domenica 23 aprile 2017

2014 AGRICOLTURA SOCIALE FIRMATO PROTOCOLLO D'INTESA

2014

Protocollo d’intesa Ministero Giustizia-Assessorato Agricoltura-ESA (CampoCarboj)   

su agricoltura sociale per reinserimento detenuti siciliani


"Il valore di un'idea sta nel metterla in pratica".

Thomas Alva Edison

Palermo   

Si è tenuta presso la Presidenza della Regione, sala Alessi, una cerimonia per la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Giustizia e l’Assessorato dell’Agricoltura per attivare un nuovo progetto sperimentale di agricoltura sociale per il reinserimento di alcuni detenuti dei penitenziari di Sciacca, Castelvetrano e Trapani.

Erano presenti diverse autorità del mondo politico e personalità di spicco nella lotta per la legalità, tutti convenuti a testimoniare un evento che non ha precedenti nel nostro paese e che, realizzato in una terra difficile come la Sicilia, farà da esempio trainante per il resto d’Italia.



Il progetto, fortemente voluto da  Dario Cartabellotta, è nato da una stretta collaborazione tra l’Assessorato dell’agricoltura, il Ministero della Giustizia, attraverso il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, e l’Ente di Sviluppo AgricoloIl suo scopo principale è non solo valorizzare il territorio siciliano, ma farlo concedendo anche la possibilità a una parte dei detenuti siciliani di affrontare un percorso di recupero che permetta loro di reinserirsi nella società come dei soggetti nuovi. Il programma fornirà, dunque, l’opportunità di occupare i più meritevoli tra i detenuti dei suddetti penitenziari siciliani presso l’azienda agricola sperimentale “ Campo Carboj”. L’ azienda, di circa 16 ettari, è dislocata nelle vicinanze degli stessi penitenziari e, di proprietà dell’E.S.A.(Ente Sviluppo Agricoltura), è stata concessa dalla Regione Siciliana in comodato d’uso gratuito al Dipartimento del’amministrazione penitenziaria per la realizzazione del progetto.

Alla cerimonia di sottoscrizione del Protocollo d’ Intesa sono intervenuti, tra gli altri,  Dario Cartabelotta, il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Giovanni Tamburino, il Sottosegretario di Stato alla Giustizia Giuseppe Beretta, il Provveditore regionale per l’Amministrazione penitenziaria Maurizio Veneziano,   il Procuratore Leonardo Agueci, il Commissario straordinario dell’E.S.A. Francesco Concetto Calanna,  Pippo Cipriani, ex sindaco di Corleone e stretto collaboratore di  Cartabellotta, ha presentato il progetto, mostrando grande trasporto e competenza, e ha fatto poi da moderatore degli interventi delle personalità presenti.

Il primo ad aprire il dibattito è stato Dario Cartabellotta, che ha spiegato le finalità principali del programma partendo dal contesto della nostra regioneQuesto programma scaturisce da due aspetti fondamentali della nostra regione: la “Banca della Terra” e l’agricoltura sociale. Il progetto della “Banca della Terra” con qualche reminiscenza storica ci riporta alla riforma agraria dei fratelli Tiberio e Caio Gracco. Con esso si è voluto fare un’operazione di riassegnazione delle terre del demanio pubblico che per migliaia di ettari risultano abbandonate. I progetti sociali sono invece quelli che sono stati codificati dalla norma sull’agricoltura sociale e che partono da un concetto fondamentale: la campagna con funzione terapeutica e riabilitativa . Quindi l’assegnazione delle terre da gestire e coltivare in un programma di agricoltura sociale può aiutare i detenuti e gli ex detenuti nella riabilitazione. 

E’ poi intervenuto Giovanni Tamburino che ha spiegato l’importanza del programma sperimentale per i detenuti e la società stessa: Oggi stiamo per attuare una vera e propria sperimentazione, parlo di sperimentazione perché, forse per la prima volta in Italia, ci accingiamo a svolgere un’attività che è stata definita agricoltura sociale .Agricoltura sociale significa appunto valorizzazione del territorio, di un territorio sfruttato non a sufficienza,una valorizzazione ottenuta attraverso il reinserimento di soggetti che si trovano in situazioni difficili e hanno un’occasione di miglioramento. Ora in questa sede io voglio ribadire il ruolo forte che l’iniziativa e l’attività lavorativa rappresenta quale strumento d’attuazione del mandato costituzionale e delle norme di ordinamento penitenziario. L’inserimento attraverso il lavoro è infatti ciò che incide più di ogni altro elemento sul fenomeno della devianza e può arrivare a ricollocare nella comunità dei cittadini nuovi e diversi da quelli che hanno commesso il reato, pronti a contribuire alla crescita economica e sociale del paese. Ma la peculiarità di questa iniziativa risulta anche sotto un altro profilo, poiché l’agricoltura ripropone la riscoperta di valori antichi, quali il rispetto per l’ambiente, la produzione di ricchezza primaria e la cultura della salute attraverso la genuinità dei cibi.

L’argomento è stato ulteriormente approfondito da Giuseppe Berretta che ha illustrato più nel dettaglio la situazione di emergenza carceraria attualeNoi ci troviamo ad operare all’indomani della conversione di un decreto legge, finalizzato a tentare di risolvere o quantomeno affrontare l’emergenza carceraria. Un’emergenza gravissima rispetto alla quale c’è stato un richiamo da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo e del Presidente della Repubblica. Il governo si è attivato,  considerando e ascoltando chi nel mondo del carcere ha operato, e come primo e fondamentale strumento ha individuato la liberazione anticipata speciale, consigliata già da tempo dal Presidente Tamburino. Però, affrontare l’emergenza carceraria non può significare soltanto ridurre il numero dei detenuti, è necessario accompagnare la riduzione progressiva del numero dei detenuti con una serie di misure che rieduchino il detenuto e gli permettano il reinserimento sociale e lavorativo. Questa è una prima opportunità e tanti altri progetti sono già stati messi in campo da parte dell’amministrazione penitenziaria per raggiungere questo obiettivo.

