martedì 25 dicembre 2018

A Giuseppina Morelli Presidente della LAPS il riconoscimento di custode dell'Identità territoriale






Fucecchio–Menfi, incontro culturale 

  La  Laps  e la Lurss.Onlus, hanno  sottoscritto una lettera di intenti, finalizzata a future collaborazioni



Si è tenuta alcuni giorni addietro a Menfi,    una manifestazione culturale dal titolo “Il grande animo delle donne”, promossa dalla Consulta delle Donne di Menfi e dalla Libera Associazione Poeti e Scrittori di Fucecchio, con il patrocinio dei rispettivi comuni. 


L'incontro culturale ha visto protagonisti gli scrittori menfitani e i soci LAPS provenienti da Fucecchio e da varie regioni italiane. 
Le responsabili LAPS hanno presentato l'area naturalistica del Padule di Fucecchio e le attività storiche quali il Palio delle Contrade e l'Infiorata ed è stato fatto dono alla Biblioteca Civica di Menfi dei volumi inerenti tali manifestazioni, di una monografia su Fucecchio e di un libro su Arturo Checchi. A loro volta i rappresentanti del Comune di Menfi hanno donato alcuni volumi riguardanti la storia della città e della Regione Sicilia che la LAPS in occasione dell'incontro ufficiale nella sala consiliare del Comune di Fucecchio ha consegnato all’assessore Antonella Gorgerino. 

Al termine della manifestazione  a il dott. Nino Sutera,Direttore  della Libera Università Rurale Saper&Sapor, ha conferito alla prof.ssa Giuseppina Morelli presidente LAPS l'onorificenza di Custode dell'Identità Territoriale in considerazione dell'impegno per diffondere la conoscenza delle eccellenze della propria cittadina Fucecchio.  


Al  Laps  e la Lurss.Onlus, hanno  sottoscritto una lettera di intenti, finalizzata a future collaborazioni












venerdì 14 dicembre 2018

Motta Camastra, tra i Borghi GeniusLoci De.Co.


nucciatornatore
Motta Camastra tra i Borghi GeniusLoci De.Co.
Un percorso culturale per la salvaguardia, la valorizzazione e la promozione dell’identità dei luoghi, con le prelibatezze e le unicità dei territori. Abbiamo incontrato Nino Sutera, Direttore della Libera Università rurale dei Saperi & dei Sapori e ideologo del percorso.

Il comune di Motta guidato dal Sindaco Carmelo Blancato, ha avviato l’iter con il supporto del dott. Filippo Zullo.

