giovedì 28 settembre 2023

patriarchi verdi

 

Alberi monumentali d'Italia,  320 nuovi 'patriarchi verdi', per un totale di quasi 4.300 alberi o sistemi omogenei di alberi.

Tra i nuovi ingressi c'è l'Acero di Caronia (ME), di circa 1.000 anni con una chioma di circa 550 m², tra i più grandi esemplari di acero montano d'Italia

 


              Gli esemplari inclusi nell'Elenco ufficiale degli alberi monumentali d'Italia si contraddistinguono per l'elevato valore biologico ed ecologico, come età, dimensioni, morfologia, rarità della specie o habitat per alcune specie animali, ma anche per l'importanza storica, culturale e religiosa, per il loro stretto rapporto con elementi di tipo architettonico e per la capacità di caratterizzare il paesaggio sia in termini estetici che identitari.
Oltre   all'Acero di Caronia (ME),   il maestoso Castagno di San Francesco da Paola, dedicato all'eremita e Santo Patrono della Calabria vissuto nel XV secolo, censito nel Comune di Presilano di Celico (CS) e riconosciuto monumentale per l'età e le dimensioni (1285 cm di circonferenza), l'alto valore ecologico e la rarità botanica per fascia fitoclimatica; il Tiglio Sacro di Ospedaletto d'Alpinolo (AV), punto di riferimento per i pellegrini diretti al Santuario di Montevergine che, per imponenza, incute rispetto ed evoca un sentimento di pace e fede nel viandante; la sughera di Montalto di Castro (VT), ragguardevole per le sue dimensioni, sia per la circonferenza (520 cm) sia per l'ampiezza della chioma rigogliosa (19-20 m); la sequoia gigante di Villa Piazzo di Pettinengo (BI) dalle notevoli dimensioni del fusto (894 cm di circonferenza), inserita in un contesto di elevato pregio paesaggistico; il Platano di Scopoli, piantato nel 1778 all'interno dell'Orto botanico dell'Università di Pavia, il cui tronco ha raggiunto una circonferenza di 760 cm e giganteggia sulla città con i suoi 45 m di altezza.
I 320 nuovi alberi sono stati proposti dalle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Trento, Valle d'Aosta e Veneto. Tenuto conto di cancellazioni e delle nuove iscrizioni, la consistenza totale del patrimonio arboreo monumentale censito e inserito nell'Elenco è, ad oggi, di 4.288 alberi o sistemi omogenei di alberi.
Si confermano detentori dei record di altezza il platano comune di 55 metri situato nel parco del castello di Agliè (TO), la sequoia sempreverde di 54 metri a Reggello (FI) e la sequoia sempreverde di 51 metri a Biella. Tra gli esemplari di maggiore circonferenza, il fico magnoloide di 3600 cm a Villa Garibaldi a Palermo, il Castagno dei Cento Cavalli di 2200 cm di Sant'Alfio (CT) e il castagno di 1400 cm radicato a Grisolia (CS).
Complessivamente, le specie arboree monumentali più numerose sono la roverella (598 esemplari), il faggio (226 esemplari), il platano comune (200 esemplari), il leccio (198 esemplari), il castagno (126 esemplari), il larice (122 esemplari) e il cedro dell'Himalaya (115 esemplari).
I Comuni  dove è stato censito il maggior numero di patriarchi verdi sono Napoli (52 alberi), Caserta (51 alberi), Priverno (48 alberi), Palermo (46 alberi) e Roma (42 alberi).

mercoledì 27 settembre 2023

IX edizione di Camporeale Days 2023

 

IX edizione di Camporeale Days 2023

 

Come conferma il presidente della Pro Loco, Benedetto Alessandro: “Quest’anno il Consorzio Doc Monreale ha modificato il disciplinare, focalizzando maggiormente l’attenzione sul nostro territorio. E questo è il momento giusto per essere più coesi e chiari nel saper comunicare la nostra identità.”

 Una modifica al disciplinare coraggiosa  destinata a essere consegnata alla  storia di questo territorio,  si passa da 11 a 3 vitigni, per dare valore al territorio  L’idea di fondo è quella di verticalizzare la produzione di vino puntando tutto sui vitigni autoctoni identitari del territorio, più il Syrah che ormai è un’uva d’adozione in questa parte della Sicilia.