Anche Maurizio Veneziano è intervenuto con dati concreti sulle condizioni dei carceri siciliani e ha ribadito l’importanza delle misure riabilitative: Se immaginate che quotidianamente un detenuto costa 116 euro, se questo dato lo applichiamo ai sessantaduemila detenuti presenti in Sicilia, abbiamo un costo giornaliero di 720000 euro, che calcolato per un intero anno arriva a 280 milioni di euro. Allora è un costo che non va sottovalutato, che ci spinge a lavorare per evitare la recidiva. Le statistiche ci dicono infatti che i soggetti, che hanno scontato parte della pena in misure alternative alla detenzione, hanno un passo di recidiva abbondantemente minore. Ecco perché crediamo tanto in questo progetto, perché la rieducazione si concretizzi attraverso l’attività lavorativa. Antonio Ragonesi ha poi parlato di una crescente collaborazione con gli Enti locali per diffondere questo genere di iniziative in tutto il territorio italiano.

Il dibattito è proseguito con l’intervento di Leonardo Agueci, che ha definito il progetto un’iniziativa di lotta contro la Mafia, affermando: Noi constatiamo che i personaggi emergenti nelle organizzazioni mafiose provengono abitualmente da precedenti esperienze carcerarie, magari per reati di non particolare gravità. Le stesse esperienze carcerarie comportano la frequentazione di una sorta di “scuola di mafia” all’interno del carcere. Dunque avviene che persone, che potrebbero avere un destino diverso e che potrebbero considerare tale esperienza come una parentesi della loro esistenza, si trovino piuttosto ad essere condotti verso un futuro molto più radicato nella cultura mafiosa. Ora è chiaro che questo circuito va interrotto e l’iniziativa di cui oggi stiamo discutendo è estremamente importante, perché può fornire a tante persone, che si trovano a vivere l’esperienza carceraria, un’alternativa effettiva rispetto al destino di inserimento nell’ambito del circuito mafioso.

E’ poi intervenuto Francesco Concetto Calanna che ha illustrato le caratteristiche peculiari dell’azienda agricola sperimentale “Campo Carboj”: In quest’azienda di eccellenza noi facciamo innovazione e sperimentazione,  dove stiamo realizzando una grande “banca del germoplasma, dove la più grande ricchezza è la biodiversità, che noi oggi mettiamo al servizio anche di una funzione sociale, che è il recupero del detenuto.“Campo Carboj” è nato nel lontano 1958 per la formazione degli agricoltori che dovevano imparare a utilizzare meglio le acque al fine di produrre di più e di aumentare le loro ricchezze. Ora, con questo nuovo progetto, le attività che verranno svolte dai detenuti sono legate al lavoro manuale,indispensabili considerato lo stato in cui versa l'azienda.   

  In conclusione Antonio Ingroia ha ribadito l’importanza del progetto per la riabilitazione del detenutoLa legalità deve avere non soltanto il volto della repressione,  dell’azione penale, ma anche il volto umano della giustizia. Attraverso la riabilitazione del detenuto, lo Stato deve avere un volto di promozione della persona. A tal proposito mi fa particolarmente piacere che vengano coinvolti nel progetto due istituti penitenziari del territorio di Trapani, dove sto andando a insediarmi come nuovo Commissario.

Al termine degli interventi, si è proseguito con la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa, con grande gioia e soddisfazione da parte di tutti i presenti e soprattutto di chi ha tanto lavorato perché questo progetto così importante si potesse realizzare.

Come è nata l’idea di questo programma sperimentale di agricoltura sociale?

Quest’idea è nata da un momento in cui ci si è incontrati e abbiamo parlato, ad essere sinceri è stato il Alfonso Sabella che ha richiesto un intervento che potesse aiutare questo settore. Come ho già detto, noi all’interno dell’ispettorato di Trapani svolgiamo già questa funzione, perché il Tribunale di Trapani ci ha mandato alcuni detenuti. Le dirò che all’inizio,  essendo la prima volta, non sapevamo cosa fare e come comportarci, eravamo un poco confusi. Poi abbiamo visto invece che, trovando loro delle occupazioni e inserendoli in un contesto lavorativo, abbiamo avuto anche dei benefici dalla loro presenza. Per cui a partire da questa esperienza e dalla richiesta manifestata dal dottor Sabella, si è iniziato a ragionare su quali erano le aziende che avevamo e di comune accordo con l’E.S.A. abbiamo deciso di scommettere sull’azienda agricola “Campo Carboj”. E’ un primo progetto in cui riponiamo molte speranze di fare un buon lavoro tutti insieme.

Serviranno dei fondi iniziali per far partire il progetto? Sono già state stabilite le tempistiche di attuazione?

In questo momento non abbiamo parlato di fondi, in questo momento dobbiamo parlare di cosa fare all’interno di questo progetto e come inserire i detenuti. Non penso che ci saranno fondi aggiuntivi, poiché l’E.S.A. già dispone dei propri fondi ed è molto il lavoro materiale che questi soggetti dovranno svolgere all’interno di un progetto generale. Comunque l’amministrazione individuerà le giuste risorse se ce ne sarà bisogno, ma a volte si fanno cose senza denaro, solo con il lavoro e la buona volontà e si hanno anche risultati migliori.

Dario Cartabellotta

Questo nuovo progetto fa parte delle misure attuate per rilanciare e riqualificare l’agricoltura siciliana. In che modo potrà favorire l’agricoltura e le aziende agricole siciliane?

Questo rientra nella valorizzazione dello spazio rurale di tutta l’aria interna della Sicilia, della Campania e di altre regioni del meridione, che mette la terra al centro delle attività. Noi abbiamo fatto la legge sulla “Banca della Terra”, in modo tale che le terre pubbliche non vengano più lasciate abbandonate, ma date ai giovani, alle cooperative o utilizzate per progetti come questo.  In questo modo si ha la possibilità di sviluppare quest’attività,  perché l’inclusione sociale oggi è diventata un tema in cui sviluppare anche queste attività. Inoltre poiché l’uomo oggi tende a cercare quel benessere psicofisico che in una serie di luoghi gli manca, abbiamo anche previsto la norma sull’Agricoltura Sociale, centrata sulla funzione terapeutica che campagna riveste.

