venerdì 23 febbraio 2018

2018 anno del cibo italiano

AL VIA LE INIZIATIVE  NELL’ANNO  DEL CIBO ITALIANO NEI   BORGHI GENIUS LOCI DE.CO.

 


Il 2016 è stato l’anno dei Cammini e il 2017 quello dei Borghi. Per il 2018 invece, l’Italia mette al centro la sua cultura enogastronomica. Siamo quello che mangiamo. Per questo il cibo è prima di tutto patrimonio culturale di un popolo.


Perché quando si parla di Italia e del suo cibo, non si può certo escludere il patrimonio paesaggistico e artistico che, ancora una volta, ci rende famosi nel mondo. L’infinita varietà di prodotti identitarii, piatti millenari, vini unici fanno dell’Italia l’unico paese al mondo in cui il confine tra arte e cibo non esiste
Il 2018 sarà, quindi, anche un’importante occasione di promozione turistica, con iniziative per far conoscere e valorizzare luoghi e filiere. In particolare, come annunciato dai due Dicasteri coinvolti, “lo stretto legame tra cibo, arte e paesaggio sarà inoltre il cuore della strategia di promozione turistica che verrà portata avanti durante tutto il 2018 attraverso l’Enit e la rete delle ambasciate italiane nel mondo e permetterà di evidenziare come il patrimonio enogastronomico faccia parte del patrimonio culturale e dell’identità italiana”.



   Chiediamo a Nino Sutera,       Che cos’è un  Borgo  GeniusLoci De.Co.?
E’ un percorso culturale, al francese “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all’improvviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dell’AIF ·XXVI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori di Palermo. EXPO2015 MILANO 
Qual è la mission?     Il percorso Borghi GeniusLoci De.Co.,   mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del Percorso GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività.
Il percorso innovativo “Borghi Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del territorio attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”.

Qual è la differenza rispetto agli altri strumenti?   «La denominazione comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci” è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
 Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli  ideologo delle De.Co.  ha dato del “genius loci”:   esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva.  
Qual è la vision?  La bellezza e l'unicità del paesaggio, gli insediamenti storici, la rigogliosa natura ha regalato diversi elementi attrattivi ereditati dalla tradizione ed in grado di affascinare i cosiddetti “viaggiatori del gusto”, ossia quei tanti turisti intelligenti e colti alla ricerca della buona tavola, non solo per apprezzarne le qualità gastronomiche, ma anche per l’intimo e profondo legame tra essa ed il territorio.
Il valore di una De.Co.(Denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l'identità di un territorio.

In conclusione  Dr  Sutera quali sono  i contenuti Genius Loci?
L’ effetto GeniusLoci   è la capacità che deve avere un territorio, di « produrre », grazie al saper fare dell’uomo che possiede il gusto del territorio nel quale riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore.
Mentre i contenuti innovativi sono:  l’originalità, dal latino oriri, derivare, non solo da un punto di vista topografico, ma culturale, vuol dire non distorcere la voce  del territorio di provenienza.
La naturalità, produrre senza interventi estranei all’azione del territorio.
L’Identità  dal latino Idem, uguale che non cambia nel tempo, quindi facilmente riconoscibile, perché è il senso del luogo.
Infine  la specificità, nel significato dato da Max Weber nel 1919 di qualcosa facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche originali (un dolce, un piatto, un evento una tradizione)

Infine, quali sono i requisiti che i comuni debbono possedere per far parte del circuito dei Borghi GeniusLoci De.Co.?
 Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono dei principi inderogabili e non barattabili, innanzitutto  la storicità e l'unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero.  Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano l’idea del Borgo GeniusLoci  De.Co. all’interno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali. Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.    
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili e controproducenti.

 Bisogna dire infine,   che non è un percorso per tutti, ne tanto meno tutti i Comuni hanno i requisiti necessari per essere inseriti tra i Borghi GeniusLoci De.Co.

venerdì 16 febbraio 2018

LA GESTIONE DELLE ACQUE NELLA FILIERA AGRUMICOLA


LA GESTIONE DELLE ACQUE  NELLA FILIERA AGRUMICOLA

RIBERA (AG) – 24 febbraio 2018



L’Alta Scuola Arces,   nell’ambito del progetto “Social Farming 2.0 – Inserimento sociale nella filiera agrumicola siciliana”, promosso dal Distretto Agrumi di Sicilia, con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation, organizza un Seminario formativo dal titolo: “LA GESTIONE DELLE ACQUE  NELLA FILIERA AGRUMICOLA”.


Il seminario   si svolgerà presso la Sala Convegni ESA- Sopat 75 Ribera - C.so Regina Margherita 238 –  dalle ore 10,00 alle ore 14,00.

La partecipazione al seminario è gratuita, previa compilazione di apposita istanza sul portale socialfarming.distrettoagrumidisicilia.it e potrà avvenire in presenza oppure in streaming.

