mercoledì 11 giugno 2014
martedì 27 maggio 2014
SorRiso Siculo Parte II Una festa 100% siciliana
Durante la
manifestazione Consegna dei riconoscimenti “Custode dell’Identità Territoriale”
del percorso GeniusLoci De.Co.
La festa del cibo
buono, in omaggio al riso siculo, quello realizzato con i prodotti provenienti
dalla nostra terra, alcuni dei quali sono stati offerti da
importanti produttori siciliani, i formaggi l'olio
e i preparati, le confetture, le
marmellate, i legumi e il riso ospite d’onore prodotto dell'Azienda Agrirape di
Leonforte.
12 chef, oltre 3000
finger, centinaia di litri di vino e di birra artigianale, oltre 250
partecipanti, questi i risultati di SorRiso Siculo, la festa 100% "Made in
Sicilia" dove il protagonista principale è stato il riso siciliano,
proveniente da Leonforte, a cui 12 chef giunti da tutta la Sicilia hanno reso omaggio
con le loro ricette abbinate ai vini di 9 cantine siciliane che ne hanno
esaltato il gusto, serviti da 11 sommelier della Fisar Catania.
Il Riso con le mandorle gambero di Nassa di Marco Baglieri abbinato al Moscato Planeta.
Il Riso e pomodoro di Peppe Bonsignore accompagnato dal Grillo Tasca d'Almerita.
Il Cappuccino di riso di Peppe Causarano abbinato al Nero d'Avola Gulfi.
Sud Oriente di Dario Di Liberto servito con l'Etna bianco doc Monte Gorna.
Il Riso alla
marinara... di Carmelo Floridia degustato con il Pietramarina Benanti.
Il Panino di riso di Ricky Licandro accompagnato dalla Birra Tarì.
La Pappa di riso alla norma di Ciro Pepe servito con il Cerasulo Planeta.
L'Arancino al Nero d'Avola di Paolo Piccione abbinato al Sinà di Vini La favola.
L'Insalata di riso alla catanese di Giancarlo Salerno accompagnata dal Grillo Giasira.
Il Tortino di riso di Massimo Schininà servito con il Moscato Vini La favola
L'Arancino ricotta e piacentino ennese di Rosario Umbriaco abbinato a Nutaru Avide.
Il Panino di riso di Ricky Licandro accompagnato dalla Birra Tarì.
La Pappa di riso alla norma di Ciro Pepe servito con il Cerasulo Planeta.
L'Arancino al Nero d'Avola di Paolo Piccione abbinato al Sinà di Vini La favola.
L'Insalata di riso alla catanese di Giancarlo Salerno accompagnata dal Grillo Giasira.
Il Tortino di riso di Massimo Schininà servito con il Moscato Vini La favola
L'Arancino ricotta e piacentino ennese di Rosario Umbriaco abbinato a Nutaru Avide.
Oltre ai vini in
abbinamento i presenti hanno potuto degustare i vini della Cantina Terre di
Giurfo e le altre etichette della Cantina Giasira.
Da quest’anno l’evento si impreziosisce di un ulteriore tassello, la consegna dei
riconoscimenti “Custode
dell’Identità Territoriale” del percorso GeniusLoci De.Co.
Il percorso elaborato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor
Onlus, è stato inserito tra gli esempi virtuosi del – Forum Italiano dei
Movimenti per la terra e il paesaggio e presentato al Poster Session del Forum
Pa che si è svolto presso il Palazzo dei
congressi di Roma
Nel legame tra l’alimentazione e l’identità, afferma Nino Sutera,
il cibo costituisce un’importante cartina al tornasole dei valori, delle
tradizioni, dei riti. Il format GeniusLoci De.Co. elaborato della Lurss.Onlus è
composto da 10-12 steps tra i quali “Custodi dell’identità
territoriale” i quali sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale,
comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza
crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel
prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari. Il nostro
obiettivo è accompagnare la valorizzazione dei simboli della nostra terra, il
profumo del nostro mare, uniti alle bellezze ambientali. In questo
percorso, chef, gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco,
intenditori e appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a
divenire Custodi dell’Identità Territoriale.
Un evento, realizzato
con la collaborazione di tanti validi elementi, dove, oltre al riso, grande
risalto ha avuto la Sicilia
in tutto il suo splendore, a dimostrazione che l'unione porta sempre ottimi
risultati, come quelli ottenuti da SorRiso Siculo Parte II. La terza festa del
riso siciliano potrebbe svolgersi a Leonforte, proprio dove cresce il riso
siciliano...
lunedì 26 maggio 2014
120 ricette "Senza Glutine"
ninosutera
Tra gli eventi
collaterali di SorRisoSiculo di Modica l'esperienza diretta con la celiachia di Elena
Gambuzza, l'autrice del libro Senza Glutine 120 ricette di impasti naturali
per tutta la famiglia edito
da Blu Edizioni.
Ho avuto modo di
incontrare l’Autrice, che voglio ringraziare anche per la dedica nel libro.
Che accade in una famiglia quando il medico annuncia che Flavio,
tre anni, è celiaco? Ce lo racconta la mamma, Elena Gambuzza, siciliana di
Vittoria (Ragusa) nel libro "Senza glutine", 120 ricette di impasti
naturali per tutta la famiglia. Già nel temine impasti scatta l'interesse per
questo testo, perchè è proprio la farina di grano - vietata ai celiaci per il
suo contenuto in glutine - a regalare elastici e soffici impasti per
pane, pizza e pasta, alla base della nostra buona cucina mediterranea e
siciliana.
La celiachia non è una patologia in espansione, nonostante i tre milioni e mezzo di italiani che ne soffrono, ma sono aumentate le diagnosi e spesso un celiaco non sa di esserlo, attribuendo ad altre cause gli inevitabili malesseri. Esistono in commercio pane, pasta, biscotti,crakers e grissini, fette biscottate e dolci gluten free ma nonostante la complessa lavorazione l'aspetto e la consintenza non sono molto attrattivi.
Difficile poi accontentare un bambino di tre anni e per non farlo sentire un diverso sia a scuola che in famiglia. Una dieta rigorosa inoltre non esclude il rischio di contaminazione da glutine, specialmente fuori casa, perchè alcuni cereali sono presenti in molti prodotti alimentari, usati nei processi di lavorazione per addensare sughi e creme, per accelerare la stagionatura dei salumi o vengono inseriti in alcuni farmaci come additivi.
Elena Gambuzza ha cominciato così il suo percorso gastronomico gluten free, testato ogni giorno sui gusti e i suggerimenti di Flavio. Il suo libro, appena presentato a Roma alla X Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, contiene 120 ricette, tutte facilmente realizzabili partendo da farine naturali senza glutine, riso, mais, grano saraceno, ceci, mandorle, maizena e fecola di patate in sostituzione di quella di frumento.Ne risultano piatti equilibrati, in linea con la tradizione mediterranea, con ingredienti gustosi e sani, graditi a tutti, meno trattati di quelli per celiaci disponibili in farmacia e nei supermercati. Studiando consistenze e impasti, ha approntato un ricettario che consente alla sua famiglia di mangiare le stesse cose destinate a Flavio senza per questo rinunciare al sapore, né ai piatti base della cucina italiana: pane, pasta, pizza, torte dolci e salate, stuzzichini, salse dimostrandoci che tutto è possibile.
