giovedì 2 maggio 2024

PROGETTO INNO.MALTO “BIRRIFICI APERTI”

 Luca Traina*


"Birrifici aperti" è il format scelto per un’importante giornata dedicata al mondo della birra siciliana e tutto ciò che gli ruota intorno.

Durante l'evento, il partenariato protagonista del progetto INNO.MALTO, insieme ad altri soggetti, si è confrontato con il risultato di mesi e mesi di lavoro. Ci si sposta in birrificio per toccare con mano l'attività di produzione, conoscere il processo di lavorazione, confrontare i risultati ottenuti dal progetto e degustare le birre.

Il 9 aprile scorso, l’azienda che ha aperto i propri cancelli è stata il Birrificio 24 Baroni di Nicosia in provincia di Enna, partner del progetto INNO.MALTO Caratterizzazione di un malto tipico siciliano attraverso l’introduzione di metodi di coltivazione e di trasformazione delle materie prime innovative finanziato dalla sottomisura 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” del PSR Sicilia 2014-2022 bando 2018.

La giornata, splendida sotto tutti i profili, ha rappresentato l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte del progetto che ormai si avvia alla conclusione.

Presenti i rappresentati di tutto il partenariato così come anche alcuni Dirigenti e funzionari dell’Assessorato dell'agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, il Dirigente dell’IPA di Siracusa Dott. Francesco Azzaro insieme ad alcuni funzionari. Presente anche il Prof. Aldo Todaro dell’Università di Palermo che sta collaborando con la Prof.ssa Cristina Restuccia (responsabile scientifica del progetto Inno.Malto) dell’Università di Catania, alla realizzazione di alcune prove con l’utilizzo di lieviti innovativi. Inoltre c’erano numerosi agricoltori, tecnici e addetti ai lavori. Dopo il benvenuto da parte dei padroni di casa ed una breve introduzione del Dott. Nino Drago (Dirigente dell’Area 3 del Dipartimento Agricoltura) si è passati alla visita del birrificio con la spiegazione di tutto il processo produttivo focalizzando l’attenzione sull’utilizzo delle materie prime di alta qualità ed in particolare del malto oggetto dell’innovazione. Successivamente si è passati alla descrizione delle birre ottenute per scopi dimostrativi nell’ambito del progetto e realizzate dai birrifici partner con l’utilizzo del malto proveniente dai campi dimostrativi di orzo distico e grani antichi siciliani coltivati negli anni precedenti dalle aziende agricole partner e maltati in una malteria delle Marche. In particolare, il sottoscritto, titolare della Società Agricola Paul Bricius & C. S.r.l. di Vittoria (capofila del G.O.) ha descritto la birra ottenuta con l’85% di malto Pilsner proveniente dalla varietà di orzo Fortuna e il 15% di malto proveniente dal grano antico siciliano Timilia. Salvatore Blandi della Società agricola Irias s.n.c. di Blandi Sergio e Blandi Fabrizio di Torrenova ha parlato della propria birra dove è presente il 55% di orzo Pilsner della varietà di orzo Fandaga in miscela con il 22,5% di grano duro Bidì e il 22,5% di grano tenero Maiorca. Giacomo e Antonio Consentino del Birrificio 24 Baroni, per ultimo, hanno raccontato la birra di propria produzione ottenuta con una miscela del 60% di malto Vienna della varietà d’orzo RGT Planet, del 35% di malto Monaco della varietà Concerto e del 5% di malto di grano duro Perciasacchi. La presenza dei rappresentanti siciliani degli esperti assaggiatori di Unionbirrai Massimo Galli e Maurizio Di Rosa ha permesso una degustazione guidata da cui è emersa la spiccata corrispondenza tra gli orzi e i grani antichi coltivati in Sicilia ed utilizzati per le prove, ed i profili sensoriali di tutte e tre le birre.

Nella discussione che ne è seguita sono state ribadite le motivazioni che hanno portato ad aggregare attorno ad un’idea i soggetti che costituiscono il Gruppo Operativo “Malto siculo” e cioè quella di costituire una filiera brassicola interamente siciliana. Il valore aggiunto intrinseco che il brand Sicilia può dare ad un prodotto interamente realizzato nella nostra regione, partendo dalle materie prime, spinge le aziende del settore a ricercare le innovazioni che il mondo scientifico detiene e che attraverso la mis. 16.1 vengono trasferite e rese disponibili alla comunità.

Le motivazioni originarie si possono sintetizzare nei seguenti punti:

diversificazione colturale per le aziende cerealicole delle aree interne;

possibilità di chiusura di contratti di filiera;

approccio competitivo delle aziende agricole;

costituzione di una filiera brassicola siciliana;

ottenimento di un prodotto finale che porti dentro di sé la storia, la cultura, le tradizioni, l’immagine della Sicilia.

Il settore in Italia ha visto negli ultimi 7 anni un aumento del 104% dei birrifici artigianali per un numero di 1.326. e di questi il 22% agricoli corrispondente a 290 aziende agricole che hanno deciso di diversificare le proprie produzioni (nel 2015 erano una ottantina). Anche la Sicilia ha seguito gli stessi trend. Attualmente nella regione sono presenti circa 70 birrifici artigianali, agricoli, brew pub e beer firm

Questo aumento esponenziale ha fatto crescere l’interesse verso le tematiche affrontate dal progetto da parte di tutti gli attori della filiera. E’ per questo che diventa necessario che le Istituzioni accendano un faro verso questo settore per governarlo e guidarlo verso una produzione quanto più legata al territorio con la chiusura della filiera in Sicilia. Ma per realizzare appieno questo obiettivo non si può prescindere dalla costruzione di una malteria in Sicilia e dalla produzione di luppolo siciliano come dichiarato, insieme a tutti gli altri, dal Dott. Nino Drago: “In Sicilia esistono diversi birrifici artigianali e agricoli ma non c’è una malteria. Da qui la necessità di realizzarne una che possa essere a supporto dei piccoli opifici, magari attingendo a fondi di una Misura del PSR, anziché essere costretti a trasportare il prodotto da maltare al centro/nord Italia creando diseconomie per le aziende, notevole impatto ambientale per i trasporti e la perdita del valore aggiunto della trasformazione Inoltre la produzione del luppolo andrebbe intensificata”. Un’altra proposta emersa dall’incontro è l’approvazione da parte della regione di una legge dul turismo brassicolo. Come ha evidenziato Massimo Galli di Unionbirrai, infatti, altre regioni italiane come Lombardia ed Emilia Romagna si sono dotate di queste normative che hanno dato una forte accelerazione al settore.

Le ultime attività del progetto Inno.Malto sono in corso di svolgimento e si prevede di completarle nei prossimi mesi per concluderle con il convegno finale per la disseminazione dei risultati nel mese di luglio prossimo.

*Società Agricola Paul Bricius & Company S.r.l. di Vittoria (Rg) – Capofila del G.O. Malto Siculo

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