Condizione di insularità,
OK del Europarlamento al riconoscimento per
Sicilia e Sardegna
Il Parlamento europeo ha dato il via libera al riconoscimento della “condizione di insularità” per la Sicilia e la Sardegna. La risoluzione, è stata votata con 495 voti a favore su 693 votanti.
E’ un voto
storico che vede
per la prima volta rappresentata la vertenza insularità a livello europeo.
Le isole vivono, infatti, una situazione difficilissima: non solo non hanno accesso al mercato, ma si trovano anche con l’handicap e lo svantaggio di dover parlare un solo linguaggio, quello che decide l’Unione Europea. Ovvero: capire se i sostegni che vengono loro dedicati possano definirsi aiuti di Stato, e se per questo siano legittimi o meno.
Il voto favorevole dell’aula di Strasburgo ha
condotto ad un risultato centrale per il futuro dei cittadini Europei Insulari.
Il riconoscimento della Condizione di Insularità da parte del Parlamento Europeo ha un valore importante oltre che da un punto di vista politico anche sugli aspetti legislativi. Non dimentichiamo infatti che a seguito dell’adozione del Trattato di Lisbona, il Parlamento Europeo è divenuto co-legislatore, potendo di conseguenza emendare e bloccare le proposte della Commissione Europea oltre che sollevare il suo interesse sui questioni che si ritengono prioritarie, quale è la condizione di Insularità.
In tale contesto la Risoluzione è uno strumento che
consente di esprimere la volontà dei cittadini Europei alla Commissione
Europea, che detenendo il monopolio nell’iniziativa legislativa ha altresì il
dovere di accogliere le Risoluzioni del Parlamento trasformandole in proposte
legislative. A breve il Parlamento sarà inoltre chiamato a negoziare e
modificare i Regolamenti europei, che definiscono nello specifico quanti soldi
saranno assegnati alle Regioni attraverso il Bilancio dell’Unione europea.
Attualmente, i fondi dedicati alle Regioni Insulari sono gli stessi delle
Regioni montuose, rurali e/o periferiche. La Sicilia come la Sardegna, soffrono di handicap geografici specifici e permanenti.
Perciò, è auspicabile che in vista della prossima programmazione, le isole vengano considerate quali territori specifici in virtù della loro condizione di Insularità e ad esse siano destinati finanziamenti dedicati per trasporti, energia, formazione, istruzione, piccole e medie imprese, ricerca e innovazione.
Le isole non possono, con le loro piccole e
medie imprese, raggiungere il processo di internazionalizzazione che servirebbe
per accrescere la loro competitività perché vivono un contesto strategicamente
abbandonato.
Dopo il via libera alla risoluzione del Parlamento Europeo è ora che il
Governo sostenga questa battaglia scrivendo subito una legge che riconosca i
diritti delle nostre Isole. Sardegna e Sicilia non possono più aspettare.
Da parte dell'Esecutivo è necessaria un'azione di dialogo e di negoziazione
sul fronte europeo a favore della vertenza avviata in Europa, in modo da
ottenere quelle compensazioni che la Sardegna e la Sicilia attendono da tempo,
e soprattutto, l'applicazione dell'articolo 174 e la rivisitazione dei criteri
del Pil, determinanti per disegnare in termini attuali la situazione reale
occupazionale ed economica delle nostre Isole.
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