giovedì 23 novembre 2017

Progetto Proditerr@



Abbiamo incontrato Nino Sutera,   Diploma di Laurea in Scienze  e Tecnologie Agroalimentari,     Funzionario   della Regione Siciliana, Divulgatore Agricolo   da qualche anno Funzionario Responsabile dell'Azienda Sperimentale Campo Carboj  dellEnte di Sviluppo Agricolo,   Formatore Consulente del Formez,    Componente del Gruppo di Lavoro PAN sottogruppo formazione, Informazione e sensibilizzazione,  Iscritto allAlbo regionale dei Formatori interni presso il Dipartimento della Funzione Pubblica della Regione Sicilia,  Ideologo del percorso dei Borghi GeniusLoci De.Co.  e del  Percorso informativo di sviluppo locale Un Villaggio di idee Coordinatore  del  G.I.T (Gruppi dinteresse territoriale del MIUR, coordina il comitato promotore   European Rural Parliament ,  autore di diverse pubblicazioni e relatore a tantissimi eventi divulgativi.





Il Progetto PRODITERR@ è coordinato dall’Associazione Me.R.I.D.I.E.S. - Meetings, Researches and Initiatives for the Development of Identitary Environments and Societal systems, sulla base di un finanziamento della Regione Siciliana - Assessorato Regionale della Famiglia, Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali.


  Progetto "PRODITERR@ - Prodotti, identità e territorio: un Sistema Informativo Geografico per la valorizzazione dei prodotti eno-gastronomici tipici della Valle del Belìce", finanziato dalla Regione Siciliana - Assessorato Regionale della Famiglia, Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali (Bando “Giovani protagonisti di sé e del territorio - CreAZIONI giovani” – Linea di intervento n. 2 “Tradizionalmente”).
Nell'ambito del progetto Proditerr@, l'Associazione Me.R.I.D.I.E.S. assume il ruolo di soggetto promotore e coordinatore delle attività progettuali finalizzate a  promuovere e narrare in modo innovativo e partecipativo le produzioni eno-gastronomiche tipiche, i luoghi di produzione, le tradizioni locali e le emergenze culturali e paesaggistiche della Valle del Belìce, nella loro più ampia accezione, attraverso il coinvolgimento attivo e innovativo della sua comunità, e in particolare dei giovani.









Dottore Sutera,  Lei è impegnato in numerose iniziative di promozione, comunicazione e valorizzazione dei territori rurali siciliani e delle produzioni ad essi legate, dunque, in generale e anzitutto, alle Comunità locali in essi insediate.
Qual è  lo scenario ?

Intanto mi permetta di complimentarmi con l'Arch. Laura Scaduto, e il suo staff,  per il lavoro puntuale e straordinario, che è destinato ad essere un punto di riferimento per le Amministrazioni locali.
La  neoruralità rappresenta uno dei tratti culturali caratteristici della nostra epoca,  una reazione alla crisi della società occidentale: crisi che è insieme ecologica, sociale  etica e morale. La manifestazione più vistosa è il movimento a favore della rinaturalizzazione urbana e le iniziative di valorizzazione residenziale, del territorio rurale, ma soprattutto alla riscoperta delle radici dellantica civiltà contadina. In molti Paesi europei compresa l'Italia, si moltiplicano le esperienze,   ed è in continua crescita il numero di cittadini che abbandonano le città e vanno ad abitare in campagna dove possono godere di una casa individuale con abbondante verde circostante, di cibi genuini, e ritmi tranquilli. 

Daltronde Henri Grolleau - 1987  scriveva  Quanto più la città è fonte di apprensione (disoccupazione, instabilità, etc.), tanto più la campagna rassicura. Più il presente è aggressivo, tanto più il passato appare dolce. Quanto più si è disorientati, tanto più si godrà della compagnia di persone genuine. È questo che ricercano essenzialmente i cittadini: emozioni semplici, in un mondo semplice fatto di cose semplici. Il know how del turismo rurale si fonda, in larga misura, sulla capacità dei rurali di far conoscere, ossia sulla loro capacità di comunicare, mediante le parole, latteggiamento, lambiente e le attività, con i cittadini che hanno perso il contatto con la campagna e la natura, per i quali il mondo rurale genera un nuovo esotismo, un lusso supremo, quello delle cose semplici.

Nel corso degli ultimi anni, il concetto di neoruralità si è  addensato e arricchito, come si accompagna un mondo rurale in profonda trasformazione. En effet, les territoires ruraux sont devenus multifonctionnels et du fait de leurs potentialités, sont le lieu stratégique de politiques de développement local. Infatti, le aree rurali sono diventate multifunzionali per la loro potenzialità e  rappresentano la posizione strategica delle politiche di sviluppo locale.   L'Université rurale permet de fédérer l'ensemble des forces vives du milieu rural : population, institutions et acteurs socio-écono

