martedì 20 dicembre 2022

Le prelibatezze identitarie di Sciacca

NinoSutera 

I due ambienti dove nacque la tradizione dolciaria siciliana furono la famiglia contadina e i monasteri. A Sciacca un tempo vi furono ben quattro monasteri, di cui il Monastero di Santa Maria dell’Itria, detto Badia Grande, ebbe grande importanza nel panorama monastico dell’Isola. A questo monastero sono legate due produzioni dolciarie tipiche saccensi: l’Ovamurina e le Cucchitedde. Al di là delle leggende o della storia di tali dolci, essi furono, come accadeva sovente in altri monasteri della Sicilia, mezzo di comunicazione tra chi dentro produceva i dolci e chi fuori li acquistava attraverso la “ruota”. Il valore del prodotto identitario, ed è il caso dei prodotti De.Co. sta nella storia  o nella leggenda narrante della tradizione identitaria, diversamente si tratta solo un mero prodotto commerciale, (tipico) ottimo, ma senza ne anima, ne storia, senza Genius Loci.

Con questi presupposti è nato il percorso Borghi GeniusLoci De.Co, elaborato dalla Libera università rurale dei saperi e dei sapori onlus, inserito tra gli esempi virtuosi del Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio e presentato al Poster Session del Forum Pa di Roma, all’Expo di Milano. Un percorso che prevede un  modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono territorio-tradizioni-tipicità-tracciabilità-trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa, ma soprattutto rispettose delle direttive nazionali e comunitarie in materia. Va ricordato che i siciliani hanno avuto storicamente una propensione al consumo di dolci, tanto che in nessun’altra regione ne fu mai inventata, creata, realizzata un così grande quantità. L’abbondanza in fatto di dolci è legata alla ricchezza di prodotti che ci offre il territorio: farina, mandorla, pistacchio, miele, ricotta, e via dicendo. Tutti prodotti che rappresentano gli elementi principali nella preparazione di molti dolci siciliani.

Alcuni di questi prodotti sono stati introdotti in Sicilia dagli Arabi. Il primo ambiente in cui nasce la tradizione dolciaria siciliana è la famiglia contadina. Un’altra fonte di ispirazione dei dolci siciliani è l’ambiente monastico. Anticamente nei monasteri siciliani, di cui 21 nella sola Palermo, venivano preparate le specialità chiamate li cusi duci di li batii specialità tutt’oggi apprezzate e ricercate e che ora vengono prodotte dalle famiglie e dalle abili mani dei pasticceri. L’ambiente monastico, luogo di silenzio, dove le suore si dedicavano alla preghiera e alla contemplazione, era anche luogo dove le suore, in particolare quelle di clausura, si dedicavano alla preparazione di dolci, delle cui ricette erano alquanto gelose, tanto che molte di esse sono andate perdute. In Sicilia ogni festa ha il suo peculiare aspetto gastronomico.

Dagli Arabi, infatti, l’arte di preparare dolci si è trasferita nei conventi, dove è stata portata avanti con entusiasmo, talvolta anche eccessivo: è storico il provvedimento del Sinodo Diocesano di Mazara del Vallo che nel 1575 proibì la preparazione di dolci nei conventi, per non distrarre le monache dalle pratiche religiose durante la Settimana Santa. Nella città di Sciacca vi erano i monasteri dove le suore di clausura erano solite preparare dolci: il Monastero della Badia Grande, il Monastero di Santa Caterina, il Monastero delle Giummare e il Monastero della Chiesa di Loreto (o Badia Piccola). Tra i principali dolci, simbolo della pasticceria saccense, vi sono Ova murine e Cucchitedde.