Giuseppe Berretta

La firma di questo Protocollo d’Intesa per supportare la riqualificazione dei detenuti è un gran risultato per il sistema della giustizia italiana. Lei cosa ne pensa?

Io credo che sia davvero importante, dopo tanti mesi che ci siamo occupati fondamentalmente dell’emergenza carceraria. Ora è giusto cominciare ad occuparsi anche di come assicurare una rieducazione e quindi un reinserimento dal punto di vista lavorativo di chi, avendo commesso degli errori e avendo pagato un prezzo dal punto di vista della pena carceraria, però deve essere messo nelle condizioni di un pieno reinserimento nella società.

Un progetto del genere quindi che possibilità offre ai detenuti di un futuro reinserimento sociale e lavorativo alla fine della pena?

Noi, in tal senso, pur nella condizione di difficoltà e ristrettezze dal punto di vista delle risorse, abbiamo fatto una scelta molto chiara: abbiamo prorogato gli incentivi, finanziato di nuovo le borse-lavoro per i detenuti e questa di oggi è un’ulteriore iniziativa di estrema importanza. Noi, sul tema del lavoro, come strumento per l’effettivo reinserimento e supporto fondamentale per l’affermazione della dignità della persona, abbiamo fatto scelte molto chiare. Abbiamo realizzato un progetto in cui ci sono tante attività lavorative all’interno delle strutture carcerarie, tantissime possibilità soprattutto per i minorenni e per lo svolgimento di attività anche all’esterno in condizioni di semilibertà. Dunque vogliamo proseguire su questa strada, perché siamo fermamente convinti che questo sia il vero strumento per realizzare l’obiettivo di una pena che sia una pena giusta e strumentale alla rieducazione e al reinserimento.

Sintesi presentata a Roma 

Mario Candore  

venerdì 21 aprile 2017

Consulenza, una partnership per la competitività


Consulenza, una partnership per la competitività


Il principio della separatezza delle funzioni, introdotte dalle recenti dispositivi di legge consegnano all'Ente di Sviluppo Agricolo, l'esclusività nell'attuazione degli interventi in termini di investimenti immateriali, come ente pubblico.

          Come è noto a tanti, infatti l'ESA nel corso della sua attività istituzionale, non si è mai occupata ne di erogare contributi, ne di attività ispettive e di controllo.  Al contrario si è sempre occupata di Assistenza tecnica alle aziende agricole grazie alla legge regionale 73/77















                 Accanto alle tematiche prioritarie poste dalla riforma della PAC,   il sistema nazionale di consulenza è chiamato ad accompagnare il rilancio dell'agricoltura italiana anche attraverso la razionalizzazione delle strutture di consulenza già esistenti ed il loro riorientamento verso le nuove finalità della PAC e della strategia Europa 2020.
Il miglioramento dell'efficienza aziendale passa attraverso il contenimento dei costi e l'aumento del rendimento globale delle attività, per cui la consulenza aziendale deve avere un ruolo centrale nel supporto all'imprenditore agricolo.  
Il Sistema di consulenza aziendale in agricoltura continuerà quindi a costituire nel periodo 2014-2020 uno degli strumenti principali attraverso cui perseguire le priorità dell'Unione europea in materia di sviluppo rurale. Inoltre i nuovi testi regolamentari ampliano la portata e la centralità del Farm Advisory System non limitandone l'azione al solo ambito dello sviluppo rurale ma conferendogli piena autonomia, oltre a prevedere una serie di materie aggiuntive, rispetto al passato, che potranno essere oggetto di consulenza (greening, cambiamenti climatici, aspetti sanitari zootecnici, ecc...).
 Con riferimento al quadro normativo   tenuto conto della necessità di evitare situazioni distorsive della concorrenza e del mercato per quanto concerne il settore dei servizi alle aziende agricole, considerato l'obbligo previsto dall'art. 12 del Reg. (UE) n. 1306/2013, è previsto che gli Stati membri istituiscano il "Sistema di consulenza aziendale" (FAS - Farm Advisory System).
Tale sistema di consulenza contempla molteplici attori pubblici e privati, istituzionali e partners economico-sociali e può essere supportato finanziariamente dai PSR regionali e dai Programmi operativi delle Organizzazioni ortofrutticole.


Nello specifico, i soggetti coinvolti sono analoghi a quelli contemplati nel precedente ciclo di programmazione, ma l'esperienza nazionale nel periodo 2007-2013,  i nuovi ruoli e le più ampie funzioni ad essi attribuite dai regolamenti della riforma della PAC impongono una rivisitazione della governance.
Innanzitutto si ritiene importante assicurare a livello nazionale un insieme di disposizioni, atti, e norme che consentano di garantire un'offerta completa di servizi di consulenza a differenza dell'attuale programmazione nella quale in alcune Regioni tale misura non è stata prevista.
Come in precedenza, il servizio può essere erogato da Autorità pubbliche designate e/o Organismi privati selezionati per fornire un servizio di consulenza e miglioramento nella gestione della terra e dell'azienda. Tuttavia, sul fronte del finanziamento pubblico, l'innovazione consiste nel fatto, come illustrato in precedenza,  che il beneficiario del finanziamento pubblico è direttamente l'organismo di consulenza mentre in precedenza il contributo spettava all'agricoltore che ora diventa "beneficiario finale" del finanziamento.
Questa modificazione del regime di finanziamento rende più importante del passato il criterio del "riconoscimento" della qualifica di organismo di consulenza, da parte della Regione o Provincia autonoma territorialmente competente, previa verifica dei requisiti richiesti.
Appare prioritario pertanto interrogarsi sulla opportunità di delineare un quadro nazionale omogeneo con "criteri minimi di riconoscimento", ovvero  requisiti standard che devono essere posseduti dai consulenti per poter svolgere la consulenza a livello regionale, interregionale o nazionale.
Sotto il profilo del disegno organizzativo del sistema di consulenza, la nuova governance si dovrebbe sviluppare sulle seguenti direttrici:

§  qualificare i consulenti (formazione preliminare + formazione sulle buone prassi procedurali di consulenza);
§  far sì che i consulenti sensibilizzino il beneficiario (self-control) ed effettuino delle verifiche intermedie di consulenza (audit) legate al miglioramento aziendale;
§  tenere ben distinte la consulenza e l'attività di controllo, prevedendo meccanismi premiali (analisi del rischio per l'estrazione dei campioni di controllo) per le aziende agricole e zootecniche che accedono al servizio di consulenza;
§  prevedere un sistema di certificazione di qualità nazionale sull'efficacia ed efficienza dell'attività di consulenza svolta, anche attraverso una banca dati FAS nazionale, con valorizzazione delle buone prassi di consulenza nel settore agricolo e zootecnico.

