martedì 17 ottobre 2023

cotone di sicilia

 

 

Quando si pensa alla produzione del cotone, la Sicilia potrebbe non essere il primo posto che viene in mente. Eppure, l'isola del Mediterraneo ha svolto per lungo tempo un ruolo importante nella famosa industria della moda del paese, risalente al XII secolo. Gli agricoltori siciliani smisero di produrre cotone solo negli anni ’50, nel periodo in cui le fibre sintetiche furono ampiamente presentate al pubblico. Ma poiché i consumatori stanno diventando sempre più consapevoli degli effetti della plastica sul nostro ambiente, alcuni stanno lavorando per rilanciare l’antica industria delle fibre dell’isola. 



“Contribuiamo a promuovere il recupero di 100 ettari di cotone biologico in Sicilia”, afferma Valeria Mangani, presidente della Sustainable Fashion Innovation Society, organizzazione no-profit che assiste il Consorzio del cotone biologico nell’isola.  

Oltre al progetto sul cotone sostenibile COS (Cotone Organico Sicilia), la missione dell'organizzazione è quella di aumentare la consapevolezza sugli impatti della cosiddetta “fast fashion”, spesso realizzata con materiali sintetici con filiere difficili da tracciare.

  https://terra.regione.sicilia.it/qutun-born-in-sicily-la-sicilia-rilancia-la-coltivazione-del-cotone-il-mercato-ce/  

Il progetto, iniziato nel 2018, sta coinvolgendo gli agricoltori in varie parti della Sicilia per rivitalizzare i terreni agricoli inutilizzati e ridare vita a un’industria che un tempo era ben sviluppata qui. Questa non è l'ultima parte perché il clima dell'isola è perfetto per la coltivazione del cotone.  

La semina avviene a marzo e il cotone viene raccolto a settembre. E tutti i processi sono completamente biologici, rinunciando a pesticidi chimici o coloranti. Questo controllo su ciò che entra nel tessuto è una parte cruciale perché è un'area del settore sotto-regolamentata, e i potenziali effetti dei prodotti chimici sui tessuti sulla salute sono spesso trascurati. 

Nel frattempo, la sua organizzazione vuole dare una spinta all’economia locale e all’ambiente. Ma il modello costruito in Sicilia può essere applicato in diverse regioni e a più fibre, dice, tra cui canapa, lino e bambù, date le diverse condizioni paesaggistiche e agricole dell’Italia.  

Soprattutto, riportare il cotone in Sicilia offre uno spunto per parlare dell’origine dei nostri vestiti e dell’impatto delle scelte che facciamo ogni giorno.  

“La moda è una storia che inizia nell’agricoltura e finisce nella comunicazione”, conclude  Valeria Mangani, presidente della Sustainable Fashion Innovation Society




lunedì 16 ottobre 2023

Il glisofato? ...pare che non faccia così tanto male!

 

 Lo stop al glifosato non passa in commissione Ambiente del Parlamento Europeo

La commissione Ambiente dell’Europarlamento ha respinto con 40 voti contro 38 (e 6 astensioni) una mozione di rigetto del rinnovo dell’autorizzazione del glifosato, erbicida qualificato come “probabilmente cancerogeno dall’Airc”. Nella mozione votata questa mattina e presentata da Maria Arena, a nome del gruppo S&D, Marie Toussaint, a nome del gruppo Verdi/ALE e Anja Hazekamp, a nome del gruppo della Sinistra, si chiedeva alla Commissione europea di ritirare la propria proposta di ri-autorizzazione del pesticida per ulteriori 10 anni. 
La mozione sottolinea come la stessa Agenzia europea per la sicurezza in agricoltura (Efsa) abbia ammesso la mancanza di dati sufficienti a valutare i rischi esistenti per i consumatori di verdure e frumento coltivati con il glifosato. Di conseguenza, per rispettare il “principio di precauzione” previsto dalla normativa europea sull’uso dei pesticidi – affermano le europarlamentari – la Commissione dovrebbe ritirare la propria proposta di ri-autorizzazione per 10 anni. L’Europarlamento infatti non ha potere decisionale sull’uso di sostanze chimiche in agricoltura, che spetta invece alla Commissione insieme agli Stati membri, ma può dare indirizzi politici.

