Oggi i tumori sono malattie
curabili ed è importante seguire uno stile di vita corretto e un’alimentazione
equilibrata e sana non solo per la prevenzione ma anche dopo la guarigione. La
dieta mediterranea contribuisce a preservare dalle recidive del tumore, specie
in relazione all’utilizzo dell’olio extravergine di oliva per le sue qualità
antitumorali e benefiche offerte all’organismo umano dalla sua miniera
ineguagliabile di antiossidanti.
Le virtù dell’olio ALCOLI 20-35% TRIGLICERIDI
Acidi grassi monoinsaturi oleico 55,4-83% Frazione saponificabile 98-99% Acidi
grassi polinsaturi linoleico 3,5-20%, linolenico 0,1-0,85% Acidi grassi saturi
palmitico 5,7-8%, stearico 0,5-4%, altri TOCOFEROLI 2-3% POLIFENOLI 18-37%
STEROLI E COMP.COLORATI 2-3% IDROCARBURI 50-60% Frazione insaponificabile 1-2%
24 25 extravergine di oliva, assunto nel contesto di una dieta equilibrata,
sono state dimostrate da numerosi studi epidemiologici eseguiti soprattutto su
donne che erano guarite dal tumore al seno. I risultati sono stati tutti a
favore del consumo di olio extravergine di oliva come alimento fondamentale per
la prevenzione dalle recidive.
Numerosi studi epidemiologici hanno mostrato che
il consumo regolare di olio extravergine di oliva, come avviene nei Paesi del
sud Europa, è inversamente correlato a vari tipi di tumore (del tratto
digerente, della mammella, dell’ovaio, dell’endometrio ecc.) anche se, nella
maggior parte dei casi, non sono ancora chiari i meccanismi della sua azione
preventiva. Dai dati di letteratura, appare che i componenti più attivi nel
proteggere e prevenire le patologie tumorali siano l’acido oleico e la luteina,
ma un’azione protettiva antitumorale sia anche esercitata dai polifenoli (tirosolo
e idrossitirosolo, secoiridoidi e lignani), dallo squalene e dal -sitosterolo,
da tocoferolo e carotenoidi. • Uno studio condotto dal Karolinska Institutet di
Stoccolma nell’arco di 4 anni (1987/1990) su circa 62.000 soggetti di età fra
40 e 76 anni, ha dimostrato che l’assunzione di 10 grammi al giorno di olio
extravergine di oliva può ridurre il rischio di tumore al seno del 45%.
Secondo
gli Autori i grassi monoinsaturi (acido oleico) potrebbero essere protettivi
contro il tumore della mammella.
• Quattro studi prospettici, in Spagna, in
Grecia e in Italia, hanno confermato che il consumo di olio extravergine è
associato a un minore rischio di tumore al seno. È stato dimostrato che se
sostituissimo con grassi insaturi, di cui è ricco l’olio extravergine di oliva,
appena il 5% delle calorie totali introdotte sotto forma di grassi saturi,
potremmo registrare una riduzione del rischio di carcinoma mammario del 33%, di
carcinoma colorettale del 22%, nonché di altri tumori del tratto aerodigestivo
superiore (orofaringe, laringe, esofago).
Una serie di esperimenti in
laboratorio (Università di Granada e di Chicago, 2008) condotti su linee
cellulari di tumore mammario che esprimevano il gene Her-2/neu (iperespresso
nel 20-25% dei tumori mammari umani e associato a prognosi più severa) se
venivano trattate con acido oleico, mostravano un netto rallentamento
dell’accrescimento cellulare. In un altro studio del 2009 condotto presso
l’Università di Barcellona, è stato dimostrato su modelli sperimentali di cellule
di carcinoma mammario che l’olio extravergine di oliva inibisce l’attività
dell’oncogene p21Ras (che stimola la proliferazione incontrollata delle cellule
e facilita la crescita dei tumori), favorisce la apoptosi, cioè la morte
programmata delle cellule incluse quelle tumorali e sarebbe responsabile della
protezione del Dna cellulare (le cellule di animali nutriti con una dieta ricca
di olio extravergine di oliva hanno fatto registrare lesioni al DNA
significativamente inferiori al gruppo di controllo).
