venerdì 10 maggio 2024

L'Europa rurale che verrà

Di PAC e di agricoltura, ormai in questi mesi  hanno scritto tutti o quasi, perfino chi non sa nemmeno che cosa sia. Ed ecco che titoli tanto roboanti, quanto fuori luogo si sono moltiplicati, così come pure gli articoli, dal contenuto palesemente a difesa degli interessi dell’agroindustria e delle lobby della chimica del Nord Europa

Bisogna saper comprendere le differenze per capire il conflitto.

Le proteste dei trattori in europa hanno perso la foga iniziale, stante anche il fatto che i picconatori dell’Europa rurale, hanno ampiamente raggiunto l’obiettivo di costringere la Presidente della Commissione EU a ritirare il regolamento sulla riduzione dei pesticidi sulle coltivazioni e sugli allevamenti

Oggi gruppi finanziari e di multinazionali controlla gran parte della produzione alimentare industriale: i semi, i fertilizzanti, i pesticidi, la genetica delle razze animali, la trasformazione delle materie prime, la distribuzione. Il nostro sistema alimentare non protegge le sue fondamenta (la terra e chi la lavora), ma annienta proprio gli agricoltori più virtuosi, rispettosi dell’ambiente e del prossimo.

Così il disagio è esploso, indirizzato (ad arte) al bersaglio sbagliato.

Riepiloghiamo:

- Gennaio 2023 "Nonostante le evidenze scientifiche, le buone intenzioni della Commissione Europea vengono minate dall’azione delle lobby dell’agrochimica e dell’agricoltura e allevamenti intensivi, che vorrebbero fermare l’iter di approvazione del Regolamento e affossarne gli obiettivi di riduzione”

- Gennaio 2024 Solo per mera “coincidenza” un anno dopo la Presidente della Commissione Europea, è stata costretta a ritirare il regolamento sulla riduzione dei pesticidi in agricoltura e negli allevamenti,(frutto di 4 anni di lavoro minuzioso e ricerche scientifiche approfondite) che taluni sempliciotti sbandierano come la prima grande vittoria della protesta degli agricoltori. Tutti sanno, che era già scritto, le lobby della chimica e dell’agroindustria avevano bisogno degli utili-idioti di turno, attraverso la “protesta” per mettere a segno il colpo "mortale"

Noi l’avevamo già scritto all’inizio del conflitto, la diatriba di questi giorni, può essere tranquillamente ridotta a una guerra, tra agroindustria super intensiva e allevamenti super inquinanti, (nord ed europa) con interessi inconfessabili, e l'agricoltura mediterranea, rappresentata da piccole e medie aziende a conduzione familiare, che non ha niente da dividere con la prima.

La Strategia Farm to Fork e il Green Deal non non sono slogan per i pubblicitari, rappresentano al contrario un percorso culturale che talune regioni hanno saputo avviare con successo. In Sicilia per esempio, fin dall’attuazione dei regolamenti agroambientali dell’inizio degli anni 90.

La risposta non è nelle soluzioni elaborate dalle lobby antieuropeiste, funzionali alle prossime elezioni più che al futuro dell’agricoltura Il tema è complesso, ma un dato è certo: l’abolizione delle limitazioni sull’uso dei pesticidi e dell’obbligo di lasciare una piccola parte dei terreni a riposo non sono la strada giusta. Serve una strategia complessiva, che prenda in considerazione tutti gli aspetti relativi alla produzione di cibo: la situazione economica e sociale della maggioranza dei contadini (di piccole e medie dimensioni), la fertilità del suolo, la salubrità dell’acqua e dell’aria, la salute dei consumatori e la crisi climatica. Il nemico non è il Green Deal, ma una politica miope che finanzia un modello intensivo che compromette il suolo e non sopravvive senza sovvenzioni pubbliche 

A conferma di ciò, riportiamo (non ne parla nessuno) gli obiettivi messi a segno nella riunione dello Scopaff (Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed) sezione "Legislation", tenutosi a marzo 2024, che in appena 45 minuti hanno cestinato quattro anni di analisi, ricerche e studi approfonditi.

Nulla di più scontato: un rinvio "pesante", TANTISSIME proroghe, sono stati approvati da 26 stati su 27 per via dell'assenza della Romania, che non si è fatta rappresentare.

In sintesi più pesticidi per tutti, per tutti i gusti...

               Occorre una ampia riflessione, affinchè si pongano le condizioni per una nuova stagione di Riforma Agraria in Europa. Qualcuno dirà che è utopia, vedremo, voglio ricordare ai più scettici che gli azionisti di maggioranza sono i consumatori, contribuenti, cittadini europei, non sono il 20% dell' agroindustria che si appropria dell'80% delle risorse europee

mercoledì 8 maggio 2024

Il distretto del cibo “Bio Slow Pane e olio” è il primo biodistretto siciliano riconosciuto dal Ministero


 

Il provvedimento  pubblicato in Gazzetta ufficiale 

 

                   Alan David Scifo

Il Distretto del cibo Bio slow Pane e olio è il primo biodistretto siciliano riconosciuto dalla Regione Siciliana e dal ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare. La decisione è arrivata dopo la richiesta presentata dall’assessorato siciliano dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, riconoscendo al distretto “Bio Slow” l’impegno in un percorso che parte da lontano.

