sabato 5 agosto 2017

L’ agricoltura sociale

L’ agricoltura sociale e la costruzione di un welfare di comunità

Salvatore Cacciola







 L’agricoltura sociale (AS) rappresenta un’interessante potenzialità allo sviluppo agricolo e rurale sia perché tenta di integrare i processi produttivi in agricoltura alla creazione di percorsi di cura e di inclusione, sia perché favorisce i percorsi di sviluppo nelle aree rurali, consolidando la rete di servizi disponibili per le popolazioni locali, accrescendo la reputazione e la capacità delle imprese agricole di operare in nuove reti di soggetti, diversificando le opportunità di reddito (Di lacovo, 2009). L’AS, pur collocandosi quale forma particolare della più variegata strategia di diversificazione e di offerta di nuovi servizi, assume contenuti e valenze che vanno oltre la dimensione economica. Infatti, l’AS esprime, contemporaneamente, i fattori più tradizionali e profondi dell’attività agricola ed i percorsi più innovativi. Nel caso dell’agricoltura sociale non si tratta quindi di associare alle tradizionali attività un ulteriore elemento ma di trasformare la stessa vision e mission aziendale che può essere sintetizzata così: includere socialmente soggetti svantaggiati nei processi produttivi agricoli rispettando l’ambiente e coinvolgendo attivamente la comunità locale. L’agricoltura sociale consente di rileggere il ruolo multifunzionale delle aziende agricole, in termini di maggiore responsabilità nei confronti della società, offrendo nuove opportunità professionali e, allo stesso tempo, garantendo al territorio rurale la possibilità di uno sviluppo sostenibile ed eticamente orientato. La creazione di contesti di inclusione sociale, di benessere, di riabilitazione e cura caratterizza l’identità delle fattorie sociali e offre l’occasione di sperimentare “dal basso” nuovi modelli di un sistema di welfare, fondato sulle responsabilità e sul coinvolgimento di tutti gli attori sociali. Inoltre, la possibilità di realizzare spazi per la cura e progetti di inclusione sociale apre nuove opportunità per ridisegnare il sistema di sicurezza sociale attorno a valori completamente diversi dal passato, superando un’ottica assisten- 6 Unità operativa educazione alla salute - ASP Catania 42 zialistica esclusivamente fondata sulla redistribuzione delle risorse dal sistema produttivo ai servizi di cura. Nei programmi di inclusione sociale (l’inserimento lavorativo è una delle tappe finali di un percorso complesso di riabilitazione psicosociale) si sperimenta infatti una “rivoluzione copernicana” poiché si ribalta l’ottica dell’intervento non più centrato sull’assistenzialismo ma sulla valorizzazione delle competenze e delle abilità di ogni soggetto nel coltivare la terra. Il lavoro in una fattoria sociale si differenzia della tradizionale “ergoterapia” poiché mette al centro del programma di cura e di riabilitazione le competenze tecniche e le abilità sociali, la qualità delle relazioni che si instaurano in un contesto lavorativo produttivo e i ritmi della natura. Le esperienze di AS nel nostro paese sono eterogenee e perseguono molteplici finalità: dai percorsi di riabilitazione e cura per persone con disabilità psico-fisica attraverso attività terapeutiche o di co-terapia (ortoterapia, pet-therapy, onoterapia), svolte in collaborazione con i servizi socio-sanitari del territorio; alla formazione e inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati; alle attività “rigenerative”, didattiche e di accoglienza per persone con particolari esigenze (anziani, minori e giovani in difficoltà o a rischio di devianza, rifugiati, ecc.). Il fenomeno è cresciuto anche per la presenza di due fattori importanti: la crisi del welfare a seguito della crisi economica e finanziaria; la crisi dell’agricoltura “industriale” e la necessità di affermare un modello di impresa agricola diversificata e multifunzionale. «L’AS interviene sui nuovi bisogni sociali, di protezione e di servizi alla persona provenienti dalle aree rurali e da quelle urbane e sui processi organizzativi e di innovazione del mondo agricolo» (Bioreport 2012). Sull’entità del fenomeno non esistono dati statistici ufficiali; tuttavia, l’esperienza empirica e diverse fonti, italiane ed europee, registrano alcuni tratti comuni delle aziende che praticano agricoltura sociale, quali: − la conduzione agricola estensiva e ad alto impiego di manodopera; − l’utilizzo del metodo di produzione biologica, il ricorso a canali di vendita di filiera corta; − la propensione a lavorare in rete in stretto rapporto con il territorio. 3.1 La valutazione delle pratiche di agricoltura sociale Le pratiche di agricoltura sociale si intersecano con obiettivi di salute già individuati dai piani sanitari nazionali, come la promozione di stili di vita più salutari, la salvaguardia dell’ambiente e il potenziamento della tutela dei soggetti definiti 43 “deboli” o “fragili”. L’agricoltura sociale concorre efficacemente al raggiungimento di tali obiettivi, creando un circolo virtuoso in cui salute mentale e stile di vita salutare si potenziano vicendevolmente. Inoltre, nel campo della salute mentale, ma più in generale della disabilità, esistono esigenze che non sono soddisfatte nei luoghi tradizionali di cura e quindi la necessità di trovare nuovi percorsi di inclusione non convenzionali, sostenuti da reti di solidarietà in grado di catturare potenzialità inespresse del territorio. Anche di fronte alle nuove esigenze anche finanziarie connesse all’invecchiamento della popolazione, l’agricoltura sociale viene considerata in grado di offrire percorsi innovativi. In questo senso, l’agricoltura sociale può aiutare a colmare un vuoto, perché è in grado di generare benefici per una serie di fasce vulnerabili o svantaggiate, dando luogo a servizi innovativi che possano rispondere, da una parte, alla crisi dei sistemi di assistenza sociale, dall’altra a un problema sempre più di attualità, quello della riduzione della spesa sanitaria. I benefici per le persone confermati da evidenze scientifiche appaiono riconducibili ad una pluralità di fattori che creano condizioni di cura o di benessere: il fattore “natura”, in quanto l’esposizione e la vita all’aperto producono benessere e le persone si sentono più attive e motivate; l’importanza dell’attività fisica, con l’impegno delle persone in attività aventi uno scopo, ritmi e compiti precisi; la specificità dell’attività agricola, consistente nel prendersi cura di altri esseri viventi. E’ stata altresì valorizzata la remunerazione come fattore qualificante dell’attività svolta dalla persona e quindi la possibilità che da questo punto di vista offre l’agricoltura sociale, che può dare dignità a una persona fragile, inserendola nel lavoro. Interessante appare in ogni caso l’individuazione della qualità della vita come indicatore di valutazione delle pratiche di agricoltura sociale, che richiama la capacità dell’agricoltura di garantire processi produttivi multifunzionali e di rispondere alla crescente richieste di valore non solo economico che emerge dalla società (relazione dell’INEA alla commissione di indagine parlamentare). Come è stato segnalato con il progetto di studio condotto dall’INEA e dall’Istituto superiore di sanità (Giarè e Macrì, 2012), vi è tuttavia la necessità di strumenti nuovi per comprendere e studiare questi percorsi e quindi di un sostegno a sperimentazioni che, utilizzando i metodi propri della ricerca, possano arrivare a strumenti di indagine che documentino i percorsi terapeutici e di inclusione sociale. 