Le sue ricette spaziano dagli antipasti ai dolci, senza tralasciare specialità tipiche siciliane come gli arancini e il cuscus. Le semplici istruzioni sulle farine da usare e sulle varianti creative da sperimentare vengono in aiuto a tutti i genitori di bambini celiaci, adeguando l'alimentazione familiare senza perdere il piacere del buon cibo. I consigli non si limitano alla preparazione dei piatti, ma ne raccontano origini e tradizioni.
C'è anche l'attenzione ai rischi della contaminazione ambientale: mai porre il pane gluten free nel cestino di quello normale o mangiare pizza preparata dove viene impastata quella di farina di grano. Permesso anche il classico pizza e birra, con la nuova ottima bionda senza glutine in commercio. La ricetta per un'ottima scaccia (focaccia) ragusana?100 g di farina di riso, 180 g di acqua, 2 cucchiai di
olio di semi (preferibilmente di arachidi),5 g di lievito di birra,un cucchiaino di
sale,la punta di un cucchiaino di zucchero.
«Le scacce - scrive Gambuzza - sono la pietanza tipica della mia città. Per noi sono sinonimo di famiglia: nelle belle giornate primaverili ci si riunisce nelle campagne con i forni a legna e si fa tutti insieme scacce e pane. Noi abbiamo l'abitudine di andare in campagna dai miei cognati, che hanno un grande forno a legna che viene arso dagli uomini della famiglia. Le donne e i bambini impastano il pane e le focacce, così anche Flavio ed io creiamo il nostro impasto e inforniamo la nostra focaccia senza glutine».
La celiachia non è una patologia in espansione, nonostante i tre milioni e mezzo di italiani che ne soffrono, ma sono aumentate le diagnosi e spesso un celiaco non sa di esserlo, attribuendo ad altre cause gli inevitabili malesseri. Esistono in commercio pane, pasta, biscotti,crakers e grissini, fette biscottate e dolci gluten free ma nonostante la complessa lavorazione l'aspetto e la consintenza non sono molto attrattivi.
Difficile poi accontentare un bambino di tre anni e per non farlo sentire un diverso sia a scuola che in famiglia. Una dieta rigorosa inoltre non esclude il rischio di contaminazione da glutine, specialmente fuori casa, perchè alcuni cereali sono presenti in molti prodotti alimentari, usati nei processi di lavorazione per addensare sughi e creme, per accelerare la stagionatura dei salumi o vengono inseriti in alcuni farmaci come additivi.
Elena Gambuzza ha cominciato così il suo percorso gastronomico gluten free, testato ogni giorno sui gusti e i suggerimenti di Flavio. Il suo libro, appena presentato a Roma alla X Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, contiene 120 ricette, tutte facilmente realizzabili partendo da farine naturali senza glutine, riso, mais, grano saraceno, ceci, mandorle, maizena e fecola di patate in sostituzione di quella di frumento.Ne risultano piatti equilibrati, in linea con la tradizione mediterranea, con ingredienti gustosi e sani, graditi a tutti, meno trattati di quelli per celiaci disponibili in farmacia e nei supermercati. Studiando consistenze e impasti, ha approntato un ricettario che consente alla sua famiglia di mangiare le stesse cose destinate a Flavio senza per questo rinunciare al sapore, né ai piatti base della cucina italiana: pane, pasta, pizza, torte dolci e salate, stuzzichini, salse dimostrandoci che tutto è possibile.
Le sue ricette spaziano dagli antipasti ai dolci, senza tralasciare specialità tipiche siciliane come gli arancini e il cuscus. Le semplici istruzioni sulle farine da usare e sulle varianti creative da sperimentare vengono in aiuto a tutti i genitori di bambini celiaci, adeguando l'alimentazione familiare senza perdere il piacere del buon cibo. I consigli non si limitano alla preparazione dei piatti, ma ne raccontano origini e tradizioni.
C'è anche l'attenzione ai rischi della contaminazione ambientale: mai porre il pane gluten free nel cestino di quello normale o mangiare pizza preparata dove viene impastata quella di farina di grano. Permesso anche il classico pizza e birra, con la nuova ottima bionda senza glutine in commercio. La ricetta per un'ottima scaccia (focaccia) ragusana?
«Le scacce - scrive Gambuzza - sono la pietanza tipica della mia città. Per noi sono sinonimo di famiglia: nelle belle giornate primaverili ci si riunisce nelle campagne con i forni a legna e si fa tutti insieme scacce e pane. Noi abbiamo l'abitudine di andare in campagna dai miei cognati, che hanno un grande forno a legna che viene arso dagli uomini della famiglia. Le donne e i bambini impastano il pane e le focacce, così anche Flavio ed io creiamo il nostro impasto e inforniamo la nostra focaccia senza glutine».
martedì 13 maggio 2014
SorRisoSiculo, per la valorizzazione dell'identità dei territori
Dopo il successo della prima festa dedicata al riso siciliano, riportato in Sicilia, dopo più di 100 anni di assenza, grazie al desiderio dello chef modicano Carmelo Floridia di realizzare un arancino con ingredienti tutti siciliani e alla determinazione del giovane agronomo leonfortese Angelo Manna, dell'azienda Agrirape, di sperimentare nuove colture, Venerdì 23 maggio, nella splendida cornice di Casa CioMod a Modica, in provincia di Ragusa, torna SorRiso Siculo Parte II.
Una vera e propria festa, dove l'unico protagonista sarà il riso, preparato in maniera originale da tredici grandi chef, provenienti da tutta la Sicilia, che mostreranno, illustreranno e offriranno le loro preparazioni in Finger Food agli ospiti.
Stefano Alfano, chef di Casa CioMod di Modica.
Marco Baglieri, chef del ristorante Crocifisso di Noto.
Giuseppe Bonsignore, chef dell'Oste e il Sacrestano di Licata (Ag).
Onofrio Brucculeri, fino al novembre scorso Executive chef all'Hotel Imperiale di Taormina e al momento freelance.
Stefano Alfano, chef di Casa CioMod di Modica.
Marco Baglieri, chef del ristorante Crocifisso di Noto.
Giuseppe Bonsignore, chef dell'Oste e il Sacrestano di Licata (Ag).
Onofrio Brucculeri, fino al novembre scorso Executive chef all'Hotel Imperiale di Taormina e al momento freelance.
Giuseppe Causarano, chef della Locanda Gulfi di Chiaramonte Gulfi (Rg).
Dario Di Liberto, chef del Ristorante Il Tocco di Ragusa.
Carmelo Floridia, chef consulente dell'Azienda Lainox e con un progetto in cantiere...
Ricky Licandro, chef della bottega sicula Fud di Catania.
Ciro Pepe, chef del Ristorante La Veranda di Misilmeri (Pa).
Giancarlo Salerno, chef de Il Sale Art Cafè di Catania
Ninni Radicini, chef del Ristorante Fattorie delle Torri di Modica (Rg).
Massimo Schininà, chef del Ristorante Le Magnolie di Modica (Rg).