Circuito dei Borghi

nucciatornatore            
Circuito dei Borghi Genius Loci De.Co.:

ecco obiettivi e come farne parte

Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo. 


     Il genius loci nella dimensione storica dei Borghi è quello che sopravvive alle strutture funzionali in continua evoluzione e conferisce un carattere indelebile ai luoghi al paesaggio, attraverso diversi fenomeni urbani, tutti parte di una esperienza unica e riconoscibile. La dimensione contemporanea  dei luoghi,  vale a dire il genius saeculi, richiede un continuo aggiornamento dei temi collettivi, degli spazi pubblici e dei contenuti che sono assegnati alle forme storiche dalle persone che vivono e abitano quei luoghi, e l’inserimento di nuovi significati, nuovi valori, nuove forme di vita sociale. Questa dunque è la sfida per il   nuovo Millennio: conciliare lo spirito del luogo, il genius loci, con lo spirito del tempo, il genius saeculi, recuperando i valori della storia attraverso la loro conservazione e la loro combinazione nel tempo presente secondo un modello sostenibile e condiviso

Chiediamo a Nino Sutera, Innovation brokers  e ideologo del percorso      Che cos’è un  Borgo  GeniusLoci De.Co.?

E’ un percorso culturale, al francese “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all’improvviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dell’AIF  XXVI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori di Palermo. EXPO2015 MILANO

Qual è la mission?   

  Il percorso Borghi GeniusLoci De.Co.,   mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del Percorso GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività.
Il percorso innovativo “Borghi Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del territorio attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”.

Qual è la differenza rispetto agli altri strumenti?   

«La denominazione comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci” è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
 Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli  ideologo delle De.Co.  ha dato del “genius loci”:   esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva. 
Qual è la vision?  La bellezza e l'unicità del paesaggio, gli insediamenti storici, la rigogliosa natura ha regalato diversi elementi attrattivi ereditati dalla tradizione ed in grado di affascinare i cosiddetti “viaggiatori del gusto”, ossia quei tanti turisti intelligenti e colti alla ricerca della buona tavola, non solo per apprezzarne le qualità gastronomiche, ma anche per l’intimo e profondo legame tra essa ed il territorio.
Il valore di una De.Co.(Denominazione Comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l'identità di un territorio.

In conclusione  Dr  Sutera quali sono  i contenuti Genius Loci?

L’ effetto GeniusLoci   è la capacità che deve avere un territorio, di « produrre », grazie al saper fare dell’uomo che possiede il gusto del territorio nel quale riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore.
Mentre i contenuti innovativi sono:  l’originalità, dal latino oriri, derivare, non solo da un punto di vista topografico, ma culturale, vuol dire non distorcere la voce  del territorio di provenienza.
La naturalità, produrre senza interventi estranei all’azione del territorio.
L’Identità  dal latino Idem, uguale che non cambia nel tempo, quindi facilmente riconoscibile, perché è il senso del luogo.
Infine  la specificità, nel significato dato da Max Weber nel 1919 di qualcosa facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche originali (un dolce, un piatto, un evento una tradizione)

Infine, quali sono i requisiti che i comuni debbono possedere per far parte del circuito dei Borghi GeniusLoci De.Co.?

 Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono dei principi inderogabili e non barattabili, innanzitutto  la storicità e l'unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero.  Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano l’idea del Borgo GeniusLoci  De.Co. all’interno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali.  
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili e controproducenti.

Bisogna dire infine,   che non è un percorso per tutti, ne tanto meno tutti i Comuni hanno i requisiti necessari per essere inseriti tra i Borghi GeniusLoci De.Co.




lunedì 17 aprile 2017

Smart Villages e Borghi GeniusLoci De.Co.

Il programma europeo “Smart villages” potrà

 avvalersi in Italia anche della 

Strategia Nazionale per le Aree Interne


Borghi rurali che creano nuove opportunità di crescita e sviluppo rafforzando i loro punti di forza grazie alle nuove tecnologie e a una migliore applicazione delle conoscenze, a tutto vantaggio di cittadini e imprese. Questo l’obiettivo del Piano di Azione per gli  “Smart villages  lanciato dalla Commissione europea a sostegno delle aree rurali. Si tratta di un concetto emergente nell’ambito dei processi decisionali dell’Ue che punta a garantire l’accesso ai servizi di base, all’applicazione dell’economia circolare, alla risoluzione dei problemi ambientali e alla valorizzazione dei prodotti locali attraverso le TIC. Il tutto coinvolgendo cittadini e portatori di interesse, sulla base dei fabbisogni dei territori. Allo sviluppo degli “borghi intelligenti” concorreranno diverse policy europee, come quella relativa allo sviluppo rurale, la politica di coesione, nonché bandi nell’ambito dei programmi Horizon 2020 e Connecting Europe Facility (Cef), in un’ottica di integrazione dei fondi Ue. La nuova strategia è basata su sedici iniziative con seminari, conferenze e progetti pilota. Fra gli strumenti a disposizione dei futuri “borghi intelligenti” italiani c’è la Strategia Nazionale per le aree interne (SNAI) che punta ad invertire lo spopolamento dei centri minori del paese, molti dei quali rappresentati da borghi rurali, attraverso la riqualificazione delle risorse esistenti, il rafforzamento dei servizi pubblici, un nuovo rapporto tra cittadini e amministrazioni con una forte attenzione alla digitalizzazione.