In virtù di una specifica convenzione con la Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali della Sicilia, la partecipazione in presenza al Seminario da parte dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, iscritti ai rispettivi albi di appartenenza, da diritto ai crediti formativi professionali (0,5 CFP attività formativa caratterizzante). 
Descrizione sintetica del tema trattato e delle sue ripercussioni di ordine operativo all’interno della filiera agrumicola:
·         Sistemi di invaso e distribuzione delle acque ad uso irriguo
·         Il Sistema Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS)
·         Rapporto tra clima e necessità irrigue delle colture agrumicole
·         La qualità delle acque per l’irrigazione degli agrumeti
·         Moderne tecniche di irrigazione finalizzate all’uso più efficiente delle risorse idriche

Relatori:
·         Prof. Ing. Antonino Marco Cancelliere: Professore Ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia (ICAR02), Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, nell’Università di Catania
·       Dott. Agr. Giuseppe Pasciuta: Dirigente UOS Agrometeorologia, Ricerca applicata e servizi innovativi Assessorato Reg. Agricoltura e Presidente del Consorzio di tutela dell'arancia di Ribera DOP
·         Dott. Agr. Corrado Vigo: Libero professionista e Presidente Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali della Sicilia.

lunedì 12 febbraio 2018

FAO, le piccole fattorie sono il futuro dell'agricoltura

FAO, le piccole fattorie sono il futuro dell'agricoltura
Fino a non molti decenni fa esistevano in Italia intere aree rurali. Non è che non esistano più, è solo che queste aree hanno preso due derive: in alcune, quelle più fertili e meglio collegate con la rete stradale, è piombata l’agricoltura industrializzata, (in crisi perenne) che si è buttata a capofitto su terreni da coltivare con macchine e pesticidi, come nella Bassa Padana; negli altri casi la popolazione ha scelto di elevare il proprio livello di vita e di abbandonare una vita e un’economia di sussistenza, magari tra i pascoli dell’Aspromonte, e di altre aree arretrate del sud, e di emigrare nelle città.






Il risultato è sotto gli occhi di tutti è che in Italia ci sono da un lato sistemi urbani che stanno esplodendo, città infinite (si pensi alla cosiddetta Megalopoli Padana, che va da Milano a Venezia senza soluzione di continuità), contigue a terreni dove l’agricoltura a livello industriale la fa da padrona, e dall’altro lato esistono interi pezzi di Paese che nei casi migliori vivono o grazie alla diffusione di agriturismi e bed and breakfast, oppure vivono un costante decremento demografico e vengono tenuti in piedi da pochi anziani.
Aspetti negativi su un piatto della bilancia che venivano equilibrati, dall’altro, da valori contadini, tradizioni enogastronomiche e artigianali tramandate di generazione in generazione, ma soprattutto la realizzazione di un tipo di società fondata sulla solidarietà reciproca, valori che oggi si sono quasi consumati dopo decenni di industrializzazione e di sradicamento degli individui dalla terra.
Ma quella vita di sussistenza, che ha dato da mangiare a tutti nei secoli, era in realtà una magnifica espressione della società contadina che, tuttavia, comportava tanti rischi, come la mortalità infantile, l’alto livello di diffusione di malattie, la malnutrizione. Tutti aspetti inevitabili se quella vita era il massimo a cui la gran parte della popolazione poteva realisticamente aspirare.
La convinzione dominante che l’approvvigionamento alimentare potesse essere affidato al mercato globale ha, tuttavia, subìto un forte ridimensionamento negli ultimi anni di crisi, che, se non altro, ha avuto il “merito” di portare molti a rivalutare quei valori e quelle tradizioni troppo velocemente abbandonati.
Così si arriva al punto del discorso: una campagna popolare finalizzata all’approvazione di “una legge che riconosca l’agricoltura contadina e liberi il lavoro dei contadini dalla burocratizzazione, poiché esiste un numero imprecisato di persone che praticano un’agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull’economia familiare, orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta; un’agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, fondata su una scelta di vita legata a valori di benessere o ecologia o giustizia o solidarietà più che a fini di arricchimento e profitto; un’agricoltura quasi invisibile per i grandi numeri dell’economia, ma irrinunciabile per mantenere fertile e curata la terra (soprattutto in montagna e nelle zone economicamente marginali), per mantenere ricca la diversità di paesaggi, piante e animali, per mantenere vivi i saperi, le tecniche e i prodotti locali, per mantenere popolate le campagne e la montagna. Per quest’agricoltura che rischia di scomparire sotto il peso delle documentazioni imposte per lavorare e di regole tributarie, sanitarie e igieniche gravose, per ottenere un riconoscimento che la distingua dall’agricoltura imprenditoriale e industriale, per ottenere la rimozione degli ostacoli burocratici e dei pesi fiscali che ostacolano il lavoro dei contadini e la loro permanenza sulla terra.”
Oggi c’è un aspetto molto importante in tutto questo discorso, aspetto costituito dalla possibilità di coniugare insieme il tipo di vita rurale con i controlli igienico-sanitari garantiti dai presidi medici diffusi(chissà ancora per quanto) sul territorio, che un tempo non esistevano o erano meno in grado di controllare spiacevoli o tragici fenomeni. Oggi ci ritroviamo nella condizione di poter tornare indietro progredendo, nella condizione, cioè, di recuperare un modo di vita coniugandolo con il controllo su prodotti e persone propri del nostro tempo. Difficile però che ciò possa avvenire, dato che nel tempo queste forme di agricoltura ed allevamento a gestione familiare sono state progressivamente indebolite dalla costruzione di un apparato legislativo e burocratico volto senza dubbio a favorire la produzione alimentare con mezzi industriali, più facilmente controllabili.

domenica 11 febbraio 2018

L’Azienda sperimentale Campo Carboj alla II° Giornata della Biodiversità Siciliana


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L’Azienda sperimentale Campo Carboj alla II° Giornata della Biodiversità Siciliana

                                     La Giornata della Biodiversità Siciliana è  stata una iniziativa promossa e organizzata dall’insuperabile  Guido Bissanti del Movimento Azzurro della Sicilia, con l’obiettivo, attraverso il coinvolgimento delle aziende agricole, delle Imprese del settore e dei consumatori, di promuovere una nuova cultura del cibo: dalla produzione al consumo.  