 

Il voto a metà novembre e il retroscena: liberali di “Renew Europe divisi” –La proposta di ri-autorizzazione, che non ha ricevuto l’approvazione da parte degli Stati membri nel voto del 13 ottobre all’interno del comitato compente (ScoPAFF – Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed), sarà rivotata a metà novembre da un comitato d’appello.  
L’Italia ha votato sì il 13 ottobre alla ri-autorizzazione del glifosato e la posizione del nostro governo è stata ribadita dal ministro Francesco Lollobrigida che nei giorni scorsi ha affermato: “Siamo contrari all’abrogazione del suo utilizzo perché il sistema potrebbe non reggere”. 
“Il glifosato può essere utilizzato anche come prodotto per velocizzare l’essicazione delle erbe o di altri vegetali, non solo come erbicida”, spiega Francesco Romizi, responsabile relazioni esterne di Isde (Medici per l’Ambiente)-Italia. “In Italia da alcuni anni, non si usa il glifosato per l’essiccazione, per esempio, del grano, ma non è giusto affermare che il glifosato non usato per l’essiccazione è sicuro”, continua Romizi, “numerose ricerche indipendenti collegano il glifosato a malattie degenerative, causate da alterazioni del sistema endocrino e al cancro”. “Vietare completamente il glifosato è tecnicamente possibile ed economicamente fattibile considerato che esistono alternative non chimiche molto più sicure per tutti i principali usi noti degli erbicidi”, aggiunge Romizi.

Il caso di Théo Grataloup, disabile perché esposto al Glifosato – La mozione non approvata sottolinea che “il Fondo francese di risarcimento delle vittime dei pesticidi, ha stabilito un collegamento diretto tra l’esposizione all’erbicida e le malformazioni congenite”, in riferimento al caso di Théo Grataloup, un ragazzo di 16 anni affetto da malformazioni alla laringe e all’esofago, figlio di una donna che, durante la gravidanza, era stata esposta a lungo al glifosato. Grataloup – che solo dopo 54 interventi chirurgici oggi riesce a mangiare dalla bocca e a respirare grazie ad una tracheotomia, nei giorni scorsi ha ricevuto un indennizzo e oggi combatte, anche sui media, per bandire il pesticida.

 La mozione potrebbe essere ripresentata, modificata, alla plenaria dell’8/9 novembre.

 

BIO FARM FERRARO CUSTODI RICONOSCIUTI DEL GIUSTALISI.

 

La Ferraro bio farm, oggi rappresenta la quarta generazione di agricoltori e nel 2012 ha convertito la superficie di 60 ettari alla coltivazione di grani antichi.

 “Coltiviamo in maniera sostenibile – racconta Melchiorre Ferraro – e trasformiamo le nostre materie prime in prodotti di grande qualità in grado di mantenere tutti valori nutrizionali uniti ad un gusto pieno e inimitabile all’insegna del consumo equosolidale”.

Un percorso di “filiera chiusa” cui Melchiorre è approdato, soprattutto, da quando in azienda sono entrati i suoi figli – Maria e Salvatore, oggi rispettivamente 31 anni e Salvatore 32 e titolari dell’azienda Ferraro Bio. Entrambi, infatti, hanno stimolato il padre a puntare più in alto e diversificarsi ancora di più dal resto dei produttori cerealicoli investendo totalmente sul grano antico.

              E in particolare, Melchiorre Ferraro, che è anche uno dei soci fondatori di Simenza, è custode della varietà antica Giustalisa. A distanza di oltre 150 anni dalle ultime notizie storiche, infatti, grazie alla collaborazione con la Stazione Sperimentale di Cerealicoltura di Caltagirone e con la facoltà di Agraria di Palermo, la famiglia Ferraro ha riscoperto la più rinomata e la più antica tra le varietà di grani indigeni siciliani divenendone ormai gli unici “custodi riconosciuti” a livello internazionale (Premio European Rural Parliament – 2017). 

