Centro Servizi
Culturali – Ragusa
21 settembre 2013
a cura di Paolo Sottile
Buona sera a tutti. Grazie davvero
della presenza in questo momento che come città viviamo per noi è un motivo in
più di soddisfazione quello di potere parlare di un disegno di legge che
interessa la nostra città e presentato dal gruppo parlamentare dei cinque
stelle. Questa legge permetterà sicuramente di avere ulteriori prospettive per
la nostra città ed in modo particolare per il nostro borgo. Ibla rientra
perfettamente nella logica e nell’ispirazione della legge stessa. Rivolgo un
saluto a tutti i presenti e ringrazio tutti i partecipanti a questo convegno ed
auguro buon lavoro a tutti quanti. Non voglio rubare ulteriore tempo e vi
ascolto con piacere.
Giancarlo Cancelleri
Buona sera a tutti, questa sera vi
parlerò di una legge che stiamo discutendo con le associazioni di categoria e
ha l’ardire di recuperare i centri storici siciliani. L’invasione dell’edilizia nelle
campagne in maniera esagerata non fa altro che mettere in crisi chi amministra.
Aumentano i servizi da offrire e da gestire e di conseguenza aumentano le
bollette a carico dei cittadini. L’articolo 1 di questa proposta di legge
dice i centri storici siciliani sono
beni culturali sociali ed economici che dobbiamo tutelare, ma al momento
l’amministratore non ha nessun arma per fare ciò. L’unica cosa che al momento può fare un’amministrazione è andare
a mettere in sicurezza la zona. Quindi ulteriori costi per il Comune. Mettiamo
nelle mani dell’amministrazione uno strumento che si chiama “Carta del rischio”
che deve essere poi approvata dal consiglio comunale. Questo strumento deve
mappare tutta l’area interessata e quindi del centro storico e deve dare una
traccia analitica dello stato di popolamento, l’elenco dei provvedimenti
cautelari già emessi, l’elenco degli interventi sostitutivi delle relative
somme già impegnate e una valutazione preliminare degli interventi di messa in
sicurezza dell’area del centro storico. Dobbiamo andare a mettere in piedi una mappatura totale del
centro storico. Dobbiamo discriminare l’immobile che è pericolante, da quello
che va bene e da quello che deve essere messo in sicurezza. Fatto questo al
Sindaco diamo un altro strumento che è quello di andare a sollecitare il
proprietario dell’immobile di andarlo a mettere in sicurezza. Nel momento in
cui passano i sessanta giorni di tempo dall’avviso il Comune può procedere
all’esproprio del bene. Il Comune acquisisce al proprio patrimonio
quell’immobile. Da quel momento il Comune può cominciare ad attivare tramite
finanziamenti regionali o di natura privata un percorso di riqualificazione
destinato al social housing, edilizia popolare, opere di urbanizzazione
primaria e secondaria. Quindi si comincia a rimettere in piedi il centro
storico, con i limiti ovviamente che la sovrintendenza ci esporrà, con tutta
una serie di criteri che devono essere anche quelli della volumetria, la
possibilità di mantenere quel tipo di stile architettonico della zona in cui
andiamo ad incidere. Già ci sono delle leggi simili, tipo ad Ortigia. Possiamo
anche pensare ad interventi di natura privata, inoltre questo legge permette di
fare un compasso intorno alla città in quanto non è più necessario dare
concessioni edilizie e diamo la possibilità di lavorare alle imprese edilizie
dentro al centro storico con interventi di ristrutturazione o ricostruzione.
Questa è essenzialmente l’idea che vogliamo approfondire e chiaramente sono
benvenuti contributi. Il senso è quello di dire basta alla speculazione
edilizia che hanno imbruttito le nostre città. Per fare un esempio il palazzo
di fronte piazza san Giovanni è un pugno in un’occhio. Dobbiamo mettere in mano
alle amministrazioni degli strumenti affinché questo processo inizi.