44 3.2 Le esperienze di agricoltura sociale in Sicilia Alla base della crescita straordinaria delle fattorie sociali in Sicilia c’è l’incontro tra chi intende percorrere strade nuove per riaffermare i diritti alla cura e all’inclusione sociale, a partire dal lavoro in un contesto agricolo, e chi da tempo pratica un’agricoltura centrata sul rispetto dell’ambiente e della persona. Le fattorie sociali in Sicilia (Bioreport 2011), nell’arco di un triennio sono quasi triplicate: nel 2007 erano solo 9, nel 2010 ne sono state rilevate ben 25. La crescita numerica è indicatore di una particolare vivacità di una parte delle imprese agricole eticamente orientate e di alcuni soggetti del terzo settore disponibili a sperimentare nuove forme di welfare partecipativo, territoriale e di prossimità. I dati del 2012 degli iscritti alla Rete delle fattorie sociali Sicilia – Forum regionale dell’agricoltura sociale confermano un trend positivo e rilevano ben 45 aziende agricole e 30 associazioni no profit e cooperative sociali. Le fattorie sociali siciliane sono quindi imprese agricole che offrono servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi, progetti di inclusione sociale e lavorativa per soggetti deboli o aree svantaggiate. Tra le molteplici pratiche di agricoltura sociale in Sicilia, si presentano alcune esperienze che offrono un quadro delle possibili applicazioni dell’AS e che possono essere ricondotte a tre aree di intervento sociale: − la prevenzione delle marginalità e delle devianze minorili (progetti sulla prevenzione alla dispersione scolastica), la promozione di benessere e l’educazione alla salute (programmi sulla corretta alimentazione, lotta all’obesità infantile, promozione della salute); − i programmi sull’autonomia delle persone diversamente abili nella prospettiva del dopo di noi; − l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo. Il concetto ormai largamente condiviso della multifunzionalità dell’azienda agricola, in AS assume un significato non semplicemente di carattere economico ma rivela la versatilità degli imprenditori agricoli che praticano AS e la loro varietà di offerte di servizi (educativi, di accoglienza, di turismo sociale, terapeutici e di qualificazione del tempo libero). Dall’educazione alla socialità, dal lavoro alle arti-terapie, dall’ortoterapia alle terapie assistite con la presenza di animali (zooantrolopogia assistenziale). Quattro esperienze appaiono particolarmente significative per descrivere l’eterogeneità delle proposte e la creatività di un pensiero “meridiano” nel declinare il valore della multifunzionalità in agricoltura. Educazione e prevenzione del disagio minorile. La fattoria sociale come la- 45 boratorio culturale e della didattica attiva per chi a scuola “vive nei corridoi”. Il Progetto “Dalle Biofattorie didattiche alle fattorie sociali” ha rappresentato un’occasione di interazione con il mondo della scuola e con gli insegnanti ed ha visto il coinvolgimento attivo dei ragazzi attraverso laboratori ed esperienze pratiche nelle aziende agricole. Nell’anno scolastico 2010/2011 sono stati coinvolti 1500 minori che frequentavano la scuola primaria e la secondaria superiore di primo grado delle province di Catania, Siracusa, Messina e Caltanissetta. Il progetto poteva contare su una stretta collaborazione con le Aziende Sanitarie e l’Assessorato alla salute della Regione siciliana. La proposta educativa traeva spunto dalla lotta all’obesità infantile attraverso una corretta alimentazione e aveva l’obiettivo di rimotivare e suscitare l’interesse di minori a rischio di dispersione e di devianza per la proposta culturale della scuola. La fattoria sociale è stata proposta come contenitore dinamico di saperi trasversali e spendibili nella vita e coerenti con gli obiettivi educativi. In fattoria si apprendono la matematica, la geometria, la storia e la letteratura osservando e riflettendo sul mondo rurale. Non si è trattato di presentare una nuova tecnica didattica ma di proporre un percorso educativo fatto di emozioni, del coinvolgimento dei cinque sensi, anche attraverso un’immersione guidata da adulti nella natura e nel paesaggio rurale. I risultati della valutazione sono stati ampiamente positivi. Autonomia e dopo di noi. Il secondo asse di intervento è rappresentato dalla proposta dei “Weekend del respiro e dell’autonomia”. I soggetti diversamente abili, con l’aiuto di educatori, psicologi, operatori socio-sanitari, trascorrono il fine settimana presso le fattorie sociali sperimentando percorsi di autonomia. I weekend contribuiscono a ridurre il carico psicologico e relazionale della coppia genitoriale (per questo si chiamano del respiro). Per le persone con disabilità, il contatto diretto con la natura e il coinvolgimento attivo nei lavori tipici di un’azienda agricola possono rappresentare delle importanti occasioni di promozione del benessere psico-fisico e relazionale. Queste esperienze permettono di scoprire nuovi interessi, di sviluppare abilità, nella prospettiva dell’autonomia personale e del “Dopo di noi”. Attraverso il progetto denominato “Cacciatori di aquiloni”, promosso dall’Associazione Italiana Educazione Sanitaria Sicilia, finanziato con fondi protocollo di intesa fondazioni bancarie e volontariato, in collaborazione con sei fattorie sociali e con le associazioni dei familiari, sono stati realizzati, negli anni 2010/2012, 60 week end del respiro e dell’autonomia. Le aree di intervento psico-sociale dei weekend intendevano raggiungere numerosi obiettivi: autonomia personale, comportamento sociale, abilità di comunicazione, mobilità, abilità lavorative relative ai diversi contesti aziendali. Le attività che si sono svolte all’interno delle fattorie 46 sociali sono state caratterizzate da alcuni importanti passaggi: valutazione del livello attuale di capacità del soggetto in rapporto al tipo di abilità richieste; scelta delle abilità da insegnare in un ordine