Le ovamurina

 Sono a base di uova, cacao amaro, mandorle tostate e poi schiaccciate con il matterello: nella preparazione veniva fatta come una frittatina, simile alla crepes, in cui le mandorle schiacciate appaiono come macchie bianche nel composto scuro, ricordando così il pesce murina da cui appunto il dolce prende il nome. Queste frittatine poi, arrotolate come un cannellone, vengono farcite con una crema al latte, comunemente chiamato biancomangiare aromatizzato con cannella e zuccata e pezzetti di cioccolato fondente. La ricetta è stata inventata dalle monache del convento della Badia Grande come alternativa estiva ai cannoli: la ricotta con il caldo non si conserva bene, così si è pensato a un ripieno di crema di latte (e a un altro involucro). Il nome? Le «ova» sono quelle della frittatina, che è scura, «murina» in siciliano

Le cucchitedde

Anche le cucchitedde sono a base di mandorle sgusciate e spellate, dopo essere fatte asciugare per oltre 24 ore in modo da perdere tutta l’umidità. Il tempo dunque era elemento importante, oltre l’amore nel realizzarle. Le mandorle ben asciutte poi venivano macinate e cucinate nello zucchero fatto sciogliere e portato alla cotture del filo grosso, cioè fatto sciogliere con cottura di pochi minuti e successivamente si stendeva su un piano di lavoro di marmo, non appena tiepidi si iniziava a lavorare l’impasto con la spatola di legno. La pasta di mandorla, dopo essere stata impastata e lasciata raffreddata, si prende a palline e schiacciandola con le mani si riempie di zuccata di zucca bianca, ovvero quella di tenerume come viene chiamata nel linguaggio comune. Racchiusa questa cucchitella, le si dà una forma ovale a cucchiaio.

In alcune versioni si parla di dolce a cui la forma veniva data con due cucchiai, ma le monache di clausura facevano anche delle forme a cuoricini quando erano richieste dai fidanzati. La ghiaccia reale o velata veniva posta sopra i cucchitelli, un’altra versione è quella con lo zucchero a velo e un’altra ancora è la cucchitella nera, preparata con cacao. Dopo il 1860, con l’incorporazione dei beni ecclesiastici da parte dello Stato, la preparazione dei dolci e la vendita divenne l’unica fonte di sostentamento per le suore e alcune di esse continuarono vita monacale fuori dai conventi, in abitazione private.

martedì 29 novembre 2022

ERP-italy European Rural Parliament Italy

 

Al via i lavori del Parlamento Rurale Europeo Italia




 Che cos’è il Parlamento Rurale Europeo (ERP)?

Una struttura politica, ma non partitica. 'Parlamento rurale' non è una parte formale del governo, né è un parlamento nel senso di un organo legislativo o decisionale. Si tratta di un processo 'bottom-up' di coinvolgimento e dibattito tra il popolo rurale e politici, per consentire una migliore comprensione, politica più efficace e di azione per affrontare le questioni rurali.
Un Parlamento rurale è un processo che fornisce opportunità per le persone con un interesse per le comunità rurali per condividere idee, prendere in considerazione i problemi e le soluzioni. Il Parlamento rurale permette a persone e decisori di lavorare insieme su questioni prioritarie per sviluppare soluzioni nuove e creative. Rafforza la voce delle comunità rurali e li aiuta a influenzare le decisioni che le riguardano. Il suo successo in Europa negli ultimi 20 anni ha ispirato l'avvio di un Parlamento rurale in ogni stato.

Dopo il formale riconoscimento da parte del Parlamento Rurale Europeo (ERP), l’ERP-ITALY sta lavorando per pianificare e organizzare la sessione inaugurale che avrà luogo nella primavera del 2023.

 

Chi può partecipare al Parlamento rurale?

I membri possono essere organismi, istituzioni, organizzazioni pubbliche e private, associazioni, GAL, reti informali, singoli individui, ecc., che hanno a che fare, a vario titolo, con le politiche di sviluppo rurale (es.: agricoltura e agroalimentare, artigianato, cultura, turismo, MPMI, paesaggio rurale, servizi socioeconomici, socioambientali e socioculturali rurali, ecc.), purché non legati da alcuna forma di controllo o dipendenza ad enti governativi. 