Oggi sono quasi ventitré milioni gli italiani (il 40% del totale) che vivono in comuni definiti rurali (con meno di trecento abitanti per chilometro quadrato): circa cinquecentomila in più rispetto a dieci anni fa. Il territorio italiano è di 30 milioni di ettari: 12,7 milioni sono coltivati, 10,5 milioni sono costituiti da boschi, 2,7 milioni è fatto di città.
Fenomeno di questi anni è Downshifting,  in cui molti lavoratori stanno scegliendo di andare a vivere in campagna, dove fanno un lavoro con un salario più basso, minori impegni e maggior tempo libero. Datamonitor, agenzia londinese che si occupa di ricerche di mercato, stima che in tutto il mondo i lavoratori inclini a fare downshifting sono 16 milioni. Ogni anno, circa 260 mila cittadini britannici fanno una scelta di vita che va in quella direzione. Nel 2008, il ministero dei Servizi sociali australiani ha stimato che sono almeno un milione le persone, tutte comprese nella fascia di età tra i 25 e i 45 anni, che hanno deciso di scalare una marcia. La stragrande maggioranza (circa il 79%) lo ha fatto non solo cambiando lavoro, ma anche scegliendo di abbandonare la città per trasferirsi al mare e in campagna. In Francia, infatti, li chiamano néo-ruraux, neorurali
Per il sociologo Corrado Barberis, autore del libro La rivincita delle campagne (Donzelli): «Per i protagonisti dellesodo, cinquanta, sessantanni fa, la città era il paradiso: coppie costrette a vivere in ammucchiata si amarono in riservatezza; le donne decisero cosa mangiare senza chiederlo alla suocera; perfino la fede fu praticabile senza il controllo del parroco. Poi ci si è accorti che, se si ricreano alcuni aspetti dellantica società fuori del suo contesto di miseria, le persone con cui si litigava erano quelle con cui si scherzava e rideva; locchio che faceva i conti nelle tasche del vicino era quello che lo proteggeva anche dai ladri».
La neoruralità, ovviamente  pone in chiave moderna alcune questioni fondamentali per il futuro delle aree rurali  e non solo.

Quali le attività di ricerca, promozione e sviluppo nelle quali esso è attualmente impegnata, con particolare riguardo alle tematiche correlate alla promozione delle produzioni tipiche della Valle del Belìce e, semmai, alla loro innovazione in termini di processi di produzione e di filiera?

Abbiamo elaborato un percorso culturale di inclusione collettiva. Borghi GeniusLoci De.Co.  Al francese terroir, preferiamo il latino genius loci, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il locale, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il GeniusLoci rappresenta concettualmente quello spirito percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche allimprovviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone respirano il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo dinfanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, lobiettivo è recuperare lidentità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dellAIF · XXVI Congresso Nazionale dellAssociazione Italiana Formatori di Palermo e a EXPO2015  di MILANO 

Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da unidea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità. Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto unimportante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è un prodotto del territorio (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce foodies viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.


Quali sono le prospettive scientifiche e culturali attraverso le quali lOsservatorio NeoRuralità contempla i due temi fondamentali dell'Identità delle Comunità rurali insediate nella Valle del Belìce e del Territorio belicino?

NeoRurale  è    un modo per descrivere, chi torna alla terra fondendo tradizione ed innovazione. Chi vede nella NeoRuralità una concreta opportunità per se stessi, le proprie famiglie e le comunità locali, un processo culturale condiviso  di valenza diffusa.
Il modello di sviluppo seguito da Neorurale è frutto di una profonda innovazione culturale nelle zone rurali. Un cambiamento di prospettiva che non prevede lo sviluppo di nuove tecnologie, ma utilizza in modo creativo quelle esistenti
Un Ente pubblico ha il diritto-dovere di osservare il fenomeno che già è una realtà in tutt'europa.
Ecco allora che  neorualità e  neoagricoltura contadina  stanno introducendo nuovi/antichi codici di produzione di qualità locale e ambientale in rapporto a nuove forme sociali di scambio diretto con lautorganizzazione del consumo.
 La denominazione comunale (De.Co.) Borghi Genius Loci è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, unanalisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nellottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo delleconomia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
 Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli  ideologo delle De.Co.  ha dato del genius loci:   esso è da intendere come lintimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva.  
   La bellezza e l'unicità del paesaggio, gli insediamenti storici, la rigogliosa natura ha regalato diversi elementi attrattivi ereditati dalla tradizione ed in grado di affascinare i cosiddetti viaggiatori del gusto, ossia quei tanti turisti intelligenti e colti alla ricerca della buona tavola, non solo per apprezzarne le qualità gastronomiche, ma anche per lintimo e profondo legame tra essa ed il territorio.
  I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, lautenticità del loro territorio di origine. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l'identità di un territorio. 
Il percorso innovativo Borghi Genius Loci De.Co., attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere lessenza più autentica e di raccontare la storia di un territorio finalizzato a rafforzare lidentità del territorio attraverso lesaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dellassunto che una pietanza non serve solo a soddisfare lappetito ed a fornire allorganismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a raccontare la cultura, i valori e le tradizioni dellambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si pensa.
Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono dei principi inderogabili e non barattabili, innanzitutto  la storicità e l'unicità, linteresse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero.  Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano lidea del Borgo GeniusLoci  De.Co. allinterno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali.   
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili e controproducenti.
Quali sono le interazioni dellOsservatorio NeoRuralità con gli altri attori della ricerca, della tutela del territorio e del patrimonio culturale, con il settore e le filiere dellagro-alimentare e con gli altri attori della promozione e dello sviluppo dei territori rurali?