“Ammetto che – continua Ferraro – , insieme con i miei figli abbiamo intrapreso una strada molto più tortuosa ma i primi risultati si vedono e ci danno gradi soddisfazioni. D’altra parte, attraverso la rete Coldiretti, siamo riusciti a inserirci in un settore dove abbiamo a che fare con consumatori consapevoli e più attenti a ciò che mangiano. Per questo mentre prima ero nel settore cerealicolo nel conto terzi, abbiamo deciso di cambiare totalmente ed evolvere riguardando al passato e alla tradizione. Ho sempre coltivato grani di Tumminia e Perciasacchi, ma 15 anni fa mi sono imbattuto in un opuscolo datato 1848 Stamperia Palermo in cui l’Autorità dell’epoca che attribuiva i prezzi alle granaglie riportava una tabella in once con le varietà più comuni che costavano mediamente 4 once e poi compariva il nome di un grano mai sentito: il Giustalisa, appunto, cui era attribuito il prezzo di 7 once”.

“Cominciai a chiedermi – spiega – come fosse possibile che ci fosse un grano così costoso. Ho cominciato a studiare e documentarmi e dalla Stazione di Granicoltura di Caltagirone, che conserva il germoplasma di 50 popolazioni indigene di grani, mi sono stati affidati 20 kg di microparticelle di Giustalisa. Un grano antico che veniva coltivato da Palermo verso Trapani ed Agrigento in tutta la zona del Fondovalle. C’è voluto un po’ di tempo, perché per coltivare il primo ettaro di terreno con questo grano, ci sono voluti 6 anni. Dopo ho effettuato le analisi che mi hanno fatto capire il perché fosse così pregiato. E poi grazie alle analisi condotte in collaborazione con l’Università di Messina e l’istituto Zooprofilattico di Palermo, abbiamo visto le sue grandi qualità che lo rendono particolarmente adatto a chi è intollerante al glutine, altamente digeribile e persino benefico per l’intestino grazie alle fibre naturalmente presenti in questo prodotto integrale”. 

Tutte qualità che hanno spinto i Ferraro a focalizzare la loro produzione sul Giustalisa e, in particolare, sui prodotti Realgiustalisa nati dall’unione di tre varietà di grani antichi.

“Nella nostra azienda – continua – seguiamo la rotazione agraria e la coltivazione di cereali avviene ogni due anni perché la nostra produzione viene infatti integrata dalla coltivazione dei legumi. Queste condizioni consentono al terreno batteriologicamente attivo di rigenerarsi in un ciclo biologico naturale. L’applicazione dell’antica rotazione agronomica, che assicura al terreno  equilibrio e la fertilità. E poi, dai legumi viene prodotta una pasta con una tecnologia innovativa.  Ma c’è di più: la disponibilità di un nostro parco macchine altamente tecnologico e il completamento della filiera produttiva garantiscono la  produzione di farine e pasta di alta qualità e al contempo la giusta   competitività per affrontare le sfide del mercato globale, senza dimenticare la  tutela della salute dei consumatori e il rispetto dell’ambiente”.

sabato 14 ottobre 2023

Taormina Gourmet

 

Taormina Gourmet accende i motori. L’evento, ideato e organizzato da Cronache di Gusto, dal28 al 30 ottobre 2023 celebra la sua decima edizione: all’hotel Villa Diodoro di via Bagnoli Croci, aTaormina, saranno tre giorni pieni di eventi nell’evento.

 

Saranno circa 30 le masterclass dedicate ai grandi vini italiani, con la conduzione affidata a

giornalisti di fama nazionale e internazionale e appuntamenti rivolti all’olio extra vergine di qualità.

Oltre 50 le cantine top da tutta Italia e oltre 150 i vini protagonisti del banco d’assaggio frutto di

una selezione di Cronache di Gusto e dei giornalisti presenti a Taormina. L’elenco completo delle

cantine, in costante aggiornamento, è disponibile sul sito www.taorminagourmet.it.

E poi i cooking show, che vedranno esibirsi giovani chef emergenti, e il Mondo pizza, che

coinvolgerà in tre giorni alcuni tra i migliori pizzaioli del Sud d’Italia.

Ancora: la premiazione dei 69 vini di Sud Top Wine, il concorso dedicato alle migliori etichette del

Sud Italia valutate da una giuria di giornalisti presenti. Uno spazio sarà dedicato alla pesca con

esibizioni, dibattiti e il coinvolgimento dei protagonisti della filiera dell’economia blu, attraverso

Fish accademia che ormai è un evento nell’evento.

Uno spazio sarà dedicato anche alla pesca con esibizioni, dibattiti e il coinvolgimento dei

protagonisti della filiera dell’economia blu, attraverso Fish Academy, un sodalizio consolidato

ormai da considerare a tutti gli effetti un evento nell’evento.