Puoi segnalare il tuo interesse ad aderire alla sezione italiana del Parlamento Rurale Europeo compilando il form on-line disponibile
 qui.
 














































 



sabato 12 novembre 2022

Biancavilla Etna Wine Forum


Centrati gli obiettivi di partecipazione e informazione sui valori vitivinicoli del territorio e sull’economia agricola e turistica dell’Etna. Biancavilla intende affermare una sua funzione di coesione e sviluppo, centrato sul vino e le produzioni tipiche di questo versante della ‘Grande Muntagna’. Il Sindaco Antonio Bonanno: “Il Sud-Ovest del vulcano riafferma il suo ruolo nella valorizzazione enologica del territorio. Indispensabile una revisione del perimetro dei nostri territori, includendo vigne e terreni storicamente presenti in questo areale e, ancora oggi, restate escluse”.

https://www.rainews.it/rubriche/tg2week-end/video/2022/10/TG2-Week-End-del-29102022-15dc707d-e641-40a6-a2fd-4ff11aa31165.html 

Catania, 18 Ottobre 2022 - Oltre 2.000 winelover e operatori della ristorazione presenti, 35 aziende partecipanti e contenuti di alto profilo per un grande racconto enologico su Biancavilla e il territorio sud-ovest della DOC Etna. Da sabato 15 a domenica 16, con una appendice lunedì 17 ottobre dedicata alla ristorazione locale, Biancavilla è diventata una piccola capitale del vino di qualità, offrendo una serie di iniziative – tra cui percorsi di visita e degustazioni - che, in questo specifico territorio, non trova precedenti, consegnando ad una comunità di imprenditori agricoli e non solo,  quel laboratorio di idee e di esperienze che il Forum di Biancavilla intende essere: un appuntamento stabile condiviso da tutti gli attori che possono concorrervi (dalle Università al Consorzio di Tutela dell’Etna DOC, alla Camera di Commercio di Catania, ma anche l’I.R.V.O. della Regione Siciliana e l’Assessorato all’Agricoltura) sull’Economia del Vulcano.

 https://www.rainews.it/rubriche/tg2siviaggiare

Un progetto che sposa in pieno l’intenzione di creare un vero e proprio Osservatorio, in grado di raccogliere dati ed analizzarli scientificamente, come previsto nel Programma della DOC Etna. Biancavilla si candida ad esserne la sede, con spirito di servizio e coesione insieme a tutto il territorio dell’Etna e a tutte le sue principali produzioni agricole di tradizione: le arance rosse dell’Etna, il Ficodindia, la frutta tipica come la Mela Cola e la Pera Coscia, ma anche i Pistacchi di Bronte e quanto altro ancora connoti e valorizzi l’agricoltura sulla ‘Grande Muntagna’. Prodotti che varcano stabilmente i confini italiani per raggiungere mercati lontani e che costituiscono la struttura, insieme al turismo, dell’intera economia dell’Etna.

 


Un areale, quello della DOC Etna, di gran pregio, con vigneti e palmenti che raccontano una storia secolare fondata sull’iniziativa di famiglie che, di generazione in generazione, hanno saputo affermare con qualità e rigore produttivo, l’identità enologica del versante sud/sud-ovest del Vulcano: “Siamo la terza porta dell’Etna e punto di riferimento per la viticoltura alle pendici dell’Etna – sottolinea il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno - La prima edizione del Biancavilla Etna Wine Forum ha voluto affermare l’identità di questo straordinario territorio, dando valore ai tanti produttori che hanno deciso di insistere su questo versante”.

