lunedì 10 febbraio 2025

Insediato l’Osservatorio Regionale sull’Agricoltura sociale


Si è insediato l’osservatorio Regionale sull’agricoltura sociale, istituito con il D.A. n. 36/2021.  L’Assessore Regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale, e della pesca mediterranea, Prof. Salvatore Barbagallo ha evidenziato l’importanza dell’Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Sociale ed ha affermato che la Regione Siciliana si dota di uno strumento di ascolto e di elaborazione che coinvolge le associazioni di rappresentanza, i vari assessorati regionali, i centri di ricerca che hanno competenze sull’A.S.

 


Il dott. Dario Cartabellotta ha ripercorso l’iter complesso che ha portato alla nascita dell’Osservatorio Regionale sull’Agricoltura Sociale e ha elencato le competenze e le funzioni dell’Osservatorio Una priorità  individuata è  modifica al D.A. n.36/2021 al fine di rendere più ampia la platea delle aziende agricole che praticano l’agricoltura sociale in Sicilia. Sottolinea il ruolo propositivo svolto in questi anni dalla Rete Fattorie Sociali Sicilia, dal CREA e, più in generale, dai vari soggetti del terzo settore di rappresentanza del mondo agricolo.   «Finalmente siamo davanti a una realtà concreta e operativa», sottolinea Dario Cartabellotta, il dirigente generale dell’assessorato all’Agricoltura che ha preso a cuore le esigenze di chi opera nel settore, tagliando questo importante traguardo, «facendo in modo che le aziende che fanno agricoltura sociale si possano accreditare secondo le linee guida indicate dalla Regione. Il compito dell’Osservatorio sarà quello di dare loro serenità regolamentando tutto. Per esempio, partendo dai bandi, che prima erano pensati solo per l’agriturismo e le attività didattiche, mentre ora potremo guardare alla funzione terapeutica e riabilitativa della campagna, all’educazione ambientale, ma non solo». C’è un’area del disagio di cui si occupa l’agricoltura sociale che, grazie all’Osservatorio regionale, potrà essere maggiormente riconosciuta «Disagio che va trattato con competenza», aggiunge il dirigente regionale. «È chiaro, quindi che investiremo nella formazione. Del resto, un agricoltore che sa produrre il formaggio fa già un’operazione didattica. Nel caso dell’agricoltura sociale, per avere una funzione terapeutica e riabilitativa, in azienda bisogna che ci siano professionalità. Penso, per esempio, anche a quella scienza professionale nella quale si sviluppano i sensi, le terapie, gli aromi e gli odori della natura. Questo è il percorso che ci siamo dati da seguire, rinforzando le realtà in maniera tale che questi servizi, possibilmente poi in collegamento con tutti gli interventi che propongono l’assessorato alla Famiglia o quello alla Salute, possano portare all’interno dell’azienda agricola nuove opportunità di reddito e di occupazione».

Il dott. Salvatore Cacciola (presidente della Rete Fattorie Sociali Sicilia BioAS condivide la proposta di modificare e semplificare il D.A. 36/2021 e afferma la necessità di attuare pienamente gli obiettivi della Legge Quadro nazionale 141/2015.  “La vivacità e il dinamismo delle aziende agricole e delle cooperative sociali siciliane che fanno agricoltura sociale è a tutti evidente. Abbiamo bisogno di migliorare il dialogo istituzionale e di fare diventare l’agricoltura sociale un’opportunità concreta per i giovani e le fasce svantaggiate della popolazione.

Dalla lettura delle progettualità emerse con i bandi della misura 16.9, il dott. Bruno Lo Bianco ritiene particolarmente diversificata l’esperienza delle aziende agricole che praticano agricoltura sociale. L’O.Re.A.S. potrebbe contribuire a una migliore conoscenza e strutturazione del fenomeno in ambito regionale.  La dott.ssa Claudia Cardillo evidenzia la particolare vivacità dell’agricoltura sociale siciliana e la forte integrazione con i soggetti del terzo settore (Associazioni, cooperative sociali, fondazioni e organizzazioni di volontariato).  I compiti e le funzioni dell’ORAS sono veramente molteplici quali:

a)        monitoraggio delle attività, al fine di facilitare la raccolta e la diffusione di informazioni e l’individuazione di buone pratiche regionali;

b)        proposizione di iniziative finalizzate alla promozione della diversificazione delle attività agricole in agricoltura sociale, comprese quelle per la costituzione di reti regionali degli operatori di agricoltura sociale;

c)        inquadramento di modelli efficaci di intervento e divulgazione delle buone prassi individuate;

d)        integrazione dei dati relativi alle esperienze di agricoltura sociale con l’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, afferente all’Assessorato regionale della famiglia, politiche sociali e lavoro;

e)        proposizione di azioni di comunicazione e di animazione territoriale finalizzate al supporto delle iniziative della Regione e degli Enti locali;

f)         proposizione di azioni finalizzate al coordinamento e ad una migliore integrazione dell’agricoltura sociale con le politiche regionali di sviluppo rurale;

g)        raccolta, valutazione e diffusione dei risultati delle attività di sperimentazione di nuovi modelli di welfare regionale per lo sviluppo e la qualità dell’offerta dei servizi sociali.

 

 

 

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