                 

                                                       

L’evento,  è stato patrocinato dall’  Ente di Sviluppo Agricolo della Regione Siciliana, dal  Comune di Palermo, è organizzato in collaborazione con l’Associazione Volontari per la Terra, l'Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Palermo –
  Oltre  30 le  Aziende siciliane, le Società ed Imprese che hanno  presentare i loro prodotti.

Nello spazio dedicato alle comunicazioni,  interventi qualificati tra i quali di Guido Bissanti, Arturo Genduso , Paola Armato.
All’evento ha preso parte Lillo Sardo, Consigliere del cda dell’Ente di Sviluppo Agricolo,  che ha affermato," la banca della  raccolta del germoplasma, presso l’Azienda sperimentale Campo Carboj, è  un lavoro  straordinario,   frutto dalla partecipazione attiva  di eccellenze professionali,   funzionari dell’Ente,  docenti universitari, ricercatori, , vivaisti, innestatori, titolari di frantoi, commercianti di olio ed esperti olivicoltori delle varie aree di provenienza delle cultivar di olivo,   Un esempio concreto  come   un Ente pubblico sa essere capace di interpretare le esigenze del tempo in cui viviamo, La vera sfida dei prossimi mesi è  dotarla di risorse economiche adeguate, per non disperdere trenta anni di attività e storia contemporanea."
                     Nino Sutera, nel porgere i saluti a nome del Direttore  Fabio Marino, ha affermato,  la neoruralità   rappresenta uno dei tratti culturali caratteristici della nostra epoca, una reazione alla crisi della società occidentale: crisi che è insieme ecologica, sociale etica e morale. La manifestazione più vistosa è il movimento a favore della rinaturalizzazione urbana e le iniziative di valorizzazione residenziale, del territorio rurale, ma soprattutto alla riscoperta delle radici dell’antica civiltà contadina. In molti Paesi europei compresa l'Italia, si moltiplicano le esperienze,  ed è in continua crescita il numero di cittadini che abbandonano le città e vanno ad abitare in campagna dove possono godere di una casa individuale con abbondante verde circostante, di cibi genuini, e ritmi tranquilli.  L’azienda Campo Carboj venne istituita nella seconda metà del 1900, allo scopo di contribuire a promuovere lo sviluppo del comparto agricolo, obiettivo dei governi post bellici nazionali e regionali. Tante le iniziative di successo svolte nel corso degli anni, come per esempio l’Azienda   custodisce la banca  di collezione del  germoplasma dell’olivo autoctono siciliano.  
Le nuove tematiche sono, la multifunzionalità, l’agricoltura sociale, la fruizione degli spazi verdi, per esempio, oltre all’agricoltura produzione di derrate alimentari, nel rispetto della biodiversità e dei prodotti identitari,  ha concluso Nino Sutera Funzionario dell’Ente e responsabile dell’Osservatorio della Neoruralità, presso l’Azienda sperimentale Campo Carboj.

“Quanto più la città è fonte di apprensione (disoccupazione, instabilità, etc.), tanto più la campagna rassicura. Più il presente è aggressivo, tanto più il passato appare dolce. Quanto più si è disorientati, tanto più si godrà della compagnia di persone genuine. È questo che ricercano essenzialmente i cittadini: emozioni semplici, in un mondo semplice fatto di cose semplici. Il knowhow del turismo rurale si fonda, in larga misura, sulla capacità dei rurali di far conoscere, ossia sulla loro capacità di comunicare, mediante le parole, l’atteggiamento, l’ambiente e le attività, con i cittadini che hanno perso il contatto con la campagna e la natura, per i quali il mondo rurale genera un nuovo esotismo, un lusso supremo, quello delle cose semplici.” Henri Grolleau,   - 1987  

Alla manifestazione hanno partecipato tra gli altri l'On Palmeri Deputata all'ARS. La manifestazione si è conclusa con un saggio musicale 


















giovedì 1 febbraio 2018

II° Giornata della Biodiversità Siciliana

 10 febbraio 2018  Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo

La Giornata della Biodiversità Siciliana è una iniziativa promossa dal Movimento Azzurro della Sicilia con l’obiettivo, attraverso il coinvolgimento delle aziende agricole, delle Imprese del settore e dei consumatori, di promuovere una nuova cultura del cibo: dalla produzione al consumo. Per questo motivo, ogni anno, dal 2017 (anno della prima manifestazione) viene svolto questo Evento.

II Movimento Azzurro, con sede sociale in Roma, è un Associazione di protezione ambientale avente caratteristiche di volontariato e di Organizzazione non Lucrativa di Utilità Sociale a livello nazionale, riconosciuta dallo Stato ai sensi della legge 349/86.

L’evento, patrocinato dal Comune di Palermo, è organizzato in collaborazione con: Associazione Volontari per la Terra –
Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Palermo ed è patrocinato 
dall’ESA – Ente di Sviluppo Agricolo della Regione Siciliana -.

Durante la giornata saranno presenti, oltre alle Aziende siciliane, le Società ed Imprese che potranno presentare i loro Servizi nel settore agricolo.
La manifestazione si svolgerà il 10 febbraio 2018 ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo presso lo spazio Tre Navate, dalle ore 11.00 alle ore 23.30.

Per arrivare allo Spazio Tre Navate si consiglia la Metropolitana con arrivo alla Stazione Lolli. dall’uscita della stazione Lolli girare a destra per via Dante (per 564 m.) quindi svoltare a sinistra per via Serradifalco (per 145 m.), girare a destra per Piazza Principe di Camporeale (per 64 m) e da qui a sinistra per via Paolo Gili (per 29 m.) ed arrivo all’ingresso dei Cantieri culturali.

venerdì 26 gennaio 2018

SmartFarm di SmartIsland


SmartIsland è una startup di Niscemi che ha sviluppato SmartFarm, un prodotto digitale per l'agricoltura di precisione dedicato alle principali colture mediterranee



Intelligenza artificiale e Big data possono sembrare mondi lontani dall'agricoltura. E invece una startup siciliana è riuscita nell'impresa di farli incontrare, applicando al settore primario le tecnologie che già da alcuni anni si sono diffuse negli altri comparti produttivi, come l'industria.