 


Importante, inoltre, l’aspetto di proiezione sul marketing e sull’internazionalizzazione grazie al coinvolgimento di Italian Taste Summit con un workshop dal titolo “Export dei vini dell’Etna Doc, declinazioni dei caratteri territoriali e la loro promozione specifica” che ha visto l’intervento di Joanna Miro, CEO di Wine Global Aspect e diversi produttori che hanno partecipato attivamente alla prima edizione di Biancavilla Etna Wine Forum. Sempre nella giornata di Sabato Matteo Gallello ha guidato una storica degustazione verticale di Etna Bianco di Masseria Setteporte e la Master of Wine Susan Hulme ha raccontato le peculiarità di Biancavilla in una apprezzatissima degustazione con dodici etichette rappresentative del territorio. Giornata clou Domenica 16 Ottobre con la presenza di oltre trenta cantine partecipanti, le associazioni del mondo della sommellerie e poi le enoteche, i ristoranti ed i giornalisti della critica enologica nazionale ed internazionale ed un pubblico selezionato di oltre 2.000 persone nella suggestiva cornice di Villa delle Favare con i banchi di assaggio. Nella giornata conclusiva, una mattinata di formazione per i ristoratori locali che hanno potuto incontrare i produttori di Biancavilla nell’ottica di una maggiore sinergia e crescita del territorio nel segmento eno-gastronomico ed eno-turistico.

 https://www.rainews.it/rubriche/tg2eatparade/video/2022/11/Tg2-Eat-Parade-del-11112022-47d1ab1b-d969-4638-871b-364b90c509bc.html

Hanno preso parte alla prima edizione di Biancavilla Etna Wine Forum, l’Associazione Italiana Sommelier, l’Associazione Nazionale Assaggiatori di Vino, le cantine di Biancavilla e dell’Etna (Agata Santangelo, Barone di Villagrande, Cantine di Nessuno, CVA Canicattì, Duca di Salaparuta, Eudes, Feudo Cavaliere, Firriato, Foti Randazzese, Generazione Alessandro, Giovinco, Grottafumata, Le due Tenute, Masseria Setteporte, Murgo, Nicosia, Papale, Pietrardita, Planeta, Podere dell’Etna Segreta, Quinto Arco, Re Ruggero, Serafica Terra di Olio e Vino, Tenuta Boccarossa, Tenuta del Vallone Rosso, Tenuta di Fessina, Tenute Mannino di Plachi, Tenute Orestiadi - La Gelsomina, Terra di Montalto, Terrafusa, Travaglianti), l’associazione DegustEtna e poi l’Enoteca dell’Etna, Racina e l’Istituto Alberghiero IPSSAT Rocco Chinnici.

venerdì 11 novembre 2022

la Sicilia sul podio del Merano Wine Festival

 


 

Vino e territorio protagonisti in un cortometraggio, la Sicilia sul podio del Merano Wine Festival

Alessia Maranzano 

Raccontare il vino siciliano in modo inusuale e inedito: attraverso l’arte, la bellezza della natura e l’energia del territorio. É quello che ha fatto, nel corso della 31esima edizione del Merano Wine Festival, l’azienda agricola siciliana Di Giovanna, tra le prime a specializzarsi nella produzione di vini biologici. E così è stato presentato dall’azienda siciliana, in occasione della manifestazione altoatesina dello scorso 4 novembre, il cortometraggio “Wine is sunlight” del regista Carlo Guttadauro di Anam Cara. Un modo insuale e inedito per raccontare il prodotto siciliano. Tre i vini premiati da The WineHunter Award: l’Helios Grillo 830 mt DOC Sicilia 2020, il Vurrìa Nerello Mascalese Rosato e Helios Nero d’Avola DOC Sicilia 2019, tra i più importanti vini rossi prodotti dall’azienda.



 

La cantina siciliana produttrice di vini autoctoni e internazionali tra Sambuca di Sicilia (Agrigento) e Contessa Entellina (Palermo). “Sciascia diceva che la Sicilia intera è una dimensione fantastica – afferma Gunther Di Giovanna, che gestisce l’azienda di famiglia, insieme al fratello Klaus -. Come fai a viverci senza immaginazione? E in effetti quello che è capitato a mia moglie, americana di Philadelphia, e a mia mamma tedesca di Heidelberg, la Sicilia conquista. Quando abbiamo girato questo cortometraggio il regista non sapeva quale angolo, del piccolo territorio dove noi ci troviamo, filmare, fotografare, dove realizzare le sue scene. C’era un vero imbarazzo di scelta. La Sicilia è la terra dell’amore, è quell’amore che muove il sole e le altre stelle. Ed è quello che vogliamo mettere nel nostro vino ogni anno quando lo produciamo”.