Lauspicio, la vera sfida, è riuscire a realizzare una rete di Borghi GeniusLoci De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia, che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare e/o apprezzare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere lofferta integrata del e nel territorio. Obiettivo non secondario è costruire spirito di squadra per la tutela dellidentità dei luoghi e il recupero dellunicità territoriale come opportunità.
  Il territorio è un prodotto sociale per eccellenza e dunque va trattato e attenzionato come un bene patrimoniale comune da difendere e salvaguardare, per consegnarlo alle generazioni future. 
La capacità che deve avere un territorio,  di « produrre », grazie al saper fare delluomo   che possiede il gusto del territorio  nel quale  riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore.
Mentre i contenuti innovativi sono:  loriginalità, dal latino oriri, derivare, non solo da un punto di vista topografico, ma culturale, vuol dire non distorcere la voce  del territorio di provenienza.
La naturalità, produrre senza interventi estranei allazione del territorio.
LIdentità  dal latino Idem, uguale che non cambia nel tempo, quindi facilmente riconoscibile, perché è il senso del luogo.


Infine  la specificità, nel significato dato da Max Weber nel 1919 di qualcosa facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche originali (un dolce, un piatto, un evento una tradizione)


La pagina della piattaforma web Proditerra da cui è possibile effettuale il download della pubblicazione, è accessibile al link:


giovedì 2 novembre 2017

Farm Advisory System


Requisito inderogabile è il Rispetto del principio di 
separatezza/incompatibilità

Definiti dal MIPAF  gli  ambiti della consulenza, 
un opportunità per
le aziende agricole siciliane?
Il Reg. (UE) n. 1306/2013 all’art. 12 stabilisce che gli Stati membri istituiscono un sistema di consulenza aziendale (“Farm Advisory System” - FAS). Tale previsione è stata recepita a livello nazionale dall’art. 1-ter del decreto-legge 24 giugno 2014 n. 91 convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014 n.116 che – di fatto – ha istituito in Italia il sistema di consulenza aziendale in agricoltura.






Il rispetto del principio di separatezza è un elemento di particolare rilievo in relazione all’attuazione del sistema di consulenza aziendale. I criteri che garantiscono tale principio sono riportati all’art. 3 del Decreto interministeriale 3 febbraio 2016 n. 1259 dove, in termini generali, è stabilito che l’organismo di consulenza non può svolgere alcuna funzione di controllo sull’erogazione di finanziamenti pubblici in agricoltura e nel settore agroalimentare, nonché sulla legittimità e regolarità delle predette erogazioni. Il medesimo articolo rimanda a una successiva circolare ministeriale la definizione dei dettagli per gli elementi di separatezza delle funzioni.                                                         
La circolare ministeriale (Mipaaf) a tal fine predisposta è la n. 2306 del 13.6.2016, recante “Sistema di consulenza aziendale in agricoltura (art. 1-ter, D.L. n. 91 del 2014, conv. in legge n. 116 del 2014). Decreto interministeriale 3 febbraio 2016. Necessaria separatezza delle attività di controllo rispetto allo svolgimento delle attività di consulenza”.
    
  gli AMBITI DEL SISTEMA DI CONSULENZA  fissati dal MIPAF ;

a)        gli obblighi a livello di azienda risultanti dai criteri di gestione obbligatori e dalle norme per il mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e ambientali, ai sensi del titolo VI, capo I, del regolamento (UE) n. 1306/2013;
b)        le pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente stabilite nel titolo III, capo 3, del regolamento (UE) n. 1307/2013 e il mantenimento della superficie agricola di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera c), del medesimo regolamento (UE) n. 1307/2013;
c)        misure a livello di azienda previste dai programmi di sviluppo rurale volte all'ammodernamento aziendale, al perseguimento della competitività, all'integrazione di filiera, compreso lo sviluppo di filiere corte,  all'innovazione e all'orientamento al mercato nonché alla promozione dell'imprenditorialità;
d)       i requisiti a livello di beneficiari adottati dagli Stati membri per attuare l'articolo 11, paragrafo 3, della direttiva 2000/60/CE;
e)        i requisiti a livello di beneficiari adottati dagli Stati membri per attuare l'articolo 55 del regolamento (CE) n. 1107/2009, in particolare l'obbligo di cui all'articolo 14 della direttiva 2009/128/CE;
f)         le norme di sicurezza sul lavoro e le norme di sicurezza connesse all’azienda agricola;
g)        consulenza specifica per agricoltori che si insediano per la prima volta;
h)        la promozione delle conversioni aziendali e la diversificazione della loro attività economica;
i)          la gestione del rischio e l'introduzione di idonee misure preventive contro i disastri naturali, gli eventi catastrofici e le malattie degli animali e delle piante;
j)          i requisiti minimi previsti dalla normativa nazionale, indicati all'articolo 28, paragrafo 3, e all'articolo 29, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1305/2013;
k)        le informazioni relative alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento ai medesimi, alla biodiversità e alla protezione delle acque di cui all' allegato I del regolamento (UE) n. 1306/2013;
l)          misure rivolte al benessere e alla biodiversità animale;
m)      profili sanitari delle pratiche zootecniche;
n)        l'innovazione tecnologica ed informatica, l'agricoltura  di precisione e il trasferimento di conoscenza dal campo della ricerca al settore primario.