prioritario; effettuazione della task analysis. I laboratori svolti nelle fattorie sociali consistevano in alcune attività tipicamente agricole quali la messa a dimora delle piante. I dati elaborati sulla valutazione delle specifiche attività hanno fatto registrare una maggiore presenza di stimoli potenziali, una più elevata varietà dei rinforzi naturali usufruibili da soggetti che vivono in situazioni socio-ambientali con stimoli insufficienti e/o ripetitivi; modelli di ruolo adeguati. Il tema dell’autonomia ha coinvolto altre dimensioni della vita quotidiana come vestirsi, sistemare la stanza, cucinare e mangiare da soli, guardare un film, fare la spesa, raccogliere i frutti, ecc. L’autonomia è stata vissuta come una conquista quotidiana e progressiva in un contesto qual è quello rurale, rispettoso dei tempi e delle diversità, accompagnata da operatori socio-sanitari competenti e da agricoltori sociali motivati e accoglienti. Dalla socialità al lavoro. I progetti “Nella nuova fattoria … ci sono anch’io!” e “Agri Social Sud” tentano di dare una risposta al bisogno di autorealizzazione di soggetti diversamente abili attraverso l’attività lavorativa. Il primo progetto, dell’ASP Catania-DSM Area Neuropsichiatria infantile, è stato finanziato dall’Assessorato regionale alla salute della Regione Siciliana nell’ambito del progetto obiettivo del Piano Sanitario Nazionale 2010, all’interno dell’Intesa Stato Regioni (rep. Atti n. 76- CSR– azione autismo). Ha coinvolto sei giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni con diagnosi di spettro autistico Asperger ad alto funzionamento cognitivo. La prima fase (cinque mesi) era caratterizzata dall’attività in fattoria con il supporto di un tutor educativo e di un tutor aziendale, nella seconda fare (tre mesi) i giovani autistici venivano affiancati soltanto dal tutor aziendale. La valutazione del progetto emergono i seguenti risultati: − il coinvolgimento degli agricoltori sociali e delle famiglie e la costante supervisione e consulenza dell’equipe medica e sociale per tutti gli operatori e tutor hanno rappresentato un fattore di successo del progetto; − i ragazzi si sono integrati nel tessuto sociale aziendale; − la produttività dei soggetti autistici nel settore dove sono stati inseriti è aumentata nel tempo; − il lavoro proseguito con il solo tutor aziendale non ha creato discontinuità. I destinatari hanno apprezzato a pieno il progetto e nella valutazione effettuata al termine del percorso hanno messo in evidenza soprattutto la ricaduta positiva sulla qualità della vita e un’aspettativa alta di continuità professionale con 47 la speranza di un’assunzione. Dai questionari somministrati ai genitori risulta che il 100% ha apprezzato il progetto ed ha segnalato un miglioramento nei rapporti sociali del figlio. Il Progetto Agri Social Sud, coordinato dall’Osservatorio Mediterraneo onlus in collaborazione con il Consorzio Alberto Bastiani di Roma e co-finanziato dalla Fondazione con il Sud, aveva l’obiettivo di attivare percorsi di inclusione sociale e lavorativa a favore di persone in condizione di svantaggio sociale, in particolar modo disabili, mediante la realizzazione di percorsi formativi con work experience nel settore dell’agricoltura sociale. Il profilo professionale che si è inteso formare è quello di Addetto alla produzione e commercializzazione di prodotti di agricoltura biologica. Dieci giovani con diagnosi psichiatrica ed in carico al dipartimento di salute mentale dell’ASP di Catania sono stati inseriti con borsa lavoro di 195 ore e il supporto di un tutor aziendale e un tutor educativo in cinque fattorie sociali che hanno attivato al loro interno dei punti vendita. Anche in questo progetto la forte integrazione dei soggetti proponenti aderenti alla rete delle fattorie sociali Sicilia con il sistema dei servizi socio-sanitari, in particolare dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, si è rivelato il fattore di successo. I dati, ancora in fase di elaborazione, rilevano un’elevata adesione al progetto (100%), senza abbandoni, alto gradimento dei genitori, un buon livello di apprendimento delle abilità tecniche e professionali dei giovani coinvolti e la loro aspettativa di proseguire l’esperienza lavorativa in modo stabile nelle fattorie sociali ospitanti. I Percorsi formativi. La Rete delle Fattorie Sociali Sicilia ha promosso numerosi percorsi di riflessione critica sui temi dell’Agricoltura Sociale attraverso la realizzazione di momenti formativi. I contenuti che sono stati proposti hanno riguardato tra gli altri: la zoo antropologia assistenziale, la promozione della salute e l’educazione alimentare; Il ruolo dell’agricoltura sociale nel sistema di welfare locale; i sistemi organizzativi e le modalità gestionali per la conduzione di una fattoria sociale. Le fattorie sociali siciliane si sono fatte promotrici di esperienze di consumo critico e di gruppi di acquisto solidale (GAS). Di particolare interesse risulta l’esperienza di un GAS all’interno del Dipartimento di salute mentale, gestito dai pazienti e sostenuto dall’equipe degli operatori di riabilitazione del Centro diurno di Catania. Al fine di sviluppare l’integrazione con i servizi territoriali la Rete delle fattorie sociali Sicilia – Forum regionale agricoltura sociale ha stipulato dei protocolli d’intesa con l’Università di Catania (Dipartimento Scienze agrarie), l’ASP di Catania, il Centro per l’impiego dell’interland catanese, con le comunità alloggio per minori. 48 3.3 Conclusioni La realtà dell’AS appare fortemente variegata ed esprime vivacità e una capacità innovativa. La collaborazione tra aziende e soggetti no profit (cooperative sociali, associazioni di familiari, associazioni di volontariato) rappresenta un altro elemento di originalità territoriale. I programmi di inclusione sociale caratterizzano la progettualità presente e futura delle aziende. La necessità di coniugare esigenze della produzione con i programmi di inserimento lavorativo appare una delle sfide per la costruzione di un frammento significativo di un nuovo welfare locale. Il rapporto con le istituzioni pubbliche, che seppur ritenuto ineludibile (vedi l’impegno per una legge quadro nazionale e per le leggi regionali sull’agricoltura sociale e per l’accreditamento/riconoscimento istituzionale), è percepito come problematico e rischioso per l’autonomia e la stessa identità di realtà economiche ancora deboli. L’agricoltura sociale può diventare quindi un’occasione concreta dove sperimentare nuove forme di partecipazione e di azione solidale, fare economia civile e promuovere occupazione. L’AS è già diventata una significativa metafora di un modo di costruire un welfare di comunità, con radici solide e profonde.

