martedì 11 aprile 2017

Intervista a Fabio Marino Direttore Generale dell’Ente di Sviluppo Agricolo



Fabio Marino, Laurea in Scienze Politiche,  Dirigente della Regione Siciliana, un’attività curriculare molto vivace, guida da qualche mese un Ente che nel corso del tempo ciclicamente si prevede la soppressione.L'abbiamo incontrato per un'intervista.


Direttore, allora,  in Sicilia serve ancora un Ente come quello che Lei dirige?
Bella domanda, ma le dirò, la storia dell’Ente non va fatta leggendo i titoloni dei giornali, la realtà è molto diversa.
Qual è, c’è la racconti?
 Mi limito a raccontare l’altra storia, quella che di regola   non fa notizia.
L’Ente  come è noto agli addetti ai lavori, ha accompagnato lo sviluppo delle aree agricole fin dalla sua costituzione,  si è occupata dalla viabilità rurale, quasi in esclusiva,  all’ elettrificazione rurale, fin anche a progettare e costruire bacini imbriferi, che hanno consentito di innovare e sviluppare realtà agricole marginali,  come non ricordare  il ruolo strategico nella riforma agraria, a tante azioni informative, divulgative, formative e dimostrative  solo per citare qualche esempio.

Significa che ha esaurito tutto il suo ruolo?
Niente affatto. Veda l’Ente ha progettato e realizzato e gestisce una delle 26 biofabriche d’europa, in una regione che ha la  più alta superficie dei terreni agricoli in biologico, rappresenta uno strumento indispensabile per gli imprenditori agricoli, anche sotto l’aspetto degli obblighi  del PAN fitofarmaci. Vuole che le faccio un altro esempio? in una delle Aziende di proprietà dell’Ente, Azienda Sperimentale Campo Carboj di Menfi,  viene custodito una della più imponente raccolta di germoplasma di Olivo del mediterraneo, solo per citare qualche esempio, ma le attività e le iniziative di successo sono tante.
Chiaramente l’Ente và governato nei tempi in cui siamo.  La nuova mission e vision del piano strategico  mira a riappropriarsi di un nuovo ruolo   a favore del mondo  rurale della Sicilia, anche nell’ambito degli investimenti in termini di risorse materiali e  immateriali,  previste dal PSR 2014/2020 e non solo.
Per conto di alcuni comuni, in questa programmazione, per esempio  (quelli che ne hanno fatto richiesta, chiaramente, ma soprattutto per conto dei comuni che avevano strade da ripristinare) l’ente ha presentato un progetto collettivo a valere della misura 4.3.1 sulla viabilità, con il supporto tecnico e logistico, agronomi,  geologi, ect. dell’ente, e ci stiamo attrezzando anche per gli altri bandi, lavoriamo   sulla misura 8
L’Ente come può accompagnare lo sviluppo rurale, nei prossimi anni?
  La necessità di percorrere vie nuove e diverse (il recupero della biodiversità, l’agricoltura biologica, l’agricoltura sociale, la vendita diretta, lo sviluppo rurale multisettoriale, ecc.), unitamente alla constatazione che l’agricoltura produce anche beni pubblici (protezione del suolo, paesaggio, assorbimento CO2, habitat naturali) spinge a cercare anche nuovi modelli di divulgazione e di consulenza.  Ecco   negli ultimi tempi, vi è una riscoperta del ruolo pubblico nella divulgazione e consulenza.  La conoscenza agricola non è  un patrimonio dell’accademia o dei centri di ricerca, ma   il combinato di una miriade di detentori di conoscenze che interagiscono, il cosiddetto Sistema di Conoscenze e Innovazione Agricola. Le crisi dell’agricoltura convenzionale, gli effetti collaterali della rivoluzione verde, l’inquinamento, etc. hanno spinto a teorizzare e praticare forme partecipative di ricerca applicata (ovviamente non di base), in cui le conoscenze degli agricoltori sono valorizzate.   Il tutto rientra in una (la prima) delle 6 priorità del fondo europeo agricolo e di sviluppo rurale “promuovere il trasferimento di conoscenze e innovazioni” che coincide  con le finalità della L.R 73/77 che intravide la necessità di supportare la crescita agricola con  la divulgazione agricola, la sperimentazione, la costituzione di campi dimostrativi e l’attività di ricerca applicata individuando l’Ente tra gli altri,   per l’attuazione
Ma questo non è il passato?
No,  questo è la quotidianetà, con una prospettiva futura. 
Il principio della separatezza delle funzioni,(tra erogatore di finanziamenti e il sistema di consulenza) introdotto dalle recenti dispositivi di legge   (2016)  consegnano un ruolo all'Ente, come ente pubblico strumentale della Regione,  l’attuazione degli interventi in termini di investimenti immateriali..
Direttore, Lei durante l’intervista, non ha mai citato l’acronimo ESA perché?
Veda in Europa ormai da qualche anno, almeno, diciamo da Agenda 2000 in poi,  lo sviluppo agricolo è stato sostituito dallo sviluppo rurale,  noi abbiamo l’ambizione di adeguarci ai tempi in cui viviamo. Non è   una questione di terminologia,  ma di vision. Intendiamo avviare e realizzare un percorso inclusivo innovativo,  per il territorio nel suo insieme, che tenga conto della  neoruralità e delle nuove esigenze.
 Un’ultima domanda, a che punto è il censimento dei cespiti dell’Ente?
Siamo a buon punto, l’Ente è tra gli enti strumentali della Regione con il più alto numero di cespiti, che vanno valorizzati e resi produttivi, affidandoli anche a giovani.
Con quali risorse?
Intendiamo partecipare alle manifestazioni d’interesse e ai bandi   che  prevedano  iniziative di competenza dell’Ente, senza gravare sul bilancio regionale.


https://unirurale.blogspot.it/

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