Per maggiori approfondimenti sulle modalità di attuazione dell’art. 5 del Decreto 3 febbraio 2016 n.1259, si rimanda all’Allegato I – paragrafo I.3.



















giovedì 26 ottobre 2017

Omnibus, trovata l'intesa.

 Novità su greening, gestione dei rischi, giovani e consulenze










Nel Trilogo del 12 ottobre si è chiuso il 

negoziato per la parte agricola del 

Regolamento Omnibus. In attesa della 

chiusura 

del negoziato sugli aspetti finanziari ecco 

le principali novità. 

  Il mese di ottobre si è rivelato decisivo per il raggiungimento di un'intesa sulle norme legate alla parziale riforma della Politica Agricola Comune contenute nel cosiddetto Regolamento Omnibus. Se la "tabella di marcia" sarà rispettata e si troverà l'intesa anche sull'aspetto finanziario le modifiche normative dovrebbero entrare in vigore dal prossimo primo di gennaio. 

Rispetto alle istanze italiane il negoziato ha prodotto risultati che possono certamente definirsi come un successo per il nostro Paese, anche nell'ambito dello sviluppo rurale, a partire dalla gestione del rischio per arrivare alle misure sulla consulenza. 
Con il supporto della Rappresentanza italiana a Bruxelles abbiamo preparato per voi una breve scheda con le principali novità che riguardano il comparto agroalimentare. 

Pagamenti diretti

Agricoltore attivo
: viene confermata la figura dell'agricoltore attivo come beneficiario dei pagamenti, anche se nel compromesso raggiunto si prevede la possibilità per gli Stati Membri di identificare gli agricoltori attivi anche attraverso l'iscrizione ai registri fiscali e/o previdenziali (INPS e P.IVA). Inoltre, lo Stato Membro potrà utilizzare uno solo o più criteri per considerare agricoltori attivi i beneficiari esclusi attraverso la black list. Attualmente vi è l'obbligo di verificare tutti i criteri.

Aiuti accoppiati: il compromesso rende più flessibile l'applicazione degli aiuti accoppiati a livello nazionale e deroga all'aumento dei limiti quantitativi per ciascun settore, fatto salvo il plafond assegnato a ciascuna misura. 

Riserva nazionale: inserita la possibilità di assegnare titoli dalla riserva nazionale anche per le fattispecie aree svantaggiate e aree montane a partire dal 2018 (prima era possibile solo nel 2015).

Greening: si tratta senza dubbio di uno degli aspetti che più difficoltà hanno creato agli agricoltori e il compromesso raggiunto introduce una serie di novità che vanno nella direzione richiesta dal nostro Paese.  È infatti prevista l'esenzione dall'obbligo di 3 colture per le aziende che coltivano riso per più del 75% della superficie a seminativo. 
Inoltre, nell'articolo 44.2 sui pagamenti diretti, sarà prevista l'esenzione dalle misure greening per le aziende che coltivano leguminose in purezza (incluso erba medica, favino) per almeno il 75% della superfice a seminativo.
L'accordo prevede anche l'Innalzamento da 0,7 ad 1 del coefficiente per le colture azotofissatrici, come ad esempio la soia ed il favino, dichiarate come aree ecologiche (EFA).
Nell'ottica di un'ulteriore semplificazione, infine, vengono stralciati i limiti dei 30 ha nel caso in cui più del 75% dei seminativi siano coltivati a foraggio, riso, pascolo permanente, terreni a riposo e leguminose. 

Giovani agricoltor
i:  tra gli obiettivi prioritari della PAC c'è quello di favorire il ricambio generazione e il peso dei giovani agricoltori nel settore. Nel compromesso chiuso lo scorso 12 ottobre sono previste alcune novità di un certo rilievo, a partire dalla decisione di garantire un pagamento supplementare per i giovani agricoltori per 5 anni consecutivi, con la facoltà di richiedere il pagamento supplementare fino a 5 anni dalla data di insediamento. 
L'accordo garantisce anche agli Stati Membri la possibilità di aumentare, dal 25% fino al 50%, il pagamento supplementare. Vengono meno, infine, i vincoli superficiali minimi e massimi per concessione del pagamento in questione. 

Piccoli agricoltor
i: viene prevista una tolleranza tecnica rispetto alle superfici ammissibili dichiarate dai piccoli agricoltori nel 2015, per salvaguardare il sostegno a questa categoria. 

Sviluppo rurale


Strumenti finanziari: l'accordo raggiunto risponde principalmente a due esigenze specifiche, ovvero la necessità di semplificare le procedure di accesso, con l'obiettivo di migliorare il loro utilizzo in ambito agricolo, e quella di favorire l'accesso al credito a tutti gli agricoltori ma con una particolare attenzione ai giovani In questo contesto è stata inserita la possibilità di finanziare anche il capitale di esercizio fino al 30% del valore dell'investimento totale o fino a 200.000 euro.

Servizi di consulenza: accogliendo la richiesta italiana il compromesso apre alla possibilità per l'Autorità di gestione di essere il beneficiario della misura, che potrà fornire il servizio attraverso soggetti terzi opportunamente selezionati, oppure con proprie strutture, sempre nel rispetto del principio della separatezza delle funzioni.
 


Regimi di qualità
: si prevede l'ammissibilità per tale misura anche per gli agricoltori che hanno iniziato uno schema di certificazione di qualità (DOP, IGP, biologico, agricoltura integrata) nei 5 anni precedenti la presentazione della domanda.