Il distretto biologico, con sede a Favara, raccoglie imprenditori agricoltori, associazioni di produttori, enti di ricerca pubblici e privati e più di 20 enti locali che hanno in comune la gestione sostenibile delle risorse ambientali grazie a produzioni biologiche e al rispetto del territorio. «Siamo soddisfatti del risultato raggiunto – commenta il presidente del biodistretto Salvatore Ciulla – da anni lavoriamo per l’agricoltura biologica e un modello di crescita sostenibile che metta al centro il territorio, le risorse e le peculiarità della nostra terra. Questo riconoscimento ci rende orgogliosi e premia il nostro impegno e quello delle comunità coinvolte in questo progetto che continua ad espandersi e che vuole crescere ancora. 

Voglio ringraziare l’assessorato all’Agricoltura e l’assessore regionale per la sensibilità sulle tematiche legate all’Agricoltura biologica e l’impegno messo per raggiungere questo obiettivo oltre al dirigente generale Dario Cartabellotta per il lavoro che ha portato a questo riconoscimento».

Con la nascita del Bio-Distretto sono messe in rete le risorse naturali, culturali e produttive di un territorio con l’obiettivo di valorizzare quelle politiche locali che sono orientate alla salvaguardia dell’ambiente, alla valorizzazione delle tradizioni e dei saperi locali e a uno sviluppo che abbia al centro la salute dei cittadini e la coesione sociale. La spinta propulsiva alla costituzione del Bio-Distretto proviene in primo luogo dagli agricoltori biologici che ricercano mercati locali in grado di apprezzare le loro produzioni, dai cittadini, sempre più interessati alla qualità dei prodotti agricoli e un’ambiente non inquinato, e da tutti quegli operatori economici che possono trarre opportunità e vantaggi da una valorizzazione delle risorse naturali, storiche e culturali del territorio.

lunedì 6 maggio 2024

cloud seeding o inseminazione delle nuvole

 La semina delle nuvole viene utilizzata in tutto il mondo come metodo per migliorare  la fornitura idrica naturale disponibile per le comunità dell'area circostante.

Per correttezza va anche detto che a Dubai  l’alluvione di Aprile, è stato attribuito   alla semina delle nuvole,   evento atmosferico estremo che si è presentato negli Emirati Arabi, se pur uno studio lo esclude  ALLUVIONE A DUBAI LE CAUSE

In Sicilia cloud seeding non fa parte delle ipotesi da valutare per contrastare il deficit idrico. Perchè?   


Tutti conosciamo la capacità dell’uomo di modificare l’ambiente per migliorare le sue condizioni di vita. Dalla creazione dei primi villaggi all’urbanizzazione, abbiamo trasformato la Terra in un ambiente quasi del tutto antropizzato, a nostra immagine e somiglianza. Da diverso tempo l’uomo può fare qualcosa di simile anche per quanto riguarda il cielo, mediante una tecnica chiamata cloud seeding o inseminazione delle nuvole. Si tratta di una tecnica che modifica le condizioni meteorologiche per favorire la formazione di pioggia. Ma come funziona esattamente? E quali sono i pro e contro? Scopriamolo insieme!

Per capire cos’è il cloud seeding, letteralmente inseminazione delle nuvole, e come funziona dobbiamo prima partire da come si forma la pioggia. Tutti sappiamo che la pioggia è dovuta alla condensazione del vapore acqueo all’interno delle nuvole e alla sua successiva precipitazione.

Nello specifico, però, le goccioline di pioggia necessitano di nuclei di condensazione: si tratta di piccolissime particelle, polvere o inquinanti, attorno alle quali si condensa il vapore acqueo che diventerà pioggia. Ma cosa c’entra il cloud seeding?

Presto detto. Siamo alla fine degli anni 40 e Vincent Joseph Schaefer, chimico e meteorologo americano, discute con il collega Irving Langmuir sul modo migliore per creare delle nubi.

Il ghiaccio secco, sostiene Schaefer, potrebbe rappresentare un ottimo nucleo di condensazione. Nello stesso periodo, il climatologo Bernard Vonnegut compie degli esperimenti in cui utilizza lo ioduro di argento come nucleo di condensazione.

Si tratta di un materiale impiegato ancora oggi nella moderna inseminazione delle nuvole, eseguita mediante cannoni che sparano particelle verso il cielo o aerei che spargono le particelle sopra le nubi.

Com’è intuitivo supporre, ci sono evidenti vantaggi nell’uso del cloud seeding, soprattutto nelle aree colpite da siccità frequenti o improvvise. Avere a disposizione una maggiore quantità d’acqua piovana può migliorare la produzione agricola e portare benefici economici alle comunità.

Detto questo, il cloud seeding non rappresenta la panacea di tutti i mali: non crea le nubi ma può stimolare la pioggia in nubi già esistenti. Soprattutto in zone dove la siccità è stagionale, è importante accumulare l’acqua durante i periodi normali.

Per quanto sia una tecnica innovativa e dalle grandi potenzialità, il cloud seeding ha comunque diversi svantaggi dei quali bisogna tenere conto.