 L’   appuntamento è per sabato 7 e domenica 8 ottobre. Nona edizione di Camporeale Days, l’evento che celebra le eccellenze enogastronomiche, artistiche, artigianali e turistiche dell’Alto Belice e della Doc Monreale. La manifestazione  prevede   visite guidate, degustazioni, esposizioni artigianali e intrattenimento.

Organizzata dall’Associazione Turistica Pro Loco Camporeale, con il patrocinio del Comune di Camporeale, questa manifestazione è cresciuta in modo esponenziale, diventando un punto di riferimento nel panorama enogastronomico siciliano.  

Camporeale è un piccolo centro di circa quattromila abitanti, della provincia di Palermo, posto nella parte orientale del Val di Mazara, a confine delle province di Agrigento, Trapani e Palermo.   Il panorama che si presenta al visitatore è meraviglioso: colline, monti, pianure, da cui si scorgono i paesi di Corleone, Campofiorito, Roccamena, Bisacquino, Contessa Entellina, Gibellina, Salemi. All’orizzonte si scorge, da Corleone a Salemi, una meravigliosa catena di montagne comprese tra le province di Palermo, Agrigento, Trapani. Protette da questi monti che circondano da tutte le parti il territorio di Camporeale, si estendono ridenti e verdeggianti vallate, costellate da poggi, promontori, colline: Galiello, Rocca di Maranfusa a forma di un leone accovacciato, Cozzo Renelli, Montagnola, Serra Parrino, Cozzo di Curbici a sinistra del paese. Ma il monte più famoso, vicino a Camporeale, presso S. Giuseppe Jato, è monte Jato. Qui sorgeva una città costruita verso il VII sec. a.C., di nome Jato (che ha dato il nome a S. Giuseppe Jato) contemporanea di Makella, l’antica città da cui derivò Macellaro e poi Camporeale. Anche oggi gli abitanti di Camporeale sono chiamati dagli anziani “Maciddaroti”.

Durante la kermesse, sarà possibile visitare anche  le cantine del territorio. Come sempre, la manifestazione sarà scandita da un calendario di masterclass sul vino, affidate a professionisti della stampa di settore regionale e nazionale, e workshop sulle specialità agroalimentari del territorio, con sei cooking show e convegni dedicati

In programma prevede tra le tante iniziative,   Masterclass: Sigaro e vini in abbinamento, Masterclass: Abbirriamo Camporeale.  Masterclass: Syrah, il viaggio continua in Sudafrica, Masterclass: Abbinamento cibo-vino.   visite guidate al Palazzo del Principe, il raduno di moto e auto d’epoca, e lo spettacolo di intrattenimento musicale di sabato 7 ottobre con il concerto della live band Giufà. A seguire dj set per chi desidera ballare in piazza fino a tarda sera. 

Il tema di quest’anno è il miele,   con masterclass e cooking show dedicati ,camporeale Days è rivolto a tutti coloro che cercano produzioni agroalimentari di qualità, turismo sostenibile e metodi di produzione tradizionali e biologici.

 Per  consultare il programma completo su www.camporealedays.it.  

 

Olio Primo Spray, la leggerezza del sapore

 


Frantoi Cutrera presenta la versione spray di Primo, la storica referenza di olio dell’azienda siciliana. Meno sprechi e più gusto nel comodo flacone spray ideale per chi sceglie il benessere a tavola

Gianna Bozzali

 

  Dal classico filo d’olio che chiude ogni piatto alla spruzzata di extravergine per esaltare il sapore delle pietanze. Si evolve il modo di condire grazie all’innovativo sistema di conservazione ed utilizzo dell’olio d’oliva ideato da Frantoi Cutrera. Si chiama Primo Spray la novità della storica azienda di Chiaramonte Gulfi che ha deciso di mettere in un contenitore da 250 ml la pregiata referenza di Primo, l’olio bio extravergine d’oliva monocultivar ottenuto da olive Tonda Iblea, varietà autoctona dei Monti Iblei, nel sud est della Sicilia. Per Primo si utilizzano solo le olive della prima raccolta dell’annata.