Gli imprenditori si dicono onorati per aver partecipato al festival del vino “più elegante e prestigioso d’Italia, speriamo sia la prima di tante altre a Merano”. “Non avremmo potuto immaginare un contesto migliore per festeggiare i nostri 25 anni bio”.



                    Vinificata in purezza nel 1988 e affinata sotto il sole di Palermo, ha come filosofia di vita “Il bicchiere è sempre mezzo pieno”. La comunicazione e il marketing sono il suo lavoro, il vino la sua passione più grande. Dopo essersi laureata in Comunicazione d’impresa, ha conseguito il Master di II livello in ‘Manager delle aziende del settore vitivinicolo’ presso UniPa e un Master specialistico in ‘Hospitality & wine experience’. E’ anche sommelier presso l’Associazione Italiana Sommelier e ha ottenuto la certificazione WSET Level 2 Award in Wines. Infine, è socio dell’Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli di Unione Italiana Vini.



 (Alessia Maranzano)

Consorzio di tutela del Cerasuolo di Vittoria

 

  grappa e cioccolato per tutti i gusti

Gianna Bozzali

Una degustazione pensata per gli appassionati di grappa che ricercano nuove prospettive e abbinamenti di gusto. Un percorso dedicato alla provincia iblea che vedrà protagonista il cioccolato fondente e una selezione di grappe di cantine aderenti al Consorzio di Tutela del Cerasuolo di Vittoria, distillate artigianalmente. L’appuntamento è per domani 12 novembre alle 18 nella tensostruttura presente all’interno di Nuova Emaia Città e si inserisce nel programma della 55esima Campionaria d’autunno. Ad organizzarla è l’Anag, l’Associazione nazionale assaggiatori di grappa.

Le aziende Avide Vigneti e Cantine di Comiso, MaggioVini di Vittoria, Tenuta Valle delle Ferle di Caltagirone abbineranno i loro distillati con il cioccolato fondente dell’azienda Ciokarrua di Modica. Inoltre, per questo speciale evento, l’azienda Ciokarrua presenterà la sua grappa alla carruba e l’esclusiva novità Grezzopuro: l’inedito cioccolato di Modica IGP-biologico prodotto dalle fave di cacao Colombia, importate e lavorate da Ciokarrua presso il proprio laboratorio di produzione.

Sempre a firma dell’Anag le altre due degustazioni in programma sempre per la giornata di domani 12 novembre: alle 11.30 protagoniste saranno Cantine Paolini, l’azienda Al-Cantàra e le Distillerie Peroni Maddalena. Invece alle 20 si terrà una Masterclass di Grappe della cantina Donnafugata in abbinamento i prodotti della Pasticceria Stracquadaneo di Vittoria. Domenica 13 novembre, infine, si chiuderà alle 18 con la degustazione delle grappe di Cantine Bianchi.



Gianna Bozzali

Originaria di Vittoria (Ragusa). Una laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari e tante esperienze maturate nel mondo della comunicazione enogastronomica, sia in tv, sia grazie alla collaborazione con testate giornalistiche di settore. Giornalista e critico gastronomico, esperto assaggiatore Onav, è da anni PR ed ufficio stampa del Consorzio di Tutela del Cerasuolo di Vittoria DOCG. Spesso veste anche il ruolo di Docente di comunicazione gastronomica in diversi corsi di settore. Ama narrare le storie più semplici come quelle dei casari, dei contadini e dei vignaioli perché anche il più sconosciuto dei produttori merita di essere “ascoltato”.

giovedì 10 novembre 2022

Dal Manifesto della Neoruralità alla sovranità alimentare

 

Uno dei primi lavori del  ERP  European Rural Parliament   https://terra.psrsicilia.it/parlamento-rurale-europeo-litalia-parla-siciliano-ai-lavori-di-kielce/    è stato l’avvio  dell’elaborazione del Manifesto della Neoruralità, che non rappresenta il vangelo, ma un quaderno in work in progres.