Direttore Sutera, ci spieghi cos'è la DeCo?
Le DeCo (Denominazioni comunali) nascono da un’idea semplice e geniale del grande Luigi Veronelli, che così le spiegava:  “Attraverso la De.Co. il "prodotto" del Territorio acquista una sua identità.” Rappresenta un concreto strumento di marketing territoriale, ma soprattutto un’importante opportunità per il recupero e la valorizzazione delle identità e le unicità locali. La De.Co. è “un prodotto del territorio” (un piatto, un dolce, un sapere, un evento, un lavoro artigianale, etc) con il quale una comunità si identifica per elementi di unicità e caratteristiche identitarie, deve essere considerata come una vera e propria attrazione turistica capace di muovere un target di viaggiatori che la letteratura internazionale definisce “foodies” viaggiatori sensibili al patrimonio culinario locale e non solo. Il valore di una De.Co.(Denominazione comunale) è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune, a memoria futura oppure come occasione del presente, per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine.
Che cos’è  GeniusLoci De.Co?
È un percorso culturale, al francese  “terroir”, preferiamo il latino “genius loci”, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile. Il percorso di GeniusLoci DeCo, ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor onlus, prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)-Tracciabilità e Trasparenza,  che rappresentano la vera componente innovativa, da condividere con il territorio e per il territorio. Si tratta di un percorso che vuole salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, la quale tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Nelle arti e non solo, il “GeniusLoci” rappresenta concettualmente quello “spirito” percepibile, quasi tangibile, che rende unici certi luoghi ed irripetibili certi momenti, uno spazio, un edificio o un monumento. Non solo: il Genius Loci è anche nelle immagini, nei colori, nei sapori e nei profumi dei paesaggi intorno a noi, che tanto spesso, anche all’improvviso, ci stupiscono ed emozionano. Le persone “respirano” il genius loci di un luogo, di un ambiente quando ne hanno piena coscienza. Ognuno di noi è attaccato ad un luogo d’infanzia, ad un ricordo, ad un affetto, a un dolce, ad un piatto. Ecco, l’obiettivo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso le prelibatezze storiche e culturali del territorio.
Il percorso Borghi GeniusLoci DeCo, mira a salvaguardare e valorizzare il “locale”, rispetto al fenomeno della globalizzazione, che tende ad omogeneizzare prodotti e sapori. Il Genius Loci rappresenta l'essenza, l'identità di un territorio; ad esso appartengono le immagini, i colori, i sapori ed i profumi dei paesaggi. Obiettivo del  Percorso  GeniusLoci DeCo è recuperare l’identità di un luogo, attraverso anche le valorizzazione delle produzioni di eccellenza e delle tradizioni storiche e culturali dello stesso, al fine di ottimizzarne la competitività.
Un percorso innovativo?
 Un percorso “Borghi Genius Loci DeCo”, attraverso il quale si intende incrementare il turismo enogastronomico puntando sulla spiccata tipicità delle pietanze ereditate dalle antiche tradizioni locali, in grado di esprimere l’essenza più autentica e di “raccontare” la storia di un territorio finalizzato a rafforzare l’identità del  territorio   attraverso l’esaltazione delle rispettive peculiarità gastronomiche, sulla base dell’assunto che una pietanza non serve solo a soddisfare l’appetito ed a fornire all’organismo apporti calorici e nutrizionali, ma riesce anche a “raccontare” la cultura, i valori e le tradizioni dell’ambiente in cui la si cucina e, prima di tutto, la si “pensa”.
«La denominazione comunale (De.Co.) “Borghi Genius Loci” è un atto politico, nelle prerogative del Sindaco, che presuppone una conoscenza del passato, un’analisi del presente ed una progettualità riferita al futuro. Il tutto nell’ottica del turismo enogastronomico, che se ben congegnato e gestito, costituisce una vera e grande opportunità per lo sviluppo dell’economia locale, specie per le piccole comunità rurali, che nei rispettivi prodotti alimentari e piatti tipici hanno un formidabile punto di forza attrattiva nei confronti del visitatore.
E’ proprio a tavola che si esprime quel “genius loci” che dà il nome all’iniziativa, e che preferiamo al corrispondente termine francese “terroir”: il menù non è solo una sequenza di ghiottonerie atte ad appagare i piaceri del palato, ma va anche e soprattutto inteso come narrazione di un “frammento di civiltà”. Un piatto tipico locale, quindi, è assimilabile ad un’opera d’arte, perché è un unico ed (altrove) irripetibile equilibrio di forze ed energie scaturenti da un determinato e ben definito luogo.
Illuminante, al riguardo, la definizione che il compianto Luigi Veronelli ha dato del “genius loci”: per il grande enologo, gastronomo e scrittore lombardo, esso è da intendere come «l’intimo ed imprescindibile legame fra uomo, ambiente, clima e cultura produttiva. Pertanto il Genius Loci si visita nel territorio e si assapora nel piatto».
La bellezza e l'unicità del paesaggio, gli insediamenti storici, la rigogliosa natura ha regalato diversi elementi attrattivi ereditati dalla tradizione ed in grado di affascinare i cosiddetti “viaggiatori del gusto”, ossia quei tanti turisti intelligenti e colti alla ricerca della buona tavola, non solo per apprezzarne le qualità gastronomiche, ma anche per l’intimo e profondo legame tra essa ed il territorio.
Il valore di una DeCo è quello di fissare, in un dato momento storico, ciò che identifica quel Comune. A memoria futura, oppure come occasione del presente per cogliere un’opportunità di marketing. I prodotti agro-alimentari e artigianali racchiudono al loro interno tradizione, cultura, valori, conoscenza locale, e, forse la cosa più importante, l’autenticità del loro territorio di origine. La Denominazione comunale non è un marchio di qualità, ma il biglietto da visita di una comunità, sulla quale possono operare i sindaci per salvaguardare e valorizzare l'identità di un territorio.
L’istituzione del Borgo GeniusLoci DeCo, consente l'avvio di una fase di sviluppo endogeno del territorio, dove la propria storia e la propria tradizione diventa la "risorsa" su cui investire il proprio futuro.
Quasi sono, Direttore, le raccomandazioni per l’attuazione del percorso?
Per garantire la sostenibilità del percorso occorrono quattro principi, la storicità e l'unicità, l’interesse collettivo, condiviso e diffuso e a burocrazia zero Il mito che circonda la maggior parte dei territori rurali di successo, assomiglia a una favola vera fatta di personaggi e di eccezionalità, e di unicità. Aspetti importanti che collocano l’idea dei Borghi geniusLoci DeCo all’interno di un percorso culturale e di pensiero innovativo volto alla difesa delle peculiarità territoriali. Non potendo legare l'azione di forza alla qualità normata dai Reg. comunitari, sta nell'unicità dell'identità l'azione vincente. In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo (Dop, Igp, Doc, ect) sono strumenti impropri e inopportuni. L’auspicio, la vera sfida, è riuscire a realizzare una rete di Borghi GeniusLoci DeCo per valorizzare quei prodotti di nicchia, che inducono gli appassionati viaggiatori ad andare ad acquistare e degustare e/o apprezzare i prodotti nelle loro zone di produzione, per promuovere l’offerta integrata “del” e “nel” territorio. Obiettivo non secondario è costruire spirito di squadra per la tutela dell’identità dei luoghi e il recupero dell’unicità territoriale come opportunità.
per saperne di più, visitate i siti web:
http://decogeniusloci.blogspot.it/
oppure scrivete a:
lurss.onlus@gmail.com

