mercoledì 27 dicembre 2017

Formazione e Consulenza

Formazione e consulenza due elementi chiave per la diffusione dell'innovazione in agricoltura




Tania Dionisi (Phd in Pianificazione, design e tecnologie dell'architettura) ci ha inviato un interessante contributo legato al suo lavoro di ricerca sul ruolo e le prospettive dell'innovazione tecnologica in agricoltura. 
                          Lo sviluppo agricolo è uno dei temi chiave nei dibattiti internazionali volti a promuovere l'aumento della produttività, l'ammodernamento delle imprese e il completo rispetto dell'ambiente e la tutela dei territori. Sul fronte delle innovazioni, che insieme allo sviluppo rurale rientra tra le priorità dell'Unione europea, sono numerose le soluzioni che vengono proposte dagli stakeholder coinvolti, a partire dai produttori di macchinari agricoli per arrivare ai centri ricerca. Si tratta di soluzioni ad alta matrice tecnologica afferenti alla cosiddetta "Agricoltura di precisione", in grado di massimizzare le rese, utilizzare le risorse a disposizione in maniera efficiente, e diminuire i costi e gli sprechi. Si tratta di sistemi in grado di migliorare la gestione dei processi agricoli attraverso il monitoraggio di tutti i parametri provenienti dal fondo e dall'ambiente che, messi a sistema attraverso una rete informatica, aiutano l'imprenditore nelle scelte aziendali; nella gestione delle lavorazioni e nell'impiego di materiali e prodotti di sintesi. Dai sistemi di posizionamento satellitare (GPS) ai sistemi di informazione geografica per l'analisi spettrografica dei suoli (GIS); dai sensori di campo ai sistemi di agro-meteorologia; dai software gestionali ai sistemi di ultima generazione riguardanti la realtà aumentata e la gestione da remoto delle colture sia in serra sia in pieno campo; l'agricoltura di precisione è un complesso di conoscenze e pratiche che sta rivoluzionando il settore primario. Tuttavia stenta ancora a diffondersi su larga scala, specie in quei territori, come l'Italia, in cui l'agricoltura è frammentata e fatta di tante piccole unità. I motivi sono diversi, innanzitutto l'agricoltura di precisione non è un prodotto finito facilmente implementabile da zero in poco tempo, in secondo luogo essa richiede elevati costi di investimento iniziale e in ultimo una preparazione informatica di medio e alto livello. In un quadro in cui l'agricoltura italiana è prevalentemente composta da piccolissime aziende a conduzione diretta, gestite soprattutto da uomini che hanno in media più di 50 anni e un basso titolo di studio, è difficile pensare che l'agricoltura di precisione possa trovare a breve una larga diffusione. 















































































Da una recente ricerca condotta da Cisco Systems in collaborazione con il Digital Transformation Institute si evince che l'agricoltura italiana rischia di non cogliere la sfida della trasformazione digitale perché in sostanza manca, nel comparto agroalimentare, una visione d'insieme che renda più comprensibile le opportunità che la tecnologia offre per aumentare la competitività; sono carenti inoltre figure professionali qualificate che possano fungere da vettori di trasferimento di conoscenze e innovazione dai centri ricerche alle imprese. Per far sì che questo trasferimento si compia e l'agricoltura italiana possa trasformarsi, favorire il ricambio generazionale e aumentare i propri livelli di competitività, occorre creare un cortocircuito che spezzi la distanza infruttuosa tra centri ricerche e imprese e che favorisca l'aumento della professionalità e delle competenze. La tecnologia può continuare a evolvere e a proporre soluzioni sempre più innovative ai problemi della produzione agricola, ma senza un'adeguata preparazione e un'effettiva dimostrazione del vantaggio che essa apporta, gli imprenditori non saranno stimolati ad accedervi. Per fare in modo che l'offerta di sistemi tecnologici sia equiparata alla domanda e di conseguenza i costi di investimento possano essere ridimensionati alle potenzialità delle aziende occorre puntare sul potenziale innovativo che esiste tra i giovani imprenditori. Sebbene i giovani capoazienda (età compresa tra il 19 e i 35 anni) siano circa il 5% del totale (censimento Istat,2010), nel 2015 sempre un'analisi ISTAT ha riscontrato un sostenuto incremento degli appartenenti alla classe di età giovanile, compresa tra i 15 e i 34 anni (+11,1%); ciò induce in parte a sperare in un atteso processo di ricambio generazionale del settore. Occorre tuttavia fare in modo che questi recepiscano il vantaggio derivante dall'ammodernamento delle aziende, dall'adozione di nuove tecnologie e buone pratiche al fine di far fronte contemporaneamente ai cambiamenti climatici e ambientali e all'aumento della richiesta di cibo sano e nutriente a prezzi accessibili per tutti. La politica agricola comune (PAC) prevede che gli Stati membri e le regioni elaborino dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) in funzione dei bisogni dei loro territori. In particolare la Misura 01 dei PSR prevede il sostegno per il "Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione" e il cui obbiettivo è il miglioramento della professionalità degli operatori e la competitività sul mercato attraverso attività di formazione e scambio di buone pratiche. Sono invece aperte molte delle call del programma quadro Horizon 2020 inerenti al Work Programme 2018-2020 nella sezione "Food security, sustainable agriculture and forestry, marine, maritime and inland water research and the bioeconomy" e più precisamente nelle Call "Rural Renaissance". Con un fondo di circa € 263 milioni di euro l'Europa intende infatti investire nel rinnovamento rurale e nei giovani, incentivando azioni volte a coinvolgere e abilitare gli imprenditori all'uso della tecnologia, sostenere la modernizzazione delle aziende, diffondere l'innovazione, eccetera. In generale questo tipo di strumenti, visto il nuovo approccio multi-actor dell'unione europea, sono rivolti a stakeholder provenienti da differenti ambiti: dai centri ricerca, alle agenzie di formazione abilitate fino ad arrivare alle associazioni di categoria, alle organizzazioni professionali ed infine ai Gruppi Operativi,  finanziati all'interno della Misura 16  - Cooperazione dei PSR. L'opportunità offerta da questi strumenti è quella di favorire la divulgazione scientifica e il trasferimento di conoscenze per incrementare la diffusione delle innovazioni e portare gradualmente l'agricoltura ad allinearsi con gli altri settori produttivi. Come dimostrato in altri ambiti, un'innovazione si diffonde più velocemente quando più attori nello stesso territorio la adottano. È opportuno quindi che tutti i portatori di interesse coinvolgano i giovani imprenditori incentivando soprattutto la creazione di network di imprese in cui possano essere condivisi scopi e mezzi, attrezzature e risorse per superare questa transizione da un'agricoltura di stampo convenzionale a un'agricoltura innovativa più attenta alla qualità dei processi e dei prodotti e alla salute pubblica e ambientale. In un mondo iper-connesso, dove le informazioni e gli strumenti viaggiano ad alta velocità e in modalità sempre più condivisa, è fondamentale che anche le aziende agricole ne siano parte per allontanare il rischio di isolamento, cessazione (che trasforma il Paese da produttore a importatore) e al contempo avvicinare più giovani all'opportunità di valorizzare la vocazione agricola di molti territori.
Tania Dionisi
Phd in Pianificazione, design e tecnologie dell'architettura
Con il contributo di  Silvia Baralla