Rosario Umbriaco, chef della rosticceria Europa di Enna.
Dario Di Liberto, chef del Ristorante Il Tocco di Ragusa.
Carmelo Floridia, chef consulente dell'Azienda Lainox e con un progetto in cantiere...
Ricky Licandro, chef della bottega sicula Fud di Catania.
Ciro Pepe, chef del Ristorante La Veranda di Misilmeri (Pa).
Giancarlo Salerno, chef de Il Sale Art Cafè di Catania
Ninni Radicini, chef del Ristorante Fattorie delle Torri di Modica (Rg).
Massimo Schininà, chef del Ristorante Le Magnolie di Modica (Rg).
Rosario Umbriaco, chef della rosticceria Europa di Enna.
Abbinati alle preparazioni degli chef i vini di numerose cantine siciliane e le birre artigianali Tarì che gli ospiti potranno degustare.
Non mancheranno i prodotti legati al territorio siciliano, infatti, parteciperanno alla serata numerosi produttori che esporranno e faranno degustare le loro delizie.
Non mancheranno i prodotti legati al territorio siciliano, infatti, parteciperanno alla serata numerosi produttori che esporranno e faranno degustare le loro delizie.
Sarà riproposta l'"Arancino Maraton", grandi quantità di arancini preparati al momento da friggere e far degustare, che vedrà coinvolte le mogli, le fidanzate e le compagne degli chef.
Numerosi gli ospiti della serata, gli stellati siciliani e tanti altri addetti ai lavori, tra cui famosi giornalisti del settore enogastronomico.
Numerosi gli ospiti della serata, gli stellati siciliani e tanti altri addetti ai lavori, tra cui famosi giornalisti del settore enogastronomico.
Si parlerà anche di celiachia con l'autrice del libro Senza Glutine, Elena Gambuzza.
Durante la serata i tredici chef riceveranno il riconoscimento di "Custodi dell'identità territoriale" da Nino Sutera, Direttore della LURSS (libera università dei saperi e dei sapori) Onlus e promotore delle De.Co.
Sarà premiato l'alunno vincitore del concorso indetto dall'Istituto Alberghiero di Modica per gli alunni degli Istituti Professionali, coinvolti nel progetto di promozione e divulgazione del riso siciliano.
Durante la serata i tredici chef riceveranno il riconoscimento di "Custodi dell'identità territoriale" da Nino Sutera, Direttore della LURSS (libera università dei saperi e dei sapori) Onlus e promotore delle De.Co.
Sarà premiato l'alunno vincitore del concorso indetto dall'Istituto Alberghiero di Modica per gli alunni degli Istituti Professionali, coinvolti nel progetto di promozione e divulgazione del riso siciliano.
Le telecamere di Video Regione riprenderanno l'evento, che darà lustro a questo alimento esclusivo e dove non mancheranno sorprese. Si raccomanda pertanto di non perderlo.
L'evento sarà patrocinato dal Consorzio turistico di Modica, l'unica realtà presente in Italia, dove strutture private come alberghi, B&B, ristoranti, cooperative, associazioni culturali, guide turistiche ecc. si sono riunite per valorizzare e promuovere il territorio.
Il consorzio ha preso in grande considerazione l'evento perché come lo stesso vice presidente, dott. Paolo Failla, ha affermato: "Quando ci sono iniziative che coinvolgono le nostre identità, soprattutto di carattere gastronomico, non possiamo trascurarle".
Il consorzio ha preso in grande considerazione l'evento perché come lo stesso vice presidente, dott. Paolo Failla, ha affermato: "Quando ci sono iniziative che coinvolgono le nostre identità, soprattutto di carattere gastronomico, non possiamo trascurarle".
È consigliato prenotare i posti in anticipo perché il numero è limitato.
Per info e prenotazioni sorrisosiculo2@gmail.com
Per info e prenotazioni sorrisosiculo2@gmail.com
Breve storia del riso siciliano
In passato il riso in Sicilia era una pianta molto diffusa, soprattutto nella piana di Catania e nella zona di Ribera (Ag). Si sa per certo che il riso è stato introdotto in Europa dagli Arabi passando proprio dalla Sicilia, che fu la primissima zona d'Europa dove fu introdotta la coltivazione del riso e dove conobbe un lungo periodo di prosperità. D'altro canto le zone paludose della Sicilia (come la piana di Catania), fornivano delle condizioni ambientali ottimali allo sviluppo di questa coltivazione. Inoltre il riso è sempre stato un ingrediente principale di molte ricette e piatti tradizionali: arancini, timballo, sartù, crispelle, ecc.
In passato il riso in Sicilia era una pianta molto diffusa, soprattutto nella piana di Catania e nella zona di Ribera (Ag). Si sa per certo che il riso è stato introdotto in Europa dagli Arabi passando proprio dalla Sicilia, che fu la primissima zona d'Europa dove fu introdotta la coltivazione del riso e dove conobbe un lungo periodo di prosperità. D'altro canto le zone paludose della Sicilia (come la piana di Catania), fornivano delle condizioni ambientali ottimali allo sviluppo di questa coltivazione. Inoltre il riso è sempre stato un ingrediente principale di molte ricette e piatti tradizionali: arancini, timballo, sartù, crispelle, ecc.
Da lì i Manna hanno iniziato a fare diverse ricerche, a parlare con anziani che hanno ancora dei ricordi di queste coltivazioni, a consultare documenti storici appartenenti a casate nobiliari siciliane e hanno verificato che, in effetti, quella del riso è stata davvero una coltura molto diffusa in Sicilia, almeno fino agli anni '30, abbandonata probabilmente a causa di due eventi particolari: l'unità d'Italia: infatti, in seguito alla riunificazione dello Stato Italiano, probabilmente furono promosse delle iniziative legislative volte a disincentivare le coltivazioni di riso siciliano, a favore delle produzioni del Nord Italia (piemontesi in primis), alle quali ovviamente il riso siciliano faceva "concorrenza";
e l'intervento fascista noto come "la bonifica integrale", che promosse iniziative di bonifica in diverse parti d'Italia (agro pontino, tavoliere delle Puglie e appunto zone paludose della Sicilia), che pose fine alla presenza di quelle paludi e acquitrini presenti in Sicilia, che comportavano diversi problemi di tipo ambientale e sanitario, ma che costituivano un ambiente ideale per la coltivazione del riso.
All'inizio del 2010 la conoscenza con lo chef Carmelo Floridia, ai tempi chef della "Locanda Gulfi" di Chiaramonte Gulfi (Rg), il quale vantava le qualità del riso come alimento e come ingrediente gastronomico e si auspicava che ci fosse in futuro la possibilità di utilizzare, nella sua cucina, riso siciliano.
Nel mese di Giugno 2010 è stato realizzato un piccolissimo campo sperimentale, in collaborazione con la facoltà di Scienze agrarie dell'Università di Catania e nel frattempo sono state effettuate ricerche sulle antiche varietà coltivate in Sicilia. Ma trattandosi di una pianta annuale che non viene più coltivata da diversi decenni, non è stato trovato nulla.