domenica 9 dicembre 2018

Giuseppina Morelli, Custode dell'Identità Territoriale

                               
Fucecchio–Menfi, incontro culturale 

  La  Laps  e la Lurss.Onlus, hanno  sottoscritto una lettera di intenti, finalizzata a future collaborazioni



 Giuseppina Morelli, Nino Sutera e Piero Mangiaracina,

durante la consegna del riconoscimento

                   Si è svolta  a Menfi una manifestazione culturale     promossa dalla Consulta delle Donne di Menfi e dalla Libera Associazione Poeti e Scrittori di Fucecchio, con il patrocinio dei rispettivi comuni. 

L'incontro culturale ha visto protagonisti gli scrittori menfitani e i soci LAPS provenienti da Fucecchio e da varie regioni italiane. 
Le responsabili LAPS hanno presentato l'area naturalistica del Padule di Fucecchio e le attività storiche quali il Palio delle Contrade e l'Infiorata ed è stato fatto dono alla Biblioteca Civica di Menfi dei volumi inerenti tali manifestazioni, di una monografia su Fucecchio e di un libro su Arturo Checchi. A loro volta i rappresentanti del Comune di Menfi hanno donato alcuni volumi riguardanti la storia della città.


Al termine della manifestazione    Nino Sutera, Direttore  della Libera Università Rurale Saper&Sapor, ha conferito alla prof.ssa Giuseppina Morelli presidente LAPS il riconoscimento di Custode dell'Identità Territoriale in considerazione dell'impegno per diffondere la conoscenza delle eccellenze della propria cittadina Fucecchio.  



Al  Laps  e la Lurss.Onlus, hanno  sottoscritto una lettera di intenti, finalizzata a future collaborazioni








venerdì 7 dicembre 2018

Nature Prescription

 

NinoSutera
 Prescrivere una dose di natura
Uno studio mostra che "prescrivere la natura" è in grado di …….
La medicina moderna sta riscoprendo il semplice potere curativo dell'essere all'aperto.

Un numero crescente di prove evidenzia l'importanza dello spazio verde per mitigare i rischi per la salute associati all'urbanizzazione, come malattie cardiache, malattie respiratorie, basso peso alla nascita, scarso funzionamento immunitario e mortalità più elevata. Diversi decenni di ricerca in Giappone, Corea e Finlandia hanno dimostrato che gli ambienti naturali e urbani influenzano in modo diverso la risposta allo stress umano. Le persone immerse nella natura mostrano benefici su una varietà di indicatori fisiologici, come la variabilità della frequenza cardiaca, i livelli di cortisolo (l'ormone della "lotta o fuga"), la presenza di proteine ​​anti-cancro e l'attività delle cellule killer naturali importanti per il funzionamento immunitario .


I medici in Scozia stanno letteralmente prescrivendo la natura ai loro pazienti
"Esiste una prova schiacciante che la natura abbia benefici per la salute per il corpo e la mente", afferma Karen MacKelvie, responsabile della comunità RSPB.