Primo si presenta in una rivoluzionaria veste spray per offrire ai consumatori tanti vantaggi, dalla comodità di utilizzo, perché si nebulizza la giusta dose in modo uniforme evitando gli sprechi, al mantenimento delle qualità organolettiche e nutrizionali di Primo in quanto si evita il contatto con l’aria una volta aperto e l’olio è protetto dalla luce. Tutto ciò grazie alla tecnologia altamente sostenibile e brevettata bag on valve (BoV) che permette di erogare in modo continuo e completo il prodotto senza l'uso di gas propellenti: l’olio contenuto nella sacca della BoV non viene mai a contatto né con il gas interno (azoto inerte) né con l’esterno, neppure dopo erogazione, il che garantisce una migliore protezione, ad esempio dall’ossidazione atmosferica, una stabilità prolungata. Inoltre, l’erogazione del prodotto è uniforme e soprattutto completa (fino al 99%).




Una spruzzata di Primo spray, infine, dona ai piatti leggerezza ed un profumo intenso e persistente. Si apprezzeranno meglio le caratteristiche dell’olio Primo che si caratterizza per quel fruttato intenso tipico della varietà impiegata in purezza ossia la Tonda Iblea, il sapore amaro e piccante nel giusto equilibrio e quell’aroma che rimanda al pomodoro verde e all’erba fresca.

Ideale per condire svariate pietanze, dalle insalate ai secondi di carne o pesce, Primo Spray è un ottimo compagno a tavola. Il benessere incontra il gusto senza sprechi.

 

L’azienda Cutrera

Le origini dell’azienda risalgono a più di un secolo fa. Alcuni documenti dimostrano che già nel 1906, la famiglia Cutrera si dedicava alla coltivazione degli ulivi e alla produzione di olio extra vergine di oliva a Chiaramonte Gulfi, piccolo paesino nella parte sud-orientale della Sicilia. Giovanni Cutrera, il capo famiglia, fondò il primo frantoio oleario nel 1979 con l’aiuto della moglie Maria, dopo essere cresciuto lavorando in un vecchio frantoio con le macine in pietra in cui ci si serviva di muli e presse.

Nel 1999 Giovanni, con la spinta di tutta la famiglia, decise di aprire un secondo frantoio e capì che occorreva trovare un modo per commercializzarlo al di là del mercato locale. È stata una scommessa che i risultati attuali dimostrano essere stata vinta. Dal 2000 la Cutrera è gestita da tre figli, Maria, Giusy e Salvatore con i loro coniugi e da qualche anno anche la terza generazione sta cominciando a unirsi alla gestione dell’azienda di famiglia. 

mercoledì 20 settembre 2023

DESIGN FESTIVAL, LA CENA NEOBAROCCA DI CLAUDIO RUTA

 


Sarà lo chef Claudio Ruta a firmare la cena di gala della terza edizione di Barocco & Neobarocco, il design festival che dal 22 al 24 settembre animerà alcuni palazzi storici e luoghi importanti della Città di Ragusa.

 

Gianna Bozzali

 

  L’opulenza ed i contrasti delle ricette barocche nelle rivisitazioni dei piatti ideati dallo chef Claudio Ruta in occasione della cena di gala che si terrà il prossimo 24 settembre al Castello di Donnafugata, in occasione di Barocco & Neobarocco, la terza edizione del design festival ideato da Roberto Semprini, che ne è anche il direttore artistico, e curato da Cristina Morozzi. L’evento ha l’obiettivo di far dialogare cultura del progetto e cultura di impresa, nel contesto delle scenografie barocche di Ragusa, fulcro della rinascita settecentesca del Val di Noto.

Il festival si terrà dal 22 al 24 settembre prossimi e sarà occasione di un confronto sulle espressioni del design “neobarocco”, inteso come interpretazione contemporanea di quell’estetica barocca che ha segnato felicemente la storia del territorio ibleo e che è ancora una costante formale comune ad alcune tendenze culturali del nostro tempo. Conferenze, installazioni di designer, artisti, stilisti, aziende animeranno la tre giorni in un percorso culturale che si muoverà da Palazzo Cosentini a Palazzo La Rocca, dal Teatro Donnafugata ai Giardini Iblei. Immancabili le cene barocche ed in particolare quella firmata dallo chef Claudio Ruta che si terrà nel magico scenario del Castello di Donnafugata.