Il primo riguarda l’introduzione dello ioduro di argento nell’atmosfera e nella pioggia. Legandosi all’acqua, infatti, lo ioduro d’argento finisce nelle risorse idriche e quindi nell’acqua presente nell’ecosistema e nel nostro sistema idrico. Al momento, non ci sono certezze in relazione agli eventuali effetti sulla salute delle persone.

Il secondo svantaggio riguarda l’efficacia stessa della tecnica: in linea teorica, è possibile far piovere inseminando le nuvole con sostanze che fungono da nucleo di condensazione. Nella pratica, non è facile capire se la pioggia sia causata dal cloud seeding o avvenga in modo naturale.

Fra i Paesi che utilizzano maggiormente l’inseminazione delle nuvole ci sono la Cina, gli Emirati Arabi e gli Stati Uniti, tutti Stati con ampie zone desertiche e siccità stagionali. In particolare, si è parlato tanto di cloud seeding quando il governo cinese lo utilizzò prima delle Olimpiadi di Pechino del 2008 per purificare l’aria dall’inquinamento.

Come si vede, le potenzialità della tecnologia sono enormi ma richiedono ulteriori ricerche su sicurezza ed efficacia. Con il tempo potremo sapere se sia davvero possibile stimolare la pioggia in modo sicuro e stabile, senza bisogno di una danza apposita.



VIDEO RAI SICCITA': VIAGGIO NELLA CRISI IDRICA

Schiuma 2024, terza edizione del premio Craft Beer Festival in Spiaggia

                         Gianna Bozzali

31 maggio - 1 e 2 giugno 2024

Ritorna il festival dedicato alla birra artigianale fronte mare e piedi sulla sabbia. Tre giorni dedicati alla scoperta dei migliori produttori in Italia, con degustazioni, talk sulla dieta mediterranea, abbinamenti e musica dal vivo.

 Ritorna in Sicilia il festival dedicato alla birra artigianale fronte mare e piedi sulla sabbia. È la terza edizione del “Schiuma, Craft Beer Festival in Spiaggia”, la tre giorni dedicata alla scoperta dei migliori produttori di birra italiani, con un ricco programma di degustazioni, talk sulla dieta mediterranea, abbinamenti e tanta buona musica dal vivo. Tutto questo a Marina di Modica dal 31 maggio al 2 giugno prossimi. Ben sette le regioni protagoniste, con 11 birrifici ospiti che andranno a coronare, ancora una volta, quel sogno nato tre anni fa di promuovere la cultura della birra artigianale, del buon bere e del buon mangiare con un linguaggio semplice e tanti colori.

L’evento, che ha registrato la presenza nelle due passate edizioni di circa 4mila persone e più di 10mila litri di ottima birra spillata sul posto, riaccende i riflettori non solo sul prodotto birra ma anche sul valore della convivialità e della libertà di idee. E a proposito di idee, ricordiamo che quella di Schiuma nasce dall’incontro tra la Beerchef e beerspecialist Eleni Pisano, impegnata da anni su vari fronti del mondo brassicolo, e Zero comunicazione integrata, agenzia con ampia esperienza nell’organizzazione e nella promozione di eventi.

Schiuma in pochi anni è cresciuto notevolmente confermandosi quale primo ed unico festival di birra artigianale, cibo di qualità musica e degustazioni di settore. Quest’anno vanta il patrocinio dell’Assessorato Regionale del Turismo, Sport e Spettacolo, del Libero Consorzio Comunale di Ragusa e del Comune di Modica.

«In questa edizione facciamo un salto importante e si cresce ma vogliamo mantenere forte la forza dei contenuti, del dialogo, del poter entrare in contatto direttamente con i produttori brassicoli e con tutti i soggetti che lavorano ed investono sul territorio e che abbracciano la filosofia di Schiuma – dichiara Eleni Pisano, direttrice del festival -. Parola d’ordine è coerenza tra quello che si racconta e il prodotto che si offre. Impresa non facile ma ci proviamo con scelte attente ogni giorno. Non ci interessa apparire ma socializzare, condividere idee, confrontare punti di vista, accogliere e regalare leggerezza che nulla a che vedere con la superficialità. Schiuma – prosegue Eleni Pisano - è un sistema che crea rete e crede nelle diversità con il coinvolgimento di persone che hanno professionalità e maestranze diverse, ognuna fondamentale per creare il sistema Schiuma. Non facciamo finta che non stia accadendo nulla nel mondo, anzi non a caso in questa edizione il nostro slogan è il mare non ha confini: la spiaggia è il luogo da cui spesso si parte e in cui si arriva, racconta storie di viaggiatori, incontri, migrazioni e diversità. Le onde del mare e il loro andare e venire supporta questo punto di vista. In questa edizione, Schiuma diventato marchio registrato e un format di eventi, presenterà i nuovi format creati dall’associazione brassicoltori italiani, che ha tra gli scopi principali quelli di parlare di sviluppo, territorio, sostenibilità, turismo ed inclusione a partire dal punto di vista della filiera brassogastronomica. Un grazie all’agenzia Zero Comunicazione che con tutto il suo staff lavora da mesi all’organizzazione della tre giorni, all’Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Sicilia, all’on. Ignazio Abbate, deputato all’ARS e Presidente I commissione Affari Istituzionali, al Libero Consorzio Comunale di Ragusa e al sindaco di Modica, Maria Monisteri, per aver accolto l’invito ad ospitare l’evento. Un grazie, infine, a tutte le aziende che saranno presenti».