Andare dal medico e ritirata la ricetta, invece di andare in farmacia, si va per dritti in montagna. Si va a zonzo per la natura. È questa   idea che arriva dal sistema sanitario scozzese: i medici, invece di prescrivere farmaci, consigliano passeggiate, trekking, raccogliere verdura, fiori ecc ecc.
Il programma si chiama “Nature Prescription” e le patologie prese in considerazioni sono soprattutto quelle croniche: ansia, depressione, diabete e ipertensione. Il programma è gestito dal National Health Service del Regno Unito e dalla Royal Society of the Protection of Birds (Rspb), un ente per la conservazione della natura, e la sua sperimentazione è iniziata in 10 cliniche pubbliche dell’arcipelago scozzese delle isole Shetland.
Il presupposto è che la natura possa effettivamente offrire alle persone benefici per la salute e migliorare il benessere personale.  Il concetto di vivere la natura, dicono, va al di là del puro esercizio fisico. La componente naturalistica, infatti, è una parte fondamentale della terapia, perché aggiungendo rilassamento e distensione apporta un miglioramento conclamato delle condizioni psichiche dei pazienti.

Il programma, considerato il primo del suo genere nel Regno Unito, consiste in un approccio non farmacologico, ossia nella prescrizione di diverse attività da svolgere all'aria aperta, partendo proprio dal presupposto che la natura possa effettivamente offrire alle persone benefici per la salute, e aiutare a trattare una serie di problemi quali ansia, depressione, diabete, ipertensione, oltre a migliorare il benessere personale. “Esiste una prova schiacciante che la natura abbia benefici per la salute del corpo e della mente”, afferma Karen MacKelvie, responsabile della comunità Rspb. Infatti, commenta Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) l'idea non è affatto nuova.
“Tutti i medici sanno che praticare in maniera sistematica alcune buone abitudini, come svolgere regolarmente l'attività fisica, migliora il benessere e la salute delle persone”, spiega l'esperto. “Il concetto di vivere la natura, inoltre, va al di là del puro esercizio fisico. La componente naturalistica, infatti, è una parte fondamentale della terapia, perché aggiungendo rilassamento e distensione apporta un miglioramento conclamato delle condizioni psichiche dei pazienti”. Come precisa l'esperto, ormai da anni i medici dispensano consigli e indicazioni non solo a pazienti affetti da patologie croniche come l'obesità, malattie metaboliche, respiratorie e cardiache, ma anche a persone che sono in buona salute. “L'adozione di uno stile di vita attivo dovrebbe essere una norma assoluta per tutti”, spiega Cricelli. “Tra le tante indicazioni, per esempio, c'è quello di ridurre al minimo l'uso della macchina, fare tra i 5 e i 10mila passi al giorno, evitare le zone affollate e ricche di inquinanti”.

Con questo programma, il National Health Service non sta suggerendo assolutamente che le “dosi” di natura possano in alcun modo sostituire le medicine convenzionali. “Non si tratta assolutamente di una sostituzione della terapia o di una cura per queste patologie croniche”, spiega Cricelli. “Queste attività sono azioni coadiuvanti ai trattamenti, ovvero devono essere intese come uno strumento di aiuto e complementare ai farmaci che, auspicabilmente, porta a migliorare la salute fisica e mentale delle persone”

mercoledì 28 novembre 2018

EnteSviluppoAgricolo, le iniziative a favore della ricerca oncologica

ninosutera

EnteSviluppoAgricolo,
 le  iniziative a favore della ricerca oncologica, 
con l’olio EVO prodotto
nell’ Azienda Sperimentale campo Carboj
1958-2018
Attore principe della dieta mediterranea è l'olio extravergine di oliva 100% italiano,  eccellenza della tradizione enogastronomica.
 L’Olio EVO  nutraceutico  è il simbolo da sempre 
dell’identità dei popoli del  Mediterrano

Lolio monovarietale di Coratina contenuto nella  bottiglia che l’Ente mette a disposizione per una raccolta fondi per la ricerca  è coltivato lungo i viali dell’Azienda,   rappresenta il primo impianto effettuato negli anni 60.
 Dal colore giallo-verde,  si presenta con un fruttato medio, molto amaro e piccante, caratteristiche date dall’elevato contenuto polifenoli (687)presenti.

L’Azienda Sperimentale campo Carboj dell’Ente di Sviluppo Agricolo è sita in contrada Belice di Mare  nel territorio di Castelvetrano. Oggi è un Centro pubblico di raccolta della Biodiversità.
Un museo a cielo aperto dove vengono custodite oltre 150 tra cultivar, popolazioni e accessioni del germoplasma olivicolo siciliano  




Abbiamo incontrato Nino Sutera Responsabile  

dell'Azienda Sperimentale

Che cos'è l'Azienda sperimentale  Campo Carboj?