Aree con vincoli naturali
: è previsto lo slittamento di un anno della data limite per la ridefinizione delle aree stesse (dal 2018 al 2019).

Strumenti per la gestione del rischio
: l'accordo introduce l'atteso strumento di stabilizzazione del reddito settoriale con la possibilità di compensazione finanziaria già con un calo del reddito del 20% rispetto alla media dei 3/5anni precedenti.  Viene inoltre prevista una semplificazione dell'approccio generale, in modo tale che il calcolo dei rendimenti possa fare riferimento a dati statistici ed è prevista la possibilità di erogazione degli anticipi e semplificare le procedure per la presentazione delle domande per il sostegno. L'accordo introduce inoltre la possibilità di finanziare direttamente il capitale dei fondi di mutualizzazione o degli strumenti di stabilizzazione del reddito e l'innalzamento dal 65% al 70% del contributo pubblico per le assicurazioni, fondi di mutualizzazione e per gli strumenti di stabilizzazione dei redditi generali e settoriali. Infine viene ridotto dal 30% al 20% la soglia di danno per le assicurazioni, in modo tale da rendere tale strumento più attrattivo per gli agricoltori beneficiari.

Regolamento orizzontale


Innalzamento della soglia per il non recupero degli indebiti da 100 euro a 250 euro e mantenimento della regola 50/50 (status quo) sui recuperi;
Dichiarazione della Commissione, con impegno a modificare il meccanismo per la riserva di crisi in futuro e semplificazione per la fissazione della riduzione annuale dei titoli per la riserva di crisi;
Dichiarazione della Commissione sul single audit e revisione del sistema degli anticipi per lo sviluppo rurale.

OCM unica e misure di mercato



Il pacchetto di revisione dell'OCM unica prevede molti elementi interessanti per l'Italia:

Ruolo delle OCM: il ruolo delle Organizzazioni di Produttori viene rafforzato per tutti i settori, in particolare riguardo la contrattazione, la possibilità di pianificare l'offerta e l'esenzione da talune regole della concorrenza;

Coaching e Promozione
: si introduce la possibilità di finanziare il coaching tra le OP ed i programmi di promozione attraverso i programmi operativi ortofrutta;

Finanziamento OP: si prevede di mantenere il finanziamento nazionale alle OP nelle Regioni con bassa aggregazione;

Modello Value Sharing
: il modello di contratto value sharing, che prevede una condivisione del valore su tutta la filiera, che fino ad oggi era previsto solo per il settore dello zucchero viene esteso anche ad altri settori: 

Impianti vigneti: viene introdotta la possibilità di porre dei limiti, massimi e minimi, alle domande di autorizzazione di nuovi impianti; 

Pacchetto latte: le misure previste vengono estese anche al post 2020; 

Titolo alcoolimetrico: viene introdotta una maggiore flessibilità in relazione all'aumento del titolo alcoolimetrico dei vini (fino a +0,5%) in caso di annate con clima sfavorevole.

martedì 24 ottobre 2017

Giovani protagonisti di sé e del territorio

Regione Siciliana: avviso per selezionare progetti destinati ai giovani siciliani fra i 14 e i 35 anni
La Regione Siciliana, Dipartimento della Famiglia e delle Politiche sociali, pubblica un avviso per selezionare progetti destinati ai giovani siciliani fra i 14 e i 35 anni e che hanno come finalità quella di promuovere l’aggregazione dei giovani, tramite attività culturali e formative e appositi centri, spazi e/o forme aggregative. Il progetto "CreAzioni Giovani" di Formez PA supporta il Dipartimento della Famiglia e delle Politiche sociali della Regione Siciliana nell’attuazione degli interventi realizzati attraverso il Programma “Giovani protagonisti di sé e del territorio".
Sono 3 le linee d’intervento:
1) Linea d’intervento “Azioni di promozione dell’aggregazione dei giovani
2) Linea d’intervento “Azioni di valorizzazione dei luoghi/beni pubblici di aggregazione dei giovani
3) Linea d’intervento “Azioni di orientamento e placement e di sostegno dei giovani talenti anche in ambito creativo e culturale
Ogni linea ha una dotazione finanziaria specifica, che complessivamente ammonta a 1.137.049,19 euro. I progetti saranno sostenuti con un contributo fino a 50mila euro. La durata dei progetti dovrà essere tra i 12 e i 15 mesi.
Chi può partecipare
L’avviso vuole valorizzare l’operato delle associazioni giovanili in Sicilia. Potranno essere soggetti promotori, in qualità di soggetti singoli o capofila, le associazioni costituite da almeno 36 mesi dalla data di pubblicazione dell’avviso che presentano le caratteristiche di associazione giovanile come definito all’art. 5 dell’Avviso (compagine sociale e organi direttivo composti per la maggioranza da giovani sotto i 36 anni). Ma è incentivata e premiata la costituzione di partenariati e di reti tra enti locali e altre associazioni giovanili (anche se con meno di 36 anni di vita). In tal caso sarà necessario evidenziare il ruolo e il contributo di ogni partner alla realizzazione delle attività progettuali. Inoltre, se i progetti prevedono l’impiego e la remunerazione di risorse umane, queste dovranno essere per almeno il 70% giovani under 36.
Come partecipare

​Per partecipare occorre consegnare i moduli allegati, in calce all'avviso, entro 60 giorni dall'avvenuta pubblicazione sulla GURS (29/09/2017), quindi entro il 28 novembre 2017.