Che cos'è un villaggio intelligente?
Smart Villages è un concetto relativamente nuovo all'interno del settore della creazione di politiche comunitarie. Il concetto emergente di Smart Villages si riferisce a aree rurali e comunità che si basano sulle loro forze e risorse esistenti e sullo sviluppo di nuove opportunità. In Smart Villages le reti ei servizi tradizionali e nuovi sono migliorati grazie alle tecnologie digitali, alle telecomunicazioni, alle innovazioni e al miglior uso delle conoscenze, a beneficio degli abitanti e delle imprese. Le tecnologie e le innovazioni digitali possono sostenere la qualità della vita, un elevato standard di vita, servizi pubblici per i cittadini, un migliore utilizzo delle risorse, un minor impatto sull'ambiente e nuove opportunità per le catene di valore rurali in termini di prodotti e processi migliorati. Il concetto di Smart Villages non propone una soluzione di dimensioni uniche. È territorialmente sensibile, basato sulle necessità e potenzialità del rispettivo territorio e sulla strategia, sostenuta da strategie territoriali nuove o esistenti.
La tecnologia è importante e investimenti in infrastrutture, sviluppo di imprese, capitale umano, capacità e costruzione della comunità. Anche la buona governance e il coinvolgimento dei cittadini sono fondamentali.
Un villaggio intelligente dovrebbe prestare attenzione alle abilità di alfabetizzazione elettronica, all'accesso alla salute elettronica e ad altri servizi di base, alle soluzioni innovative per le preoccupazioni ambientali, all'applicazione economica circolare ai rifiuti agricoli, alla promozione di prodotti locali supportati dalla tecnologia e dalle TIC, Beneficio di progetti di agroalimentare specializzati, attività turistiche e culturali, ecc.
Il concetto di Smart Villages copre gli insediamenti umani nelle zone rurali e nei paesaggi circostanti.
Come fa l'UE a sostenere i villaggi intelligenti?
Diverse aree e fondi politici dell'UE promuovono attivamente gli aspetti dello sviluppo dei villaggi intelligenti.
La politica agricola comune - Sviluppo rurale
La politica agricola comune continua ad essere la più importante politica dell'UE che interviene nell'economia rurale dell'UE in termini di finanziamento e di gamma di strumenti. Una parte importante dei redditi dei contadini dipende dalla PAC (sostegno diretto, politica del mercato e politica di sviluppo rurale). Questo ha anche importanti effetti sull'economia rurale e sulla popolazione rurale.
La politica di sviluppo rurale (FEASR) fornisce una vasta gamma di strumenti per sostenere lo sviluppo di villaggi intelligenti nelle zone rurali. Sulla base di approcci strategici integrati che riflettono le priorità dell'UE e le esigenze di un territorio, i programmi di sviluppo rurale sostengono un insieme di misure. Queste misure riguardano lo sviluppo delle imprese rurali, tra cui la modernizzazione delle aziende agricole, gli investimenti in piccole infrastrutture locali e progetti di connettività, il rinnovamento del villaggio, lo sviluppo delle conoscenze, la condivisione delle conoscenze e le iniziative dal basso verso l'alto. Quasi 100 miliardi di euro dal bilancio UE sono stati stanziati per un totale di 118 programmi di sviluppo rurale nel periodo 2014-2020.
La politica di sviluppo rurale è anche sede di LEADER, un approccio bottom-up per lo sviluppo locale che è un mezzo per l'innovazione sociale e per la creazione di capacità, che consente ai cittadini rurali di assumersi la propria responsabilità nello sviluppo e nella realizzazione di strategie e progetti. Nel periodo 2014-2020 il metodo LEADER è stato esteso in ambito e ad altri fondi e politiche per sostenere lo sviluppo locale del territorio (CLLD).
Un nuovo elemento nella politica di sviluppo rurale è il partenariato europeo per l'innovazione per l'agricoltura (EIP-AGRI) che è stato progettato per accelerare l'innovazione sul terreno. Attraverso attività di networking e progetti, l'EIP-AGRI sostiene lo sviluppo e la diffusione di nuove conoscenze, pratiche, processi e tecnologie nelle catene di valore agroalimentare e forestale.
La rete europea per lo sviluppo rurale è una rete a livello comunitario che riunisce gli attori di sviluppo rurale (autorità di gestione, parti interessate, ricercatori, consulenti, imprese, autorità locali, GAL, ecc.) Al fine di migliorare la qualità dei programmi di sviluppo rurale e rafforzare la partecipazione . Un certo numero di flussi di lavoro nell'ambito dell'ENRD si riferiscono a villaggi intelligenti.
Politica di coesione dell'UE
La politica di coesione per la crescita e l'occupazione è attuata in tutto il territorio dell'UE, sia nelle aree urbane che rurali, con un bilancio di 352 miliardi di euro nel periodo 2014-2020.
Il sostegno finanziario del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo di coesione (CF) è incentrato sulla ricerca e l'innovazione, sulle TIC, sulla competitività delle PMI e sulla bassa economia del carbonio. Questi Fondi forniscono anche importanti investimenti nei settori dell'ambiente, dell'azione climatica, dei trasporti, della riduzione della povertà e della capacità amministrativa. Esiste una stretta collaborazione con il Fondo sociale europeo.
La politica di coesione è attuata attraverso programmi a livello nazionale, regionale e locale, basati su un'analisi approfondita delle esigenze tematiche e territoriali e utilizzando un approccio integrato. Strumenti e strumenti specifici quali strategie di specializzazione intelligenti, investimenti territoriali integrati (ITI) e sviluppo locale locale (CLLD) permettono di orientare ulteriormente le risorse del programma alle esigenze territoriali e combinare il supporto di diverse fonti e fondi. I programmi e gli strumenti della politica di coesione potrebbero favorire i villaggi intelligenti.
Esistono importanti opportunità di investimento per promuovere i legami urbano-rurali. Circa 15 miliardi di euro sono gestiti direttamente da circa 700 autorità urbane nel quadro di "Sviluppo Urbano Sostenibile", anche tenuto conto dei collegamenti urbano-rurali. Circa il 10% riguarda le entità con meno di 20.000 abitanti. Pertanto le piccole città ei villaggi svolgono un ruolo importante nel sostegno del FESR per lo sviluppo urbano sostenibile. 20 Stati membri stanno utilizzando lo strumento ITI a varie scale territoriali (quartiere, urbano, metropolitano, subregionale o regionale). 18 Stati membri applicano il CLLD, targeting diversi tipi di territori (rurali / urbani).
Il gran numero di piccole città coinvolte nell'attuazione del FESR genera la necessità di investire nella creazione di capacità amministrative e nello scambio di conoscenze. La rete di sviluppo urbano è costituita soprattutto per questo. Per le città vengono organizzati eventi a livello nazionale, nazionale e tematico, con argomenti quali lo sviluppo di strategie urbane integrate.
Orizzonte 2020 - l'ottavo programma quadro dell'UE per la ricerca e l'innovazione
Il programma di lavoro 2016-2017 dell'8 ° programma quadro europeo per la ricerca e l'innovazione, Horizon 2020, comprende diversi elementi importanti per lo sviluppo di villaggi intelligenti. Sotto la Societal Challenge 2, una chiamata particolare su "renaissance rurale" è strettamente legata allo sviluppo della base di conoscenza per i villaggi intelligenti. Il programma di lavoro per il trasporto fornisce anche elementi per villaggi intelligenti.
Struttura europea di collegamento e reti transeuropee per i trasporti
I fondi del Fondo europeo per il collegamento (CEF) mirano agli investimenti in infrastrutture a livello europeo. Sostiene lo sviluppo di reti transeuropee ad alto rendimento, sostenibili ed efficienti, in materia di trasporti, energia e servizi digitali. Gli investimenti di CEF riempiono i collegamenti mancanti nell'energia, nel trasporto e nella spina dorsale digitale dell'Europa.