Il 31 maggio 2011 è stato seminato un campo un po' più grande (di circa 2200 mq), che ha prodotto i primi sette quintali di riso qualità arborio.
Oggi la produzione è in crescente aumento e oltre alla qualità arborio viene prodotto anche il riso carnaroli.
Il 31 maggio 2011 è stato seminato un campo un po' più grande (di circa 2200 mq), che ha prodotto i primi sette quintali di riso qualità arborio.
Oggi la produzione è in crescente aumento e oltre alla qualità arborio viene prodotto anche il riso carnaroli.
sabato 10 maggio 2014
cultura, gastronomia e valore identitario dei territori
Aneddoti e ricette da assaporare,
in un libro di Dario Flaccovio editore presentato a Castelvetrano presso l'Istituto Alberghiero
Daniela Vena
Che cos’hanno in comune una poltrona, un gelo di mellone, Maria Carolina regina di Napoli, un vecchio calepino e l’amore per la cucina? Sono alcuni degli elementi portanti di una raccolta di racconti e ricette, scritta a quattro mani da Licia Cardillo Di Prima ed Elvira Romeo, in cui arte culinaria e narrativa si fondono. Il filo conduttore è la sicilianità, espressa tanto nelle storie quanto nelle ricette, ricche di memorie, profumi e suggestioni.
Licia Cardillo Di Prima, proprietaria della Cantina Di Prima, vive a Sambuca di Sicilia. Vincitrice di svariati premi tra cui “Erice”, “Parnaso” e “De Jacobis”, ha anche collaborato con laRepubblica di Palermo e con Il Mediterraneo. Vanta altre pubblicazioni, tra le più importanti: Lapelle di cristallo (Rubbettino) ed Eufrosina (Dario Flaccovio editore).
Elvira Romeo invece vive a Marsala dove, sposata e con figli, svolge l’attività di avvocato. Dalla sua passione per le ricette e la cucina deriva la collaborazione con la rivista La voce di Sambuca.
La nobiltà di una poltrona
Il primo racconto de La poltrona di Maria Carolina e il gelo di mellone (Dario Flaccovio editore), ha per protagonista un barone e il suo palazzo cinquecentesco. Appartenente alla sua famiglia da tempo immemorabile, l’edificio è incastonato in un quartiere ormai popolato da numerosi extracomunitari verso i quali il barone nutre un profondo odio fino al punto da definire la sua residenza «infernale». Ogni mattina uscendo per strada li incontra, li sente parlare o gridare e il sangue gli bolle in corpo, tanto da desiderarne la sparizione totale e fulminea. Il suo orgoglio, insieme al prestigio di nobiltà, però, gli impediscono di cambiare ubicazione, poiché questo cambiamento testimonierebbe la sua debolezza e, peggio ancora, la sconfitta. Così, ad ogni occasione, il nobile non manca di lamentarsi con la moglie e con i condomini. Prima dell’affollamento degli stranieri la vita del barone scorreva lenta tra inviti e cene durante le quali mostrava il cimelio di famiglia: la poltrona di Maria Carolina, ereditata dalla zia Matilde. Proprio quest’ultima, cuoca provetta, aveva avuto l’onore di ospitare in una delle sue innumerevoli cene, re Ferdinando di Napoli e la regina Maria Carolina. Re Ferdinando, esperto cacciatore e grande estimatore di selvaggina, era stato conquistato dal ragù di cinghiale di zia Matilde, la quale, mentre gli svelava i segreti culinari, esprimeva anche la sua grande carica seduttiva. Intanto la regina si era accomodata su una poltrona che, in seguito, avrebbe preso il suo nome e sarebbe diventata lo stemma della famiglia. Nella convivialità della serata la regina fu ammaliata dalla bontà del gelo di mellone, che aveva gustato ad occhi chiusi e di cui aveva chiesto una seconda porzione. Nei momenti di rappresentanza o di sconforto il barone guardava la vecchia poltrona con riverenza e l’alone di una macchia, che il gelo di mellone scappato dalla bocca della regina aveva lasciato, gli permetteva di raccontare, per la milionesima volta, quella cena con dovizia di particolari ai suoi ospiti, ai quali, su quella poltrona, non sempre era concesso di sedersi. Oltre alla poltrona, zia Matilde aveva lasciato in eredità alle sole donne di casa un calepino pieno di ricette e segreti per conquistare gli uomini, chiuso da un lucchetto per volontà della stessa zia, perché i segreti venissero tramandati e mai perduti. Il calepino in questione era custodito dalla moglie del barone che lo seguiva e venerava al pari di un vangelo. Un giorno, il povero barone subì un furto, e tra le svariate ricchezze dovette rinunciare all’amata poltrona. Quell’evento tanto funesto e ingiusto gli fece scoprire una verità che sconvolse tutte le sue certezze…
Il terzo racconto ha come protagonisti il sindaco di Palermo, Don Mimì, due vicini di casa e il gallo Napoleone. Durante un giorno d’estate, uno di quelli in cui il sole è rovente, Don Mimì era seduto sulla poltrona di Maria Carolina che aveva comprato da un rigattiere. Come di consueto una pila di lettere copriva la sua scrivania, ne aprì una sventolandosi con la busta, ne lesse alcune righe e poi, come preso da un pesante torpore, chiuse gli occhi. Quella era un’abitudine più che consolidata, tanto che il suo usciere, Nardo, aveva l’ordine quotidiano di non far entrare nessuno nel suo gabinetto. Quel giorno però, la porta dell’ufficio si aprì involontariamente, e un assessore sorprese Don Mimì sonnecchiare. Entrando cominciò a ridere e il sindaco si svegliò di soprassalto. L’assessore lo informò che se avesse voluto mantenere la sua carica avrebbe dovuto leggere, con molta attenzione, la lettera su cui stava dormendo. Il mittente dell’esposto era il professor Pizzo, che si lamentava per il fastidio che Napoleone, il gallo del suo vicino, il dottor Rini, gli procurava. Per risolvere il caso Don Mimì convocò prima il dottor Rini e poi il professor Pizzo. Il racconto assume dei contorni comici e allo stesso tempo paradossali, culminando con l’ordinanza del sindaco, secondo cui Napoleone doveva morire.
Queste sono due delle sei storie che Licia Cardillo Di Prima racconta con uno stile ricco e completo, riuscendo ad esprimere quella bellezza, quella molteplicità di situazioni e quella veracità tipicamente meridionali. La seconda parte del testo invece è composta dalle ricette di Elvira Romeo in cui antipasti, primi, secondi e dolci stuzzicano l’acquolina del lettore.
Anche il più volte citato gelo di mellone trova il suo posto: ottenuto con il succo d’anguria, lo zucchero, l’amido, il cioccolato fondente, i pistacchi e il gelsomino, sembra racchiudere le tradizioni e la cultura siciliana, risultato di più di tredici dominazioni.
L’arte della cucina è un sistema variegato e complesso, una risorsa di grande valore che, tra le sue molteplici qualità, ha anche quella d’influenzare positivamente e in vari modi la quotidianità dell’intera umanità. Il testo, che si legge con facilità e piacere, presenta alla fine alcune pagine vuote dove poter appuntare le proprie ricette, rendendolo ancor più familiare.