 Riferimenti bibliografici AA.VV. (2012), Bioreport 2012, Rete Rurale Nazionale, Roma. Camera dei deputati, XIII Commissione Agricoltura, Indagine conoscitiva sull’agricoltura sociale - DOCUMENTO CONCLUSIVO approvato nella seduta del 4 luglio 2012, Roma. Di lacovo, F. (2009), Agricoltura sociale: innovazione multifunzionale nelle aree rurali europee, AGRIREGIONIEUROPA. Di lacovo, F. (2003), Lo sviluppo sociale nelle aree rurali, Franco Angeli, Milano. Giarè F., Macrì M.C. (2012), La valutazione delle azioni innovative di agricoltura sociale, INEA, Roma. Macrì M. C. (2011), Analisi dei casi studio, in Cirulli F., Berry A., Borgi M., Francia N, Alleva E. (a cura di) (2011), L’agricoltura sociale come opportunità di sviluppo rurale sostenibile: prospettive di applicazione nel campo della salute mentale, Rapporti ISTISAN 11/29, Istituto Superiore di Sanità, Roma. Senni S. (2012), L’agricoltura sociale come percorso di sviluppo rurale, Progetto Agri Social Sud, Catania. Senni S. (2010), L’agricoltura come pratica di economia civile: spunti teorici ed evidenze empiriche, XLVII Convegno di Studi SIDEA.