Nino Sutera
Innanzitutto vorrei iniziare ringraziando Paolo Sottile che ha messo l’anima nell’organizzare questo convegno e ci ha permesso di essere qui. Poi vorrei ringraziare anche il sindaco per l’ospitalità che mi ha trasmesso quando sono arrivato. Vi racconto questo episodio. Sono arrivato ed avevo visto il luogo del convegno, ho chiesto ad un anziano maggiori dettagli ma non mi ha saputo rispondere così mi ha consigliato di entrare e chiedere al bar. Il proprietario mi ha accompagnato qua. Con questo voglio dire che questa è una comunità che si è appropriata dell’ospitalità ed è pronta in termini turistici. Oltre ad investire nella parte materiale dello sviluppo economico è necessario intervenire anche nella parte immateriale. Vi parlerò del percorso Borgo GeniusLoci De.Co. un percorso culturale, al francese “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi GeniusLoci De.Co., prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all’improvviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dell’AIF XXVI Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Formatori di Palermo. EXPO2015 MILANo, Il percorso Borghi GeniusLoci De.Co., mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del Percorso GeniusLoci De.Co. è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività.
Grazie.
Il percorso innovativo “Borghi Genius Loci De.Co.”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del territorio attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”. «La denominazione comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci” è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli ideologo delle De.Co. ha dato del “genius loci”: esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva.
Claudia La Rocca
Buona sera a tutti, Grazie per la possibilità che ci avete dato per parlare di questa legge che è la prima in Italia del movimento cinque stelle, ma soprattutto è la prima legge di iniziativa parlamentare approvata da questa legislatura. L’albergo diffuso consiste in un’unità abitative, alloggi dislocati in uno spazio equidistante dall’edificio centrale che offre i servizi essenziali, con una distanza ragionevole da raggiungere a piedi. Noi non ci siamo inventati sostanzialmente nulla perché l’albergo diffuso è una forma di ospitalità già esistente in Italia dal 1982. La prima legge regionale risale al 1998 in Sardegna, mentre nel 2011 abbiamo la prima definizione a livello nazionale. Ad oggi sono 17 le regioni che normano e quindi riconoscono l’albergo diffuso come modello di ospitalità. Come forma di ospitalità sostenibile e relazionale siamo noi come esempio di altri paesi in Europa. Il titolo del mio intervento è: “Albergo diffuso come e perché”. Come perché mi sarebbe tanto piaciuto raccontare l’iter che ci ha portato a questo risultato. Un disegno di legge assolutamente condiviso sia con i professionisti che con i cittadini ed anche gli operatori del settore. La prima volta che ho sentito parlare di albergo diffuso è stata durante la campagna elettorale in quanto il programma è tato scritto con i cittadini. Questo tipo di ospitabilità sostenibile fa parte di altri modelli come il paese-albergo, il villaggio diffuso. Mi ero ripromessa una volta eletta di portare questa idea all’interno dell’ARS. Facendo delle ricerche una volta insediati ho trovato altri disegni di legge da altri schieramenti politici ma nessuno di questi è stato approvato. Abbiamo contattato anche l’associazione nazionale alberghi diffusi di Giancarlo dall’Ara e ho avuto il piacere di conoscere Ezio Occhipinti e Claudio Rigoni che hanno già degli alberghi diffusi in Sicilia e che hanno portato la loro esperienza nella quarta commissione che è la commissione di merito che ha portato avanti questo disegno di legge. Il risultato quindi è assolutamente condiviso, segnale che quando si vuole lavorare per il bene comune tutte le forze politiche possono essere protagoniste. Per esempio questa estate sono andata in vacanza in Croazia. Lì si vive quasi esclusivamente di turismo e funziona come un orologio svizzero. Ora questo dalle nostre parti non è così, anche se sento dire fin dalla campagna elettorale che la Sicilia dovrebbe vivere di turismo. Nelle pratica non è così. Dal sito della Regione Sicilia si evince che i turisti arrivano quasi esclusivamente in agosto e sono dell’ordine dei 3 milioni di persone con un picco minimo a gennaio di quest’anno di 300.000 presenze. La maggior parte del turismo è balneare, mentre quello culturale e naturalistico è marginale. E’ sotto gli occhi di tutti che i nostri palazzi stanno crollando. Un altro motivo della proposta di legge sull’albergo diffuso riguarda l’obiettivo di far tornare i piccoli comuni a rivivere arginando lo spopolamento e l’abbandono che in questi ultimi anni è stato incessante. Quindi si può creare un nuovo modello di ospitalità diffusa che porterà ad un indotto economico non indifferente dando anche ai commercianti la possibilità di fare rete per promuovere i loro prodotti tipici sia agroalimentari che manufatti. Il target di turisti ai quali ci rivolgiamo è differente rispetto a quello tradizionale delle catene alberghiere alle quali siamo abituati. Stiamo parlando del turista-viaggiatore il quale vuole vivere il luogo come un residente. Ultimo punto caratteristico dell’albergo diffuso è il contrasto al consumo del suolo, quindi recupero dell’esistente che in questo momento di crisi può essere utile per il settore edile. I dati Istat ci illustrano che nell’ultimo cinquantennio il consumo del suolo si è triplicato, soprattutto in Sicilia. Per concludere vorrei dire che adesso siamo allo step del regolamento attuativo che provvederà l’assessorato di riferimento a stilare. Contiamo che per le prossime settimane sia pronto e lo pubblicheremo per divulgarlo. Grazie a tutti.