Al termine la consegna di riconoscimenti Custode dell'Identità Territoriale del GeniusLoci De.Co. all'Avv Lidia Seidita, all'Avv. Elvira Romeo, alla Prof.ssa Licia Cardillo Di Prima e alla Prof.ssa Carolina Di liberto
con capita tutti i giorni di ricevere una doppia dedica
con capita tutti i giorni di ricevere una doppia dedica
Sagra delle Minni di Virgini De.Co. a Sambuca di Sicilia
Vi è grande attesa per sabato 17 Maggio
2014, alle ore 17, quando sarà inaugurata a Sambuca di Sicilia la quinta edizione
della Sagra delle Minni di Virgini. prodotto De.Co.
La Sagra delle Minni di Virgini di Sambuca
di Sicilia celebra un particolare dolce della tradizione siciliana che replica
la forma del seno con ripieno di crema di latte, scaglie di cioccolato e
zuccata, e ricoperto con glassa di zucchero. Attualmente le Minni di Virgini
vengono prodotte esclusivamente in alcune pasticcerie di Sambuca.
Il rinomato evento, organizzato dalla Pro
loco “L’Araba Fenicia”, in collaborazione con l’associazione Palio
dell’Udienza, viene inserito all’interno del cartellone degli eventi della festa
della patrona sambucese, Maria Santissima dell’Udienza, realizzati durante la
terza settimana di Maggio. La sagra delle Minni di virgini rappresenta, per
Sambuca, un importante evento in cui è possibile far conoscere ai visitatori,
oltre ai luoghi caratteristici del paese e la caratteristica festa patronale,
anche le squisite specialità enogastronomiche.
Spettacoli in piazza e per le vie della
città, manifestazioni musicali, cabaret di famosi comici faranno da contorno
agli stand in cui i migliori pasticceri del paese esporranno e faranno
degustare le loro “minne” migliori. Vi sarà anche il recital di poesie e
storie, tutte dedicate alla regina dell’evento, la Minna di Virgini, attraverso
cui si racconta della secolare storia di questo dolce, che ha inizio nel convento
del “Collegio di Maria” nel lontano 1725 a Sambuca quando, in occasione del
matrimonio dei marchesi Beccadelli, suor Virginia di Rocca Menna preparò per la
prima volta quello che in seguito sarebbe diventato il tradizionale dolce
sambucese.
Tutti i musei del centro storico saranno
aperti fino a tarda sera, con la possibilità di fare visite guidate per
Sambuca.
Durante la sagra vi sarà anche il momento
per un talk show alle ore 20.30, dal titolo “Identità, cultura e tradizione”,
condotto dalla giornalista Antonella Giovinco, a cui parteciperanno il Sindaco
di Sambuca di Sicilia Leonardo Ciaccio, Giuseppe Pasciuta dell’assessorato
regionale delle Risorse Agricole e Alimentari, Giuseppe Bivona della Libera
Università Rurale Saper Sapor, Rosa Trapani, che presenterà l’opuscolo “La
festa della Madonna dell’Udienza, tra storia, cultura e tradizione”, e Katia
Gulotta, che presenterà la creazione di un nuovo packaging per le Minne di
Virgini e Nino Sutera
Al termine del talk show, a cura della Libera Università Rurale Saper
& Sapor Onlus, saranno conferiti i riconoscimenti di “Custode dell’identità Territoriale”
a rappresentanti sambucesi che si sono messi in luce per aver valorizzato il
territorio e i suoi prodotti.
Non mancherà infine il tradizionale appuntamento con la Notte Europea
dei Musei 2014, a cui parteciperà anche quest’anno la città di Sambuca di
Sicilia.
”La sagra delle Minni di Virgini – spiega il
presidente della Pro loco, Calogero Guzzardo –rappresenta, per Sambuca, un
importante evento in cui è possibile far conoscere ai visitatori, oltre ai
luoghi caratteristici del paese, anche le squisite specialità enogastronomiche.
La Pro loco anche quest’anno, in collaborazione con il comitato per i
festeggiamenti della tradizionale festa della Madonna dell’Udienza, proporrà ai
visitatori uno speciale percorso, fatto di gusto, di tradizioni e di storia
millenaria. Siamo certi che anche quest’anno i visitatori in fila per la
degustazione delle minne di virgini saranno in molti”.
Per Nino Sutera la De.Co. (Denominazione Comunale),
pur non essendo un marchio, rappresenta un riconoscimento strettamente
collegato al territorio ed alla sua collettività. Sambuca di Sicilia già Zabut,
ha avviato questo percorso con l’intento di valorizzare dal punto di vista
culturale, turistico ed economico le eccellenze del suo giacimento
eco-eno-gastronomico. Si tratta di un sistema che vuole difendere la produzione
locale salvaguardandola della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare
prodotti e sapori.
“Non poteva di certo mancare – aggiunge il
dottor Antonino Ciancimino, Presidente pro-tempore dell’associazione Palio dell’Udienza, ente organizzatore della
festa della Madonna - la Sagra delle Minni di Virgini nel contesto della festa
più importante e sentita del nostro paese che vede protagonista Maria SS.
dell’Udienza, durante la quale le tradizioni culturali, enogastronomiche e
territoriali hanno massima visibilità, accompagnate dall’atavica e spontanea ospitalità
che contraddistingue i nostri compaesani. Il misticismo e la religiosità della
festa permeano tutte le manifestazioni che abbiamo l’onore di ospitare”.
Per informazioni e prenotazioni
contattare il numero 334 757 59 78 o l’email arabafenicia@gmail.com o andare sul sito www.prolocosambuca.it.
Programma della Sagra delle Minni
di Virgini
Ore 17:00 - Piazza della Vittoria
Apertura degli stand: presentazione
e degustazione delle Minni di Virgini, prodotto De.Co.
Ore 17:30 Corso Umberto I
Sfilata della Banda Musicale “Gian
Matteo Rinaldo”
Ore 18:00 Corso Umberto I
Le antiche serenate notturne,
spettacolo di musica folk
Ore 19.30 Corso Umberto I
Notte Europea dei musei 2014, Musei
sambucesi aperti fino alle 24.00
Ore 20.30 Piazza della Vittoria
Talk Show “Identità, cultura e
tradizione” con Leonardo Ciaccio, Giuseppe Pasciuta, Giuseppe Bivona, Rosa Trapani, Katia
Gulotta, Nino Sutera Conduce Antonella Giovinco
Presentazione opuscolo “la festa
della Madonna dell’Udienza tra storia cultura e tradizione”
Presentazione del nuovo packaging
delle Minni di Virgini.