SmartIsland è una startup siciliana, di Niscemi, che sta provando a portare in Italia la rivoluzione AgTech (dall'unione di Agricolture e Technology) che in altri paesi, come gli Stati Uniti e Israele, è già esplosa. Registrare e analizzare in maniera 'intelligente' dati provenienti dai sensori in campo per gestire in maniera efficiente le colture, ottenendo produzioni più abbondanti e di qualità, ad un costo inferiore.

"Tutto è iniziato quando, da studentessa di ingegneria informatica, mi sono resa conto della mole enorme di dati che produceva l'azienda agricola dei miei genitori e che non veniva sfruttata", spiega   Maria Luisa Cinquerrui, co-fondatrice di SmartIsland.
"Dall'esterno vedevo l'enorme potenzialità che quei dati racchiudevano e che invece non veniva imbrigliata. E allora ho deciso che dovevo fornire alla mia famiglia e a tutti gli agricoltori gli strumenti per avere produzioni più efficienti".

Di quali dati stiamo parlando?
"Oggi le aziende come quella dei miei genitori, che fanno ortaggi in serra, generano molti dati che riguardano la produttività, la composizione del suolo e la concentrazione di nutrienti, il meteo e la temperatura in serra. Sono informazioni che però non vengono archiviate e gestite per estrarre valore".

Qual è la soluzione che proponete agli agricoltori?
"Noi abbiamo costruito un software che sfrutta l'Intelligenza artificiale per analizzare i Big data provenienti da sensori creati appositamente per raccogliere dati in campo. In questo modo siamo in grado di fornire all'agricoltore tutte le informazioni di cui ha bisogno per gestire al meglio la propria produzione, risparmiando acqua, fertilizzanti, agrofarmaci e così via".

Quali sono i vostri punti di forza?
"Attraverso SmartFarm è possibile monitorare e fare previsioni sulle rese, rilevare in maniera precoce l'insorgenza di malattie, ottimizzare l'utilizzo di acqua e sostanze nutritive".

Quali dati raccolgono i vostri sensori?
"Analizzano la temperatura e l'umidità di aria e terreno, la conducibilità elettrica del suolo, la radiazione solare e la bagnatura fogliare. Inoltre abbiamo sviluppato specialisoftware di riconoscimento delle immagini che analizzando le riprese delle telecamere installate in campo riescono ad individuare precocemente l'insorgenza di malattie".
  
Perché avete chiamato questa piattaforma di agricoltura di precisione SmartFarm?
"Perché grazie all'analisi dei dati è possibile gestire in maniera intelligente le aziende agricole. Gli agricoltori conoscono bene la sfida di avere produzioni di qualità riducendo i costi. Noi aiutiamo gli agricoltori a risparmiare circa il 40% degli input produttivi, dai concimi all'acqua".

Le vostre soluzioni sono già disponibili per gli agricoltori?
"Lo saranno a giugno di quest'anno. Per adesso stiamo portando avanti dei progetti pilota con alcune aziende agricole selezionate nel territorio siciliano".

Dove avete trovato i fondi per sviluppare il progetto?
"Abbiamo utilizzato risorse proprie, ma stiamo partecipando anche a bandi pubblici e ci siamo rivolti anche a fondi privati. La nostra startup è ad esempio accelerata dall'incubatore Digital magic che gestisce anche un fondo di investimento".

Quante persone lavorano nel vostro team?
"Siamo un gruppo di dodici persone con competenze differenti, che vanno dall'agronomia, all'informatica, all'economia".

Avete pianificato anche una espansione all'estero?
"Fino a metà 2019 ci concentreremo sul mercato italiano, poi guarderemo anche all'estero, in particolar modo ad EuropaUsa e Cina, in cui abbiamo dei partner che ci aiuteranno a penetrare i rispettivi mercati".

Il settore AgTech sta avendo un boom, soprattutto all'estero. Non temete la concorrenza di società che sono partite prima e che hanno avuto finanziamenti importanti?
"Noi crediamo di poterci battere ad armi pari. Le soluzioni che abbiamo sviluppato sono a 360 gradi lungo tutta la filiera e sul mercato è difficile trovare competitor che offrano dei pacchetti paragonabili ai nostri. Ora stiamo entrando nel mercato con SmartFarm, ma già abbiamo sviluppato altri tre prodotti e non appena riceveremo gli investimenti adeguati aumenteremo la nostra offerta".

Lei ha detto che offrite soluzioni 'lungo tutta la filiera', in che senso?
"I nostri competitor hanno sviluppato delle soluzioni solo per alcuni segmenti della filiera agroalimentare. Noi attraverso FoodTrack offriremo soluzioni digitali di tracciabilità che vanno dal campo alla tavola, dove il consumatore può seguire la storia di un cibo attraverso un QRcode sull'etichetta".