Agricoltura Sociale, spunti di riflessione

Verso il progetto pilota di 
Agricoltura Sociale 

L’agricoltura sociale comprende una pluralità di esperienze non riconducibili ad un modello unitario, quanto al tipo di organizzazione, di attività svolta, di destinatari, di fonti di finanziamento, ma accomunate dalla caratteristica di integrare nell’attività agricola attività di carattere sociosanitario, educativo, di formazione e inserimento lavorativo, di ricreazione, diretti in particolare a fasce di popolazione svantaggiate o a rischio di marginalizzazione.


Tali esperienze si collegano ad una attitudine antica dell’agricoltura – da sempre caratterizzata dal legame tra azienda agricola e famiglia rurale e da pratiche di solidarietà e mutuo aiuto – che oggi si presenta come una ulteriore declinazione del concetto di multifunzionalità, capace di fornire risposte ad ulteriori bisogni della società, soprattutto in ragione dei cambiamenti che interessano e interesseranno negli anni a venire il sistema del welfare.
Le prime esperienze di AS in Italia possono essere individuate nell’attività che le cooperative sociali agricole sorte negli anni ’70 del secolo scorso hanno fatto nel campo dell’inserimento lavorativo di persone con difficoltà di vario tipo
Negli anni a queste realtà di sono aggiunte e affiancate tante altre esperienze di AS, realizzate da cooperative sociali, imprese agricole, associazioni, fondazioni, ecc.
Non esiste un dato certo sul numero delle realtà che fanno AS in Italia, ma da rilevazioni fatte in alcune regioni (Lazio, Toscana, Lombardia, Sicilia) possiamo stimare la presenza di circa un migliaio di esperienze.
Le esperienze di agricoltura sociale in Italia riguardano molteplici ambiti di attività, che possono essere così riassunti:
  • formazione e inserimento lavorativo: esperienze orientate all’occupazione di soggetti svantaggiati, con disabilità relativamente meno gravi o per soggetti a bassa contrattualità (detenuti, tossicodipendenti, migranti, rifugiati);
  • riabilitazione/cura: esperienze rivolte a persone con disabilità (fisica, psichica, mentale, sociale), con un fine principale socio-terapeutico;
  • ricreazione e qualità di vita: esperienze rivolte ad un ampio spettro di persone con bisogni più o meno speciali, con finalità socio-ricreative, tra cui particolari forme di agriturismo sociale, le esperienze degli orti sociali peri-urbani per anziani;
  • educazione: azioni volte ad ampliare le forme ed i contenuti dell’apprendimento per avvicinare alle tematiche ambientali persone giovani o meno giovani;
  • servizi alla vita quotidiana: come nel caso degli “agri-asili” o di servizi di accoglienza diurna per anziani.

Anche sul piano organizzativo l’agricoltura sociale si esprime in una molteplicità di modelli, nati essenzialmente sulla base di iniziative spontanee. Si tratta, spesso, di realtà aggregate – nel senso che coinvolgono imprese o cooperative sociali agricole, ma anche servizi sanitari pubblici, associazioni e altre realtà del territorio – che utilizzano le norme attualmente vigenti a livello nazionale o regionale per formalizzare accordi o protocolli.

lunedì 23 ottobre 2017

IV Edizione della “Fiera-mostra- mercato Fà laCosaGiusta!



DAL 10 AL 12 NOVEMBRE  
a Palermo
IV Edizione della “Fiera-mostra- mercato Fà la Cosa Giusta! Sicilia”, fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, per costruire insieme una nuova idea di futuro, perché il futuro è di chi lo fa .
 IL TEMA DELLA IV EDIZIONE: COSTRUZIONE DELL’ECONOMIA CIRCOLARE E SOLIDALE IN SICILIA Vogliamo aiutare a costruire in Sicilia un sistema agroalimentare locale che coniughi insieme un sistema integrato di partecipazione e di rapporti di fiducia con la cultura locale, che promuova la coesione sociale e la costruzione di nuovi rapporti economici sulla base di un modello circolare, in cui sono tenuti in considerazione, la gestione degli scarti, il miglioramento della salute, la valorizzazione dell’economia del territorio, l’accoglienza, le dinamiche formative ed educative e la tutela dell’ambiente