martedì 19 dicembre 2017

Banca delle terre agricole

di ninosutera

Un ruolo fondamentale è costituito dal supporto logistico,  al trasferimento di informazioni e conoscenze, oltre al fatto che L'ESA già una volta  a seguito della riforma agraria si è  occupata di assegnare i terreni ai aventi diritto

L'obiettivo è valorizzare il patrimonio fondiario pubblico e riportare all'agricoltura anche le aree incolte, incentivando soprattutto il ricambio generazionale nel settore. Per avere la mappa completa si può consultare il sito www.ismea.it.


La 'Banca delle terre agricole' può rappresentare uno strumento fondamentale per rispondere alla richiesta di terreni e valorizzare al meglio il patrimonio fondiario pubblico. Dopo anni di attesa si parte. Dobbiamo stimolare in ogni modo la crescita delle nostre produzioni, consentendo soprattutto ai giovani di poter avere un accesso alla terra e al credito semplificati. Per questo motivo come Governo abbiamo messo in campo strumenti utili per gli under 40 come i mutui a tasso zero per gli investimenti, l'aumento del 25% degli aiuti europei e soprattutto, con l'ultima legge di bilancio, l'esenzione totale dal pagamento dei contributi previdenziali per i primi 3 anni di attività per le nuove imprese agricole condotte da giovani." 


COS'È LA BANCA DELLE TERRE AGRICOLE

Per la prima volta l'Italia ha una 'Banca delle terre agricole' nazionale. Uno strumento utile di mappatura per consentire a chi cerca terreni pubblici in vendita da poter coltivare di accedere facilmente al database nazionale. 

COME FUNZIONA

Chiunque potrà accedere al sito www.ismea.it e avviare la ricerca per regione. Sono disponibili tutte le caratteristiche dei terreni, la loro posizione, le tipologie di coltivazioni e i valori catastali. Gli utenti potranno consultare la Banca anche per grandezza dei terreni disponibili, potendo fare così ricerche più mirate a seconda delle esigenze produttive.

QUALI SONO I TERRENI DISPONIBILI  

Nella 'Banca delle terre agricole' sarà possibile trovare i terreni delle Regioni, dei Comuni e degli Enti pubblici che sottoscriveranno convenzioni con Ismea. Sul sito anche i terreni dell'iniziativa 'Terrevive', gestita dall'Agenzia del Demanio con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

MUTUI AGEVOLATI PER I GIOVANI

I primi 8mila ettari di terreni di proprietà di Ismea sono tutti in piena coltivazione e saranno destinati con corsia preferenziale ai giovani. La procedura di questi primi terreni prevede un percorso semplice:
- manifestazione d'interesse, attraverso Banca della Terra, per uno o più lotti;
- procedura competitiva a evidenza pubblica tra coloro che hanno manifestato interesse a seguito di avviso pubblico;
- possibilità di mutui agevolati Ismea se la richiesta è effettuata da giovani.
Le risorse finanziarie della vendita vengono finalizzate da Ismea esclusivamente ad interventi in favore dei giovani agricoltori.

venerdì 15 dicembre 2017

Focus - le principali novità del pacchetto Omnibus

Pacchetto Omnibus 


Dal 1 gennaio 2018 ci saranno  più semplificazioni e progressi importanti 
per l'agricoltura italiana.
C'è più spazio per il sostegno ai giovani agricoltori,
 un taglio concreto di vincoli burocratici e un'attenzione maggiore alla questione 
cruciale della gestione del rischio, che vede un miglioramento degli strumenti a 
disposizione. Per la prossima programmazione servirà ancora più spinta per
 tenere insieme agricoltura, alimentazione e ambiente. La Pac è un pilastro 
necessario sul quale investire, un passaggio chiave per il rilancio dell'Europa."