A distanza di  dieci  anni,  ritorna di gran moda o se volete di grande attualità, (…sovranità alimentare). L’ Italy Rural Parliament  ha preferito trattare prima  i contenuti, piuttosto che il contenitore, comunque la sostanza in estrema sintesi non cambia, c’è tanta voglia di riposizionare ogni cosa al posto giusto, e di riscrivere una politica agricola, rispettosa dei contadini, dei consumatori e del prossimo.

 


Nel corso degli anni il concetto di «sovranità alimentare» è stato ripreso e diffuso da diverse organizzazioni, non esiste una definizione unanime o trasversalmente condivisa di questo concetto, ma per capire cosa significa può essere utile riferirsi  Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura  

Secondo la FAO  la sovranità alimentare è un modello di gestione delle risorse alimentari che ha come priorità e motore delle proprie politiche non la massimizzazione del profitto economico ma la soddisfazione delle esigenze alimentari delle persone; che promuove un tipo di produzione alimentare sostenibile e rispettosa del lavoro di chi produce il cibo; che punta a incoraggiare le economie alimentari locali, riducendo la distanza tra fornitori e consumatori, lo spreco e la dipendenza da società distanti dai luoghi in cui il cibo viene prodotto. In altre parole, la sovranità alimentare si propone di dare il controllo delle risorse alimentari soprattutto a chi le produce, le distribuisce e le consuma anziché a grandi aziende che le utilizzano come mezzo per arricchirsi.

La sovranità alimentare punta   a valorizzare le conoscenze tradizionali sulla produzione delle risorse alimentari e la loro trasmissione di generazione in generazione, e promuove l’utilizzo di metodi e mezzi di gestione delle risorse alimentari che siano sostenibili dal punto di vista ambientale.

Di sovranità alimentare già nel lontano  1956   Luigi (Gino) Veronelli scriveva “L’agricoltura e il turismo sono le armi migliori per lo sviluppo e l’affermazione della nostra Italia”. Un’idea decisamente controcorrente considerando il pieno boom economico, cioè quel veloce sviluppo industriale che trasformò l’Italia, il suo modo di vivere, le abitudini, anche alimentari, della popolazione e modificò per sempre l’aspetto delle città, del paesaggio, delle campagne. Anni dopo, Veronelli è tornato sull’argomento precisando che “L’agricoltura di qualità e il turismo di qualità sono le armi per lo sviluppo della nostra patria”. Veronelli in questo come in tanti altri temi, è stato un antesignano, un intellettuale a tutto campo, ricco di intuizioni, uno straordinario personaggio ricco di umanità, e di contraddizioni, capace di vedere lontano. I suoi pensieri sul turismo e sull’agricoltura, infatti, hanno del pionieristico se collocati nel contesto storico in cui sono stati enunciati. Ma d’altra parte il suo grande fascino era dovuto al fatto che nella sua vita, non hai mai smesso di essere curioso e attento a cogliere le novità, nel rispetto dell’identità territoriali.

Veronelli,   enologo, gastronomo e scrittore lombardo,   ideò le De.Co., ha rappresentato e rappresenta il rinascimento dell’  ElaioEnoGastronomia  italiana in tutte le sue espressioni, ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione dei territori, e dei prodotti identitari, una lezione di dedizione, onestà intellettuale, e sana partigianeria che rappresenta   l’antesignano  alla sovranità alimentare

                    Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori, a garanzia dei consumatori consapevoli.

