nucciatornatore
Animare un territorio, non è solo una questione di
trasmissione di conoscenze e informazioni, ma è soprattutto lo sviluppo
di metodologie innovative, la riorganizzazione sociale ed economica del
territorio stesso, tali da rimuovere i vincoli allo sviluppo ed
affrontare in termini nuovi ed adeguati le opportunità .
Abbiamo incontrato
Nino Sutera componente del tavolo nazionale della rete rurale
Nino Sutera,
Diploma di Laurea in Scienze e
Tecnologie Agrarie, Funzionario Direttivo della Regione Siciliana, Divulgatore
Agricolo, “Formatore Consulente” del
Formez, Componente del Gruppo di
Lavoro PAN sottogruppo formazione, Informazione e sensibilizzazione, Iscritto all’Albo regionale dei Formatori
interni presso il Dipartimento della Funzione Pubblica della Regione
Sicilia , Ideologo dei Borghi GeniusLoci
De.Co. e del Percorso informativo di
sviluppo locale “Un Villaggio di idee” Coordinatore del
G.I.T (Gruppi d’interesse territoriale del MIUR) Ideologo della Libera Università Rurale,
autore di diverse pubblicazioni e relatore a tantissimi eventi divulgativi e blogger, ect.ect.
Un
bel curriculum?
Così dicono gli addetti
ai lavori.
A oggi, ed è un’ipotesi
generalmente condivisa, per crescere e competere in un’economia globale è
sempre più necessario investire in conoscenza, nella elaborazione di idee
innovative e nella valorizzazione dei beni immateriali. Per
esempio la tutela dell’ambiente, dei
consumatori, costituisce una delle tipologie di risorse immateriali
fortemente caratterizzanti l’attività agricola.
Ecco la domanda, in tutta Europa il trasferimento
delle conoscenze e delle buone prassi in
agricoltura, viene considerato un caposaldo per lo sviluppo,
mentre in Sicilia?
I Servizi per l’agricoltura sono uno strumento
utile per l’attuazione degli obiettivi di politica agricola e rurale legittimate
dall’U.E. C’è da dire però, che l’impegno finanziario nella
programmazione PSR 2014/2020, per esempio non è stato uniforme, in
Italia ci sono Regioni come il Piemonte, il Veneto, la
Lombardia, che hanno impegnano dal 6% al 14% della spesa
complessiva del PSR nelle attività di promozione dell’innovazione,
alla divulgazione, alla consulenza alle aziende agricole; dall’altra, Regioni
che hanno previsto meno, appena il 2%, come la
Sicilia, forse perché si riteneva (sbagliando) che investire in termini
di risorse immateriali rappresenta un'opzional. Chiaramente non è una
responsabilità di questo governo.
In Sicilia la l.r. 1 agosto
1977, n. 73 “Provvedimenti in
materia di assistenza tecnica e di attività promozionali in agricoltura autorizza
l’Ente di Sviluppo Agricolo ad attuare e coordinare le iniziative e gli
interventi per l'assistenza tecnica e le attività promozionali giovandosi delle
proprie strutture periferiche - Sezioni Operative per l'assistenza tecnica e le
attività promozionali, e di divulgazione - che operano su larghe basi
territoriali.
Ecco, se pur sono trascorsi 40 anni, le
finalità sono coerenti agli indirizzi dell’U.E e del
Ministero di questi ultimi anni.
Chiaramente per svolgere le attività e le funzioni, ci
vogliono risorse adeguate.
Qual è la prospettiva strategica per i prossimi anni ?