Focus - le principali novità del pacchetto Omnibus
  1. Si prevede una maggiore flessibilità per identificare la figura dell'agricoltore attivo,  nell'applicazione degli aiuti accoppiati e per i piccoli agricoltori.
  2. Maggiore semplificazione nelle regole del greening e possibilità di aumentare il pagamento di base per i giovani agricoltori.
  3. Sullo sviluppo rurale, le novità più importanti riguardano la gestione del rischio; in particolare, la soglia minima di danno per far scattare l'erogazione dei risarcimenti dovrebbe essere abbassata dal 30 al 20%. Altre semplificazioni riguardano lo strumento di stabilizzazione del reddito attraverso i fondi di mutualizzazione.
  4.  Di grande importanza inoltre, tra l'altro fortemente volute dalla delegazione italiana, sono le novità introdotte alla misura consulenza aziendale  
  5. Per quanto riguarda le OCM, il rafforzamento del ruolo delle organizzazioni dei produttori per tutti i settori, analogamente a quanto già previsto nel pacchetto latte.

venerdì 8 dicembre 2017

Ciminna, dal set di “ Donnafugata” a Borgo GeniusLoci De.Co.

nucciatornatore
Con l’ Audizione pubblica Ciminna, Borgo GeniusLoci De.Co. la consegna del riconoscimento di "Custode dell’Identita’ Territoriale" al Sindaco Vito Barone e di  Leader&Leader a Salvo Tosi Direttore del Gal Metropoli Est  è stato avviato formalmente  il percorso.

La  Denominazione Comunale, del percorso Borghi GeniusLoci  – ha detto Nino Sutera – è un prodotto del territorio (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un avvenimento, ect) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie.  La De.Co  non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono puntare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l’identità di un territorio. L’istituzione del Borgo GeniusLoci De.Co. consente l’avvio di una fase di sviluppo endogeno del territorio, dove la propria storia e la propria tradizione diventano la risorsa su cui investire il proprio futuro».
 Soddisfazione per la riuscita dell’iniziativa è stata espressa, a conclusione dei lavori, dal sindaco Vito Barone , che ha ringraziato il dott. Sutera per il riconoscimento conferitogli, «nella consapevolezza – ha detto il Sindaco –  che questi momenti   rappresentano tasselli importanti per quella crescita culturale indispensabile al progresso del territorio, la mia  giunta  ha adottato la delibera per l’avvio del percorso Ciminna Borgo GeniusLoci De.Co., ha concluso.
Vi assicuro  afferma  Nino Sutera, che Ciminna  è un concentrato di GeniusLoci, anzi se uno vuole vedere un esempio di GeniuLoci, bisogna dimorare per almeno  una settimana a Ciminna, per avere il tempo di assaporarla per intero.

Conclusa la parte ufficiale dell’evento, (l’Audizione Pubblica) sono stato “affidato” dal mio amico Salvo Tosi,  al Prof    Giuseppe Cusmano,  un signore molto distinto, quanto gentile, appassionato e innamorato del suo  Borgo, una miniera di informazioni, soprattutto quelle di dietro le quinte del film, che mi ha trasmesso, accompagnandomi  nella visita della mostra fotografica  de “il Gattopardo”, (solo  la mostra  meriterebbe  un ‘intera giornata, per visitarla per bene, sono come dire,  obbligato a ritornare) conclude Nino Sutera
Donnafugata viene ben descritta da Giuseppe Tomasi di Lampedusa nella sua famosissima opera “Il Gattopardo”, attraverso le parole proferite da Don Fabrizio Salina. Il regista Luchino Visconti, per il passaggio cinematografico dell’opera letteraria, cercò ispirazione recandosi presso la dimora di Donnafugata, visitandone tutti gli ambienti e rendendosi conto però delle difficoltà legate all’ambientazione all’interno di una struttura che ben poco si prestava alle esigenze cinematografiche.






Per queste ragioni, come scrisse Caterina D’amico, il paesino di Ciminna si è finta Donnafugata, il paese di fantasia di un grande romanzo italiano, che ospitò buona parte delle riprese esterne del capolavoro viscontiano.
Le ragioni che spinsero il regista a scegliere Ciminna per girare le scene nella residenza estiva dei Salina, scartata Palma di Montechiaro e Santa Magherita Belice, venne suggerito da Gioacchino Lanza Tomasi, assieme all’operatore Giuseppe Rotunno e al costumista Piero Tosi, poiché il paese era somigliante a quanto descritto nel romanzo dell’autore Tomasi Lampedusa: mancava solo il palazzo residenziale della famiglia Salina, che doveva essere limitrofo alla Chiesa Madre. Lo scenografo M. Garbuglia, in quarantacinque giorni risolse il problema con l’innalzamento della sontuosa facciata, con il rifacimento della pavimentazione di tutta la piazza. Il paese venne scelto anche per la sua tipologia di non essere ancora conosciuto e ricco di opere d’arti, specialmente la bellezza della Chiesa Madre fece innamorare il regista Luchino Visconti.
A fine giugno del 1962 iniziarono le riprese del “Gattopardo”, i Ciminnesi si videro aprire le porte dei magazzini delle case, trasformate in botteghe di lavoro di gessisti, imbianchini, muratori, ferraioli, elettricisti, falegnami, fabbro ferraio, sarti, generi alimentari.
Il paese ha avuto il piacere di ospitare Burt Lancaster (nella parte di Don Fabrizio Principe di Salina), Alain Delon (nella parte di Tancredi, garibaldino e nipote di Don Fabrizio innamorato della bellissima Angelica), Claudia Cardinale (che interpretava la bellissima Angelica e figlia del Sindaco di Donnafugata), Paolo Stoppa (nei panni di Calogero Sedara Sindaco di Donnafugata), Ottavia Piccolo (nelle vesti di Caterina), Mario Girotti, in arte Terence Hill (nella parte del Conte Cavriaghi), Rina Morelli (nelle vesti della Principessa Maria Stella Salina, moglie di Don Fabrizio) Sergio Reggiani (nel ruolo di Don Ciccio Tumeo), Giuliano Gemma nella parte del Generale garibaldino), l’attore palermitano Pino Caruso e tanti altri.
Per le scene interne il registra ha scelto due palazzi borghesi palermitani, la settecentesca Villa Boscogrande e il Palazzo Valguarnera Gangi, e un palazzo nelle vicinanze di Roma, il palazzo Chigi ad Ariccia. Considerato che la Sicilia si presenta ricchissima di paesaggi naturali sia verdi che aridi, il regista, oltre quello di Ciminna, ha utilizzato altri set esterni, così, tra le scene più celebri ricordiamo: le riprese nei pressi del territorio di Piana degli Albanesi e per le scene di battaglia vennero scelti i reali luoghi palermitani in cui esse nel passato erano avvenute come per esempio Piazza San Giovanni Decollato, Piazza Rivoluzione, Piazza Vittoria, Casa Professa e la Kalsa.