venerdì 4 agosto 2017

PSR2014-2020 MISURA 2.3 FORMAZIONE DEI CONSULENTI



Il Sistema di consulenza aziendale in agricoltura continuerà  a costituire nel periodo 2014-2020 uno degli strumenti principali attraverso cui perseguire le priorità dell'Unione europea in materia di sviluppo rurale. Inoltre i nuovi testi regolamentari ampliano la portata e la centralità del Farm Advisory System non limitandone l'azione al solo ambito dello sviluppo rurale ma conferendogli piena autonomia, oltre a prevedere una serie di materie aggiuntive, rispetto al passato, che potranno essere oggetto di consulenza (greening, cambiamenti climatici, aspetti sanitari zootecnici, ecc...).

       Tale sistema di consulenza contempla molteplici attori pubblici e privati, istituzionali e partners economico-sociali e può essere supportato finanziariamente dai PSR regionali, misura 2.1 e formazione dei consulenti 2.3, sempre  nel rispetto del principio della separatezza delle funzioni.




Formazione dei Consulenti

Obiettivo

Formare i tecnici consulenti che operano nell'ambito della misura 2.1    attraverso percorsi didattici che consentano l'elevazione della conoscenza specifica dei partecipanti sulle tematiche oggetto della consulenza, in coerenza con gli obiettivi specifici delle focus area. È previsto il sostegno alla prestazione di servizi di formazione da parte di enti ed organismi, pubblici o privati, destinati ai tecnici consulenti, sugli ambiti tematici oggetto di appalto a valere della 2.1.1.

Beneficiari

Soggetti pubblici e privati fornitori di servizi di formazione e trasferimento di conoscenze riconosciuti idonei per capacità ed esperienza.

Spese ammissibili

  • Attività di docenza e tutoraggio, comprensiva di remunerazione e missioni del personale;
  • costi diretti legati alla prestazione del servizio di formazione (compresi quelli relativi al luogo dove viene effettuata la formazione), alle visite didattiche, al trasporto collettivo e all'hosting per servizio e-learning;
  • spese per l'elaborazione, l'acquisto o il noleggio di sussidi e materiali didattici di consumo;
  • attività di progettazione e coordinamento del programma formativo;
  • spese generali.

Condizioni di ammissibilità

Presentazione di un progetto di formazione, in grado di rispondere ai fabbisogni specifici dei beneficiari finali dell'intervento. In ciascun progetto sono indicati le tematiche da trattare, lo staff tecnico-formativo (con dimostrata esperienza e capacità professionale sui temi della consulenza), le strutture utilizzate, le caratteristiche del servizio formativo, i costi.

Tipo di sostegno

Sono previsti esclusivamente contributi pubblici in conto capitale. Il contributo è pari al 100% delle spese ammissibili. Per l'aggiornamento dello staff tecnico di ciascun organismo di consulenza, la spesa massima ammissibile è pari a € 200.000,00 per triennio.

Destinatari dell'attività di aggiornamento professionale

Gli staff tecnici degli organismi di consulenza.
Ebbene precisare, chi è chiamato a vario titolo, (enti,istituzioni e operatori) in attività ispettive e di controllo, non potrà svolgere nessuna delle attività previste nel sistema di consulenza aziendale, ne tanto meno al percorso formativo


 

domenica 23 luglio 2017

Montallegro, Borgo GeniusLoci De.Co.

nucciatornatore



                            L’Audizione pubblica Montallegro Borgo GeniusLoci De.Co. con la consegna del riconoscimento di "Custode dell'Identità Territoriale" durante  la I° edizione della “Sagra del Pomodoro siccagno di Montallegro”













“La  tutela della storia, delle tradizioni, del patrimonio culturale comunale ed i sapori tradizionali legati alle produzioni del territorio sono un patrimonio di inestimabile valore da difendere e preservare”.ha affermato Nino Sutera 
Il Comune di Montallegro  recentemente con una delibera di Giunta Municipale  ha avviato  la procedura per consentire l’ istituzione del Borgo GeniusLoci De.Co. (Denominazione Comunale) attraverso il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co.
L’amministrazione ha organizzato la I edizione della “Sagra del Pomodoro siccagno”, e l’Audizione pubblica del Borgo GeniusLoci De.Co. evento enogastronomico dedicato al prodotto identitario  di Montallegro, ha affermato Rina Scalia Sindaco    


