giovedì 23 gennaio 2025

Legge Regionale sull'Agroecologia, una scelta lungimirante

 

La salvaguardia dell'ambiente, dei territori rurali  e urbani e delle produzioni agroalimentari, non sono atti tecnocrati, ma vanno viste come un modus operandi, traguardato al prossimo inteso come   bene comune.

 

La Regione Siciliana è la prima Regione in Italia ed in Europa ad essersi dotata di una legge che norma le aziende agroecologiche e che ne stabilisce i criteri di base per agevolare la transizione verso questo importante traguardo dell’evoluzione dei modelli agricoli e delle connessioni ecologiche e sociali.  

Una  “gestazione”, difficile,  ma alla fine, i decreti attuativi sono stati pubblicati e la legge regionale sull’agroecologia  è diventata operativa. Il primo documento necessario all’attuazione della legge regionale n.21 del 29 luglio 2021 è stato il Decreto Assessoriale n. 92 del 12 novembre scorso che ha istituito l’elenco delle aziende agroecologiche e il Gruppo di lavoro “agroecologia e agricoltura biologica” (entrambi presso il Dipartimento regionale Agricoltura). Con lo stesso decreto è anche stato approvato l’elenco delle specie arboree, arbustive ed erbacee e delle razze zootecniche autoctone della Sicilia.  Con la pubblicazione  del Decreto n. 273 del 20 gennaio 2025 a firma del Dirigente generale Dario Cartabellotta, la  legge è operativa


 Le strategie del Green Deal, come la Strategia Farm to Fork e la Strategia Biodiversità 2030, sono politiche lungimiranti, malgrado qualche agitatore senza scrupolo sostiene il contrario. Va detto anche che la Sicilia ha adottato tale strategia fin dall’attuazione dei Reg Ue del 1992, che trovano riscontro in una delle regione a più alta superficie coltivata in biologico, alimentata dalla Legge Regionale sul Born in Sicilia (voluta dall’ex Assessore all’Agricoltura Dario Cartabellotta)  per finire alla Legge sulla agrobiodiversità, che proprio in questi giorni sono state pubblicate le linee operative   

 Le proteste degli agricoltori  dell'europa del Nord, all’inizio dello scorso anno, non hanno niente da spartire con gli interessi degli agricoltori del sud italia, per il semplice fatto che hanno interessi opposti.

Ma quali sono stati i veri motivi rappresentati da agitatori senza scrupoli?

  La ragione alla base di tali proteste, che hanno  coinvolto diversi paesi, è principalmente il Green Deal europeo. Si tratta di una serie di misure volte a rendere più sostenibile e meno dannosa per l’ambiente la produzione di energia e lo stile di vita dei cittadini europei 

Il Green Deal pone i sistemi alimentari sostenibili al centro della sua strategia, riconoscendo il legame fondamentale tra persone sane, società sane e un pianeta sano. Questa iniziativa dell’Ue mira a stimolare l’economia, migliorare la salute e la qualità della vita dei cittadini, e preservare l’ambiente.

Il sistema agricolo e alimentare europeo, già considerato uno standard globale per sicurezza, approvvigionamento, nutrizione e qualità, è chiamato   a diventare il punto di riferimento mondiale anche per la sostenibilità. La transizione verso un sistema alimentare sostenibile, garantendo al contempo la disponibilità di prodotti a prezzi accessibili, porta con sé benefici ambientali, sanitari e sociali, oltre a favorire una distribuzione più equa dei vantaggi economici.

 Per supportare questo obiettivo, a luglio 2023 la Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure per l’uso sostenibile delle principali risorse naturali. Questo pacchetto include nuove regolamentazioni sul monitoraggio dei suoli per promuovere la salute del suolo entro il 2050, regolamenti sulle piante prodotte mediante tecniche genomiche e misure per ridurre i rifiuti alimentari e tessili. Tali iniziative, inserite nel pilastro “Risorse naturali” del Green Deal, mirano a rafforzare la resilienza del settore agroalimentare europeo.

Tuttavia, va detto anche che a seguito dell’azione di forza degli “agitatori”  ma soprattutto a seguito delle azioni delle lobby delle potenti corporazioni agricole e dell’agro-industria, hanno notevolmente ridimensionato le ambizioni delle Strategie del Green Deal, favorendo gli interessi delle grandi aziende industriali, a scapito dell’ambiente, della salute e degli interessi pubblici.

 E’ così le strategie del Green Deal, come la Strategia Farm to Fork e la Strategia Biodiversità 2030, sono state sabotate dalle  decisioni delle istituzioni europee, alla fine della scorsa legislatura.  Il voto contrario del Parlamento europeo su regolamenti chiave, come il Regolamento SUR per la riduzione dell’uso dei pesticidi, ha ridotto gli obiettivi del Green Deal a mere dichiarazioni di principio senza attuazione concreta nell’agricoltura e nella zootecnia.

Anche per questo la pubblicazione e  l’attuazione  da parte dell’Assessorato all’Agricolltura,  delle norme attuative della legge sull’agrobiodiversità   non va considerata  in controtendenza, ma  lungimirante anche per i neofiti.

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