il punto di partenza e di riferimento in Sicilia è la legge, L.r. n. 73/77,
Dobbiamo essere capaci di fare tesoro dell’esperienza
maturata, delle necessità del mondo rurale, ma anche di adeguare gli
obiettivi rispetto alle indicazioni del MIPAF su
gli ambiti del sistema di consulenza:
a) gli
obblighi a livello di azienda risultanti dai criteri di gestione obbligatori e
dalle norme per il mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e
ambientali, ai sensi del titolo VI, capo I, del regolamento (UE) n. 1306/2013;
b) le
pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente stabilite nel titolo III,
capo 3, del regolamento (UE) n. 1307/2013 e il mantenimento della superficie
agricola di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera c), del medesimo
regolamento (UE) n. 1307/2013;
c) misure
a livello di azienda previste dai programmi di sviluppo rurale volte
all'ammodernamento aziendale, al perseguimento della competitività,
all'integrazione di filiera, compreso lo sviluppo di filiere corte,
all'innovazione e all'orientamento al mercato nonché alla promozione
dell'imprenditorialità;
d) i
requisiti a livello di beneficiari adottati dagli Stati membri per attuare
l'articolo 11, paragrafo 3, della direttiva 2000/60/CE;
e) i
requisiti a livello di beneficiari adottati dagli Stati membri per attuare
l'articolo 55 del regolamento (CE) n. 1107/2009, in particolare l'obbligo di
cui all'articolo 14 della direttiva 2009/128/CE;
f) le
norme di sicurezza sul lavoro e le norme di sicurezza connesse all’azienda
agricola;
g) consulenza
specifica per agricoltori che si insediano per la prima volta;
h) la
promozione delle conversioni aziendali e la diversificazione della loro
attività economica;
i) la
gestione del rischio e l'introduzione di idonee misure preventive contro i
disastri naturali, gli eventi catastrofici e le malattie degli animali e delle
piante;
j) i
requisiti minimi previsti dalla normativa nazionale, indicati all'articolo 28,
paragrafo 3, e all'articolo 29, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1305/2013;
k) le
informazioni relative alla mitigazione dei cambiamenti climatici e
all'adattamento ai medesimi, alla biodiversità e alla protezione delle acque di
cui all' allegato I del regolamento (UE) n. 1306/2013;
l) misure
rivolte al benessere e alla biodiversità animale;
m) profili sanitari
delle pratiche zootecniche;
n) l'innovazione
tecnologica ed informatica, l'agricoltura di precisione e il
trasferimento di conoscenza dal campo della ricerca al settore primario.
Anche il PAN prevede l’utilizzo di
consulenti per supportare le aziende nella difesa fitosanitaria?
Si il piano di azione nazionale per l'uso
sostenibile dei prodotti fitosanitari (Pan), adottato con decreto 22 gennaio
2014, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150,
reca l'attuazione della direttiva 2009/128/CE, e istituisce un
quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei
pesticidi, attribuisce alle Regioni l’onere di attuare le
azioni per l’applicazione della difesa integrata in agricoltura.
Stiamo lavorando a un progetto pilota sulla prescrizione dei
prodotti fitosanitari (il primo in Italia)
Di cosa si tratta?
I Prodotti fitosanitari sono tutti
quei prodotti, di sintesi o naturali, che vengono utilizzati per combattere le
principali avversità delle piante come, malattie infettive, fisiopatie,
parassiti e fitofagi animali ect..
Il Pan si propone di ridurre i rischi associati
all'uso dei prodotti fitosanitari, promuovendo un processo di cambiamento delle
tecniche di utilizzo dei prodotti verso forme più compatibili e sostenibili in
termini ambientali e sanitari.
Di conseguenza riguarda tutti, agricoltori,
consumatori, cittadini e beni pubblici. La prescrizione è
un cambio di passo nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari,a tutela di tutti
chiaramente.
Così come il medico
prescrive nella ricetta un medicinale per una determinata patologia, piuttosto
che un altro, così il consulente del PAN
potrà prescrivere un fitofarmaco in funzione delle
esigenze della coltura, della tutela dell’ambiente e dei
consumatori
Il consulente del PAN
attraverso la sua competenze è in grado
di rispondere alle esigenze attuali provenienti dalla società civile in tema di
sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e responsabilità
etica. L’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari
richiede un salto di qualità in termini di formazione e
miglioramento delle capacità degli operatori professionali nelle scelte da
compiere.
Per l’attuazione del
progetto pilota, l’ipotesi su cui stiamo ragionando
e coinvolgere le strutture periferiche dell’Ente e all’occorrenza professionisti
esterni in regime di convenzione, utilizzando le risorse delle
Misure del PSR 2014/2020