Tra le iniziative in programma vi è Convivio e Creo Vivo, una cucina con fermento che vede la collaborazione tra due realtà importanti e di grande innovazione tar tradizione e creatività ossia Convivio e Creo Vivo con cui sarà gestita tutta l’offerta food a Schiuma.  Prevista la partecipazione di Saro Petriglieri, un maestro dell’arte della filatura del formaggio e della narrazione del formaggio, cibo che da sempre è in stretta connessione con il mondo della birra. Vi sarà poi la possibilità di partecipare ad un cooking-demo a 4 mani con gli chef Carmelo Ferreri Executive Chef del Ristorante Corallo Marina di Modica e Peppe Cannistrà Executive Chef e Patron di Ristorante Rude Ragusa nonché a quello condotto dallo chef Francesco Mineo Executive Chef della Locanda del Colonello Modica. E poi, degustazione interattive e sensoriali con Matteo Selvi e Stefano Moraschini (Unionbirrai Beer Tasters), giudici internazionali di concorsi brassicoli, e con la presenza dei birrai. Tutte le degustazioni saranno a numero chiuso e previa prenotazione sul sito ufficiale della manifestazione www.schiumabeervillage.it

Infine, è prevista una competizione sportiva di alto livello in mare grazie alla collaborazione con Sicilia Open Waters ed il Premio Schiuma 2024 per la miglior Schiuma e spillatura.

 Maggiori dettagli saranno resi noti nel corso della conferenza stampa di presentazione della manifestazione che si terrà sabato 18 maggio, alle ore 10.00, al comune di Modica.

 



Ufficio Stampa |ZeroComunicazione

Gianna Bozzali |334.3421136

 

domenica 5 maggio 2024

La crisi vista dalle fattorie sociali della Sicilia

 Rete Fattorie Sociali Sicilia    

                                                 Salvatore Cacciola                                                                               Presidente

 


 In questo preciso momento in cui il mondo agricolo e allevatoriale unito, ha alzato la voce, sceso per strada e urlato la propria disperazione, tutti abbiamo il dovere di ascoltare e capire cos'è necessario fare per il bene dell'intera collettività.

Questo perché l'agricoltura e l'allevamento sono territorio, ambiente, salute ed economia e da essI dipende la sopravvivenza stessa.

Tante sono state le rivendicazioni, i malumori e le richieste fatte.

Noi della Rete delle Fattorie Sociali abbiamo deciso di stilare questo documento dove in modo molto sintetico vogliamo esprimere la nostra opinione.

Per meglio comprendere le nostre riflessioni bisogna partire da delle premesse fondamentali. Queste sono:

1. l'agricoltura e l'allevamento nel territorio nazionale ed europeo non può essere uniformata ad un solo modello ma bensì, bisogna considerare determinate caratteristiche che ne cambiano totalmente  le esigenze e gli impatti;

2. il comparto agricolo e allevatoriale negli ultimi anni, per motivi diversi ha subito una drastica perdita di redditività ingenerata dalla pandemia, dagli eventi metereologici, dagli aumenti considerevoli delle materie prime e dell'energia a causa degli eventi bellici, dalla concorrenza sleale di paesi extraeuropei e dal peso degli oneri finanziari;

3. il futuro di tali attività di certo passa, sia a livello europeo che mondiale da modelli sostenibili e quindi da politiche green ben elaborate;

4. è necessario mettere in atto opportune misure per ridare dignità sociale ed economica a tutti coloro che operano in tali settori.

Fatto ciò e partendo da queste considerazioni occorre intervenire sui seguenti punti:

1. rivedere la politica agricola comune tenendo conto delle realtà agricole e allevatoriali presenti in funzione delle dimensioni, vi sono piccole, medie e grandi realtà; delle attività svolte, se chiudono o meno la filiera produttiva; delle zone altimetriche e morfologiche, ecc. ecc..

Non è possibile legiferare e imporre delle direttive uguali per tipologie cosi diverse.

2. rivedere i rapporti bancari adottando per i diversi servizi un canale preferenziale e alcuni offrirli gratuitamente, mentre per i mutui agrari fissare un tasso massimo equo e sostenibile;

In agricoltura i risultati non dipendono solo dalla capacità imprenditoriale svolta, ma bensì da numerose variabili indipendenti da questa.

3. ridurre e fissare un tetto massimo al costo del carburante agricolo in modo da non rendere la situazione insostenibile ed stendere l'utilizzo del gasolio agevolato anche ai mezzi aziendali quali mezzi refrigerati.

4. rivedere gli accordi tra l'INPS e Agea nella gestione dei prelievi fatti a titolo di compensazione  dei premi PAC per i crediti che vanta, poichè questi non vengono notificati da nessuna delle parti con chiarezza e tempestiva. Infatti spesso ci si ritrova a pagare due volte uno stesso importo, togliendo liquidità ad un'azienda che aveva già compensato l'importo dovuto.