mercoledì 11 ottobre 2017

La misura 2: scopi,beneficiari, ambiti

  La misura 2 nello sviluppo rurale

   La base normativa
La base giuridica della misura 2 è rappresentata dall’art.15 del Regolamento (UE) n. 1305/2013, intitolato “Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole”, che definisce:
- gli scopi e i destinatari del sostegno (comma 1)
- i beneficiari (comma 2) i requisiti e le modalità di selezione dei beneficiari (comma 3)
- gli ambiti della consulenza per quanto riguarda le categorie di destinatari (comma 4, 5 e 6)
- la possibilità di prestare la consulenza collettivamente, qualora sia debitamente opportuno e
giustificato (comma 7) i massimali e la durata del sostegno (comma 8).
La misura 2 rappresenta lo strumento per finanziare l’implementazione e l’utilizzo del servizio di
consulenza aziendale (o FAS – Farm Advisory Service), che gli Stati membri sono tenuti a istituire ai sensi
del Regolamento (UE) n. 1306/2013.
I.2 Gli scopi del sostegno
Il Regolamento per lo sviluppo rurale, all’art. 15, comma 1, individua i seguenti tre scopi del sostegno:
1. aiutare gli agricoltori, i giovani agricoltori, i silvicoltori, altri gestori del territorio e le piccole e
medie imprese (PMI) insediate nelle zone rurali ad avvalersi di servizi di consulenza per
migliorare le prestazioni economiche e ambientali, il rispetto del clima e la resilienza
climatica;
2. promuovere l’avviamento di servizi di consulenza aziendale, di sostituzione e assistenza alla
gestione delle aziende agricole e di servizi di consulenza forestale, compreso il sistema di
consulenza aziendale previsto dal Reg. (UE) 1306/2013 (artt. 12, 13 e 14)
3. promuovere la formazione dei consulenti.
Questi tre scopi si traducono in tre corrispondenti sotto-misure, codificate nella parte 5 del Regolamento
(UE) n. 808 del 2014:
- sotto misura 2.1: sostegno allo scopo di aiutare gli aventi diritto ad avvalersi di servizi di
consulenza; sotto misura 2.2;
- sostegno per l’avviamento di servizi di consulenza aziendale, di sostituzione e di assistenza
alla gestione delle aziende agricole, nonché di servizi di consulenza forestale;
- sotto misura 2.3: sostegno alla formazione dei consulenti.
 I beneficiari
A differenza di quanto previsto dalla precedente programmazione per lo sviluppo rurale, che identificava il beneficiario nell’agricoltore/operatore rurale, il Reg. (UE) n.1305/2013 individua (art. 15, comma 2) i beneficiari del sostegno nei prestatori dei servizi di consulenza o di formazione per le sotto misure 2.1 e 2.3, mentre per la sotto misura 2.2 nell’autorità o nell’organismo selezionato per avviare il servizio di consulenza, di sostituzione, di assistenza alla gestione aziendale
Le autorità e gli organismi selezionati per prestare consulenza, a norma di quanto stabilito al successivo comma 3, devono essere dotati di adeguate risorse in termini di personale qualificato e regolarmente formato, nonché di esperienza e affidabilità nei settori in cui forniscono il servizio.
Si specifica, inoltre, che i beneficiari sono selezionati mediante inviti a presentare proposte e che la
procedura di selezione è disciplinata dalla normativa sugli appalti pubblici ed è aperta a organismi sia
pubblici che privati
 I servizi di consulenza devono anche rispettare gli obblighi di riservatezza previsti
all’art. 13 paragrafo 2 del Reg. (UE) n. 1306/2013, in particolare gli Stati Membri (SM) devono garantire
una netta separazione tra attività di consulenza e attività di controllo.
  Gli ambiti della consulenza
Gli ambiti nei quali è possibile prestare consulenza in relazione all’adesione alla specifica misura dello sviluppo rurale sono individuati ai commi 4, 5 e 6 dell’art. 15 del Reg. (UE) n.1305/2013, distinti in funzione dei destinatari del servizio di consulenza.
Nel dettaglio, gli ambiti della consulenza prestata ai singoli agricoltori, ai giovani e agli altri gestori del territorio, sono descritti al comma 4, dove si prevede che la consulenza deve essere erogata in relazione ad almeno una delle priorità dello sviluppo rurale e deve vertere su almeno uno dei seguenti elementi:
a. obblighi derivanti dal rispetto della condizionalità e cioè dai Criteri di Gestione Obbligatori
e/o dalle Buone Pratiche Agronomiche e Ambientali (Reg. (UE) n. 1306/2013 titolo VI capo I);
b. le pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente che danno diritto al pagamento
greening nel I pilastro della PAC (Reg. UE n. 1307/2013 titolo III capo 3) e il mantenimento
della superficie agricola (Reg. 1307/2013 art.4 par.1 lettera c);
c. le misure a livello aziendale previste nei PSR volte all’ammodernamento dell’azienda, al
perseguimento della competitività, all’integrazione di filiera, all’innovazione,
all’orientamento al mercato, nonché alla promozione dell’imprenditorialità;
d. i requisiti definiti dagli Stati Membri per attuare l’art. 11 par. 3 della Direttiva Quadro sulle
acque;
e. i requisiti definiti dagli SM per attuare l’art. 55 del Reg. (CE) n. 1107/2009, in particolare il
rispetto dei principi generali della difesa integrata (art.14 Direttiva 2009/128/CE);
f. le norme sulla sicurezza sul lavoro o le norme di sicurezza connesse all’azienda agricola; la
consulenza specifica per gli agricoltori che si insediano per la prima volta.
g. la consulenza specifica per gli agricoltori che si insediano per la prima volta.
Possono inoltre essere oggetto di consulenza altri ambiti e in particolare le informazioni connesse alla
mitigazione dei cambiamenti climatici e al relativo adattamento, alla biodiversità e alla protezione delle acque (allegato I del Reg. (UE) n.1307/2013), oppure argomenti inerenti alle prestazioni economiche e ambientali dell’azienda agricola, compresi gli aspetti relativi alla competitività. Può rientrarvi anche la consulenza per lo sviluppo di filiere corte, l’agricoltura biologica e gli aspetti sanitari delle pratiche zootecniche, nonché trasferimento dell’innovazione e dell’agricoltura di precisione.
Gli ambiti della consulenza per i silvicoltori sono invece descritti al successivo comma 5, in base al quale laconsulenza deve vertere almeno sui pertinenti obblighi prescritti dalle Direttive 92/43/CEE (DirettivaHabitat), 2009/147/CE (conservazione uccelli selvatici) e dalla Direttiva quadro sulle acque. Inoltre, possono essere oggetto di consulenza anche le tematiche relative alle prestazioni economiche e ambientali dell’azienda silvicola.