Al contrario dell’olio
d’oliva, quello di mais, ricco di acidi grassi omega 6, favorirebbe
l’aggressività tumorale. L’olio extravergine di oliva nella dieta inoltre è
stato dimostrato svolgere un’azione protettiva contro lo sviluppo del cancro
colo-rettale attraverso differenti meccanismi: 1. la sua stabilità nella
cottura dei cibi anche alle alte temperature riduce la formazione di prodotti
di degradazione dannosi, non solo per l’intestino ma anche per altri organi, 2.
influisce sulla struttura degli acidi biliari secondari presenti nel colon, che
influenzando il metabolismo delle poliammine nelle cellule del colon, riducono
la probabilità di trasformazione della mucosa normale in tumori benigni
(adenomi) e carcinomi, 3. i polifenoli con la loro azione antiossidante
neutralizzerebbero i radicali liberi presenti nelle feci impedendone l’azione
dannosa e potenzialmente cancerogena sulla mucosa intestinale. Da studi
recenti, ancora in fase di verifica, sembrerebbe che l’acido oleico possa avere
anche un’azione antiproliferativa sulle cellule tumorali.
Nel 2017, un gruppo
di ricercatori dell’Università di Edimburgo ha inoltre dimostrato che l’olio
extravergine di oliva, grazie all’acido oleico, sarebbe in grado di ridurre il
rischio di sviluppare tumori cerebrali. Lo studio, condotto su modelli
cellulari, ha evidenziato che l’acido oleico è in grado di stimolare la
produzione di una molecola (miR-7) che impedirebbe la formazione di proteine
favorenti la cancerogenesi. Ma gli effetti benefici dell’EVO si esplicano in
tutti gli apparati del nostro organismo: • Protegge dalle malattie
cardiovascolari, i polifenoli in esso contenuti contrastano l’aterosclerosi,
l’ipertensione e l’ipercolesterolemia che sono le principali cause delle
malattie cardiocircolatorie. In particolare, favoriscono una maggior produzione
di nitrossido, potente vasodilatatore, e prevengono dall’ossidazione delle
lipoproteine LDL. Le LDL ossidate, infatti, sono le principali responsabili
della formazione della placca aterosclerotica con conseguente restringimento
delle arterie e insorgenza di malattie cardiovascolari. • Un’indagine
epidemiologica prospettica, condotta negli USA per la durata di 13 anni su
41.000 soggetti di età compresa fra 29 e 65 anni, ha dimostrato che l’olio EVO
è in grado di ridurre significativamente il rischio di mortalità per malattie
cardiovascolari. Fra i soggetti che assumevano quotidianamente 30 g circa di
EVO (dose giornaliera consigliata dai nutrizionisti) è stata apprezzata una
riduzione del 26% di rischio di morte per malattie cardiovascolari.
La
percentuale di riduzione di rischio saliva al 44% nei soggetti che, al momento
dell’inserimento nello studio, erano già affetti da malattie
cardio-circolatorie.
La FDA (Food and Drug Administration), l’ente statunitense
responsabile della sicurezza alimentare e dei farmaci, ha autorizzato
ufficialmente i produttori di olio a indicare in etichetta che “mangiare due
cucchiai di olio d’oliva al giorno può ridurre il rischio di danni coronarici”.
• L’EVO volge un’azione benefica nello sviluppo del sistema nervoso: la sua
composizione lipidica è simile a quella del latte materno, rendendolo un
alimento essenziale nella dieta del bambino. In età adulta, invece, ci preserva
dalle malattie legate al rallentamento e al deterioramento delle funzioni
cerebrali, come per esempio nella malattia Alzheimer. Ciò grazie soprattutto
all’azione antiossidante dell’acido oleico, dei polifenoli e del tocoferolo
(vitamina E). Tali malattie vengono in parte determinate da un eccesso di
radicali liberi che, legandosi con componenti essenziali della cellula nervosa,
ne alterano la struttura e ne favoriscono la degenerazione. Un recente studio
condotto dall’Università di Chicago ha dimostrato come l’oleocantale, sostanza
responsabile del sapore pungente dell’alimento, interferisce con l’azione di
proteine neurotossiche coinvolte nel morbo di Alzheimer.
• È il più digeribile
e il più sano tra i grassi ed ha un effetto benefico su tutto il sistema
gastrointestinale, proteggendone le mucose. L’acido oleico, infatti, riduce la
produzione di acido cloridico e quindi previene gastriti e ulcere. Accelera,
inoltre, il transito nel tratto intestinale, favorendone la regolarità.