5. rivedere le norme che regolano l'attività svolta dagli Enti di certificazione BIO che devono operare sui controlli ed intervenire pesantemente sulle aziende in caso di frodi, in presenza diresidui chimici, nei casi di inadempienze gravi legate ad una errata gestione delle produzioni e NON PER SOLI MOTIVI AMMINISTRATIVI. Un errato pagamento o un mancato pagamento della certificazione non può essere motivo di esclusione o di grosse penalizzazioni quali il blocco delle vendite o l'impossibilità a cambiare Ente di Certificazione, compromettendo il lavoro fino ad allora svolto.

6. aumentare i premi percepiti dalle aziende in Biologico in quanto i costi sostenuti dalle stesse sono notevolmente superiori alle aziende in convenzionale;

7. affrontare con determinazione e celerità il problema della fauna alloctona.

In diverse zone del territorio nazionale ed europeo questo problema sta causando, ormai da anni, grossi problemi alle economie locali, senza considerare l'enorme danno ambientale in atto in diverse aree protette.

É necessario a livello regionale incrementare e coordinare meglio gli interventi previsti nei piani di gestione dei Daini e quello dei Cinghiali/Suidi, finalmente avviati. Bisogna impegnare un numero consistente di controllori già formati, e farli agire contemporaneamente in diverse aree di intervento.

Poichè tale annosa questione non risulta essere di semplice e rapida risoluzione è necessario che le aziende di quei territori, siano supportate al fine di poter continuare a svolgere le proprie attività ed è pertanto necessario far richiesta:

1 – di una indennità temporanea (5/10 anni) per i danni subiti e per le mancate produzioni ormai riconosciuti e attestati da tutti gli organi competenti regionali e non.

2 – della stesura di una Sottomisura di una Misura del PSR che tratti di tutela del territorio. Questa dovrà consentire l'adeguamento delle recinzioni perimetrali di confine dei fondi aziendali gia presenti, al salto dei daini e al sollevamento da terra da parte dei cinghiali, con un contributo al 100% . Tutto ciò per poter contrastare questi animali, la cui presenza è stata imposta in passato da iniziative scellerate, prive di nessun progetto e non richieste da nessuno.

8. ridurre l'aliquota IVA su prodotti per l'agricoltura quali ricambi, attrezzi, trattori ecc.ecc..

9. cancellare in modo permanente IRPEF ed IMU;

10. ridurre i costi per l'assunzione di lavoratori under 45 piuttosto che 36;

11. attuare delle misure urgenti di sostegno da parte della protezione civile sotto forma di rimborsi o sovvenzioni per il rifornimento di foraggi alle aziende zootecniche e per la perdita di produzione sulle coltivazioni arboree ed erbacee.

12. vietare l'ingresso dei prodotti esteri di qualità inferiore agli standard europei con maggiori ed efficaci controlli alle frontiere.

Si mette in evidenza che il comparto zootecnico rappresentato dalle specie Equidi (Asini e Cavalli) è stato escluso da entrambi i Livelli facenti parte dell’Ecoschema 1; ed inoltre, sono esclusi dai pagamenti accoppiati. L’orientamento intrapreso dalla nuova Politica Agricola Comune 2023-2027, se non viene rivisto metterà a rischio gli allevamenti rappresentati da asini e cavalli con il serio pericolo gli allevamenti scompariranno dai vari territori, vanificando il lavoro fatto negli anni da molte aziende dove detti allevamenti sono presenti. Il rischio maggiore riguarderà le aziende che in allevamento hanno la presenza di soli equidi (asini e cavalli)  e conducono terreni a pascoli¸ in queste aziende l’unico aiuto sarà rappresentato dal sostegno al reddito base.

     Concludendo vogliamo solo che un settore come quello agricolo/zootecnico abbia una maggiore e giusta considerazione al fine di ridargli redditività e dignità per il duro lavoro svolto.

 

 

 

L'innovazione e supporto alle scelte

 

Il primo webinar del ciclo “Come e quando innovare: strumenti a supporto delle scelte” 

dal titolo "
Territori, settori e tecnologie: strumenti per la diffusione delle innovazioni nelle aziende agricole" ha presentato le caratteristiche generali dei sistemi di supporto alle decisioni (Decision Support System - DSS) nell'ambito dell'AKIS (Agricultural Knowledge and Innovation System). Durante il webinar, sono state svolte brevi sessioni pratiche per mostrare due strumenti di immediato utilizzo sviluppati dal CREA-PB: GestInnova AP Decisio. Con il primo si è dimostrato come, a partire dai dati RICA, è possibile identificare i contesti aziendali e settoriali favorevoli alla diffusione delle innovazioni. Con il secondo, invece, sono stati svolti alcuni esercizi di simulazione per fornire una prima valutazione della convenienza economica associata ad investimenti in agricoltura di precisione. 

VIDEO DEL WEBINAR 


RETE REGIONALE SISTEMA DELLA CONOSCENZA E DELL'INNOVAZIONE

 

venerdì 3 maggio 2024

Politiche agroambientali dal 1960 al 2022

 

Sia per la ricerca che per la pratica, è fondamentale capire cosa, dove e quando le politiche agroambientali sono state messe in atto.