Nel mese di Agosto del 2014, a Ciminna è stata svolta l’iniziativa “La Donnafugata del Gattopardo cinquant’anni dopo”. Nella Chiesa Madre, dedicata a Santa Maria Maddalena, è stato presentato un volume per l’occasione e nell’antistante piazza è stata allestita una mostra fotografica, a cura di Giuseppe Cusmano, a ricordo dei cinquant’anni della realizzazione del set cinematografico nel paese di Ciminna.

domenica 3 dicembre 2017

OK del Europarlamento

Condizione di insularità, 
OK del   Europarlamento  al     riconoscimento  per  
Sicilia e Sardegna


                                Il Parlamento europeo ha dato il via libera al riconoscimento della “condizione di insularità” per la Sicilia e la Sardegna. La risoluzione,   è stata votata con 495 voti a favore su 693 votanti.
E’ un voto storico  che   vede per la prima volta rappresentata la vertenza insularità a livello europeo.  

 Le isole vivono, infatti, una situazione difficilissima: non solo non hanno accesso al mercato, ma si trovano anche con l’handicap e lo svantaggio di dover parlare un solo linguaggio, quello che decide l’Unione Europea. Ovvero: capire se i sostegni che vengono loro dedicati possano definirsi aiuti di Stato, e se per questo siano legittimi o meno.  

  Il voto favorevole dell’aula di Strasburgo ha condotto ad un risultato centrale per il futuro dei cittadini Europei Insulari.

Il riconoscimento della Condizione di Insularità da parte del Parlamento Europeo ha un valore importante oltre che da un punto di vista politico anche sugli aspetti legislativi. Non dimentichiamo infatti che a seguito dell’adozione del Trattato di Lisbona, il Parlamento Europeo è divenuto co-legislatore, potendo di conseguenza emendare e bloccare le proposte della Commissione Europea oltre che sollevare il suo interesse sui questioni che si ritengono prioritarie, quale è la condizione di Insularità.

In tale contesto la Risoluzione è uno strumento che consente di esprimere la volontà dei cittadini Europei alla Commissione Europea, che detenendo il monopolio nell’iniziativa legislativa ha altresì il dovere di accogliere le Risoluzioni del Parlamento trasformandole in proposte legislative. A breve il Parlamento sarà inoltre chiamato a negoziare e modificare i Regolamenti europei, che definiscono nello specifico quanti soldi saranno assegnati alle Regioni attraverso il Bilancio dell’Unione europea. Attualmente, i fondi dedicati alle Regioni Insulari sono gli stessi delle Regioni montuose, rurali e/o periferiche.   La  Sicilia come la Sardegna,  soffrono di  handicap geografici specifici e permanenti. 
Perciò,   è auspicabile che  in vista della prossima programmazione, le isole vengano considerate quali territori specifici in virtù della loro condizione di Insularità e ad esse siano destinati finanziamenti dedicati per trasporti, energia, formazione, istruzione, piccole e medie imprese, ricerca e innovazione.

 Le isole non possono, con le loro piccole e medie imprese, raggiungere il processo di internazionalizzazione che servirebbe per accrescere la loro competitività   perché vivono un contesto strategicamente abbandonato.  
Dopo il via libera alla risoluzione del Parlamento Europeo è ora che il Governo sostenga questa battaglia scrivendo subito una legge che riconosca i diritti delle nostre Isole. Sardegna e Sicilia non possono più aspettare.

Da parte dell'Esecutivo è necessaria un'azione di dialogo e di negoziazione sul fronte europeo a favore della vertenza avviata in Europa, in modo da ottenere quelle compensazioni che la Sardegna e la Sicilia attendono da tempo, e soprattutto, l'applicazione dell'articolo 174 e la rivisitazione dei criteri del Pil, determinanti per disegnare in termini attuali la situazione reale occupazionale ed economica delle nostre Isole. 

martedì 28 novembre 2017

Promozione e valorizzazione dell'Agroalimentare siciliano.

Evento conclusivo della 3^ edizione della Fiera della Biodiversità Alimentare del Mediterraneo. Un'occasione per presentare i risultati ottenuti ed offrire dei feedback significativi sugli aspetti culturali, enogastronomici e salutistici dell’agroalimentare siciliano. 




















































L’iniziativa, organizzata d’intesa con il partenariato della Fiera, ospiterà esponenti dell’Università e delle Istituzioni Regionali e Comunali, le aziende presenti in fiera ed i relatori che hanno partecipato offrendo il loro contributo allo svolgimento della manifestazione.
Sono invitati GAL e FLAG Siciliani (con un loro rappresentante) e alcune delle aziende certificate che si sono maggiormente distinte in attività di promozione e valorizzazione delle filiere siciliane vicine alla Dieta Mediterranea. 
L’invito è esteso anche ai consorzi di ricerca oggi attivi che hanno stretto collaborazione con l’Assessorato Agricoltura e a tutti i dirigenti degli Istituti alberghieri del Comprensorio Palermitano.
Nel corso della giornata saranno illustrati i progetti e le attività che dalla Fiera hanno preso vita e sarà condiviso un momento di degustazione in perfetto stile “Dieta Mediterranea”.
All’interno della manifestazione si prevede una sezione espositiva di eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche con prodotti delle aziende che li rappresenta completo del materiale di comunicazione.
Sarà infine pubblicato in anteprima il video/spot realizzato nelle giornate della Fiera e considerato un utile supporto all’attività di promozione e valorizzazione delle eccellenze agroalimentari.
L’invito è esteso anche ai consorzi di ricerca oggi attivi che hanno stretto collaborazione con l’Assessorato Agricoltura e a tutti i dirigenti degli Istituti alberghieri del Comprensorio Palermitano.
Nel corso della giornata saranno illustrati i progetti e le attività che dalla Fiera hanno preso vita e sarà condiviso un momento di degustazione in perfetto stile “Dieta Mediterranea”.
All’interno della manifestazione si prevede una sezione espositiva di eccellenze agroalimentari ed enogastronomiche con prodotti delle aziende che li rappresenta completo del materiale di comunicazione.
Sarà infine pubblicato in anteprima il video/spot realizzato nelle giornate della Fiera e considerato un utile supporto all’attività di promozione e valorizzazione delle eccellenze agroalimentari.

domenica 26 novembre 2017

Dalla L.R 73/77 all’ Innovation Brokers.