Consegna dei riconoscimenti
“Custode dell’identità Territoriale” del percorso Genius Loci De.Co. della Libera Università
Rurale Saper & Sapor Onlus
Ore 22:00 Piazza della Vittoria
Cabaret con i “Ridi che ti passa”
Ore 24:00 Piazza Carmine
Spettacolo piromusicale in onore di
Maria SS. dell’Udienza
mercoledì 7 maggio 2014
De.Co. - il biscotto del pellegrino
Nella splendida cornice di Villa Savoia a Monreale si è svolto l’ evento
“La valorizzazione dell'identità del territorio attraverso la De.Co. - il biscotto di Monreale”
I lavori moderati dalla Dott.ssa Ivana Calabrese, ha visto la partecipazione del Sindaco della Città, del Dott.Giuseppe Bivona, dell’Arch Antonella Italia e del Prof Luigi Parello e del Dott Nino Sutera, le conclusioni della Prof.ssa Alessandra Carrubba
Seminario informativo, rappresenta un punto di non ritorno, e di sensibilizzazione e coinvolgimento sulle De.Co. (Denominazione Comunale) un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, per la valorizzazione e la promozione dell’identità e dell’unicità dei territori. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il locale rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori.
Il percorso sulla De.Co. prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità, che rappresentano la vera componente innovativa, sono Territorio-Tradizioni-Tracciabilità-Trasparenza- Tipicità (Tipicità, intesa come Specificità).
L’obiettivo, riuscire a realizzare una rete dei Città De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare i prodotti nelle loro zone di produzione, secondo la filosofia consolidata, afferma Ivana Calabrese animatrice della Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus.
Per Nino Sutera, le De.Co (Denominazioni Comunali) nascono da una idea semplice, del grande Luigi Veronelli così le spiegava: “ attraverso la De.Co il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità”. Le De.Co rappresentano uno strumento di marketing e di sviluppo del territorio e devono spingere ad invogliare i consumatori ad apprezzare i prodotti del territorio nel territorio stesso d'origine. Il nostro percorso si articola in 10 steps da condividere con il territorio e per il territorio.
Veronelli,ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l'affermazione della qualità. Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori.
Il format GeniusLoci De.Co. ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” presentato in uno dei 16 Session Postere del Forum Pa 2013 di Roma. Non meno importante, il Gal Isc Madonie ha adottato il percorso il primo in Italia, che coinvolge un’area vasta di 33 Comuni. Poi tante iniziativa divulgative sparse per la Sicilia, traguardate a Expo 2015, la costituzione della FederDe.Co. di Montecchio Maggiore Vicenza e dal riconoscimento del Premio Veronelli 2013 al Comune di Agira per le Cassatelle.
lunedì 5 maggio 2014
A Brolo Me - Il Festival dello "Stocco"
Durante la manifestazione Consegna dei riconoscimenti “Custode dell’Identità Territoriale” del percorso GeniusLoci De.Co.
Da venerdì 2 a domenica 4 Maggio a Brolo, è andato in scena, il festival dello stoccafisso riservato agli
chef professionisti, l'occasione per scoprire ricette, degustare e conoscere
uno dei punti forti della gastronomia dell'isola venuto da tanto lontano. La
manifestazione rientra nell'ambito del programma del "Sikania World
Championship For Pizza And Food Sicily" che si concluderà l'11 maggio.
Questi i componenti della giuria dello "Stocco": Antonio
Chemello – Presidente dei Ristoranti del Baccala’ alla Vicentina; Sergio
Lanteri Presidente dell’Accademia dello Stoccafisso della Provincia di Imperia;
Francesco Corrado – Presidente Associazione Messinese Amici del Pescestocco Nino
Sutera – Direttore della Lurss (Libera Università Rurale dei Saperi & dei
Sapori) presieduta da Gilberto Graziosi – Segretario Accademia dello stoccafisso allanconitana
Quest’anno l’evento si è impreziosito di un
ulteriore tassello, la consegna dei riconoscimenti “Custode dell’Identità
Territoriale” del percorso GeniusLoci De.Co.
Il percorso elaborato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus, è stato inserito tra gli esempi
virtuosi del – Forum Italiano dei Movimenti per la terra e il paesaggio e
presentato al Poster Session del Forum Pa 2013 che si è svolto presso il
Palazzo dei congressi di Roma
Nel
legame tra l’alimentazione e l’identità, afferma Nino Sutera, il cibo
costituisce un’importante cartina al tornasole dei valori, delle tradizioni,
dei riti. Il format GeniusLoci De.Co. elaborato della Lurss.Onlus è composto da
10-12 steps tra i quali “Custodi
dell’identità territoriale” i quali sono destinati ad assolvere a un ruolo
fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un
importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che
ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari. Il
nostro obiettivo è accompagnare la valorizzazione dei simboli della nostra
terra, il profumo del nostro mare, uniti alle bellezze ambientali. In questo percorso, chef, gastronauti,
giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati,
sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Custodi dell’Identità
Territoriale.
venerdì 2 maggio 2014
Al Cuscusu (Trapani 5-11 maggio) evento inaugurale “Una De.Co. per il Cùscusu trapanese”
La
valorizzazione dell’identità del
territorio attraverso la De.Co.
(Denominazione Comunale)
Una
manifestazione il cui comune
denominatore è la valorizzazione delle grandi potenzialità culturali,
paesaggistiche e gastronomiche del territorio, “messe a sistema” grazie alla
collaborazione fra numerosi enti e associazioni culturali attive, oltre al
comune di Trapani e quelli di Erice, Paceco e Favignana.
Si inizia Lunedì 5 Maggio alle ore 17 evento inaugurale
- sala Androne palazzo Cavarretta via Torrearsa Trapani della manifestazione enogastronomica Cùscusu, che si
svolgerà a Trapani dal 5 all’11 maggio prossimo, presentazione del
percorso GeniusLoci – De.Co. Percorso di programmazione partecipata per la
valorizzazione dell'identità dei territori, elaborato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor
Onlus. che ha l’obiettivo di realizzare una rete dei comuni De.Co. -
Denominazione Comunale, per valorizzare quei prodotti di nicchia che inducono
gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare i prodotti
nelle loro zone di produzione, per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel”
territorio, piuttosto che mettere su strada le merci. Un percorso condiviso e
da condividere con il territorio che molte amministrazioni lungimiranti stanno
percorrendo.
L'Impegno
della Lurss.Onlus, è quello di
diffondere la cultura e la sensibilità sui prodotti del territorio, lavorare
assieme e collaborare a progetti culturali che valorizzino le tipicità, la
qualità e l'identità del nostro territorio,
mantenendo ed esaltando il legame
territorio-storia-culture, in questo le
De.Co sono uno strumento prezioso. Il
nostro obiettivo è accompagnare la valorizzazione dei simboli della nostra
terra, il profumo del nostro mare, uniti alle bellezze ambientali In questo percorso , chef, gastronauti,
giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati,
sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Custodi dell’identità
territoriale, Paolo Salerno è stato
già insignito del prestigioso riconoscimento
Al seminario parteciperanno dopo i Saluti del Sindaco Vito Damiano Introduzione Paolo Salerno Trapani welcome Interverranno Giuseppe Bivona, Neoruralità, tra tradizione e innovazione-
Nino Sutera GeniusLoci De.Co. da un iniziativa a un metodo, Giovanni Basciano AGCI agrital settore agro ittico alimentare
venerdì 18 aprile 2014
A Campoallegro a Santa Ninfa, il primo “STREET FOOD” come messaggio gastronomico, turistico e culturale.
Con le espressioni Cucina da strada, cibo di strada, street food
si identifica la pratica culinaria basata sulla preparazione, esposizione,
degustazione e consumo di prodotti alimentari in strade.