domenica 8 ottobre 2017

Le filiere agroalimentari siciliane

"Le filiere agroalimentari siciliane". 
Giovedì 12 ottobre 2017 ore 11.00, 
 Università degli Studi di Palermo Ed. 4, Dipartimento S. A. A. F., Aula Magna G.P. Ballatore.

La pubblicazione  "Le filiere agroalimentari siciliane"  è curata da Gianfranco Badami,  Dario Costanzo, Maurilio Caracci.


 Il CORERAS riprende la sua attività editoriale (ferma dal gennaio 2011) al fine di contribuire allo sviluppo e all'ammodernamento strutturale ed organizzativo dei sistemi: agroalimentare, agroindustriale ed agroambientale della Sicilia (art. 3 dello Statuto). In particolare, appare utile fornire alle imprese ed ai decisori pubblici uno strumento di conoscenza delle principali filiere agroalimentari siciliane, per orientare le scelte produttive ed operative a livello aziendale secondo criteri di economica gestione compatibili con gli obiettivi della programmazione ed in conformità all'esigenza di combinare a livello ottimale i fattori della produzione e le innovazioni tecniche onde elevare le possibilità di occupazione ed i redditi da lavoro. (art. 4 comma b – L.R. 1 agosto 1977, n. 73 - Provvedimenti in materia di assistenza tecnica e di attività promozionali in agricoltura). Grazie alla collaborazione con l’E.S.A. e con gli studenti dell’Università di Palermo in tirocinio presso l’Ente, è stata pertanto raccolta una serie di dati di tipo statisticoeconomico, che ha restituito, aggiornandola all’attualità, la situazione delle seguenti dieci filiere agroalimentari siciliane: Vitivinicola, Olivicola e Olearia, Agrumicola, Cerealicola, Orticola, della Frutta Secca a Guscio, della Frutta Fresca, Mielicola e Apistica, delle Carni Rosse, Ovicaprina. Il lavoro, coordinato e diretto dagli esperti del CORERAS, ha quindi messo a disposizione di quanti hanno la necessità di avere conoscenza sullo stato dell’arte delle diverse filiere, dati ufficiali, prelevati da fonti istituzionali. I dati, organizzati e commentati, hanno inteso aprire una finestra di conoscenza sugli aspetti strutturali e congiunturali delle filiere, offrendo un panorama aggiornato ed il più completo possibile. L’analisi è stata estesa anche alla situazione produttiva e commerciale in ambito internazionale, per contestualizzare le produzioni siciliane all’interno di un mercato sempre più globalizzato.

http://www.coreras.it/files/upload/PortaleNews/allegati/8f1314fe82254c564836f0d51965d509_le%20filiere%20agroalimentari%20siciliane.pdf








venerdì 6 ottobre 2017

Workshop sul Guayule in Sicilia.

Conclusa nei campi dell’ESA la  sperimentazione  di una nuova specie vegetale per usi industriali


 Si terrà a Palermo l’11 Ottobre 2017 alle ore 9,30 nell’aula magna G.P. Ballatore dell’Università degli studi di Palermo – V.le delle Scienze, il primo Workshop sulla produzione sperimentale del Guayule in Sicilia.


Il progetto, nato da un accordo tra Regione Siciliana, Esa, e Versalis (Eni), consiste nella coltivazione e trasformazione di una pianta (parthenium argentatum) quale specie vegetale  utilizzata per la produzione di gomma naturale e altri derivati di grande interesse industriale.L’Esa, in particolare presso i campi sperimentali Barcellona P.G. e Sparacia di Cammarata, ha reso possibile la realizzazione di tutte le fasi del progetto, implementate da Versalis (Eni).Ai lavori parteciperanno, i docenti esperti del Dipartimento Scienze Agrarie e Forestali dell’Università di Palermo, quelli dell’Ente Sviluppo Agricolo di Palermo e rappresentanti di Versalis.Concluderà i lavori Antonello Cracolici, On.le Assessore Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca mediterranea.

giovedì 5 ottobre 2017

Morgantìnon, VII edizione

Concorso Regionale “Morgantìnon” degli Oli Extravergini d’Oliva Siciliani  

 VII edizione


                  L'Ente di Sviluppo Agricolo  organizza  la VII edizione del Concorso degli oli extravergini d'oliva siciliani Morgantìnon, che quest'anno prevede anche  l'istituzione di una nuova sezione dedicata alla tipologia olio oliva extravergine IGP-Sicilia.
Per info:
ESA-SOPAT 47 - VALGUARNERA
Tel. 0935/950026
sopat.valguarnera@entesviluppoagricolo.it

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