Quando il trasferimento delle innovazioni e delle buone prassi, diventa un opzional

 Il rispetto del principio della separatezza delle funzioni.
La l.r. 1 agosto 1977, n. 73 “Provvedimenti in materia di assistenza tecnica e di attività promozionali in agricoltura” autorizza l'Ente di Sviluppo Agricolo  adottare e coordinare le iniziative e gli interventi per l'assistenza tecnica rivolta eslusivamente alle aziende agricole e le attività promozionali giovandosi delle proprie strutture periferiche - Sezioni Operative per l'assistenza tecnica e le attività promozionali - che operano su larghe basi territoriali.

   Il principio della separatezza delle funzioni, introdotte dalle recenti dispositivi di legge consegnano all'Ente di Sviluppo Agricolo, come ente pubblico, l'esclusività nell'attuazione degli interventi in termini di investimenti immateriali. Come è noto infatti, chi eroga finanziamenti, e/o effettua controlli di qualsiasi natura, non può occuparsi di attività di consulenza aziendale.

Per vincere le sfide di un’economia sempre più globalizzata, occorre mentre investire in competenze, dare maggiore spazio alla produzione di idee e ai beni immateriali per uno sviluppo territoriale più innovativo e competitivo, promuovendo il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali
L’olandese Roeling negli anni ’80 sottolineava come la conoscenza agricola non fosse un patrimonio dell’accademia o dei centri di ricerca, ma sia il combinato di una miriade di detentori di conoscenze che interagiscono, il cosiddetto Sistema di Conoscenze e Innovazione Agricola. Le crisi dell’agricoltura convenzionale, gli effetti collaterali della rivoluzione verde, l’inquinamento, etc. hanno spinto a teorizzare e praticare forme partecipative di ricerca applicata (ovviamente non di base), in cui le conoscenze degli agricoltori sono valorizzate. La necessità di percorrere vie nuove e diverse (il recupero della biodiversità, l’agricoltura biologica, l’agricoltura sociale, la vendita diretta, lo sviluppo rurale multisettoriale, ecc.), unitamente alla constatazione che l’agricoltura produce anche beni pubblici (protezione del suolo, paesaggio, assorbimento CO2, habitat naturali) spinge a cercare anche nuovi modelli di divulgazione e di consulenza, che almeno in un primo momento dovrebbero essere a carico del pubblico. Ecco quindi che negli ultimi tempi, nella stampa internazionale e anche negli ambienti più market oriented (USA, Olanda, Banca Mondiale, ecc.) vi è una riscoperta del ruolo pubblico nella divulgazione e consulenza, Si parla sempre di più di tecnici che siano animatori o facilitatori, che favoriscano la formazione di gruppi e di reti, collegando ricerca, pratica e istituzioni, stimolando così una crescita “dal basso verso l’alto” e la messa a punto di innovazioni appropriate (tecniche, organizzative, individuali e di gruppo, etc.). 