 

Coltivato senza irrigazione,il pomodoro siccagno è interessante oltre che per la tradizione legata alla sua lavorazione, anche sotto il profilo nutrizionale: Ricco di vitamina A e vitamina C, e antiossidanti.
Montallegro è caratterizzato dalla presenza di questo prodotto agricolo che, grazie al suo intenso sapore e profumo,  si è fatto conoscere per genuinità e per qualità  ha affermato il Sindaco Caterina Scalia

Con il siccagno, in passato, si produceva un ottimo concentrato (l’astrattu), la passata e i pomodori secchi (ciappe). Alla raccolta e alla trasformazione si riuniva tutta la famiglia anche i bambini. Per fare l’astrattu si lasciava essiccare al sole la passata su tavole in legno (maìdde). I bambini si occupavano della arriminata (rigirata), cioè per tutto il giorno dovevano rigirarla, al tramonto si recuperava (si faceva la arricugghiuta) si appallottolava con le mani unte d'olio e si metteva in grandi orci o si conservava nella carta ben oleata.

Il percorso  Borghi  GeniusLoci De.Co. (Denominazione Comunale) a prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono il territorio, le tradizioni, la tipicità, la tracciabilità e la trasparenza, elementi  che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio.
    Chiediamo a Nino Sutera,      Che cos’è un  Borgo  GeniusLoci De.Co.?
E’ un percorso culturale, al francese “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all’improvviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dell’AIF · XXVI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori di Palermo. EXPO2015 MILANO 
Qual è la mission?     Il percorso Borghi GeniusLoci De.Co.,   mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del Percorso GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività.
Il percorso innovativo “Borghi Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del territorio attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”.
Qual è la differenza rispetto agli altri strumenti?   «La denominazione comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci” è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
 Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli  ideologo delle De.Co.  ha dato del “genius loci”:   esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva.  
Qual è la vision?  La bellezza e l'unicità del paesaggio, gli insediamenti storici, la rigogliosa natura ha regalato diversi elementi attrattivi ereditati dalla tradizione ed in grado di affascinare i cosiddetti “viaggiatori del gusto”, ossia quei tanti turisti intelligenti e colti alla ricerca della buona tavola, non solo per apprezzarne le qualità gastronomiche, ma anche per l’intimo e profondo legame tra essa ed il territorio.
Il valore di una De.Co.(Denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l'identità di un territorio.
In conclusione  Dr  Sutera quali sono  i contenuti Genius Loci?
L’ effetto GeniusLoci   è la capacità che deve avere un territorio, di « produrre », grazie al saper fare dell’uomo che possiede il gusto del territorio nel quale riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore.
Mentre i contenuti innovativi sono:  l’originalità, dal latino oriri, derivare, non solo da un punto di vista topografico, ma culturale, vuol dire non distorcere la voce  del territorio di provenienza.
La naturalità, produrre senza interventi estranei all’azione del territorio.
L’Identità  dal latino Idem, uguale che non cambia nel tempo, quindi facilmente riconoscibile, perché è il senso del luogo.
Infine  la specificità, nel significato dato da Max Weber nel 1919 di qualcosa facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche originali (un dolce, un piatto, un evento una tradizione)
Infine, quali sono i requisiti che i comuni debbono possedere per far parte del circuito dei Borghi GeniusLoci De.Co.?
 Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono dei principi inderogabili e non barattabili, innanzitutto  la storicità e l'unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero.  Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano l’idea del Borgo GeniusLoci  De.Co. all’interno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali.   
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili e controproducenti.



 Bisogna dire infine,   che non è un percorso per tutti, ne tanto meno tutti i Comuni hanno i requisiti necessari per essere inseriti tra i Borghi GeniusLoci De.Co.








giovedì 6 luglio 2017

Seminario finanziamenti alle imprese

Seminario su finanziamenti alle imprese e piano Juncker previsto per il 20 Luglio 2017 presso la Sala De Seta ai Cantieri Culturali alla Zisa a Palermo.
l'evento  vedrà la partecipazione della Commissione Europea, La BEI Banca Europea per gli Investimenti, CDP la Cassa Depositi e Prestiti,l'ABI regionale, le Autorità di Gestione della Regione SIcilia e sarà anche occasione per promuovere le Misure Po FESR attualmente aperte (3.5 e 1.1) e del PSR destinate alle imprese.

























Occasione per conoscere tutte le opportunità di finanziamento ed i bandi al momento aperti per il territorio regionale in tutti i settori (industria, agricoltura, trasporti, turismo, energia, ambiente, ricerca, infrastrutture, ecc) rivolti alle aziende, enti pubblici e non, associazioni di categoria, professionisti, ... 

link per la Registrazione all'evento (fino ad esaurimento posti).