Sul territorio nazionale, oggi,
vengono attivati laboratori di cucina multietnica e di analisi sensoriale del
vino, dell’olio, e del pregiatissimo paniere dei prodotti tipici, si
organizzano seminari e convegni sulle tradizioni alimentari dei paesi del
mediterraneo, si implementano attività di degustazioni d’informazione e
divulgazione, per far conoscere ai consumatori la ricchezza del giacimento
enogastronomico.
Di contro ad una vera e propria
globalizzazione del gusto, lo Street Food o Cucina da strada tende ad
affermarsi, come una “branca” della “scienza” Gastronomia sempre “in auge” riservata a intenditori del buon cibo, e poco
adatta a chi vede nell’alimentazione una
pratica quotidiana come tante altre, afferma Nino Sutera Direttore della Lurss.onlus. Il cibo di strada, semplice ed umile,
rappresenta la più antica ed autentica forma di ristorazione, fortemente legata
al territorio, che riesce a far scoprire e a gustare attraverso i sensi, che
racconta di sé, parla di storia, di identità e di cultura.
“Street food” si è svolto negli spazi dell’Agriturismo Campoallegro a
Santa Ninfa, autostrada Palermo- Mazara Del Vallo. A organizzare la
manifestazione lo chef castelvetranese Angelo Franzò cresciuto
nel cuore di Palermo tra gli inconfondibili odori e sapori dei tipici cibi da
strada della tradizione panormita e della Valle del Belice. “ E’
stata l’occasione per porgere un nuovo messaggio gastronomico e insieme
turistico – spiega Franzò - In un variegato e ghiotto paradigma di delizie, Un
percorso di conoscenza, tra gusto e tradizione, che troverà il suo punto di
approdo nel “pani ca meusa”, il panino ripieno di milza e polmone di vitello
stracotti nello strutto, rigorosamente preparato e venduto per strada. In menù,
tra le tante prelibatezze, anche il panino nero di tumminia al ripieno di fish
burger di sarde di Selinunte con pomodori aromatizzati all’aglio e scaglie di
pecorino belicino D.O.P, cestino di melanzane croccanti marinate al timo e
ketchup siciliano, un Hot dog siciliano di farina russello con salsiccia
locale, cipolla di Partanna e Vastedda del Belice, cestino di filetti di
peperoni croccanti e maionese siciliana, pizza pane alla siciliana con mozzarella
di pecora belicina e pesto di olive nocellara e pomodorini, cestino di carciofi
croccanti e salsa siciliana alla trapanese.
Durante la serata la consegna del riconoscimento “Custode dell’Identità
Territoriale” all’Avv Felice Errante Sindaco della Città di Castelvetrano.
Nel legame tra l’alimentazione e l’identità,
afferma Nino Sutera, il cibo costituisce un’importante cartina al tornasole dei
valori, delle tradizioni, dei riti. Il format GeniusLoci De.Co. elaborato della
Lurss.Onlus è composto da 10-12 steps tra i quali “Custodi dell’identità territoriale” i quali
sono destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere
il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del
visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori,
ivi compresi quelli identitari. Il nostro obiettivo è accompagnare la valorizzazione
dei simboli della nostra terra, il profumo del nostro mare, uniti alle bellezze
ambientali. In questo percorso, chef,
gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e
appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Custodi
dell’Identità Territoriale.
Del prestigioso
riconoscimento sono stati già insigniti
tra gli altri i presenti alla serata, Serafina Di Rosa, Cristina Morrione, Sergio Furco, Angelo Franzò, Elia Maggio, Filippo Drago.
Per apprezzare le prelibatezze, un'ampia galleria fotografica a cura dell'Ing Sergio Furco.
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.567308533388214.1073742005.180633022055769&type=1
Per apprezzare le prelibatezze, un'ampia galleria fotografica a cura dell'Ing Sergio Furco.
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.567308533388214.1073742005.180633022055769&type=1
venerdì 11 aprile 2014
XVIII Sagra dell'agnello pasquale
Il gruppo di lavoro della Libera
Università Rurale Saper&Sapor Onlus, sulla De.Co, ha elaborato un
format per il riconoscimento dei prodotti De.Co. attraverso il percorso della
programmazione partecipativa "GeniusLoci De.Co"
La (De.Co.) Denominazione Comunale, rappresenta
un’opportunità per salvaguardare l'identità di un territorio legato a una
produzione specifica, con pochi e semplici parametri, il luogo di “nascita” e
di “crescita” di un prodotto, che ha un forte ed efficace valore identitario
per una Comunità.
Noi ci ispiriamo a un modello di
De.Co che tiene conto di tutte le criticità e i limiti evidenziati negli anni passati.
L’obiettivo in primis una De.Co. a burocrazia zero e a costo zero, per le aziende, per le
istituzioni e per i cittadini, dove gli elementi essenziali di relazionalità
sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano
la vera componente innovativa.
l format elaborato della
Lurss.Onlus è composto da 10-12 steps tra i quali “Ambasciatore dell’identità
territoriale” e “Custodi dell’identità territoriale” i quali sono destinati ad
assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il
quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del
viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli
identitari. Il nostro obiettivo è accompagnare la valorizzazione dei simboli
della nostra terra, il profumo del nostro mare, uniti alle bellezze ambientali.
In questo percorso, chef,
gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e
appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Custodi
dell’Identità Territoriale
Favara comune dell'agrigentino, durante il periodo pasquale si svolge ogni
anno la" Sagra dell'Agnello Pasquale", dedicata al dolce tipico di
pasta di mandola farcito di pistacchio, a forma di Agnello.
Il prodotto dolciario, gustato,
conosciuto ed apprezzato in Italia ed all’estero.
L’agnello pasquale, dolce tipico
favarese, trova fondamento in una tradizione
abbastanza antica
Fra la fine del 1800 e l’inizio
del 1900 ne fa un lacunoso accenno il barone Antonio Mendola, ma l’uso di
questo dolce era ancorato ad una tradizione esclusivamente familiare e non
poteva assolutamente gareggiare, per preferenza e quantità, con i frutti di
martorana ed i cannoli, molto apprezzati oltre cento anni addietro dai
favaresi, principalmente per Natale e Pasqua.
L’agnello pasquale, preparato con
pasta reale a base di mandorle, ripieno di pasta di pistacchio e finito con
velo di zucchero e decorazioni, è rimasto un dolce strettamente artigianale e
familiare fino alla seconda metà del 1900.
Questo dolce è stato assaggiato
il 12 maggio 1923, da mons. Giuseppe Roncalli (1881-1963 - eletto Papa Giovanni
XXIII il 28-10-1858), quando, essendo in visita ad Agrigento, dovendo rientrare
a Roma, il canonico Antonio Sutera volle accompagnarlo fino a Caltanissetta e,
passando per Favara, insieme si fermarono nella sua residenza di via Umberto
per prendere un caffé e, per l’occasione, assaggiare questo dolce favarese
preparato da suor Concetta Lombardo del collegio di Maria.