Ezio Occhipinti
Cerco di raccontarvi brevemente la
nostra esperienza dell’albergo diffuso anche se è un concetto ampio ed alla
fine della serata sono disponibile per approfondire. L’albergo diffuso di
Scicli è partito operativamente dal 2012. E’ partito ancor prima che ci fosse
una legge ed è stato complicato adiempere ai vari cavilli burocratici. Grazie
alla legge potremmo istituzionalizzarlo e semplificarlo nella gestione che al
momento è molto complicata. L’esperienza di Scicli parte con pochissime case in
realtà, all’inizio erano solo quattro immobili in cui c’erano diverse tipologie
di servizi. Una è la tipologia alberghiera in cui venivano messe delle case con
delle camere, modello affittacamere per intenderci e l’altra in modalità
extra-alberghiera in cui vengono messe in rete delle case con i servizi tra
loro comuni ed equivalenti. La pecularietà dell’albergo diffuso e che sono
tutte case già esistenti, quindi siamo andati a valorizzare tutto ciò che
esisteva prima cercando di apportare quelle modifiche che hanno permesso sia la
realizzazione di case con confort di tipo alberghiero ed allo stesso tempo
hanno permesso quello che ci eravamo prefissati all’inizio del progetto.
All’inizio l’idea era di coinvolgere delle case che già esistevano ed erano
chiuse, e di coinvolgere le aziende del centro storico per metterle in rete. I
primi passi che abbiamo fatto sono stati quelli di contattare alcune aziende
che poi sono diventate le aziende più importanti dell’albergo diffuso tra cui
il bar centrale della piazza, in quanto l’albergo diffuso ha come punto nevralgico
una posizione ben specifica individuato nella piazza centrale del borgo e poi
le case si distribuiscono nel raggio massimo di trecento metri da questo punto
nevralgico. Quindi mentre nell’albergo tradizionale che si sviluppa in un unico
edificio in maniera verticale e ci si muove su più piani, nell’albergo diffuso
ci si muove per le vie, quindi i corridoi classi delle vie tradizionali
diventano le vie della città. Questo fa si che il viaggiatore che vive in un
albergo diffuso ha un contatto diretto con la popolazione. Quindi sente i
profumi di casa allora di pranzo, tutte quelle cose autentiche che
caratterizzano un po’ la storia della sicilianità. Questo oltre ad essere il
valore aggiunto dell’albergo diffuso è anche l’aspetto più importante. Oggi chi
sceglie di soggiornare in un albergo diffuso vuole sentire gli odori vedere gli
usi e costumi di un luogo. Le camere sono tutte di qualità molto alta e sono su
prodotti standard sul piano qualitativo. La differenza che fa comunque un
albergo diffuso sono proprio le persone. Le relazioni che ci stanno alla base
sia per ciò che riguarda l’organizzazione dell’albergo diffuso stesso sia una
volta che l’ospite arriva nel borgo. Vi è un rapporto già dall’accoglienza
molto personale e confidenziale fino a quando viene accompagnato nelle case.
