Verso il progetto pilota di
Agricoltura Sociale
L’agricoltura sociale comprende una pluralità di esperienze
non riconducibili ad un modello unitario, quanto al tipo di organizzazione, di
attività svolta, di destinatari, di fonti di finanziamento, ma accomunate dalla
caratteristica di integrare nell’attività agricola attività di carattere
sociosanitario, educativo, di formazione e inserimento lavorativo, di
ricreazione, diretti in particolare a fasce di popolazione svantaggiate o a
rischio di marginalizzazione.
Tali esperienze si collegano ad una attitudine antica
dell’agricoltura – da sempre caratterizzata dal legame tra azienda agricola e
famiglia rurale e da pratiche di solidarietà e mutuo aiuto – che oggi si
presenta come una ulteriore declinazione del concetto di multifunzionalità,
capace di fornire risposte ad ulteriori bisogni della società, soprattutto in
ragione dei cambiamenti che interessano e interesseranno negli anni a venire il
sistema del welfare.
Le prime esperienze di AS in Italia possono essere
individuate nell’attività che le cooperative sociali agricole sorte negli anni
’70 del secolo scorso hanno fatto nel campo dell’inserimento lavorativo di
persone con difficoltà di vario tipo
Negli anni a queste realtà di sono aggiunte e affiancate
tante altre esperienze di AS, realizzate da cooperative sociali, imprese
agricole, associazioni, fondazioni, ecc.
Non esiste un dato certo sul numero delle realtà che fanno
AS in Italia, ma da rilevazioni fatte in alcune regioni (Lazio, Toscana,
Lombardia, Sicilia) possiamo stimare la presenza di circa un migliaio di
esperienze.
Le esperienze di agricoltura sociale in Italia riguardano
molteplici ambiti di attività, che possono essere così riassunti:
- formazione e inserimento lavorativo: esperienze orientate all’occupazione di soggetti svantaggiati, con disabilità relativamente meno gravi o per soggetti a bassa contrattualità (detenuti, tossicodipendenti, migranti, rifugiati);
- riabilitazione/cura: esperienze rivolte a persone con disabilità (fisica, psichica, mentale, sociale), con un fine principale socio-terapeutico;
- ricreazione e qualità di vita: esperienze rivolte ad un ampio spettro di persone con bisogni più o meno speciali, con finalità socio-ricreative, tra cui particolari forme di agriturismo sociale, le esperienze degli orti sociali peri-urbani per anziani;
- educazione: azioni volte ad ampliare le forme ed i contenuti dell’apprendimento per avvicinare alle tematiche ambientali persone giovani o meno giovani;
- servizi alla vita quotidiana: come nel caso degli “agri-asili” o di servizi di accoglienza diurna per anziani.
Anche sul piano organizzativo l’agricoltura sociale si
esprime in una molteplicità di modelli, nati essenzialmente sulla base di
iniziative spontanee. Si tratta, spesso, di realtà aggregate – nel senso che
coinvolgono imprese o cooperative sociali agricole, ma anche servizi sanitari
pubblici, associazioni e altre realtà del territorio – che utilizzano le norme
attualmente vigenti a livello nazionale o regionale per formalizzare accordi o
protocolli.
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