Inoltre durante l'evento nelle sala adiacente sarà allestita anche un'area Corner Bank delle Banche intermediarie del piano di investimenti nel territorio,  rivolto alle imprese e professionisti che necessitano di finanziamenti prestiti con garanzia Ue.

questo è il link per un sondaggio specifico rivolto ad imprese, professionisti,  enti pubblici e non autorità di gestione,  ed associazioni di categoria. 
Il sondaggio nasce per informare sulle opportunità e per analizzare le criticità del settore.

domenica 2 luglio 2017

terr@ & CarbojCarbonCup

nucciatornatore 
Nella splendida location di Baglio Ingoglia a Montevago    si è svolta la presentazione in anteprima nazionale di CarbojCarbonCup attraverso il format  di
“ t e r r @” TerritorioEnogastronomiaRisorseRurali@mbientali 
percorso ITINERANTE InFormativo di glocal.





 Moderato da Lillo Sardo, componente del CdA dell' EnteSviluppoAgricolo
Dopo i Saluti del Sindaco di Montevago On.Margherita La Rocca Ruvolo
Ci sono stati gli interventi :
-         Giuseppe Bivona,agronomo, giornalista, ex direttore generale dell’ESA ex direttore del campo carboj, presidente della libera università rurale dei saperi e dei sapori.
-         Dionisio Impastato, agronomo, libero professionista,  innovation broker   della Libera Università Rurale 
-         Gaspare Varvaro, agronomo, consigliere dell’ordine degli agronomi della provincia di Agrigento, fondatore dell’ Associazione Agricoltura Rigenerativa Sicilia,

                Hanno preso parte all' interessante evento di presentazione anche il Sindaco di Menfi e Presidente del Gal Valle del Belice Enzo Lotà, Il neo Presidente della Strada del Vino Terre Sicane Gounder Di Giovanna, l’Assessore all’Agricoltura del Comune di Santa Margherita Belice Giacomo Abruzzo, il Vice Sindaco del Comune di Montevago Giuseppe Arcuri,  diversi consiglieri comunali, imprenditori agricoli e liberi cittadini


Le conclusioni sono state  affidate a Nino Sutera,Coordinatore dell’Osservatorio di NeoRuralità e Responsabile dell'Azienda Sperimentale Campo Carboj dell’ EnteSviluppoAgricolo









Che cos'è Carboj Carbon Cup?



 La prima  in Italia,  ha ottenuto il patrocinio  e tutoring da Soil Carbon Coalition, associazione promotrice della Soil Carbon Challenge (World Carbon Cup) USA.  L'obiettivo è sapere "quanto velocemente gli imprenditori agricoli riescono a immobilizzare il carbonio atmosferico nel suolo come sostanza organica stabile capace di trattenere maggiori volumi di acqua e aumentare la fertilità del suolo" tutelando il territorio dai fenomeni erosivi e di dissesto. un sfida ci permetterà di riconoscere, valutare e immaginare le opportunità di una agricoltura del carbonio e potrà diventare modello per le istituzioni e i governi che successivamente potranno essere capaci di implementare politiche e incentivi appropriati, corretti e localmente adatti, che guideranno alla diffusione ed adozione di sistemi di gestione del territorio innovativi e virtuosi. Il Consiglio di Amministrazione dell'Ente di Sviluppo Agricolo, ha concesso il patrocinio all'iniziativa.




Cos’ è Terr@ ? Piccoli gruppi per grandi idee, un viaggio itinerante e intrigante, per approfondire tematiche d'interesse comune, costruendo il percorso formativo e portandolo avanti in situazione di sostanziale autoapprendimento. Uno spazio di riflessione, persone di diversa estrazione ed esperienza s'incontrano per presentare la propria esperienza, per elaborare idee, proposte e progetti comuni, ma anche uno spazio come sinonimia di un’agire creativo.
Perchè? L’ambizione è di avvistare in maniera partecipata e condivisa idee, proposte, tale da divenire per il prossimo futuro un modello da seguire, aperto a tutti i soggetti socio – economici, ed ai singoli cittadini, che sono interessati e vogliano cimentarsi sul futuro sostenibile del proprio territorio.In questa prospettiva, il territorio non deve essere considerato semplicemente come luogo fisico, ma esso rappresenta soprattutto una comunità collettiva, ricca di saperi e competenze diffusi tra i vari attori, dalle istituzioni pubbliche alle organizzazioni, dalle associazioni, ai singoli cittadini.
Quale tematica? terr@ affronta le tematiche legate a Ambiente&Territorio-Etica&Finanza- Pari Opportunità-Energie Rinnovabili-Paese Albergo-Territorio in un Immagine-Agricoltura Sociale-Città Intelligenti-Cibo&Letteratura- Differenziamoci-GioventùInMovimento-Agricoltura&Alimentazione
La metodologia? Seminari, focus group, session poster, talk show.  
I partner? portatori di interessi economici, sociali e culturali.