L’esperienza dell’albergo diffuso è varia e desiste da quasi trent’anni. Alla
base dell’albergo diffuso c’è un progetto imprenditoriale, infatti si
differenzia l’albergo diffuso dal fatto di affittare le case. Nell’AD vi è la centralizzazione
dei servizi così come avviene in un albergo tradizionale. Una caratteristica
dell’Ad è che vi sono due sale di accoglienza le cosiddette hall. Una è quella
dove vengono accolti ed una è quella della strada, le vie che collegano le case
con il corpo centrale dove vi è l’occasione di conoscere gli abitanti del luogo
e quindi usi e costumi. Per quanto riguarda l’Ad si può dire che è una forma di
energia in quanto valorizza le case che già esistono, ricostruisce qual’ora la
gente decide di ristrutturare, quindi recupera un patrimonio già esistente e
promuove soprattutto il territorio…Video
AD Scicli...La peculiarietà non sono le camere ma i luoghi nel quale l’Ad
insiste, sono uno strumento di marketing territoriale vero e proprio. Ci sono
luoghi in cui le case tra di loro distano più di trecento metri e quindi si
parla di ospitalità diffusa. A Scicli si è diviso il territorio in tre zone:
mare, campagna e centro storico. S sono coinvolti tutti gli operatori che
abbracciano questa filosofia del rispetto dei luoghi e delle tradizioni.
Infatti noi offriamo una colazione diffusa o a km zero e non la tipica
colazione continentale. L’ospitalità diffusa abbraccia un raggio di azione più
grande. Questo modello stiamo cercando di esportarlo sia su Ragusa che su
Modica per valorizzare quello che già c’è senza inventare nulla di nuovo.
Grazie per la vostra attenzione e sono a diposizione per approfondire.
Enrico
Russino
Buona sera a tutti, sono Enrico
Russino e vi parlerò di Aromi diffusi. Io produco erbe aromatiche sono più di
centocinquanta piante differenti che grazie ad Ezio ed a una forte azione di
marketing ha visto crescere la propria attività in maniera esponenziale. Questo
è successo perché l’azienda ha aperto le porte all’incoming turistico. L’azienda
vive un momento magico in quanto riceviamo richieste da tutta Italia in quanto
ci troviamo nel territorio ragusano ed in particolar modo di Scicli che sta
vivendo un momento florido. La richiesta del turista non è soltanto la visita
monumentale ma vuole conoscere anche la cultura enogastronomica. Negli ultimi
anni grazie a Floriana Padua di Oriente Sud le richieste in tal senso si sono
moltiplicate. L’azienda non produce il rosmario per il pollo o per la pasta ma
offriamo un’ora e mezza di relax ed esperienze. Si parte dall’Ad per arrivare
ad un percorso olfattivo legato ai profumi della mia azienda. Quando parlo di
piante aromatiche non sto parlando delle classiche, ma si va dalla salvia
all’ananas, alla menta al bergamotto, al timo al limone. Queste piante le
stiamo facendo conoscere a livello nazionale e Floriana da quando ha iniziato
questa avventura dell’incoming ha creato alcuni momenti importanti. Una volta
un ristorante cliente mi ha invitato per un evento chiamato “aromi e bocconi” e
da li praticamente questo è stato replicato da noi in azienda con un
grandissimo successo. Ovviamente collaboriamo con tante strutture ricettive e
comuni del territorio. Adesso lascio la parola a Floriana che vi spiegherà nel
dettaglio come è nata questa nostra avventura. Per prima cosa abbiamo definito
il prodotto dell’azienda, il percorso dura circa novanta minuti e si parte
dagli aromi più noti tipo il rosmarino fino a quelli più particolari che non
conosce nessuno. In questo percorso abbiniamo delle degustazioni. Inoltre
abbiamo creato ed avviato il progetto aromi campus rivolto soprattutto alle
scuole primarie e secondarie ed in particolar modo all’istituto alberghiero.
Abbiamo avuto in azienda oltre seicento allievi degli istituti alberghieri.
