, Cantina Settesoli, Conte Tasca D'Almerita, Società Agricola Santa Tresa), ispirandosi pienamente al principio di bottom-up della ricerca e innovazione che l’Unione Europea considera condizione indispensabile per finanziare la ricerca applicata in agricoltura.

Quindi,un esempio concreto di sinergia tra il mondo produttivo, la ricerca applicata, la sperimentazione e le Istituzioni, insito nell’essenza stessa della Misura: infatti, il modello suggerito dall’Amministrazione regionale, nel solco delle politiche europee, è improntato ad un processo permanente e dinamico di co-progettazione dove i partner sono, da un lato, la pubblica amministrazione e, dall’altra, una varietà ampia di attori territoriali, quali centri di ricerca e sperimentazione, imprese, enti locali, con funzione di stakeholders, coordinati dalla figura dell’Innovation Broker, che hanno così trovato un contenitore scientifico nel Progetto VISTA Lucido.


 

Il Progetto persegue lo scopo principale di incrementare la quota di vino sostenibile di alta qualità attraverso la valorizzazione delle produzioni autoctone, con particolare riguardo a quelle più diffuse in Sicilia quale la cultivar Lucido (Catarratto bianco). Come noto, il Catarratto bianco lucido è la cultivar più diffusa in Sicilia con oltre 15.000 ettari (dati 2021) con una incidenza di quasi il 18% sulla superficie vitata regionale, coltivata principalmente nelle province di Trapani, Palermo e Agrigento anche se presente in tutta l’isola. Un vitigno identitario, quindi, iconico per certi versi, fortemente legato allo straordinario territorio della Sicilia occidentale, alla sua cultura e alle sue tradizioni, la cui presenza sull’isola è riconosciuta da secoli, tanto che è stato dimostrato geneticamente che il Catarratto è imparentato con altri importanti vitigni come la Garganega, considerata una delle più antiche varietà italiane e, assieme allo Zibibbo (Moscato di Alessandria), rappresentano i genitori dell’altro importante vitigno marsalese, il Grillo.

Un vitigno di così larga diffusione sul territorio e coltivato in terroir unici e molto diversi tra loro necessitava di una incisiva azione di valorizzazione di queste identità, attraverso una articolata analisi dei fattori che caratterizzano la risposta vitivinicola della cultivar all’ambiente e le loro interazioni e soprattutto la sua espressione sensoriale, così unica e tipica.

Collegate all’obiettivo principale, il G.O. VISTA Lucido si pone specifiche finalità, quali analizzare le strategie di mitigazione degli effetti negativi del climate changing sulle produzioni enologiche, monitorare la cinetica di maturazione della bacca, incrementare la biodiversità dell’agro-ecosistema vigneto siciliano, favorire l’incremento delle superfici vitate sostenibili, razionalizzare i consumi idrici nel vigneto, monitorare i consumi energetici e le emissioni di CO2 in vigneto e in cantina, favorire la creazione di una filiera del vino sostenibile tramite l’adesione a sistemi di qualità come la certificazione SOStain e agevolare la diffusione delle innovazioni acquisite tramite un sistema informatico utile alla raccolta dei dati aziendali, nonché all’informazione e aggiornamento di tecnici e operatori, sempre più specializzati nella conduzione sostenibile dei vigneti: il tutto nell’ottica di massimizzare la tipicità varietale e l’espressione sensoriale del Lucido nei diversi terroir.

Inoltre, il Gruppo Operativo, tramite il presente Progetto, intende sfruttare l’opportunità che deriva dallo studio agronomico ed enologico della più diffusa varietà siciliana, al fine di determinare prodotti innovativi utili a fornire all’intero comparto un vantaggio competitivo sostanziale e duraturo.

VISTA Lucido si articola in 5 azioni principali descritte in maniera esaustiva sulla pagina web del Consorzio alla quale si rimandano i lettori per una più agevole informazione: di queste, sicuramente l’Azione 4 (Comunicazione) rappresenta uno step strategico perché finalizzato alla più ampia e completa diffusione delle innovazioni sperimentate alle imprese regionali, e in ambito UE, perché possano beneficiarne in termini di conoscenze da trasferire quale plus nella competitività.