 La Cassa per il Mezzogiorno attivò, sino dai primi anni '50, il Programma Sperimentale Irriguo a supporto del suo vasto programma di intervento che si sviluppa presso un'apposita rete di Campi Sperimentali originando da un nucleo iniziale di prove attivate nel 1952 dall'Ente per l'Irrigazione in Puglia e Lucania in apposite aziende agricole forzate a svolgere un doppio ruolo sperimentale-dimostrativo.Tali iniziative si inquadrano in una generale tendenza dei grandi enti pubblici italiani, impegnati in massicci e pressanti programmi territoriali di attrezzamento irriguo, a provvedere in proprio alla attivazione delle ricerche sui parametri tecnico-agronomici da tenere a base delle progettazioni nel frattempo avviate. A questa scelta tali organismi operativi erano portati per vari ordini di motivi, ma in particolare per l'urgenza di ovviare in qualche modo al ritardo dell'azione dell'ambiente scientifico italiano, segnatamente quello della ricerca applicata alla irrigazione, nei confronti dell'avanzamento degli studi registrato nei precedenti decenni in altri paesi occidentali.   
Con atto del 1° agosto 1958 redatto dal Notaio Vito Rao, rep. N° 6693, la Cassa per le Opere Straordinarie di pubblico interesse nell’Italia Meridionale (meglio nota come Cassa per il Mezzogiorno) acquistò dal Principe Avvocato Nicolò Pignatelli Aragona Cortes, …. un lotto della estensione di ettari sedici, are quarantadue e centiare diciotto, sito in contrada Belice di Mare Comune di Castelvetrano…. In detto lotto la Cassa per il Mezzogiorno istituì … un’azienda agricola denominata “Carboj”.

 Con quali obiettivi?

L’obiettivo era  di organizzare programmi di attività dimostrative, gestendo dei corsi di istruzione professionale per maestranze irrigue volti alla formazione e qualificazione di tecnici, coltivatori diretti, lavoratori agricoli e, comunque, operatori di settore che, nel territorio, iniziavano ad utilizzare la pratica dell’irrigazione, che negli anni si è resa indispensabile per lo sviluppo dell’agricoltura del mezzogiorno. 

L’azienda rappresentava parte integrante dell’azione dell’Ente volta alla bonifica di tutto il comprensorio che, in quel momento, supportava l’opera primaria di costruzione della diga “Arancio”, che permise, con l’introduzione dell’irrigazione, lo sviluppo socio-economico del settore agricolo in quell’area.

L’Ente, al fine di ottimizzare le attività delle proprie Sezioni Operative e di quelle dell’Assessorato, dislocate su tutto il territorio siciliano, intravide la necessità di supportare la divulgazione agricola con la sperimentazione, la costituzione di campi dimostrativi e l’attività di ricerca applicata, individuando l’azienda Campo Carboj come unica struttura, di sua proprietà, idonea a tale scopo.

Dove si trova?

L’azienda, ubicata in territorio di Castelvetrano (TP) contrada Belice di mare, è estesa complessivamente Ha 16.36.50 riuniti in un unico corpo fondiario, ed è individuata catastalmente al foglio di mappa n° 168,  Dista dal mare circa 1.500 metri ed è situata ad un’altitudine di circa 50 m.s.l.m.; è raggiungibile tramite la SP n. 48. Il confine sud-est aziendale dista solo 150 metri dalla Riserva naturale Orientata Fiume Belice e dune limirofe. 
L’Azienda Sperimentale campo Carboj custodisce    la banca  di collezione del  germoplasma dell’olivo autoctono siciliano.  

                        La collezione ex-situ costituita da un intenso e proficuo  rapporto di collaborazione tra il Dipartimento Scienze Forestali e Agrarie dell’Università di Palermo e il  Campo Carboj dell’Ente di Sviluppo Agricolo della  Regione Siciliana,  può essere considerata l'unica fonte di materiale di propagazione di genotipi siciliani, standard varietali di riferimento.
                                             A metà degli anni ‘80, terminata la fase di indagine territoriale, le accessioni individuate furono reinnestate su piante adulte presenti presso l’azienda ‘Campo Carboj’     La scelta di porre le piante in un unico sito derivava dall’esigenza di svincolare la variabilità dell’espressione fenotipica da fattori legati all’ambiente. Negli anni successivi, dopo che le piante iniziarono a fruttificare, si procedette alla verifica true to type delle accessioni reinnestate, accertando la rispondenza dei genotipi raccolti alle cultivar descritte da Bottari e Spina (1952) mediante osservazioni dei tratti morfologici dei frutti, foglie e noccioli.
 Una volta validate le accessioni raccolte nell’isola, e dopo aver eliminato tutti i casi evidenti di omonimia e sinonimia e tutte quelle accessioni di origine alloctona, fu costituita, sempre all’interno dell’Azienda Campo Carboj, la prima collezione ex situ del germoplasma di olivo autoctono siciliano, caratterizzata a livello bio-metrico e molecolare.
    Questo straordinario lavoro, perché è unico,   frutto dalla partecipazione attiva  di eccellenze professionali, come, docenti universitari, ricercatori, funzionari dell’Ente, vivaisti, innestatori, titolari di frantoi, commercianti di olio ed esperti olivicoltori delle varie aree di provenienza delle cultivar di olivo,
Inoltre, è stato realizzato un progetto  “Sostegno alla conservazione delle risorse genetiche in agricoltura”