Non solo cooking show, banchi di assaggio e masterclass, a Taormina Gourmet spazio anche a

dibattiti, talk show e cerimonie di premiazione. Tutto avverrà nella Sala Convegni dell’Hotel

Villa Diodoro in uno spazio creato per questi momenti di incontro dove il vino resta il protagonista

assoluto.

lunedì 9 ottobre 2023

I MESTIERI DI MIRKO

 

 

Gianna Bozzali

I MESTIERI DI MIRKO

 

Una Produzione Rai Contenuti Digitali e Transmediali

 

Le eccellenze della tradizione artigianale siciliana

riscoperte da Mirko Matteucci

 

In esclusiva dal 16 ottobre su RaiPlay

 

 


 

Un viaggio nella terra del sole e del mare alla scoperta delle sue tradizioni artigianali. Dopo il successo delle precedenti edizioni, in esclusiva su RaiPlay dal 16 ottobre, torna “I mestieri di Mirko”, una produzione Rai Contenuti Digitali e Transmediali, con dieci nuovi episodi rilasciati ogni lunedì e interamente dedicati alla Sicilia. Mirko Matteucci l’attraverserà per lungo e per largo, per raccontare l’evoluzione dei lavori antichi che mantengono un legame indissolubile con il territorio e che vengono tenuti in vita dai tanti giovani che - con il giusto rinnovamento - rendono i “mestieri” italiani unici al mondo. Matteucci, accompagnerà il pubblico in questo viaggio con ironia e semplicità, ricoprendo al tempo stesso, il ruolo di cronista e quello di apprendista. E attraverso le sue vicissitudini, metterà in risalto l’abilità dei vari artigiani, rivolgendo una particolare attenzione ai giovani e all’imprenditoria femminile.

In Sicilia, il conduttore scoprirà i colori e il calore della “Vucciria”  di Palermo con la sua Street Food, l’arte incantatrice dell’opera dei pupi, la solennità delle saline, il fascino maestoso dell’Etna con le sue coltivazioni Dop, i viaggi mistici dei carretti siciliani, i suoni arcaici dei tamburi fatti a mano. Un occhio anche alle eccellenze culinarie locali: i cannoli, la cassata e la frutta martorana (ormai brand mondiali)i gamberi di Mazara del Vallo e i vini italiani IGP.

“I mestieri di Mirko” è un programma di Mariano D’Angelo, condotto da Mirko Matteucci per la regia di Paolo Tommasini. 

 

 

 

venerdì 6 ottobre 2023

Global Library of Trees and Flowers - FAO Park

NinoSutera 

 

Attraverso l’iniziativa “Città Verdi”, la FAO collabora con i Comuni per incrementare gli spazi verdi, migliorare i collegamenti con le aree rurali e condividere le migliori pratiche per contrastare il cambiamento climatico. A Roma, all’interno del parco di Villa Doria Pamphilj, sta prendendo forma una nuova ed entusiasmante iniziativa che prevede idee innovative per le pratiche sostenibili.


La FAO, in collaborazione con Roma Capitale e grazie al supporto della Sovrintendenza Capitolina, di Coldiretti/Assoflora, del Festival del Verde e del Paesaggio e dello Studio OSA, sta creando la Global Library of Trees and Flowers - FAO Park.    

https://www.fao.org/fao-italy/projects/park/launch-of-fao-park--global-library-of-trees-and--flowers/it


La vasta superficie del parco   oggi vanta cento nuovi alberi e numerose specie vegetali, che rappresentano 7 diverse aree geografiche del mondo: nei prossimi mesi è prevista la piantumazione di 90 specie di alberi e piante. Il gesto simbolico di piantare alberi nell’ambito di questa iniziativa incarna l’unità globale e l’azione collettiva necessarie per promuovere un mondo più sostenibile e sicuro dal punto di vista alimentare: serve a ricordare in modo efficace che solo unendo le forze possiamo far fronte alle pressanti sfide globali che viviamo. Nei prossimi mesi il FAO Park continuerà a creare progetti e punterà a coinvolgere studenti e pubblico in generale per imparare dalla natura a coltivare una maggiore consapevolezza della biodiversità del nostro pianeta, sviluppando così un più profondo rispetto per il ruolo cruciale che alberi e piante svolgono nel sostenere la vita.   Il Parco di Villa Doria Pamphilj è un’oasi urbana di ben 184 ettari ed è il più grande della città: vanta una delle residenze storiche meglio conservate di Roma, dove storia, arte e sostenibilità sono interconnesse. Nel corso dei secoli ha conservato il suo fascino seicentesco e gli elementi che hanno caratterizzato il ‘700 e l’800, garantendo ai visitatori un piacevole viaggio nel tempo. 