Per queste finalità, verranno attivati tutti i canali social ed i mezzi di comunicazione e divulgazione a disposizione (workshop, seminari, convegni, field days, wine tasting, ecc.): una presenza costante, ogni 10-15 giorni, sarà rappresentata dai social media del Consorzio dove verranno presentati e commentati argomenti tecnico-scientifici inerenti le attività di Progetto (biodiversità, terroir, agrosistemi e resilienza, gestione del suolo, cambiamenti climatici, attività di progetto, ecc.).

Un momento auspicabilmente di confronto e dibattito tra stakeholders e opinion leaders.





sabato 10 febbraio 2024

Attenti a tirare troppo la corda

 "la Commissione europea ritira la legge sui pesticidi? 

  dimostra ancora una volta che è profondamente inadeguata, non è all'altezza della situazione, compie inversioni a U come si beve un caffè. Ma il caffè può rilevarsi amaro, molto.

  Gli "azionisti di maggioranza" già una volta l'hanno spuntata. Dove?...in Inghilterra  e di certo non ci hanno rimesso!

Condividiamo due documenti eccezionali, che aiutano a comprende Brexit. Il primo,  siamo nel 2009, in quegli anni nasce la diatriba tra città e campagne in Inghilterra, la stampa di tutto il mondo ne parla a sufficienza,  il secondo fotografa come è sufficiente uscire dall'Europa per risparmiare una montagna di soldi, diversamente destinate ad assistere il mondo agricolo,( l'80% delle risorse va a una piccola lobby (20%) di baciati dalla dea bendata)che festeggia per aver costretto l'UE a ritirare un documento preziosissimo per l'ambiente e  per il prossimo.

2009  documento storico sull'avvio di una campagna antieuropeista  

Caro direttore,
è giusto finanziare l'agricoltura? Certo, ci mancherebbe, elargire i sussidi agricoli è doveroso, ma agli agricoltori veramente bisognosi. Ahimè non sempre è così. La Ue ha elargito mezzo milione di euro alla regina Elisabetta per la sua “fattoria” a Sandringham (la regina del Regno Unito ha un patrimonio personale di 300 milioni di euro), il figlio Carlo ha ricevuto "solo" 200mila euro per le sue tenute, il duca di Westminster invece (7 miliardi di euro di patrimonio personale) ha ricevuto 540mila euro in sussidi. Nella lista dei beneficiari c'è anche il miliardario Abramovich, tra l'altro proprietario della squadra di calcio del Chelsea, con oltre 500mila euro di sussidio. Milioni di persone in Europa hanno perso il lavoro e con le loro tasse si finanziano le fattorie di miliardari con l'hobby dell'agricoltore: alla faccia dell'equità sociale! Ma che cacchio combinano a Bruxelles?

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E lei dimentica di dire,   che i sussidi dell’agricoltura se li sono presi anche, fra gli altri, il principe Alberto di Monaco (300mila euro l’anno), la multinazionale Nestlè (un milione di euro l’anno), la Royal Dutch Shell e la Philip Morris. I sussidi per l’agricoltura sono quasi metà del bilancio dell’Unione Europea: 50miliardi di euro su 126 miliardi totali (esattamente il 46 per cento). Cioè significa che ogni cittadino europeo spende in media 100 euro l’anno per la Pac, cioè la politica agricola comunitaria. In altre parole: una famigliola di quattro persone sacrifica quasi 400 euro l’anno sull’altare dei lupini dolci e della fecola di patate. E il risultato qual è? Un disastro. Intanto perché questi soldi vengono per lo più utilizzati per mantenere alti i prezzi, e dunque per la nostra famigliola europea si tratta di una doppia beffa: paga 400 euro l’anno per poter andare al supermercato e pagare insalata, albicocche e pomodori più del dovuto... Non vi pare assurdo? Se poi andiamo a spulciare fra i bilanci della Pac di questi ultimi anni, c’è da sbizzarrirsi. Per esempio: a un certo punto è partito un programma di aiuti per il lino in Spagna. Nel giro di pochi mesi le coltivazioni di lino in Spagna si sono moltiplicate, crescendo del 500 per cento, con particolare concentrazione nella regione Castiglia-La Mancia. Appena hanno cominciato a produrlo, però, si sono accorti che il lino spagnolo, essendo di pessima qualità per le caratteristiche del terreno e dell’ambiente, non può essere usato per i vestiti. E allora dove è stata dirottata l’ingente e costosa produzione di lino? Nel concime. Ma sicuro: milioni di euro per concimare le barbabietole con il lino. Chissà se almeno sono venute fuori eleganti... Ma nel corso degli anni è stato finanziato un po’ di tutto: dai foraggi disidratati al «premio speciale bovini maschi vitelloni», dal «premio macellazione per le giovenche» al contributo per le vacche nutrici, fino ad arrivare all’indennità speciale per ciascuna gallina che fa le uova nella Svezia settentrionale, con la giustificazione ufficiale che lassù (oh, che bella scoperta) fa molto freddo. E quest’ultima brillante iniziativa ci lascia un solenne dubbio: non è che il contributo gallina svedese servirà per comprare uno speciale cappotto-coccodè? La verità è che la politica agricola non ha nulla a che vedere con la difesa dei contadini e della campagne: difende qualche interesse più o meno lecito, le solite lobbies, Abramovich e la Regina d’Inghilterra. La chiamano Pac, ma è solo un pacco. Se vi resta ancora un po’ di euroforza, indignatevi.