                     Aver saputo interpretare le esigenze e le richieste diffuse di disseminare conoscenze e informazioni, tramutandoli in un fatto concreto è destinato ad essere consegnato alla storia di questa terra, ecco allora come un iniziativa nasconde l’ambizione per tramutarsi in un metodo condiviso, ha concluso   Nino Sutera

sabato 1 luglio 2017

Multifunzionalità e diversificazione, ma non per tutti.


diversificazione e nuove frontiere















Corsi di cucina per promuovere prodotti locali, raccolta collettiva dei prodotti agricoli, percorsi guidati nei boschi: indagine Nomisma esplora gli obiettivi sulle attività connesse
Sono 108.000 le aziende agricole con altre attività remunerative oltre a quelle classiche in Italia, su un totale di circa 1.600.000 aziende. Ma l'incidenza delle attività non strettamente agricole sul valore complessivo della produzione agricola, se consideriamo anche il valore della produzione di energia rinnovabile gestita da agricoltori, raggiunge il 20%. Sono i numeri chiave che danno conto di una realtà, quella delle aziende multifunzionali, ormai affermata e in continuo sviluppo, vera e propria chiave di volta spesso per un giovane per decidere se restare o meno nel settore dell'agricoltura investendovi il proprio futuro.
Così cresce il peso economico della diversificazione
E gli under 40 già impegnati in attività connesse sono quelli più propensi a valorizzarle ulteriormente in futuro, secondo un'indagine sulla multifunzionalità condotta dalla Rete Rurale Nazionale. Fra le tipologie di diversificazione economica, la vendita diretta risulta essere quella maggiormente presente nelle aziende che diversificano (75%) seguita dalla trasformazione delle produzioni (66%) e dall'agriturismo (60%). Proprio riguardo quest'ultimo recentemente l' Osservatorio nazionale per l'agriturismo ha approvato in sede tecnica i criteri di classificazione nazionale delle aziende agrituristiche. Il nuovo sistema di classificazione unitaria, che sarà inviato alla Conferenza Stato-Regioni per la definitiva approvazione, tiene conto non solo del livello di comfort della struttura ricettiva, ma anche delle caratteristiche dell'azienda e dei servizi che è in grado di offrire, in termini di valorizzazione dei prodotti tipici locali, del paesaggio e dei territori. Ma quali sono i fattori che facilitano, la realizzazione di attività diverse da quella agricola e come investirebbe in futuro chi già diversifica? Un'indagine Nomisma condotta su un campione di 1000 aziende agricole diversificate ha cercato di fare il punto sulla questione, e ne sono emersi particolari interessanti.
Al primo posto fra i "facilitatori" della diversificazione c'è l'"idea spontanea del conduttore" (25%) che però è seguita a ruota (col 20% e col 18%) dalla "presenza in aree a forte vocazione turistica" e dai "finanziamenti pubblici - Psr o altri". Un ruolo, quello dei fondi per lo sviluppo rurale, molto importante per lo sviluppo di un'agricoltura in linea con gli obiettivi della tutela dell'ambiente ed il mantenimento della qualità della vita nei territori rurali, fattori che hanno assunto un peso sempre maggiore tra le motivazioni che giustificano il mantenimento degli aiuti comunitari all'agricoltura, valorizzando la multifunzionalità dell'azienda agricola. Ma i dati più significativi forse riguardano le attività che secondo gli imprenditori intervistati potrebbero avere maggior successo in futuro: con il 42% i "Corsi di cucina per promuovere prodotti e tradizioni locali" stravincono questa "speciale classifica", seguiti a grande distanza da due altre tipologie legate al turismo rurale, quali i "percorsi guidati nei boschi/campi" (10%)e la raccolta collettiva dei prodotti agricoli (10%). I giovani, pur rientrando di base in questa classificazione, mostrano interesse anche per le attività di cura dei bambini e degli anziani, un'attività molto considerata anche dalle grandi aziende (in questo caso quelle con più di 40 ha). Un risultato, questo, certo influenzato dalla grande presenza dell'agriturismo fra le aziende intervistate, ma anche da una evidente richiesta dei consumatori, spinta dal sempre più frequente interesse che i media stanno riservando alla cucina e all'enogastronomia in genere. A questo si aggiunga che tutte le iniziative che hanno una forte vocazione urbano-rurale (vedi la raccolta collettiva dei prodotti) hanno un forte appeal sugli agricoltori, che giustamente ritengono strategico colmare il "gap" esistente fra città e campagna, e riconoscono l'importanza di quelle attività che creano una consapevolezza del lavoro agricolo fra i cittadini consumatori.

Secondo il presidente di Turismo Verde, "stiamo perdendo un grande patrimonio, quello della cucina contadina, che è la vera cucina italiana, e questo dei corsi  può sicuramente essere un mezzo per riscoprirla e valorizzarla".
Infine, un aspetto non secondario che la ricerca mette in luce, è anche la propensione all'innovazione da parte delle aziende. Se si guarda a due aspetti fondamentali, quello del marketing di prodotto e quello della informatizzazione, il 51% delle aziende vende prodotti con un proprio marchio aziendale, e il 61% ha un proprio sito internet.
Andrea Festuccia


Post in evidenza

C’è la Sicilia nel Menù del film gastronomico

NinoSutera C’è la Sicilia nel Menù del film gastronomico                                               Regione Enogastronomica d’Europa 20...