L’innovazione nel settore agroalimentare costituisce un fattore determinante per affrontare le sfide del futuro in termini di incremento della produttività, efficienza e sostenibilità. Le iniziative che ruotano attorno all’innovazione non si limitano alla ricerca, allo sviluppo tecnologico e alla diffusione di informazioni ma coinvolgono anche attività di natura diversa che sono fortemente interrelate a queste: la formazione professionale, la consulenza e i servizi tecnici di supporto. L’innovazione in agricoltura è dunque il risultato di un processo di creazione di rete, di apprendimento interattivo, di cooperazione tra un insieme eterogeneo di attori.
In questo contesto, diventa cruciale il ruolo di soggetti intermedi che connettono i diversi attori coinvolti nelle traiettorie di innovazione dei diversi paesi: si tratta degli “Innovation Brokers” – termine mutuato dal secondo pilastro della Pac (Sviluppo rurale) e dalle diverse opportunità previste dai programmi comunitari come Horizon 2020.
Di cosa si occupa l’I.B. e qual è il suo ruolo in Agricoltura?
Stimolare e agevolare la formazione di partenariati per l’innovazione sono le azioni chiave per costruire dei progetti e svilupparli. L’Innovation Broker, definito anche “Progettista dell’Innovazione” agisce come mediatore di innovazione fra soggetti con visioni e procedure diverse (aziende, ricercatori EPR, PA, società civile), aiutandoli a individuare problematiche e proposte innovative di soluzione.
Questa nuova figura professionale, già prevista in fase embrionica con la programmazione 2007-2013 e riproposta con l’attuale 2014-2020, nasce in risposta al fabbisogno di miglioramento dell’impresa, ma anche in relazione alla sua sostenibilità ambientale.
Si tratta di un profilo non consueto per il panorama italiano, che ha il compito di facilitare il processo di individuazione dei bisogni di innovazione, di aggregazione dei soggetti interessati, di redazione del progetto di trasferimento dell’innovazione e di costruzione di un network di reti collaudate con il mondo della ricerca.
Gli intermediari rendono quindi disponibile una varietà di fonti di conoscenza e partner, e il loro operato è fondamentale nello sviluppo di nuove collaborazioni, centrali per l’innovazione.
Le funzioni di intermediazione non sono svolte da uno specifico soggetto. Parchi Scientifici e Tecnologici, Centri di Competenza, Distretti Tecnologici, Poli di Innovazione, Università, centri di ricerca, agenzie per l’innovazione, agricoltori,  soggetti pubblici e altri attori locali e settoriali dimostrano, a seconda dei diversi contesti e partenariati, di poter assumere il ruolo di broker per l’innovazione. 
Il periodo di programmazione 2014 -2020 sta dando uno dei più considerevoli impulsi allo sviluppo delle innovazioni nel settore agricolo. Non a caso, gli strumenti messi in campo  e gli obiettivi annunciati sono di particolare rilievo ed efficacia:
  • da un lato il nuovo Programma quadro della ricerca, Horizon 2020, offre e offrirà possibilità di finanziamento a progetti che, attraverso le attività di ricerca e l’utilizzo di nuove tecnologie rispettose dell’ambiente, della biodiversità e dell’ecosistema, possano apportare innovazioni e miglioramenti al settore primari.
La prima, gestita a livello europeo dalla Commissione, ha il compito di stabilire un dialogo fra ricerca e imprese agricole promuovendo la partecipazione di tutti i portatori di interesse al processo di scambio di esperienze e buone prassi.
I secondi sono gruppi di soggetti che concorrono allo sviluppo dell’innovazione: agricoltori, ricercatori, consulenti, imprenditori del settore agroalimentare. I G.O. si mettono insieme per realizzare un progetto con due finalità principali: risolvere alcune problematiche tecniche, economiche e/o organizzative di specifici sistemi agricoli e promuovere una collaborazione continua fra i componenti del partenariato. I Gruppi Operativi vengono finanziati nell'ambito dei PSR e, quindi, in Italia, vengono selezionati e promossi dalle Regioni.
In questo quadro, diventa decisivo il ruolo dell’Innovation Broker la cui funzione è quella di avviare un’azione di animazione e supporto alla costituzione dei G.O, sostenendo questi ultimi nella corretta elaborazione dell’idea progettuale e del relativo piano di lavoro.  
Le politiche comunitarie 2014-2020 promuovono l’utilizzo di un modello a rete, capace di mettere in relazione tutti gli attori della filiera della conoscenza, sia nella fase di rilevazione delle esigenze d’innovazione sia in quella di diffusione delle novità. I bisogni delle imprese costituiscono il punto di partenza per l’individuazione dell’innovazione necessaria, ma si coniugano necessariamente con le strategie di sostenibilità e redditività dettate dall’agenda comunitaria.
Nel contesto italiano, MiPAAF e MIUR sono le principali istituzioni che si occupano di ricerca agroalimentare, interfacciandosi anche con l’Unione Europea. Sul piano regionale, la ricerca agricola è regolamentata da norme specifiche, mentre un importante ruolo di coordinamento viene svolto dalla Rete interregionale della ricerca agraria, forestale, acquacoltura e pesca.
In materia di servizi di sviluppo e trasferimento dell’innovazione, le Amministrazioni regionali hanno piena autonomia di azione.
L’innovation broker è figura interna al mondo agroalimentare che opera a stretto contattato con gli agricoltori e si avvale di una rete di conoscenze da dove reperisce le professionalità funzionali allo svolgimento del suo ruolo.  
La sua funzione è quella di aiutare gli agricoltori e gli altri soggetti che operano nell’agroalimentare a riflettere su nuove possibilità di sostegno alla loro attività. Per via della sua posizione imparziale, l’I.B. offre un’ottica nuova nel diagnosticare i vincoli e le opportunità per gli agricoltori o, operando ad un livello superiore, per le catene di produzione, le regioni o i diversi settori.
Munito di una preparazione multidisciplinare, l’I.B si occupa anche di controllare le offerte di innovazione non soltanto in campo scientifico e tecnologico, ma anche organizzativo e normativo, come ad esempio segnalare agli imprenditori eventuali nuove disposizioni in materia di finanziamenti o sgravi fiscali.
I broker di innovazione svolgono dunque  un ruolo catalizzatore (stimolare la cooperazione e portano un reale cambiamento), un ruolo di collegamento (ad esempio informano la politica) all’interno del sistema di innovazione, e anche un ruolo di capacità di creazione di innovazione.

I suoi compiti principali:
  • Identificare una necessità di innovazione
  • Collegare partner provenienti da ambiti diversi
  • Identificare le fonti di finanziamento ed eventuali partner per l’attuazione dei progetti
  • Supportare il Gruppo Operativo nella stesura della proposta progettuale
  • Facilitare il dialogo e i processi di apprendimento
  • Partecipare all’innovazione, nelle fasi di startup, sviluppo e testaggio
  • Comunicare i risultati e trasferire le conoscenze sulle innovazioni.
Nel comparto agricolo il l’Innovation Broker assume un ruolo particolare perché deve tenere conto di diversi fattori:
  • Le Autorità di gestione regionali
  • I Gruppi Operativi
  • Le imprese agricole e forestali
  • Le Istituzioni di ricerca pubbliche e private
  • Altri soggetti del settore agroalimentare, quali agricoltori, consulenti, ONG
  • Altri Innovation Broker 
  • La rete rurale nazionale
  • La rete europea del PEI “Partenariato europeo per l’innovazione”, che ha la finalità di favorire gli scambi di buone prassi
  • I bandi di finanziamento dell’innovazione
  • Gli strumenti specifici di finanziamento
  • Gli strumenti di finanza straordinaria.

giovedì 23 novembre 2017

Progetto Proditerr@



Abbiamo incontrato Nino Sutera,   Diploma di Laurea in Scienze  e Tecnologie Agroalimentari,     Funzionario   della Regione Siciliana, Divulgatore Agricolo   da qualche anno Funzionario Responsabile dell'Azienda Sperimentale Campo Carboj  dellEnte di Sviluppo Agricolo,   Formatore Consulente del Formez,    Componente del Gruppo di Lavoro PAN sottogruppo formazione, Informazione e sensibilizzazione,  Iscritto allAlbo regionale dei Formatori interni presso il Dipartimento della Funzione Pubblica della Regione Sicilia,  Ideologo del percorso dei Borghi GeniusLoci De.Co.  e del  Percorso informativo di sviluppo locale Un Villaggio di idee Coordinatore  del  G.I.T (Gruppi dinteresse territoriale del MIUR, coordina il comitato promotore   European Rural Parliament ,  autore di diverse pubblicazioni e relatore a tantissimi eventi divulgativi.