 Centri pubblici di conservazione” il cui obiettivo specifico è la promozione di iniziative volte al recupero, alla conservazione e alla diffusione delle risorse genetiche vegetali di specie a rischio di erosione genetica, attraverso la promozione di iniziative, a carattere pubblico, finalizzate alla conservazione, in situ ed ex situ, caratterizzazione, raccolta e utilizzazione delle risorse genetiche vegetali regionali ed al mantenimento della biodiversità.




domenica 11 novembre 2018

L'economia della conoscenza


nucciatornatore

 Animare un territorio,  non è solo una questione di trasmissione di conoscenze e  informazioni, ma è soprattutto lo sviluppo di metodologie innovative, la riorganizzazione sociale ed economica del territorio  stesso, tali da rimuovere i vincoli allo sviluppo ed affrontare in termini nuovi ed adeguati le opportunità . 

Abbiamo incontrato Nino Sutera   componente del tavolo nazionale della rete rurale


Nino  Sutera,   Diploma di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie, Funzionario Direttivo della Regione Siciliana, Divulgatore Agricolo,  “Formatore Consulente” del Formez,    Componente del Gruppo di Lavoro PAN sottogruppo formazione, Informazione e sensibilizzazione,  Iscritto all’Albo regionale dei Formatori interni presso il Dipartimento della Funzione Pubblica della Regione Sicilia ,  Ideologo dei Borghi GeniusLoci De.Co.  e del Percorso informativo di sviluppo locale “Un Villaggio di idee” Coordinatore  del  G.I.T (Gruppi d’interesse territoriale del MIUR)   Ideologo della Libera Università Rurale, autore di diverse pubblicazioni e relatore a tantissimi eventi divulgativi e blogger, ect.ect.
Un bel curriculum?
Così dicono gli addetti ai lavori.

A oggi, ed è un’ipotesi generalmente condivisa, per crescere e competere in un’economia globale è sempre più necessario investire in conoscenza, nella elaborazione di idee innovative e nella valorizzazione dei beni immateriali. Per esempio  la tutela  dell’ambiente, dei consumatori,  costituisce una delle tipologie di risorse immateriali fortemente caratterizzanti l’attività agricola.

Ecco la domanda,    in tutta Europa il trasferimento delle conoscenze e delle buone prassi  in agricoltura,  viene considerato un caposaldo per lo sviluppo, mentre  in Sicilia?
I Servizi per l’agricoltura sono uno strumento utile per l’attuazione degli obiettivi di politica agricola e rurale legittimate dall’U.E.  C’è da dire però, che l’impegno finanziario nella programmazione PSR 2014/2020, per esempio  non è stato uniforme, in Italia    ci sono Regioni come il Piemonte, il Veneto, la Lombardia, che hanno  impegnano dal  6% al 14% della spesa complessiva del PSR nelle attività di promozione dell’innovazione, alla divulgazione, alla consulenza alle aziende agricole; dall’altra, Regioni che  hanno previsto  meno, appena il 2%,  come la Sicilia,  forse perché si riteneva (sbagliando) che investire in termini di risorse immateriali rappresenta un'opzional. Chiaramente non è una responsabilità di questo governo.
   In Sicilia la l.r. 1 agosto 1977, n. 73 “Provvedimenti in materia di assistenza tecnica e di attività promozionali in agricoltura autorizza l’Ente di Sviluppo Agricolo  ad attuare e coordinare le iniziative e gli interventi per l'assistenza tecnica e le attività promozionali giovandosi delle proprie strutture periferiche - Sezioni Operative per l'assistenza tecnica e le attività promozionali, e di divulgazione - che operano su larghe basi territoriali.
Ecco, se pur sono trascorsi 40 anni,   le finalità sono  coerenti agli indirizzi  dell’U.E e del Ministero  di questi ultimi anni.
Chiaramente per svolgere le attività e le funzioni, ci vogliono risorse adeguate.