Avventurati tra le 7 aree continentali: Africa, Asia, Europa, America Latina, Caraibi, Vicino Oriente, Nord America e Stati del Pacifico, che ospitano numerose varietà di specie arboree e vegetali. 

Organizza la tua visita al parco: è facilmente raggiungibile da Via Leone XIII, all’altezza di Largo Martin Luther King, in auto e con gli autobus 180F, 31, 791, 982 ed H. 

martedì 3 ottobre 2023

Solenopsis invicta (invincibile)

                                                                                                               

           Una  ricerca svolta dalle Università di Parma e Catania  in collaborazione con l’Istituto di Biologia di Barcellona, ha preso in esame la specie aliena Solenopsis invicta, conosciuta come formica di fuoco o formica guerriera, e inserita nella lista delle 100 specie più invasive del mondo dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Attraverso la costruzione dei propri formicai, danneggia le radici delle piante, mettendo a repentaglio intere coltivazioni.

Il parassita ha raggiunto la Sicilia, in particolare l’areale di Siracusa, molto probabilmente a causa della vicinanza di uno dei principali porti mercantili dell'isola, il porto di Augusta .



Solenopsis invicta è un imenottero appartenente alla famiglia delle Formicidae – comunemente conosciute come formiche – nativo del Sudamerica. Il corpo delle operaie di Solenopsis invicta ha dimensioni molto modeste, dai 2 ai 4 millimetri di lunghezza, e colore bruno-rossarsto. Nonostante la piccola mole e l’aspetto apparentemente anonimo, possiedono all’estremità dell’addome un pungiglione in grado di infliggere punture molto dolorose e brucianti. La sensazione sarebbe quella di un’inverosimile fiamma sottopelle: da qui l’appellativo con cui sono famose in tutto il mondo.

La massiccia presenza di Solenopsis invicta negli ecosistemi colonizzati è spesso associata a un impoverimento della biodiversità e delle interazioni tra le diverse specie e tra gli individui, per via del comportamento predatorio non selettivo di questa formica. Questa specie, però, arreca diversi danni alle colture fagocitando parti di piante come semi, frutti, radici o steli. Provoca danni zootecnici attraverso punture agli animali da allevamento e stabilisce relazioni mutualistiche con afidi e cocciniglie, nutrendosi delle sostanze zuccherine ottenute che questi secernono sotto forma di essudato a spese di piante di rilevanza economica. La loro presenza può inoltre danneggiare le reti elettriche e di telecomunicazioni.

 I Paesi nei quali si è diffusa nel corso dell'ultimo secolo, sono: Messico, Stati Uniti, Cina, Taiwan, Australia e Caraibi dove causa enormi danni.




 Lo studio ha segnalato la presenza anche nella provincia di Siracusa, e osservato che il rilevamento precoce nella regione Sicilia sono fondamentali per gestire con successo questa nuova minaccia. Utilizzando analisi genetiche per valutare la sua presunta origine, nonché il tracciamento del vento e la modellazione della distribuzione delle specie per prevederne la potenziale distribuzione nel continente, hanno mostrato che metà delle aree urbane in Europa sono già idonee e che il riscaldamento climatico previsto secondo le tendenze attuali favorirà l’espansione di questa formica invasiva.