Presentiamo un database di 6.124 politiche agroambientali attuate tra il 1960 e il 2022 in circa 200 paesi. Il database comprende un’ampia gamma di tipologie di politiche (compresi regolamenti e schemi di pagamento) e obiettivi (come la conservazione della biodiversità, l’uso più sicuro dei pesticidi e la riduzione dell’inquinamento da nutrienti). Illustriamo l’applicazione del database esplorando l’associazione tra sviluppo economico e politiche agroambientali e tra le politiche agroambientali dei paesi legate al suolo e le loro discontinuità di confine nell’erosione dei terreni coltivati. È stato rivelato un legame forte e positivo tra lo sviluppo economico e le politiche agroambientali attuate e si è riscontrato che il 43% di tutte le discontinuità dei confini globali nell’erosione del suolo tra i paesi può essere spiegato dalle differenze nelle loro politiche.Questo decennio (2021–2030) è stato dichiarato dalle Nazioni Unite come “il decennio del ripristino degli ecosistemi
  Al centro dell'attenzione c'è il sistema agricolo e alimentare globale, essenziale per il benessere umano ma anche responsabile di un'ampia quota di emissioni di gas serra, perdita di biodiversità, degrado del territorio e inquinamento da nutrienti  .

Ogni anno vengono attuate una serie di risposte politiche su vari livelli utilizzando un'ampia gamma di strumenti, ad esempio, dalle modifiche legislative ai nuovi pagamenti per i servizi ecosistemici 
Tuttavia, a livello globale non è disponibile una panoramica coerente e coerente di queste politiche e del loro sviluppo nel tempo. Invece, le informazioni sulle diverse politiche pertinenti sono sparse tra varie fonti e presentate in diversi formati e livelli di dettaglio; pertanto, queste politiche non sono direttamente comparabili.

Qui presentiamo un database completo e sistematico di un’ampia gamma di politiche all’intersezione tra agricoltura e ambiente, attuate non solo da enti nazionali ma anche da enti subnazionali e sovranazionali, che coprono diversi strumenti (ad esempio, regolamenti, quadri normativi, programmi di pagamento ) e argomenti (ad esempio biodiversità, foreste, fertilizzanti, pesticidi). Per creare questo database, abbiamo compilato e armonizzato le informazioni provenienti da vari database esistenti e colmato le lacune dei dati aggiungendo politiche trovate in rapporti, articoli e siti Web governativi
  Il ruolo delle politiche pubbliche nello spiegare le differenze tra paesi nelle prestazioni ambientali è una questione altrettanto importante. Esistono stime empiriche per alcuni risultati ambientali, in particolare la mitigazione dei cambiamenti climatici, l'iquinamento da pesticidi   e la conservazione delle foreste   . In ciascun caso, si è scoperto che le politiche pubbliche migliorano i risultati ambientali, ma l’effetto è piccolo per la mitigazione complessiva del cambiamento climatico (nell’economia complessiva) e comparativamente maggiore per l’inquinamento da pesticidi e la conservazione delle foreste. Il nostro database include politiche incentrate sul suolo, quindi possiamo stimare il loro impatto sull’erosione globale del suolo, un altro importante problema di sostenibilità agricola  e questo rivela un ampio effetto ( circa il 43% dell’impatto complessivo dei paesi è spiegato da le loro politiche.

Occorre riconoscere il lavoro svolto in precedenza per raccogliere dati sulle politiche agroambientali dei paesi, che costituisce la base di questo sforzo attuale. Ad esempio, Kanter et   hanno raccolto un database globale di politiche sull’azoto, Ezzine-de-Blas et al.   hanno fornito un database globale sui pagamenti per i servizi ecosistemici, Eskander e Fankhauser   hanno esaminato le modifiche legislative per affrontare il cambiamento climatico, Tang et al.  hanno fornito un database globale sulle normative sui pesticidi e Börner et al. 8 hanno offerto informazioni sulle politiche di conservazione delle foreste. Inoltre, Olczak et al.   hanno creato un set di dati globale sulle politiche sul metano e Yang et al.  si sono concentrati specificamente sulle politiche sull’azoto nel sud-est asiatico. 

 Wuepper, D., Wiebecke, I., Meier, L. et al. Politiche agroambientali dal 1960 al 2022. Nat Food 5 , 323–331 (2024). https://doi.org/10.1038/s43016-024-00945-8

 

 

 

giovedì 2 maggio 2024

"Salone della Dieta Mediterranea”

 

L'Assessorato Regionale dell’ Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea partecipa con una collettiva Regionale alla manifestazione fieristica “Salone della Dieta Mediterranea”, che si svolgerà dal 24 al 26 maggio 2024 a Paestum (SA) presso il centro NEXT -Nuova Esposizione Ex Tabbacchificio. 
Il Consorzio EDAMUS ha ideato e realizzato la manifestazione DMED – Salone della Dieta Mediterranea – (giunta alla terza edizione) che ha come scopo la promozione dello stile di vita mediterraneo e della dieta Mediterranea attraverso una produzione alimentare sostenibile a tutela della biordiversità e per la valorizzazione delle tradizioni, nell’ottica di voler sostenere ed integrare la campagna di sensibilizzazione affinché, la cucina italiana divenga patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Non è richiesta alcuna quota di partecipazione all’evento, ma saranno a carico delle aziende selezionate le spese e il relativo trasporto della merce da esporre nel proprio stand. Per la partecipazione alla manifestazione, le aziende interessate dovranno far pervenire, esclusivamente a mezzo PEC al seguente indirizzo servizio5marketing@pec.dipartimentoagricolturasicilia.it la loro adesione, tramite l’apposito modello allegato debitamente compilato in tutte le sue parti entro e non oltre il giorno 06 maggio 2024. Per ulteriori informazioni contattare il Servizio Qualità e Marketing Brand Sicilia e-mail: agri.areamarketingterritoriale@regione.sicilia.it Dirigente Dott. Fabio Leone tel. 091-7076264 e il F. D. Giosuè Maniaci tel.091-7076149, e-mail: giosue.maniaci@regione.sicilia.it.