Lo chef Claudio Ruta proporrà per l’occasione un menu degustazione di cinque portate ispirato alla complessità di sapori della cucina barocca iblea  come il “Tarantello di tonno al purè di piselli” che si ispira ad una ricetta del noto cuoco galante Vincenzo Corrado o come il “Riso, butirro acido, oro e cecinelli” che richiama un’antica ricetta, quella del “Risotto mantecato in bianco, burro acido, oro barocco e cècinelli” e del cui burirro acido così diceva lo stesso Corrado:« io lo sperimento più adatto alla conditura, e lo considero meno dannoso del grasso di animale, per essere estratto dal latte, e con ciò più adatto all’uomo. Ha in sé una dolcezza, unita ad una delicatezza, e grassezza, che mentre ben condisce, ben piace anche, e soddisfa». E chissà che non soddisferà anche gli ospiti della cena di Gala nella rivisitazione dello chef Claudio Ruta.

«Creare un menù di cucina barocca mi ha proiettato nel passato, in una dimensione culturale legata a formidabili dinamiche sociali e decisamente spettacolare dove si instaurava un legame unico tra la tavola e la cultura, tra il cibo e la politica – afferma lo chef Claudio Ruta -. Il potaggio di radiche, i colì, il buttirro, la mozza, il tarantello e tanti altri, sono preparazioni e ingredienti tratti come spunto da diversi testi storici, e saranno i protagonisti dei miei piatti.  Tradotti e rielaborati li ho concretizzati in una cucina contemporanea, dai sapori autentici e con tutte le attenzioni alle esigenze del momento».

 

 


Menu della serata

Aperitivo

Ostriche al potaggio di radiche

Merluzzo al latte di pistacchi sopra croste di pane.

La caponata della Baronessa con briseè salata, mandorle, cacao, pere e lampuga.

Dai Borboni ai giorni nostri… "Mozza" di bufala, alla colì di pomidori, acciughe, limone e lacrimella

Cozze, cavolfiori del vitto Pitagorico e verdello

 

Antipasto

Sarde "allinguate", fritte, vinaigrette di pomodoro, tartufo estivo, pane all'aglio e patate

 

Primo Piatto

Riso, butirro acido, oro e cecinelli

 

Secondo Piatto

Tarantello di tonno al purè di piselli .... di Vincenzo Corrado 1773

 

Dessert

Mezzo panettone e mezzo brioches…. u babà al limoncello, zenzero e frutta

 

 

La cena dello chef Claudio Ruta sarà anticipata, alle ore 18.00, dalla visita al Castello, ai giardini e al Museo del Costume MUDECO. Alle 19.00 Andrea Rabbito saggista, docente UNI KORE (professore associato di Cinema, fotografia e televisione) presenterà il libro L’illusione e l’inganno dal Barocco al Cinema, mentre a seguire, alle 19.30, Gianni Canova critico cinematografico, autore televisivo, saggista e rettore dello IULM presenterà il Cinema Neobarocco.

 

Iniziative in programma

Durante la tre giorni di Barocco & Neobarocco saranno allestiti i Palazzi Barocchi più belli di Ragusa Ibla, Patrimonio dell'Umanità, come Palazzo Cosentini, Il Teatro di Donnafugata, la ex Chiesa San Vincenzo Ferreri e il Museo della Cattedrale.  Verranno presentate opere realizzate ad hoc, sulla rilettura del Barocco di design, pittura, fotografia e moda. Su questo tema si confronteranno diversi autori: gli studenti delle Accademie di Brera, Abadir di Catania e ISIA di Faenza presenteranno prototipi e progetti di grafica, design, fashion e ceramica.  Saranno esposti oggetti di design d'autore di Roberto Semprini e Matteo Cibic, realizzati da aziende locali e internazionali come Altreforme, Pietracolata e Migliorino ed opere di artisti internazionali come Davide Bramante, Massimo Pulini, Graziano Villa e Giovanni Blanco.

Assai ricco anche il calendario delle conferenze, che verranno svolte a Ibla nella splendida cornice dei Giardi Iblei. Interverranno, solo per citarne alcuni, Gilda Boiardi direttrice di INTERNI, Cristina Morozzi giornalista e critica di design, Davide Rampello regista televisivo e direttore artistico.  In occasione della prossima edizione interverrà Gianni Canova, rettore dello IULM di Milano, critico cinematografico, autore televisivo, direttore artistico e saggista. Nel più piccolo Teatro d'Italia all'interno del Palazzo di Donnafugata, Francesca Fellini, nipote di Federico Fellini Luigi Piccolo costumista dei film di Fellini, Pasolini e Zeffirelli si confronteranno sul tema del cinema neobarocco felliniano (vedi il film il Casanova). A seguire la performance di danza “Infunn’o Mare” a cura Aguglia Veronica.  Nel Museo della Cattedrale di Ragusa, verrà presentata METAFORE, una mostra di fotografica del maestro Giuseppe Leone, capace di accostare fotografie rigorosamente in b/n di sculture barocche alle immagini di uomini, donne e bambini. Nella ex Chiesa San Vincenzo Ferreri un allestimento di grande effetto della stilista modicana Loredana Roccasalva.