 In Europa ci sono state almeno tre intercettazioni documentate di S. invicta , in Spagna, Finlandia e Paesi Bassi e in Sicilia

Lo studio ha  documentato 88 nidi che si estendono su circa 4,7 ettari durante l'inverno 2022/2023 in Sicilia (Italia), vicino alla città di Siracusa.   L'area invasa, confinante con l'estuario di un fiume, rientra in un sito protetto regionale più ampio. La gente del posto   ha denunciato di frequenti punture di formiche nell'area almeno dal 2019, suggerendo una presenza prolungata di S. invicta che è coerente con la vasta area invasa e l'elevato numero di nidi maturi   Non è chiaro come la specie abbia raggiunto questo sito, ma negli ultimi anni non sembrano essere stati realizzati grandi progetti paesaggistici o di piantumazione ed è altamente improbabile che rappresenti il ​​primo punto di arrivo e l'unico luogo nell'area. La vicinanza di uno dei principali porti mercantili dell'isola, il porto di Augusta  potrebbe essere rilevante per la sua introduzione.

Gli sforzi di monitoraggio dovrebbero essere estesi su una scala geografica più ampia, data la capacità di dispersione delle specie e la presunta esistenza di un primo sito di introduzione sconosciuto. La definizione di efficaci strategie di rilevamento delle specie di formiche aliene appare particolarmente importante considerando il loro numero crescente su scala europea e globale.

https://www.youtube.com/watch?v=N17Vr-PYfTE

 

                      Il sostegno per questa ricerca è stato fornito dalla Fondazione “la Caixa”  , da una borsa di studio Beatriu de Pinós, finanziata dal governo catalano e dal programma UE COFUND, e dalla Secretaria d'Universitats i Recerca, Departament de Recerca i Universitats, Generalitat de Catalunya,  con una borsa di studio per il programma pre-dottorato Joan Oró e il Fondo sociale europeo Plus.
 



SISTEMI INNOVATIVI PER LO SVILUPPO DELLA FILIERA DEL “CARRUBO"

 

                                                                                                       D.ssa Agronomo Maria Scollo

                                                                                          Dr. Agronomo Giorgio Gurrieri


 

Proseguono le attività realizzate dal GO denominato “CARRUBO” (acronimo IN-SYDE-CAR) nell’ambito del progetto denominato “SISTEMI INNOVATIVI PER LO SVILUPPO DELLA FILIERA DEL “CARRUBO”, finanziato ai sensi della sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014/2020 – bando 2020.

Sono 14 i partner che hanno aderito al progetto finalizzato a valorizzare la coltivazione del carrubo, agendo su tutte le fasi della filiera: dal campo, alla trasformazione del prodotto, al reimpiego di scarti e residui. Capofila del progetto è l’azienda di trasformazione “S.C.F. Srl” e ad essa si sono unite le aziende agricole “Scrofani Adele”, “Fratantonio Enzo”, “Fratantonio Giorgio”, “Fratantonio Salvatore”, “Maltese Giovanni”, “Az. Agr. Licitra Manuele e Giancarlo S.S.”, “Cicero Santalena Santo”, “Tenuta Chiaramonte Società Agricola Srl”, “Iacono Nunziatina”, nonché il “Consorzio Az. Agricole Fratantonio”. Aderiscono, inoltre, al partenariato il “CREA” quale responsabile scientifico del progetto e detentore delle innovazioni proposte, la “Pro.se.a. Srl”, società di consulenza che svolge la funzione di Innovation broker e “SIALAB Srl”, laboratorio di analisi.



Il progetto prevede interventi in grado di apportare innovazioni in una filiera dalle molteplici potenzialità, oggi poco sfruttate, attraverso:

-          la messa a punto di adeguati piani coltivazione per migliorare le rese e la produttività;

-          il miglioramento delle tecniche di trasformazione dei frutti per ottenere una farina rispondente alle richieste dell’industria alimentare;

-          l’individuazione di adeguate forme di utilizzo della farina nella preparazione di alimenti.

Gli obiettivi sono quelli di ridestare interesse per il carrubo ed i suoi prodotti, auspicando che il miglioramento della qualità delle farine e il loro utilizzo nella produzione di alimenti, soprattutto gluten free, determini una maggiore richiesta di carrube e la creazione di un indotto virtuoso per il territorio.

I vantaggi interessano:

-          gli agricoltori, per effetto di un incremento della redditività della coltura;

-          i trasformatori, poiché aumenteranno e miglioreranno i loro processi produttivi;

-          le imprese agroalimentari che avranno la possibilità di diversificare la gamma dei loro prodotti;

-          i consumatori finali che potranno disporre di alimenti ad alto valore nutritivo, nutraceutico e gluten free;

-          il territorio e l’ambiente perché questa pianta permette di valorizzare le aree marginali mediterranee, contrastando i crescenti rischi di desertificazione.