Il dolce venne talmente
apprezzato da mons. Roncalli, al punto tale che a 40 anni esatti dalla visita
ad Agrigento-Favara, precisamente l'11 maggio 1963, ricevendo il nuovo Vescovo
ausiliare di Agrigento, mons. Calogero Lauricella, accompagnato per l'occasione,
dal teologo Antonio Sutera, studente all'ateneo di Roma (nipote del canonico
Antonio Sutera), Papa Giovanni XXIII volle ricordare due cose in particolare:
la visita effettuata ai templi di Agrigento e il gusto particolare dell'agnello
pasquale, consumato a Favara (v. foto).
Il canonico Sutera, quando era
direttore diocesano delle pontificie opere missionarie e rettore del seminario
di Agrigento più volte ha omaggiato mons. Roncalli di questo squisito dolce
favarese e successivamente, riprendendo una vecchia e nobile tradizione, anche
il Movimento Giovanile Studentesco di Favara, il cui promotore era il sac.
Antonio Sutera (nipote del suddetto canonico), a quell'epoca rettore della
chiesa del Rosario di Favara. Di quanto detto ne è riprova una lettera della
Segreteria di Stato del 18 aprile 1966, con la quale l’eletto cardinale
sostituto mons. Angelo Dell’Acqua comunicava a mons. Sutera che Papa Paolo VI
voleva ringraziarlo per l’invio dell’agnello pasquale (v. foto).
Nel novembre 2004, in occasione di un
incontro di Papa Giovanni Paolo II con alcuni disabili sono stati portati
alcuni doni e, fra questi, anche un agnello pasquale di Favara.
Ingredienti
500 ml d’acqua
Preparazione dell’agnello
pasquale di Favara
Sbollentare e sbucciare le
mandorle e i pistacchi. Quando entrambi gli ingredienti si saranno raffreddati
macinarli separatamente fino a ottenere delle farine fini. Fare bollire in un
tegame 700 g
di zucchero a velo e 250 ml d’acqua. Quindi togliere lo sciroppo dalla fiamma,
aggiungervi il trito di mandorle e impastare il tutto fino a ottenere una pasta
liscia ed omogenea. Seguire lo stesso procedimento per il trito di pistacchi.
Inserire nello stampo
dell’agnello pasquale parte della pasta di mandorle fredda premendola lungo i
bordi dello stampo per uno spessore di circa 1 cm , così da formare quella
che sarà la parte dell’agnello visibile all’occhio. Dopodiché riempire la
cavità dell’agnello con la pasta di pistacchio e rivestire infine la base con
il resto della pasta di mandorle. Lasciare che il dolce si indurisca un po’
all’interno dello stampo e poi estrarlo con cura.
L’agnello pasquale di Favara si
può servire così com’è (magari decorandolo con un fiocchetto o un campanellino
al collo e uno stendardo piantato sul dorso) oppure lo si può arricchire ancora
di più, guarnendolo in base al proprio estro creativo. Per creare, ad esempio,
il manto di lana dell’agnello si può fare ricorso agli stessi colori alimentari
che si usano per dipingere la frutta di Martorana oppure a del fondente di
zucchero e qualche perlina argentata da spargere qua e là sul manto o, ancora,
lo si può creare in maniera ancora più elegante modellandolo con una sac à
poche contenente un po’ di pasta di mandorla ammorbidita con acqua.
mercoledì 9 aprile 2014
Bellezze e sapori della Sicilia
Si è svolto presso
l’Istituto Professionale di Stato Enogastronomia e Ospitalità
Alberghiera “Virgilio Titone” di Castelvetrano il 1°
Concorso “Tutela promozione e valorizzazione delle risorse
enogastronomiche e culturali della Sicilia Occidentale” .
Il concorso ideato ed organizzato dall’istituto scolastico, nasce con l’obiettivo di coinvolgere
giovani studenti degli Istituti Professionali per l’Enogastronomia
e l’Ospitalità Alberghiera della Provincia di Trapani, nella
realizzazione di itinerari turistici ricadenti nel territorio della
Sicilia Occidentale, al fine di renderli parte attiva della promozione
e valorizzazione delle risorse enogastronomiche e turistiche locali.
I ragazzi si sono cimentati
nel presentare agli intervenuti un itinerario turistico del territorio.
Ottima l’organizzazione, e l’attività a corredo e a supporto dell’iniziativa,
che se pur inquadrata in un ottica didattica, ha il merito di aprire la scuola
al territorio, rendendo il territorio partecipe delle attività scolastiche. Di
contro i ragazzi nella preparazione del materiale, hanno acquisito maggiori
informazioni sul territorio, sotto il profilo turistico,
recettivo, agroalimentare e delle bellezze architettoniche.
Gli itinerari turistici
inediti e ben strutturati, sono stati presentati da:
Martina Agueci dell’ IPSEOA V Titone Castelvetrano, Giuseppe
Marrone dell’ IPSEOA V Titone
Castelvetrano, Silvia Parrinello, Ginevra Safina, Cherem Giacalone, Maria Rita
Lombardo, ISISS A Damiani Marsala, Moira
Oliva, Marta Mauro, Martina Gaia, Dell’ IPSEOA V Florio Erice, Marianna
D’Antoni dell’ IPSEOA V Titone Castelvetrano, Adriana Ambla dell’ IPSEOA V Titone Castelvetrano, Emanuela
Turturici dell’ IPSEOA V Titone
Castelvetrano, Vita Gargiulo dell’
IPSEOA V Titone Castelvetrano, Maria Rosaria Lombardo dell’ IPSEOA V Titone Castelvetrano
La giornata condotta dal Prof Romeo,( un
plauso va a tutto il corpo docente) ha visto la
partecipazione di aziende dell’agroalimentare del territorio, amministratori
comunali dei comuni di Montevago, Santa Ninfa, Partanna, Castelvetrano,
Gibellina, a ulteriore testimonianza del legame scuola territorio.
La giuria mentre era composta dal
Sig P. Campo, del Dott Cudia, della Prof.ssa Barbara. Gandolfo,
della Dott.ssa Serafina De Rosa e del
Dott. Nino Sutera
Prima dell’ ottimo buffet, con prodotti
rigorosamente del territorio, preparato dai ragazzi, con l’ausilio dei docenti,
la consegna del riconoscimento “Custode dell’Identità Territoriale” alla
Prof.ssa Rosa Alba Montoleone, Preside dell’Istituto.
Nel legame tra l’alimentazione e l’identità,
afferma Nino Sutera, il cibo costituisce un’importante cartina al tornasole dei
valori, delle tradizioni, dei riti Il format elaborato della Lurss.Onlus è
composto da 10-12 steps tra i quali
“Custodi dell’identità territoriale” i quali sono destinati ad assolvere
a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale
assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del
viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli
identitari. Il nostro obiettivo è accompagnare la valorizzazione dei simboli
della nostra terra, il profumo del nostro mare, uniti alle bellezze
ambientali. In questo percorso, chef,
gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e
appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Custodi
dell’Identità Territoriale.
Del prestigioso riconoscimento sono stati già insigniti l'Assessore del Comune di Castelvetrano Paolo Calcara, Serafina De Rosa, Angelo Franzò,
venerdì 4 aprile 2014
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