sabato 15 aprile 2017

A Nino Sutera il riconoscimento di Accademico dell’ Accademia di Sicilia.

NucciaTornatore
L’abbiamo incontrato, per una breve intervista.
  Nino  Sutera,   Diploma di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie, Funzionario Direttivo della Regione Siciliana, Divulgatore Agricolo, responsabile dell'Osservatorio Neorurale,  “Formatore Consulente” del Formez,  Componente del Gruppo di lavoro  del MIPAF, Referente della rete interregionale sulla ricerca e servizi allo sviluppo, Iscritto all’Albo regionale dei Formatori interni presso il Dipartimento della Funzione Pubblica della Regione Sicilia ,Consulente Formatore del PAN fitofarmaci,  Ideologo dei Borghi GeniusLoci De.Co.  e del Percorso informativo di sviluppo locale “Un Villaggio di idee” Coordinatore  del  G.I.T (Gruppi d’interesse territoriale del MIUR)   Ideologo della Libera Università Rurale, componente della  task force nazionale per le De.Co. autore di diverse pubblicazioni e relatore a tanti eventi divulgativi, blogger, Coordinatore per l'Italia del Parlamento Rurale Europeo,  infine coordinatore editoriale di Terrà Multimediale dell'Assessorato Agricoltura. 
 
Bel curriculum?
Così dicono gli addetti ai lavori 

Allora Dr Sutera  o  Nino come preferisce?

 Nino, chiaramente.

Tra le  competenze, riconosciute da più parti, le politiche   sulla  NeoRuralità, di cosa si tratta?

NeoRurale  è    un modo per descrivere, chi torna alla terra fondendo tradizione ed innovazione. Chi vede nella NeoRuralità una concreta opportunità per se stessi, le proprie famiglie e le comunità locali, un processo culturale condiviso  di valenza diffusa.

Il modello di sviluppo seguito da Neorurale è frutto di una profonda innovazione culturale nelle zone rurali. Un cambiamento di prospettiva che non prevede lo sviluppo di nuove tecnologie, ma utilizza in modo creativo quelle esistenti

Un Ente pubblico ha il diritto-dovere di osservare il fenomeno che già è una realtà in tutt'europa.

Ecco allora che  neorualità e  neoagricoltura contadina  stanno introducendo ‘nuovi/antichi codici’ di produzione di qualità locale e ambientale in rapporto a nuove forme sociali di scambio diretto con l’autorganizzazione del consumo.

 Lei è anche l’ideologo del percorso Borghi Genius Loci De.Co. un percorso culturale che molti Amministratori lungimiranti hanno adottato, Di  cosa si tratta?

Borghi GeniusLoci De.Co è un percorso culturale, che mira  al recupero delle nostre tradizioni e alla valorizzazione delle   produzioni tipiche.

  Al francese “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all’improvviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio.

Un percorso consolidato anche da riconoscimenti esterni?

 Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dell’AIF · XXVI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori di Palermo. EXPO2015 MILANO

Che sapore ha essere insignito del riconoscimento di Accademico?

 La cerimonia di investitura è stata molto emozionante, poi ricevere il riconoscimento insieme a Massimiliano Tripoli - Chirurgo Plastico,  Giuseppe Barcellona - scrittore e storico  Giornalista; Grazia Locascio - Dirigente  del Centro Emodialitico; Alberto Maniaci, Direttore d’orchestra, compositore e pianista, non capita a tutti,  ne tutti i giorni.

 

Ma Lei non si sente un Funzionario pubblico un po’ atipico?

Dipende dai Funzionari che Lei conosce.

In che senso?

Nel senso che nelle professioni come nella vita,  c’è chi sa essere  e sa fare,   chi guarda, chi in qualche misura fa quello che può, si rende utile,  e chi non sa ne fare, ne essere utile,  di questi proprio non se ne avverte la necessità, ma purtroppo ci sono.

Quale delle iniziative avviate Le ha dato maggiori soddisfazioni?

Ma, guardi non è che si può fare una classifica.

Si ma c’è ne sarà una che è stata migliore delle altre?

No,  guardi non funziona proprio così,non è una gara  tra migliori e peggiori.

Prendo spunto nelle mie attività e iniziative dall’aforisma di Thomas  Alva Edison  “il valore di un idea sta nel metterla in pratica”Partecipare da protagonista in uno spazio di del Claster BioMediterraneo di Expo 2015,  per ben tre volte, oppure all’Assemblea dei Sindaci dei Borghi De.Co., piuttosto al Session Poster del  Forum  PA, oppure a Palazzo Steri, o all'Orto Botanico,  piuttosto  in un’Aula Consiliare del Borgo più piccolo d'Italia,  ha la stessa identica valenza.

Anche se?