Un ricco programma da vivere. Per maggiori dettagli www.baroccoeneobarocco.com

 

 

 

 

 

 

venerdì 15 settembre 2023

PAC 2014-2027 e AKIS

ADERISCI  ALLA RETE

https://docs.google.com/forms/d/1Coruo52BUZQay9bNoMN6oWzPB9jLtmVax-Lr7yeDAoc/edit?pli=1

 

 La nuova PAC 2023-2027 attribuisce un ruolo centrale al “sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura” (AKIS, ovvero Agriculture Knowledge and Innovation Systems) che definisce come “organizzazione di persone e istituzioni che utilizzano e producono conoscenza e innovazione per l’agricoltura e per i settori correlati”. L’AKIS è pensato con un approccio sistemico e con maggiore interconnessione tra i soggetti coinvolti e gli ambiti di attività (formazione, consulenza, ricerca e trasferimento tecnologico) rispetto a quanto previsto nella precedente programmazione europea. A livello di programmazione europea, l’AKIS è considerato quale elemento fondamentale e trasversale per il raggiungimento di tutti gli obiettivi della PAC e, pertanto, diventerà “il perno di un’azione finalizzata a rafforzare il modello interattivo di innovazione quale strumento efficace per promuovere la condivisione delle conoscenze, la digitalizzazione e l’innovazione” (Reg. 2115/2021). In Italia, ogni Regione dovrà organizzare il proprio AKIS, tenendo conto degli attori e delle esigenze del proprio territorio.  

Dopo una lunga gestazione, delicate trattative e inaspettate crisi, come la pandemia da Covid-19 e la guerra in Ucraina, all’inizio di quest’anno è stata varata la nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC) che sarà il cardine del sostegno e dello sviluppo del settore primario europeo per il periodo 2023- 2027. È evidente la forte impronta ambientale della nuova PAC, necessariamente allineata al Green Deal europeo e alle strategie Farm to fork e Biodiversity che mirano, rispettivamente, alla riduzione dell’impatto ambientale della filiera agroalimentare ed alla tutela della biodiversità.

Per questo, le misure di sostegno al reddito diventano sempre più selettive e orientate alla sostenibilità ambientale, prima ancora di quella economica per le aziende agricole. La PAC prevede strumenti che premiano i comportamenti virtuosi degli agricoltori dal punto di vista ambientale tramite gli ecoschemi, la condizionalità “rafforzata”, l’aumento delle risorse per l’agricoltura biologica. Un altro elemento caratterizzante della nuova Pac è il ruolo strategico e trasversale attribuito al sistema dell’innovazione e della conoscenza in agricoltura (Agriculture Knowledge and Innovation Systems o AKIS) per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e sviluppo perseguiti. La ricerca applicata, il trasferimento dell’innovazione, la digitalizzazione, la divulgazione, la formazione e la consulenza alle imprese agro-alimentari e forestali sono gli assi strategici e interconnessi dell’AKIS. Tutte le norme che regoleranno le attività degli agricoltori italiani e la distribuzione dei fondi a livello nazionale sono compendiate nel corposo documento (di 3.654 pagine) del Piano Strategico PAC (PSP). Una novità è che nel PSP sono già previste le politiche di sviluppo delle regioni le quali, in quell’alveo, adottano il Complemento Regionale per lo Sviluppo Rurale (CSR). Quindi, per ogni tipologia di intervento previsto a livello nazionale, ogni singola regione decide quale impegno attivare. Anche la Sicilia è chiamata a cogliere le opportunità del PSP nel prossimo quinquennio e tradurle in azioni adatte ed adattabili al proprio territorio ed al contesto  del settore agricolo e degli attori a diverso titolo coinvolti. Indubbiamente gli imprenditori agricoli saranno i protagonisti primari della Pac ma la resilienza, la sostenibilità e la crescita dell’agricoltura e del mondo rurale potranno avvenire solo con l’azione coordinata e sinergica 



















































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