Qual è la prospettiva strategica    per i prossimi anni ?
il punto di partenza e di riferimento in Sicilia è la  legge,   L.r. n. 73/77,   
Dobbiamo essere capaci di fare tesoro dell’esperienza maturata, delle necessità del mondo rurale,  ma anche di adeguare gli obiettivi rispetto  alle indicazioni del MIPAF su gli   ambiti del sistema di consulenza:
a)        gli obblighi a livello di azienda risultanti dai criteri di gestione obbligatori e dalle norme per il mantenimento del terreno in buone condizioni agronomiche e ambientali, ai sensi del titolo VI, capo I, del regolamento (UE) n. 1306/2013;
b)        le pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente stabilite nel titolo III, capo 3, del regolamento (UE) n. 1307/2013 e il mantenimento della superficie agricola di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera c), del medesimo regolamento (UE) n. 1307/2013;
c)        misure a livello di azienda previste dai programmi di sviluppo rurale volte all'ammodernamento aziendale, al perseguimento della competitività, all'integrazione di filiera, compreso lo sviluppo di filiere corte,  all'innovazione e all'orientamento al mercato nonché alla promozione dell'imprenditorialità;
d)       i requisiti a livello di beneficiari adottati dagli Stati membri per attuare l'articolo 11, paragrafo 3, della direttiva 2000/60/CE;
e)        i requisiti a livello di beneficiari adottati dagli Stati membri per attuare l'articolo 55 del regolamento (CE) n. 1107/2009, in particolare l'obbligo di cui all'articolo 14 della direttiva 2009/128/CE;
f)         le norme di sicurezza sul lavoro e le norme di sicurezza connesse all’azienda agricola;
g)        consulenza specifica per agricoltori che si insediano per la prima volta;
h)        la promozione delle conversioni aziendali e la diversificazione della loro attività economica;
i)          la gestione del rischio e l'introduzione di idonee misure preventive contro i disastri naturali, gli eventi catastrofici e le malattie degli animali e delle piante;
j)          i requisiti minimi previsti dalla normativa nazionale, indicati all'articolo 28, paragrafo 3, e all'articolo 29, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1305/2013;
k)        le informazioni relative alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento ai medesimi, alla biodiversità e alla protezione delle acque di cui all' allegato I del regolamento (UE) n. 1306/2013;
l)          misure rivolte al benessere e alla biodiversità animale;
m)      profili sanitari delle pratiche zootecniche;
n)        l'innovazione tecnologica ed informatica, l'agricoltura  di precisione e il trasferimento di conoscenza dal campo della ricerca al settore primario.

Anche il PAN prevede l’utilizzo di consulenti per supportare le aziende nella difesa fitosanitaria?
 Si il piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Pan), adottato con decreto 22 gennaio 2014, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150, reca l'attuazione della direttiva 2009/128/CE, e  istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi, attribuisce alle Regioni l’onere di attuare  le azioni per l’applicazione della difesa integrata in agricoltura.
Stiamo lavorando a un progetto pilota sulla prescrizione  dei prodotti fitosanitari (il primo in Italia)

Di cosa si tratta?
I Prodotti fitosanitari   sono tutti quei prodotti, di sintesi o naturali, che vengono utilizzati per combattere le principali avversità delle piante come, malattie infettive, fisiopatie, parassiti e fitofagi animali ect..
Il Pan si propone di ridurre i rischi associati all'uso dei prodotti fitosanitari, promuovendo un processo di cambiamento delle tecniche di utilizzo dei prodotti verso forme più compatibili e sostenibili in termini ambientali  e sanitari.
Di conseguenza riguarda tutti, agricoltori, consumatori, cittadini  e  beni pubblici. La prescrizione è un cambio di passo nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari,a tutela di tutti chiaramente.
Così come il medico prescrive nella ricetta un medicinale per una determinata patologia, piuttosto che un altro,    così il  consulente  del PAN    potrà prescrivere un fitofarmaco  in funzione delle esigenze della coltura,   della tutela dell’ambiente e dei consumatori
Il consulente del PAN attraverso la   sua competenze  è  in grado di rispondere alle esigenze attuali provenienti dalla società civile in tema di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e responsabilità etica.   L’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari   richiede un salto di qualità in termini di formazione e miglioramento delle capacità degli operatori professionali nelle scelte da compiere.
Per l’attuazione del progetto pilota, l’ipotesi su cui stiamo ragionando e   coinvolgere le strutture periferiche dell’Ente e all’occorrenza  professionisti esterni in regime di convenzione,  utilizzando le risorse delle Misure   del PSR 2014/2020