Marco
Magrini
Il mio intervento sarà sul turismo
sostenibile e sulla qualità dell’accoglienza. Se intendiamo il turismo come
un’attività economica incentrata sulla messa a valore degli attrattori, bisogna
conservare quindi gli attrattori nel tempo, le fonti di attrattiva bisogna
mantenerle intatte affinché ci possa essere un turismo definito sostenibile. Il
territorio ed il paesaggio sono la cornice di riferimento dell’esperienza
turistica. Questa per così dire è la classica cartolina. La qualità ambientale
e dei servizi è un tutt’uno con questo. Queste sono le caratteristiche che ci
rendono competitivi verso gli altri territori. Ormai nel campo turistico c’è
una fonte di pubblicità enorme. Per dedicarmi all’incoming dovrò esaltare le
caratteristiche che rendono unico il mio territorio. Perché il turista deve
venire in Sicilia? Perché deve trovare qui delle caratteristiche uniche che non
sono replicabili in altri posti. E’ questo che può rendere competitiva o meno
una destinazione. Questo è il motivo che spinge il turista una destinazione per
un soggiorno o una vacanza. Questo funziona anche se andate voi in vacanza. Se
vi interrogate un attimo: “Cosa vi fa pendere l’ago della bilancia su una
destinazione o su un’altra?” La qualità dell’offerta territoriale ha la
maggiore valenza nella decisione dei turisti per scegliere la destinazione. I
fattori di attrazione devono essere combinati con servizi collaterali per dare
forza alle potenzialità e caratteristiche del territorio. La pubblicità non è
sufficiente ma bisogna costruire il contesto nel quale emergono le eccellenze
del territorio. Solo nel momento in cui mi differenzio e mi posiziono in
maniera rispetto ad altri competitors posso ottenerne un vantaggio consecutivo.
Questi è uno temi da qualche anno a questa parte. Un potenziale di esperienza
da far vivere al turista. La vacanza è percepita come continuum anche dopo che
è finita. Con l’associazione Slow tourism siamo vicini proprio al recupero del
centro storico, al recupero di alcune tradizioni rurali, e la Sicilia ha molte
risorse in tal senso che spesso sono poco conosciute al di fuori dell’isola,
quindi si contrappone il turismo mordi e fuggi e la modalità migliore per
rivitalizzare queste risorse locali. La qualità dell’esperienza per quel
segmento è in crescita e per questo segmento la qualità è data anche dalla
lentezza rispetto alla frenesia. Lentezza non vuol dire sonnolenza ma ritmo
adeguato alla fruizione del centro storico come esperienza multisensoriale. La
possibilità di soffermarsi ad un particolare, ad annusare un determinato odore,
naturalmente questo non si può fare in macchina a centottanta all’ora, richiede
questa modalità, anche per il contatto con la comunità locale. Addirittura si
potrebbe definire il turista un cittadino temporaneo. Spostandoci
sull’accoglienza possiamo dire che conoscendo le caratteristiche di questo
target, al quale la stessa Sicilia dovrebbe puntare molto. Ci si dovrebbe
interrogare come offrire la qualità dei servizi, perché alla fine della vacanza
il giudizio riguarda il territorio complessivamente. Facilitare la funzione del
patrimonio naturale e culturale della destinazione. Riuscire a fornire un
sistema di informazioni a partire dalla cartellonistica, riuscire a combinare
determinate occasioni. La comunità locale per prima deve avere coscienza del
valore del proprio territorio. Io non andrei a visitare un luogo dove gli
abitanti del luogo sono scontenti o dove percepiscono loro per primi che si
vive male. La qualità dell’accoglienza si misura sulla capacità di presentare e
proporre esperienze di valorizzazione del proprio capitale sociale, dove per
capitale sociale intendo le tradizioni, le capacità che si vengono a condensare
nel corso dei secoli in una determinata località, in un determinato territorio.
Se ho qualità territoriale questo diventa un valore quando devo promuovere la
mia destinazione. Il giudizio soggettivo di una vacanza si basa sulla
percezione del territorio e delle sue opportunità. Questo vale anche in una
fase precedente quando voi scegliete di andare in vacanza. In campo turistico
ciò che prometto devo essere in grado di garantire, nel turismo non si scappa,
il grado di soddisfazione è commisurato alle aspettative. Un’offerta indistinta
del mercato turistico avrà un’affluenza casuale, quindi è importante immagine
il target a cui mi rivolgo.
Conclusioni del Sindaco di Ragusa
Penso sia stato un bel momento con
delle relazioni interessanti. Oggi non abbiamo parlato solo di albergo diffuso
ma delle nostre eccellenze e del recupero del nostro territorio, del nostro
modo di viverlo e di ripensarlo, fermarsi. Nel nostro territorio abbiamo una
bellezza intrinseca, abbiamo delle grandi potenzialità e sta a noi tutti
metterci in moto per attuare tutto quello che oggi ci siamo detti. Ringrazio
tutti gli intervenuti.