Cosa?

Si, in effetti un'attività  che mi ha dato tanta gratificazione c'è.

Ho partecipato insieme a 350 Colleghi a un percorso di riqualificazione, Progetto Demetra del Formez, struttura nazionale di governace, ecco sono stato uno dei pochi Funzionari, che dopo aver superato una prova selettiva,  ha completato il percorso 30 unità (il 90% erano Dirigenti).

Dal 2017 al 2020 ha diretto del Campo Carboj dell'ESA, ci parli in sintesi di questa esperienza

Sono stato nel team di progettazione della Direzione Generale guidato da Fabio Marino,inoltre da componente del tavolo tecnico nazionale sulle Misure 1 e 2,   ho avviato la manifestazione d’interesse per la costituzione di una long list con oltre 300 consulenti, propedeutica alla partecipazione del bando della Misura 2.1.1. Ho curato l’accreditamento come ente di formazione all’Assessorato al Lavoro, procedura non semplice per diversi ordini di motivi. Inoltre  in occasione del 60° anniversario della costituzione dell’Azienda Campo Carboj, nel 2018  è stata realizzata la prima bottiglia di olio prodotto in Azienda,   stilato un protocollo d’intesa con la LILT per la raccolta fondi a favore della ricerca oncologica, chiaramente iniziativa condivisa dal CdA e dal Direttore Generale, nel 2019 abbiamo ripetuto l’esperimento. Oppure abbiamo messo a coltura oltre 6 Ha di terreno prima incolto e abbandonato  e grazie agli sponsor e nel 2019 abbiamo  realizzato la prima semola di grano, e la prima  pasta con grano di tuminia prodotta in Azienda,  inoltre abbiamo realizzato le prime olive da mensa  in salamoia, solo per citare qualche esempio.

Blogger,   con oltre 5000 contatti al mese,  un risultato straordinario.  E’ sorpreso?

Non lo so se è un risultato straordinario, so che c’era un grande vuoto da colmare, e sinceramente non penso che  il blog da solo può colmare un deficit  di investimenti immateriali.

Veda, è  ormai certo che le aree d'Europa  che investono in risorse immateriali, sconoscono lo stato di crisi del settore agroalimentare. Di contro, le regioni che non credono che lo sviluppo dipenda dagli elementi dell'economia della conoscenza, ogni stagione è buona per chiedere lo stato di crisi. Non è un caso, ma la realtà dei fatti.   La frequenza di visitatori del blog forse indica, che c’è una grande richiesta di informazioni tematiche.

Ecco Lei ha ricevuto e consegnato tanti riconoscimenti, qual'è la differenza? se c'è una differenza.

Ne parliamo la prossima volta, se vuole, comunque non ho ricevuto tanti riconoscimenti,  ma qualcuno.

Grazie

Grazie a lei


 

giovedì 13 aprile 2017

Agricoltura 4.0

Iniziamo con quest'articolo il racconto di un progetto di ricerca, che inevitabilmente caratterizzerà l'agricoltura del futuro, o meglio quello che da più parti viene definita  Agricoltura 4.0



Nei prossimi anni l’agricoltura italiana dovrà affrontare sfide diverse tra le
quali l’incremento delle produzioni, l’adattamento delle piante ai
cambiamenti climatici, l’adozione di pratiche agricole rispettose
dell’ambiente.
La produttività delle colture dipende da fattori diversi quali l’adozione di
pratiche agronomiche (lavorazioni del terreno, irrigazioni, …), l’impiego di
sostanze chimiche (fertilizzanti, fitofarmaci, diserbanti …), la costituzione
genetica delle varietà coltivate
In un’ottica di sostenibilità dei sistemi produttivi, di riduzione della
disponibilità delle risorse naturali e quindi di necessaria oculatezza del
consumo delle stesse, di limitazione degli apporti di sostanze chimiche di
sintesi, i recenti avanzamenti tecnologici nel campo della bioinformatica e
della genomica rendono il miglioramento genetico delle piante agrarie lo
strumento potenzialmente più idoneo ad affrontare le sfide dei prossimi
anni.
Le varietà coltivate vengono sistematicamente rinnovate, attraverso
specifici programmi di breeding, per migliorare le loro caratteristiche
qualitative, la resa produttiva o la capacità di adattarsi all’ambiente e di
resistere alle malattie. Senza questo lavoro, condotto da sempre con
metodi diversi, oggi l’umanità non avrebbe cibo a sufficienza, si
userebbero molti più fitofarmaci e non ci sarebbero molti dei prodotti che
consumiamo (ad es. pomodori ciliegino, nuove varietà di mele, angurie
mono-porzione, frutti senza semi, ecc). In parallelo, il recupero delle
varietà antiche ed il mantenimento in produzione di varietà tradizionali (ad
es. nella vite), che costituiscono una preziosa fonte di biodiversità e di
particolari caratteristiche qualitative e di resistenza a stress, si avvalgono
sempre più delle moderne conoscenze genetiche per gli aspetti relativi alla
loro tutela, alla loro tracciabilità e alla loro valorizzazione.
L’Italia si trova in una situazione paradossale: possiede una grande
ricchezza di germoplasma di molte specie agrarie e dispone di conoscenze
approfondite sul loro patrimonio genetico (in alcuni casi dell’intero
genoma) ma dipende largamente dall’estero per i materiali di
moltiplicazione.
Nei prossimi anni il miglioramento genetico potrà trarre grande vantaggio
dall’avanzamento della ricerca genomica le cui conoscenze possono
rappresentare una grande opportunità per l’agricoltura nazionale in
termini di sviluppo di nuovi genotipi meglio rispondenti alle esigenze della
moderna agricoltura.
Il progetto si prefigge di dare nuovo impulso alla genetica agraria del
nostro Paese, investendo su nuove tecnologie di miglioramento genetico, il
genome editing e la ‘cisgenesi’, che, applicate alle specie più importanti
per il comparto agroalimentare nazionale, possono rappresentare
strumenti efficienti e rapidi per il raggiungimento di obiettivi mirati.
Nel corso del triennio, per alcune delle specie più importanti del sistema
agroalimentare italiano, verrà perseguita la produzione di piante più
resistenti alle avversità (malattie, siccità, salinità), di migliore qualità
(contenuto di antiossidanti e vitamine), anche attraverso la valorizzazione
di varietà tradizionali, con benefici per gli agricoltori, i consumatori e
l’ambiente.
Nel medio periodo la ricerca determinerà significative ricadute economiche
sul settore sementiero e vivaistico nazionale e sulle aziende agricole.

martedì 11 aprile 2017

Intervista a Fabio Marino Direttore Generale dell’Ente di Sviluppo Agricolo



Fabio Marino, Laurea in Scienze Politiche,  Dirigente della Regione Siciliana, un’attività curriculare molto vivace, guida da qualche mese un Ente che nel corso del tempo ciclicamente si prevede la soppressione.L'abbiamo incontrato per un'intervista.