Favorisce l’attivazione del flusso biliare e lo svuotamento della cistifellea,
ostacolando l’insorgenza di calcolosi biliare. Ricercatori inglesi hanno
recentemente riportato che l’acido oleico sarebbe in grado di bloccare le
sostanze chimiche che, nell’ intestino, possono aggravare l’infiammazione legata
alla colite ulcerosa e a prevenirne l’insorgenza nel 90% dei casi. • Nel 2005,
dai ricercatori dell’Università di Filadelfia, è stato identificato nell’EVO un
polifenolo, denominato oleocantale, che ha effetti simili a quelli
dell’ibuprofene, un antinfiammatorio non steroideo. Certo non potremo usare
l’extravergine per curare il mal di testa, poiché in 50 grammi di olio EVO è
contenuta una quantità di oleocantale pari al 10% della dose di ibuprofene,
raccomandata come antidolorifico per gli adulti, ma va sottolineata la
possibilità dell’EVO di contrastare l’attività dannosa che l’infiammazione
cronica di basso grado ha nelle malattie come l’ictus, l’infarto, il cancro
mammario e il cancro polmonare. • È noto che i cibi ben conditi e aromatizzati
riducono il senso della fame ed è stato dimostrato che l’olio extravergine di
oliva ha un’azione antifame più di ogni altro condimento grasso poiché
conferisce agli alimenti un aroma particolarmente stuzzicante e delicato. Una
ricerca multicentrica (2012) ha scoperto peraltro che alcune molecole
aromatiche dell’olio EVO, in particolare l’ESENALE, sarebbero in grado di
stimolare il senso di sazietà con una azione antifame che non si limiterebbe al
solo olfatto ma che è, con ogni probabilità, correlata all’aumento, dei livelli
ematici di serotonina (un neurotrasmettitore che interviene nel dare senso di
sazietà). Inoltre l’acido oleico, di cui è particolarmente ricco l’olio EVO,
giunto nell’intestino si trasforma in una sostanza, l’oleoiletanolamide (OEA)
che dà il senso di sazietà. Somministrato come farmaco, l’Oea riduce
l’appetito, abbassa i livelli di colesterolo nel sangue e provoca la perdita di
peso. • L’olio extravergine di oliva rappresenta un elemento cardine della
dieta del paziente affetto da diabete mellito, in quanto riduce i livelli di
zuccheri nel sangue e la resistenza all’insulina tipica di questa condizione. È
stato dimostrato che la cottura in olio riduce il carico glicemico degli
alimenti, cioè la capacità di rilasciare zucchero nel sangue, e che fra i suoi
polifenoli è l’acido elenolico che sembra possedere la proprietà di ridurre
l’insulino - resistenza. Secondo una recente ricerca sperimentale, infine, una
dieta sana ricca di EVO può prevenire le patologie di un nascituro di madre
diabetica (anomalie congenite, macrosomia, debolezza metabolica, insufficienza
respiratoria, autismo…). • L’EVO consente una ottimale mineralizzazione del
nostro apparato osteoarticolare: l’olio extravergine di oliva facilita
l’assorbimento della vitamina D e del calcio, che svolgono un ruolo importante
nel mantenimento del benessere del nostro scheletro. È stato inoltre
sperimentalmente dimostrato che un polifenolo, l’oleuropeina, svolge una
specifica azione stimolante sulla formazione delle cellule osteoblastiche.
Grazie
all’azione antinfiammatoria dell’acido salicilico e dell’oleocantale, l’olio di
oliva può anche essere considerato un efficace alleato terapeutico
nell’artrosi.
• L’EVO protegge da diverse patologie infiammatorie cutanee,
quali la psoriasi, l’acne, la dermatite atopica e altri tipi di eczema. La
ricerca scientifica ha dimostrato come lo squalene, in particolare presente
nell’olio di oliva possieda proprietà antiossidanti nei confronti delle
radiazioni solari, diminuendo la produzione di radicali liberi a livello della
pelle fotoesposta. • L’olio extravergine di oliva è particolarmente indicato
durante la gravidanza grazie al suo rapporto ottimale tra acidi grassi
polinsaturi, saturi e monoinsaturi (acido linoleico, linolenico e oleico) e ha
la capacità di assicurare un buon rapporto di vitamine liposolubili (A,D,E,K),
di stimolare la mineralizzazione delle ossa e di prevenire rischi emorragici
del nascituro. Proteggendo la mucosa gastrica, evita le esofagiti da reflusso,
particolarmente frequenti nell’ultimo trimestre. Può, inoltre, contribuire a
prevenire alterazioni metaboliche abbastanza frequenti quali il diabete
gestazionale e la stipsi. • Un’alimentazione sana e corretta è fondamentale per
favorire la fertilità, specie nel caso di procreazione assistita e della
successiva gravidanza. L’uso abituale di olio extravergine di oliva sarebbe un
elemento chiave per aumentare le possibilità di successo, stando ai dati
preliminari (2015) di uno studio dell’Università di Southampton che ha
confrontato gli indici di fertilità di 100 coppie sottoposte a fecondazione in
vitro e che seguivano un’alimentazione in cui differiva il tipo di olio. I dati
devono ancora essere confermati, ma secondo i ricercatori l’aggiunta di olio
extravergine d’oliva potrebbe aumentare le chances di avere un bambino fino al
40%.