DEFICIT PLUVIOMETRICO, UNA CRISI SENZA PRECEDENTI

 TUTTE TROPPO DEBOLI LE PERTURBAZIONI DEL MESE DI APRILE 2024 SULLA SICILIA: SI AGGRAVA ULTERIORMENTE IL DEFICIT PLUVIOMETRICO

Il mese di aprile ha prolungato ulteriormente in Sicilia una ormai lunga serie di mesi con precipitazioni inferiori alla norma avviata lo scorso settembre 2023, che si configura sempre più come un'anomalia estrema rispetto al clima siciliano.



Le speranze di un recupero significativo del pesante deficit accumulato durante l'autunno e l'inverno erano concentrate soprattutto per l'inizio del mese, quando apporti significativi di piogge avrebbero potuto salvare almeno parte della produzione cerealicola, che in alcune zone è andata invece del tutto perduta.

La media regionale della precipitazione mensile è risultata pari a 23 mm circa, a fronte di un valore normale di 41 mm per il periodo 2003-2023.

I fenomeni sono stati praticamente del tutto assenti nella prima parte del mese, mentre le tre perturbazioni occorse nella seconda parte del mese hanno interessato l'Isola solo marginalmente e sono state caratterizzate da quasi totale assenza di attività convettiva, producendo così fenomeni diffusi ma quantitativamente poco significativi.

Il numero medio regionale di giorni piovosi è risultato pari a 3,2 a fronte di un valore normale pari a 6, con un massimo di 8 giorni piovosi registrato dalla stazione SIAS Cesarò Monte Soro (ME) ed un minimo di un solo giorno piovoso registrato dalla stazione Santa Croce Camerina (RG).

Sulla rete SIAS il massimo accumulo mensile di 78,6 mm è stato registrato dalla stazione San Fratello (ME), mentre il massimo accumulo giornaliero è stato registrato il giorno 16 dalla stazione Gangi (PA) con 27 mm.

Nel complesso, la scarsità delle piogge, pur senza aver assunto ancora i caratteri di eventi siccitosi di lungo periodo del passato, per ciò che riguarda il medio periodo assume sempre più i contorni di un'anomalia climatica estrema.

Dal 1 settembre 2023  le precipitazioni sono state complessivamente per la Sicilia solo la metà dei valori normali, ma vi sono aree della Sicilia orientale dove è caduto meno del 30% di quanto atteso in base al clima.

Ad un'analisi, pur non agevole, delle lunghe serie storiche, per l'area di Catania il periodo settembre-aprile, con 191,2 mm totalizzati in 8 mesi dalla stazione SIAS, appare essere stato in assoluto tra i più asciutti delle serie degli Annali Idrologici che partono dal 1916.

Anche applicando alla serie SIAS fattori di omogeneizzazione rispetto alle serie rilevate in passato nell'area urbana, oggi purtoppo non più acquisite, l'accumulo registrato quest'anno appare inferiore solo ai valori registrati dalla stazione Catania G.C.OO.MM. nel periodo 1968-69, peraltro di validità molto incerta.










PROGETTO INNO.MALTO “BIRRIFICI APERTI”

 Luca Traina*


"Birrifici aperti" è il format scelto per un’importante giornata dedicata al mondo della birra siciliana e tutto ciò che gli ruota intorno.

Durante l'evento, il partenariato protagonista del progetto INNO.MALTO, insieme ad altri soggetti, si è confrontato con il risultato di mesi e mesi di lavoro. Ci si sposta in birrificio per toccare con mano l'attività di produzione, conoscere il processo di lavorazione, confrontare i risultati ottenuti dal progetto e degustare le birre.

Il 9 aprile scorso, l’azienda che ha aperto i propri cancelli è stata il Birrificio 24 Baroni di Nicosia in provincia di Enna, partner del progetto INNO.MALTO Caratterizzazione di un malto tipico siciliano attraverso l’introduzione di metodi di coltivazione e di trasformazione delle materie prime innovative finanziato dalla sottomisura 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” del PSR Sicilia 2014-2022 bando 2018.

La giornata, splendida sotto tutti i profili, ha rappresentato l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte del progetto che ormai si avvia alla conclusione.