Gli agricoltori come hanno accolto queste innovazioni?
"All'inizio pensavamo che ci sarebbe stata molta diffidenza nell'accettare il cambiamento, invece siamo stati piacevolmente colpiti da come gli agricoltori e anche le associazioni di categoria si siano aperte alla novità. Sentono questa tecnologie come un bisogno, la soluzione al problema di comprimere i costi. La nostra sfida è produrre un prodotto semplice da usare, efficace ed economico".

lunedì 15 gennaio 2018

Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura

I servizi di consulenza nell’ambito del Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura 



La presente nota si colloca fra le attività che il Centro di ricerca CREA Politiche e bioeconomia è tenuto a realizzare nei confronti del MIPAAF e delle Regioni quale supporto metodologico all’attuazione delle Misure dei PSR. In particolare, il tema dei servizi di consulenza è un ambito cruciale con riferimento alla crescita del capitale umano e alla diffusione delle innovazioni a favore del tessuto imprenditoriale agricolo. E’ in generale riconosciuta l’importanza e l’apporto essenziale dei suddetti servizi per promuovere i cambiamenti auspicati dalle politiche europee e per attivare processi di azione innovativi come l’European Innovation Partnership per la produttività e le sostenibilità in agricoltura (PEI AGRI). Tuttavia il loro inserimento nei costituendi Gruppi Operativi del PEI non sempre è facile sia per questioni legate ad aspetti amministrativi sia per alcuni equivoci legati ai contenuti e alle modalità di lavoro dei consulenti. Di seguito si propone un approfondimento che spazia dalle definizioni maggiormente condivise, alla applicazione operativa nell’ambito dei dispositivi regolamentari delle politiche per proporre infine alcune modalità di classificazione della consulenza sulla base delle azioni e degli strumenti utilizzati. 1. I servizi di consulenza per l’agricoltura a. Alcune definizioni I servizi di consulenza (o di assistenza tecnica o di divulgazione a seconda delle epoche a cui si fa riferimento) per l’agricoltura erogati con il sostegno finanziario delle politiche pubbliche sono l’insieme di interventi a supporto delle imprese agricole che hanno l’obiettivo di accompagnarle nella realizzazione dei cambiamenti necessari al loro sviluppo produttivo, economico e sociale. La definizione sopra riportata, necessariamente generale a causa dei nuovi contesti in cui i servizi di consulenza esplicano la propria attività, richiede alcune specificazioni. Infatti, con riferimento agli utenti, tenendo conto dell’attuale accezione di territorio rurale, i servizi di consulenza ampliano la platea dei propri referenti anche alle imprese forestali e alle PMI di prima trasformazione o distribuzione alimentare. In relazione, invece, al contenuto dell’attività, essi spaziano in un ambito molto ampio che comprende il tradizionale supporto all’attuazione dei processi tecnici e delle eventuali riconversioni produttive, ma riguarda anche: il sostegno all’adeguamento normativo, l’impostazione di un razionale percorso di gestione finanziaria ed economica d’impresa, la progettazione di piani di comunicazione e marketing, l’utilizzo a fini produttivi e gestionali di dati e informazioni, l’introduzione nell’attività di impresa di servizi alla collettività. L’insieme dei suddetti contenuti può essere sintetizzata nell’accompagnamento all’adozione delle innovazioni1 . Si tratta quindi di sostenere soggetti adulti e responsabili d’impresa nella realizzazione di cambiamenti tecnologici/gestionali/di mercato. Tale attività operativamente consiste nell’individuare soluzioni a problemi o nel valorizzare opportunità di contesto avendo sempre ben presente le esigenze reali 1 La definizione di innovazione del Manuale di Oslo dell’OECD recita: “Un'innovazione è l'implementazione di un prodotto (bene o servizio), o processo, un nuovo metodo di marketing, o una nuova organizzazione gestionale, del posto di lavoro o delle relazioni esterne, nuovo o significativamente migliorato”. Rete Rurale Nazionale CREA Politiche e Bioeconomia Bozza del 15 gennaio 2018 dell’imprenditore, i vincoli nei quali opera e le disponibilità di competenze e risorse che può mettere a disposizione. Coerentemente a tale impostazione, nel regolamento sullo sviluppo rurale (Reg. UE 1305/2013 art.15), il sostegno all’uso dei servizi di consulenza con finanziamenti specifici prevede che essi siano erogati con un approccio “tailor made” cioè su misura rispetto alle diverse necessità delle imprese2 . b. Come lavorano La letteratura scientifica (INEA 1999, Leeuwis C. 2004)3 auspica da tempo che l’approccio dei servizi di consulenza nei riguardi dei propri utenti si evolva passando dal cosiddetto “trasferimento delle innovazioni” all’adozione tramite il coinvolgimento. E’ stato infatti verificato che l’implementazione delle innovazioni nei processi aziendali avviene con maggiore efficacia se la consulenza imposta la propria attività promuovendo un’intensa collaborazione e un contatto diretto con l’imprenditore e i lavoratori dell’azienda. I servizi di consulenza sono a tal fine resi disponibili da professionalità4 che, oltre al necessario bagaglio di conoscenze tecniche nei diversi ambiti dell’attività produttiva agricola, forestale e alimentare, sono in grado di:  cogliere e diagnosticare situazioni reali,  elaborare dati e informazioni di contesto,  utilizzare gli strumenti di comunicazione più idonei a dialogare con gli imprenditori,  aiutare i lavoratori a modificare modalità e processi di produzione/gestione,  svolgere un ruolo di intermediazione rispetto alle istituzioni locali, alle strutture scientifiche (pubbliche e private), al tessuto imprenditoriale e ai soggetti che lo rappresentano. c. Quali strumenti utilizzano E’ evidente che l’insieme delle competenze su esposte richiede l’attuazione di azioni e la messa in campo di strumenti diversificati e giustifica l’espressione plurale che definisce questo ambito, i servizi di consulenza. Occorre infatti: realizzare analisi di contesto (fattibilità), promuovere la diffusione di informazione (strumenti cartacei, video, web, seminari, convegni), realizzare interventi che visualizzino e rendano tangibile la bontà delle innovazioni proposte (collaudo e dimostrazione), curare il rapporto personale con le imprese (rapporto peer to peer), promuovere il confronto fra imprese omogenee (confronto), far crescere professionalmente il capitale umano che lavora presso l’impresa (formazione). Come accade a tutte le altre professionalità di servizio, i consulenti, con la formazione e l’esperienza, sviluppano capacità che consentono loro di:  effettuare diagnosi circostanziate dei bisogni dell’utenza,  scegliere, fra le azioni e gli strumenti su indicati, quelli più idonei alle diverse situazioni,  organizzare temporalmente la sequenza delle attività (prima informazione, poi dimostrazione e infine confronto; peer to peer e formazione; fattibilità, collaudo e peer to peer ecc.). 