Nell’immaginario collettivo il binomio Latifondo-Sicilia è un concetto storicizzato che accompagna spesso argomentazioni tristemente note, dalla questione meridionale in poi. Tra gli aspetti, al contrario meno conosciuti, di queste vicende, sono però incluse quelle opere di bonifica e politica sociale volte proprio a contrastare tale fenomeno.
I borghi rurali siciliani rappresentano il segno e l’eredità architettonica di tali interventi ed al contempo attestano il declino di quella stessa politica di riforma agraria che li ha ancorati a politiche assistenzialistiche fallimentari. La volontà di una ri-acquisizione, prima sul piano della memoria, e successivamente su quello operativo, del prezioso patrimonio costruito che ancora, e soprattutto oggi, i borghi rurali costituiscono, è il motore che ha portato all’inserimento dell’ Archivio dell’Ente Sviluppo Agricolo all’interno del progetto Sapere Tecnico Condiviso.
I borghi rurali si configurano come fenomeno capillare e diffuso sul territorio nazionale ed in Sicilia la questione assume un’entità ancor più consistente, attestata dalla realizzazione, in appena trent’anni, di circa sessantotto borghi rurali: è tale diffusione a renderli elementi caratteristici dell’entroterra e delle campagne locali. L’abbandono che affligge questi manufatti si radica profondamente sia nelle questioni relative alla loro fondazione, alle politiche ed ai ritardi connessi alla pianificazione degli interventi, che in un breve lasso temporale finivano col rapportarsi ad un contesto sociale – quello contadino – già profondamente mutato, sia nel rifiuto culturale che gli è stato inflitto nel trentennio successivo alla caduta del regime.
Da tempo si è finalmente avviato un processo culturale volto alla riscoperta di tali manufatti ed attraverso il ruolo attivo dell’ESA, che ha aperto a studiosi e studenti le porte dei propri archivi storici, nel comune di Prizzi, i borghi rurali siciliani sono nuovamente al centro del dibattito architettonico locale, quale patrimonio collettivo e grande risorsa architettonica. In questa sezione – tutt’ora in via di costruzione – è possibile accedere ai documenti, elaborati grafici, fotografie, scritti e raccolte epistolari, che costituiscono il prezioso archivio storico dell’ESA, attraverso il quale è possibile ricostruire la genesi e l’anatomia costruttiva dei manufatti ed avere contezza dei processi costruttivi innovativi, della qualità architettonica e dei tentativi di integrarsi nel contesto pre-esistente che caratterizzano ciascun insediamento.
L’archivio era già stato oggetto di interventi di riordino, nel 2006 e nel 2007, quando circa 3500 pezzi archivistici (buste, faldoni e fascicoli) furono trasferiti dalla sede di Portella della Croce negli attuali locali. L’operazione di classificazione, cui vanno riconosciuti parecchi meriti, non ultimo il mantenimento dell’impostazione originaria nel censimento dei fascicoli, dei quali si riportano in genere il titolo originale ed una descrizione sintetica dei contenuti, non entrava però nel dettaglio dei singoli documenti.
Queste sono quindi le operazioni in corso d’opera, strutturate progressivamente per provincia e volte ad un censimento puntuale dei documenti, nonché alla loro digitalizzazione.
L’archivio abbraccia un arco temporale che va dagli anni Venti del Novecento sino ai primi anni Sessanta, quando il progetto di riforma agraria, proseguito dall’ERAS, fu in parte abbandonato, limitandosi alle operazioni di gestione e manutenzione dei manufatti esistenti.
il lavoro è consultabile su:
http://www.saperetecnicocondiviso.it/archivi/percorsi-tematici/borghi-rurali/documenti/
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