Direttore, allora,  in Sicilia serve ancora un Ente come quello che Lei dirige?
Bella domanda, ma le dirò, la storia dell’Ente non va fatta leggendo i titoloni dei giornali, la realtà è molto diversa.
Qual è, c’è la racconti?
 Mi limito a raccontare l’altra storia, quella che di regola   non fa notizia.
L’Ente  come è noto agli addetti ai lavori, ha accompagnato lo sviluppo delle aree agricole fin dalla sua costituzione,  si è occupata dalla viabilità rurale, quasi in esclusiva,  all’ elettrificazione rurale, fin anche a progettare e costruire bacini imbriferi, che hanno consentito di innovare e sviluppare realtà agricole marginali,  come non ricordare  il ruolo strategico nella riforma agraria, a tante azioni informative, divulgative, formative e dimostrative  solo per citare qualche esempio.

Significa che ha esaurito tutto il suo ruolo?
Niente affatto. Veda l’Ente ha progettato e realizzato e gestisce una delle 26 biofabriche d’europa, in una regione che ha la  più alta superficie dei terreni agricoli in biologico, rappresenta uno strumento indispensabile per gli imprenditori agricoli, anche sotto l’aspetto degli obblighi  del PAN fitofarmaci. Vuole che le faccio un altro esempio? in una delle Aziende di proprietà dell’Ente, Azienda Sperimentale Campo Carboj di Menfi,  viene custodito una della più imponente raccolta di germoplasma di Olivo del mediterraneo, solo per citare qualche esempio, ma le attività e le iniziative di successo sono tante.
Chiaramente l’Ente và governato nei tempi in cui siamo.  La nuova mission e vision del piano strategico  mira a riappropriarsi di un nuovo ruolo   a favore del mondo  rurale della Sicilia, anche nell’ambito degli investimenti in termini di risorse materiali e  immateriali,  previste dal PSR 2014/2020 e non solo.
Per conto di alcuni comuni, in questa programmazione, per esempio  (quelli che ne hanno fatto richiesta, chiaramente, ma soprattutto per conto dei comuni che avevano strade da ripristinare) l’ente ha presentato un progetto collettivo a valere della misura 4.3.1 sulla viabilità, con il supporto tecnico e logistico, agronomi,  geologi, ect. dell’ente, e ci stiamo attrezzando anche per gli altri bandi, lavoriamo   sulla misura 8
L’Ente come può accompagnare lo sviluppo rurale, nei prossimi anni?
  La necessità di percorrere vie nuove e diverse (il recupero della biodiversità, l’agricoltura biologica, l’agricoltura sociale, la vendita diretta, lo sviluppo rurale multisettoriale, ecc.), unitamente alla constatazione che l’agricoltura produce anche beni pubblici (protezione del suolo, paesaggio, assorbimento CO2, habitat naturali) spinge a cercare anche nuovi modelli di divulgazione e di consulenza.  Ecco   negli ultimi tempi, vi è una riscoperta del ruolo pubblico nella divulgazione e consulenza.  La conoscenza agricola non è  un patrimonio dell’accademia o dei centri di ricerca, ma   il combinato di una miriade di detentori di conoscenze che interagiscono, il cosiddetto Sistema di Conoscenze e Innovazione Agricola. Le crisi dell’agricoltura convenzionale, gli effetti collaterali della rivoluzione verde, l’inquinamento, etc. hanno spinto a teorizzare e praticare forme partecipative di ricerca applicata (ovviamente non di base), in cui le conoscenze degli agricoltori sono valorizzate.   Il tutto rientra in una (la prima) delle 6 priorità del fondo europeo agricolo e di sviluppo rurale “promuovere il trasferimento di conoscenze e innovazioni” che coincide  con le finalità della L.R 73/77 che intravide la necessità di supportare la crescita agricola con  la divulgazione agricola, la sperimentazione, la costituzione di campi dimostrativi e l’attività di ricerca applicata individuando l’Ente tra gli altri,   per l’attuazione
Ma questo non è il passato?
No,  questo è la quotidianetà, con una prospettiva futura. 
Il principio della separatezza delle funzioni,(tra erogatore di finanziamenti e il sistema di consulenza) introdotto dalle recenti dispositivi di legge   (2016)  consegnano un ruolo all'Ente, come ente pubblico strumentale della Regione,  l’attuazione degli interventi in termini di investimenti immateriali..
Direttore, Lei durante l’intervista, non ha mai citato l’acronimo ESA perché?
Veda in Europa ormai da qualche anno, almeno, diciamo da Agenda 2000 in poi,  lo sviluppo agricolo è stato sostituito dallo sviluppo rurale,  noi abbiamo l’ambizione di adeguarci ai tempi in cui viviamo. Non è   una questione di terminologia,  ma di vision. Intendiamo avviare e realizzare un percorso inclusivo innovativo,  per il territorio nel suo insieme, che tenga conto della  neoruralità e delle nuove esigenze.
 Un’ultima domanda, a che punto è il censimento dei cespiti dell’Ente?
Siamo a buon punto, l’Ente è tra gli enti strumentali della Regione con il più alto numero di cespiti, che vanno valorizzati e resi produttivi, affidandoli anche a giovani.
Con quali risorse?
Intendiamo partecipare alle manifestazioni d’interesse e ai bandi   che  prevedano  iniziative di competenza dell’Ente, senza gravare sul bilancio regionale.


https://unirurale.blogspot.it/

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