Il Progetto PRODITERR@ è coordinato dall’Associazione Me.R.I.D.I.E.S. - Meetings, Researches and Initiatives for the Development of Identitary Environments and Societal systems, sulla base di un finanziamento della Regione Siciliana - Assessorato Regionale della Famiglia, Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali.


  Progetto "PRODITERR@ - Prodotti, identità e territorio: un Sistema Informativo Geografico per la valorizzazione dei prodotti eno-gastronomici tipici della Valle del Belìce", finanziato dalla Regione Siciliana - Assessorato Regionale della Famiglia, Dipartimento della famiglia e delle politiche sociali (Bando “Giovani protagonisti di sé e del territorio - CreAZIONI giovani” – Linea di intervento n. 2 “Tradizionalmente”).
Nell'ambito del progetto Proditerr@, l'Associazione Me.R.I.D.I.E.S. assume il ruolo di soggetto promotore e coordinatore delle attività progettuali finalizzate a  promuovere e narrare in modo innovativo e partecipativo le produzioni eno-gastronomiche tipiche, i luoghi di produzione, le tradizioni locali e le emergenze culturali e paesaggistiche della Valle del Belìce, nella loro più ampia accezione, attraverso il coinvolgimento attivo e innovativo della sua comunità, e in particolare dei giovani.









Dottore Sutera,  Lei è impegnato in numerose iniziative di promozione, comunicazione e valorizzazione dei territori rurali siciliani e delle produzioni ad essi legate, dunque, in generale e anzitutto, alle Comunità locali in essi insediate.
Qual è  lo scenario ?

Intanto mi permetta di complimentarmi con l'Arch. Laura Scaduto, e il suo staff,  per il lavoro puntuale e straordinario, che è destinato ad essere un punto di riferimento per le Amministrazioni locali.
La  neoruralità rappresenta uno dei tratti culturali caratteristici della nostra epoca,  una reazione alla crisi della società occidentale: crisi che è insieme ecologica, sociale  etica e morale. La manifestazione più vistosa è il movimento a favore della rinaturalizzazione urbana e le iniziative di valorizzazione residenziale, del territorio rurale, ma soprattutto alla riscoperta delle radici dellantica civiltà contadina. In molti Paesi europei compresa l'Italia, si moltiplicano le esperienze,   ed è in continua crescita il numero di cittadini che abbandonano le città e vanno ad abitare in campagna dove possono godere di una casa individuale con abbondante verde circostante, di cibi genuini, e ritmi tranquilli. 

Daltronde Henri Grolleau - 1987  scriveva  Quanto più la città è fonte di apprensione (disoccupazione, instabilità, etc.), tanto più la campagna rassicura. Più il presente è aggressivo, tanto più il passato appare dolce. Quanto più si è disorientati, tanto più si godrà della compagnia di persone genuine. È questo che ricercano essenzialmente i cittadini: emozioni semplici, in un mondo semplice fatto di cose semplici. Il know how del turismo rurale si fonda, in larga misura, sulla capacità dei rurali di far conoscere, ossia sulla loro capacità di comunicare, mediante le parole, latteggiamento, lambiente e le attività, con i cittadini che hanno perso il contatto con la campagna e la natura, per i quali il mondo rurale genera un nuovo esotismo, un lusso supremo, quello delle cose semplici.

Nel corso degli ultimi anni, il concetto di neoruralità si è  addensato e arricchito, come si accompagna un mondo rurale in profonda trasformazione. En effet, les territoires ruraux sont devenus multifonctionnels et du fait de leurs potentialités, sont le lieu stratégique de politiques de développement local. Infatti, le aree rurali sono diventate multifunzionali per la loro potenzialità e  rappresentano la posizione strategica delle politiche di sviluppo locale.   L'Université rurale permet de fédérer l'ensemble des forces vives du milieu rural : population, institutions et acteurs socio-écono

Oggi sono quasi ventitré milioni gli italiani (il 40% del totale) che vivono in comuni definiti rurali (con meno di trecento abitanti per chilometro quadrato): circa cinquecentomila in più rispetto a dieci anni fa. Il territorio italiano è di 30 milioni di ettari: 12,7 milioni sono coltivati, 10,5 milioni sono costituiti da boschi, 2,7 milioni è fatto di città.
Fenomeno di questi anni è Downshifting,  in cui molti lavoratori stanno scegliendo di andare a vivere in campagna, dove fanno un lavoro con un salario più basso, minori impegni e maggior tempo libero. Datamonitor, agenzia londinese che si occupa di ricerche di mercato, stima che in tutto il mondo i lavoratori inclini a fare downshifting sono 16 milioni. Ogni anno, circa 260 mila cittadini britannici fanno una scelta di vita che va in quella direzione. Nel 2008, il ministero dei Servizi sociali australiani ha stimato che sono almeno un milione le persone, tutte comprese nella fascia di età tra i 25 e i 45 anni, che hanno deciso di scalare una marcia. La stragrande maggioranza (circa il 79%) lo ha fatto non solo cambiando lavoro, ma anche scegliendo di abbandonare la città per trasferirsi al mare e in campagna. In Francia, infatti, li chiamano néo-ruraux, neorurali
Per il sociologo Corrado Barberis, autore del libro La rivincita delle campagne (Donzelli): «Per i protagonisti dellesodo, cinquanta, sessantanni fa, la città era il paradiso: coppie costrette a vivere in ammucchiata si amarono in riservatezza; le donne decisero cosa mangiare senza chiederlo alla suocera; perfino la fede fu praticabile senza il controllo del parroco. Poi ci si è accorti che, se si ricreano alcuni aspetti dellantica società fuori del suo contesto di miseria, le persone con cui si litigava erano quelle con cui si scherzava e rideva; locchio che faceva i conti nelle tasche del vicino era quello che lo proteggeva anche dai ladri».
La neoruralità, ovviamente  pone in chiave moderna alcune questioni fondamentali per il futuro delle aree rurali  e non solo.