E’ in questo scenario che 20 anni addietro è stato  ideato il percorso Borghi GeniusLoci De.Co., https://terra.psrsicilia.it/borghi-geniusloci-de-co-legame-fra-uomo-ambiente-clima-e-cultura-produttiva/   un percorso culturale, che mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi.

                  Illuminante, al riguardo, la definizione che   Luigi Veronelli ha dato del “genius loci”: esso è da intendere come “l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva.

Le De.Co. (Denominazioni Comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava: “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta  un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo.

 

Bagheria, Villa San Cataldo, sabato ore 11


 

venerdì 28 ottobre 2022

55^ edizione della Fiera Campionaria d’autunno

 

Torna a Vittoria l’atteso evento fieristico d’autunno, in programma dal 5 al 13 novembre.  Giovedì 3 la conferenza stampa di presentazione

Gianna Bozzali

 

      

  Sarà presentata in conferenza stampa giovedì 3 novembre, alle ore 10.00, la 55^ edizione della Fiera Campionaria d’autunno, in programma al Polo Fieristico di Vittoria dal 5 al 13 novembre 2022.




Nella sala riunione di Nuova Emaia Città saranno illustrati tutti i dettagli dell’evento volto a promuovere tante e variegate produzioni proposte dagli oltre 100 espositori di questa edizione. Idee a portata di mano recita il claim di quest’anno a sottolineare le tante soluzioni per la casa, per il giardinaggio, per l’abbigliamento, il tempo libero e non solo che la Campionaria, come da tradizione, si propone di offrire ai visitatori. Fondata nel 1966, la “Novembrina” di Nuova Emaia Città vuole incontrare un vasto pubblico proponendo anche iniziative collaterali, alcune delle quali si possono ritenere degli appuntamenti storici. Ne è un esempio la Fiera del Bestiame, a cura di ACEV Vittoria, che si terrà domenica 6 novembre a partire dalle ore 7.30: un intreccio di folclore e divertimento specie per il pubblico più piccino dove protagonista sarà il mondo dell’ippica. Una giornata all’insegna della tradizione, che da sempre racconta la storia della civiltà contadina locale e allo stesso tempo incanta con le tante razze di cavallo che sfileranno, dai cavalli provenienti dalla Frisia ai cavalli andalusi, equini che instaurano un buon rapporto con l’uomo, fino ai percheron del nord della Francia. Tra gli eventi immancabile la Fiera di San Martino, in calendario il 12 e 13 novembre, che da 300 anni è una delle iniziative più attese in città, simbolo della festa popolare, con le numerose bancarelle ricche di vivacità. Tra gli eventi collaterali le degustazioni di grappa a cura di ANAG Sicilia, momenti di fitness con le associazioni sportive di Vittoria, spettacoli di danza e musica.

Tutti i dettagli, comunque, saranno resi noti in conferenza stampa, giovedì 3 novembre alle ore 10.00. 




Originaria di Vittoria (Ragusa). Una laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari e tante esperienze maturate nel mondo della comunicazione enogastronomica, sia in tv, sia grazie alla collaborazione con testate giornalistiche di settore. Giornalista e critico gastronomico, esperto assaggiatore Onav, è da anni PR ed ufficio stampa del Consorzio di Tutela del Cerasuolo di Vittoria DOCG. Spesso veste anche il ruolo di Docente di comunicazione gastronomica in diversi corsi di settore. Ama narrare le storie più semplici come quelle dei casari, dei contadini e dei vignaioli perché anche il più sconosciuto dei produttori merita di essere “ascoltato”.

 

 

 

 

 

martedì 25 ottobre 2022

strumenti innovativi per la comunicazione

 

Misura 16, strumenti innovativi per la comunicazione e la formazione digitale dei Gruppi Operativi

 

Alessia Maranzano

Favorire il trasferimento di innovazione e conoscenza scientifica tramite la formazione digitale. Due sono i progetti che, in accordo con le finalità della Misura 16 e del ruolo dei Gruppi operativi, hanno scelto di utilizzare una piattaforma elearning per trasferire e divulgare le conoscenze di base al personale delle aziende coinvolte per la corretta attuazione del progetto. Una modalità di fruizione, questa, disponibile non solo per i dipendenti coinvolti, ma anche per tutti gli stakeholder al fine di coinvolgere un pubblico sempre più ampio.