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2021 L’Inghilterra è fuori. E tutto è destinato a cambiare. Dalla Pac al commercio interno europeo per cui si dovranno redigere dei trattati bilaterali. Ma ci guadagna l’inghilterra – a conti fatti – dalla sua uscita? La risposta è sì. Dal punto di vista Ue nel complessivo va a guadagnare – in termini cash – circa 7 miliardi di euro di cui 1,3 soltanto dall’agricoltura. Poi, il giorno in cui dovesse scadere la misura temporanea ottenuta a suo tempo dalla Thacther, il ‘rebate’, il saldo negativo sarebbe aumentato di ulteriori 2 miliardi. Per un totale di circa 10 miliardi di euro. Una bella cifra da pagare per rimanere all’interno dell’Unione.

Nel 2014 la Gran Bretagna ha versato in complesso all’Unione europea circa 15 miliardi di euro per riceverne circa 7. Con un saldo negativo di quasi 8 miliardi. Anche in termini di politica agraria il paese della sterlina versa di più di quanto riceve. In teoria la Gran Bretagna contribuisce alla Pac per 7,6 miliardi di euro e ne riceve 3,9. Con un saldo negativo di circa 3,7 miliardi. Questo se non ci fosse il ‘rebate’, destinato comunque a morire. Quando entrò in Ue infatti la Thacher negoziò una condizione applicabile solo all’Inghilterra di “rimborso forfettario” per attutire il saldo negativo. All’epoca dell’ingresso ci si rese conto che la Gb avrebbe dovuto sostenere uno sforzo maggiore rispetto ad altri paesi e si negoziò un ‘rimborso’. Tenendo conto del rebate il saldo negativo – secondo Alan Matthews, uno dei maggiori economisti agrari europei – è di 1,3 miliardi l’anno. Ma anche vero che il rebate era una misura temporanea destinata a finire, il che vuol dire che prima o poi il saldo negativo sarebbe più che raddoppiato.

Obiettivo della Pac è quello di veicolare le risorse dai paesi ricchi ai paesi poveri sotto l’egida del commercio unico e della solidarietà tra i paesi membri

L’Inghilterra ha una superficie di 248.464 kmq e riceve 3,2 miliardi di euro di aiuti diretti dai fondi europei e 39,5milioni di misure di mercato e 475 dallo Sviluppo rurale. I settori più importanti per quanto riguarda le misure di mercato, sono l’ortofrutta (che riceve circa 32,5 milioni), latte e prodotti lattiero-caseari (circa 5 milioni) e la promozione (1,8mln).

La struttura delle aziende agricole è di 17,3 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata e ogni agricola ha una dimensione media di 93 ettari contro la media italiana di 12, e della Sicilia di 5.5

Il 75 per cento dei pagamenti della Pac andavano al 17 per cento dei beneficiari, più o meno come in italia


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