2 Measure fiche “Advisory services, farm management and farm relief services” Measure 2, Article 15 of Regulation (EU) No 1305/2013, October 2014. 3 INEA, A proposito di servizi … e di sviluppo, I quaderni del POM Servizi di sviluppo per l’agricoltura, Roma 1999 Leeuwis C., Communication for rural innovation. Rethinking agricultural extension, Blacwell Publishing and CTA, 2004 4 Standing Committee on Agricultural Research, Collaborative Working Group (CWG) AKIS, Policy Brief on the Future of Advisory Services, 2017 Rete Rurale Nazionale CREA Politiche e Bioeconomia Bozza del 15 gennaio 2018 Di norma tali capacità professionali e dotazioni strumentali sono meglio disponibili presso organismi collettivi i quali operano in maniera più efficace se possono a loro volta usufruire di servizi di supporto con funzioni di informazione tecnica ed economica, quali ad esempio le reti agrometeorologiche, le analisi di mercato, la calibratura e taratura delle macchine, le analisi di laboratorio ecc.. d. Il contesto in cui operano I servizi di consulenza infine sono una delle componenti del cosiddetto Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura (SCIA) unitamente alla ricerca scientifica e alla formazione professionale e tecnica. Come è intuibile dalle descrizione sopra riportata quello della consulenza è un ambito professionale ad alta intensità di relazioni e che necessita di input continui dalle proprie relazioni: - perché il contenuto della propria attività deriva da quanto elaborato altrove, - perché alcuni soggetti specializzati possono cooperare con la consulenza per rafforzare opinioni, convincimenti e competenze degli imprenditori. Obiettivo generale dello SCIA è il sostegno allo sviluppo mediante la diffusione della conoscenza e la crescita del capitale umano. Pertanto, esso è per le politiche pubbliche un importante strumento per imprimere ai sistemi produttivi e territoriali accelerazioni verso direzioni specifiche quali ad esempio la competitività e la sostenibilità. Tale ruolo sarà più efficace se le sue componenti sono in grado di coordinarsi e promuovere una programmazione e un’azione sinergica. 2. I servizi di consulenza nel regolamento UE per lo sviluppo rurale 2014-2020 a. Cosa è previsto Il regolamento UE 1305/2013 per lo sviluppo rurale reca i finanziamenti necessari al sostegno e alla promozione del sistema di consulenza aziendale la cui istituzione da parte degli Stati membri ai fini dell’attuazione della politica agricola comunitaria è richiesta nel reg. UE 1306/2013, Titolo III art.12-14. All’art.15, il regolamento per lo sviluppo rurale, oltre alle regole amministrative di attuazione, fornisce indicazioni su: - le finalità dei servizi di consulenza, - le caratteristiche degli organismi che si candidano ad erogarli soprattutto in termini di risorse umane e di esperienza, - i contenuti della consulenza, i quali riguardano gli obiettivi principali della PAC con riferimento alle imprese agricole, forestali e alle PMI, - la possibilità di erogazione collettiva dei servizi di consulenza. Alcuni elementi in più sulle modalità di erogazione della consulenza sono riportati nella scheda a supporto dell’attuazione che la Commissione europea ha fornito agli Stati membri nell’ottobre del 20145 . In essa é più volte ribadito che il servizio di consulenza deve essere accuratamente demarcato dall’attività di informazione e formazione di cui all’art 14 del regolamento e quindi non può limitarsi ad una generica attività di informazione/ formazione rivolta ad un pubblico vasto. Il servizio di consulenza deve “valutare la situazione specifica dell’agricoltore” e deve essere “su misura” cioè orientato a risolvere una richiesta specifica di un agricoltore (o forestale o titolare di una PMI) riguardante un particolare problema. È una 5 Vedi nota 2 Rete Rurale Nazionale CREA Politiche e Bioeconomia Bozza del 15 gennaio 2018 valutazione puntuale, accurata e di qualità su un problema tecnico che dovrebbe essere realizzata da personale ben addestrato. Inoltre si fa cenno ai costi eleggibili nell’ambito del finanziamento all’attività di consulenza chiarendo che di essi fanno parte gli stipendi dei dipendenti dell’organismo di consulenza, le spese di viaggio, le spese dei materiali utilizzati, i costi relativi al luogo in cui viene fornita la consulenza. L’insieme delle suddette indicazioni ha consentito alle Regioni di programmare l’intervento sui servizi di consulenza nell’ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) ed in particolare di redigere la scheda denominata Misura 2 “Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole”. I servizi di consulenza sono un attore fondamentale anche del PEI AGRI. Il regolamento sullo sviluppo rurale all’art. 55 chiarisce che tale iniziativa è un acceleratore delle finalità generali delle politiche mediante il sostegno alla diffusione delle innovazioni, ma è anche uno strumento per creare ponti e collaborazioni fra la ricerca/sperimentazione, i servizi di consulenza e le diverse componenti del tessuto imprenditoriale rurale. b. Quali correlazioni e/o differenze con le definizioni generali L’approccio che il regolamento UE 1305/2013 e i documenti relativi ha nei confronti della consulenza è sostanzialmente coerente con le definizioni della letteratura scientifica e istituzionale. Tuttavia, ne limita in parte l’operatività perché inserisce alcune azioni ed alcuni strumenti tipici dell’attività di consulenza nell’ambito dell’intervento che finanzia l’informazione e la formazione (art. 14 – Misura 1 dei PSR); si fa riferimento alle attività di informazione, di dimostrazione, di formazione/coaching, agli scambi interaziendali e alle visite aziendali, azioni che di norma il team di consulenza utilizza per realizzare un processo che va dalla sensibilizzazione dell’imprenditore al cambiamento di una o più prassi operative nell’ambito del processo produttivo o della gestione dell’azienda. 