 

Adottata come strumento digitale all’interno di alcuni Gruppi Operativi finanziati dalla Misura 16 del PSR in Sicilia, la piattaforma, sviluppata dalla startup siciliana GemmaLab – agenzia di comunicazione agroalimentare, costituisce un valido supporto alle attività di divulgazione e comunicazione. La piattaforma, infatti, permette di caricare e gestire contenuti formativi mirati, divulgando attività di tipo edutainament, coinvolgendo i dipendenti e i portatori di interesse in una nuova esperienza che li avvicina al progetto promosso dal Gruppo Operativo. In questo modo, il processo di formazione e divulgazione si pone in linea con le finalità della Sottomisura 16.1.

Ne è un esempio il progetto Fisipro “La Filiera dei frumenti antichi Siciliani: dalla Produzione alla realizzazione di prodotti nutraceutici” promosso dal Gruppo Operativo Sicilian Quality Food. La piattaforma consente di promuovere l’attività svolta dal Gruppo operativo nell’ambito del progetto finanziato e di adottare uno strumento efficace sia per la gestione delle attività di formazione previste dal progetto sia per rendere fruibile e dare ampia diffusione alle conoscenze scientifiche e innovazioni prodotte in seno allo stesso. In questo modo, è possibile trasferire le conoscenze di base al personale delle aziende coinvolte per la corretta attuazione del progetto, partendo dalla consapevolezza che per la buona riuscita delle singole attività, il capitale umano rappresenta l'elemento principale per il trasferimento dell'innovazione. Nel caso specifico del progetto Fisipro, tra gli argomenti trattati nella piattaforma elearning, focus su biodiversità e aspetti agronomici del grano duro antico siciliano, sul processo di molitura, la produzione di pasta e i prodotti trasformati. Inoltre, sono affrontati argomenti quali l’eco-compatibilità del prodotto, la valorizzazione degli stessi nel mercato, i principi dei sistemi di tracciabilità "dal campo alla tavola" ed i sistemi di qualità certificata.

Anche il progetto FI.SI.CA. “Creazione in Sicilia di filiere corte per la produzione di oli e farine di canapa” promosso dal Gruppo Operativo Kibbò Hemp Community ha arricchito la propria piattaforma di numerosi contenuti e moduli formativi, inclusi i materiali prodotti in occasione dei convegni divulgativi, grazie anche al contributo apportato dai partner scientifici FIRAB - Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica di Roma, CREA - Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Sede di Acireale e Istituto per la BioEconomia di Catania - Consiglio Nazionale delle Ricerche. 

Le Piattaforme possono essere fruite attraverso una registrazione gratuita e molti contenuti sono disponibili per un pubblico più vasto oltre che a tutti i partner e stakeholder coinvolti nei progetti. In questo modo, tramite l’approccio dell’apprendimento digitale cambia il processo di formazione e divulgazione che diventa più smart ed inclusivo, adeguandosi ai nuovi strumenti digitali interattivi, disponibili on demand e su mobile. 

 


                    Vinificata in purezza nel 1988 e affinata sotto il sole di Palermo, ha come filosofia di vita “Il bicchiere è sempre mezzo pieno”. La comunicazione e il marketing sono il suo lavoro, il vino la sua passione più grande. Dopo essersi laureata in Comunicazione d’impresa, ha conseguito il Master di II livello in ‘Manager delle aziende del settore vitivinicolo’ presso UniPa e un Master specialistico in ‘Hospitality & wine experience’. E’ anche sommelier presso l’Associazione Italiana Sommelier e ha ottenuto la certificazione WSET Level 2 Award in Wines. Infine, è socio dell’Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli di Unione Italiana Vini.

 

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