Presenti i rappresentati di tutto il partenariato così come anche alcuni Dirigenti e funzionari dell’Assessorato dell'agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, il Dirigente dell’IPA di Siracusa Dott. Francesco Azzaro insieme ad alcuni funzionari. Presente anche il Prof. Aldo Todaro dell’Università di Palermo che sta collaborando con la Prof.ssa Cristina Restuccia (responsabile scientifica del progetto Inno.Malto) dell’Università di Catania, alla realizzazione di alcune prove con l’utilizzo di lieviti innovativi. Inoltre c’erano numerosi agricoltori, tecnici e addetti ai lavori. Dopo il benvenuto da parte dei padroni di casa ed una breve introduzione del Dott. Nino Drago (Dirigente dell’Area 3 del Dipartimento Agricoltura) si è passati alla visita del birrificio con la spiegazione di tutto il processo produttivo focalizzando l’attenzione sull’utilizzo delle materie prime di alta qualità ed in particolare del malto oggetto dell’innovazione. Successivamente si è passati alla descrizione delle birre ottenute per scopi dimostrativi nell’ambito del progetto e realizzate dai birrifici partner con l’utilizzo del malto proveniente dai campi dimostrativi di orzo distico e grani antichi siciliani coltivati negli anni precedenti dalle aziende agricole partner e maltati in una malteria delle Marche. In particolare, il sottoscritto, titolare della Società Agricola Paul Bricius & C. S.r.l. di Vittoria (capofila del G.O.) ha descritto la birra ottenuta con l’85% di malto Pilsner proveniente dalla varietà di orzo Fortuna e il 15% di malto proveniente dal grano antico siciliano Timilia. Salvatore Blandi della Società agricola Irias s.n.c. di Blandi Sergio e Blandi Fabrizio di Torrenova ha parlato della propria birra dove è presente il 55% di orzo Pilsner della varietà di orzo Fandaga in miscela con il 22,5% di grano duro Bidì e il 22,5% di grano tenero Maiorca. Giacomo e Antonio Consentino del Birrificio 24 Baroni, per ultimo, hanno raccontato la birra di propria produzione ottenuta con una miscela del 60% di malto Vienna della varietà d’orzo RGT Planet, del 35% di malto Monaco della varietà Concerto e del 5% di malto di grano duro Perciasacchi. La presenza dei rappresentanti siciliani degli esperti assaggiatori di Unionbirrai Massimo Galli e Maurizio Di Rosa ha permesso una degustazione guidata da cui è emersa la spiccata corrispondenza tra gli orzi e i grani antichi coltivati in Sicilia ed utilizzati per le prove, ed i profili sensoriali di tutte e tre le birre.

Nella discussione che ne è seguita sono state ribadite le motivazioni che hanno portato ad aggregare attorno ad un’idea i soggetti che costituiscono il Gruppo Operativo “Malto siculo” e cioè quella di costituire una filiera brassicola interamente siciliana. Il valore aggiunto intrinseco che il brand Sicilia può dare ad un prodotto interamente realizzato nella nostra regione, partendo dalle materie prime, spinge le aziende del settore a ricercare le innovazioni che il mondo scientifico detiene e che attraverso la mis. 16.1 vengono trasferite e rese disponibili alla comunità.

Le motivazioni originarie si possono sintetizzare nei seguenti punti:

diversificazione colturale per le aziende cerealicole delle aree interne;

possibilità di chiusura di contratti di filiera;

approccio competitivo delle aziende agricole;

costituzione di una filiera brassicola siciliana;

ottenimento di un prodotto finale che porti dentro di sé la storia, la cultura, le tradizioni, l’immagine della Sicilia.

Il settore in Italia ha visto negli ultimi 7 anni un aumento del 104% dei birrifici artigianali per un numero di 1.326. e di questi il 22% agricoli corrispondente a 290 aziende agricole che hanno deciso di diversificare le proprie produzioni (nel 2015 erano una ottantina). Anche la Sicilia ha seguito gli stessi trend. Attualmente nella regione sono presenti circa 70 birrifici artigianali, agricoli, brew pub e beer firm

Questo aumento esponenziale ha fatto crescere l’interesse verso le tematiche affrontate dal progetto da parte di tutti gli attori della filiera. E’ per questo che diventa necessario che le Istituzioni accendano un faro verso questo settore per governarlo e guidarlo verso una produzione quanto più legata al territorio con la chiusura della filiera in Sicilia. Ma per realizzare appieno questo obiettivo non si può prescindere dalla costruzione di una malteria in Sicilia e dalla produzione di luppolo siciliano come dichiarato, insieme a tutti gli altri, dal Dott. Nino Drago: “In Sicilia esistono diversi birrifici artigianali e agricoli ma non c’è una malteria. Da qui la necessità di realizzarne una che possa essere a supporto dei piccoli opifici, magari attingendo a fondi di una Misura del PSR, anziché essere costretti a trasportare il prodotto da maltare al centro/nord Italia creando diseconomie per le aziende, notevole impatto ambientale per i trasporti e la perdita del valore aggiunto della trasformazione Inoltre la produzione del luppolo andrebbe intensificata”. Un’altra proposta emersa dall’incontro è l’approvazione da parte della regione di una legge dul turismo brassicolo. Come ha evidenziato Massimo Galli di Unionbirrai, infatti, altre regioni italiane come Lombardia ed Emilia Romagna si sono dotate di queste normative che hanno dato una forte accelerazione al settore.

Le ultime attività del progetto Inno.Malto sono in corso di svolgimento e si prevede di completarle nei prossimi mesi per concluderle con il convegno finale per la disseminazione dei risultati nel mese di luglio prossimo.

*Società Agricola Paul Bricius & Company S.r.l. di Vittoria (Rg) – Capofila del G.O. Malto Siculo

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