In occasione del convegno del 23 giugno 2023, tenutosi a Ragusa nella location di “Villa Criscione”, sono stati divulgati i primi interessanti risultati ottenuti.

In questa sede alcuni dei partner coinvolti hanno illustrato le innovazioni introdotte e sono stati esposti i risultati preliminari delle prove effettuate.

Ad oggi sono stati messi a punto i protocolli agronomici che prevedono un impiego più razionale delle tecniche di coltivazione e sono stati installati sistemi di rilevamento dei dati climatici e di umidità (SSD).

Inoltre, sono stati effettuati campionamenti presso le aziende partner finalizzati a tracciare, individuare e definire le cultivar del territorio attraverso l’applicazione di un sistema di caratterizzazione su base molecolare (barcoding). Ogni campione prelevato è stato inizialmente codificato univocamente con le relative coordinate geografiche, successivamente sono stati sottoposti a una accurata caratterizzazione integrata, morfologica e genetica, allo scopo di determinare le diverse varietà di carrubo presenti nel territorio.

I dati rilevati, tutt’ora in corso di elaborazione, hanno dimostrato un’alta similarità genetica sulla base di otto profili molecolari di accessioni prelevati nel ragusano.

Al fine di valorizzare i residui di potatura dei carrubi, presso il partner “Consorzio Az. Agricole Fratantonio”, è stata collocata una pellettatrice e un biotrituratore per la produzione di pellet dai residui di potatura, trasformando quello che costituisce un costo per le aziende in una risorsa.



Presso lo stabilimento del capofila SCF srl sono in corso di realizzazione delle prove di trasformazione finalizzate all’ottenimento di farine di carrube secondo i protocolli messi a punto dal tecnologo alimentare Dott. Luigi Gurrieri e sono state effettuate delle  prove di utilizzo delle farine in prodotti alimentari. Ad oggi le prove hanno riguardato la realizzazione di creme dolci spalmabili, confetture a base di carrube, granite di carrube, ecc.. Pur trattandosi ancora di risultati provvisori, si rivelano molto interessanti sia dal punto di vista organolettico che nutrizionale, ed andranno ulteriormente consolidati con le altre prove che saranno condotte nei prossimi mesi.

Per conoscere i dettagli del progetto e seguire i futuri sviluppi è possibile seguire il sito web https://gocarrubo.com/.

                                                                                    

lunedì 2 ottobre 2023

Non tutti sanno che...

 NON TUTTI ANCORA SANNO CHE...

Così come contemplato dai Reg.UE. tutti gli interventi realizzati attraverso il PSR 2014-2020 e PSP 2023-2027 e comunque tutti gli interventi  attuati dall'Assessorato Agricoltura, (finanziati)   debbono  essere accompagnati da adeguate azioni di informazione e comunicazione. 

               Come è noto tutti I finanziamenti che provengono tramite i fondi  europei e/o nazionali e regionali (finanziati con le tasse che i contribuenti europei pagano) servono per sostenere l’agricoltura rafforzandone la competitività sui mercati, migliorandone la qualità, salvaguardando l’ambiente, gestendo il territorio, creando nuove occasioni educative, turistiche, culturali.

Questo impegno va a vantaggio dell’intera collettività, attraverso i cibi che consumiamo, l’ambiente che ci circonda, le risorse naturali che ci aiutano a vivere. E’ importante quindi che non solo il mondo agricolo, ma anche i cittadini sappiano quali sono questi interventi, per quali scopi vengono finanziati.

 In base alla normativa stabilita dall’Unione Europea, l’obbligo di realizzare la comunicazione è a cura del beneficiario, il quale, durante l’attuazione di un’operazione, informa il pubblico sul sostegno ottenuto.

      L'Assessorato ha attività da diversi anni diversi strumenti di diffusione e comunicazione, per dare l'opportunità di assolvere agli obblighi del beneficiario  dei contributi pubblici.

Noi siamo obbligati ad insistere, perchè come afferma il DG  "continuiamo a seminare, vedrai che prima o dopo anche dal terreno più arido nascerà un fiore... "

Chiaramente si condividono attività, iniziative, buone prassi, quando queste  ci sono...




                                          coordinamento.editoriale@psrsicilia.it 

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