sabato 10 novembre 2018

WW l'agricoltura contadina


Fino a non molti decenni fa esistevano in Italia intere aree rurali. Non è che non esistano più, è solo che queste aree hanno preso due derive: in alcune, quelle più fertili e meglio collegate con la rete stradale, è piombata l’agricoltura industrializzata, (in crisi perenne) che si è buttata a capofitto su terreni da coltivare con macchine e pesticidi; negli altri casi la popolazione ha scelto di elevare il proprio livello di vita e di abbandonare una vita e un’economia di sussistenza, di aree arretrate del sud, e di emigrare nelle città.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti è che in Italia ci sono da un lato sistemi urbani che stanno esplodendo, città infinite (si pensi alla cosiddetta Megalopoli Padana, che va da Milano a Venezia senza soluzione di continuità), contigue a terreni dove l’agricoltura a livello industriale la fa da padrona, e dall’altro lato esistono interi pezzi di Paese che nei casi migliori vivono o grazie alla diffusione di agriturismi e bed and breakfast, oppure vivono un costante decremento demografico e vengono tenuti in piedi da pochi anziani.

Aspetti negativi su un piatto della bilancia che venivano equilibrati, dall’altro, da valori contadini, tradizioni enogastronomiche e artigianali tramandate di generazione in generazione, ma soprattutto la realizzazione di un tipo di società fondata sulla solidarietà reciproca, valori che oggi si sono quasi consumati dopo decenni di industrializzazione e di sradicamento degli individui dalla terra.

Ma quella vita di sussistenza, che ha dato da mangiare a tutti nei secoli, era in realtà una magnifica espressione della società contadina che, tuttavia, comportava tanti rischi, come la mortalità infantile, l’alto livello di diffusione di malattie, la malnutrizione. Tutti aspetti inevitabili se quella vita era il massimo a cui la gran parte della popolazione poteva realisticamente aspirare.
La convinzione dominante che l’approvvigionamento alimentare potesse essere affidato al mercato globale ha, tuttavia, subìto un forte ridimensionamento negli ultimi anni di crisi, che, se non altro, ha avuto il “merito” di portare molti a rivalutare quei valori e quelle tradizioni troppo velocemente abbandonati.
Così si arriva al punto del discorso l'avvio di una campagna popolare finalizzata all’approvazione di “una legge che riconosca l’agricoltura contadina e liberi il lavoro dei contadini dalla burocratizzazione, poiché esiste un numero imprecisato di persone che praticano un’agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull’economia familiare, orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta;
Un’agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, fondata su una scelta di vita legata a valori di benessere o ecologia o giustizia o solidarietà più che a fini di arricchimento e profitto; un’agricoltura quasi invisibile per i grandi numeri dell’economia, ma irrinunciabile per mantenere fertile e curata la terra (soprattutto in montagna e nelle zone economicamente marginali), per mantenere ricca la diversità di paesaggi, piante e animali, per mantenere vivi i saperi, le tecniche e i prodotti locali, per mantenere popolate le campagne e la montagna. Per quest’agricoltura che rischia di scomparire sotto il peso delle documentazioni imposte per lavorare e di regole tributarie, sanitarie e igieniche gravose, per ottenere un riconoscimento che la distingua dall’agricoltura imprenditoriale e industriale, per ottenere la rimozione degli ostacoli burocratici e dei pesi fiscali che ostacolano il lavoro dei contadini e la loro permanenza sulla terra.”

Oggi c’è un aspetto molto importante in tutto questo discorso, aspetto costituito dalla possibilità di coniugare insieme il tipo di vita rurale con i controlli igienico-sanitari garantiti dai presidi medici diffusi(chissà ancora per quanto) sul territorio, che un tempo non esistevano o erano meno in grado di controllare spiacevoli o tragici fenomeni. Oggi ci ritroviamo nella condizione di poter tornare indietro progredendo, nella condizione, cioè, di recuperare un modo di vita coniugandolo con il controllo su prodotti e persone propri del nostro tempo. Difficile però che ciò possa avvenire, dato che nel tempo queste forme di agricoltura ed allevamento a gestione familiare sono state progressivamente indebolite dalla costruzione di un apparato legislativo e burocratico volto senza dubbio a favorire la produzione alimentare con mezzi industriali, più facilmente controllabili.

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