Quali le attività di ricerca, promozione e sviluppo nelle quali esso è attualmente impegnata, con particolare riguardo alle tematiche correlate alla promozione delle produzioni tipiche della Valle del Belìce e, semmai, alla loro innovazione in termini di processi di produzione e di filiera?

Abbiamo elaborato un percorso culturale di inclusione collettiva. Borghi GeniusLoci De.Co.  Al francese terroir, preferiamo il latino genius loci, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso Borghi  GeniusLoci De.Co.,   prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza, che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il locale, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il GeniusLoci rappresenta concettualmente quello spirito percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche allimprovviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone respirano il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo dinfanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, lobiettivo è recuperare lidentità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio. Il percorso è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori Il format è stato presentato: * Poster Session del Forum P.A. di Roma; * VALORE PAESE economia delle soluzioni, organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia; * Premio nazionale Filippo Basile dellAIF · XXVI Congresso Nazionale dellAssociazione Italiana Formatori di Palermo e a EXPO2015  di MILANO 

Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da unidea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità. Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto unimportante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è un prodotto del territorio (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce foodies viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.


Quali sono le prospettive scientifiche e culturali attraverso le quali lOsservatorio NeoRuralità contempla i due temi fondamentali dell'Identità delle Comunità rurali insediate nella Valle del Belìce e del Territorio belicino?

NeoRurale  è    un modo per descrivere, chi torna alla terra fondendo tradizione ed innovazione. Chi vede nella NeoRuralità una concreta opportunità per se stessi, le proprie famiglie e le comunità locali, un processo culturale condiviso  di valenza diffusa.
Il modello di sviluppo seguito da Neorurale è frutto di una profonda innovazione culturale nelle zone rurali. Un cambiamento di prospettiva che non prevede lo sviluppo di nuove tecnologie, ma utilizza in modo creativo quelle esistenti
Un Ente pubblico ha il diritto-dovere di osservare il fenomeno che già è una realtà in tutt'europa.
Ecco allora che  neorualità e  neoagricoltura contadina  stanno introducendo nuovi/antichi codici di produzione di qualità locale e ambientale in rapporto a nuove forme sociali di scambio diretto con lautorganizzazione del consumo.
 La denominazione comunale (De.Co.) Borghi Genius Loci è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, unanalisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nellottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo delleconomia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
 Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli  ideologo delle De.Co.  ha dato del genius loci:   esso è da intendere come lintimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva.  
   La bellezza e l'unicità del paesaggio, gli insediamenti storici, la rigogliosa natura ha regalato diversi elementi attrattivi ereditati dalla tradizione ed in grado di affascinare i cosiddetti viaggiatori del gusto, ossia quei tanti turisti intelligenti e colti alla ricerca della buona tavola, non solo per apprezzarne le qualità gastronomiche, ma anche per lintimo e profondo legame tra essa ed il territorio.
  I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, lautenticità del loro territorio di origine. La Denominazione Comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l'identità di un territorio. 
Il percorso innovativo Borghi Genius Loci De.Co., attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere lessenza più autentica e di raccontare la storia di un territorio finalizzato a rafforzare lidentità del territorio attraverso lesaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dellassunto che una pietanza non serve solo a soddisfare lappetito ed a fornire allorganismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a raccontare la cultura, i valori e le tradizioni dellambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si pensa.
Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono dei principi inderogabili e non barattabili, innanzitutto  la storicità e l'unicità, linteresse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero.  Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano lidea del Borgo GeniusLoci  De.Co. allinterno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali.   
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili e controproducenti.
Quali sono le interazioni dellOsservatorio NeoRuralità con gli altri attori della ricerca, della tutela del territorio e del patrimonio culturale, con il settore e le filiere dellagro-alimentare e con gli altri attori della promozione e dello sviluppo dei territori rurali?

Lauspicio, la vera sfida, è riuscire a realizzare una rete di Borghi GeniusLoci De.Co. per valorizzare quei prodotti di nicchia, che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare e/o apprezzare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere lofferta integrata del e nel territorio. Obiettivo non secondario è costruire spirito di squadra per la tutela dellidentità dei luoghi e il recupero dellunicità territoriale come opportunità.
  Il territorio è un prodotto sociale per eccellenza e dunque va trattato e attenzionato come un bene patrimoniale comune da difendere e salvaguardare, per consegnarlo alle generazioni future. 
La capacità che deve avere un territorio,  di « produrre », grazie al saper fare delluomo   che possiede il gusto del territorio  nel quale  riconosce in modo permanente la singolarità ed il valore.
Mentre i contenuti innovativi sono:  loriginalità, dal latino oriri, derivare, non solo da un punto di vista topografico, ma culturale, vuol dire non distorcere la voce  del territorio di provenienza.
La naturalità, produrre senza interventi estranei allazione del territorio.
LIdentità  dal latino Idem, uguale che non cambia nel tempo, quindi facilmente riconoscibile, perché è il senso del luogo.


Infine  la specificità, nel significato dato da Max Weber nel 1919 di qualcosa facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche originali (un dolce, un piatto, un evento una tradizione)


La pagina della piattaforma web Proditerra da cui è possibile effettuale il download della pubblicazione, è accessibile al link:


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