3. Esigenze delle imprese e tipologie di consulenza a. Azioni di consulenza Con riferimento a quanto esposto sopra, i servizi di consulenza promossi dalle attuali politiche di sviluppo rurale si possono applicare alla totalità degli ambiti produttivi e gestionali che riguardano le imprese dei territori rurali. Pertanto essi non differiscono tanto in base ai contenuti del loro intervento, semmai rispetto alle esigenze specifiche dell’azienda o del gruppo di aziende a cui sono rivolti. I soggetti erogatori di consulenza, infatti, realizzano un’attività che si esprime con proprie specifiche metodiche e strumentazioni la cui tipologia e intensità di utilizzo si modifica sulla base delle necessità espresse e/o latenti degli utenti. Correlando le caratteristiche tecniche e gestionali dell’attività di un team di consulenti alle possibilità di intervento offerte dalla Misura 2 dei PSR, le azioni che possono essere messe in campo sono le seguenti: i. confronto diretto con il singolo imprenditore da svolgersi presso l’azienda o presso l’ufficio del tecnico, ii. confronto diretto con un gruppo di imprenditori aventi la stessa problematica da risolvere da svolgersi presso un’azienda, presso l’ufficio del tecnico o presso altro luogo, Rete Rurale Nazionale CREA Politiche e Bioeconomia Bozza del 15 gennaio 2018 iii. raccolta informazioni sulla problematica di consulenza mediante strumenti multimediali, iv. raccolta informazioni sulla problematica di consulenza mediante confronto diretto con soggetti diversi (ricerca, istituzioni, ecc.), v. utilizzo di strumenti di diagnostica di varia tipologia (analisi chimica, previsioni meteorologiche, taratura macchinari ecc.), vi. esecuzione prova presso azienda dell’utente o altra azienda per verifica delle modalità di applicazione della soluzione innovativa individuata in forma singola o collettiva, vii. progettazione, gestione e coordinamento delle azioni di consulenza b. Strumenti e costi di consulenza per ogni tipologia di azione Di seguito si riportano gli eventuali strumenti e relativi costi di cui le azioni su proposte necessitano per essere realizzate. i. Confronto diretto con il singolo imprenditore da svolgersi presso l’azienda o presso l’ufficio del tecnico. Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Costo trasporto del/dei consulenti – km mezzi di trasporto ii. Confronto diretto con un gruppo di imprenditori aventi la stessa problematica da risolvere da svolgersi presso un’azienda, presso l’ufficio del tecnico o presso altro luogo. Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Costo trasporto del/dei consulenti – km mezzi di trasporto Affitto struttura ospitante iii. Raccolta informazioni sulla problematica di consulenza mediante strumenti multimediali. Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Costo di accesso alle fonti informative (a domanda o in abbonamento) iv. Raccolta informazioni sulla problematica di consulenza mediante confronto diretto con soggetti diversi (ricerca, istituzioni, ecc.) Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Costo trasporto del/dei consulenti – km mezzi di trasporto v. Utilizzo di strumenti di diagnostica di varia tipologia (analisi chimica, previsioni meteorologiche, taratura macchinari ecc.) Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Costo servizio di diagnostica vi. Esecuzione prova pratica presso azienda dell’utente o altra azienda per verifica delle modalità di applicazione della soluzione innovativa individuata, in forma singola o collettiva. Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Materiali d’uso (strumenti di lavoro, presidi chimici, ecc.) Affitto struttura ospitante Costo trasporto del/dei consulenti – km mezzi di trasporto Rete Rurale Nazionale CREA Politiche e Bioeconomia Bozza del 15 gennaio 2018 vii. Progettazione, gestione e coordinamento delle azioni di consulenza Tempo lavoro del/dei consulenti – ore uomo Spese generali c. Possibili combinazioni di azioni, strumenti e costi Considerando le esperienze di consulenza realizzate nella scorsa programmazione e la consuetudine lavorativa dei team di consulenza più rodati, si propongono di seguito tre tipologie di servizio di consulenza che combinano in maniera varia le azioni e gli strumenti sopra elencati. Le seguenti tipologie non rappresentano una lista esaustiva delle azioni e degli strumenti utilizzabili e ammissibili, ma sono il risultato di una mediazione fra quanto descritto nella prima parte del presente documento e l’opportunità di standardizzare i costi dei servizi di consulenza in modo da semplificare le procedure di gestione di questo intervento nei PSR. Qualora si concordasse con le suddette tipologie di consulenza la realizzazione delle azioni di cui si compongono dovranno essere tracciabili e controllabili. Servizio di consulenza di base Obiettivo: soluzioni a problematiche legate a tecniche e adempimenti dei quali l’imprenditore/i è/sono competente/i, ma necessita/no soltanto di consigli, migliorie, aggiustamenti  Confronto diretto presso l’ufficio del tecnico o presso l’azienda  Raccolta informazioni mediante strumenti multimediali o mediante confronto con soggetti diversi  Confronto diretto presso l’azienda/le aziende  Progettazione, gestione e coordinamento Servizio di consulenza specialistica Obiettivo: soluzioni a problematiche che necessitano l’utilizzo di una tecnica, strumento o modalità di gestione mai utilizzato all’interno di un processo produttivo consueto  Confronto diretto presso l’ufficio del tecnico o presso l’azienda  Raccolta informazioni mediante strumenti multimediali o mediante confronto con soggetti diversi  Esecuzione prova pratica presso azienda dell’utente o altra azienda per verifica delle modalità di applicazione della soluzione innovativa individuata, in forma singola o collettiva  Confronto diretto presso l’azienda/le aziende  Progettazione, gestione e coordinamento Servizio per la riconversione Obiettivo: introduzione di un processo produttivo e/o servizio nuovo per l’impresa  Confronto diretto presso l’ufficio del tecnico  Confronto diretto fra imprese con medesima problematica in altro luogo  Raccolta informazioni mediante strumenti multimediali o mediante confronto con soggetti diversi  Utilizzo di strumenti di diagnostica di varia tipologia (analisi chimica, previsioni meteorologiche, taratura macchinari ecc.)*  Esecuzione prova pratica presso azienda dell’utente o altra azienda per verifica delle modalità di applicazione della soluzione innovativa individuata, in forma singola o collettiva Rete Rurale Nazionale CREA Politiche e Bioeconomia Bozza del 15 gennaio 2018  Confronto diretto presso l’azienda/le aziende per verifica avvio riconversione  Confronto diretto presso l’azienda/le aziende per verifica attuazione del processo  Progettazione, gestione e coordinamento * La standardizzazione dei costi dell’utilizzo di strumenti di diagnostica è estremamente complesso, nel caso si ritenesse utile si procederà ad individuare categorie omogenee e specifiche (p.e. analisi chimiche...) e conseguentemente a stabilire dei costi da addebbitare in caso di effettivo/documentato utilizzo

venerdì 12 gennaio 2018

I Borghi rurali dell'ESA





Nell’immaginario collettivo il binomio Latifondo-Sicilia è un concetto storicizzato che accompagna spesso argomentazioni tristemente note, dalla questione meridionale in poi. Tra gli aspetti, al contrario meno conosciuti, di queste vicende, sono però incluse quelle opere di bonifica e politica sociale volte proprio a contrastare tale fenomeno.
I borghi rurali siciliani rappresentano il segno e l’eredità architettonica di tali interventi ed al contempo attestano il declino di quella stessa politica di riforma agraria che li ha ancorati a politiche assistenzialistiche fallimentari. La volontà di una ri-acquisizione, prima sul piano della memoria, e successivamente su quello operativo, del prezioso patrimonio costruito che ancora, e soprattutto oggi, i borghi rurali costituiscono, è il motore che ha portato all’inserimento dell’ Archivio dell’Ente Sviluppo Agricolo all’interno del progetto Sapere Tecnico Condiviso.

I borghi rurali si configurano come fenomeno capillare e diffuso sul territorio nazionale ed in Sicilia la questione assume un’entità ancor più consistente, attestata dalla realizzazione, in appena trent’anni, di circa sessantotto borghi rurali: è tale diffusione a renderli elementi caratteristici dell’entroterra e delle campagne locali. L’abbandono che affligge questi manufatti si radica profondamente sia nelle questioni relative alla loro fondazione, alle politiche ed ai ritardi connessi alla pianificazione degli interventi, che in un breve lasso temporale finivano col rapportarsi ad un contesto sociale – quello contadino – già profondamente mutato, sia nel rifiuto culturale che gli è stato inflitto nel trentennio successivo alla caduta del regime.
Da tempo si è finalmente avviato un processo culturale volto alla riscoperta di tali manufatti ed attraverso il ruolo attivo dell’ESA, che ha aperto a studiosi e studenti le porte dei propri archivi storici, nel comune di Prizzi, i borghi rurali siciliani sono nuovamente al centro del dibattito architettonico locale, quale patrimonio collettivo e grande risorsa architettonica. In questa sezione – tutt’ora in via di costruzione – è possibile accedere ai documenti, elaborati grafici, fotografie, scritti e raccolte epistolari, che costituiscono il prezioso archivio storico dell’ESA, attraverso il quale è possibile ricostruire la genesi e l’anatomia costruttiva dei manufatti ed avere contezza dei processi costruttivi innovativi, della qualità architettonica e dei tentativi di integrarsi nel contesto pre-esistente che caratterizzano ciascun insediamento.

L’archivio era già stato oggetto di interventi di riordino, nel 2006 e nel 2007, quando circa 3500 pezzi archivistici (buste, faldoni e fascicoli) furono trasferiti dalla sede di Portella della Croce negli attuali locali. L’operazione di classificazione, cui vanno riconosciuti parecchi meriti, non ultimo il mantenimento dell’impostazione originaria nel censimento dei fascicoli, dei quali si riportano in genere il titolo originale ed una descrizione sintetica dei contenuti, non entrava però nel dettaglio dei singoli documenti.
Queste sono quindi le operazioni in corso d’opera, strutturate progressivamente per provincia e volte ad un censimento puntuale dei documenti, nonché alla loro digitalizzazione.
L’archivio abbraccia un arco temporale che va dagli anni Venti del Novecento sino ai primi anni Sessanta, quando il progetto di riforma agraria, proseguito dall’ERAS, fu in parte abbandonato, limitandosi alle operazioni di gestione e manutenzione dei manufatti esistenti.

il lavoro è consultabile su:
http://www.saperetecnicocondiviso.it/archivi/percorsi-tematici/borghi-rurali/documenti/





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